Citazione di: Alberto Knox il 16 Marzo 2022, 18:16:12 PMQuesto che dici Albert costituisce per me una ovvietà. Sono perfettamente d'accordo. Dipende appunto da ciò che siamo e ciò che facciamo. Ecco, per me tutto questo si rappresenta oggi nel culto alla professione, professione in opposizione specialmente alla classe operaia-impiegatizia e alla classe agricola.Citazione di: daniele22 il 16 Marzo 2022, 15:24:27 PMMa il suo nome deve essere imparato, accettato, quindi in questo caso non vi sarebbe convenzione, ma accettazioneMi limito a ripetere , per evidenziare il tuo ragionamento, che il linguaggio, l uso di nomi, la formulazione di concetti linguistici dipende da ciò che siamo e cosa facciamo . Le persone usano e fanno cose con le parole in modo diverso. Differenti modi di vedere le cose e di dire le cose in modo diverso. Non tutti sono collegati insieme.
Questa è una differenza sottilissima, ma al tempo stesso fondamentale
Allora qui ci troviamo di fronte ad un bivio.
Per conto mio, se seguiamo la strada che scegli tu ci andiamo ad impaludare su cose trite e ritrite. Questo accadrebbe per il semplice motivo che la via che segui si snoda attorno ad un concetto, quello della convenzionalità dei termini, che tiene in piedi teorie del linguaggio che si attagliano a qualsiasi discorso che tu possa fare senza uscirne. Troveresti cioè critiche insormontabili.
La via che seguo io parte dal concetto di accettazione del significato e può produrre la via di uscita dalla palude. Proprio perché mina il concetto di conoscenza come associazione di parole e concetti. In che modo vada a minarlo eventualmente lo vedremo.
Pertanto, o parliamo del problema "accettazione vs. convenzione" e di quel che possa derivarne, e senza magari aprire altri topic, oppure è perfettamente inutile continuare il dialogo. A meno che tu non dica qualcosa di più convincente per la strada che proponi