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Messaggi - bobmax

#1381
Voglio bene a Spinoza.

Ma non tanto per ciò che ha scritto, piuttosto, per la sincerità della sua ricerca.
Che testimonia la sua fede nella Verità.

La sua Etica non è scevra di oscurità, incertezze, che si traducono in circoli, tautologie.
D'altronde non può che avvenire così nella ricerca della Verità.

Ma pur nella inevitabile scarsa chiarezza, qua e là brillano gemme che scaldano il cuore.

Soprattutto laddove il castello che cerca di costruire scricchiola. Perché invece di cadere rovinosamente, lancia lampi di profonda intuizione.

Le idee non adeguate, per esempio, pressoché onnipresenti nel testo, evidentemente non esistono.
Sono una illusione.
Tuttavia, ammetterlo a se stessi richiede una resa tale a Dio... difficile da attuare.

Pure la libertà umana, non vi è dubbio che per Spinoza non esista.
E infatti lo afferma senza ambiguità nel Chiarimento della Proposizione 35 Parte II.

Ma alla consapevolezza di questa inesistenza non seguono, diciamo così, le necessarie implicazioni.

Non seguono, perché l'inesistenza del libero arbitrio implica inevitabilmente l'inesistenza dell'io!

A prescindere da questi limiti, la grandezza di Spinoza è fuori discussione.
Grande è il suo amore intellettuale di Dio.
#1382
Ciao Vigione, benvenuto.

Scopo di questo forum è proprio quello di discutere, in particolare temi filosofici.

Di modo che, se desideri discutere l'Etica di Spinoza puoi aprire una discussione apposita e gli interessati potranno parteciparvi.

Il confronto avviene tramite la pubblicazione di commenti, per cui non è immediato come potrebbe esserlo una videoconferenza.
Tuttavia, vista la complessità dell'argomento, una comunicazione asincrona permette a mio avviso un maggior approfondimento. Lasciando il tempo necessario.

Non so quanti luminari filosofi sarebbero in grado di sostenere una discussione in diretta su Spinoza, mantenendo il filo del discorso...
#1383
Sì, Iano.
Con "senso" intendevo un significato fisico. Quindi come funziona.

Chiamiamola perciò "coerenza" che dà meglio l'idea.
Sottintendendo che senza coerenza la realtà non avrebbe alcun senso fisico. Cioè non potremmo comprendere alcunché.

Il senso metafisico, l'autentico senso, viceversa prescinde dalla coerenza. La quale può essere soltanto un mezzo, un dono temporaneo di Dio.
#1384
Citazione di: viator il 28 Aprile 2022, 20:44:15 PMSalve bobmax. Citandoti : "Tuttavia, non vi è alcuna dimostrazione possibile della effettiva realtà della legge di causa-effetto.
Questa legge è solo una induzione"
.

Dal momento che chiami in causa l'esistenza dell'indimostrabile (la realtà - ad esempio, in questo momento io sto solo sognando di scriverti), non capisco l'originalità della tua riflessione. Saluti e - sopra tutto e sempre - salute  !

Viator, neppure io capisco l'originalità delle tue riflessioni sull'orifizio della gallina.

Diciamo perciò che vicendevolmente non ci capiamo.
#1385
La legge di causa-effetto è indispensabile perché vi sia un senso in ciò che avviene.

Ogni evento, e quindi ogni cosa, devono necessariamente essere stati causati.
Sono perciò degli effetti.

Se non lo fossero, se cioè avvenisse o vi fosse qualcosa senza causa, saremmo perduti nel non senso.

Tuttavia, non vi è alcuna dimostrazione possibile della effettiva realtà della legge di causa-effetto.
Questa legge è solo una induzione.

Confermata una infinità di volte, ma che comunque non può essere assolutamente certa.

D'altronde, quando sogno, ciò che avviene appare di solito come una concatenazione di cause e effetti. Che tuttavia sono solo una mia creazione.
Quel mondo, la sua evoluzione, sono generati da me.
Pure una sua eventuale legge di causa-effetto.

Di modo che questa legge, nel mondo reale, esisterà davvero?

Perché se poniamo l'Etica il fondamento del reale, se ammettiamo che è l'Amore a muovere ogni cosa, allora non è così assurdo supporre l'irrealtà della legge di causa-effetto!

Questa legge può benissimo non esserci.

In quanto tutto ciò che avviene non è altro che il sogno di Dio.
#1386
Citazione di: hystoricum il 25 Aprile 2022, 23:33:14 PMSolo lo Spirito sa la Verità,chi non è spirituale sa verità relative per poi rischiare di arrivare al relativismo.

Più che nel relativismo, il rischio è di cadere nel nichilismo.

Perché il relativismo è un passaggio direi obbligato.
In quanto a nessuna "verità" posso aggrapparmi, se non a me stesso.

Situazione difficile da sostenere a lungo.
Per cui forte è la tentazione di abbracciare una verità e renderla assoluta!
Cadendo nella superstizione.

Può essere una religione così come la "verità" nichilista, ma sempre di superstizione si tratta.
#1387
Citazione di: Ipazia il 25 Aprile 2022, 08:26:09 AMLa forzatura del gioco è inevitabile. E la circolarità del ragionamento pure, nel passaggio dalla Verità alla "fede nella Verità", che la ipostatizza. Bene, male, amore, compassione,...idem. La metafisica si regge sui suoi postulati, mentre la verità rimane inafferrabile nella sua essenza come un disco inceppato in se stesso.

Sì, la forzatura è inevitabile.
Tuttavia è pure indispensabile non cadere nella superstizione...

Sembrerebbe allora che non vi sia alternativa al naufragio.

Ma non è così!

Perché l'unica forzatura davvero necessaria consiste proprio nel tirar fuori da noi stessi il Vero.
Sinceri con noi stessi, leali con ciò che siamo. Appunto, essere veramente.

È la forzatura che non può esimersi di fare Plotino, quando afferma che l'Uno è il Bene!

La Verità ha bisogno di te.
Perché tu sei la Verità.

Di modo che superstizione è pure l'affermare che non esiste alcuna Verità, oppure che è come un disco inceppato.
È superstizione perché non metti in gioco te stessa!
#1388
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Gli Eroi
24 Aprile 2022, 22:59:07 PM
Citazione di: ricercatore il 24 Aprile 2022, 11:38:29 AMquesto punto è molto interessante.

mi vengono in mente le parole di..... Batman ne "Il cavaliere oscuro" di Nolan:
"A volte la verità non basta. A volte la gente merita di più. A volte la gente ha bisogno che la propria fiducia venga ricompensata"

i bambini hanno bisogno di Eroi puri e senza macchia perché non hanno sufficiente intelligenza da comprendere le sfumature: o è bianco (bello, perfetto, coraggioso, forte, buono) o è nero (brutto, sporco, vile, scarso, cattivo).
purtroppo molte persone anagraficamente adulte sono ancora nello stadio di bambini: sembra che non accettino il fatto che l'Eroe sia umano.

Infatti, l'eroe è umano, quindi non esente da limiti o difetti, come qualsiasi altro.

È eroe proprio perché non è perfetto.

Se lo fosse... non sarebbe un eroe, bensì un dio.

L'eroe può risvegliare in noi la nostra fede nella Verità, proprio in quanto umano.

Mentre un eventuale dio sarebbe solo l'infinitamente lontano.
#1389
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Gli Eroi
24 Aprile 2022, 08:17:13 AM
Eroe è colui che affronta il pericolo, mettendo in gioco se stesso, in nome della Verità.

Non vi è eroismo senza verità. Ciò che l'eroe crede "vero" e in nome del quale agisce esponendosi al rischio di subirne le conseguenze.

È stato così e sarà sempre così.

La Verità viene "prima" di qualsiasi calcolo egoistico.

È perciò la precedenza data al vero ciò che caratterizza l'eroe.

La Verità è un aut-aut. Che richiede di scegliere tra essere o non essere.

Di modo che si può dire che nella Genesi vi sia il primo esempio di eroe.
Dopo il fratricidio, Caino potrebbe fregarsene, ma non lo fa.
Si auto condanna in nome della Verità.
Caino è il primo eroe.
#1390
Citazione di: Alberto Knox il 23 Aprile 2022, 00:06:57 AME come fai a distinguere il bene se non vedi il male? il camminare sulla via di mezzo significa camminare con discernimento .Una parola importantissima nella vita spirituale, importantissima anche per la lettura stessa della  Bibbia. Se la bibbia non diventa essa stessa oggetto di discernimento ecco che allora diventa la peggiore delle prigioni.

Certamente avere comprensione del male è fondamentale.
Ma non per seguire una "via di mezzo". Occorre averne contezza per rifiutarlo!

Direi di più...
Dalla mia esperienza, il bene che mi pare di aver fatto, che non si è rivelato in seguito essere invece male... è in realtà un nulla.

Ho fatto il bene?
Non ho fatto nulla!

Viceversa, quando ho evidenza del male da me commesso... sono colpevole senza se e senza ma.

E poiché il male se ne sta incastonato in quel momento che fu, e non posso fare nulla per cancellarlo... sono perduto per sempre.

Il male, qualsiasi male, mi fa sprofondare all'inferno.

Di modo che non si tratta di seguire una via di mezzo, ma, per amore della Verità, di affrontare lo sguardo della Medusa. Che mi mostra il male.
Il male nel mondo, il male in me, il male che io stesso sono.

In nome di Dio, perdo Dio.
Per sempre.

Il male è il filo di Arianna che dona la certezza di Dio.
Perduto per sempre.

Uscire dall'inferno è impossibile.
Per la semplice ragione che sono stato proprio io a condannarmici.

La salvezza è impossibile.

Ma per Dio tutto è possibile...
#1391
Citazione di: Alberto Knox il 21 Aprile 2022, 13:01:25 PMDeus non est corpus, è anima, è spirito. E se sappiamo che in noi è presente questa dimensione dell anima che diventa Spirituale in Dio è chiaro che è qualcosa che ci portiamo dentro come attributo di Dio e non dell io . Penso che l'uomo ha una duplice soggettività, una che dice "io" e una che dice "natura" .Se si risale alla natura di Dio troviamo che essa è Spirito e quando l anima umana diventa anima spirituale ecco che avviene la relazione con Dio.

Secondo me, nella ricerca della Verità è indispensabile evitare di forzare il gioco. Cioè occorre resistere alla tentazione di affermare cosa la Verità sia.

Perché nel momento in cui ci proviamo... ecco che siamo caduti nella superstizione!

Piuttosto che pretendere di conoscere Dio, ossia la Verità, dovremmo a mio avviso cercare di conoscere il mondo e noi stessi.
Cioè vedere quale sia questa nostra effettiva realtà.

Cosa vi sia che valga davvero!

Se teniamo ferma la nostra fede nella Verità, che non conosciamo, potremmo scoprire che ciò che davano per scontato è puro nulla.

Ogni cosa, creatura, opera, è puro nulla.
Quindi pure noi stessi.

Eppure, meravigliosamente, tutto questo nulla non cade nella insignificanza... ma risplende invece nella propria nullità!

Illuminato dalla compassione.
#1392
Citazione di: Giorgiaz_ il 21 Aprile 2022, 13:02:38 PMSalve a tutt* ho lasciato la domanda "vaga" per poter raccogliere più prospettive possibili. Da parte mia mi sono orientata su due risposte principali:
1) se non si può adottare un prospettiva storica, allora si può intraprendere una visione futurista: senza il passato si potrebbe teorizzare una guerra post apocalittica (come fa Locke) o ancora teorizzare una guerra fantascientifica (come una guerra tra terrestri ed alieni). insomma, teorizzare una guerra nel futuro che però non abbia legami con presente /passato (per esempio teorizzare una guerra nucleare non fa al caso nostro dato che avrebbe per forza di cose dei richiami ad Hiroshima)
2) se si considera la guerra odierna, invece, si può teorizzare su questo argomento senza adottare una prospettiva storica, solo limitandosi al significato di guerra, senza andare ad analizzare le cause e le conseguenze dato che queste ultime vanno a richiamare un contesto storico.

Non è possibile teorizzare nulla nel futuro, prescindendo dal passato.
Ogni "senso" si fonda sul passato.

Non può esservi alcun significato di guerra senza una prospettiva storica.
Perché il concetto stesso di "guerra" si fonda su di una interpretazione del passato.

Noi siamo, e siamo soltanto, il nostro passato.

Se riuscissimo davvero a prescinderne, non potremmo pensare.
#1393
Citazione di: atomista non pentito il 21 Aprile 2022, 08:42:15 AMAnche io mi sono aggrovigliato , Ragazzi qui c'e' gente ( almeno uno cioe' io) semplice , per cui abbiate pieta' ed adeguate gli interventi ( quelli sugli alti sistemi intendo), ove possibile e se volete , accompagnandoli con un piccolo sunto "divulgo".... sapete , sono un po' come il sodato Beetle Bailey , a volte mi riesce difficile cantare e marciare nel contempo . Grazie.

Il semplice dovrebbe cercare di essere tale, appunto, semplice.

E invece finisce spesso per aggrovigliarsi in pensieri complessi.

E vi finisce perché l'autentica semplicità è difficile!

Occorre infatti rinunciare ai tanti orpelli a cui ci aggrappiamo nella vita. E ci si ritrova soli, di fronte alla Medusa.

Essere semplici significa sfidare  l'orrore del nulla, che può mutarsi in beatitudine.
Ma occorre essere semplici per davvero.

E lo si può essere solo cercando la Verità.
Una ricerca che conduce inesorabilmente all'inferno.

Non vi è nessuno che ci condanna all'inferno. Solo noi, in perfetta solitudine ci condanniamo.
Perché così è giusto!

Morirà allora il mio io?
Forse, ma non sarò io a vederlo.

Occorre essere semplici, come descritto da Margherita Porete in "Lo specchio delle anime semplici".
#1394
Dio non ha nulla a che fare con il credere.

Perché si può credere o meno in qualcosa. Ossia credere che quel qualcosa esista oppure no.

Ma Dio è Essere - Nulla per cui non rientra in alcuna categoria, neppure in quella dell'esistenza.

Di modo che, essendo noi limitati alla esistenza e non esistenza, Dio è sia Essere sia Nulla.

Esulando dalla esistenza, non ha alcun senso ipotizzare cosa Dio sia. Nessun attributo è possibile.

Sembrerebbe quindi questo un discorso vuoto. Ma non è affatto così!

Perché la consapevolezza di Dio è talmente intima... che quando si manifesta è pura certezza!
Una certezza che nessuna esistenza può dare.

Per prendere coscienza di Dio, occorre di norma andare all'inferno.

Lì Dio è certo.
#1395
Non la chiamerei comunque "via di mezzo".
Perché non si tratta di destreggiarsi tra bene e male. Bensì di seguire il bene.
Ossia ciò che sinceramente crediamo ora sia bene.

Data la situazione, dato ciò che conosco, quale è ora la scelta migliore da fare per il bene?

Cosa deciderebbe Dio, se fosse nei miei panni?
Quella deve essere la mia scelta!

Il che non vuol dire di conoscere quale sia il Bene assoluto, ma solo essere me stesso. Leale a me stesso.

Ma scegliere ciò che Dio sceglierebbe, non implica forse il fondermi in Lui?

Non è questo il "distacco" richiesto dalla mistica?

E in quanto figlio unigenito, questo mio distaccarmi da me stesso, non può che farmi ritornare al Padre.

Ma me ne sono mai allontanato per davvero?
Sono mai esistito, in quanto "io" separato dal Padre?