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Messaggi - Carlo Pierini

#1426
Citazione di: Amphitrite il 14 Agosto 2017, 08:17:22 AM
CitazioneResta da capire perché l'uomo dovrebbe resistere alla tentazione della conoscenza (del bene e del male). Quando me lo avrai spiegato decideremo se si tratta di una "bestia astuta" oppure di un "divino portatore di luce"
Per favore, spiegaci tu, carissimo Carlo, come poteva sapere Adamo il concetto di "conoscenza" e che cosa fosse - quando lui e sua donna vivevano insieme agli animali. L'uomo primordiale, prima della caduta, era come un neonato oggi: innocente, non sapeva nulla. Allora, nella sua "innocenza", come poteva comprendere realmente ciò che voleva dire il serpente e le sue intenzioni? Adamo fu spinto al peccato da una curiosità acuta, e non da una cosiddetta voglia ardente di "sapienza".

I miti, le leggende e le favole NON sono cronache realistiche di eventi storici del passato (sebbene molte favole siano precedute da un suggestivo: "C'era una volta..."), ma sono metafore, allegorie (ispirate dall'Alto) della condizione umana e dei momenti cruciali della sua evoluzione spirituale, illustrazioni simboliche della sua relazione con il Sacro; quindi non si occupano dei dettagli.
Come dice parodisticamente Guzzanti-Padre Pizzarro:

https://youtu.be/x-zuD1D56L0?t=680

AMPHITRITE
E per dar ragione sia a donquixote che parzialmente a te, allego qui un articolo in cui il serpente è visto come simbolo duale (né bianco né nero): http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=32&id=1227

CARLO
Infatti si tratta di varianti del Caduceo, anch'esso un simbolo di Dio, o meglio, del Suo aspetto di Complementarità degli opposti (l'equivalente occidentale del Tao cinese; l'hai letto il mio thread: "Un'esperienza visionaria molto istruttiva"?) Comunque pubblicherò uno scritto anche sull'archetipo della Complementarità nella tradizione mitico-religiosa.
#1427
Vorrei sottolineare che la Scienza in sé NON E' materialista, perché nessuno ha mai scoperto qualcosa che dimostri che la materia è IL SOLO fondamento della realtà e che dunque ogni evento possibile sia descrivibile sulla SOLA base delle leggi deterministiche della fisica e della chimica.
Questo significa che il materialismo (non la Scienza) è UNA FEDE, se pur di segno contrario alla fede religiosa. Ma si tratta di una fede molto più subdola e pericolosa di quella religiosa, proprio perché troppo spesso, manipola i dati scientifici per indurci a pensare che il materialismo corrisponda con una concezione scientifica del mondo (per esempio, la teoria di Eccles o quella di Jung da parte, rispettivamente, dei neuroscienziati e degli psicologi materialisti,  sono rifiutate sotto l'accusa - infondata - di anti-scientificità).
#1428
"Quanto al numero DODICI, [...] noi vediamo che esso ricorre dovunque si sia costituito un centro il quale, in un modo o nell'altro, abbia incarnato o cercato di incarnare quella tradizione che, in un senso analogico e eminente, possiamo appunto chiamare "solare", o dovunque il mito o la leggenda abbiano dato in figurazioni o personificazioni simboliche il tipo di una tale reggenza. Per esempi, qui vi sarebbe solo l'imbarazzo della scelta. Ai DODICI Aditya solari fanno riscontro, nella tradizione indù, le DODICI partizioni delle Leggi di Manu. DODICI sono i grandi Namshan del "consiglio circolare" secondo la tradizione tibetana, e DODICI sarebbero stati, secondo quella cinese, i discepoli di Laotze. DODICI, è il numero delle porte della "Gerusalemme celeste" nella edizione ebraica e quello stesso dei discepoli del Cristo. DODICI tappe compie l'eroe caldeo Gilgamesh lungo la "via solare" per raggiungere la terra "di là dalle acque della morte", e DODICI "fatiche" compie Eracle. DODICI erano le grandi divinità olimpiche e DODICI i principali cavalieri della "Tavola Rotonda" di Re Artù e della leggenda del Graal, così come i Conti palatini di Carlomagno. E molte altre corrispondenze potrebbero esser facilmente trovate. Veder in tutto ciò del semplice "caso" ci sembra troppo facile. A nostro avviso, è molto più saggio presentire qui tracce più o meno coscienti di un unico tema, di un unico significato, di una unica tradizione, storica o superstorica che sia, affiorata qua e là attraverso vie sotterranee, tanto sul piano del mito quanto su quello della realtà. [...]
Non si cela forse un occulto significato nel fatto che, secondo la tradizione, Romolo, per aver visto DODICI avvoltoi, ebbe il diritto di dare il suo nome alla città eterna? E che DODICI sarebbe stato il numero degli ancilia statuito da Numa per il segno, ricevuto dal "cielo", della protezione divina? (Nota* l'ancile, lo scudo ricevuto dal cielo come pignus imperii. Esso sarebbe stato ottenuto da Numa per assicurare la perennità di Roma, e, peraltro, esso equivale ad un simbolico bacino contenente l'ambrosia, cioè un cibo perenne immortalante. Ora, il collegio dei Salii, istituito da Numa per la custodia del pignus imperii, composto di DODICI membri, insieme a questo scudo, aveva un altro simbolo: la hasta, o lancia. Così nella romanità vediamo già, esattissimamente, gli stessi simboli che appaiono nel mito più caratteristico dell'altro grande periodo imperiale europeo, quello feudale-cavalleresco: nel mito del Graal). DODICI, in ogni modo, furono a Roma gli altari del dio Giano, il quale non è che una figurazione del "dio-anno", il dio dei cominciamenti non privo di relazione con lo stesso "demone" della guerra - cioè con la potenza travolgente dell' elemento eroico: che era lo scatenamento di un tale demone che voleva significare, secondo quanto riferisce Virgilio, il fatto che solo in tempo di guerra il tempio di tale dio era lasciato aperto. DODICI - come quelle greche - sono peraltro le massime divinità romane secondo Varrone; DODICI è il numero dei sacerdoti di vari collegi romani fra i più antichi - p. es. gli Arvali e i Salii - DODICI è il numero dei littori istituiti da Romolo - come DODICI, infine, sono le verghe dello stesso Fascio romano, secondo quanto appare dai fusci capitolini che ancora e sistono. [...]
l fascio romano si componeva di due elementi: appunto delle DODICI verghe - e di un'ascia, che talvolta è un'ascia biscuspide, proprio come l'ascia preistorica che si trova già nelle tracce neolitiche e fors'anche paleolitiche; come quella dei conquistatori "iperborei", nei quali si accompagnava col segno della rinascita, l' "uomo con braccia levate". [J. EVOLA: Simboli della tradizione occidentale - pp.58/60]

«Un gran segno fu visto in cielo: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sulla testa una corona di DODICI stelle: essa è incinta, essa grida di dolore, nello spasimo della procreazione» (Michea, IV, 10)
#1429

"Nella leggenda indù, si dice che Vishnu, sotto forma di pesce, rivelasse al Manu Vaivaswata detto anche Satya-vrata, che era imminente un gran diluvio e che egli doveva costruire un'arca. Avendola costruita, il Manu vi entrò portando seco i semi di ogni vita. Al tempo stabilito, questo Pesce-Avatara ordinò di legare l'arca al suo corno e la rimorchiò sana e salva attraverso le acque fino alla montagna del Nord; poi dette istruzione al manu di legare l'arca ad un albero mentre il diluvio durava e di discendere con le aque man mano che si abbassavano. In alcuni antichi templi indiani si trova rappresentato Vishnu che sostiene la terra di sotto alle acque mentre un arcobaleno splende sulla decrescente inondazione". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 47]
 
"Apollodoro, parlando di Deucalione, dice che egli si affidò, insieme con le sue mogli, la sua famiglia e i suoi animali, ad una grande arca, la quale galleggiò sulle acque che coprivano la terra e che, approdando al monte Parnaso, egli costruì un altare. Alcune narrazioni nominano soltanto Pirra come sua compagna nell'arca.. Ovidio dice che egli mandò fuori una colomba, la quale ritornò a lui portando un ramo d'olivo".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 48]
 
"Oltre l'Atlantico si trovano leggende del diluvio simili alle nostre. Nel Messico sono generalmente Cox-Cox e sua moglie che si salvano insieme ai loro animali in una navicella di legno di cipresso. In un'altra tribù messicana, il nome dato all'eroe della storia è Tezpi. Quando le acque cominciarono ad abbassarsi egli mandò fuori un avvoltoio ed altri uccelli, ma è un colibrì che alla fine ritorna con una foglia nel becco: finalmente essi sbarcano sul monte Colhuacan. Le tradizioni tolteche dell'inondazione danno alle acque del diluvio un'altezza di 50 cubiti, cifra che coincide, appunto, con quella della Genesi.
Il Populvuh del Guatemala descrive una grande inondazione avvenuta per volere del dio Hurakan: il fuoco e l'acqua cntribuirono alla rovina universale che precedette la quarta creazione".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 49]
 
"Fra alcuni indiani dell'America, la tradizione narra che il padre della loro tribù, avvisato d'un imminente diluvio, costruì una zattera su cui prese posto con la sua famiglia e tutti gli animali e galleggiò così finché "apparve una nuova terra". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 50]
 
"Anche nella Cina esisteva una leggenda di una grande isola che era stata sommersa dal mare; e si diceva che il suo pio re con la famiglia e i suoi seguaci fosse fuggito in Cina e nel Giappone.
Nelle Edda dell'antica scandinavia si racconta di un diluvio: "la terra sprofondò nell'oceano" e solo un uomo, Hyrm, con la sua famiglia si salvò su di una nave. (...)
Nelle Isole Britanniche, i poemi bardici raccontano che "il lago di Llion straripò e sommerse la faccia di tutti i paesi, cosicché l'intiero genere umano fu annegato, eccetto Dway-van e Dway-vach che fuggirono su una nave ignuda (cioè senza vele) e da cui le Isole furono ripopolate. Si diceva che la loro nave chiamata Nwidd Nav Neivion, portasse un maschio e una femmina di tutte le specie".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 50]
 
"Resta da trattare il simbolo dell'arca in un altro suo aspetto, nel quale essa era considerata come il luogo di sepoltura dell'Iniziato durante i suoi giorni di "morte". A prima vista sembra che questo aspetto dell'arca differisca alquanto dall'altro, ma con un momento di riflessione si vede che anche in questo caso l'arca porta e conserva il seme della vita, poiché la tomba dell'iniziato era anche il suo luogo di ri-nascita al terzo giorno. Scrive Bryant (Analysis, vol. II, pg. 211): "La persona conservata è menzionata sempre come conservata in un'arca ed è descritta in uno stato di tenebre rappresentato allegoricamente come uno stato di morte. (...)
Si supponeva, infatti, che l'arca in cui era stato collocato Osiride morto, fosse stata trasportata dalle onde a Biblo, nella Siria, dove aveva luogo, come in Egitto, una commemorazione annuale della sua morte; ed in questa cerimonia si mostrava, quale emblema della morte, un Api sacro coperto di nero. "Ad un tratto le tenebre venivano dissipate dal bagliore di torce tenute in alto da sacerdoti in candide vesti di lino e iniziava una festa di quattro giorni. (...) Dopodiché si immaginava che Osiride fosse ritrovato e ritornato in vita e che Iside (la Natura) se ne rallegrasse. La processione usciva allora alla luce del giorno, e all'oscorità e alla tristezza delle caverne sotterranee si sostituiva l'influenza vivificante del sole di primavera".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 52]
#1430
Citazione di: donquixote il 13 Agosto 2017, 22:03:45 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Agosto 2017, 19:31:33 PMLa tua è un'interpretazione ingenua, statica, priva di riferimenti con la condizione umana REALE. Dovresti tenere conto delle premesse che ho espresso nel mio scritto: in primis, quella che vede nella figura del serpente il simbolo NON del demonio, ma di una nuova, "inedita" manifestazione di Dio, il Dio-Lucifero (=portatore di luce) che spinge l'uomo ad evolversi per mezzo della conoscenza, ...di quella conoscenza che gli era precedentemente preclusa. A tal fine, la disobbedienza al "vecchio Dio" è *necessaria*, com'è necessario per un giovane che entra nell'età adulta disobbedire all'autorità paterna, rompere i legami con essa per ricrearli su nuove basi, per poter prendere gradualmente in mano la propria vita come un vero "ometto". Questa disobbedienza può anche creare una rottura momentanea col Padre, ma, come ci chiarisce la parabola del figliol prodigo, si tratta di una rottura salutare. Così come il "secondo figliol prodigo" tornerà al Padre nella gloria (il padre non lo punirà, ma festeggerà il suo ritorno) anche "il secondo Adamo" tornerà al Padre nella gloria della resurrezione. Non ti pare che ci sia un'analogia profonda tra le parole di Luca: "...Bisogna far festa e rallegrarsi, perché questo figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" e le parole di Paolo: "Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi"? Insomma, se non si tiene conto dell'aspetto dinamico-evolutivo della condizione umana, si cade in ingenuità interpretative come quella, appunto, di un Dio nemico della conoscenza umana che, crudelmente, mette sotto il naso dell'uomo il frutto proibito dell'emancipazione e poi lo castiga per aver ceduto alla tentazione.

Se l'interpretazione di Amphitrite può in qualche aspetto essere ingenua, la tua è sicuramente molto confusa e in molte citazioni che hai fatto semplicemente falsa. L'episodio biblico del peccato originale occupa poche righe della Genesi, e dunque bisognerebbe almeno rimanere aderenti a quelle parole per tentarne un'interpretazione sensata.
CARLO
Per una interpretazione che sia più corretta possibile, non ci si può limitare alla sola analisi-vivisezione del simbolismo particolare che si sta studiando, ma è necessario ricorrere a quella che i migliori studiosi di simbologia chiamano "analisi comparata" o "amplificazione", cioè al confronto del simbolismo in oggetto col maggior numero possibile di varianti con le quali la tradizione mitico-simbolico-religiosa (di ogni tempo e luogo) esprime la medesima configurazione di significati o configurazioni strettamente analoghe. Senza questa accortezza, di ogni motivo mitico-simbolico possiamo dare decine di interpretazioni diverse e contrastanti tra loro specialmente quando, come dici tu, esso occupa poche righe.

DONQUIXOTE
La Bibbia distingue chiaramente i due alberi e afferma che di quello della vita Adamo poteva mangiarne, e Dio ha impedito l'accesso a tale albero solo dopo che Adamo aveva commesso il peccato, quindi quella citazione da Eliade dell'albero "nascosto" con quel che segue è chiaramente un arbitrario stravolgimento di quel che è scritto.

CARLO
Eliade non stravolge nulla. Egli sottolinea il fatto che questo "albero della vita" è piuttosto misterioso (essendo solo menzionato di sfuggita) e pertanto, per saperne di più sul suo significato ricorre all'"amplificazione" a cui accennavo sopra, cioè alla comparazione con altre varianti analoghe; e da essa trae il significato più coerente.

DONQUIXOTE
Secondariamente la proibizione di Dio nei confronti di Adamo riguarda i frutti dell'albero della conoscenza DEL BENE E DEL MALE, e se questa cosa è chiaramente specificata significa che è importante (anzi fondamentale) ai fini di una corretta interpretazione; dunque non si può assimilare la conoscenza del bene e del male ad una generica "conoscenza" o a una "conoscenza del tutto" e men che meno alla "sapienza" che è esattamente il suo opposto.

CARLO
Per conoscere il bene e il male, è necessaria la conoscenza in generale. Infatti, bene e male possono essere la salute e la malattia (per distinguerle serve la medicina), la verità e la falsità (per distinguerle serve la conoscenza), la virtù e il vizio (psicologia, o conoscenza di sé), giustizia e ingiustizia (serve la giurisprudenza), ecc.. Questo vuol dire che la conoscenza del bene e del male non solo equivale alla conoscenza in generale, ma coincide addirittura con una conoscenza profonda dell'intero scibile.

DONQUIXOTE
E l'assimilazione dell'albero della conoscenza del bene e del male a quello dell'illuminazione di Buddha fatta da Evola, o ad altri alberi simbolici presi più o meno a caso da altre dottrine è una sciocchezza colossale e crea solo caos.

CARLO
Ciò che tu chiami "caos" è l'analisi comparata di cui dicevo sopra; ed è irrinunciabile, perché i simboli sono - detto sinteticamente - le "parole" con cui Dio ispira i profeti, gli autori dei miti religiosi di ogni tempo e luogo, sono le lettere dell'alfabeto del "Verbo divino" e, pertanto, parlano "una sola lingua" in ogni tempo e luogo.

DONQUIXOTE
Prima di tutto bisognerebbe comprendere in profondità l'insegnamento trasmesso da quell'episodio come narrato nella Bibbia,

CARLO
Appunto. Ma l'insegnamento non può essere certamente che Dio vuole l'ignoranza dell'uomo e la sua cieca obbedienza.

DONQUIXOTE
Ad esempio il mito greco di Prometeo si avvicina molto a quello del peccato originale, ma è raccontato e simboleggiato in modi completamente differenti.

CARLO
Certo, ma la sostanza è la stessa: Prometeo ruba il fuoco degli dèi (la luce è un simbolo di conoscenza), è punito dagli dèi e, finalmente, è liberato da Eracle, così come Adamo è liberato-riscattato da Cristo (anche Eracle, come Cristo, era figlio del Padre degli dèi e di una mortale)

DONQUIXOTE
Poi per quanto riguarda il serpente questo è un simbolo diffusissimo in tutte le culture e simboleggia molti aspetti del male e molti aspetti del bene, ma nella Genesi simboleggia solo la tentazione che si insinua nella psicologia umana, ed è infatti descritto come "la più astuta di tutte le bestie" e non simboleggia quindi né il male né il bene ma solo un aspetto della vita del mondo e dell'uomo.

CARLO
Resta da capire perché l'uomo dovrebbe resistere alla tentazione della conoscenza (del bene e del male). Quando me lo avrai spiegato decideremo se si tratta di una "bestia astuta" oppure di un "divino portatore di luce"


DONQUIXOTE
E quella citazione di Williamson che ritiene il serpente una forza benefica è innanzitutto un suo pregiudizio (sia pur legittimo).

CARLO
Vedo che parli tanto per contraddirmi. Cosa significa secondo te il passo biblico riportato in "Numeri, 21:4-9 e rappresentato in queste immagini?

http://3.bp.blogspot.com/-SIpUALEGc48/VdY1yN-U3YI/AAAAAAAAAcc/keRmNzZT5yA/s1600/1210811299.jpg

http://3.bp.blogspot.com/-5zQFp1kWkHw/TdZtIvYz8DI/AAAAAAAAABU/zQWTI0J2F5A/s1600/SERPENTE.JPG

...E questa immagine cosa può significare?

https://1.bp.blogspot.com/-wtf8n1_RSbw/WZDtZ4ujtmI/AAAAAAAAAyU/0HCnJNd2sPcHrIfDEvqhilhQyRjwly72ACLcBGAs/s1600/buddha-cobra.jpg

DONQUIXOTE
Un ultimo inciso: nell'affresco di Michelangelo non esistono affatto due serpenti, uno "femminile" e uno "maschile"; il serpente è solo uno ed ha fattezze femminili (la tentazione). Il personaggio che scaccia dal Paradiso Adamo ed Eva è un cherubino con la spada inviato da Dio, e lo si comprende anche e soprattutto dal fatto che è vestito.

CARLO
Continui a parlare tanto per parlare. Guarda meglio l'immagine:

https://2.bp.blogspot.com/-U8d_PQPK9s8/WZDxe3zwVwI/AAAAAAAAAyg/ZKnDD_vFX482h-VytRguEc6lTNr3xTYpwCLcBGAs/s1600/tentazione%2Bmichel.jpg

DONQUIXOTE
Inoltre i "due serpenti" non sarebbero mai passati al vaglio dei sovrintendenti di S.Pietro che istruivano Michelangelo su cosa riprodurre e ne controllavano l'opera;  nel periodo in cui Michelangelo affrescò la Cappella Sistina il serpente veniva già considerato genericamente come simbolo del male, e siccome chi scaccia Adamo ed Eva dal giardino d'Eden è Dio questi (o un suo inviato) non sarebbe mai potuto essere raffigurato come "serpente".

CARLO
Beh, per capire che si tratta di due serpenti bisogna guardare con molta attenzione
Riguardo al "Dio-serpente", questo è il simbolo di un Dio:

https://1.bp.blogspot.com/-w_tsyYgHMrU/WZDzkHuWHdI/AAAAAAAAAys/zz8R8KEsngQfEpwBcf-pBFdclLIKAI9EACLcBGAs/s1600/Caduceo-simbolo.jpg
#1431
Citazione di: donquixote il 13 Agosto 2017, 22:03:45 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Agosto 2017, 19:31:33 PMLa tua è un'interpretazione ingenua, statica, priva di riferimenti con la condizione umana REALE. Dovresti tenere conto delle premesse che ho espresso nel mio scritto: in primis, quella che vede nella figura del serpente il simbolo NON del demonio, ma di una nuova, "inedita" manifestazione di Dio, il Dio-Lucifero (=portatore di luce) che spinge l'uomo ad evolversi per mezzo della conoscenza, ...di quella conoscenza che gli era precedentemente preclusa. A tal fine, la disobbedienza al "vecchio Dio" è *necessaria*, com'è necessario per un giovane che entra nell'età adulta disobbedire all'autorità paterna, rompere i legami con essa per ricrearli su nuove basi, per poter prendere gradualmente in mano la propria vita come un vero "ometto". Questa disobbedienza può anche creare una rottura momentanea col Padre, ma, come ci chiarisce la parabola del figliol prodigo, si tratta di una rottura salutare. Così come il "secondo figliol prodigo" tornerà al Padre nella gloria (il padre non lo punirà, ma festeggerà il suo ritorno) anche "il secondo Adamo" tornerà al Padre nella gloria della resurrezione. Non ti pare che ci sia un'analogia profonda tra le parole di Luca: "...Bisogna far festa e rallegrarsi, perché questo figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" e le parole di Paolo: "Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi"? Insomma, se non si tiene conto dell'aspetto dinamico-evolutivo della condizione umana, si cade in ingenuità interpretative come quella, appunto, di un Dio nemico della conoscenza umana che, crudelmente, mette sotto il naso dell'uomo il frutto proibito dell'emancipazione e poi lo castiga per aver ceduto alla tentazione.

Se l'interpretazione di Amphitrite può in qualche aspetto essere ingenua, la tua è sicuramente molto confusa e in molte citazioni che hai fatto semplicemente falsa. L'episodio biblico del peccato originale occupa poche righe della Genesi, e dunque bisognerebbe almeno rimanere aderenti a quelle parole per tentarne un'interpretazione sensata. La Bibbia distingue chiaramente i due alberi e afferma che di quello della vita Adamo poteva mangiarne, e Dio ha impedito l'accesso a tale albero solo dopo che Adamo aveva commesso il peccato, quindi quella citazione da Eliade dell'albero "nascosto" con quel che segue è chiaramente un arbitrario stravolgimento di quel che è scritto. Secondariamente la proibizione di Dio nei confronti di Adamo riguarda i frutti dell'albero della conoscenza DEL BENE E DEL MALE, e se questa cosa è chiaramente specificata significa che è importante (anzi fondamentale) ai fini di una corretta interpretazione; dunque non si può assimilare la conoscenza del bene e del male ad una generica "conoscenza" o a una "conoscenza del tutto" e men che meno alla "sapienza" che è esattamente il suo opposto. E l'assimilazione dell'albero della conoscenza del bene e del male a quello dell'illuminazione di Buddha fatta da Evola, o ad altri alberi simbolici presi più o meno a caso da altre dottrine è una sciocchezza colossale e crea solo caos. Prima di tutto bisognerebbe comprendere in profondità l'insegnamento trasmesso da quell'episodio come narrato nella Bibbia, e solo dopo eventualmente confrontarlo con altre dottrine per vedere se ne esistono di simili e soprattutto se sono simboleggiati nel medesimo modo o in altra maniera, e non fare l'operazione opposta guardando i simboli e trarre dalla loro similitudine anche insegnamenti simili. Ad esempio il mito greco di Prometeo si avvicina molto a quello del peccato originale, ma è raccontato e simboleggiato in modi completamente differenti. Poi per quanto riguarda il serpente questo è un simbolo diffusissimo in tutte le culture e simboleggia molti aspetti del male e molti aspetti del bene, ma nella Genesi simboleggia solo la tentazione che si insinua nella psicologia umana, ed è infatti descritto come "la più astuta di tutte le bestie" e non simboleggia quindi né il male né il bene ma solo un aspetto della vita del mondo e dell'uomo. E quella citazione di Williamson che ritiene il serpente una forza benefica è innanzitutto un suo pregiudizio (sia pur legittimo), come del resto è un tuo pregiudizio che la scienza sia la forma di conoscenza più matura ed evoluta che l'uomo abbia mai raggiunto, ma non è certo un'interpretazione conforme a ciò che vuole insegnare la Bibbia con quell'episodio; se prima non si comprende correttamente l'insegnamento biblico è molto difficile poterlo contestare con validi argomenti e si finisce per arrampicarsi sugli specchi. l'episodio del peccato originale è pura filosofia della conoscenza: Platone l'avrebbe chiamata Sophia, e Aldous Huxley "Philosophia Perennis". Un ultimo inciso: nell'affresco di Michelangelo non esistono affatto due serpenti, uno "femminile" e uno "maschile"; il serpente è solo uno ed ha fattezze femminili (la tentazione). Il personaggio che scaccia dal Paradiso Adamo ed Eva è un cherubino con la spada inviato da Dio, e lo si comprende anche e soprattutto dal fatto che è vestito. Inoltre i "due serpenti" non sarebbero mai passati al vaglio dei sovrintendenti di S.Pietro che istruivano Michelangelo su cosa riprodurre e ne controllavano l'opera;  nel periodo in cui Michelangelo affrescò la Cappella Sistina il serpente veniva già considerato genericamente come simbolo del male, e siccome chi scaccia Adamo ed Eva dal giardino d'Eden è Dio questi (o un suo inviato) non sarebbe mai potuto essere raffigurato come "serpente".

Prima che ti risponda dovresti farmi un favore: spiegarmi come funziona il meccanismo delle citazioni parziali. Se clicco su "Citazioni", mi riproduce l'intero post; ma se voglio rispondere punto per punto, cioè fare delle citazioni parziali e poi commentarle una per una, qual è il trucco?
#1432
Citazione di: Amphitrite il 13 Agosto 2017, 18:32:59 PM
Citazione...E sono mai stati invitati dei fisici affinché prendano atto che quelle "luci sante" non hanno una fonte immanente e che, pertanto, violano le leggi della fisica?

I fisici non sono stati invitati, ma andati da soli per contestare la Santa Luce; e saranno sempre dei conflitti quanto tempo il mondo è diviso tra scettici e non.
Anche Yuri Gagarin, dopo aver raggiunto lo spazio e vedendo la sua infinità, ha affermato che non aveva visto alcun Dio.
Ragionare ad un livello alto (intellettualmente parlando) come la scienza, non è affatto negativo. Triste è il pensiero umano di sembrar saper tutto causando nell'uomo l'illusione che egli agisce da solo, che egli ha la spiegazione a tutto ciò che lo circonda. L'essere umano, nel suo orgoglio, ha dimenticato che ha un'anima  che fa battere il suo cuore. Quell'anima, spirito essendo (quindi non visibile, ma sei cosciente che esiste), se è cieca non conoscerà mai l'autentica Verità.
Quella di Gagarin è una battuta da stupidi: un Dio trascendente non abita nello spazio.
Riguardo, invece, alla "luce santa", non è mica difficile stabilire se si tratta di una ...sòla, di un inganno: basta controllare minuziosamente la presenza di eventuali fonti di energia!

Amphitrite
Ecco un'intervista (in inglese) interessante di un fisica russo che è andato ad analizzare la Santa Luce:
http://www.skarlakidis.gr/en/thema/17-2012-09-08-10-35-17.html

CARLO
Purtroppo non ne mastico molto di inglese! Che dice il fisico russo?
#1433
Citazione di: lorenzo il 13 Agosto 2017, 19:31:27 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 11 Agosto 2017, 17:03:13 PM
"E' notevole il fatto che in quasi tutte le religioni di cui abbiamo qualche ricordo, l'equinozio di primavera è la data dell'anno assegnata alla morte ed alla risurrezione di un dio o di un uomo divino".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 30]
Mi pare che solo il cristianesimo proclami che un uomo-dio sia risorto da morte e apparso ai suoi discepoli, conversando mangiando e facendosi toccare da loro.
L'unità fondamentale delle religioni sta, eventualmente, da un'altra parte.
"Unità fondamentale delle religioni" non significa una noiosa ripetizione di storie uguali, ma una profonda complementarità di significato tra tante storie ispirate diverse tra loro. E' come l'unità di una grande orchestra: non ha bisogno di tanti strumenti tutti uguali, ma degli strumenti più diversi che concorrono - ciascuno a suo modo - ad una medesima grande melodia comune.
#1434
Citazione di: Amphitrite il 13 Agosto 2017, 17:53:12 PM
CitazioneCom'è possibile che il frutto di un Albero Sacro posto nel centro del Paradiso Terrestre, provochi l'allontanamento dell'uomo da Dio?
Non è il frutto della conoscenza ad aver fatto cadere nel peccato l'uomo; ma la disobbedienza e codardia.
Dio è stato furbo, ma un furbo saggio. Lui sapeva che proibire all'uomo di mangiare da un albero (mentre dagli altri sì), lo avrebbe incuriosito (perché è una cosa umana - sono le cose misteriose e oltre i nostri limiti ad attirarci). La "curiosità" di Adamo è paragonabile a quella della Pandora greca (che anche lei, nonostante fu avvertita a non aprire la scatola, ella l'apri lo stesso).
Tornando ad Adamo: ora che l'errore era fatto, apparentemente non si poteva fare più niente. E invece, quando Dio arriva e gli chiede perché lo aveva fatto, Adamo non chiede il perdono (come doveva fare siccome aveva sbagliato). Se Adamo chiedeva il perdono, Dio, nella Sua misericordia, lo avrebbe sicuramente perdonato e l'umanità non sarebbe stata condannata. Tuttavia, Adamo dà la colpa ad Eva, la donna, dimostrando di essere così un codardo che non ammette i suoi stessi errori. Eva, al suo turno, dà la colpa al serpente (l'animale, non il Diavolo). Infuriato, Dio maledice tutti 3: l'uomo di guadagnare il pane lavorando, la donna di partorire in dolori ed essere inferiore al suo uomo, e al serpente di strascinare per terra (poiché secondo i Santi Padri, il serpente inizialmente camminava).

La tua è un'interpretazione ingenua, statica, priva di riferimenti con la condizione umana REALE. Dovresti tenere conto delle premesse che ho espresso nel mio scritto: in primis, quella che vede nella figura del serpente il simbolo NON del demonio, ma di una nuova, "inedita" manifestazione di Dio, il Dio-Lucifero (=portatore di luce) che spinge l'uomo ad evolversi per mezzo della conoscenza, ...di quella conoscenza che gli era precedentemente preclusa. A tal fine, la disobbedienza al "vecchio Dio" è *necessaria*, com'è necessario per un giovane che entra nell'età adulta disobbedire all'autorità paterna, rompere i legami con essa per ricrearli su nuove basi, per poter prendere gradualmente in mano la propria vita come un vero "ometto". Questa disobbedienza può anche creare una rottura momentanea col Padre, ma, come ci chiarisce la parabola del figliol prodigo, si tratta di una rottura salutare. Così come il "secondo figliol prodigo" tornerà al Padre nella gloria (il padre non lo punirà, ma festeggerà il suo ritorno)  anche "il secondo Adamo" tornerà al Padre nella gloria della resurrezione. Non ti pare che ci sia un'analogia profonda tra le parole di Luca: "...Bisogna far festa e rallegrarsi, perché questo figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" e le parole di Paolo:  "Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi"?

Insomma, se non si tiene conto dell'aspetto dinamico-evolutivo della condizione umana, si cade in ingenuità interpretative come quella, appunto, di un Dio nemico della conoscenza umana che, crudelmente, mette sotto il naso dell'uomo il frutto proibito dell'emancipazione e poi lo castiga per aver ceduto alla tentazione.
#1435
Citazione di: iano il 13 Agosto 2017, 18:02:27 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Agosto 2017, 17:38:36 PM
Citazione di: iano il 13 Agosto 2017, 15:17:32 PMParlare quindi di materia e di mente come due cose separate in assoluto non ha alcun senso in generale.
L'operazione fatta da Cartesio ha un senso,seppur limitato,ed può essere utile ed avere sviluppi futuri.
Voler rendere tale operazione più soft,per alleggerire il disagio che ci genera,ha la sola utilità di alleggerire tal disagio,e non può avere ulteriori sviluppi.
Siamo d'accordo: ma cosa c'entra tutto ciò con "l'interazionismo" di Eccles e con la mia idea di "dialettica mente-corpo"?
Forse nulla.Ho risposto per quel che ho acchiappato dal tuo lungo post.
Sono andato del tutto fuori tema?

Non del tutto: gli hai girato intorno in modo un po' ...inconcludente!   :)
#1436
Citazione di: iano il 13 Agosto 2017, 16:21:33 PM

Solo dopo averle assunte si potrà dire se sono buone o cattive!in relazione al contesto in cui viviamo.


Se le idee false fossero sempre e comunque indistinguibili dalle idee vere, avresti ragione tu. Ma allora non sarebbero mai nate né la filosofia, prima, né la scienza, dopo. Invece, il progresso della conoscenza e il suo successo contro innumerevoli superstizioni, dimostrano che le cose non stanno come dici tu e che possiamo sapere in anticipo che certe idee fasulle possono intossicare la mente umana.

Language is a virus (L. Anderson)
https://youtu.be/KvOoR8m0oms
#1437
Citazione di: lorenzo il 13 Agosto 2017, 12:08:44 PM
Amphitrite GRAZIE, vorrei scriverlo in caratteri enormi. Come è possibile che siano in così pochi a conoscere questo evento?
Per saperne di più ho trovato questa pagina in italiano
http://www.holyfire.org/file/Italian_Un_Grande_Miracolo.htm

...E sono mai stati invitati dei fisici affinché prendano atto che quelle "luci sante" non hanno una fonte immanente e che, pertanto, violano le leggi della fisica?
#1438
Citazione di: iano il 13 Agosto 2017, 15:17:32 PMParlare quindi di materia e di mente come due cose separate in assoluto non ha alcun senso in generale.
L'operazione fatta da Cartesio ha un senso,seppur limitato,ed può essere utile ed avere sviluppi futuri.
Voler rendere tale operazione più soft,per alleggerire il disagio che ci genera,ha la sola utilità di alleggerire tal disagio,e non può avere ulteriori sviluppi.
Siamo d'accordo: ma cosa c'entra tutto ciò con "l'interazionismo" di Eccles e con la mia idea di "dialettica mente-corpo"?
#1439
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Agosto 2017, 16:53:14 PM

continua...

Nella seguente incisione di P. Langer, oltre al teschio di Adamo, compaiono anche il serpente tentatore e il frutto del "peccato".
 
http://3.bp.blogspot.com/-k4RTKCw5dlE/Uh3EKSMcljI/AAAAAAAAAOI/PgBaQvEturE/s1600/34+Cristo+Adamo+Teschio+Serpente,+P.+Langer.jpg
 
Cosicché, al frutto velenoso e fuorviante del Primo Albero si alterna il frutto risanatore e redentore del Secondo Albero, l'Albero della Croce. Al primo mito biblico fa da contraltare l'ultimo, nel quale è portato a compimento il cammino iniziato in Adamo. Questa dualità è sottolineata anche da M. Eliade e da Chevalier & Geerbrant (Dizionario dei simboli, Vol. 1, pg.23):
 
"Nel centro del Paradiso stavano l'Albero della Vita e l'Albero della Scienza del bene e del male (...) Cos'è l'Albero della Vita? È un doppione dell'Albero della Scienza, oppure, come credono alcuni studiosi, l'Albero della Vita era «nascosto» e sarebbe diventato identificabile, e quindi accessibile, soltanto nel momento in cui Adamo avesse conseguito la scienza del bene e del male, cioè la sapienza? Noi incliniamo per questa seconda ipotesi. L'Albero della Vita può dare l'immortalità, ma non è affatto facile trovarlo; è nascosto, come ad esempio l'erba dell'immortalità che Gilgamesh cerca in fondo all'oceano; oppure è custodito da mostri, come le mele d'oro del giardino delle Esperidi. La coesistenza dei due alberi miracolosi - l'Albero della Scienza e l'Albero della Vita - non è tanto paradossale quanto parrebbe a prima vista. La ritroviamo in altre tradizioni arcaiche: sull'ingresso orientale del Cielo, i Babilonesi ponevano due alberi, quello della Verità e quello della Vita; e un testo di Ras Shamra ci dice che Alein concede a Ltpn la sapienza e l'eternità insieme".  [M. ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pp.297-8]
 
"L'Albero della scienza è lo strumento della caduta di Adamo e si dice che servì anche a costruire la croce di Cristo spesso assimilata a sua volta all'Albero della Vita, che diventa così anche strumento di redenzione. (...) L'albero della Vita concerne solo coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello (Apocalisse 3:7, 22:2). Così l'albero di vita della prima alleanza annuncia la Croce della seconda alleanza; l'albero di vita della Genesi prefigura la Croce e la morte di Cristo, che è già l'albero-croce. (...) Per espiare la colpa di Adamo, una sanguinosa vittima umana è legata all'albero della Vita. Questa concezione si ritrova in un Passionario slesiano del XV secolo".  [CHEVALIER & GEERBRANT: Dizionario dei simboli, vol. 1 - pg. 23/30]
 
Questa dualità Adamo-Cristo viene sottolineata in modi diversi anche dalle figure seguenti. In questa (una miniatura del sec. XV):
 
http://1.bp.blogspot.com/-TXzW_IyxfZo/TdZq2v-tKfI/AAAAAAAAABE/7mBC-xeX2ho/s1600/Cristo-Adamo+4.jpg
 
 
il Cristo risorto, il "secondo Adamo" tiene per mano il primo Adamo in segno di riconciliazione e di redenzione dell'intero genere umano.
Invece, nella "Tentazione" di Michelangelo:
 
http://4.bp.blogspot.com/-JuMywbEKwU4/TdZo-Zv-24I/AAAAAAAAABA/u2D2MVqxNtQ/s1600/Caduceo+Michelangelo+2.JPG
 
la dualità è simbolizzata nella coppia di serpenti attorcigliati, a mo' di caduceo, nel tronco dell'Albero della Conoscenza: il serpente femminile porge il frutto della "tentazione" e il maschile caccerà i due "peccatori" dall'Eden.
 
"Disse il serpente: Dio sa bene che se ne mangerete i vostri occhi si apriranno, diventerete come lui: avrete la conoscenza di tutto". (Genesi, 3:5, 6)
 
"Nella vostra Legge c'è scritto questo: Io vi ho detto che siete dèi. La Bibbia dunque chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Bibbia non può essere annullata". (Giovanni, 10:34)
 
"Gli Ofiti - scrive Epifanio - attribuiscono tutta la sapienza al serpente del Paradiso e dicono che egli fu l'autore della scienza degli uomini".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 112]
 
Questa realizzazione solo a metà del Caduceo sembra confermare simbolicamente l'idea che la Scienza non corrisponda con la meta finale, ma solo con il "primo tempo" del cammino umano verso il Logos finale: è il principio, l'Alfa, in viaggio verso l'Omega, un viaggio da esuli dopo la cacciata dall'Eden, un percorso non più illuminato dalla presenza di Dio, ma dalla luce della Ragione. E' l'Illuminismo ateo e razionalista.
 
"Gli aspetti mistici dell'Albero della Conoscenza e dell'Albero della Vita sono numerosi. Nei tempi antichi gli iniziati erano chiamati "Alberi sacri", "Alberi del Signore"; e le loro iniziazioni - intellettuali e spirituali - erano rappresentate rispettivamente dal frutto dell'Albero della Conoscenza e da quello dell'Albero della Vita, poiché il primo senza il secondo è male. Il solo frutto dell'Albero della Conoscenza è morte; ma insieme al frutto dell'Albero della Vita è salute e immortalità. Essi costituiscono l'unione di Manas e Buddhi (mente e spirito), la misura della perfezione, la pienezza della statura di Cristo". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 96]
 
Ma esistono altre convergenze su questo medesimo significato. Per esempio, la Pietra filosofale dell'Alchimia si configurava anche come il frutto dell'Albero filosofico, cioè come conquista dell'intelletto e come Principio logico-filosofico.
E il cerchio si chiude ancora una volta considerando che gli alchimisti identificavano la Pietra filosofale sia con Mercurio-Ermes (la loro arte era detta anche "Ars Ermetica"), che con Cristo che essi chiamavano "Filius philosophorum". Inoltre, il Mercurio-Pietra filosofale era considerato il "Redemptor spiritus et naturae", cioè il redentore dello spirito e della natura".
Infine, nella figura (Eleazar, 1760):
 
http://1.bp.blogspot.com/-V5cwFUDsL4E/TdZspK1zXYI/AAAAAAAAABQ/Uq0CEeDKt0k/s1600/CROCE-CADUCEO.JPG
 
è rappresentato il "Serpens mercurialis", un altro dei simboli della Pietra filosofale, che si collega ancora al biblico serpente di bronzo innalzato da Mosé; due facce della stella medaglia:
 
http://3.bp.blogspot.com/-5zQFp1kWkHw/TdZtIvYz8DI/AAAAAAAAABU/zQWTI0J2F5A/s1600/SERPENTE.JPG
#1440
Possiamo giungere alla stessa idea di un'imminente "incarnazione" del Principio nel Sapere umano anche a partire dal mito biblico di Adamo, sempreché si esca dalle ristrettezze interpretative classiche del cristianesimo.
In tutte le tradizioni l'Albero del Paradiso, o Albero Cosmico, o Albero della Conoscenza, o Albero sacro (si veda l'Albero dell'Illuminazione del Budda, l'Albero della Conoscenza indù, l'Albero sciamanico della guarigione, ecc.) rappresenta la dimora di Dio in terra nel "Centro del mondo" e i suoi frutti simbolizzano i doni del Cielo.

"All'«Albero», con alto grado di unifomità, si associano idee di immortalità e di conoscenza sovrannaturale da una parte, dall'altra figurazioni di forze mortali e distruttrici, nature temibili come draghi, serpi o dèmoni. Inoltre, esiste tutto un ciclo di miti concernenti vicende drammatiche che hanno per centro l'Albero, e che dietro l'allegoria celano significati profondi. Di tali miti, è popolarmente noto quello biblico, conclusosi con la caduta di Adamo. Noi risaliremo all'insieme più vasto a cui esso appartiene, per determinarne le varietà, dopo aver fatto cenno all'universalità degli elementi simbolici che vi figurano.
Già nei Veda e nelle Upanishad incontriamo l'«Albero del Manda», talvolta capovolto, a significare che «in alto», nei «cieli», risiede l'origine della sua forza. Poiché da esso stilla la bevanda d'immortalità (soma o amrta); poiché l'avvicinarsi ad esso produce l'ispirazione e una visione che, superando il tempo, è come il ricordo di infinite forme di esistenza; poiché, d'altra parte, nel fitto dei suoi rami si cela Yama, il Dio dell'oltretomba, concepito però anche come un re dello stato primordiale - già in esso riscontriamo la convergenza di elementi e di idee sopra indicata. E la ritroviamo nell'Iran, nella tradizione di un doppio albero, l'uno comprendente, secondo il Bundahesh, tutte le sementi, l'altro, capace di fornire la bevanda d'immortalità (haoma) e la scienza spirituale; per cui la mente corre altresì ai due alberi paradisiaci biblici, l'uno della Vita e l'altro, appunto, della Scienza. Il primo poi equivale a quello di cui in Matteo XIII, 31-32, raffigurante il regno dei cieli che sorge dal seme gettato dall'uomo nel suo simbolico «campo»; si ritrova nella Apocalissi giovannea (XXII, 2) e soprattutto nella Kabbala, ove al «Grande e possente Albero di Vita», da cui «promana la Vita dall'alto», è connessa una «rugiada» per virtù della quale si produce la resurrezione dei «morti»: palese equivalenza con la virtù immortalante dell'amrta vèdico e dell'haoma irànico.
La mitologia assiro-babilonese conosce anch'essa un «Albero cosmico» radicato in Eridu, la «Casa della Profondità», detta anche «Casa della Sapienza». (...)
Interessante è poi la variante, secondo la quale l'Albero ci si presenta anche come quello del dominio e dell'Impero universale: la si ritrova in saghe, come quelle di Ogiero e del Prete Gianni, di cui abbiamo detto altrove. In queste saghe l'Albero spesso si sdoppia in un Albero del Sole e in un Albero della Luna".         [J. EVOLA: La Tradizione Ermetica - pp.31-2]

Ma allora perché nel mito dell'Eden si associa il frutto della conoscenza con il dramma della caduta nel peccato? Com'è possibile che il frutto di un Albero Sacro posto nel centro del Paradiso Terrestre, provochi l'allontanamento dell'uomo da Dio?
La risposta non può trovarsi, naturalmente, nell'equiparazione dottrinaria cattolica tra il serpente e il male assoluto, poiché anche il serpente simbolizza tradizionalmente l'incarnazione del principio divino, sia pur nella sua forma più primitiva, ctonia, enigmatica, ambigua. Infatti, la sua lingua è biforcuta e il suo veleno può trasformarsi in medicina.

http://1.bp.blogspot.com/-WzRphP3TgFs/UmqXHv1Ro6I/AAAAAAAAAXQ/pbWFJ3cv8FA/s1600/75+Caduceo+-+Graal.jpg

Tanto che nell'Antico Testamento il serpente di bronzo che Mosè innalza come strumento "magico" di guarigione dal morso dei serpenti è considerato dalla stessa esegesi cristiana come una prefigurazione del Cristo Redentore (vedi figure: Bronzino, sec. XVI + moneta coniata da Gerolamo da Magdeburgo - sec. XVI).

http://3.bp.blogspot.com/-SIpUALEGc48/VdY1yN-U3YI/AAAAAAAAAcc/keRmNzZT5yA/s1600/1210811299.jpg

http://3.bp.blogspot.com/-5zQFp1kWkHw/TdZtIvYz8DI/AAAAAAAAABU/zQWTI0J2F5A/s1600/SERPENTE.JPG


Scrive Williamson:

"Poiché l'uomo è spinto a mangiare il frutto dell'Albero della Scienza appunto dalla forza impellente dell'evoluzione, così il serpente della Genesi, che simboleggia questa forza, non rappresenta un potere malvagio, ma un agente benefico".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 95]

La risposta al problema della "caduta" e del "peccato" associati alla Conoscenza comincia a delinearsi solo se riflettiamo su due dati importanti:
1 - sul fatto che la forma di conoscenza più matura ed evoluta che l'uomo abbia mai raggiunto, cioè la Scienza, ha abbagliato la cultura umana di questi ultimi tre secoli conducendola al materialismo, al razionalismo estremista e all'ateismo come fenomeno di massa;
2 - sulla capacità dei grandi archetipi mitologici, da sempre, di prefigurare o predire simbolicamente il futuro.
Coniugando queste due considerazioni, il mito del "peccato originale" può essere visto, allora, come la prefigurazione dell'incontro dell'uomo con la Scienza e col suo pericoloso potere desacralizzante.
E' la Scienza che, sotto metafora, ha allontanato Adamo da Dio; e sarà il "secondo Adamo", cioè Cristo, che curerà questa forma di conoscenza "peccaminosa" e la eleverà alla perfezione del Logos, alla meta della Verità definitiva e redentrice in un Principio universale.

"Nel ventaglio della tradizione la possibilità è duplice: da una parte l'Albero è concepito come una tentazione, che conduce a rovina e a maledizione chi vi soggiace; dall'altra, esso è concepito come l'oggetto di una conquista possibile che, vincendo sia draghi, sia gli esseri divini che lo difendono, trasforma l'audace in un dio e - talvolta - trasferisce l'attributo della divinità e dell'immortalità da una stirpe ad un'altra stirpe.
Così quella scienza da cui Adamo si fa tentare per «divenire simile a Dio» e che egli non conquista che per esser subito abbattuto e privato dello stesso Albero di Vita proprio da colui al quale aveva voluto rendersi simile - quella stessa scienza sovrannaturale il Buddha invece la consegue sotto l'Albero ad onta degli sforzi di Mara - egli che, come vuole un' altra tradizione, sarebbe riuscito a strappar la folgore al dio Indra".    [J. EVOLA: La Tradizione Ermetica - pg.33]

"Il mito ci dice dunque, figuratamente, di una vicenda che presenta un rischio e una incertezza fondamentali. Nelle teomachie esiodee, e tipicamente nella saga del Re dei Boschi, Dèi o uomini trascendenti si mostrano detentori di un potere che può passare, insieme all'attributo della divinità, a chi sappia prenderlo. A tale stregua la forza primordiale ha natura femminile (Albero = Donna divina): essa può subire quella violenza, che negli stessi Vangeli è detto potersi usare verso il «Regno dei Cieli». Ma fra coloro che tentano v'è chi forza il passo e trionfa, e vi è chi cade e sconta la sua audacia, subendo gli effetti dell'aspetto letale di quella stessa potenza.
Ora, l'interpretazione di tale vicenda mette in luce la possibilità di due opposte concezioni: quella eroico-magica e quella religiosa. Secondo la prima, chi nel mito cade è solo un essere nel quale la fortuna e la forza non sono state pari all'audacia. Ma secondo l'altra, quella religiosa, il significato è diverso: qui la sfortuna si trasforma in colpa, l'impresa eroica in un atto sacrilego e maledetto non in quanto conclusasi in un esito non vittorioso, ma in se stessa. Adamo non è più uno che è caduto in una vicenda, in cui altri riuscí vincitore: egli è invece uno che ha peccato, e ciò che gli è accaduto è l'unica cosa che gli poteva accadere. Non gli resta dunque che riparare espiando, e soprattutto rinnegando la volontà che lo spinse a quell'impresa: l'idea, che il vinto possa anche pensare alla rivincita, o intenda tener fermo alla dignità che il suo atto gli ha assicurata, dal punto di vista «religioso» apparirebbe come il «luciferismo» più riprovevole".   [J. EVOLA: La Tradizione Ermetica - pp.34/35]

Questa distinzione-separazione dualistica (operata da Evola) tra la concezione eroico-magica e quella religiosa dei miti si risolve e si chiarifica nell'ipotesi in cui il mito voglia alludere ad una impresa il cui epilogo vittorioso sarà preceduto da una sconfitta, da un errore di percorso, da un allontanamento temporaneo da Dio; in cui si alluda, cioè,  ad una impresa nella quale ad una morte farà seguito una resurrezione, dove ad un Adamo "peccatore" seguirà un Cristo Risorto . Ed effettivamente Cristo è considerato biblicamente come il "secondo Adamo":

"Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi". (1 Corinti,15:22)

"Il primo uomo Adamo divenne anima vivente. L'ultimo Adamo divenne spirito vivificante. Il primo è ciò che è fisico, l'ultimo ciò che è spirituale".(1 Corinti,15:45)

Così come Adamo, per mezzo dell'Albero della Conoscenza allontanò l'umanità da Dio, Cristo, il Logos, per mezzo dell'Albero della Croce, la ricondurrà di nuovo al suo Principio creatore.
Sono molto numerose, specie nel Rinascimento, le raffigurazioni di Gesù crocifisso sui rami di un albero.

http://1.bp.blogspot.com/-tvrFMDzV_b8/Uh25S9Eij0I/AAAAAAAAANw/bboPlk_1oiY/s1600/30+Cristo,+l'Albero+della+vita,+Arcimboldi.jpg

http://3.bp.blogspot.com/-zzZ-om8iKw0/TdZmtjisBqI/AAAAAAAAAA4/JXYzJDjz43g/s1600/Cristo-albero+3.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-dsmbQp1mELc/Uh25TBmNSgI/AAAAAAAAAN0/mgoi0DZDcvE/s1600/31+Cristo-Albero.jpg

http://1.bp.blogspot.com/-VHMFmAyoqxA/Uh25PxBxqDI/AAAAAAAAANg/0Hwk7DcDjk8/s1600/32+Cristo+Albero+della+Vita-Vite.jpg

http://3.bp.blogspot.com/--wTqfIiD-Sc/Uh25RmXQ7BI/AAAAAAAAANo/FSCchtCr9xo/s1600/33+Croce-Albero.jpg

continua...