Non riesco ad immaginare un inferno peggiore di quello che può vivere un padre, o una madre, vedendo il suo piccolo riverso nella sabbia, con il viso sprofondato, il corpo freddo, inerte. E le onde impassibili, atrocemente, disgustosamente indifferenti che si frangono sopra. In quel corpicino c'è un abisso più grande di ogni immaginario pozzo infernale di stagno fuso: l'abisso della solitudine umana di fronte ad una Natura ( la Madre vorace) che non prova alcuna pietà. Davanti a questa superiore indifferenza non possiamo che opporre la nostra feroce accusa, il nostro rifiuto e gridare:" Tu non sei Bene!" . Quale essere può aver partorito un luogo simile? Questa palla tonda persa nell'infinito e piena di dolore? Ditemi il Suo Nome , se lo conoscete! Ma non parlatemi di sogni, di segni, di simboli e archetipi. Vorrei solo tenere tra le mie braccia quel piccolo e dire."Anch'io ti ho ucciso!".
E signori teisti e deisti che leggete non venitemi a dire che è l'egoismo dell'uomo che ha schiantato sulla fredda e bagnata sabbia quel piccolo, a meno che non sappiate dimostrarmi che l'uomo non è stato anche lui partorito dal ventre marcio di quella Madre maledetta che è la Natura.
Oggi come 2.500 anni fa solo una cosa serve: andarsene! Via, via da queste sponde!
P.S: Arrabbiarsi vuol dire avere una relazione.
Questa notte sono mortalmente stanco di vedere e provare dolore...
E signori teisti e deisti che leggete non venitemi a dire che è l'egoismo dell'uomo che ha schiantato sulla fredda e bagnata sabbia quel piccolo, a meno che non sappiate dimostrarmi che l'uomo non è stato anche lui partorito dal ventre marcio di quella Madre maledetta che è la Natura.
Oggi come 2.500 anni fa solo una cosa serve: andarsene! Via, via da queste sponde!
P.S: Arrabbiarsi vuol dire avere una relazione.
Questa notte sono mortalmente stanco di vedere e provare dolore...