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Messaggi - Jacopus

#1381
Tematiche Filosofiche / Re: L'essere funzionale
28 Luglio 2022, 03:12:19 AM
CitazioneQuesto post parla di una categoria dell'essere che, a mio parere, dovrebbe essere importante per il pensiero filosofico.
Una categoria che ha la proprietà di:
Essere se gli uomini sono convinti che esista;
Non essere se gli uomini sono convinti che non esista.
Consideriamo come caso particolare lo stato, che esiste se gli uomini ne rispettano le leggi, e ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo stato esista.
Dal punto di vista ontologico non è possibile dire se lo stato (e quindi qualsiasi essere funzionale) esiste o meno al di la della percezione degli uomini, perchè esso dipende dalla percezione degli uomini, è ontologicamente indeterminato.
Perchè gli uomini percepiscano l'essere funzionale, questo deve essere rappresentato simbolicamente, cioè deve essere in senso epistemico, nel linguaggio umano.
Se l'essere umano crea epistemicamente, e poi si convince dell'esistenza ontologica di un qualcosa che non è percepibile attraverso nessun termine fisico questo vuol dire che questo qualcosa gli serve, da ciò la definizione che ho dato di "essere funzionale", esiste perchè funziona, perchè serve a qualcosa.

Alcune considerazioni sparse. L'essere funzionale, come qui esposto, riguarda solo quel campo che nell'ottocento veniva chiamato geistwissenshaft, o scienze dello spirito. Oggi le possiamo chiamare scienze sociali. L'altro campo, il naturwissenshaft, o scienze della natura, non hanno a che vedere con il campo in questione. Cosa che anche Anthoniy sottintende, quando dice che l'esistenza funzionale non è percepibile attraverso nessun termine fisico.

Sono però dell'idea che anche ciò che è al di fuori dell'essere funzionale in questo senso, non esaurisce ciò che ci serve. La risonanza magnetica ci serve così come il gps. Quindi non è tanto la funzionalità a descrivere questo insieme, quanto la necessità di una credenza da parte di un gruppo di soggetti in una entità che non è fondata su alcun elemento fisico.

Queste credenze sono possibili perchè siamo animali sociali dotati di cultura e quindi abbiamo bisogno di restare uniti per scopi che esulano la singola vita e la cultura ci ha dotati di strumenti simbolici e di una storia di tradizioni che ci permette di rinforzare quel nostro bisogno. Non necessariamente però, e questo lo sottolinerei, ciò che è funzionale è anche etico (nel senso di giusto e buono). E' funzionale anche la credenza che la razza bianca sia superiore alle altre razze e che esistano le razze. In questo caso una credenza funzionale può scontrarsi con altre credenze e creare un conflitto. Lo stesso si può dire anche per lo Stato, visto che vi sono teorie che uniscono parte dell'umanità con la dichiarazione della necessità di superare lo Stato, visto come forma di dominio (pensiero anarchico). Per gli anarchici l'essere funzionale è l'anarchia. Per altri, la criminalità organizzata, l'essere funzionale è il loro sodalizio criminale e lo Stato in questo caso non deve essere sconfitto, ma semplicemente parassizzato.

CitazioneCredere appartiene all'ideologia, non alla funzione. I motivi per cui agiscono i funzionari sono innanzitutto la pagnotta, che può essere scissa, e generalmente lo è, dalla fede nella bontà o utilità del proprio agire.

La maggior parte degli umani, se potesse scegliere, farebbero tutt'altro di ciò cui la "funzionalità" sociale l'ha predestinata. E questo accade per quanto si possa fare di necessità, virtù e di una schifezza, una fede.
Su questa descrizione non sono molto d'accordo. Ogni credenza è inevitabilmente una ideologia, tranne la nostra credenza preferita che diventa invece una fede, o una verità, o un compito etico assoluto. In questo caso, ad esempio, si potrebbe obiettare facilmente ad Ipazia che il marxismo è una ideologia per eccellenza, e che nella realtà storica, i suoi funzionari hanno agito "innanzitutto per la pagnotta" ed eventualmente anche per sete di potere (ai livelli apicali). Il che è ovviamente neppure vero, poichè vi sono stati funzionari e altri che credevano in quella idea che vi hanno sacrificato perfino la vita ma estremizzavo solo per far notare come gli estremismi polarizzano la nostra percezione del mondo e delle idee.
Il disincanto retrostante a questo pensiero è anch'esso una credenza, ovvero che si fa tutto in questo mondo per denaro. E' la grande vittoria del capitalismo sulle nostre menti.
Paradossalmente però, il capitalismo come ideologia, si rende conto che fondare tutte le credenze sul denaro, rende il proprio terreno e il proprio dominio scivoloso e dunque bisogna trovare qualche soluzione, qualche credenza che possa fare da puntello a questa spietata idrovora del pensiero.

Rispetto al capitalismo, lo Stato è inserito in un rapporto dialettico altalenante. Da comitato d'affari, secondo la vulgata marxista a potere capace di rovesciare i rapporti di classe o a sottometterli a valori superiori e mortiferi. Vi è stato poi un periodo di interscambio alla pari, che è stato, a mio parere, anche quello più equo, almeno nel mondo occidentale, per ora tornare, da circa quaranta anni al modello "comitato di affari". Ancora esistono, fortunatamente, i servitori dello Stato, quelli che non fanno il loro mestiere solo per la pagnotta, anche perchè essere servitori dello Stato significa riconoscere il valore della collettività e della sua tutela e questo è un grande motivatore in una specie prosociale come la nostra. Sono servitori dello Stato i pompieri, i professori, i medici, i poliziotti, i maestri, i militari, gli infermieri, gli assistenti sociali. Ruoli dove, tranne pochi casi, la pagnotta è sicura ma striminzita. Se fosse solo per la pagnotta non si farebbero molti di questi lavori.
#1382
Grazie Alberto per il link. L'ho ascoltato tutto ed è davvero impressionante la sua facilità di mantenere il filo del discorso saltando da Brentano a Thomas Mann, spiegando l'evoluzione del concetto di anima, fino a giungere alla sua scuola:la fenomenologia. Non ho molto da aggiungere a Galimberti, la sua visione del mondo è molto simile alla mia. Noi, più che soggetti, siamo " in der Welt sein". La nostra responsabilità è sempre una responsabilità collettiva e da ciò nasce il dissidio con il capitalismo che ha estremizzato il concetto di individualismo, rendendo il mondo il luogo della strumentalizzazione.
Mi ha anche molto colpito la dichiarazione, verso la fine del video, della decadenza del processo di "raffinamento" culturale che fa risalire agli anni '80. Lo stesso periodo in cui vi fu la profonda trasformazione culturale ora dominante, che possiamo chiamare del Tatcher/reagenesimo. Accanto alla propaganda per i valori della libertà, della ricchezza, della criminalizzazione sotteranea della povertà e per lo smantellamento dello stato sociale, le classi dominanti capirono allora che quella cultura "alta", che li aveva condotti al potere, nel momento in cui vi fu lo scontro con le forze del potere precedente (ricordate l'Encyclopedie di D'Alembert), ora poteva essere un grave problema per il mantenimento del potere. Vi fu pertanto una progressiva disorganizzazione delle strutture e degli enti che trasmettono cultura che continua tuttora. Non voglio fare reductio ad hitlerum, ma la dottrina nazionalsocialista, per i popoli sottomessi era molto simile. Bisognava dare a quei popoli una cultura sufficiente per poterli adoperare come forza lavorativa, dandogli degli svaghi e dei passatempi innocui, ma evitando accuratamente ogni possibilità di creare in loro capacità critiche e di discussione fondate su conoscenze teoriche, storiche e di metodo. Dopo un lectio magistralis di questo tenore si potrebbe scrivere ancora molto. Mi fermo qui e grazie ancora.
#1383
Le linee di confine, per tornare al discorso di Iano, sono effettivamente spesso solo degli strumenti classificatori per semplificare e provare a capirci qualcosa. Ma, in effetti, almeno in biologia, si osserva un continuum di forme di vita che si condizionano reciprocamente, fino al punto di mescolare vita animale e vita vegetale. C'è infatti un mollusco che si chiama elysia chloroplastum, che si ciba di alghe e fin qui nulla di speciale. La meraviglia fu scoprire che questo mollusco non digerisce tutta l'alga, poiché "ingloba" nel suo organismo, gli organi che svolgono nelle alghe il ciclo clorofilliano. In pratica questo mollusco è contemporaneamente autotrofo come una pianta ed eterotrofo come un animale. Non solo: poiché gli organi clorofilliani devono essere riprodotti per mantenere nel tempo la loro funzionalità, Elysia ha acquisito "orizzontalmente" il gene della pianta che codifica gli organi clorofilliani.
#1384
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
22 Luglio 2022, 10:17:48 AM
CitazioneOvvero della storia di una specie evolutiva che non è malefica a prescindere (questo lo affermi tu), ma lo diventa nelle forme sempre più raffinate di disumanizzazione proprie della società classista, divenuta "scientificamente" capitalistica.
Ipazia, non che sia importante, ma sei tu all'intervento 164, che dici che non c'è mai stata nella storia, accumulazione di umanità, facendo intuire che consideri la disumanità come un dato naturale dell'uomo. Alla luce di questa tua seconda spiegazione, posso interpretare il tuo pensiero nel senso di un egoismo innato dell'uomo, che va in qualche modo guidato da istituzioni, movimenti e teorie non egoistiche. Giusto?
#1385
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
21 Luglio 2022, 16:32:29 PM
Ipazia. Domanda ot. Se l'accumulazione di umanità (ammesso che significhi qualcosa, al di là del gioco retorico), non c'è mai stata e l'uomo è malvagio intimamente (una posizione sostenuta da molti padri della Chiesa, ma non da Agostino), questa accumulazione di umanità, dopo la caduta del liberalismo, come avverrebbe? Attraverso apposita legislazione, educazione coatta in campi di lavoro? Scoperta spontanea della propria bontà (ma se l'uomo è malvagio come fa a scoprire la propria bontà). Oppure ritieni che siano state le istituzioni a rendere malvagio l'uomo?
#1386
Attualità / Re: Crisi di governo
21 Luglio 2022, 15:35:46 PM
Alexander. In parte è così come dici. Il potere politico è solo parzialmente italiano e molto di più europeo. Per non parlare del potere economico. Ma questo spettacolo, oltre ad essere comunque indecente, influisce direttamente sulla parte di potere che possiamo gestire direttamente. Che fine faranno ora i fondi europei del patto straordinario, che non abbiamo ancora bloccato e che non potremo bloccare con un governo dimissionario? Tutto nasce da una incapacità a guardare al mondo, riducendosi a guardare il proprio giardinetto, ovviamente strumentalizzandolo, mica perché vogliamo seminare delle rose. Le signorie, i liberi comuni, le trame fra bande sono ancora fra noi, con l'aggravante che oggi nessuno si prende una responsabilità, al punto che ci sono partiti che schizofrenicamente sono apparsi in questi ultimi mesi come membri di governo e membri dell'opposizione. Ora ci attende la Meloni: preparatevi alle lagne da incubo sul crocifisso, sui migranti cattivi, sul no all'aborto, sui gay come malati da curare, sullo sviluppo delle forze dell'ordine in chiave "sceriffo del far-west". La società diventerà giocoforza repressiva, per reprimere i movimenti ribelli che inizieranno prima o poi a svilupparsi, perché si può accettare tutto, ma quando iniziano a mancare i beni essenziali, qualcuno inizierà ad alzare il tiro e tutti noi ci rimetteremo. A causa di questi irresponsabili. Bambini che giocano sulla nostra pelle.
#1387
In uno studio del 2011 pubblicato su science (edizione Usa) n. 344 dell'etologo Ami Bartal venne studiato sperimentalmente il comportamento prosociale dei ratti. Di fronte a due leve, una delle quali liberava un ratto conosciuto e l'altra liberava cibo, i topi aprivano di più la leva per liberare il compagno che quella del cibo. Parlo di ratti perché apparentemente sono molto lontani da noi, filogeneticamente, ma sono comunque mammiferi. Gli studi sui bonobo e sugli scimpanzé ormai pullulano di prove sul senso altruistico e prosociale di queste scimmie, molto simili a noi (geneticamente). Che l'uomo sia egoista è altrettanto vero, ma il suo egoismo non è originato da tratti naturali, come può essere una impostazione genetica ma dall'essere plasmati da un certo tipo di cultura.  La nostra capacità (straordinaria) di adattamento fa il resto. Sono inoltre convinto che il successo iniziale di homo sapiens (quindi prima della storia), derivi anche dalla forte capacità altruistica nei confronti dei membri della tribù/clan di appartenenza. Il salto che oggi dovrebbe essere fatto, per la nostra stessa sopravvivenza come specie, è di allargare questo senso altruistico in senso universale, secondo un insegnamento noto, ovvero il cristianesimo.

Rispetto alla supposta contraddizione, in realtà io non la vedo. Le istituzioni come le civiltà sono strutture sociali con una loro storia e con loro interessi di classe. Non sono tutte uguali, così come non sono tutte uguali le società che oscillano sempre fra altruismo ed egoismo. Occorre capire cosa è meglio per l'equilibrio ormai sistemico del pianeta terra. Non credo neppure che esista o sia apprezzabile un altruismo assoluto, ma il trend attuale è spostato verso l'individualismo, la competizione, l'egoismo, l'oggettificazione dell'altro, e questo spostamento, questa è la tesi, è artificiale, un altro dono (avvelenato) di Prometeo.
#1388
A Anthonyi. Interessante questa tassonomia degli altruismi. Probabilmente quando parlo qui di altruismo mi riferisco all'empatia dotata però non solo del "mettersi nei panni degli altri" ma anche del "fare qualcosa per gli altri".

Che in questo campo vi siano tante contraddizioni come quelle elencate è innegabile. Ma quello che forse voglio indicare è la presenza di un nucleo altruista in noi, specie umana, corrotto dalla civiltà. Non che sia una teoria nuova. Il più famoso teorico in questo senso è stato Rousseau. Quello che aggiungo a R. è la possibilità di recuperare quel nucleo altruista attraverso l'educazione, le istituzioni e la cultura di una data società. E di come, in virtù della nostra neuro plasticità, quel nucleo altruista di base può essere esaltato o compresso, come un carattere genetico potenziale che non può esprimersi.
Posso arrivare a pensare che un processo virtuoso di questo genere provocherebbe conseguenze virtuose diffuse, sia fondate su istituzioni e legislazioni sia fondate sul comportamento spontaneo dei soggetti sociali. Al contrario un insegnamento pedagogico fondato sull'homo homini lupus non fa altro che rafforzare nella realtà quell'insegnamento.
Rispetto al principio di responsabilità delle popolazioni nordiche non penso che vi sia un netto contrasto con l'altruismo. Rendere indipendenti le persone è un grande messaggio di altruismo, ma si fonda su molteplici precondizioni: lavori ben pagati, possibilità di trovare appartamenti a prezzi accessibili, servizi diffusi per l'infanzia. Il familismo mediterraneo è una risposta funzionale a deficit strutturali della società, che produce una risposta anch'essa parzialmente altruista ma limitata ai componenti del proprio clan. Sulla vexata quaestio dei migranti mi ripeto: si tratta di un problema sociale. Dire "portateli a casa" ha come conseguenza il dire anche "difenditi da solo dai malviventi", "asfaltati la strada da solo", "comprati un carro armato per difenderti dagli altri stati", "pagati le cure mediche". Il che è anche molto coerente con quanto le forze al potere attualmente vogliono inculcarci. Detto sinteticamente, mi piacerebbe fondere Rousseau con Platone e questi due con le più recenti scoperte neuro-scientifiche.
#1389
Atomista. Provo a risponderti. Ciò che non è stato fatto e non si farà è una campagna vaccinale mondiale fatta nel più breve tempo possibile. Non si farà per motivi politici perché significherebbe spendere soldi (molti) per vaccinare esotiche popolazioni della Papuasia, nel più breve tempo possibile. Ma questo è l'unico modo razionale per interrompere il ciclo delle varianti di COVID-19. Non so neppure se sia possibile perché servirebbe una logistica coi fiocchi. Sistemare hub nei luoghi più sperduti e poveri del mondo. Non solo. Hanno scoperto, solo in Cina, migliaia di coronavirus con i quali non siamo mai entrati in contatto. Il disboscamento, là colonizzazione di territori intatti non fa altro che aumentare le probabilità che altri coronavirus diventino pandemici. Quindi bisognerebbe rivedere il nostro approccio alla natura, riscoprire i nostri limiti. Una visione antitetica rispetto all'attuale iper-capitalismo.
COVID-19 ci ha fatto ulteriormente notare che viviamo in un mondo globalizzato, dove ciò che accade a Pechino ha tangibili ripercussioni a Nairobi. Non esiste però una politica globale per affrontare i fenomeni globali. È come se una tribù di nani si scagliasse ogni volta in duelli singoli contro un gigante, che sia esso COVID o global warming o delocalizzazione poco importa. Se la politica non trova nuove idee collettive e chiare su come affrontare queste sfide, l'esito sarà la fine del mondo così come lo conosciamo.
#1390
Lo spirito come disposizione libera e creativa della mente mi ha ricondotto agli stati affettivi primordiali di Panksepp, che condividiamo con tutti i mammiferi ma che hanno la loro massima espressione con homo sapiens. Fra questi sette stati affettivi dai quali discendono tutte le dinamiche relazionali dell'umanità, vi è quello della ricerca che è particolarmente importante (gli altri sono la collera, la paura, la sofferenza, il gioco, la cura, il desiderio sessuale). La ricerca è ciò che non ci fa accontentare di ciò che siamo ma ci fa esplorare il mondo e noi stessi e ci fa esplorare il tempo, rendendo possibili le alternative e rendendo possibili mondi alternativi, che vengono creati nel momento in cui vengono costruiti nella nostra mente. Questi processi, simili in tutti i mammiferi sono esaltati nei primati superiori e, ovviamente, in homo sapiens, che li ha resi complessi attraverso la loro messa in scena nella cultura. Edipo e Odisseo sono due grandi figure che simbolizzano questo stato affettivo originario della ricerca ma anche Gesù è un cercatore o Darwin o Freud. La mente/spirito è una domanda a cui bisogna dare una risposta. E ad ogni risposta seguirà una nuova domanda e una nuova ricerca. Il fiato, come ha fatto notare Ipazia, permette di sintetizzare significati multipli della mente: è invisibile, è essenziale alla vita, e attraverso il fiato, come con uno strumento musicale, si può modulare la parola, ovvero uno "strumento" in grado di collegare interno ed esterno, l'unus et multi in me. Dalla sua potenza esplicativa deriva la sua adozione da molte culture diverse.
#1391
Bene. Abbiamo saputo ora che il vaccino nella sua nemesi giustizialista colpisce chi più se lo merita. Un vaccino giustiziere. Mi sta salendo un po' l'ansia. Sui fatti che si mostrano per sbufalare l'ignoranza dei sapienti, temo di ripetere da diversi post lo stesso disco. Infine: non è possibile aver fede nella scienza e nei suoi risultati, perché lo statuto della scienza è antifideistico. Chi scambia la scienza per fede commette un grosso errore. Mi sembrano molto più "fedeli" coloro che denunciano i favorevoli al vaccino con parole intrise di aggressività. La scienza preferisce il confronto aperto attraverso dati acquisiti secondo modalità dichiarate e valutabili.
#1392
Mi permetto una ulteriore contestazione contro chi dichiara con sicurezza che i vaccini a mrna possono modificare il nostro codice genetico. Il vaccino a mrna è una proteina che replica in laboratorio il virus del COVID. Da un punto di vista epidemiologico è quindi molto più sicuro di un vaccino tradizionale che inocula un virus debole oppure morto, che potrebbe essere portatore di varianti. Il lavoro di laboratorio è molto più preciso. Detto questo, sono virus a mrna tutti i raffreddori che ci affliggono ed ora, attorno a voi ci sono probabilmente migliaia di virus a mrna che si muovono pigramente nell'aria. Non si capisce perché i cari virus del raffreddore non riescano a modificare il nostro dna, visto che sono fatti della stessa pasta dei vaccini a mrna.
#1393
Se è questo il livello, Ipazia, siamo davvero fregati, ma non a causa del COVID ma a causa del bias cognitivo. Le prove degli effetti negativi del vaccino a mrna affidate a un sito come la pekoranera che cita un altro autorevole sito come "la verità"? Accidenti sono davvero sconvolto e, a questo punto, non posso che darti ragione. I "pungiuti" moriranno a breve, i big pharmer troveranno dei vaccini davvero validi ma che faranno solo a loro, mentre i novax, inizieranno ad errare per trovare una nuova terra promessa, esente da pungiuti e big pharmer. L'organo ufficiale di questa nuova entità statale sarà, ca va sans dire, la Pekoranera.
#1394
Citazione di: Ipazia il 18 Luglio 2022, 20:16:13 PMPurtroppo l'empatia universale confligge con l'evoluzione così com'è e tu Jacopus, che l'hai spiegata così bene al suo detrattore, non dovresti cadere nella buca guardando le stelle.
Non è detto che confligga. L'evoluzione procede per caso e necessità. Se una specie domina in un modo così eclatante come homo sapiens, caso e necessità possono condurre o all'estinzione della razza umana, perché il sistema terra non è più in grado di sostenere il bisogno di energia richiesta, oppure l'empatia universale o principio di responsabilità alla Jones diventano una opzione evolutiva.
#1395
Niko. Se leggi i miei interventi sono tutto tranne che assoluti. Anzi l'assolutezza cosi come la scissione manichea bene/male mi è particolarmente indigesta. Ho sempre sottolineato l'importanza della IGV e della sua regolamentazione, ma proprio nel nome di un antiassolutismo dovremmo anche metterci nei panni di quell'embrione. Empatia in senso etimologico significa condivisione della passione ed effettivamente prescindere da quello che pensano gli altri è stato un po' un volo pindarico. Però forse il senso che cercavo è quello di empatia nei confronti del tutto. Si può essere empatici anche nei confronti del pianeta o di una pianta, che non pensa ma che probabilmente è organizzata per continuare a vivere la sua vita di pianta. L'empatia probabilmente, in questo senso, è il bisogno di sentirci tutti collegati. Ciò non toglie che ogni tanto posso anche scrivere delle stupidaggini.