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Messaggi - baylham

#1381
La morale, il porsi il problema di ciò che è bene o giusto fare, è inseparabile da qualunque scelta umana, sia che riguardi la politica che l'economia. Non ritengo che ci sia un principio, un metro, da cui far derivare le giuste scelte, ma che la morale costituisca un problema la cui soluzione sia individuale.
La massima "il fine giustifica i mezzi", che riassume l'interpretazione canonica del Machiavelli, è comunque una scelta che lascia aperto ed irrisolto il problema sempre morale della scelta del fine e dei mezzi che non siano univocamente determinati.
#1382
"Realpolitik significa politica che mira dritto allo scopo, preoccupandosi in secondo luogo o affatto dell'etica."

Non credo affatto che la politica sia separabile dall'etica, dalla morale, che i due campi siano autonomi. Semplicemente il Principe di Machiavelli ha una morale diversa da quella comune perché il Principe, la politica, si occupa di problemi che non sono comuni. Ciò spiega lo scandalo che produsse quell'opera: considerare per esempio la religione instrumentum regni è notevole. Essere cinici o spregiudicati o realisti è già avere una forma morale.
#1383
Attualità / Re:Burkina
01 Settembre 2016, 09:53:03 AM
"E' l'evoluzione dei rapporti di forza fra i gruppi a decidere quale fisionomia assumerà la società multiculturale. "
Parzialmente condivisibile, per questo mi auguro che aumenti il numero di atei. I conflitti culturali sono comunque inevitabili in qualunque società, è bene cercare le mediazioni che ne limitino le conseguenze dannose e violente.
Inoltre è bene che ci sia concorrenza tra le religioni e che nessuna di loro sia sostenuta attraverso contributi pubblici e privilegiata, come quella cattolica in Italia a partire dalla Costituzione illiberale in materia.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, la crema solare protettiva della nudità è l'abbigliamento più adatto al mare secondo me. Ovviamente la sessuofobia, di cui le principali religioni sono espressione, vieta questo, a parte le aree di spiagge riservate a nudisti che non mi convincono.
Ritengo che ciascuno possa scegliere l'abbigliamento che preferisce, salvo che per validi motivi riguardanti la sicurezza sul lavoro e l'ordine pubblico.
Il burkini è un simbolo di sottomissione delle donne agli uomini? Secondo me è un simbolo di sottomissione degli uomini e delle donne ad una cultura patriarcale. Quanto a maschilismo le altre principali religioni hanno poco di meglio da offrire. In ogni caso i religiosi vantano la loro fede, cioè la loro sottomissione a Dio, per cui non vedo le ragioni di discriminare le donne di religione islamica rispetto alle altre sull'abbigliamento.
Mi domando se le donne siano sottomesse agli uomini a causa delle principali religioni o se siano le religioni ad essere condizionate da tale sottomissione. Secondo me prevale la seconda ipotesi.
Infine agli angosciati antislamici chiedo se conoscono quale sia il numero degli islamici e il tasso di fecondità delle donne islamiche in Italia e in Europa.

#1384
Siccome ritengo che la biologia e la psicologia umana non siano cambiate in modo sufficientemente rilevante negli ultimi secoli, forse millenni, a differenza della tecnologia e quindi dell'economia, i problemi della violenza e delle sue cause sono sostanzialmente invariati. Con questo ho risposto sia a cvc che a verdeidea, assicurando quest'ultima che non faccio una distinzione tra conservatori e progressisti in merito alle cause. Proprio per la sua natura infrastrutturale, biologica, ritengo impensabile la fine della violenza in tempi brevi, soprattutto se non si agisce a quel livello. Le conoscenze psicologiche applicate alla politica in senso ampio potrebbero aiutare a ridurre la violenza. Ritengo che la difesa rigida, senza compromessi, dell'identità, dei valori, conservatori o progressisti che siano, sia un buon viatico per la spirale dell'odio e della violenza.

Per inciso sono d'accordo che sia sciocco pensare che l'Unione Europea possa mettere fine ad ogni conflitto e guerra intestina; tuttavia trovo molto più sciocco pensare che ciò sia realizzabile senza l'Unione Europea.

Mi scuso con cvc per avere allargato, divagato, e perciò essere fuoriuscito in parte dal tema proposto, non interverrò ulteriormente. Il nucleo del mio precedente e attuale commento è tuttavia in tema: non condivido la premessa che ci sia un peggioramento dei conflitti e della violenza nella società occidentale contemporanea rispetto al passato, semmai c'è una tendenza contraria. I casi eccezionali escono appunto dalla normalità e non sono un buon metro di misura. Aggiungo che la crisi e rottura di strutture e gerarchie sociali (la questione razziale, femminile, sindacale, per esempio) spiega l'emergere di azioni e reazioni violente.

#1385
La conoscenza delle cause e delle dinamiche della violenza e della guerra non comporta necessariamente la possibilità, capacità di eliminarle, risolverle, come conoscere la forza gravitazionale non implica la possibilità di modificarla. La psicologia, ad iniziare da Freud, ha dato grandi contributi per capire le cause della violenza individuale e collettiva.

I conservatori che lamentano la perdita di identità, di valori, di anima, come spiegazione della violenza farebbero bene a guardare con più attenzione alla storia: la violenza e la guerra erano assai più diffuse e generalizzate nel passato, come giustamente ha rilevato Jacopus, e proprio la difesa di quei valori, di quelle identità, di quelle anime, ha scatenato le violenze e le guerre più crudeli ed assurde, fino allo sterminio totale del nemico. Se si vuole continuare a percorrere strade già battute non c'è alcun motivo per attendere risultati diversi.

La mia personale riflessione è che l'eliminazione del conflitto, della violenza e della guerra sia un obiettivo difficilmente realizzabile, se non impossibile, proprio perché richiede un cambiamento radicale di identità, di valori: si devono toccare e modificare istinti e caratteri biologici profondi, millenari, diffusi in tutte le specie viventi.

Chi attualmente propone ricette morali, educative o simili con l'obiettivo di eliminare a breve termine il conflitto e la violenza, addirittura il male, è un illuso, un apprendista stregone, che prepara conflitti e violenze ancora maggiori. La ricetta autoritaria, la compressione della democrazia e delle minime libertà individuali, è poi la peggiore, oltretutto logicamente ridicola: per eliminare la violenza si ricorre alla violenza, praticamente l'istituzionalizzazione della violenza arbitraria.

Evidenzio inoltre lulteriore contraddizione tra la critica all'individualismo e all'internazionalismo,  come cause della violenza, e il sostegno  al nazionalismo, addirittura autoritario, di alcuni forumisti: si nega all'individuo quello che si riconosce allo stato nazione, uno stato nazione "permissivo", "libertino".

Sul rispetto, qualunque cosa significhi: tutti gli uomini, come anche gli altri animali, meritano rispetto. Un rispetto ancora maggiore spetta ai bambini, che non hanno chiesto di nascere e che sono i più deboli ed indifesi nella società dipendendo dagli adulti. Quindi l'ordine del rispetto va rovesciato: prima gli adulti rispettino i bambini, poi i bambini rispetteranno gli adulti.

#1386
L'amore non ha durata, dura finché dura. Un amore breve non è meno vero e valido di un amore di lunga durata. La caratteristica dell'amore è la sua ambivalenza ed incertezza. Su questi aspetti Barthes, omosessuale, e Alberoni, con la distinzione tra l'innamoramento straordinario e l'amore ordinario, hanno scritto i saggi più belli tra quelli che ho avuto occasione di leggere.

L'amore implica la fedeltà? Se la/il compagna/o si innamora di un altro/a o viceversa dov'è l'amore, nella fine o nell'inizio della relazione? Come esprime l'amore verso il compagno chi viene lasciato? Conta la propria o la felicità del/la compagno/a?

Personalmente non ho promesso la mia fedeltà a nessuna donna amata e non l'ho chiesta.

Alla natura non interessa la sopravvivenza della specie (quale?), tanto meno al singolo vivente. Considero un enorme progresso umano la dissociazione del piacere sessuale dalla riproduzione.

Le differenze tra i sessi per la biologia, per le relazioni sociali ed economiche, esistono, ma le fantasie, i desideri sessuali delle donne sono comuni a quelli degli uomini.
#1387
Alcune riflessioni:

1)   La morte è un'invenzione dell'uomo? La mia risposta è no.

2)   Distinguere tra l'assassinio di bambini e di uomini mi sembra un grave errore morale. Tutti gli uomini adulti sono stati bambini e i bambini diverranno adulti. I bambini sono innocenti come gli adulti. Questa distinzione alimenta la logica del punto 3.

3)   Se gli uomini sono "bestie" (uno spregiativo, un'offesa agli altri animali, che normalmente nelle relazioni intraspecifiche non si odiano e non si uccidono), "cattivi e pieni di odio", allora possono essere uccisi. La logica morale del terrorista è la stessa di chi lo combatte. Le principali religioni alimentano questa logica con la distinzione spinta fino all'assurdo tra bene e male, come se l'uomo potesse conoscere che cosa è bene e che cosa è male.

4)   Ogni giorno muoiono migliaia di bambini, la povertà è la causa fondamentale. Le religioni contengono delle proposte efficaci per ridurre questo fatto, sono capaci di affrontare questo problema? La mia risposta è no. Immagino già la replica: il problema è l'egoismo (degli altri normalmente). Ribatto: ma l'egoismo da che cosa dipende, siamo sicuri che dipenda dall'uomo (ritorno al punto 1)?

5)   Una contraddizione del cristianesimo. Come già rilevato da altri, un cristiano dovrebbe gioire della morte dei bambini che vanno dritti in paradiso, nella beatitudine, e addolorarsi per la sorte del terrorista che purtroppo va all'inferno, nella sofferenza. Se accade lo stato d'animo inverso significa che i cristiani non credono a quello che predicano e che la vita che conta è quella terrena.

6)   Una risposta a Duc in altum!. La tua interpretazione si basa su parti del Vangelo, prendi quello che ti serve per costruire la tua immagine di Gesù. E' evidente a chiunque legga per intero i Vangeli è che essi sono incoerenti, contraddittori tra di loro e al loro interno e sulla contraddizione non si costruisce la verità. Una delle incoerenze, forse la principale, nasce dalle radici ebraiche (Gesù era sostanzialmente un ebreo) che si vogliono e contemporaneamente non si vogliono conservare.

7)   Rispondo a Freedom: se esistono almeno due interpretazione dei testi (letterale e altra) allora si pone il problema di quale sia quella vera.

#1388
Non condivido né l'interpretazione di Maral né quella di donquixote applicata al cristianesimo, o meglio ad una corrente minoritaria del cristianesimo, basata sul principio della nonviolenza, dalla quale discende l'affermazione di Papa Francesco. Questo principio separa nettamente il cristianesimo, almeno questo filone, dall'ebraismo, dall'islamismo e dalla maggioranza delle religioni.

Gesù non ha ucciso, è stato ucciso, c'è una differenza sostanziale.

Aggiunta personale: se la morte di Gesù fosse stata necessaria, allora la morale personale, il principio della nonviolenza, l'utopia operativa della pace non hanno alcuna speranza e significato: Giuda, gli ebrei, i romani sono gli autentici eroi della storia.
#1389
Attualità / Re:Essi Vivono
14 Luglio 2016, 15:24:13 PM
Nel mondo occidentale e non solo il potere non è militare ma economico, il che mi sembra un evidente progresso rispetto al non rimpianto passato.

Chi oggi detiene il potere economico ha discendenze molto corte, basta scorrere le classifiche annuali degli uomini più ricchi nel mondo e in Italia per verificarlo. Chi ha il potere economico è quindi un segreto di Pulcinella. La possibilità di accedervi non è affatto preclusa, certamente è preclusa alla massa della popolazione per ovvie ragioni economiche (basta studiare un manuale di economia dello sviluppo, a partire da Smith e Marx, passare per Schumpeter e finire con Piketty, per comprendere i meccanismi alla base dell'accumulazione della ricchezza). Per disperdere un grande patrimonio economico gli eredi (l'eredità, ecco un meccanismo di accumulazione pienamente accettato dalla maggioranza della popolazione) devono essere veramente sciocchi o idealisti.

Che il potere economico sia alleato con il potere politico è ovvio, le ragioni sono talmente banali, anche senza bisogno di tirare in ballo la corruzione, che però aiuta molto creando alleanze.

La maggioranza della popolazione, sia chi sta in alto che chi sta in basso, ha una uguale concezione dei valori e delle relazioni economiche e sociali, questi principi sono alla base del potere economico che è sostanzialmente impersonale.

Il film di Carpenter rappresenta benissimo l'ideologia statunitense, il suo modello culturale semplicistico, basato su un forte senso dell'individualismo, della libertà e della sua difesa aggressiva contro le istituzioni collettive malvagie che la limitano.

Per quello che precede ritengo la Massoneria un'associazione, un clan poco rilevante, alla pari con l'Opus Dei e simili organizzazioni. Dubito che abbiano qualche radicamento in Giappone, Cina, India e Arabia Saudita, dove ci saranno altre associazioni che contano.

Ritengo che l'Illuminismo sia stato uno dei movimenti più progressivi e fecondi in tutti i campi della società umana.
#1390
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
05 Luglio 2016, 10:57:25 AM
Non divago ulteriormente sulla morale per rimanere al tema del testo poetico-religioso, la verità. 

Effettivamente non compaiono due livelli distinti, il naturale e il soprannaturale, la terra e il cielo, il sacro e il profano. Tuttavia i due piani tipici di ogni religione sono impliciti: lo specchio integro, la verità, non appartiene, è inaccessibile agli uomini, che possono solo avere, raccoglierne i pezzetti.

Se il poeta ha scelto lo specchio come metafora della verità suppongo sia per la sua proprietà di riflettere l'immagine di chi, che cosa si specchia: rispecchiare l'essere appunto, forse un rimando al conosci te stesso.

Ulteriore riflessione ispirata dal testo. Dio ha perduto lo specchio per la sua sbadataggine, quindi la verità è persa per sempre e per tutti, ma la verità non è essenziale per vivere.
#1391
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
04 Luglio 2016, 10:23:42 AM
Aggiungo alcune riflessioni problematiche sul testo originale e in risposta a Jean.

Il senso di colpa è umanamente accettabile ed inevitabile quando devi scegliere, ma c'è un limite: non possiamo attribuirci colpe che non abbiamo. L'uomo non è certamente responsabile della nascita del bene e del male.  Da ciò un'ulteriore domanda: è l'uomo a fare la morale o la morale a fare l'uomo?

La caduta dello specchio, la verità sta in alto (Dio e lo specchio intero) e cade verso il basso (l'uomo e il frammento di specchio). Non sono affatto d'accordo, il movimento è bidirezionale, dall'alto al basso e dal basso all'alto. Il frammento riflette bene quanto l'intero. Ciò significa che la verità non ha luogo, livelli, che la verità del generale è parziale quanto la verità del particolare, che il generale non può racchiudere il particolare e viceversa.

La verità è una riflessione, un isomorfismo, formata dal sistema specchio-essere (Dio, uomo). Le proprietà, le qualità dello specchio tuttavia non sono conoscibili né da Dio né dagli uomini, quindi né Dio né gli uomini possono conoscere la verità.
#1392
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
23 Giugno 2016, 09:24:58 AM
Metafore ed ossimori, le strutture alla base della poesia. E della vita?

La verità generale, assoluta, come improba, impossibile, ricombinazione delle verità singolari, particolari.

Quel frammento di poesia, testo è lo specchio o è un frammento dello specchio? Di nuovo la contraddizione, il cortocircuito logico.

Per me non c'è Dio. Trovo bello tuttavia che lo specchio sia caduto a Dio, non agli uomini. Il senso di colpa di chi ha inventato la Genesi, l'ebraismo e poi il cristianesimo è asfissiante.
#1393
Il governo dei tecnici, dei competenti è irrazionale per il semplice motivo che un tecnico, un esperto riconosce, proprio in base alla sua competenza, che la morale e la politica non sono questioni tecniche. La tecnica è la relazione tra i mezzi ed i fini, ma i mezzi ed i fini non li stabilisce la tecnica, i fini sono di competenza della morale e della politica. Aggiungo che gli stessi tecnici sono divisi tra di loro sulle questioni tecniche.

I tecnici inoltre hanno fini diversi tra di loro, infatti supportano, sono al servizio di partiti e fronti contrapposti.

Ritengo la democrazia il miglior sistema di governo possibile, un equilibrio instabile, difficile, che promuove la competizione degli interessi e dei fini in un quadro di regole del gioco paritarie, di reciprocità tra gli uomini.
#1394
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
16 Giugno 2016, 14:56:02 PM
Preferisco "cogito ergo est".

Da questa asserzione deduco:
a)   che esiste qualcosa e il nulla non esiste;
b)   che l'essere è eternamente differenza.

Sono realista, e relativista, per cui ritengo che l'essere esista indipendentemente dalla coscienza, sebbene ciò non sia dimostrabile. La mente, il cogito, è un processo di un sistema di parti (G. Bateson).
#1395
Osservo che l'autore ignora la concezione soggettivistica della probabilità, non mi esprimo sulla parte chimica, che a mia volta ignoro.

Tuttavia non occorre una speciale preparazione tecnico scientifica per capire le differenti impostazioni in gioco.

Se gli atomi o le molecole hanno un nome diverso significa che hanno caratteristiche, strutture diverse e quindi anche le relazioni, i legami tra gli atomi o le molecole saranno diversi, alcuni saranno possibili, altri no. In breve ci sono differenze che producono differenze. Questo è il senso della necessità: alcune cose sono possibili, altre no, alcune saranno stabili, altre no.
Perciò ragionare di legami tra atomi e molecole sulla base dell'ipotesi che questi siano ugualmente probabili, di disposizioni con ripetizione di atomi e molecole in modo stocasticamente indipendente tra di loro significa negare le loro differenze, specificità.

Pensare diversamente le relazioni tra atomi restringe il campo delle possibilità. In quel saggio la necessità, l'ordine, la selezione è assente. Non si può discutere di darwinismo senza la necessità, la selezione ambientale, che è un fondamento essenziale della teoria dell'evoluzione.

Ma la questione di fondo resta quella della incomprensione del caso, come è evidente da questa affermazione: "Proviamo a simulare la costruzione della vita con qualunque altra proteina, e vediamo se viene fuori qualcosa..."

Certamente viene fuori qualcosa, un'altra realtà possibile, un'altra evoluzione: sono i bivi, le biforcazione, le alternative del sistema, della realtà.
In natura, nella realtà, qualunque cosa va bene e questa qualunque cosa produrrà qualche altra cosa. Il caso non si prefigge di far uscire un determinato risultato, una determinata molecola, un determinato aminoacido o altro, altrimenti non stiamo parlando di caso e di probabilità. C'è una struttura, un congegno, un sistema, un ordine, che produce un risultato più o meno probabile nell'ambito di altri risultati possibili, casuale appunto, ad esempio una molecola o un aminoacido. Che la probabilità attribuibile a quel risultato sia pari a 1/10^1000 non significa nulla, doveva uscire una proteina, è uscita quella specifica proteina. Il risultato sarà poi soggetto alla selezione dell'ambiente. Quando una cosa è accaduta discutere di probabilità è del tutto fuori luogo. Se non usciva quella proteina non ci sarebbe stata la vita? Allora non saremmo qui a discuterne.