Citazione di: Ipazia il 23 Novembre 2019, 22:59:12 PMDecisamente sì; è il senso della mia battuta sulle fritture che non sono tutte uguali e, aggiungo ora, non soddisfano ugualmente i palati del grande pubblico; per quanto anche i gusti dei palati mutino con il tempo: i Protagora, i Gorgia, i Buddha, i Diogene, i Lao Tzu, persino i Carneade, etc. sono ad esempio più "appetibili" oggi che magari mille anni fa; inversamente, proprio Platone risulta oggi un po' più insipido di mille anni fa; altri, di cui magari si sono perse le tracce, non sono stati appetibili in passato né lo sono ora. Ciò che è cambiato è sia il "sentire", che la lettura della "realtà circostante".
perchè Platone e non Carneade ? Mi rispondo da sola così saltiamo un passaggio. Non tutti gli orizzonti di senso si equivalgano, ovvero certe altezze "orizzontali" vengano replicate da miriadi di Carneadi senza nulla aggiungere - o molto poco - al Platone che quell'orizzonte ha fissato. Questo polarizzarsi personale ed epocale di determinati orizzonti non potrebbe avere a che fare con una lettura più "sentita" del reale circostante tale da prenotare il successo di una filosofia, in sintonia con l'ermeneutica che interpreta le ragioni di quel successo ?
Citazione di: Ipazia il 23 Novembre 2019, 22:59:12 PMEppure la constatazione del successo di quel modello, trattandosi di una constatazione storiografica, non va per me confusa con la sua valutazione filosofica; guardare ad oriente giova sempre per attingere differenti possibilità di pensiero e differenti successi storici, oppure si può semplicemente considerare come la cultura analitico-americana, nata "tardi", recepisca le nostre filosofie antiche. Non a caso oggi si sta rivalutando proprio il "terra-terra" (inteso come materialismo) da cui Platone (neoplatonici, etc.) sembrava averci emancipato e, altro esempio, molte riflessioni sul linguaggio degli antichi sofisti potrebbero essere impeccabilmente assegnate ai neopositivisti logici di inizio novecento (e l'antica dottrina buddista del non-io, anatta, risulta più compatibile con le attuali scienze cognitive, di quanto lo siano molte delle dottrine occidentali successive al buddismo).
esemplificando: non è che l'idea di un principio spirituale unitario di Platone sollevasse l'orizzonte dal coacervo terra-terra di idoli d'ogni sorta fornendo al modello trascendente un orizzonte a cui si farà riferimento per qualche millennio a seguire ?
Citazione di: Ipazia il 23 Novembre 2019, 22:59:12 PMConcordo; volevo solo sottolineare l'importanza di distinguere l'approccio storico, quello antropologico, etc. da quello specificamente filosofico, senza che ciò significhi rifiutare il prezioso legame contestuale fra una filosofia e l'epoca in cui è stata pensata e/o si è affermata; fare storia della filosofia non è fare filosofia, per quanto indubbiamente partire dalla prima agevoli la seconda.
è sensato trarre dalla storia, sociologia, antropologia anche la koinè da cui ogni grande interprete del suo tempo è partito per porre il suo orizzonte di senso.

