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Messaggi - green demetr

#1381
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica del coronavirus
17 Ottobre 2022, 01:03:29 AM
Citazione di: Ipazia il 16 Ottobre 2022, 19:21:00 PMCon lentezza borbonica, e mi scuso coi Borboni, si è svegliato pure il giudice di Berlino. A Bruxelles:

https://www.google.com/amp/s/amp.today.it/europa/attualita/procura-europea-indagine-vaccini-von-der-leyen.html

Posto che la corruzione è abbondantemente sdoganata nella politica liberal-liberista come "legittimo interesse" degli sponsor,  punterei più sulla frode del covaccino "sperimentato, immunizzante e sicuro".
Ma poi l'indagine contro PFiZER negli USA condotta da Kennedy jr e altri come è finita?

(suppongo in un nulla di fatto, ma non ho piu avuto notizie).
#1382
Citazione di: hystoricum il 16 Ottobre 2022, 13:08:57 PME quella bombardata dal sonoro ...all'esplosione!
C'è anche una terza cosa: il cervello.umano non riesce a capire più di 7 bit contemporanei,quindi è "scemo" dal punto di vista logico matematico ,razionale.
Per il resto sorvolo,ma io dico che la maggior parte dell'intelligenza umana viene da altrove e non è umana.
La prova di questo è la quasi totale mancanza di intelligenza emotiva e affettiva negli esseri umani:l'altrove che fornisce l'input se ne fotte di emozioni e sentimenti mentre l'umanità, senza un  input di intelligenza emotiva,mostra di essere ignorante in materia
 
La presenza di una relazione con Dio (o alieno che dir si voglia, ma così facendo si dò conto di una materialità che dovremmo conoscere immediatamente) è fondamentale.

Il sentimento si costruisce ampliando la conoscenza, meno ne abbiamo, meno evoluti siamo e saremo.
#1383
Citazione di: Phil il 16 Ottobre 2022, 10:08:54 AMNon vorrei "spoilerare" sviluppi post-hegeliani sul tema, ma, passando da una fenomenologia all'altra, la questione assumerà anche i panni della sintesi passiva in Husserl (v. ad esempio qui).
Dammi il tempo di leggerlo, vanno benissimo anche altri autori, siamo qui per pensarci su in fin dei conti  ;) . 
#1384
Citazione di: daniele22 il 15 Ottobre 2022, 22:03:05 PM
@Green: penso sia necessario, almeno per me, sintetizzare quel che scorgo nella polemica tra il mio pensiero e il tuo (o quello di Hegel). Nel tuo post 90 del dodici giugno tu dici:
"La mela è sempre dentro una relazione con te che la vedi e la riconosci come tale.
 Dunque nel concetto di mela ci DEVE essere anche il concetto dell'osservatore e del conoscitore.
 Lasciare andare uno dei due capi, significa avere una visione del mondo diversa da Hegel. "
Al punto in cui ci si trova oggi col nostro dialogo penso sia ancora in piedi la questione e quindi torno a questo nodo per vedere se ne esce qualcosa di più chiaro. Dal mio punto di vista, come già ti risposi, osservatore e conoscitore sarebbero temporalmente coincidenti, nel senso che non vi sarebbe un intervallo temporale che dia vita a due figure temporalmente in successione (osservare e conoscere). In pratica significa che esiste solo il conoscere. Questo accadrebbe perché il concetto (generalizzazione) di mela giungerebbe alla nostra mente (e trattenuto) non in quanto oggetto percepito dai sensi (la mela), ma in quanto la mela compie un'azione significativa dal punto di vista del conoscitore. Tale fenomeno che si compie sarebbe determinato dall'attenzione rivolta al significato (o senso) per la mela nell'imminenza del suo apparire in scena, non all'immagine, restando pertanto l'immagine dell'oggetto semplicemente una traccia mnemonica per poterlo in seguito riconoscere e quindi eventualmente manipolare.
Tutto questo corrisponde a sostenere che l'oggetto si presenta al soggetto come "storia di un oggetto", e sarebbe a partire da questa storia che si sviluppano potenzialmente altre storie all'interno di altre esperienze con l'oggetto anche contradditorie tra loro (ampliamento della conoscenza).
Mi sembra infine che le due posizioni siano antitetiche e forse valide entrambi, sempre che il mio pensiero non rechi con sé un errore (mi sembra improbabile che possa averlo compiuto Hegel). C'è però da dire che le due visioni danno un'idea della realtà nettamente contrapposta. In una ci viene detto che noi siamo in un certo senso costretti a conoscere per vivere, cioè che la nostra azione intelligente si determina più che altro come reazione alla pressione ambientale (difensiva), nell'altra che vi sia arbitrarietà da parte dell'intelligenza nel condurre il gioco (offensiva)

No il tuo ragionamento fila perfettamente, non trovo errori per quanto possa trovarli.
All'inizio devo dire che avevo grossi problemi con la parola conoscenza, non ho un buon rapporto con la gnoseologia.
Però ero io che non ero in grado di pensare correttamente, la conoscenza è diversa dalla cognizione (sensoriale, nel caso dei riduzionisti, o psichica, come nel caso mio, prima di essere investito da Hegel  ;) ).
Non posso parlare di una coscienza, senza presuppore una conoscenza.

Rimane il gap della temporalità, da pensare più approfonditamente, perchè il sentimento del tempo esiste, non è una semplice delegazione agli altri.

Ne ha parlato Agamben nel suo ultimo meraviglioso libro (di pura teoresi), che rimanda ad un approfondimento che sfonda nella metafisica più abissale di Dante Alighieri, e dell'opera postuma di Kant, che evidentemente era andato oltre i primi suoi lavori.

Ma questo è forse troppo  ;) sentieri solitari di vita.
#1385
Citazione di: atomista non pentito il 14 Ottobre 2022, 14:29:45 PMGli esperimenti sulla deprivazione sensoriale hanno confermato che LA MENTE umana senza stimoli esterni e' prossima all'implosione in tempi molto brevi ( e la totale assenza di stimolo e' impossibile quindi sarebbe ancora piu' evidente il risultato) tuttavia questo non significa che "fuori" non continuasse ad esistere UNA realta' fisica che e'........ in quanto esiste...... in quanto "dasein". Il resto mi pare un seppur utile sofisma.
E no! il sofisma è di quello che pensano (e sottolineo pensano) che noi siamo cervelli in una vasca da bagno.
#1386
Citazione di: atomista non pentito il 14 Ottobre 2022, 11:45:41 AMViator ,molto bella l'analisi pero'..... immagina che quello stesso albero sia l'unica forma di vita rimasta sulla terra dopo la guerra termonucleare totale che sarah connor non e' riuscita ad evitare , nessuno per anni se lo potra' rappresentare , quindi secondo la tua ( non originale ) teoria in sé l'albero non esiste ( non e' ),  poniamo pero' che una missione aliena decida di dare un'occhiata alle condizioni del ns pianeta compatibilmente con le loro tecnologie e che trovino quell'unico albero ancora in vita e quindi rappresentandoselo e , magari toccandolo o tamponandolo con l'astronave............ nel periodo "buio" evidentemente l'albero e' comunque esistito ... o no ?
Grazie per chiarire
Ti rubo una risposta: il buion non è dell'oggetto, ma dell'osservatore, ossia il pensiero.
#1387
Citazione di: viator il 14 Ottobre 2022, 11:31:36 AMSalve. Citando qualcuno : " Il famoso passaggio su cui medito da anni:
Se io vedo un albero, so che quell'albero è lì, ma se io mi giro, l'albero non è più e invece c'è una casa (un non albero).
Cosa mi garantisce che l'albero è sempre lì, nel frattempo?
Infatti noi viviamo sempre nell'immediatezza (ma nell'attesa e nella procrastinazione)".

Chi medita da anni chi non riesce a snidare il significato e la definizione del verbo "essere".

L'albero "è" (esiste) soggettivamente in quanto e sinchè la sua esistenza è causa dell' effetto di impressionare la retina oculare di chi lo osservi (o di produrre altri fenomeni che coinvolgano chi lo osserva).


Girandovi la spalle, l'albero cessa di esistere soggettivamente (per noi soggetti valutanti la sua esistenza) ma magari continua ad esistere per altri sguardi (anch'essi però soggettivi) che lo osservino.

In mancanza di osservatori, nulla esiste oggettivamente.

L'ESSERE E' IL FRUTTO DELLE CAUSE CHE LO GENERANO ED IL SEME DEGLI EFFETTI CHE L'ESSERE STESSO GENERERA'.

Nessun osservatore, dicevo,.............nessuna causa osservabile e nessun effetto osservabile.Saluti.

 
Si ma chi "osserva non è il percepiente, bensì il pensiero".
Altrimenti non vi sarebbe alcuna mediazione.
#1388
Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2022, 20:37:58 PM1. Il capitalismo necessita di una crescita infinita di profitto, indipendentemente dalle cagate degli ambientalisti.

2. Leggiti il primo libro del Capitale, e le relazioni degli ispettori del lavoro britannici del tempo, e ne riparliamo.

3. Che errori ?

4. Dalla scienza all'utopia ? (con falsa coscienza distopica)

5. E perché mai dovrebbero ? "cosa sia l'uomo non so, conosco solo il suo prezzo"(cit.)

6. Contemporanee un ciufolo. Leggiti il Capitale e il patema strappalacrime della dodicesima ora.


1. Il profitto è legato anche alle idee, non solo agli oggetti materiali.

2. Si l'ho già letto, ma non capisco stiamo dicendo la stessa cosa.

3. Il post-marxismo sopravvive solo dentro qualche blogger nostalgico.
Le percentuali di voto dei "no-vax"(categoria farlocca dell'oggi) sono sotto il 4%

4. E perchè io non sono come Zizek, non ho mai detto, tanto se tutto è merda, allora smettiamo di pensare. Io penso lo stesso ( certamente nella categoria dell'utopico, in quanto per me il pensiero è collegato allo spirituale.)
Il distopico non mi interessa.

5. Si ok, facessero quello che vogliono. A me non cambia nulla se gli altri vogliono continuare a non pensare, che lo facciano, io ho smesso di farmi il veleno dentro.

6. Dicevo contemporanee, per dire che da allora qualcosa è migliorato, ma non tanto, sopratutto non tanto quanto sarebbe possibile.

#1389
Citazione di: Ipazia il 15 Ottobre 2022, 20:34:04 PMIl marxismo serve per fondare su basi "scientifiche" la critica alle contraddizioni e alle verità inconfessabili del capitalismo. Per rendere trasparente il connubio indissolubile tra struttura economica classista e ideologia liberal-liberista, evoluzione in divenire della falsa coscienza borghese.

La quale, appena vede rosso, si lancia contro, non a caso, come un toro scatenato. Anche qui.

Le contraddizioni del capitalismo male interpretato dall'ideologia liberalista in verità.

Se vi fosse una ideologia della fratellanza, forse i numeri avrebbero altra funzione.

All'interno della dittatura sanitaria, l'individualismo esasperato dell'altro ieri, sta diventando psicosi maniaca sul corpo, sul bios, sulla vita.
Direi che le contraddizioni del capitalismo, sempre superate con un bella iniezione di denaro (sia nella sua forma corrente, che quella del pagherò delle derivate e similia) sono niente al confronto.

Se la socialità non paga per via dell'ideologia (di questa sopratutto) è necessario qualcosa che vada oltre la socialità, che è appunto una politica economica.
Questa è la tesi del film il Giovane Marx. La sposo.
#1390
Citazione di: InVerno il 15 Ottobre 2022, 14:39:04 PMLa diseguaglianza economica è uno dei più importanti, se non il più importante, predittore del collasso di un sistema sociale. Il marxismo in questo è irrilevante, le società collassavano anche prima di Marx, non serve una sinistra marxista per avere cambiamenti egualitaristici nella società, accade perchè è sempre accaduto. Anche le cosidette rivoluzione rosse, sono semplicemente saltate su una barca convieniente, il declino dei sistemi dove hanno attechito non ha niente a che fare con quanti credessero nel marxismo, il 99% di chi vi ha partecipato probabilmente credeva che Marx fosse il nome di un musicista. Capitava pure che Marx si adirasse perchè le rivoluzioni iniziavano prima che avesse finito di scrivere il capitale. I liberisti si illudono che mettendo all'angolo i marxisti tutto continuerà secondo i loro piani, pare che alle facoltà di economia lo studio della storia sia molto superficiale se non inesistente. Il marxismo al massimo potrebbe essere utile per costruire una società nuova, potrebbe, ma in quanto è dimostratamente disfunzionale è irrilevante anche in questo. Non ha avuto successo perchè tutto il globo non l'ha adottato, dicono, beh anche il deficentismo avrebbe successo se non esistessero alternative sul globo. A che cosa serve perciò Marx  alla sinistra? Nè la pars costruens, nè quella destruens, portano alcunchè di utile, è un divertissement borghese, il popolo degli abissi sa già a chi rivolgersi quando servirà ribaltare il tavolo, l'avanzare delle teorie "rossobrune" è in questo esemplare.
Ti do ragione, il capitalismo marxista è soltanto uno dei mezzi con cui le classi meno abbienti si possono affrancare (dalla schiavitù, se non di diritto, di fatto).

Ma il fatto di non studiarla, e il fatto che in un forum politico (non qui) i leninisti danno contro gli stalinisti e viceversa, con i trotkisti che vanno contro tutti e con tutti che li rilegano a fanalino di coda, sinceramente non leggo nulla di valido teoricamente.

Il depensamento del fallimento del post-marxismo, e il ritorno in auge del neo-marxismo, porta fatalmente, di nuovo, perchè depensata nelle categorie storiche, generali dell'antropologia, della sociologia e financo dell'ideologia, all'avanzamento del rossobrunismo, che è una cosa indegna, e ovviamente fallimentare, infatti a questo punto se devo depensare divento nero e basta, e infatti è quello che sta succedendo.

No io non credo affatto che la teoria venga dopo, ma forse è la mia deformazione, per via delle letture filosofiche.
Ciò nonostante è ciò che sto facendo, rileggere le categorie teoretiche alla luce della storia. (ossia per come sto vivendo i primi passi, come la categoria teoretica venga subito piegata all'ideologia storica del momento, oggi come oggi naturalmente questa ideologia è puro veleno, ma forse lo era anche ieri).
#1391
Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2022, 20:25:15 PMPerchè il capitalismo è la formazione economica di cui il liberal-liberismo è l'ideologia: struttura e sovrastruttura visceralmente accoppiate.

Il neoliberismo affossa la convivenza umana, non certo le zoppicanti potenzialità del capitalismo di cui è la stampella ideologica funzionale all'attuale infelice stato - nel duplice significato (condizione e istituzione) - capitalistico.
Eppure è il capitalismo che ha affrancato il popolo nonostante il liberalismo.
#1392
Citazione di: anthonyi il 14 Ottobre 2022, 04:02:11 AME cosa c'é di più ideologico del concetto di "fratellanza". Se c'é un sentimento di fraterna comunione tra gli uomini non servono regole, neanche quelle dell'organizzazione socialista.
Se quel sentimento non c'é allora servono regole e quella meritocratica si rivela efficiente in quanto realizza il principio, anche Marxiano, "da ciascuno in funzione delle sue capacità".
La fratellanza è un lavoro sul campo, altrimenti è pura ideologia, hai detto bene, è per questo che non mi sono mai impegnato.
Però vivo in tempi allucinanti, e cerco di fare il mio dovere, laddove è possibile.
#1393
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
17 Ottobre 2022, 00:02:51 AM
Citazione di: Duc in altum! il 16 Ottobre 2022, 13:42:57 PMSevera?!
Beh, sei tu che hai chiesto delucidazioni, io sono intervenuto solo "per dirti delle cose, non per fartele credere" (cit. santa Bernadette Soubirous).
Il tuo non essere sicuro (meno male che c'è il dubbio ad alimentare la fede) è un tuo dilemma.
Ripeto e ribadisco: la carità senza verità/Gesù è un volemose bene, il piacere nell'empatia, W le ONG, ecc. ecc.; qualcosa di buono e giusto, ma che non ha nulla a che vedere col cristianesimo, se non nel momento che sto 'dinamismo (spesso) egocentrico' (diffuso pure, ormai, nella Chiesa) abbraccia, con fede/amore, quel dovere della Croce senza merito.
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiara_Lubich

Ma io non ho fede nel Cristo salvatore, mi nutro della saggezza spirituale di tutti i popoli. Stavo iniziando il vangelo di Giovanni, ma ho virato sull'ebraismo.

Io mi riferivo alla Chiara Lubich, nel film si fa vedere come il piacere di aiutare gli altri sia un sentimento che si diffonde e attira i giovani.

Questo a mio avviso è vero sia che si creda, come nel caso della nostra, suppongo, che in chi non crede, nel film molti non credono, ma con il contatto della Lubich, si convertono, il dovere diventa un piacere.
Forse è per questo che la chiesa ha aspettato così tanto a proclamarla santa.

D'altronde nemmeno sottovaluto il fatto che la chiesa sta diventando LGBT, e la fede diventi sempre più un orpellp inutile financo dannoso per i vertici della stessa.
E' forse questo il sottotesto che c'era dietro il tuo pavento?
O sbaglio?


#1394
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
14 Ottobre 2022, 02:36:28 AM
Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2022, 15:19:24 PMEvidentemente lapsus. Già corretto!
Proporrei Lapsus, almeno non credo che stai dicendo che i padri costituenti erano per la guerra, perchè sai come è: NON LO ERANO!

Ma poi perchè stiamo aiutando un governo nazista? Ancora non l'ho capito.

Le repubbliche separatiste hanno votato con maggioranze bulgare nonostante l'esercito ucraino li ha minacciati (e uccisi) costantemente. (e non il contrario come hanno detto bassamente, molto bassamente i nostri media...vergogna!)

Direi che la pace è già sul tavolo. E invece no...

Siamo alla follia. Volevo postare un contributo che ho trovato su Twitter, purtroppo è in inglese, si divertiva a citare TUTTE le personalità dell'occidente che avvisavano della situazione tragica in ucraina, abuso dei diritti umani, già a partire dal 2015 e futuro di probabile guerra.
Chissà magari con pazienza lo traduco.
Perchè santo cielo: qua (in occidente) ci siamo dimenticati di tutto!
Storicamente la Russia non ha bisogno di andare ancora a ovest come anthony paventa. Al massimo è la polonia fascista che vuole andare a est.

Ma tanto a che serve a parlare?
#1395
continuiamo...

Lacan seminario 1, p29-37
Se il compito dell'analisi è la ricostruzione storica del soggetto, abbiamo già detto che l'io è la barriera principale a questo.
In questo senso l'interpretazione dell'analista è sempre legata ad una ricostruzione dell'io dell'analizzando, ma facendo questo, essa è a sua volta un prodotto dell'io dell'analista, infatti i sentimenti sono sempre reciproci di altri sentimenti. In altre parole l'io è sempre specchio di un altro io.
E dunque l'analista non deve usare i propri sentimenti all'interno della prassi teorica a cui si esercita, e in cui matura.
Il sentimento dell'analizzando dunque deve esentarsi dall'essere mal condotto ad un desiderio di "far felice l'analista".
E' per questo che il qui e ora deve essere portato verso un terzo termine di paragone che è appunto quello storico. Questo metodo è chiamato contro-transfert. Lacan lo descrive come un arbeit, un lavoro, piuttosto che come un trattamento (ndr: cosa che per esempio gli stati occidentali e non solo respingono come forma di cura).
L'io (soggetto) ha da sempre un legame con se stesso, lo ricaviamo da Kierkegaard, nella sua opera "dalla mallattia alla morte" (ndr: non conosco la traduzione italiana) dove Anticlimaco parla di sè come di una relazione tra sè e sè stesso, dove la disperazione nasce dall'incapacità di vedere o di distinguere i 2 poli di questa relazione, e la cui risposta è la negazione della relazione stessa: ossia appunto l'io stesso (monolitico), che nell'immaginario porta una visione di sè stessi come unità, laddove per Lacan, questo non è il caso. Lacan trasporta a sistema così la famosa frase di Freud: "wo es war, soll ich verden" (tr. Laddove c'era l'es, lì vi sarà l'io).
(ndr) Dove l'es è l'inconscio ossia la relazione tra i 2 poli del sè.
(nota del redattore)
Ricordiamo a noi stessi come l'es equivale molto bene con "l'essenza di qualcosa" di hegeliana memoria, che il pensiero riconosce oltre il "qui e ora", dove per Lacan si situa il sintomo, incapsulazione di un altrove, e di un altr'io.

Lacan continua perifrasando :"laddove c'era qualcosa, o qualcuno, è mio dovere che ci torni ad essere".
Il punto in cui l'analisi tende è quello dialettico del riconscimento del sè, in quanto questo sè (il sè particolare determinato storicamente).
(nota del redattore)
Ricordo che i contributi originali di Lacan partono dal 3 seminario ma che trovano la maturità a partire dagli ultimi. Per ora non trovo contributi sistematici in rete...temo dovrò fare da solo  ??? .
Riassunto
1. La pscianalisi che parta da un qui ed ora, è fallimentare nel seguire gli obiettivi che essa si prepone.
2.L'importanza del passato risiede nella maniera in cui questo viene reistallato nel presente.
3.In psicanalisi l'analizzando deve ottenere gli strumenti per cui esso possa dirsi rispetto a ciò era, cosa NON è, e prendersene cura.
4.In psicanalisi l'analista deve occuparsi dell'inconscio, ossia del passato represso che NON appartiene nè all'analista nè all'analizzando.