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Messaggi - anthonyi

#1441
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
17 Marzo 2024, 19:43:29 PM
Sembra che le raffinerie russe colpite siano arrivate a 12, la capacità produttiva in tutta la Russia occidentale é messa in seria crisi, lo si vede anche dal prezzo dei carburanti che é incrementato significativamente. 
#1442
Inverno, per sviluppo tecnologico io intendo l'immissione sul mercato dei risultati delle idee, e questo lo fanno gli imprenditori. Tu cerchi sempre di banalizzare il ruolo dell'imprenditore, parli di infiocchettamenti, magari spesso sarà anche così, ma evidentemente quell'infiocchettamento é necessario p er portare la tecnologia in ogni casa.
Poi permettimi una polemica con la tua visione materialista ed individualista che hai della ricchezza e del benessere. Quando c'é sviluppo economico, anche se la ricchezza é privatamente acquisita, in realtà la stessa ricchezza é un valore e una disponibilità collettiva perché comunque soggetta all'azione delle leggi dello stato che può indirizzarla in senso strategico. Non é un caso che il padre dell'economia politica in senso prettamente liberale, titola il suo testo "la ricchezza delle nazioni", non si riferisce certo a una ricchezza pubblica, ma a una ricchezza prevalentemente privata che però si può considerare in parte come un possesso pubblico. 
Poi certo in una certa percentuale questa ricchezza sfugge ai controlli, c'é l'evasione, la fuga dei capitali nei paradisi fiscali, etc. Ma poi bisogna vedere quanto pesano queste cose, per te pesano tantissimo, a me invece sembra non sia così. 
D'altronde il fatto che"l'accentramento di capitali" di cui parli sia rilevato indica che é sotto controllo, ed é tutto da dimostrare il fatto che tale accentramento sottragga risorse e limiti la libertà al di fuori delle situazioni oligopolistiche per le quali ci sono già le authority di tutela del mercato che intervengono. 
#1443
E magari per qualcuno è anche meglio che non lo venga a sapere, così eviterà di mettersi sopra un barcone nel tentativo di usufruire di questa riduzione.
#1444
Citazione di: InVerno il 17 Marzo 2024, 12:53:08 PMLa tecnologia non nasce dal desiderio di ridurre la fatica, nasce quando la fatica non può più essere svolta gratuitamente, generalmente un grosso passo in avanti di questo è l'abolizione della schiavitù, le civiltà che hanno mantenuto la schiavitù hanno sviluppato meno tecnologia. Mentre la popolazione mondiale va riducendosi, e quella che sopravvive in media chiede condizioni di vita piuttosto elevate, la tecnologia è ampiamente promossa per risolvere il problema della forza lavoro.  Il problema è che quasi sempre questa tecnologia è prodotta dai costi pubblici, perchè l'educazione le infrastrutture e tutto il resto sono finanziati dalle tasse, e poi i privati si prendono il laureato bello che fatto (in america lo importano con una greencard, brain drain) e mettono un succoso brevetto sull'idea di "tripla fotocamera montata a triangolo" che non inventa nulla, ma brevetta i profitti al privato che al massimo avrà investito un corso di aggiornamento. A mio avviso questo furto si basa sull'idea del "genio", quello che (spesso con poca fatica) "inventa" qualcosa di cui può disporre intellettualmente e metterci un nome, anzichè riconoscere di appoggiarsi sulle "spalle dei giganti" della società, che gli fornisce praticamente tutti i mezzi per concepire quell'idea che poi svenderà ad un privato. Sabin e poche altre eccezzioni. La fatica può anche essere amore, se ami quello che fai non fai fatica, ami il tuo tempo, ma in una condizione illiberale di persone che non possono fare quello che amano, la fatica è l'unica cosa che rimane. Non c'è compensazione monetaria che possa trasformare un lavoro che non ami in qualcos'altro, i soldi non fanno scomparire la fatica, la compensano.
Dilla più chiara, inverno, la tecnologia si sviluppa quando un sistema di mercato permette ad un privato di trarne profitto. Solo che a differenza di te questa affermazione per me non ha nulla di scandaloso. Non so se sai che nella Cina del IX secolo D. C. apparve una figura abbastanza simile al nostro Leonardo da Vinci, uno che si divertiva a inventare macchine, che usavano la forza dell'acqua, e che preparava tanti giochi per l'imperatore.
Queste macchine non hanno avuto sviluppo perché in quel mondo non c'era un mercato dove potessero svilupparsi. 
Inventare la tecnologia é una cosa, svilupparla é un'altra, e per fare quest'ultima cosa c'é bisogno di un mercato e di un privato interessato a guadagnarci sopra. Se poi i privati sono tanti, allora si fanno concorrenza e così la tecnologia diventa disponibile per tutti a costo basso. Alla fin fine ci hanno guadagnato tutti, compreso lo stato che da questo sviluppo incassa più tasse, 
per cui allo stato conviene finanziare la ricerca tecnologica, anche quando in relazione ad essa ci sono profitti privati. 
#1445
A me sembra che i sistemi liberali le dinamiche sociali le gestiscano e le soddisfino abbastanza bene, sono finiti i tempi delle contestazioni di massa spinte dalle privazioni e dai sacrifici, proprio perché queste privazioni sono state eliminate dallo sviluppo che i sistemi liberali hanno prodotto. 
Oggi il pericolo per questi stessi sistemi viene da chi per ragioni culturali é nemico di questi sistemi, non certo da quei pochi che vivono in essi condizioni di privazione e sofferenza reale.
Questi critici del sistema liberale, però, bisogna capire se sono più amici dei sofferenti o nemici/invidiosi dei benestanti, e bisogna anche capire quanto vale la loro tesi per la quale, secondo loro, eliminando i benestanti si ridurre be o addirittura si eliminirebbe (Di Maio dixit) la loro sofferenza. 
#1446
Citazione di: Patrizio Donati il 15 Marzo 2024, 09:08:25 AMRiassumendo per non fare doppia copia di quello già scritto: la politica deve regolare la società per cui non vi deve essere chi è condannato alla fatica ed al dolore, è chi in ragione della sua prevalenza economica e di potere può scanzare in maniera sproporzionata e asimmetrica fatica e dolore. 
Visto che mi accusi di essere retorico parlerò in maniera più diretta. Chi sei tu per dire cosa deve fare la politica? La politica ha tanti di quei problemi organizzativi di cui occuparsi, tra i quali certo c'é anche la fatica e il dolore, ma anche tante altre cose prioritarie. 
Riguardo alla fatica e al dolore, poi, non mi risulta ci siano persone condannate a questo "ope legis", le persone scelgono la fatica quando lo ritengono opportuno, e subiscono il dolore per accadimenti naturali e non.
Magari chi ha potere e ricchezza riesce a scansare meglio fatica e dolore, ma non sta scritto da nessuna parte che questo comporti maggiore fatica e sofferenza per gli altri, anzi é vero il contrario, le persone acquisiscono prevalenza economica grazie a processi di miglioramento che poi sottraggono dalla fatica e dal dolore tante altre persone.
Secondo me dovresti riflettere su quali sono le tue vere motivazioni di fondo. 
Tu vuoi che venga ridotto al minimo il numero di persone sofferenti o vuoi che tutti siano condannati a soffrire? 
#1447
Ma che dici, niko, tu putiniano? Ma chi avrebbe mai il coraggio di insinuarlo. 🤔
#1448
L'idea della condivisione di fatica e dolore mi convince poco. La fatica é di solito connessa con la produzione di ricchezza e, in tal senso, é elemento di regolazione della distribuzione della stessa. Il principio che uno debba avere quello che produce per effetto del suo lavoro é per me sufficiente a definire la distribuzione della fatica, fatica che oltretutto è difficile da valutare, e che spesso non è strettamente connessa al lavoro, ci sono infatti lavori addirittura divertenti, buon per chi ha la fortuna di vivere di quei lavori, se queste persone si trovano bene così non si capisce perchè dovrebbero caricarsi di una fatica non necessaria, visto che l'obiettivo che abbiamo in comune è proprio quello di eliminare la fatica e di rendere i lavori, il piu possibile, gradevoli.
Riguardo al dolore, fenomeno intrinsecamente ineguale perché colpisce alcuni in maniera terribile, ed altri no, e che non può essere trasferito dall'uno all'altro, l'unica logica é quella di combatterlo il più possibile.
#1449
Citazione di: niko il 12 Marzo 2024, 22:00:28 PM. Le violenze eccessive del colonizzato nello sforzo di liberarsi, per me ricadono moralmente sempre e solo sul colonizzatore, per quanto ben riconosco che a volte esse siano "eccessive". L'eccessivita', di certe violenze, non cancella il discrimine e il distinguo tra chi e' in casa sua, e chi, invece, e' andato a rompere le scatole in casa d'altri.





Bravo niko. Mi fa piacere che anche tu come me sei dalla parte degli ucraini in ogni caso, per il diritto che hanno di difendersi dalla Russia colonizzatice che é venuta a rompergli le scatole, a anche a fare massacri e saccheggi, in casa loro (ed é casa loro sulla base di trattati internazionali che anche la Russia ha sottoscritto ben 3 volte). 
#1450
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
12 Marzo 2024, 22:22:33 PM
Intanto gli ucraini, che per Papà bergoglio stanno perdendo la guerra, organizzano veri e propri raid in Russia con droni contro obiettivi strategici, distrutto un altro A 50, colpito un centro petrolifero a 800 km dal confine ucraino, colpita una centrale termoelettrica.
Se questo vuol dire perdere la guerra, figuriamoci se la stavano vincendo che succedeva! 🤔
#1451
Retorica vuol dire: dire parole belle ma vuote di contenuto conoscitivo. Pace è una parola bella, e sono convinto che tutti noi la desideriamo. Se poi però c'è la guerra, e non dipende da noi, bisogna prenderne atto. In questi casi si usa dire "mettersi l'elmetto" come termine indicativo di chi è guerrafondaio, ma in realtà l'elmetto è uno strumento di protezione.
jean ritiene che chi si mette l'elmetto sia poco empatico, ma dove sta scritto questo. Chi mette l'elmetto sta solo difendendo se stesso da un pericolo, da una minaccia. Poi certo gli elmetti li da anche a quei poveri ragazzi. Gli ucraini hanno cominciato a difendersi contro i russi e non avevano quasi niente, non dargli il necessario per difendersi voleva dire condannarli a morire, dandoglielo invece gli permettiamo di conquistarsi la loro libertà.
E' chiaro che ci preoccupiamo per ogni ucraino, militare o civile, che muore, ma non esiste un'alternativa per salvare loro la vita, o meglio esiste, ma loro non la vogliono, perchè scambia la loro vita con la loro libertà, e loro preferiscono morire liberi che vivere da schiavi.
#1452
Un po' retorico, in stile miss mondo. 
Quando c'é la guerra, che é stata scelta da qualcun altro, non si può scegliere la pace, si può solo scegliere come reagire a quella scelta di guerra. In ogni caso é impossibile scegliere la pace. 
#1453
Zelensky non ha destituito nessuno che non era d'accordo con lui per la resistenza ad oltranza. Zalushny, infatti, non é mai stato un sostenitore della resa nei confronti dei russi, ipotesi che é una specie di bestemmia per la quasi totalità degli ucraini.
Il disaccordo con Zalushny verteva su questioni strategiche di guerra, e poi c'era il fatto che comunque la controffensiva era stata deludente, ed era una controffensiva gestita da lui. 
La soppressione poi di quelle attività politiche che si sono dimostrate attuare intelligenza con il nemico é poi una necessità bellica, é prevista anche dai codici militari italiani in caso di guerra. 
Comunque non sono d'accordo sul fatto che il Papa debba: "fare la morale". Compito del papà é certamente esprimere principi morali, e di logica, in questo caso, i principi dovrebbero essere direzionati verso il vero criminale di questa situazione, anche secondo il tribunale dell' AIA, cioé Putin. Al limite si dovrebbe esprimere astrattamente invitando alla pace, al dialogo.
Ma invitare l'Ucraina, e solo l'Ucraina, alla resa é veramente un fatto paradossale. 
Nel mondo cattolico poi la reazione sta anche venendo fuori, in Germania sia la conferenza dei vescovi, sia i vertici della loro azione cattolica, si sono pronunciati invitando il Papa a parole correttive, ad esempio invitando anche la Russia a ritirare le truppe che ha ancora in ucraina prima che gli ucraini le distruggano. 
#1454
Citazione di: Pio il 11 Marzo 2024, 18:44:49 PMhttps://www.ilmessaggero.it/t/zelensky
Direi che, se è vero quello che viene riportato in questo articolo del 5 marzo l: Ucraina ha più bisogno di uomini che di armi. "Molti ucraini non sentono più la minaccia esistenziale" dice Zelensky, e sono molto recalcitranti all'arruolamento. La stanchezza serpeggia tra le fila dei due eserciti (come è normale dopo due anni di guerra e pochi risultati).
Non credo sia cosi, anche perchè sull'interpretazione di quello che dice zelensky da parte della nostra stampa abbiamo gia visto toppe colossali. Comunque anche nel caso sono cose loro, faranno quello che credono meglio per loro, quello che è importante è che nessuno dall'esterno vada a fargli la morale.
#1455
Citazione di: Pio il 11 Marzo 2024, 13:59:35 PMNon penso proprio che al papa interessino i disegni strategici delle potenze statali. Ha rivolto l'invito alla negoziazione all'Ucraina perché è quella più intransigente sul continuare ad ogni costo la guerra, nel sogno ideale di riprendersi persino la Crimea ( la cui popolazione non è ucraina ma russofona). È visto che alcuni governi a mezza voce parlano di intervento militare diretto per aiutare le forze ucraine in difficoltà ( l'intelligence ucraina parla di probabile offensiva russa in primavera) il Papa si preoccupa più della popolazione che della "robba" ( si può rimproverare ad un Papa cristiano di parlare di pace e non di guerra ad oltranza?). Nella stessa intervista definisce come "irresponsabili", ecumenicamente, sia Israele che i palestinesi che non si curano della popolazione.
Mi interessano poco gli interessi del Papa, mi interessa di più il fatto che ripeta quello che anche la propaganda putiniana sostiene, cioè che l'Ucraina sta perdendo la guerra, cosa assolutamente non vera soprattutto considerando la dimensione delle perdite russe degli ultimi mesi, e questo nonostante l'Ucraina sia a corto di munizioni sia di artiglieria che di antiaerea. 
E' paradossale che chieda all'ucraina di arrendersi quando l'Ucraina é il paese aggredito, che vive con milioni di suoi cittadini sotto il giogo della dominazione russa.
Poi certo lui può, anzi deve, parlare di pace, ma di una pace giusta, non di una pace iniqua, e la pace giusta sarà solo quando l'Ucraina avrà recuperato tutti i suoi territori, compresa la Crimea.