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Messaggi - Duc in altum!

#1411
**  scritto da Sariputra:
CitazioneLa domanda che ponevo è: "Ma questo Diamante, Dio,ecc. si rivela  A ME  senza la mediazione di un libro scritto da ALTRI ? Può rivelarsi a me senza che io abbia mai preso in mano e letto un qualsiasi libro sacro? Devo sottostare all'autorità spirituale di qualcuno per ottenere discernimento ?
Sinceramente penso che si riveli a tutti, altrimenti non sarebbe il Diamante di tutti ma di una determinata e prescelta "casta", quindi intuibile e sperimentabile anche da uno yanomami o da un incolto (vedi me  :-[ ).
Cosa confermata (se può servire visto che è di parte) al n° 22 della GAUDIUM ET SPES: "...E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia (39). Cristo, infatti, è morto per tutti (40) e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale..."

CitazioneMa allora ,se è in me, perchè dovrei pregarlo come se fosse esterno a me?
Penso perché E' anche fuori di noi.
Ma vedi, interna od esterna, siamo già giunti alla preghiera, mezzo col quale si riconosce il nostro limite e l'inevitabile indispensabilità del trascendente, per raggiungere o ricevere la pace vera e l'allegria autentica. E per pregare c'è bisogno di fede.

CitazioneSe il Diamante, il Sacro è in me, non dovrei aver bisogno di nulla, di nessun libro, di nessuna organizzazione. Dovrei solo liberarmi della melma che lo nasconde. La ricerca è proprio il lavoro di scavo nella palude. Ma quando finalmente lo pulisco ben bene avrò bisogno di dargli un Nome ? Di ricominciare a depositare sporcizia che ne offusca la Luce ?
Concordo pienamente, ma come si fa a liberarsi della melma?!?! :-\
Ecco che siamo nuovamente a dover scegliere personalmente una Fede, sia anche quella, più che rispettabile, che sostiene di non dover liberarsi da un bel niente, sia quella che pensa di essere Mastro Lindo.  :o

L'oggetto di fede è obbligatorio, ma solo uno sarà vero, questa è la triste o meravigliosa realtà.


CitazioneP.s. Non è la Bibbia l'unico libro sacro in cui si narra l'incarnazione di una divinità. Nella Bhagavad Gita ( contenuta nel sesto libro del Mahabharata) si racconta l'incarnazione di Krishna e il suo insegnamento per l'umanità (III sec. a.C.) dato al suo fido auriga Arjuna. Ma ce ne sono altri (Manu,ecc.).
Grazie, non lo sapevo, sto leggendo adesso in Internet che addirittura c'è la "teoria" che Krishna era il padre di Abramo (Brahma). Come vedi è impossibile uscire dal costrutto dela Fede.


[al Webmaster: che fine hanno fatto le faccine che si abbracciavano?]

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**  scritto da acquario 69:
Citazioneforse non ci crederai ma quando ho riletto quello Che ti ho scritto mi sono reso conto Che mi era sfuggito un "piccolo" particolare e Che sarebbe sicuramente riemerso,perche Oggi per poter provare a comunicare,nella speranza Che il " messaggio" arrivi a destinazione vi e' la necessita, ( Ed energie Che non sempre si ha a proprio  disposizione) di considerare piu il pelo nell'uovo Che l'uovo stesso!

...il pelo nell'uovo sono Le virgolette Che non avrei messo su quel niente...
Non è una battuta: non capisco cosa intendi con questa tua riflessione.





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**  scritto da InVerno:
CitazioneEvoluzione , Caso (maiuscolo, infilato nei ragionamenti come una divinità ellenica) e terza media. Hai detto tutto da solo, sono stato molto fortunato.
Almeno io lo infilo nei ragionamenti, auspicando la riflessione critica costruttiva, c'è chi lo da per scontato e pensa d'essere nato per fortuna o per Caso. Quindi convalidando il pregiudizio: "...non è colpa mia se sono nato fortunato, è lui ad essere nato sfortunato..."
#1412
** scritto da acquario 69:
Citazionee' nel momento che l'IO non si presenta più che non mi identifico più con niente e che scopro il "chi sono" ed e' a quel punto che si svela l'arcano.
Ma se ci si identifica con il niente c'è il rischio di pensare che io non sono niente, mentre io sono "qualcosa".
L'apostolo delle genti vi è giunto, e non da solo (altro problema dello scontro Ego/Dio è quello di illudersi di riuscire ad identificarsi stoicamente), in maniera semplice ed effettiva: «Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me»; l'abnegazione dell'Io per permettere allo Spirito Santo di dirigere totalmente la baracca dell'Io. Ma siamo nuovamente, e senza possibilità di poter farne ameno (secondo me), nel campo della fede, dell'Io credo in...


E' proprio nel momento che si sperimenta, per fede, che il servire è governare, che il servizio liberamente assunto in favore del prossimo è potere, che l'Io scopre il "chi sono" essendo più niente secondo i canoni e le leggi terrestri, ma diventa il Tutto, nella rigida logica del messaggio evangelico.





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**  scritto da Sariputra:
CitazioneI testi sacri dovrebbero essere semplicemente mappe per giungere al Diamante
Forse per gli altri ma non per la Bibbia.
Infatti, il Verbo si è fatto carne, sta proprio a rivelare che la scrittura e i decreti da soli, per millenni, non son serviti a niente affinché l'essere umano cambiasse attitudine.
Quindi Dio è dovuto scendere sulla terra, in carne e ossa, cioè, a dimostrare come si fa nei fatti ciò che è scritto nei testi.
Da ciò l'unicità e la specialità del messaggio evangelico che da compimento al Vecchio Testamento dei guerrafondai.
Tutti i testi sacri conducono l'individuo al cielo, al trascendente, all'eterno, a Dio, solo la Bibbia, invece, specialmente nel Nuovo Testamento indica che è Dio, l'eterno, il trascendente, il cielo, ad essere sbarcato tra noi.
La mappa non solo indica che il Diamante già, adesso, è in uno, ma che le coordinate precise sono la sequela al Cristo è e non all'Io sono.
Il Diamante non è più da cercare, visto che si è lanciato da solo tra i nostri piedi, ma da raccogliere e contemplare, da contemplare e sperimentare.


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**  scritto da baylham:
CitazioneMi piacerebbe sulla scia dell'ammirevole panegirico di Benigni che apparisse sul servizio pubblico televisivo un comico capace di ridicolizzare i dieci comandamenti con altrettanta profondità e gaiezza. Lo stesso per i testi delle principali religioni, ateismo compreso, sarebbe indice di una società umana più gioiosa.
Facile, per osservare la derisione delle 10 Parole, spegni la TV e guardati intorno per strada ...altro che comico!! :-[


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**  scritto da InVerno:
CitazioneIn soldoni, Darwin non ha mai inteso di studiare la natura per ridicolizzare la Genesi, eppure poi, la cultura l'ha fatto da se.
Infatti, per comprendere (e forse anche ridicolizzare) che la teoria dell'evoluzione libera e spontanea è fondata sulla fede nel Caso, basta un po' di cultura    ::)
Pensa l'ho capito io questo fondamento sulla fiducia che ho la licenza media ???
#1413
**  scritto da Sariputra:
CitazionePenso che dovremo tentare di capire l' "Io sono" prima di sentire la necessità di aggiungervi un'aggettivo...
Ma è proprio questo il problema: che nel tentativo di capire chi "Io sono" (in effetti), s'incomincia, inevitabilmente, a dover ragionare col perché "Io sono", e siccome (in effetti) non c'è spiegazione logica oggettiva ragionevole a questo Mistero, e da solo "Io sono" perde attendibilità, nasce l'Io credo in..., nasce l'aggettivo che determina perché "Io sono".
#1414
**  scritto da Jacopus:
CitazioneVorrei chiedere e la mia domanda non è sarcastica ma animata dal desiderio di comprendere, come si fa a considerare la Bibbia un libro sacro,
La risposta più elementare è per fede, poiché se può scandalizzare che Dio decretava di riempire di botte uno schiavo, figuriamoci quando sostiene che un morto risuscita per vivere in eterno.

Io lo ritengo una Sacra Scrittura giacché scritto dall'uomo sotto la guida dello Spirito Santo (che poi è pure Dio, ed è pure Gesù, altro assurdo sempre contenuto nello stesso libro), che nella sua totalità della Bibbia, ci elargisce una grazia unica: il manuale d'istruzione dell'uomo/donna perfetto, del "superuomo" grazie a Dio, e non a Nietzsche. Anche se l'individuo scrittore, come appare in più occasioni, pensava di scrivere soltanto per la propria convenienza (basti pensare che Giobbe non è mai esistito ma è solo una meravigliosa allegoria, dove addirittura Dio fa una scommessa con Satana - in maiuscolo perché così è scritto nella traduzione della CEI che ne sanno certamente più di me)

Inoltre se Dio avesse inviato Gesù prima ché Mosè la storia sarebbe differente, ma chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimento? A chi ha chiesto consiglio perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero della giustizia, lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via della prudenza? (Is 40, 13-14)
Ecco allora che vai a Gerusalemme in pellegrinaggio e chiedi, a una coppia israelita, di scattarti una foto davanti al muro occidentale. E quando, dopo aver scambiato un paio di battute, mia moglie gli tende la mano, il tipo della coppia, l'uomo ebreo, si ritrae disgustato e stizzito, e allora fai l'esperienza di come sia stato duro per Gesù, a quei tempi (non è cambiato nulla per tanti oggi!) che bastonavano gli schiavi e lapidavano le adultere in nome di Dio, acclamare che Dio si è fatto uomo.
#1415
**  scritto da mariano:
CitazioneMa credere, oltre che un atto della mente, è un verbo che da solo non ha significato: ha bisogno di un oggetto al quale dare anche un significato e, parlando di credenza religiosa, ritengo che l'oggetto sia l'esistenza di una divinità.
Esatto, l'oggetto divinizzato è ciò che "uno crede" sia l'essenza divina che permette di essere felici e contenti.

Non deve, obbligatoriamente, essere qualcosa di astratto o spirituale. Io posso "credere" che più soldi o potere o bellezza riuscirò a conquistare, maggiormente sarò felice e contento. Quindi, me ne infischio se, per ottenere questo risultato, è a discapito di terzi. L'essenza della mia divinità non include precetti solidari o principi morali a cui attenermi. Il fine è, che per adesso, questa essenza mi rende felice e contento, dicano quel dicano gli altri  ...tanto sono pieni d'invidia o d'ignoranza.



CitazioneNel seguire il discorso iniziato da Freedom sulla probabilità del credere e del non credere mi sembra che il suo topic iniziale si sia trasformato in una battaglia tra chi "crede" e chi "non crede".
A me invece sembra la battaglia tra chi ammette che crede e chi, anche credendo nel Nulla, dice di poter esistere senza credere in qualcosa che non è certo come il Nulla.
#1416
**  scritto da Jacopus:

CitazioneLa domanda che voglio proporre è: come è possibile che Dio, onnipotente, saggio, buono e desideroso di fare del bene al suo gregge, abbia permesso di inserire nel suo libro dei precetti così evidententemente  contrari ad ogni comune sentimento morale?
Buon lunedì Jacopus

[risposta provocatoria]

E chi, e in base di quali argomentazioni, ha deciso questo "comune" sentimento morale? Senza Dio all'uomo ...tutto è permesso!


[risposta riflessiva]
E' una bella domanda, così come, se si facessero, lo sarebbero tante altre, ma chi può interrogare Dio sul suo operato o sulla Sua volontà? O chi può rispondere, con certezza piena, in Sue veci?
Anche se poi (parlo per esperienza personale), pregando e credendo, credendo e operando, le risposte ci arrivano: nisi credideritis non intelligetis! (Se non credete non capirete! -Sant'Agostino), insieme al "comune" sentimento morale.

Comunque se può servirti, tutta La Legge le allegorie e il simbolismo dell'Antico Testamento, si consolidano, si compiono in Gesù, il quale, molto prima dell'abolizione della tratta degli schiavi, ci spiega e ci dimostra che l'unico schiavo o servo è proprio Dio.

Luca 4, 17-19:
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
#1417
**  scritto da Jacopus:

Buongiorno Jacopus
CitazioneChi sono io per degradare a essere non dignitoso un terrorista o un cattolico farisaico?
Ma nessuno dovrebbe degradare un'altra persona, men che meno un cattolico, io solo ti ho fatto un esempio che siamo noi stessi a renderci indegni dell'umanità riposta in noi, è uno stesso, attraverso delle azioni scelte e volute, a degradarsi.

Non dimenticare che io sono cattolico, quindi io credo in: "non giudicare per non essere giudicato, ma allo stesso tempo non dare le perle ai porci".




CitazioneChe ne so della sua vita, del perché è diventato terrorista o farisaico?
E' proprio questo che propone il messaggio evangelico: non ci sono scusanti (men che meno oggi, nel 2016) per commettere violenza o ipocrisia su altri. Uno ha la libertà di poterlo fare, ma nello stesso momento si auto-disonora.
Il fine non giustifica i mezzi, altrimenti W Fidel e Alessandro VI, ma senza Dio tutto è lecito ...altro che costituzione tedesca!


CitazioneLa sua dignità umana resta intangibile

E chi glie la tocca, ripeto siamo noi stessi a decidere di divenire ignobili.
Così come sempre noi stessi decidiamo di rialzarci da quella condizione biasimevole. Non tutti i detenuti ritornano in carcere, c'è anche chi cambia completamente la propria condotta o scelta di vita.


Un esempio su tutti, per chiarirci, anche Papa Francesco ha detto chi sono io per giudicare (quindi degradare) un omosex, ma nel frattempo, proprio l'altro ieri ha ribadito che non esistono, per la Chiesa, gli stessi diritti per i matrimoni etero od omosex.
Il fatto di rispettare la dignità altrui: il non giudicare, il non fare violenza su altri, il non offendere gli altri, va di pari passo con il legittimare la propria Fede, ecco perché insisto, e basta guardarsi intorno, che non ci sono eccezioni su questo fenomeno, la differenza sta soltanto nel fatto che qualcuno uccide o inganna il suo prossimo per giustificare le sue ragioni di Fede, mentre altri si fanno uccidere pur di non ledere la libertà di decisione degli altri: vedi Gesù.



Buona domenica.
#1418
**  scritto da InVerno:

CitazioneChe l'universo e la fisica funzionino senza necessità di chiamare in causa Dio "architetto" è cosa nota dai tempi di Laplace e la sua famosa risposta a Napoleone.
Che l'Universo funzioni senza necessità di Dio significa che funziona per caso o per fortuna, benvenuto nel mondo dei credenti e aventi Fede in qualcosa di non probabile.


CitazioneDavvero nelle argomentazioni di una persona istruita c'è Satana?
Perché tu hai la prova certa istruita che non esista?

Anche l'ipotesi di Satana ha uguale probabilità di esistere.

Il fatto di non crederci non esenta il soggetto, nel caso in cui esistesse davvero, dall'esservi tentato; anzi c'è un'ipotesi che sostiene che se nel diavolo non si crede più, lui è contentissimo.
 

In sintesi per andare all'Inferno non è necessario crederci.
#1419
**  scritto da memento:
CitazioneL'ateismo non può costituire in nessun modo verità alternative alle religioni perché appunto non ha alternative metafisiche e non è intenzionato a crearne di nuove.
Ma non c'è il bisogno che l'ateismo dica quale sia la propria alternativa metafisica, è consequenziale del suo essere senza Dio.
Il gioco è perfetto e non concede sbavature alle quali uno ci si possa aggrappare. Almeno che non si voglia credere per fede che "chi zittisce non acconsente".

Se al prossimo referendum mi astengo dal voto, senza che io dica o costituisca un'alternativa al Si o al No, automaticamente sto favorendo il No, quindi per la Verità del Si, casomai dovesse essere quella giusta e vera, sei un complice dell'eresia del No.
Allo stesso modo se dovesse vincere il Si, e il No risulterebbe l'alternativa vera e giusta, saresti una causa volontaria dell'abrogazione, quindi colpevole né più né meno dei blasfemi del Si.
Nei due casi, senza costituire alternativa alle religioni del Si e del No, sei reprensibile quanto uno che abbia creato una nuova setta.

Se fosse come tu sostieni, e per caso, accidentalmente, Dio davvero esistesse, non potrebbe giudicare l'indifferenza o il menefreghismo. Quindi esisterebbe una possibile scappatoia al doversi pronunciare obbligatoriamente sul Dio dell'amore; dichiarando così imperfetto il Suo progetto.
Al contrario, uno può credere nel Ni, ma nei fatti è un pro-Si o pro-No.


Pace&Bene
#1420
**  scritto da acquario69:
Citazioneinnanzitutto ho detto idee RELATIVE,che vengono appunto indicate come OPINIONI.
la fede infatti non ha nulla a che vedere con la "testa" e i suoi ragionamenti (la definirei la gabbia dell'IO)
Sariputra in buona parte del suo intervento sopra ha secondo me fornito ottimi spunti in questo senso e condivido pure quanto dice giona.
Ho capito che parlavi di idee relative, ma se si prendesse una sola scelta "nella pratica", che dipendesse da una opinione personale, anche in quel caso non si farebbe altro che decidere per fede: quella determinata idea relativa.

Come la fede non ha nulla a che vedere con la testa e i suoi ragionamenti?
Quindi siamo tutti assolti per incapacità d'intendere e di volere?!?!
E' proprio questa la follia e la bellezza: nessuno può esistere senza decidere per una logica (quindi ragionata e pensata e voluta) di Fede, che infine non ha la ragione certa, sennò speranza di riflessione.

@Sariputra, che tu chiami in causa, discute sulla fede metereologica: domani piove od esce il sole? ...qui, in questa discussione, bisogna far quadrato alla Fede soggettiva, come ha ben sottolineato  @donquixote, nella Risposta #18:
CitazioneInnanzitutto, per rispondere a Mariano e Paola, bisogna evitare di applicare il "credere" a qualunque affermazione altrimenti ci si perde e non si arriva da nessuna parte. Il "credere" di cui si parla qui (vedere anche le precisazioni sullo stesso thread nel vecchio forum) è riferito al credere che vi sia un ente creatore e governatore dell'universo oppure che questo non vi sia e quindi l'universo (che nessuno, credo, metta in dubbio che esiste) sia governato dal "caso".


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**  scritto da memento:
CitazioneInnanzitutto l'ateismo non è una visione del mondo,ma un diverso approccio verso la realtà
Potresti anche dire che l'ateismo è un'ipotetica verità alternativa a Dio, con uguali probabilità di essere davvero la giusta.
Infatti, l'approccio di cui parli è una scelta soggettiva e non una Verità oggettiva.
Anch'io, cattolico, posso sostenere d'avere un approccio verso la realtà diverso da quello di mio fratello che si autoproclama ateo, o mio cugino che è buddista praticante.
Siamo sempre allo stesso punto, si pensa (o ci s'illude) che "l'Io Credo in..." è solo rivolto presso Dio.

Bisogna confrontarsi lealmente e francamente con noi stessi per riflettere che è possibile rimpiazzare Gesù, Maometto o Manitù, con l'Ego, il Lavoro, il Caso, il Nulla, il Danaro, il Vizio, lo Studio, ecc. ecc. :-\
E' che questo processo umano è inevitabile.

L'approccio verso la realtà sono azioni fisiche e spirituali (o sentimentali per capirci), quindi chi decide quali siano quelle corrette? L'Ateismo? E da quando l'ateismo è sinonimo di Verità incontrovertibile?   ???



CitazioneLa persona atea,areligiosa,non cerca e trova le ragioni da un mondo al di là (un mondo dietro un mondo,parafrasando Nietzsche),ma dalle cose e dai fenomeni di cui può fare esperienza. Il metodo scientifico può essere considerato nelle sue finalità una metodologia atea,forse la prima in assoluta,perché non ricerca la causa finale,il principio ultimo della realtà,bensì la causa efficiente che ha originato l'evento e che può osservare.
Belle parole, ma che possono essere credute per certe solo grazie alla Fede in esse, giacché esse, e nei concetti, opinioni, o idee relative in esse contenuti, non c'è verità oggettiva certa.

Se uno desidera incontrare le ragioni del Mistero nell'aldiquà, benvenuto, ma non è che fino ad oggi questa "Scienza" abbia potuto affermare incontrovertibilmente che c'è una ragione certa di come è nato Saturno o Maradona.
Può dirci, inconfutabilmente, di che sono composti e quali sono le loro funzioni materiali, ma non può "sapere" qual è la loro vera ragione d'esistere.



CitazioneCos'è l'ateismo? Capire che l'idea di Dio non è necessaria (probabilmente anche deleteria) per conoscere le forze che regolano la natura.
Certamente, può darsi, ma per distinguere le forze che regolano la tua esistenza impossibile. Ma se vuoi fidarti di essa, è solo per fede, con la "religione" che ne consegue.




Pace&Bene
#1421
**  scritto da invero:

CitazioneAntica argomentazione fuorviante (perchè falsa) quella che l'ateismo o l'agnosticismo siano un credo a loro volta.
Che sia falsa puoi "crederci" solo per fede, visto che non hai prove oggettive di quale sia la Verità Assoluta, quindi sei punto e accapo con uguale probabilità.

CitazioneCredere che gli elfi o gli yeti non esistono dovrebbe essere un "credo", una posizione di fede? Credere che la limonata non cura il cancro dovrebbe essere una posizione di fede?
Infatti, affinché tu possa riflettere che l'ateismo o l'agnosticismo siano un credo a loro volta, non devi far leva su cosa loro dissentono, ma su cosa loro asseriscono possa essere (per loro) la Verità Assoluta (dimostrato dal fatto che tu hai usato il termine "falsa", che di conseguenza suppone che tu sappia la verità su come possa esistere l'Universo e la vita terrestre).
Il non credere in un'eventuale presenza divina non esclude o permette di poter escludere il dover credere, obbligatoriamente, ad altro metafisicamente, tipo: il Caso o il Nulla.

CitazioneMi spiace accostare questi esempi a Dio perchè sono sicuro che qualcuno ne verrà offeso, però dal punto vista logico di questo si parla, negare un assunto non provato non è fede, è una posizione di cautela logica indispensabile.
Parlo per me: non c'è niente da dispiacerti, sono cattolico.

E' proprio questo l'errore di valutazione: pensare che il non credere in Dio comporti l'annullarsi del dover credere in qualcosa, che a sua volta potrebbe divenire idolatria, per l'assenza della prova veritiera.

Non è che credere che siamo nati per fortuna o per autodeterminazione sia differente dal credere che siamo stati creati a Dio.
In tutti i casi si necessita la Fede, poiché non ci sono prove.

CitazioneL'onore della prova di tutte le teiere in orbita intorno a Giove spetta a chi asserisce di averle avvistate, la normale posizione di pensiero di tutti gli altri è quella della negazione della loro esistenza, per forza di cose, altrimenti si finisce in un circolo vizioso dove l'argomentum ad ignorantiam la fa da padrone e la logica viene demolita alla sua base.

Lo stesso potrei chiederti l'onere della prova che il Big Bang si sia avuto senza che Dio premesse l'interruttore, o che dopo la morte ci sia il Nulla, o l'onere della prova di ciò che tu pensi sia la verità sul senso e sul fine dell'esistenza umana, cosa che dirige le tue scelte e di cui non hai nessuna certezza, se non speranze e fede.

Tu asserisci che Do non esiste, benissimo, ma devi dimostrarmi che esista il Caso o il Nulla, probabili ipotesi alternative con la stessa percentuale a che Dio esiste.


Pace&Bene
#1422
**  scritto da mariano:
Citazioneè solo una provocazione, ma non potrebbe essere l'universo stesso ad autogovernarsi?
Forse, perché no, ma è sempre e solamente per Fede che si può dare come certa questa ipotesi, che ha, nella realtà nostra terrestre, la stessa probabilità che l'universo sia l'hobby di Dio.




**  scritto da acquario69:

Citazionela Verita non proviene e non può essere richiusa dalla sua idea relativa che l'uomo può farsene,e stando così le cose questo alla fine non può avere nulla a che vedere con la fede,appunto intesa come semplice riduzione delle proprie opinioni

Come non può avere nulla a che vedere con la Fede?

L'idea può sembrare relativa per gli altri, ma per il soggetto è ragione di Fede, poiché agiamo solo grazie ed in funzione ad essa.



Se ho un'idea che Dio esiste, anche se relativa per gli altri, saranno consequenziali a ciò le mie opere, le mie relazione, il chi sono Io.

Se ho un'idea che Dio esiste, anche se non troppo convinto (quindi relativa addirittura per me  :o ), le scelte tergiversanti derivanti, identificheranno il mio carattere e la mia posizione nella società.

Se ho un'idea che Dio non esiste, nella stessa maniera, anche se relativa per me o per gli altri, dirigerà il costrutto del chi ho deciso di essere come individuo tra gli altri, e nel pianeta.







**  scritto da Freedom:

Citazionedonquixote parla del "credere" argomentato da Giuseppe. Secondo quest'ultimo il vero "credere" cioè la vera fede è l'assoluta certezza, in quanto frutto di percezione incontrovertibile, dell'esistenza di Dio. In questo senso il credente va oltre il significato comunemente attribuito al credere dalla vulgata popolare. In questa prospettiva è dunque vero che non si può discutere la propria fede: non si può negare ciò che si percepisce. Anche se qualcuno potrebbe obiettare che bisogna dimostrarla a terzi altrimenti potrebbe essere frutto di autosuggestione.

La Fede, per molti teologi, è come un termometro che sale e scende; come il guardare la lancetta del contachilometri mentre si conduce un'auto, non è sempre alla stessa temperatura, non coinvolge sempre con la stessa velocità.
Però ciò che non cambia, inevitabilmente in ogni persona, è l'obiettivo della Fede: donare pace e serenità.

Quindi la Fede, in ognuno, è sempre vera, anche quando la trattiamo con negligenza o superficialità o indifferenza, giacché essa è direttamente variabile dal nostro libero arbitrio e per la nostra forza di volontà.


Pure il denominato "a-teo" è nella convinzione che il suo credere che l'esistenza è senza-Dio sia certezza assoluta; anche senza quelle prove necessarie che qualcuno potrebbe chiedere come dimostrazione, per confutare che non si tratti di autosuggestione.

La Fede non la si discute con la ragione, la si attua, la si sperimenta, la si elargisce


.Pace&Bene
#1423
**  scritto da Jacopus:

Citazionecredere o non credere sono due ipotesi con uguale dignità? A questa domanda non si può che rispondere: sì.
Anche in questo caso rispondere sì non è oggettivo, ma ragione di Fede.

Infatti, bisogna crederci, senza averne prove, che ogni dimensione di Fede (credere, non credere, non pervenuto, astensione, menefreghismo) possa donare uguale dignità.
Io, ad esempio, al contrario, non solo rispondo no alla domanda, ma rilancio sostenendo che non c'è niente di mera provenienza terrestre, che possa donare dignità all'esistenza umana, senza l'intervento del trascendente.

Non penso si possano attribuire uguale dignità a Madre Teresa di Calcutta od a un terrorista; a Gino Strada o a un cattolico farisaico; ecc. ecc.


Pace&Bene
#1424
**  scritto da InVerno:

CitazioneL'ateismo è un lusso, che tuttavia ha una un'infinità di probabilità in più di esser vero, di quanto non lo sia il credo.
Forse non si è compreso il punto fondamentale della discussione: il dichiararsi ateo, agnostico, credente o quel che si voglia, è già, sempre e inevitabilmente, un "Io Credo in..."
E siccome nessuno dei dogmi irrazionali, su cui si poggiano i differenti "Io Credo in...", ha una probabilità in più degli altri (poiché non esistono prove né che Dio esista e né che Dio non esista) di essere davvero vero (pardon!), di essere il giusto o la verità assoluta, il lusso resta soltanto la facoltà arcana di poter decidere, obbligatoriamente, in cosa credere o quale sia l'ipotesi più credibile per uno, assecondando le proprie esperienze.



**  scritto da donquixote:
CitazioneQuando però questo accade, ovvero quando capita che ognuna delle parti in causa ritenga ugualmente rispettabile la propria visione e quella altrui, non è certamente prova di "maturità intellettuale" oppure di "civiltà" dei diversi interlocutori, ma solo dimostrazione di una estrema superficialità e leggerezza nell'analisi degli argomenti di cui si tratta, che poi si ripercuote pari pari in una "credenza" o in una "non credenza" altrettanto superficiali e annacquate che non sono in grado di argomentare sufficientemente perchè loro stessi per primi non ne sono sufficientemente convinti

Infatti, Gesù si è lasciato crocifiggere per rispettare la visione altrui.



**  scritto da mariano:

CitazioneIl mio credere ( indipendentemente da quello che credo ) non ritengo che sia la Verità...


Ma alla Verità non importa che tu ritenga questo, giacché ciò in cui credi (indipendentemente da quello che credi) l'hai deciso solo e solamente tu.
Cioè: se tu credi che Dio non esiste, e se davvero Dio non esistesse, anche se tu ritenessi che questa non sia la Verità, nel frattempo essa è, involontariamente, la Verità. Se, invece, tu credi che Dio non esiste, e Dio esistesse per davvero, il tuo ritenere che non sia la Verità sarebbe sbagliato, con le conseguenze che la tua scelta libera potrà produrre. E così di seguito...

Dunque, ed il quesito del Forum è molto chiaro in questo, indipendentemente da quello in cui crediamo, dobbiamo sforzarci di farci una ragione che credere o non credere è una decisione per Fede, ossia, senza ragione comprovata. Quindi con le stesse probabilità di essere la Verità delle altre, e convivere con questa unica e oggettiva prova empirica ..e poi sperare che abbiamo azzeccato!!   ;D


Pace&Bene
#1425
**  scritto da Koli:

CitazionePer tagliare la testa al toro, basterebbe poco; basterebbe che Gesù o Allah si palesassero ora in maniera incontrovertibile, dando un segno inequivocabile della loro esistenza (non come le "apparizioni" della Madonna o i "miracoli" di gente guarita).


Troppo comodo così. La fede non può avere una prova sicura, ma solo la speranza certa ...altrimenti che fede è?!?!

CitazioneSe poi si vuole discutere di religiosità/spiritualità a prescindere da un'apparato gerarchizzato e dogmatico, se ne può parlare.


E dove esisterebbe questa religiosità/spiritualità senza dogmi?



Pace&Bene