Citazione di: odradek il 26 Aprile 2019, 01:21:49 AM[quel «poi» è per me importante e lo ritroveremo in seguito]
Il campo della AI è il campo in cui ha "realmente e concretamente" senso parlare di ontologia, in quanti poi si tratta di implementare in un codice macchina questa ontologia; incarnarla.
Probabilmente, come accennavo, è solo una questione di (mio?) vocabolario: l'"ontologia" della robotica (tu stesso hai giustamente usato spesso le virgolette) mi suona come una metafora dell'ontologia filosofica (che non necessita di virgolette), che ha contenuti, temi e problemi che mi pare esulino dall'interazione di meccanismi automatizzati in uno spazio. L'ontologia filosofica ha per oggetto l'uomo (da Protagora in poi) nella sua relazione con ciò che esiste (compresi i robot), ma la relazione fra robot e mondo, e gli annessi fondamentali e specifici problemi di programmazione e realizzazione tecnica, credo non appartengano all'ontologia filosofica. Ad esempio, insegnare ad un sensore per auto a guida autonoma come distinguere un paletto da un essere umano, non credo possa ricevere aiuti significativi dalla riflessione filosofica.
Se però intendiamo come «ontologico» ogni discorso che si occupa di ciò che (pare) esiste(re), allora la filosofia diventa un tipo di discorso ontologico e non viceversa (rovesciando la "dialettica" fra tema e approccio).
Insisto sul significato dei termini perché serve a intendersi: ad esempio, se mi dici che stai scrivendo un articolo di ontologia, penso di default alla filosofia e te ne chiedo una copia; se poi mi ritrovo a leggere di interazioni fra robot, periferiche e comandi di programmazione, resto piuttosto spiazzato. Tutto qui.
Citazione di: odradek il 26 Aprile 2019, 01:21:49 AMPremesso che alcuni dei convocati credo abbiano poco da contribuire in merito (opinione personale), ho il sospetto che solo dopo la riunione (e quindi forse mai) verrà chiamato il tecnico esperto in AI per ricevere suggerimenti di come "aiutare" un programma a identificare "ontologicamente" degli oggetti, con cui poi (per far eco al «poi» della tua prima citazione) interagirà un robot. E il fatto che siano da tempo iniziati e progrediti esperimenti di AI, machine learning, etc. anche senza che sia finita la suddetta riunione, mi pare un fattore molto eloquente sulla differenza fra ontologia filosofica e "ontologia" robotica.
La AI riflette sulla filosofia il suo problema che a sua volta è quello della filosofia e che consiste:
intorno ad un tavolo con dieci fisici nucleari (uno per quantistica), quattro filosofi, due rabbini, sei gesuiti, due biologi, Foucalt e Lacan, ci si aspetterebbe che esca una definizione esatta -codificabile- di cosa sia una mela. Questo non è ancora successo.
P.s.
Se, rileggendo il tuo post, sostituiamo opportunamente «ontologia» con «identificazione percettiva», il senso del discorso mi pare restare il medesimo. Se facessimo lo stesso in un post in cui si parla di ontologia filosofica, non sono sicuro il risultato sarebbe parimenti compatibile (per quanto l'identificazione percettiva sia indubbiamente uno dei temi pertinenti all'ontologia filosofica, nel momento in cui parte dalla gnoseologia che, tuttavia, è un'altra disciplina filosofica).