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Messaggi - doxa

#1426
Attualità / Re:Burkina
06 Settembre 2016, 06:19:05 AM
Paul ha scritto:
Citazionespesso si impara il peggio, non il meglio, di una cultura -
Ma il problema è che si è perso di vista se essere parte attiva di un cambiamento o vivere le vessazioni "per quieto vivere", per convenienza indotta da condizioni socio-economiche di debolezza, speso ai limiti della servitù.
Vincerà la logica di Galli della Loggia, l'ho già visto con le emigrazioni interne degli anni Sessanta.
Ma spingerei anche affinchè le persone che hanno un cervello e coraggio nell'Islam(ma non solo), a cominciare dalle donne, abbiano luoghi mediatici per denunciare la propria condizione

Paul sono d'accordo con te.
Il burkini la modista australiana l'ha ideato 11 anni fa. Questo tipo di costume da bagno  si sta diffondendo tra le ragazze islamiche, forse per provocazione verso la cultura occidentale o per motivi culturali e socioambientali. Comunque ora è oggetto di dibattito. Perché cominciato in Francia ? E' stato suscitato dopo i numerosi attentati ? Il burqini è solo un pretesto per rapportarci con altre culture ?

Dal punto di vista relativista nessuna cultura è superiore ad un'altra; non possiamo giudicare una cultura con i nostri parametri occidentali.  Però il valore universale della tolleranza e della libertà vuole uguaglianza per  uomini e donne.  Allora come si può accettare la truce tradizione dell'infibulazione e più in generale delle mutilazioni del corpo femminile, oppure la violenta la tradizione ebraica del taglio del prepuzio ai bambini ? La nostra cultura liberal, egemone in Occidente, impone di combattere queste violente, illecite usanze, che contrastano con i nostri valori e la nostra cultura.  

Cosa s'intende per "donna libera" ? La "libertà" è davvero riservata solo a donne che vivono in modo moderno in Occidente ?  Il concetto di "liberazione" è soggettivo ? Le donne islamiche che sul capo indossano il velo in tutte le stagioni dell'anno sono "libere" ? Per loro quel foulard è segno d'identità, ma ci sono quelle che lo indossano con orgoglio come sfida anti-cristiana, purtroppo. E' una cosa spirituale ma è diventata politica.

Tornando al burkini,  già è stato detto in precedenti post che fino a pochi decenni fa anche da noi uomini e donne andavano al mare indossando i vestiti. Poi fu lanciata la moda del costume lungo per i maschi e per le femmine. Col tempo si è capito che al mare ci si va per fare i bagni ma anche per motivi di salute o estetici, come la leggera abbronzatura. E si è giunti al bikini per le ragazze e gli slip o i calzoncini per i ragazzi e i senior. Invece per le ragazze islamiche  è stato elaborato il burkini, imposto anche da mariti, fratelli, pressioni psicologiche di gruppo.  Vietarlo può aiutarle ad emanciparsi dalle varie tutele, dalla loro cultura, situata in un altro tempo ?

Le conquiste che a molti di noi oggi paiono naturali e irrinunciabili, in quanto condizioni minime di civiltà, sono frutto di un percorso durato secoli.
Pensare che miliardi di persone in pochi anni possano superare differenze formatesi nei secoli è un errore di valutazione.


Può darsi che i modelli occidentali, con le loro promesse di benessere e di libertà, finiscano per imporsi nella maggior parte dei Paesi del mondo, e che sia solo questione di tempo: prima o poi vedremo le donne islamiche in bikini. Ma può anche darsi che, la civiltà libertaria dell'Occidente non attecchisca ovunque.
#1427
Attualità / Re:Burkina
03 Settembre 2016, 06:44:41 AM
Un'altra interessante opinione sul burkini è quella del professor Ernesto Galli della Loggia, pubblicata ieri, 2 settembre, sul "Corriere della Sera. Questo storico fa anche un riflessione nostro passato in Italia quando era in vigore il matrimonio "riparatore" per tutelare la donna "disonorata".  E' un recente passato, come quello riguardante l'evoluzione del costume da bagno nella nostra penisola, oggetto di dibattito negli ultimi post tra Verdeidea e Gibran.

Il predetto editorialista rileva che dopo la decisione del Consiglio di Stato francese ogni donna di fede islamica che voglia indossare il burkini è libera di farlo, in Francia. E si domanda: "ma la donna islamica che invece non volesse ? Potra farlo ? Che ne è della sua volontà ? L'altra metà del problema è per l'appunto questa.

È il problema posto dalla presenza nei Paesi europei di comunità come quelle islamiche caratterizzate in genere da strutture interne, familiari e non, fortemente gerarchizzate che assegnano alle donne un obbligo di sottomissione nonché una libertà di comportamento e di espressione limitato, spesso gravemente limitato (per esempio nel caso dell'abbigliamento e dei costumi sessuali e matrimoniali), rispetto a quello maschile. Si tratta di comunità, in altre parole, che sulla base di precetti religiosi (non m'interessa se fondati o no ) non riconoscono a uomini e donne né eguali diritti e doveri né eguale modalità di presenza nello spazio privato come in quello pubblico. Non solo, ma che, almeno per consuetudine, considerano normale che il maschio eserciti un potere di sanzione nei confronti della donna che non rispetti le regole suddette.

Si pone dunque un problema reale, mi pare: possono le nostre società e i nostri ordinamenti accettare che al proprio interno esistano vaste enclaves dove abitualmente (lo sottolineo: non come una sporadica eccezione, ma come loro abituale modo d'essere) non vigono alcuni basilari principi di eguaglianza? E pure ammesso (e tuttavia concesso con qualche difficoltà, lo ammetto) che nella stragrande maggioranza dei casi le donne accettino senza problemi, anzi addirittura volentieri, lo stato di inferiorità/sottomissione loro assegnato, può ciò bastare a cancellare l'anormalità del quadro complessivo e indurre quindi i poteri pubblici a non intervenire?

Mi viene in mente una fattispecie che presenta più d'una analogia con ciò di cui sto parlando. Fino a qualche decennio fa il codice penale italiano consentiva che il colpevole del reato di stupro vedesse il proprio crimine di fatto cancellato se egli si offriva di sposare la vittima, e se questa a propria volta accettava. Come forse qualcuno ricorda, un tale meccanismo «riparatore» aveva abitualmente corso in molte contrade specie dell'Italia meridionale. Nessuno però si prendeva la briga di indagare a quali e quante pressioni la vittima era stata sottoposta da parte di un ambiente, innanzi tutto familiare, il quale, se lei non avesse accettato di sposare il suo stupratore l'avrebbe considerata per sempre 'disonorata'. Orbene, proprio per rompere questa pressione ambientale spesso fortissima nei riguardi di un soggetto palesemente debole, della cui libera volontà non si poteva mai essere realmente certi, proprio perciò la legge fu cambiata, cancellando la possibilità del matrimonio «riparatore».

È consentito dire che più o meno allo stesso modo non è sufficientemente certo che una donna islamica che indossa il burkini lo faccia realmente di sua spontanea volontà? Insomma: il principio tipicamente liberale che purché non si rechi danno ad altri ognuno può fare ciò che vuole è, sì, un principio sacrosanto della nostra convivenza; ma lo è appunto perché si presume che ciò che si fa è effettivamente ciò che si vuole (non per nulla in vari casi la legge punisce molto severamente la coartazione, in qualunque modo conseguita, della volontà altrui; si pensi al caso del matrimonio). Ma come si capisce, tutto cambia se cambia la premessa".


Galli della Loggia conclude dicendo che per risolvere questo contrasto c'è un solo modo: l'integrazione ! Cominciando dai giovani, con l'imposizione dell'obbligo scolastico, l'istruzione  concepita ed organizzata con l'obbligo di gite, visite a musei, spettacoli teatrali e cinematografici, attività culturali e sportive; diffusione capillare della lingua italiana mediante corsi per adulti."Altrimenti con il tempo andremo di sicuro verso il radicamento nella nostra Penisola di una, due, tre comunità straniere sempre più grandi e numerose, non comunicanti tra loro, alternative e in vari modi concorrenti con la preesistente comunità nazionale. Con l'effetto, alla lunga inevitabile, di far nascere un clima di latente guerra civile".
#1428
Attualità / Re:Burkina
01 Settembre 2016, 05:35:50 AM
Verdeidea ha scritto:  
CitazioneMa il burkini che copre dalla testa alle caviglie come una tuta da sub mi pare fanatico e pazzesco. È solo desiderio di distinguersi dalle occidentali, quindi è espressione di apartheid.


Vogliono distinguersi ? Vogliono indossare abiti che hanno significato identitario ?  Vogliono manifestare la loro fede religiosa ? Benissimo ! La loro scelta significa non integrazione con il nostro modo di agire, per conseguenza se vogliono stare sulle nostre spiagge con il burkini si conceda loro delle spiagge riservate, magari accanto a quella dei nudisti, per "legge del contrappasso". Ma siamo democratici... e non si può contrastare quelle anime innocenti, ormai siamo multiculturali... 

Verdeidea riguardo al multiculturalismo ti segnalo quanto scritto dal professor Angelo Panebianco e pubblicato l'altro giorno, 30 agosto, sul Corriere della Sera, col titolo: "Perché è giusto disapprovare il burkini (ma vietarlo no)".

Ci sono usi e costumi che vanno proibiti, come il burka o la poligamia, altri invece vanno permessi e rispettati: ci sono quelli che vanno consentiti ma pubblicamente censurati se negano i valori liberali, come il rispetto della dignità della donna. 

Riguardo al burka il citato politologo afferma: "Il burka è quanto di più antitetico si possa concepire rispetto al mondo occidentale contemporaneo". [...] "Il burka è espressione di una cultura altra, anzi aliena, nella quale la responsabilità degli atti di alcuni (nel caso specifico le donne) non appartiene a loro ma alla comunità o al capofamiglia". 

Panebianco dice che la diatriba sul burkini (vietarlo ? permetterlo ?) mostra quanto sia complicato fare i conti con la "società multiculturale". Ed aggiunge: "Società multiculturale è espressione che 'piace alla gente che piace', a coloro che per reddito, stili di vita, quartieri in cui risiedono, non devono stare ogni giorno fianco a fianco, gomito a gomito, con le culture altre. Di tale società essi danno spesso una descrizione idiliaca, non capiscono che le caratteristiche delle società multìculturali dipendono dai rapporti di forza fra i diversi gruppi".   E' l'evoluzione dei rapporti di forza fra i gruppi a decidere quale fisionomia assumerà la società multiculturale. Se continuiamo così in Italia e in Europa la futura cultura sarà arabeggiante, islamica ed anticristiana. "Nei rapporti di forza contano sia la quantità che la qualità. Il gruppo culturale numericamente più forte, aggiunge Panebianco,  può anche risultare, alla distanza, politicamente debole. Il che accade, ad esempio, se la maggioranza di tale gruppo è in parte indifferente o distratta e in parte divisa sulle scelte da fare, e se, inoltre, essa deve vedersela con una minoranza culturale sostenuta da una forte identità religiosa". 

E sul burkini così ha concluso il professor Panebianco: "Dunque, il burkini, non va messo fuori legge. Ma ciò non significa che lo si debba anche approvare. Il burkini non è un capo di abbigliamento come un altro. Testimonia di una sudditanza culturale, di una subordinazione alla comunità che, alla luce dei nostri principi, va stigmatizzata. Devo accettare che il burkini sia legale ma non devo solo per questo manifestare un rispetto che non provo per un'usanza che non mi piace". 


Vogliono distinguyersi
#1429
Attualità / Burkina
31 Agosto 2016, 17:42:36 PM
Aheda Zanetti è la stilista australiana di origine libanese che ha ideato il "burkini" (contrazione tra burka e bikini) il costume da spiaggia per le donne musulmane che copre testa, braccia e gambe. Tale moda l'ha resa ricca. Involontariamente aiutata finanziariamente  questa estate dalle polemiche e dalle ordinanze di divieto emesse da alcuni sindaci  di Comuni francesi della Costa azzurra e della Corsica. A Cannes alcune donne sono state multate per aver indossato il burkini in spiaggia.  

Il premier francese Manuel Valls ha difeso le ordinanze dei sindaci rivieraschi che hanno messo al bando il costume che copre interamente il corpo. Valls pensa che il burkini rappresenti l'ideologia basata sull'asservimento della donna: "Dietro c'è l'idea che per natura le donne sarebbero impudiche e impure". Per ora, nessun intervento legislativo: "Basta applicare la legge contro il velo integrale in pubblico".

Anche la ministra francese per i "Diritti delle donne", Laurence Rossignol, è d'accordo con la necessità di "combattere il burkini".

Il Consiglio di Stato ha però  espresso parere contrario ed ha sospeso il divieto di indossare il burkini, per violazione delle libertà fondamentali, che sono la libertà di movimento, di coscienza e la libertà personale. Secondo la legislazione francese, decisioni temporanee possono essere pronunciate mentre il tribunale prende tempo per pronunciarsi successivamente.

L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha accolto con favore la decisione del Consiglio di Stato in Francia: "La parità di genere, secondo l'Alto commissariato Onu, "non si ottiene restringendo le libertà individuali né sorvegliando ciò che individualmente le donne scelgono di indossare". "Queste scelte non migliorano la situazione della sicurezza e tendono invece ad alimentare l'intolleranza religiosa e la stigmatizzazione delle persone di fede musulmana in Francia, soprattutto le donne". Per poi concludere: "La parità di genere non si ottiene regolamentando dall'alto ciò che le donne indossano"; non si devono prendere di mira "le donne che semplicemente vogliono passeggiare su una spiaggia o farsi una nuotata indossando un abbigliamento con il quale si sentono a proprio agio".

L'attuale Alto Commissario è il principe giordano Zeid Ra'ad Al Hussein, non un occidentale, perciò la sua presa di posizione è coerente con la sua fede ma non i nostri valori.

Mi domando perché le donne musulmane vogliono passeggiare sulla spiaggia o nuotare vestite.

Il mare o le piscine è il luogo adatto per tale abbigliamento ?
#1430
tra il serio ed il faceto

Roberto Gervaso: "L'Italia è questa perché questi sono gli italiani. È il Paese dove sono nati Pulcinella, Arlecchino, Pinocchio. Non c'è senso civico, non c'è senso dello Stato. I partiti sono delle bande incapaci e ladrone. La soluzione sarà la colonizzazione. Per duemila anni siamo stati colonizzati dallo straniero e tutto sommato siamo sopravvissuti".
#1431
Attualità / Re:Femminicidi
27 Agosto 2016, 22:03:00 PM
Violenza contro le donne


Una delle cause della violenza contro le donne è nella disuguaglianza dei rapporti tra maschi e femmine, che permane al di là delle buone intenzioni manifestate a parole. Il mondo resta ad impronta maschile, anche in ambito delle religioni. E l'immaginario può indurre degli uomini a degradare il ruolo e la dignità della donna, specie se sollecitato  anche dalla pubblicità che propone la "femmina-oggetto", compiacente nell'assecondare  i desideri del maschio dominante.  

La "Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne", adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 1993, afferma l'urgente necessità dell'universale applicazione alle donne dei diritti di uguaglianza, sicurezza, libertà, integrità e dignità, riconosciuti a tutte le persone. Questi diritti e principi sono inclusi nella "Dichiarazione universale dei diritti umani". Ma non basta. C' anche la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne e la Convenzione contro la tortura, i trattamenti o le punizioni crudeli, inumane e degradanti.


La violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini, come nei Paesi islamici, ma non solo,  ed è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra maschi e femmine, che ha condotto alla dominazione e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini.


Secoli di progresso sembrano passati invano. In molti contesti i rapporti maschio-femmina sembrano rimasti legati al Medioevo.
I dati ONU evidenziano che il 35% delle donne nel mondo ha subìto un violenza fisica o sessuale, dal partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità una donna incinta su quattro ogni anno è vittima di una forma di violenza e le percosse sono la seconda causa di morte dei bamvbini nel grembo materno. Secondo l'OMS l'area in cui le donne sono più a rischio è il sud est asiatico.
La violenza contro le donne non è diffusa soltanto  negli ambienti sociali depressi culturalmente ed economicamente, ma anche in ambienti culturalmente progrediti ed economicamente benestanti.
La violenza non è solo fisica, ci sono umiliazioni, soprusi, inviti a rapporti sessuali, discriminazioni in ambito lavorativo.

Secondo i dati Istat di giugno 2015,  in Italia 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale.  
#1432
Bene Giona, condivido il tuo ultimo post.

La mia non è acredine verso di te come uomo, ma confutazione di alcune tue opinioni !
#1433
Attualità / Femminicidi
17 Agosto 2016, 10:47:42 AM
Femminicidi. Dal rapporto annuale del Ministero dell'Interno, presentato nella conferenza stampa di ferragosto,  si apprende che i reati comuni scendono ma i femminicidi restano costanti.

Nel periodo 1 agosto 2015 – 31 luglio 2016 le donne uccise in Italia sono state 138. Uccise da ex mariti, fidanzati, compagni, "condannate" alla morte  perché considerate colpevoli di non amare più.

Il 65% dei femminicidi è stato compiuto dal partner, il 10% dall'ex partner. Da aggiungere le denunce di minacce precedenti al femminicidio, però soltanto l'8,7% di aggressioni e minacce subite dalle vittime prima del delitto era stato denunciato. Complessivamente solo un omicidio su cinque è preceduto da un'aggressione.
Inoltre, il 17% delle italiane ha subito un'aggressione fisica o sessuale. Ma la maggioranza sceglie di non denunciare.

Anna Oliverio Ferraris, psicologa, psicoterapeuta e docente di psicologia dello sviluppo all'Università "La Sapienza" di Roma, intervistata dalla giornalista Valeria Arnaldi del quotidiano "Il Messaggero", dice che "Alla base dei femminicidi c'è l'arretratezza culturale di alcuni uomini che pensano di dover essere sempre il centro. Ciò è in parte legato alla cultura nazionale della forte dipendenza dalla figura materna, che, nell'infanzia, è il perno della vita dei bimbi, in particolare dei maschi. Questi ultimi cercano supporto nel suo ruolo protettivo e poi estendono nel loro immaginario la visione a tutte le donne. In tale ottica, un rifiuto della compagna non è tollerato".

La giornalista ha chiesto alla psicologa se la donna come partner subisce il modello culturale materno verso il maschio. La Oliverio Ferraris ha risposto: "Non solo. Si pensi alle continue processioni alla Madonna, in tante zone del Sud Italia. Anche lì si vedono i semi della semplificazione e idealizzazione della figura femminile. Le donne devono comprendere, accettare, proteggere, aiutare. Questo ideale viene trasmesso, a livello subconscio, sia con gli atteggiamenti della super-mamma, sia con la santificazione della femminilità". [...] "La donna, già anticamente, veniva vista come santa o peccatrice. La psicologia femminile è molto più complessa ma, nei femminicidi, quando lei si rifiuta da santa diventa peccatrice.E' un rapporto non realistico con la psiche della donna. [...] "Nei delitti d'onore, l'identità sociale dell'uomo era riposta nell'irreprensibilità della donna. Anche in quei casi, dunque, l'uomo era dipendente dalla figura femminile". [...] "ora, molti sono abituati a vedere la violenza come modo per risolvere i problemi. D'altronde, è ovunque, dai videogame alla pornografia. Così entra nel subconscio dei ragazzi.E' attestato che un giovane che vede tanti video porno violenti poi ritiene lo stupro una manifestazione sessuale diversa ma non illecita". [...] "Queste persone non sanno uccidere.Quando si rendono conto che la vittima non muore, infieriscono. Tutti poi rivendicano di essere stati molto innamorati".
Le affermazioni della professoressa Anna Oliverio Ferraris mi sembrano condivisibili. In particolare mi fa riflettere il suo accostamento della figura femminile alle processioni alla Madonna, da aggiungere le preghiere e le invocazioni a lei rivolte. Voi che ne pensate del collegamento della "Vergine Madre" con la violenza verso le donne ?
#1434
Nei post di questo topic non appare il sostantivo "escatologia". Mi sembra che sia il contenitore adatto per le riflession i in merito.
#1435
Anthonyi  il tuo post è interessante ma per rispondere adeguatamente vorrei dei chiarimenti.
Anthonyi ha scritto:
CitazionePartiamo da una definizione di razionalità: "La razionalità è un insieme di leggi che permette di sintetizzare la descrizione della realtà fenomenologica".
"La razionalità è un insieme di leggi" (?) quali leggi ?
Il sostantivo italiano "razionalità" deriva dal latino "ratio" e significa ragione, criterio, ... nell'agire, nel procedere  in modo consequenziale, facendo uso di premesse iniziali per giungere a conclusioni logiche.
Con "ragione" s'intende la complessiva capacità dell'uomo di "ragionare"; con razionale s'intende lo sviluppo coerente del pensiero. Se i due termini si usano come sinonimi, si afferma che l'individuo ragiona solo se si mantiene nei limiti della razionalità.

Citazione"Il concetto di Dio è utile a spiegare la realtà osservata?"
E' utile per chi crede Dio come creatore, altrimenti è inutile.
Citazionese Dio è importante nel pensiero, lo è anche nella comunicazione.
Perché ? Che tipo di comunicazione ?
Citazionechi non ha paura di morire perché crede in un'altra vita probabilmente vive di meno.

Cioè ? Perché vive meno ?
#1436
Giona, prima di rispondere al tuo post ho riflettuto, mi son chiesto se merita risposta. Si la meriti, perché a me sembra che tu non sia un buon cristiano ma soltanto un "entusiasta" a sfondo religioso.


Giona ha scritto
CitazioneSecondo te con l'editto di Teodosio, all'improvviso, i pagani diventati "cristiani, veramente diventarono  cristiani? Se lo fossero diventati all'1% non avrebbero ucciso nessun essere rimasto pagano.  
Il cristiano ama il suo prossimo come se stesso e per questo prega dicendo: Padre nostro...

Gli editti di Teodosio furono emanati alla fine del IV secolo. Ed i cosiddetti cristiani ebbero tutto il tempo per indottrinarsi. La loro fu vendetta e fanatismo. Circa mille anni dopo i cosiddetti cristiani, tuoi "amici", si dilettarono ad uccidere nelle crociate al grido "Dio lo vuole". Forse mentre uccidevano pregavano il "Padre nostro", come tu pensi.  Eppure essi "amavano il loro prossimo come se stessi"...Scambiarono il volere papale con il volere divino, o almeno così fecero credere agli incolti "pellegrini" razziatori.


CitazioneLa spiritualità consiste nel confidare in tutto e per tutto nel Signore Dio, aver cioè vinto il mondo gridando con S. Paolo per dire che le cose del mondo sono pura spazzatura. Non servono a nulla all'anima.(Noi siamo anima)

Individui che gridano "con San Paolo"  che le cose del mondo "sono pura spazzatura"  ogni tanto se ne vedono, poi arriva l'ambulanza per il loro ricovero coatto. Bella questa: "Noi siamo anima", e il corpo con le sue esigenze ? Lo so, tu sei un angelo venuto "da cielo in terra a miracol mostrare", per dirla con Dante.
La visione cristiana dell'oltrevita propone una "ricreazione" dell'intero nostro essere corporeo e spirituale in coordinate non più spazio-temporali ma permanenti ed infinite. E' quella che è definita come "risurrezione".

CitazioneSe preferiamo possiamo associarci al Qoelet per gridare con lui: Vanità delle Vanità, tutto ciò che non è Dio è vanità.
Se lo dici te...


CitazioneOccorre però fare attenzione ai falsi religiosi, osservando le loro opere e non il loro grado ecclesiale. Vedi capi religiosi ebrei e non solo di quel tempo e di questo tempo.

Il tuo fanatismo religioso ti annebbia il "logos" ? Perché escludi i chierici cristiani, in particolare cattolici ?
CitazioneChi non ha seguito nessun percorso spirituale o non ne è minimamente interessato,  può sapere di spiritualità?
Per questo confonde la cultura e la teologia con spiritualità e/o la religione.

Non essere presuntuoso, come al solito, ci sono atei che sono più spirituali di te. Te l'ho già detto, la tua è religiosità popolare, non spiritualità.  
#1437
Anthonyi ha scritto: "L'autodeterminazione religiosa  è figlia della cultura liberale, dell'idea che le religioni siano come prodotti da supermercato, uno passa col carrello e prende il prodotto che reputa migliore".
Da quando l'autodeterminazione religiosa è figlia della cultura liberale ? Il filosofo inglese John Locke ed il filosofo francese Montesquieu non perorarono l'autodeterminazione religiosa.
Comunque credo sia giusto scegliere la religione attinente le proprie esigenze e non accettare per tradizione quella vigente nella società in cui si vive.


"le religioni servono anche a portare verso la spiritualità".
Di solito è la spiritualità che motiva verso una religione e non il contrario.  


"Io contesto poi l'associazione ortodossia-istituzioni religiose come esclusiva, tutte le realtà istituzionalizzate sono ortodosse. Nella Russia atea e comunista non avere le stesse idee del sistema comportava costi notevoli. Anche il riferimento alle religioni monoteiste è discutibile, nella politeista Grecia la condanna per empietà (ateismo) era la morte, Socrate ne sa qualcosa, e quanti sono stati i Cristiani uccisi dai politeisti Romani?"
Se metti insieme temi diversi non fai comprendere cosa vuoi dire. Cosa c'entra l'associazione ortodossia-istituzioni religiose con il threed del topic ? Socrate si uccise per motivi religiosi ? E quanti furono i pagani uccisi dai cosiddetti cristiani dopo gli editti dell'imperatore Teodosio che decise di fare del cristianesimo l'unica religione di Stato ? Ti consiglio di studiare prima di sentenziare !

Giordano Bruno frate cappuccino ?... da quando ? Era un monaco domenicano !

A volte mi astengo dal rispondere ai  "carenti" post altrui per evitare discussioni.  
#1438
Sariputra ha scritto:
CitazioneLa religiosità implica sempre la devozione verso la figura che si ritiene parlare a nome o della "Verità".

La religiosità sta alla base di ogni esperienza religiosa e di ogni religione, ma concettualmente è diversa dalla religione.
La religiosità motiva l'individuo alla spiritualità, al soprannaturale, al mistero oltre la realtà visibile, al credere nell'esistenza di un'entità superiore assoluta.
La spiritualità è un lemma polisemico, non ha una definizione univoca. C'è chi considera la spiritualità  sinonimo di  religione, di  misticismo, e chi la pensa come  attività dello spirito umano in funzione della perfezione. 



La spiritualità è diversa dalla religione.



Numerosi non credenti rivendicano una propria dimensione spirituale.

 Molti atei o agnostici rifiutano il termine spiritualità perché deriva dall'immateriale "spirito" (dal latino "spiritus" = soffio, respiro, alito), considerato grazia concessa da Dio.

Nell'antichità per "spirito" s'intendeva il soffio vitale.

Nell'Antico Testamento per spirito s'intende il principio immortale della vita, ma anche la sede dell'intelligenza, della ragione e della coscienza morale.

La religione obbliga a credere in un dio, ha regole e riti per rapportarsi con lui, invece la spiritualità induce l'individuo alla ricerca di un essere supremo, immateriale, all'interno di sé, non necessariamente riconducibile ad una religione, ad una fede.

Comunque molti seguaci di religioni costituite considerano la spiritualità come un aspetto intrinseco e inscindibile della loro esperienza religiosa.
#1439
Tematiche Spirituali / Re:Io chi sono?
05 Agosto 2016, 21:25:46 PM
Giona, io non sono "immagine e somiglianza del Signore Dio", come posso fare ?

Giona, leggere i tuoi post mi sembra di leggere testi religiosi. Mi piacerebbe leggere qualcosa elaborato dalla tua mente, che scaturisce dalla tua personalità e non dai libri altrui ? Ti è possibile ?
#1440
Attualità / Re:Migranti
26 Luglio 2016, 15:08:38 PM
Jacopus, siamo rimasti io e te a dibattere questo problema di attualità ? Gli altri si divertono a leggere i nostri post o temono di esporsi nel dire come la pensano ?
E' assodato che le nostre opinioni sono divergenti, allora perché continuare ? Per sfinimento ? Per far vedere chi cede per primo ?
CitazioneQui emerge chiaramente la tua visione del mondo da "maschio alpha". Inoltre non capisco la logica. A me non sta bene nè Hitler nè Stalin
Anche io rifiuto entrambi, infatti li ho citati in modo scherzoso.
Citazionese ti sta bene lo stato autoritario comincio a credere che non ci sia più molto da discutere, visto che le discussioni negli stati autoritari non sono ammesse.

Infatti ti ho detto fin dall'inizio che abbiamo differenti ideologie politiche. Io ho il "difetto" di amare lo Stato autoritario e mi fa schifo vedere i migranti che ricevono il foglio di via e non lasciano l'Italia entro sei giorni, come previsto dalla legge. Ci sono politici, sindacalisti, legali italiani  che li incoraggiano ad ignorare le disposizioni di legge.  
CitazioneLa loro vita cambia anche se fanno solo accattonaggio. Probabilmente nei tuoi viaggi nel terzo mondo non hai toccato gli estremi della povertà.
Ma tu quando vai all'estero visiti soltanto gli ospizi di madre Teresa di Calcutta ? So bene che esiste l'estrema povertà, ma non sono san Martino di Tours.
CitazioneI rimborsi per certi servizi esistono effettivamente e corrispondono a circa il 70 per cento. Non si può certo pretendere ad un gestore di un hotel di non essere pagato. Il rimanente 30 per cento è gratuito, gestito da volontari che si occupano prevalentemente della fornitura di pasti, della regolarizzazione e della individuazione di risorse lavorative una volta avvenuta la regolarizzazione.
" A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina" diceva un parlamentare mio corregionale. Mi sembra che hai sufficienti informazioni sull'ambiente, perché ci lavori ? Allora il tuo topic dovevi aprirlo con una dichiarazione iniziale. Scrivo ciò... per sapere cosa ne pensate, io ne faccio parte e vi dico che...

Ed io ti dico che devi redimerti.