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Messaggi - green demetr

#1441
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
17 Ottobre 2022, 00:02:51 AM
Citazione di: Duc in altum! il 16 Ottobre 2022, 13:42:57 PMSevera?!
Beh, sei tu che hai chiesto delucidazioni, io sono intervenuto solo "per dirti delle cose, non per fartele credere" (cit. santa Bernadette Soubirous).
Il tuo non essere sicuro (meno male che c'è il dubbio ad alimentare la fede) è un tuo dilemma.
Ripeto e ribadisco: la carità senza verità/Gesù è un volemose bene, il piacere nell'empatia, W le ONG, ecc. ecc.; qualcosa di buono e giusto, ma che non ha nulla a che vedere col cristianesimo, se non nel momento che sto 'dinamismo (spesso) egocentrico' (diffuso pure, ormai, nella Chiesa) abbraccia, con fede/amore, quel dovere della Croce senza merito.
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiara_Lubich

Ma io non ho fede nel Cristo salvatore, mi nutro della saggezza spirituale di tutti i popoli. Stavo iniziando il vangelo di Giovanni, ma ho virato sull'ebraismo.

Io mi riferivo alla Chiara Lubich, nel film si fa vedere come il piacere di aiutare gli altri sia un sentimento che si diffonde e attira i giovani.

Questo a mio avviso è vero sia che si creda, come nel caso della nostra, suppongo, che in chi non crede, nel film molti non credono, ma con il contatto della Lubich, si convertono, il dovere diventa un piacere.
Forse è per questo che la chiesa ha aspettato così tanto a proclamarla santa.

D'altronde nemmeno sottovaluto il fatto che la chiesa sta diventando LGBT, e la fede diventi sempre più un orpellp inutile financo dannoso per i vertici della stessa.
E' forse questo il sottotesto che c'era dietro il tuo pavento?
O sbaglio?


#1442
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
14 Ottobre 2022, 02:36:28 AM
Citazione di: anthonyi il 13 Ottobre 2022, 15:19:24 PMEvidentemente lapsus. Già corretto!
Proporrei Lapsus, almeno non credo che stai dicendo che i padri costituenti erano per la guerra, perchè sai come è: NON LO ERANO!

Ma poi perchè stiamo aiutando un governo nazista? Ancora non l'ho capito.

Le repubbliche separatiste hanno votato con maggioranze bulgare nonostante l'esercito ucraino li ha minacciati (e uccisi) costantemente. (e non il contrario come hanno detto bassamente, molto bassamente i nostri media...vergogna!)

Direi che la pace è già sul tavolo. E invece no...

Siamo alla follia. Volevo postare un contributo che ho trovato su Twitter, purtroppo è in inglese, si divertiva a citare TUTTE le personalità dell'occidente che avvisavano della situazione tragica in ucraina, abuso dei diritti umani, già a partire dal 2015 e futuro di probabile guerra.
Chissà magari con pazienza lo traduco.
Perchè santo cielo: qua (in occidente) ci siamo dimenticati di tutto!
Storicamente la Russia non ha bisogno di andare ancora a ovest come anthony paventa. Al massimo è la polonia fascista che vuole andare a est.

Ma tanto a che serve a parlare?
#1443
continuiamo...

Lacan seminario 1, p29-37
Se il compito dell'analisi è la ricostruzione storica del soggetto, abbiamo già detto che l'io è la barriera principale a questo.
In questo senso l'interpretazione dell'analista è sempre legata ad una ricostruzione dell'io dell'analizzando, ma facendo questo, essa è a sua volta un prodotto dell'io dell'analista, infatti i sentimenti sono sempre reciproci di altri sentimenti. In altre parole l'io è sempre specchio di un altro io.
E dunque l'analista non deve usare i propri sentimenti all'interno della prassi teorica a cui si esercita, e in cui matura.
Il sentimento dell'analizzando dunque deve esentarsi dall'essere mal condotto ad un desiderio di "far felice l'analista".
E' per questo che il qui e ora deve essere portato verso un terzo termine di paragone che è appunto quello storico. Questo metodo è chiamato contro-transfert. Lacan lo descrive come un arbeit, un lavoro, piuttosto che come un trattamento (ndr: cosa che per esempio gli stati occidentali e non solo respingono come forma di cura).
L'io (soggetto) ha da sempre un legame con se stesso, lo ricaviamo da Kierkegaard, nella sua opera "dalla mallattia alla morte" (ndr: non conosco la traduzione italiana) dove Anticlimaco parla di sè come di una relazione tra sè e sè stesso, dove la disperazione nasce dall'incapacità di vedere o di distinguere i 2 poli di questa relazione, e la cui risposta è la negazione della relazione stessa: ossia appunto l'io stesso (monolitico), che nell'immaginario porta una visione di sè stessi come unità, laddove per Lacan, questo non è il caso. Lacan trasporta a sistema così la famosa frase di Freud: "wo es war, soll ich verden" (tr. Laddove c'era l'es, lì vi sarà l'io).
(ndr) Dove l'es è l'inconscio ossia la relazione tra i 2 poli del sè.
(nota del redattore)
Ricordiamo a noi stessi come l'es equivale molto bene con "l'essenza di qualcosa" di hegeliana memoria, che il pensiero riconosce oltre il "qui e ora", dove per Lacan si situa il sintomo, incapsulazione di un altrove, e di un altr'io.

Lacan continua perifrasando :"laddove c'era qualcosa, o qualcuno, è mio dovere che ci torni ad essere".
Il punto in cui l'analisi tende è quello dialettico del riconscimento del sè, in quanto questo sè (il sè particolare determinato storicamente).
(nota del redattore)
Ricordo che i contributi originali di Lacan partono dal 3 seminario ma che trovano la maturità a partire dagli ultimi. Per ora non trovo contributi sistematici in rete...temo dovrò fare da solo  ??? .
Riassunto
1. La pscianalisi che parta da un qui ed ora, è fallimentare nel seguire gli obiettivi che essa si prepone.
2.L'importanza del passato risiede nella maniera in cui questo viene reistallato nel presente.
3.In psicanalisi l'analizzando deve ottenere gli strumenti per cui esso possa dirsi rispetto a ciò era, cosa NON è, e prendersene cura.
4.In psicanalisi l'analista deve occuparsi dell'inconscio, ossia del passato represso che NON appartiene nè all'analista nè all'analizzando.


#1444
Citazione di: Jacopus il 11 Ottobre 2022, 08:35:52 AMGreen. Seguirò volentieri il tuo thread. Conosco abbastanza bene la psicoanalisi da poter aggiungere qualcosa su quel versante, mentre il pensiero "eretico" di Lacan l'ho solo orecchiato attraverso Recalcati. La prima cosa che mi viene da scrivere è che l'avversario di Lacan, ovvero la psicoanalisi freudiana classica non esiste più. Nel suo versante più prolifico, essa si è ibridata con altri correnti culturali ed ha abbandonato la visione del terapeuta maieutico che, dall'alto delle sue interpretazioni trasforma il mondo intrapsichico del paziente. Piuttosto ora la terapia psicoanalitica è strutturata come la danza fra due menti in grado di vivere contemporaneamente asimmetricamente e simmetricamente la loro relazione. Questo perché solo rivivendo i legami affettivi primitivi è possibile agire in profondità nella costruzione della Weltaschaung del paziente e ciò implica lo stesso rapporto simmetrico/asimmetrico che esiste fra genitori/figli, in una relazione non autoritaria. La dimensione dell'intersoggettività, quella dei legami affettivi sono orizzonti normali per l'attuale psicoanalisi mentre sono stati solo sfiorati da Freud, ancora legato ad un paradigma soggetto/oggetto classico, pur essendo stato uno dei pionieri per la dissoluzione di quello stesso paradigma.
Freud sostenitore del classico soggetto-oggetto? E' uno scherzo spero!( e l'inconscio? poi lo so che Freud è censurato...e figurati la questione si estende ben oltre la teoria!  ;) )
Per il resto mi pare che hai scritto cose condivisibili.
Come scriverò di seguito, però il contro-transfert come lo spieghi allora, se fosse una questione di sentimenti?

Lacan è l'autore che più amo, Recalcati come spiegato da Rubino, lo trasforma in un Neo-liberista (con sistemazione dei principi mortiferi dentro la teoria altrimenti rivoluzionaria, ,vedi la mia querelle su zizek che si estende all'intera psicanalisi italiana, spero tu non faccia parte di essa  :P ) e invece è un marxista rivoluzionario  ;) (sempre secondo Rubino).

Ma appunto è tempo di sistemare il pensiero anche per me (un tantino anarchico).
#1445
Citazione di: Ipazia il 12 Ottobre 2022, 11:47:02 AMMa anche no. Il Capitale e il capitalista, suo agente materiale, non hanno di queste fisime "umane, troppo umane". Lo schiavo è un "fattore di produzione" che, quando sua santità il Mercato va bene, può pure pasteggiare a caviale, champagne e teleimbonimento. Mentre quando va male, si taglia come un ramo secco senza alcun patema.

Il problema è che il meccanismo di accumulazione capitalistica postula la crescita infinita e fa carte false, ovvero titoli tossici pari a svariati pil mondiali, per realizzarla. E quindi inevitabilmente le prospettive puntano al peggio: alla fine resteranno solo i futures per sopravvivere e il grande Cetriolo si paleserà, a schiavi (prima) e padroni (poi), in una imponente nube di fumo: atomico.

Non resta che raccomandarsi l'anima a Confucio.

Il capitalismo di Marx, come sostenuto da Losurdo, che sarà il primo contributo a materiali marxisti, non pensa ad una crescita infinita, queste sono le cagate degli ambientalisti e similia.
Marx pensa ad un capitalismo sostenibile e affrancante le masse proletarie.
Come dice Inverno, Marx era uno studioso in progress e così deve essere il marxista oggi, trincerarsi su eventuali errori del passato non ha senso.
Un capitalismo che si pensa, come ragione sociale, trova anche nelle idee una forma di "merce" e le idee sono infinite!

La questione in gioco è invece quella neo-liberista, che depensando, non capisce l'importanza dell'arricchimento del proletariato, come così ben detto da Inverno.

La visione autarchica dell'imprenditore, non va confusa con la dimensione libera e pensata che giustamente anthony ricorda a fondamento della ricchezza sociale.

Quello che manca nei nostri "interlocutori" è la completa assenza di una cpmprensione del lavoro "da schiavi" a cui loro non PENSANO.
Probabilmente non sanno cosa vuol dire lavorare 10 ore al giorno, ti rovina l'anima ben oltre ogni altra cosa.
Altro che massimizzazione delle risorse umane: si chiama schiavismo e dei peggiori, e non si spiega semplicemente con la teoria marxiana, ma bisogna studiare ben oltre il dato economico per arrivare alle aberrazioni del sadismo contemporaneo.
#1446
Citazione di: Ipazia il 11 Ottobre 2022, 23:11:48 PM... grazie al lavoro degli schiavi. Imprenditore e capitale da soli generano chiacchere e filosofemi.


in un contesto truccato in cui tutti i mezzi di produzione e giuridici stanno dalla parte del capitalista e la mera forza lavoro, manuale e intellettuale, sta dalla parte libera di morire di fame se non si sottomette al regime capitalistico. O di sfruttare a sua volta degli schiavi, ma sempre sottomissione al regime è.

e non pretendere la quota di plusvalore che regala, gratis et amore capitalis, al padrone.

P.S.
Marx è vivo e lotta insieme a noi, continuando ad azzeccare la sostanza dello sfruttamento capitalistico, assai interessato alle nuove forme, sempre più criminali, di accumulazione capitalistica e invenzione di capitale virtuale tot volte il pil mondiale, con metodi tipici dei casinò dei suoi tempi. Anche i marxisti, capitalismo regnante, se la passano bene, intellettualmente parlando, perché il nemico li mantiene sempre allenati e in vigile attesa.
Non capisco Ipazia perchè parlare di capitalismo e non invece di liberalismo?

E' il neo-liberalismo che basandosi sulla guerra, affossa il capitalismo, e deprime le potenzialità del capitalismo, usurpandole come felicemente martellando continui a ricordare.

Non è bene fare questo distinguo? o forse la cosa è proprio diversa?
#1447
Citazione di: anthonyi il 11 Ottobre 2022, 15:39:00 PMMai parlato di capitale autovalorizzante, in un'economia tutto il valore viene dall'azione individuale, che possiamo anche chiamare lavoro (e non forza lavoro perché la cosa più importante di ogni lavoro é comunque l'intelligenza non la forza) , separandolo tra lavoro materiale e lavoro intellettuale. Il problema del lavoro intellettuale é che é difficile misurarlo a tempo, per cui si misura a prestazione.
All'interno del lavoro intellettuale c'é il lavoro imprenditoriale, il cui valore lo si misura sulla base del profitto che l'imprenditore riesce a generare in un contesto dove il mercato dei fattori é libero, anche quello del lavoro, per cui se un lavoratore non é contento del suo salario di mercato é libero di volare per altri lidi e non può pretendere una quota parte del reddito spettante all'imprenditore, perché quel reddito lo ha generato l'imprenditore, con la sua intelligenza.
Marx non è contro il capitalismo (visto che gli ha trovato una sistemazione teorica), ma quello che cambia è che è un capitalismo della fratellanza, e non della meritocrazia, che non apporta niente alla società in termini ideologici.
Quello che salva è proprio il capitalismo in sè (su questo siamo d'accordo).

Quello di Marx è un "capitalismo pensato", al di là degli slogan dell'epoca della "dittatura del proletariato", che sono ampiamente sfumati nella società moderna, è il telos, il fine ultimo quello che conta.

In questo senso a me interessano i calcoli, non tanto le ideologie che trovo stucchevoli nel loro rincorrersi a falsificare l'uno, l'altro.
#1448
Citazione di: baylham il 10 Ottobre 2022, 09:40:52 AMInfatti sei un principiante, lo dimostra quello che scrivi, come io lo sono di filosofia o fisica e tante altre cose.

Attaccarsi al modello astratto di Sraffa è veramente il segno della disperazione teorica del marxismo, associare poi il modello di Sraffa alla caduta tendenziale del saggio di profitto significa non avere le minime basi di quello di cui discute.

Di distruzione creatice scriveva giustamente Joseph Schumpeter in "Teoria dello sviluppo economico" riferita all'innovazione come caratteristica precipua, motore del capitalismo e spiegazione del profitto.
Keynes certamente non ha detto o scritto cavolate come "distruggi e ricostruisci".

Sei un sostenitore della scuola austriaca?
Su Sraffa devo proprio ancora leggere tutto, mi pare strano ma non del tutto impossibile visto gli errori di lettura su marx, che gli studiosi abbiano preso una cantonata simile.
Vedremo, altro non ti posso dire  ;)
E ci vuole pazienza coi novellini  ;)
#1449
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
14 Ottobre 2022, 00:59:19 AM
Citazione di: Duc in altum! il 10 Ottobre 2022, 10:47:25 AMNon esiste un nuovo o antico cristianesimo (l'esperienza ecclesiale che si realizza dall'annuncio della risurrezione di Gesù e dalla testimonianza dei Suoi gesti e dei Suoi insegnamenti), ma solo il suo incessante divenire nei cambiamenti d'epoca nella storia caduca del genere umano.

L'incipit dell'enciclica: Caritas in veritate (2009), basterebbe da solo per sintetizzarne il contenuto: «La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s'è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera », ma, se può servire, i 2 concetti che illuminano qualsiasi riflessione che riguardi l'altruismo/carità sono: "...senza verità (Gesù figlio di Dio) la carità scivola nel sentimentalismo...", e, "...la ragione senza la fede (che Gesù figlio di Dio è la Verità) è destinata a perdersi nella propria onnipotenza...".

Nel cristianesimo non c'è piacere o meno nel far del bene a un altro, ma solo dovere da compiere (l'unico, tutti gli altri sono consequenziali o complementari).
Ossia, l'altruismo, la carità, l'amore per il prossimo è l'unico dovere che rende qualsiasi esistenza umana pienamente vissuta e che dà il motivo e il senso per cui è stata generata.
Il piacere, forse, sta nell'incontrarsi davvero con Sé/Uno stesso. Essere davvero un autentico umano e non un meritevole d'applauso per il bene elargito.

In soldini: l'amore non è il piacere, ma il piacere del dovere, dove il dovere è amare Dio (come? spezzandosi per il nostro prossimo).

In realtà: Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare - (Lc 17,10)

Che visione spaventosa  ???
E meno male che doveva essere la religione dell'amore  :))

Comunque è proprio dell'empatia il provare piacere, anche se questo dovesse essere solo un dovere.

Agli OSS si insegna a non cadere in "Burn Out"! altro che sentirsi sollazzati dall'aiutare gli altri!  ???

Diversa cosa il dovere ebraico, che presume il dovere verso la comunità.

Ma non sono tanto sicuro Duc in altum che la visione della chiesa sia quella severa che paventi (anche perchè nei vangeli la prosa è volutamente spinta pur di trovare fratelli da aggiungere al credo), altrimenti perchè santificare la chiara di lubic, citata sopra?
Basta vedere il film per capire che amore e dovere si compenetrano in una sola figura.
#1450
continuiamo...

94.
Il sensibile è veramente così certo?
95.
Rispetto al qui, se ora è notte, e la verità è che questa è la notte, a mezzogiorno è giorno, e dunque questa verità (della notte) non è più.
E cioè questa verità deve spiegare sempre il dove e quando, per essere tale.
96.
Poichè soltanto l'istanza del qui ed ora è veritiera, dunque ciò che rimane vero non è tanto il questo o quello, ma l'universalità dell'assunto di questo qui ed ora (dell'immediatezza) ossia che può essere sia questo che quello.
97.
In questo risiede la verità del sapere, ossia nell'universalità del linguaggio che viene specificata dalla particolarità del sensibile riguardo qualcosa che noi riconosciamo come l'essere-in-generale.
98.
Il famoso passaggio su cui medito da anni:
Se io vedo un albero, so che quell'albero è lì, ma se io mi giro, l'albero non è più e invece c'è una casa (un non albero).
Cosa mi garantisce che l'albero è sempre lì, nel frattempo?
Infatti noi viviamo sempre nell'immediatezza (ma nell'attesa e nella procrastinazione).
99.
Dot. Sadler ci fa capire che l'essenza della certezza sensibile è un puro essere (qualcosa). E questo qualcosa è sempre frutto di una mediazione linguistica rispetto al negativo di ciò che c'è e non c'è allo stesso tempo.
L'universale è ciò che può essere pensato e detto, ma non sentito e reso particolare.
L'essenza del Essere è dunque l'esatto opposto dell'essenza del sensibile che viene conosciuta sempre come particolare, e si conosce tramite negazione di essa.
Un albero diventa una casa, e viceversa.
L'essenza è una astrazione, e l'essenza del particolare è quell'essenza mediata.
(Nota del redattore)
Capovolgendo l'inferenza del sapere da cui desumo una (essenza) astrazione, è il pensiero che è pura astrazione! Molto più semplicemente!
Probabilmente qui Hegel, volendo costruire una scienza del pensiero, potrebbe essere qui contra-detto da se stesso, perchè questa essenza generale di cui parla, potrebbe benissimo essere altro.
E dunque pensiero reificato. Naturalmente questo errore è tipico della scienze ridicole della neuroscienza, del mentalismo e della psicologia dell'io, compresa la sua forma medica psichiatrica.
(Nota del redattore)
Il pensiero è L'Essere (così pari pari in Heidegger, che però non ragiona sul negativo, ma parte subito dall'essente come mera mediazione).
100.
La trasformazione dialettica prende qui un verso deferente rispetto a quello inferente che abbiamo analizzato sopra.
Infatti a questo punto è chiaro che laddove apparentemente è l'oggetto a far saper (certezza sensibile) al soggetto della sua esistenza, ora possiamo bene dire, che fin dall'inizio è il soggetto (in quanto puro pensiero) che tramite il linguaggio conosce l'oggetto.
Dunque quello che prima sembrava essere inessenziale, ossia il soggetto, è ora invece dalla fenomenologia dialettica completamente capovolto.
(Nota del redattore)
Possiamo tranquillamente vedere qui la teoria del feticcio decostruita, e implentata correttamente vede la soluzione nel rafforzamento del pensiero piuttosto che il depensamento della modernità.
Ossia passare da una teoria dell'io (collezionatore di oggetti, inessenziale) ad una del soggetto, ossia scelta politica del pensare a scapito dell'oggetto (inessenziale) ovvero il "Meinen" (il MIO oggetto) che si proietta nell'Aufgehoben (ossia nella riduzione della realtà, riduzionismo gnoseologico).
Conclude Hegel che la realtà (percezione sensibile) è questo "Meinen".
101.
Dot. Sadler analizza ora l'io (il soggetto) che pre-conizza il qui della certezza sensibile, tramite un attesa, una pre-cognizione, un aspettare che la cosa diventi (quello che il soggetto VUOLE che sia).
Ma non il tempo, l'ora (cosa che appunto mi aveva fermato nel quindicennio precedente).
Per Sadler questo viene spiegato più tardi nel concetto dell'auto-coscienza.
Ossia il riconoscimento dell'Altro (soggetto).
In fatti l'io che vede l'albero, non è lo stesso io (vi sono migliaia di soggetti) che vede invece la casa. Stessa cosa per il giorno e la notte.
In effetti forse bastava andare avanti  :P
#1451
Citazione di: daniele22 il 10 Ottobre 2022, 10:59:43 AM
Grazie Green per l'apprezzamento, ma soprattutto per sostenere questo dialogo.
Per quel che riguarda l'idea dell'ecumenismo naturalmente mi riferisco ad una teoria del linguaggio, non ad un ecumenismo linguistico. La mia idea, per la quale non trovo alcun riscontro, corrisponde a che il linguaggio sia sostanzialmente un fenomeno di natura emotiva e che sia evoluto attraverso l'ambiente ad una forma che oggi riterremmo razionale (pretenziosamente a mio modo di vedere, o meglio, tale esercizio di razionalità si attuerebbe entro determinati confini) attraverso l'incontro col fuoco. In breve, si tratterebbe di una evoluzione che si attuò per disambiguazione di eventi e non di oggetti. Tali disambiguazioni (producenti gesti e/o fonazioni) si sarebbero attuate attraverso due linee: sia per distinzione che si rivolge ai nuovi eventi entrati nella vita comune, sia per la gestione del tempo dell'evento (l'evento è rivolto a un passato da ripetere, o lo si deve porre in atto). Tanto per dare esempio: si deve prendere la legna oppure bruciarla, oppure, c'è bisogno di un oggetto che era qui da qualche parte, dobbiamo ricostruirne un altro? ... Nuovi eventi e dimensione temporale quindi. La complessità del nostro vivere avrebbe infine stimolato le nostre preoccupazioni dirigendole ad affrontare le problematiche dell'ipotesi.
Per quel che riguarda la domanda che poni mi rivolgo alla proposizione nr. 90 nel tuo ultimo post.
Penso vi sia una necessità che, per i nostri fini, richiede una disambiguazione. Per come la vedo io l'oggetto si presenta alla nostra coscienza come storia e non come oggetto, ed è per tale motivo che la nostra coscienza lo tratterrebbe mentalmente realizzandolo tramite il processo dell'apprendimento che è già comprensione. Questo accadrebbe in armonia con l'atavica evoluzione linguistica, quando cioè era ancora palese che noi si è vincolati nel nostro pensare dall'evento più che all'oggetto protagonista. Il medium affinché questa storia dell'oggetto si produca (per quanto anche fuorviante in principio) sarebbe dato dalla nostra interiorità di natura emotiva. Se quindi tale storia mostra il significato/senso in nuce dell'oggetto, tale significato corrisponderebbe nel suo nascere (essendo legato all'evento che lo accompagna in scena) ad un mi piace o non mi piace con tutti i gradi compresi tra le due polarità.
Pertanto, per quel che riguarda la domanda che poni a me all'inizio potrei rispondere riprendendo questa esternazione di niko estrapolata dal tema "La forza del lavoro per il bene dell'uomo":
Cit. " E il nostro giudizio funziona per le due polarità estreme di piacere e dolore come quello di tutte le altre bestie e così continua a funzionare, non abbiamo il potere di alterare la nostre e altrui natura al punto di alterare anche quello."
Un saluto

Ah e pensare che credevo parlassi di ecumenismo religioso!
No dissentiamo in tutto, l'uomo non è un animale.

Andando avanti con la lettura del testo hegeliano hai anche la risposta, è il linguaggio che è universale, che dà conto del particolare, sia esso l'apprendimento del piacere e del dolore.

Ma come tu dici sopra, l'apprendimento è già parte della comprensione.
In effetti Hegel mi aveva teso una trappola, come sarà evidente andando avanti, in effetti all'apparenza il soggetto è inessenziale, ma in realtà è il soggetto che si esplicita come pure pensiero, non come puro sentimento come invece tu asserisci.

Certamente il linguaggio prende forma dal sentire, ma questo sentire è già presente in una forma di pre-comprensione (quindi siamo in accordo ma partendo da prospettive diametralmente opposte, anche se tu non le hai espresse, purtroppo il relegare l'uomo ad animale è il principale SINTOMO nell'insensatezza del vivere moderno).
Approfondendo:
E' il pensiero che pensa il linguaggio, e che dà in apparenza un io monolitico, che la modernità fatta di bio-potere vuole chiamare animalità.
Naturalmente qui apriamo uno squarcio troppo ampio che va fuori tema, e che solo leggendo Agamben possiamo capire (intendo dire che sto leggendo Agamben, in maniera privata, probabilmente aprirò 3d di materiali vari che guardano ad una fratellanza comunitaria, penso che la unirò ai materiali di sinistra, troppi stimoli da raccogliere in maniera sistematica).
#1452
Citazione di: baylham il 09 Ottobre 2022, 18:13:51 PMNon so che cosa sia la vera sinistra. Comunque la cosidetta "pseudo-sinistra" è sicuramente più efficace nella direzione di  una realizzazione di una società socialista democratica dell'inesistente, inconsistente teoria marxista dello stato e dell'economia. La teoria marxista è ancora ferma alla critica del capitalismo, con strumenti di analisi scientifica del capitalismo totalmente obsoleti e infondati come la teoria del valore lavoro o la caduta tendenziale del saggio di profitto.
La teoria politica o filosofica marxista non risolve le inadeguatezze della teoria economica del marxismo: con le rivoluzioni politiche non si va da nessuna parte se non c'è un modello, un progetto economico sostenibile di società: la collettivizzazione dei mezzi di produzioni e la pianificazione non funzionano affatto, sono fallimentari per ovvi motivi economici come la storia dell'Unione Sovietica ha dimostrato.
Quindi non c'è proprio nulla da oscurare, il marxismo è buono per l'archeologia dal punto di vista economico e politico. Il marxismo piace tanto ai letterati, ai filosofi e ai politici che di economia conoscono e capiscono ben poco.
Sono curioso di sentire una spiegazione marxista delle variazioni all'insù del prezzo del gas e degli extraprofitti con la teoria del valore lavoro.

Per inciso " Keynes era a favore del distruggi e ricostruisci" è una cavolata.

Ma veramente la caduta del saggio di profitto è proprio quello che sta attirando di più l'attenzione degli economisti marxisti, oggi Sraffa è studiatissimo.
Io sono novizio quindi non riesco ancora a poterne fare una critica analitica, e quindi ad indicarti chiaramente il tutto, anche perchè tutto ciò si trova nel 3 libro del capitale...quindi forse tra un paio d'anni ti saprò dire.

Sul fatto di Keynes, forse non l'ha detto esplicitamente (anche se mi pare l'abbia proprio detto in una intervista dell'epoca), ma in sostanza è quello che accade nel mondo, fattene una ragione.
#1453
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
09 Ottobre 2022, 22:12:54 PM
Citazione di: niko il 09 Ottobre 2022, 14:51:18 PMBella domanda... ma come ben saprai la volonta' di potenza e' un concetto nietzscheano, non schopenahueriano.

Posso dire solo che mentre la volonta' schopenahueriana vuole proprio il desiderio colto nella sua intrinseca e attuale realta' di desiderio, vuole il desiderio inteso come mancanza soggettivamente avvertita di cio' che si desidera, come mancanza di oggetto, e quindi in fondo non vuole altro che se stessa, e' una volonta'  cristallizzata, se pure non soddisfatta, nella sua stessa insoddisfazione; la volonta' (di potenza ) in Nietzsche e' tutt'altro...

In Schopenahuer la volonta' "fa mondo"  perche' nel mondo, dentro il mondo, c'e' il desiderio e non l'oggetto del desiderio, il desiderare e' un compositivo ultimo e veritativo della realta', e' un contenuto del mondo, il soddisfarsi no, non lo e', e non lo e' proprio per la natura e l'ambizione del desiderio di rivolgersi sempre e cominque all'extra mondano e all'immateriale, di rivolgersi a una mancanza. Se il desiderio si soddisfasse, non sarebbe piu' un desiderio, e noi che ora lo vogliamo, paradossalmente non lo vorremmo piu'.

Viceversa Nietzsche ci lascia quantomeno la possibilita' di desiderare il desiderio nel senso di desiderare veramente l'oggetto del desiderio, di non essere pessimisti come Schopenauher, di non desiderare il desiderio come mancanza.

Il desiderio umano sembra infinito in quanto inesauribile nel presente futuro, ma ha lo scopo segreto di chiudere il cerchio del tempo, di farci autodesiderare a partire dal passato.

Quando nel mondo e nel tempo ci assale il desiderio questo significa che siamo noi che manchiamo e vogliamo essere, non che qualcosa manca e vuole essere in noi.


Molto chiaro, grazie, da qui il suo pessimo! ora capisco.
#1454
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
09 Ottobre 2022, 22:07:29 PM
https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-6-ottobre-guerra-ucraina-russia-dugina-opec-petrolio-armenia-azerbaigian-etiopia-corea/129474

Proprio ieri notte ho letto la notizia che l'america sta addossamdo le colpe ai servizi segreti ucraini.

Forse da lì si capisce il dietrofront dei nazisti ucraini, rispetto alle rivendicazione sul ponte.

L'america ha lanciato un messaggio all'ucraina di abbassare la testa.

Forse esiste questa sotto-traccia diplomatica, altrimenti io credo che l'intera faccenda non sia un bluff.

E comunque come già detto non vedo in cosa possa consistere la tregua.

Ho letto che a Novembre dovrebbero tornare non solo le V e i riservisti, ma si è deciso anche di usare il gruppo Wagner.

Leggo anche che la Meloni ha detto di no ad una proposta di pace europea....comiciamo subito eh  ???

Sono d'accordo con Ipazia e non con Inverno, ribadisco che per me la cina è il vero centro dell'attacco stelle e strisce.

Un ultima provocazione: Biden aveva già detto che stavano trovando un modo per far uscire putin sconfitto in maniera decorosa, prima ancora che la guerra partisse....

Ma abbiamo la memoria così corta?

#1455
Citazione di: niko il 08 Ottobre 2022, 23:49:57 PMIl problema e' che il mondo esiste e va avanti anche senza di te, quindi se "non prendi un po' di bene insieme a tantissimo male", schierandoti in una congiuntura storica particolarmente critica, come per esempio la guerra civile americana o la seconda guerra mondiale, che a questo punto diventano esempi ottimi ai fini del mio discorso, la conseguenza, la consequenza del tuo non schierarti intendo, sara' che avrai, (o contribuirai a far esistere) il peggio, cioe ' "tantissimo male e basta".

Il mondo non si preoccupa che tu non ti schieri, nella sua immensita' non si preoccupa di te come individuo,  in una guerra o in una rivoluzione, qualcuno dei contendenti comunque alla fine vincera' , e comunque con il potere conseguente alla sua vittoria plasmera' il mondo a sua immagine, proprio quell'unico mondo esistente e diveniente in cui dovrai vivere anche tu che non ti sei schierato. Per questo dico che a volte quando volano le botte, quando un conflitto sociale o militare ha delle accelerazioni o dei momenti critici, occorre schierarsi.

A volte, la quello che per etica o per calcolo si deve avere a cuore, non e' il caos attuale, ma l'ordine futuro che emergera' dal caos attuale.

Il pensiero di sinistra vuole essere un pensiero alternativo,  non per questo bisogna cadere nella posizione sciocca e insostenibile di pensare che ci siano SEMPRE delle alternative, intendo qui con "alternative" delle terze o delle ulteriori opzioni aggiungibili dalla nostra pur leggittima creativita' di individui o di gruppi  ai dualismi o alle gamme di opzioni in numero limitato che propone nel qui e ora  la realta', che emergono da un momento storico reale : a volte le alternative ulteriori ai dualismi o agli incroci predefiniti che la vita, cosi' come la storia, ci mette davanti NON ci sono  e la situazione e' del tipo : "o mangi questa minestra o salti dalla finestra", o i nordisti o i suddisti,  o il peggio o il meno peggio.

Con cio' non mi pare di aver detto niente di strano o di contrario al senso comune a parte l'aspetto piu' politico del discorso.





Ma certamente, non metto in discussione la tua libertà di espressione all'interno di un ragionare a sinistra, tantomeno la ritengo strana, ti ripeto da giovane 20enne questo modo di ragionare era per lo più la regola, e infatti fece diventare il PCI l'attuale DS.

A me interessa in particolare una visione che riparta dal comunitarismo, che sia un comunitarismo etico che tende sempre all'alto.
Dunque è solo dentro un movimento di siffatta forma che può nascere una partigianeria che rimanga dura e pura. Sul fatto che sia mera utopia a me non interessa affatto. Io non sono gli altri, questo è un problema che sto cercando di affrontare con 3d come Hegel, e Lacan.

Sulla questione della responsabilità personale, e sulle categorie del "TU DEVI" le lascio volentieri ai Kantiani di professione. (se ti va un bel bagno a destra nel libertarismo di Nereo Villa (canale rumble) ci starebbe proprio bene, per capire quali danni ha portato nella storia).
Per quel poco che vale io le aborro, e ci trovo da 30 anni a questa parte le solite questioni della teologia politica.
Io non devo niente a nessuno, io sono una persona libera.
E come tale libera voglio rimanere, a dispetto del fascismo imperante e della società delle api di mandelleviana memoria.
;)
Questo non vuol dire che mi rifiuti il confronto o che pensi a priori che il marxismo o qualsiasi altra forma socialista (comprese quelle libertarie) sono cose sbagliate (come fa il mio buon Nero Villa).

Mi pare proprio che qua abbisogni che si facciano delle distinzioni per evitare i minestroni presenti e futuri.