Ciao Iano

In ordine alle tue considerazioni, in verità -questa volta- un tantino "sofistiche", osservo quanto segue:
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1)
Specificare il "tempo della domanda", non implica necessariamente di dover specificare anche il "tempo della risposta"; ed infatti, in base all'"id quod plerumque accidit", è ovvio che la risposta si intende che debba essere più o meno contestuale alla domanda.
Ed infatti, in nessun altro enigma che conosco, non specificare entro quanto tempo l'interrogato deve rispondere ad una domanda, consente a quest'ultimo di non rispondere mai, oppure dopo venti anni.
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2)
E' invece verissimo che la giustizia del principe Rastislav non è la nostra; ed infatti il principe Rastislav avrebbe impiccato e sostituito subito il secondino recalcitrante a rispondere, mentre il nostro sistema giudiziario non lo consentirebbe.
E se il secondino recalcitrante a rispondere avesse eccepito che il principe non gli aveva fissato un tempo per la risposta, per cui lui si riservava di rispondere quando pareva a lui, probabilmente il principe Rastislav lo avrebbe fatto bollire a fuoco lento; dicendogli "Dimmi quando ti sei riscaldato a sufficienza per rispondere"!
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3)
Poi tu scrivi: "'Il secondino è obbligato a rispondere A oppure B oppure C, può interpretarsi che non può dare altri tipi di risposte. Se invece lo si interpreta come, '' è obbligato a dare una risposta'', bisogna specificare quanto tempo ha per rispondere. Diversamente non potremo dimostrare in modo ''oggettivo e verificabile'' che la momentanea mancata risposta derivi da una volontà di non rispondere."
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Sinceramente faccio fatica a comprendere un ragionamento così logicamente involuto e contorto!
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Ed infatti, stabilire che "'Il secondino è obbligato a rispondere soltanto A oppure B oppure C", significa senz'altro:
- che è obbligato comunque a dare una risposta quando riceve la domanda (e non un anno dopo);
- che non può dare alla domanda risposte diverse da A oppure B oppure C.
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Peraltro, a differenza di quanto tu "sofisticheggi", il principe:
- non deve affatto controllare in modo ''oggettivo e verificabile'' che la momentanea mancata risposta derivi da una volontà di non rispondere del secondino (chi ha mai detto una cosa del genere?);
- bensì deve soltanto controllare in modo ''oggettivo e verificabile'' che la risposta data dal secondino corrisponda a verità.
Tutto qui!

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4)
Poi tu scrivi: "La volontà inoltre non interviene, perchè tu stesso hai detto che al posto del secondino possiamo mettere una macchina (una ChatBox) la quale funziona in base ad una logica, e perciò mi sono sentito autorizzato a considerare l'enigma di tipo puramente logico."
Ed infatti si tratta di un enigma di tipo puramente logico, in quanto il principe non deve affatto controllare in modo ''oggettivo e verificabile'' che la momentanea mancata risposta derivi da una volontà di non rispondere del secondino.
Chi ha mai detto una cosa del genere?
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5)
Il principio su cui si basa la soluzione di Bobmax si basa sullo stesso identico principio sul quale si basa la mia; ma, come ho già scritto, almeno secondo me, la sua soluzione è senz'altro preferibile alla mia in quanto è molto più semplice e più lineare.
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6)
Poi tu scrivi "Il secondino non può rispondere mentendo, perchè per rispondere mentendo deve essere certo di poter mentire, e per poter mentire dovrebbe sapere dove è nascosta la moneta, ma invece non lo sa."
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Il che costituisce un macroscopico "errore logico"!
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Ed infatti "mentire" significa fare consapevolmente una "dichiarazione mendace", diversa da una "dichiarazione sincera"; la quale, in questo caso, sarebbe: "Non lo so dove diamine sia la moneta".
Quindi non è affatto vero, come scrivi tu, che, per "poter mentire", il secondino dovrebbe sapere dove è nascosta la moneta; ed infatti, per "poter mentire", è sufficiente che "il secondino dia una risposta diversa dalla verità."
E la "VERITA'" è che lui "non sa dove sia nascosta la moneta"!
Quindi se risponde sia "SI'" che "NO", dà in ogni caso una "RISPOSTA MENDACE", perchè la verità è che lui, in realtà, non sa affatto dove è nascosta la moneta!
Per poter mentire, infatti, non è affatto necessario che sappia dov'è la moneta!
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Per spiegarmi meglio, ti farò un esempio molto semplice.
Poniamo che Caio, figlio di Sempronio, abbia appena fatto l'esame di maturità; però i "quadri" non sono ancora usciti, quindi Caio ignora se sia stato promosso o meno.
Sempronio chiede al figlio: "Sei stato promosso?".
Se dicesse la verità, Caio dovrebbe rispondere: "Non lo so, perchè i quadri non sono ancora usciti!".
Se, invece, risponde "Sì, sono stato promosso" oppure "No, sono stato bocciato", "mente" in entrambi i casi, perchè non sta dicendo la verità; ed infatti i "quadri" non sono ancora usciti!
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7)
Quanto al fatto che non si possa trasformare la domanda:
"E' vero che ho una moneta nascosta nella mia scarpa destra?".
con la domanda:
''Sai se è vero che ho una moneta nella mia scarpa destra?''
ritengo che Protagora ti farebbe un baffo!

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Ed infatti è ovvio che le due domande da te ipotizzate "si equivalgono in pieno", in quanto la conoscenza o l'ignoranza di dove si trova la moneta:
- è "implicita logicamente" nella prima domanda;
- è "esplicita dialetticamente" nella seconda.
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O trovi forse qualche differenza nel chiedere "Che ora è?", oppure "Sai che ora è"?
E' chiaro che le due domande si equivalgono!
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Salvo che non incontri Stanlio e Ollio!
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Un cordiale saluto!

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P.S.
I tuoi spunti sono comunque sempre molto interessanti (seriamente)!