Ammetto di essere stato tentato di mollare la presa e tralasciare, e poi invece eccomi qua. Direi Ipazia che ti sei risposta da sola. Così come è difficile paragonare il mondo sanitario di fine settecento al nostro, allo stesso modo eviterei paragoni truculenti e poco realistici fra i gulag e l'attuale campagna vaccinale. Nei Gulag si moriva di freddo, di sevizie, circondati dal freddo polare e dalla brutalità delle forze di polizie, spesso reclutate fra i criminali. I vaccinati mi sembra che non muoiano a grappoli e, tranne poche eccezioni, continuano la loro bella vita.
Detto questo, non sono neppure incline ad assolvere l'attuale situazione, che si colora sempre più di tonalità poco chiare. Ho sempre considerato migliore l'opzione della persuasione rispetto a questo obbligo medioevale, anche perchè a mio giudizio non c'è niente di così terribile nell'attuale vaccino, sia tradizionale che a Rna. Chi teme chissà quali reazioni, non conosce bene la fisiologia del nostro organismo. Reazioni possono esserci solo in soggetti specifici, allergici e/o con altri problemi. Al massimo può essere poco efficace, ma di sicuro non produce chissà quali conseguenze.
Personalmente mi sto interrogando sul significato di questa "creazione della paura" e della "pandemia infinita". Vi sono sicuramente ragioni legate ai processi produttivi, che devono riprendersi "più forti e robusti che pria", ma ho anche il sospetto che la "never ending pandemy" possa essere usata per sviare l'attenzione su altri problemi molto più reali, come la disparità di ricchezza sempre più scandalosa che dagli Stati Uniti e dal Terzo Mondo, sta ormai radicando anche in Europa. Se il problema è la sopravvivenza e il ricco ci permette di "sopravvivere", dovremmo essergli grati ed accettare tutto il resto? Mi auguro che questa situazione finisca presto, perchè il rischio è tutto qui, in questo possibile bluff e nelle reazioni di strati della popolazione sempre più vasti. In assenza di una vera consapevolezza della propria appartenenza al proletariato vissuto come vergognoso perchè "connesso ai poveri", la resistenza al vaccino è diventata quasi un icona inconscia della lotta di classe.
Detto questo, non sono neppure incline ad assolvere l'attuale situazione, che si colora sempre più di tonalità poco chiare. Ho sempre considerato migliore l'opzione della persuasione rispetto a questo obbligo medioevale, anche perchè a mio giudizio non c'è niente di così terribile nell'attuale vaccino, sia tradizionale che a Rna. Chi teme chissà quali reazioni, non conosce bene la fisiologia del nostro organismo. Reazioni possono esserci solo in soggetti specifici, allergici e/o con altri problemi. Al massimo può essere poco efficace, ma di sicuro non produce chissà quali conseguenze.
Personalmente mi sto interrogando sul significato di questa "creazione della paura" e della "pandemia infinita". Vi sono sicuramente ragioni legate ai processi produttivi, che devono riprendersi "più forti e robusti che pria", ma ho anche il sospetto che la "never ending pandemy" possa essere usata per sviare l'attenzione su altri problemi molto più reali, come la disparità di ricchezza sempre più scandalosa che dagli Stati Uniti e dal Terzo Mondo, sta ormai radicando anche in Europa. Se il problema è la sopravvivenza e il ricco ci permette di "sopravvivere", dovremmo essergli grati ed accettare tutto il resto? Mi auguro che questa situazione finisca presto, perchè il rischio è tutto qui, in questo possibile bluff e nelle reazioni di strati della popolazione sempre più vasti. In assenza di una vera consapevolezza della propria appartenenza al proletariato vissuto come vergognoso perchè "connesso ai poveri", la resistenza al vaccino è diventata quasi un icona inconscia della lotta di classe.