Citazione di: Ipazia il 18 Ottobre 2018, 10:10:31 AM
Intanto il solipsista dovrebbe rispondere a queste domande:Citazione di: viator il 15 Ottobre 2018, 21:39:00 PMCui si aggiunge la questione che tutta la nostra vita, materiale e intellettuale, si basa su induzioni: una di esse è che domani ci sveglieremo nello stesso corpo, mondo fisico, condizione e relazioni sociali, di oggi. Su questo "atto di fede" viviamo la nostra vita e collochiamo le nostre attività e valori, inclusa la loro programmazione nel futuro. Ma non tutti gli atti di fede si equivalgono e la stocastica ci aiuta a classificarne l'affidabilità. La scommessa fa il resto: digiunare o non digiunare ? Experimentum crucis per ogni autentico solipsista.
Diciamo allora che la convinzione solipsistica dello scettico, del non credente, trascura di porsi un paio di quesiti.
1) Come è sorta la mia mente ? (evidentemente, esistendo solo essa, dal nulla).
2) In che modo essa continua a funzionare visto che sia il mondo esterno che il mio stesso corpo che il cibo che lo nutre.....non sono reali ?
3) "una di esse è che domani ci sveglieremo nello stesso corpo, mondo fisico"
Ho mai scritto da qualche parte che "tutti gli atti di fede si equivalgono" ? ? ?
Hume ha genialmente mostrato che l' induzione é "degna di dubbio", non certa.
Ma la stocastica non serve a risolvere questioni filosofiche riguardanti quell' unicum che é la realtà in toto generalissimamente considerata o quell' altro unicum che é la fondatezza della conoscenza che ne possiamo avere (serve solo in campo fisico - materiale - naturale a dotarci di una conoscenza limitata, appunto probabilistica, relativa alle proporzioni fra numerosi eventi, nei casi -nettamente preponderanti- l' eccessiva complessità dei sistemi impedisca una conoscenza per così dire "meccanicistica" di ogni singolo evento).
Quello che chiami "experimentum crucis" non é affatto tale circa la verità del solipsismo o meno, ma solo circa la reale credenza di fatto: non sono mica scemo e mangio di gusto tante cose.
Ma io (non per vantarmi), oltre a non essere solipsista, sono anche consapevole (e ne sono molto fiero; non so tu: é questione di gusti; circa razionalismo e filosofia) di non esserlo che per fede indimostrabile né tanto meno empiricamente provabile; ed essere consapevoli dei limiti del razionalismo significa non già essere meno conseguentemente razionalisti ma invece esserlo di più che ignorarli coltivando pie illusioni in proposito.
Per quanto riguarda le domande, rispondo pur non essendo affatto solipsista.
1) Non é contraddittoria l' ipotesi che sia sorta dal nulla; ergo é possibile.
2) Sia il mondo esterno che il mio stesso corpo che il cibo che lo nutre..... sono realissimi (per un solipsista) come mere apparenze fenomeniche appartenenti alla mia coscienza.
3) Non esiste alcuna dimostrazione logica (né tantomeno prova empirica, ovviamente!) che domani ci sveglieremo nello stesso corpo, mondo fisico (personalmente credo che così sarà -salvo deprecabili imprevisti: se fossi superstizioso mi toccherei non dico dove) per fede.
