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Messaggi - niko

#1456
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Geopolitica 2024
24 Gennaio 2024, 00:07:05 AM
Citazione di: Ipazia il 23 Gennaio 2024, 20:52:17 PMTrump non ha infiammato nulla in medio oriente. Ha raccolto i cocci di Bush e Obama e pagato l'obolo al sionismo e ai waabiti contro l'Iran, senza arrivare alla guerra.

Le sue posizioni interne mi interessano poco, anche perché a decidere su questioni etiche non è lo stato federale, ma i singoli stati.

Che il capo dell'impero canaglia sia una canaglia è scontato. Si tratta solo di tifare per la canaglia minore, meno guerrafondaia.

Il rossobruno non mi tange dopo tutte le corbellerie e mignotterie al canto di "Bella ciao". Marxianamente guardo solo i fatti: filosofia politica della prassi.


La sua influenza su questioni etiche, come aborto e pena di morte e' immensa, e' inutile negarlo.

I segnali che ha dato lui, il "populista" in favore della pena di morte sono stati i piu' forti di tutti quelli dati da tutti i presidenti americani negli ultimi cento anni, le esecuzioni durante il passaggio di consegne sono state un segnale enorme, uno shock per la storia e la coscienza civile americana. L'unica legge non scritta civile e umana che i cowboys planetari avevano (non si uccide un condannato durante l'interregno presidenziale: gli si usa la cortesia di aspettare, e di farlo morire in un giorno in cui ci sia un presidente effettivo) lui l'ha abolita; poi non so, se nell'orgia di populismo sei diventata favorevole alla pena di morte pure tu, o se non ti rendi conto del significato psicologico e antropologico di una mossa del genere, di riprendere la pratica delle esecuzioni nell'interregno, il che, oltreche' sbeffeggiare il garantismo e lo stato di diritto come valore, banalizza proprio la morte del condannato come fatto in se'.

I segnali che ha dato lui, il "populista", l'uomo forte sull'aborto, sono le sue stesse parole, chiunque puo' fare una ricerca e andarsele a rivedere, io personalmente non voglio, (ri)vomitare.

La non condanna delle manifestazioni dei suprematisti bianchi, il paramilitarismo, la n.r.a, quei geni che ogni volta che c'e' una sparatoria con morti in una chiesa dicono che la soluzione non e' limitare le armi, e' armare i pastori, ogni volta che c'e n'e' una in una scuola, dicono che e' armare le maestre (e non sto scherzando, lo dicono, letteralmente... il postpensiero, armato, che si "esercita" tutte le domeniche in mimetica, paramilitarmente).

Questi qui, che ogni volta che c'e' una sparatoria dicono queste cose, non sono espressione di Biden, e non votano Biden.

E quello che mi fa rabbia, e che tu ti aspetti una politica di pace da questa gente, dalla loro cricca, dal loro enturage (cricca guidata e capeggiata da altrettanti miliardari come sono miliardari i nazidem, scusa se mi ripeto).

E poi i giudici li decide lui, quelli della sentenza sull'aborto li ha decisi lui, altroche' etica frammentata nei singoli stati.

Diciamo piuttosto che gente che non sa che dire, e vuole a tutti i costi esistere, pur di esistere, dice che Trump assicurara' la pace. Aspettiamo e vediamo.



#1457
Citazione di: anthonyi il 23 Gennaio 2024, 21:22:19 PMQuesto é quello che pensi tu, libero di disprezzare i nostalgici e le vittime fasciste come vuoi. Ma qui la questione é il rispetto che i nostalgici esprimono nei confronti delle loro vittime, un qualcosa che per loro é importante, e che in fondo non danneggia nessuno.
Personalmente li considero solo un elemento di folklore, fuori da qualsiasi rapporto con la politica concreta, se non nel fatto che con il braccio alzato catalizzano l'attenzione dei media e magari distraggono l'attenzione dalle vere decisioni politiche.


Sostenere ideali di morte, di guerra, di mascolinita' tossica e di superiorita' razziale non e' folklore, complimenti pero', prima parlavi di "rispetto per gli ideali", adesso parli di folklore...

Dai, ti manca il "male necessario", per la salvaguardia del libero mercato dai bolscevichi, e le hai dette tutte...



#1458
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Geopolitica 2024
23 Gennaio 2024, 17:36:32 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Gennaio 2024, 16:30:55 PMLo stato USA è già inesistente, annullato dagli oligarchi di Wall Street che possiedono anche l'aria che respiri. Con l'elezione di Trump si procederà piuttosto ad un annullamento più rapido dell'Impero Nato, con calcio al deretano dei vassalli europei. E anche israeliani (ma quella è la linea del Piave per Wall Street e non credo Trump azzarderà così tanto).

Ma, con o senza Trump, l'Impero è alla resa dei conti. Trump potrebbe perfino farlo in modo indolore e favorevole alla popolazione USA. Meraviglie del populismo. Coi Stranamore nazidem, di qua e di là dell'Atlantico, c'è invece da aspettarsi il peggio. Per tutti.



Trump e' stato l'infiammatore del medioriente durante il suo mandato, e continuera' ad esserlo, tanto piu' se ne avra' la possibilita'.

I missili sull'iran li ha lanciati, e tutti se lo dovrebbero ricordare. Gli assassinii mirati, dal cielo, tramite missili, di leader politici e militari localmente leggittimi, considerati "terroristi" dall'impero americano lui li ha fatti, e li ha portati avanti in grande stile.

Non ci sono in usa forze pacifiche, ci sono solo forze volte principalmente a infiammare il medioriente (i repubblicani attuali) e forze volte ad infiammare il fronte russo e pacifico (i democratici attuali). Hanno priorita' diverse su dove e come fare la guerra, ecco tutto.

Tutti la vogliono fare.

Il bene che puo' fare a un paese uno che dice di bere candeggina, e' contro l'aborto e a favore della pena di morte, poi, io proprio non lo vedo. Miliardario e amico di miliardari.

Non vedo che bene possa fare il paramilitarismo, fascista, della n.r.a e dei collezzionisti privati di armi addestrantisi in gruppo, intorno a cui si accentrano gli amichetti di Trump, contro il sia pur reale, e a tratti minaccioso, "militarismo", degli amichetti di Biden.

Anche facesse la pace, e non la fara', nessuno deve pagare la pace sociale o internazionale in nessun luogo della terra neanche solo per un giorno, venendo giustiziato col veleno anche se demente o minorenne all'epoca dei fatti (i frutti deliziosi del populismo questi sono...) o mandato ai lavori forzati, o all'ergastolo per reati minori rispetto all'omicidio, nessuno deve essere ucciso o separato dai figli alla frontiera solo perche' immigrato.

Il Trumpismo e' una merda, cara Ipazia, e tu, alludendo a certe cose assurde, fai solo il gioco di Inverno, che parla di rossobruni.

Rossobruni, e trumpiani. Andiamo bene.

#1459
In realta' l'integrazione tra profitto ed ecologia in una logica di profitto puo' esistere eccome, e sempre di piu' sara' implementata, perche' non ci saranno alternative, ad implementarla

Il capitalista puo' distruggere la Terra in nome del Profitto finche' i costi, anche economici, dei danni che fa, a breve e medio termine, non ricadono su di lui come costi di produzione, e sono esternalizzati in maniera impersonale, e parassitaria, sullo stato, sulla salute pubblica e su tutta la societa'. Sostanzialmente, finche' non paga lui, ma pagano soggetti terzi.

Basta fargli pagare tutti o quasi i danni che fa (in termini di resposabilita' civile occasionale per casi singoli di danni particolarmente eclatanti, e di tassazione dell'inquinamento e sull'inquinamento, e sullo sfruttamento di risorse limitate, tassazione, questa, abituale) in forma di costi vivi di produzione, sicuri e probabili, e anche il piu' assatanato dei capitalisti, distruggera' la natura solo finche' ed entro i limiti in cui gli conviene distruggerla. E non impunemente e all'infinito, o un po' meno, impunemente e all'infinito.

Sempre piu', anche nell'epoca del liberismo, a parole, saranno implementati questi sistemi, di tassazione dell'inquinamento e del prelevamento, diciamo cosi' "socialisti". Anche perche' l'epoca del liberismo, a parole, sta (ri) diventando l'epoca del protezionismo, di fatto.
#1460
Citazione di: anthonyi il 23 Gennaio 2024, 15:20:52 PMSecondo me, Eutidemo, tu evinci male, la CC lo ha spiegato chiaramente che il saluto romano è reato solo se concorre ad un progetto di riorganizzazione del partito fascista.
E' quindi sempre necessario valutare il contesto nel quale il saluto viene espresso.
Anche se la CC non lo specifica, è giurisprudenza l'interpretazione che il contesto commemorativo non configura un progetto riorganizzativo. Ma come te lo deve spiegare la CC che le cose stanno cosi.
Il rispetto dei morti in Italia, è qualcosa di importante, e comporta il rispetto dei loro ideali anche se sono ideali fascisti.

Il fascismo non e' un'ideale, ma solo il braccio armato del padronato e del capitalismo: adunanza degli scagnozzi, mascherata macabra, latrato, esecuzione materiale.

Fascismo e' ogni capo chino, ogni logica manifesta o nascosta del branco e del dominio.

Fascismo e' la proposta archetipica di superare la crisi (economica), dal capitalismo prodotta, con l'accentramento carismatico del potere e con la guerra, fino alla prossima, maggiore, crisi; proposta (politica) questa, che in quanto tale appartiene strutturalmente al capitalismo stesso, e finanche alla societa' di classe stessa, e non (solo) all'epifenomeno cosiddetto "fascista".

Solo disprezzo per chi non ha sguardo. I loro "ideali" li conosciamo. Il loro funzionamento pure.



#1461
Citazione di: Pensarbene il 23 Gennaio 2024, 12:49:41 PMDal punto di vista logico, del buon senso e dell'esperienza umana noi non dovremmo esistere come non potrebbe esistere ciò che esiste.
Ogni volta io leggo qui e altrove l'inpossibilitã di capire l'esistente se non dandogli una patente di infinità di per sè stesso o di creazione divina.
Come diceva Hawking , il problema del Nulla è il fatto che non esiste ma serve come escamotage per evitare il problema dell'esistere ...dell'esistente.

Io la vedo così: se non si può dimostrare che l'esistente è infinito in ogni direzione oppure, se non si può dimostrare che è retto da una eternità divina, allora bisogna ammettere che L'ESISTENTE NON ESISTE AFFATTO,NON PUÒ ESISTERE E, IN PRATICA, È UNA ILLUSIONE DEL NULLA.
Questa è logica non è religione o ateismo.
Se uno sceglie l'esistente come infinito sa che non può dimostrarlo, se uno sceglie l'esistente come creazione e/o emanazione della divinitå  sa che non può dimostrarlo
Se uno nega Dio o lo afferma sa che non può pretendere di  dimostrare  e  condividere unanimemente queste scelte.
Allora,resta il Nulla come risposta, una risposta che io non amo e non condivido ma che posso capire logicamente.
Il Nulla risponde a tutte le domande perchè le anNulla tutte,
il Nulla anNulla tutto e tutti  e io non lo sottovaluterei affatto perchè ,secondo me , sta facendo quello che sta scritto nella Storia Infinita  facendo, purtroppo,fin troppo bene, il suo lavoro!







Anche il nulla e' una ipotesi, perche' per avere senso come ipotesi deve essere pensato cone uno zero matematico, una totalita' nulla, insomma una totalita' composta da "parti" solo relativamente essenti, e solo nella misura in cui opposte rispetto ad altre parti, squilibrate.

Noi non viviamo nel nulla, viviamo nell'esistente, ma essendoci un velo di ignoranza su quello che possiamo conoscere, e quello che sta oltre il velo ci rimane inconoscibile, non possiamo escludere nemmeno che l'essente ed esistente che (localmente) conosciano, a distanze e livelli superiori a quelli della nostra conoscibilita' faccia parte di una totalita' nulla, cioe' che oltre il velo vi sia la struttura dell'anti-esistenza, che annullerebbe l'esistente ai fini del valore di esistenza attribuibile (o non attribuibile) alla totalita'.

Noi potremmo essere nella parte +1, oltre il velo della nostra conoscenza potrebbe giacere la parte -1, e il mondo potrebbe a nostra insaputa valere 0, come totalita'.

Sarebbe un pan-ateismo, cioe' un sistema in cui il Dio, inesistente, si identifica integralmente con il cosmo e la natura, altrettanto inesistente. Tutto e' Dio, che non c'e' e che non e' ne' vero ne' credibile, e c'e' solo il nulla

Ogni male e ogni sofferenza sarebbe giustificata, cioe' annullata, data la totalita' nulla del mondo-vero, e l'affermazione secondo cui esiste solo cio' che e' parziale e intrinsecamente limitato rispetto al mondo vero nullo, con controparte annullante rispetto al mondo esistente inconoscibile per dei nostri, e indifferenti al mondo, limiti. Ma qualcosa mi dice che tutto cio' non funziona, e che non e' cosi'.

#1462
Citazione di: Pio il 23 Gennaio 2024, 10:05:26 AMLo stato escatologico è inteso in senso umano, riguarda l'uomo e non il tempo naturale del divenire. L'uomo nuovo nell'escatologia cristiana vive nel rinnovamento, non nella cristallizzazione. Infatti vengono profetizzati " cieli nuovi e terra nuova". È  quindi un tempo rinnovato non un tempo cristallizzato, immobile. Credo sia anche la visione ebraica del tempo.

Gia' ma questo stato paradisiaco meraviglioso, se e' eterno non c'e' mai stato, perche' non perdura tutt'ora, e nell'attimo presente (invece) si soffre, e c'e' la sofferenza, che dello stato paradisiaco e' il contrario.

Se non e' eterno forse c'e' stato in passato, ok, questo al limite si puo' anche concedere, ma tale stato "nuovo", felicemente rinnovato, era caduco ed effimero, prova ne e'... il fatto che non c'e' piu'.

E quindi io posso immagginare un paradiso con tutte le caratteristiche di un eventuale paradiso perduto e in piu' anche eterno, e il paradiso nella mia immagginazione sarebbe piu' bello, e piu' completo, e piu' rassicurante, del paradiso reale, che non ha l'attributo dell'eternita', a differenza di quello che immaggino io, che invece ce l'ha.

Vedi, quale e' il punto? Che per dire che un paradiso eterno che non c'e' mai stato in passato ci possa (invece) essere nel presente e nel futuro, bisogna immagginare una strutfura asimmetrica del tempo, in cui il futuro, costituisca una differenza assoluta rispetto al passato. 
E pure che un eventuale "presente mistico", in cui il regno di Dio e' presagito, e vissuto selettivamente dagli eletti, la costituisca, una differenza temporale assoluta del genere.

Oppure ci potrebbero essere stati dei paradisi effimeri che non danno nessuna sicurezza: eta' dell'oro, piuttosto che paradisi. Ma non mi pare, che il cristianesimo e l'ebraismo si limitino a teorizzare quelli effimeri, rinunciando del tutto a parlare di quelli eterni, e soprattutto a prometterli agli uomini.

Non e' possibile, una nuova caduta dopo il paradiso. Quindi il tempo non e' ciclico. Si promette di entrare in un futuro assolutamente diverso dal passato. O, che e' lo stesso, di presagirlo in un presente mistico che vale solo per alcuni.

#1463
Citazione di: green demetr il 22 Gennaio 2024, 21:17:55 PMLa necessità del futuro nei cicli naturali io la chiamo semplicemente possibilità.
Comunque si, questo potrebbe benissimo essere stata la visione di Nietzche.
Ma Nietzche non lo leggerei mai come un semplice positivista.
Infatti benchè sono d'accordo con te con questa visione, io ritengo, e testo alla mano di Umano Troppo Umano, e ora che sto scolpendo lentamente dentro di me il dovere della lettura, presto anche del resto dell'opera nicciana, mi aspetto piuttosto una lettura degli aspetti critici che si frappongono a questa visione utopica e vitalistica.
Compito dell'uomo è superarli perchè giunga l'uomo che è già dopo tutti i suoi pregiudizi morali.
Siamo in una fase storica che d'altronde grida l'urgenza del ritorno ad un etica critica.
Riuscirà l'umanità a togliersi la scimmia?
Se devo basarmi sul livello di atroce demenza contemporaneo, la mia risposta è no.






Il futuro e' necessario perche':

>Noi esistiamo e diveniamo

>dunque il passato obbiettivamente non ci ha impedito, in assoluto, dall'origine del tempo ad oggi, di esistere e di divenire, determinando esso stesso in quanto passato, in un ipotetico punto della storia dopo, l'origine, e prima, di noi, del punto in cui siamo noi, uno stato definitivo immutabile del tempo e del cosmo e mantenendo tale stato in eterno; unica condizione, questa, che impedirebbe, in assoluto a qualcosa, di esistere e divenire, a prescindere dalla probabilita', e dalla fortunosita', della nostra, personale esistenza.
In maniera molto simile all'illuminazione che ebbe Cartesio con il cogito, ma implicando in essa anche il corpo: noi siamo qualcosa, e qualcosa esiste e diviene. E' ben difficile, dubitarne.

>ma non c'e' un'origine del tempo (in quanto non c'e' Dio, e non c'e' un paradigma creazionista).

> dunque, meglio dovremmo dire, che il passato non ci ha impedito, di esistere e divenire, da infinito tempo, su un perenne "sfondo", naturale, dove avvengono gli eventi. La potenza infinita del passato, non ci ha impedito di essere e di divenire. Cio' di immanente e di terreno che ci permette di divenire ora, come proprieta' impersonale della natura, ci permette in realta' a ben vedere di divenire da sempre.

>dunque non c'e', non esiste, uno stato definitivo e cristallizzato (fisicamente ed eticamente escatologico) del mondo e del tempo nel passato (se ci fosse, ci avrebbe impedito di essere entita' viventi e divenienti qui ed ora, in quanto durerebbe tutt'ora, nella sua immobilita' negatrice del divenire, e quindi anche del nostro, divenire), e il passato e' infinito, dunque ha gia' manifestato almeno una volta (in realta': infinite, volte) la totalita' delle sue combinazioni e possibilita', e tra queste combinazioni e possibilita' non vi e', lo stato escatologico, che, nonostate la potenzialita' di espressione totale posta dall'incombere di un tempo perenne, non si e' manifestato.

>e non vi sara' uno stato escatologico neppure nel futuro, poiche' la totalita' del tempo futura, e' speculare e simmetrica a quella passata: non solo, all'infinito tutte le possibilita' si realizzano, ma se ci sono un passato, un presente e un futuro, e uno sfondo increato "ateo" e "naturalistico" su cui avvengono gli eventi, tale per cui la presenza di qualunque cosa nel tempo e presso il tempo su questo sfondo e' sempre spartiacque tra due meta' sostanzialmente uguali, basta la mezza/infinita' del (solo) passato, per dedurre l'esaurimento di tutte le possibilita' presso questa, "parziale", per modo di dire, infinita' e, quindi, per dedurre qualcosa di sensato sul futuro. Se non c'e' lo stato escatologico nella totalita' temporale passata, non c'e' neanche in quella futura. Perche' il tempo, illimitato, translato da una meta' all'altra con il presente come spartiacque, in un certo senso non sarebbe piu' lo stesso, ma le possibilita', limitate, resterebbero sempre le stesse, e gli elementi limitati discreti e combinabili (diciamo cosi' gli "atomi"), sempre gli stessi.

> il futuro e' necessario. Non solo, possibile.
Se non c'e' uno stato definitivo del mondo nel passato, non ce n'e' uno neanche nel futuro. Il tempo del riposo non c'e' per il mondo, e dunque, all'infinito, non c'e' nemmeno per noi.
Si va verso la vita, non verso la fine. Compresa la nostra, di vita, che ritornera' identica proprio perche' non e' che una possibilita' tra le le altre. Con la volonta' ad amarla e a sospingerla, e a struggersi, ogni volta come se fosse unica. Anche questo e' cogito, anche questo e' destino: siamo sopravvissuti, fino ad ora, alla violenza puramente negatrice, e cieca, e cancellatrice, che crediamo di vedere nell'infinito; gli sopravvivremo.
Non evitiamo ora gli inganni e le seduzioni, i tormenti e le necessarie imposizioni, le sottigliezze e i rivoli, di questa immensa struttura riproducente la vita e dalla vita riprodotta: non li eviteremo neanche in futuro.

Nell'eterno ritorno si pone il problema della salvezza del divenire e quindi il problema del lutto, della morte dell'altro agli occhi e alla prospettiva interna del se' (sopravvivra', avra' mai salvezza, il divenire? Questa, e' la domanda) e non quello della salvezza dell'essere, e quindi della morte propria, e del se' (sopravvivra', avra' mai salvezza l'essere? Questa, non e', una domanda sensata).
#1464
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Geopolitica 2024
21 Gennaio 2024, 14:48:01 PM
La riunificazione di Taiwan sara' il preludio alla inevitabile riunificazione dell'Eurasia sotto bandiera comunista... e sara' il piu' grande evento geopolitico a cui ho ragionevoli probabilita' di assistere in vita.

Io non avro' dubbi su con chi stare, e i posapiano di tutto il mondo nemmeno.



#1465
Citazione di: green demetr il 21 Gennaio 2024, 00:27:31 AMLa vontà di apertura a qualsiasi possibilità futura, e nel futuro ad una nuova apertura verso il futuro etc....
E' la formula impossibile di creatività che Nice si illude di poter arrivare, ma che è il contrario dell'eterno ritorno.
il mio maestro l'ha chiamata serendipity (formula matematica), che comprende anche la patafisica a cui il mio maestro aderì all'epoca.
Oggi quel progetto è fallito.
Ovviamente è fallito, se prima non ci concentra con le coazioni della ripetizione.
Nietzche lo aveva già detto è la scimmia che fa il discorso sull'eterno ritorno.
Eterno ritorno è la ripetizione, oggi malattia del secolo nota come coazione a ripetere. arma di distruzione di massa del pensiero.
abbiamo una scimmia sulle spalle.....ma nice ce l'aveva già detto.
come l'industria culturale sia riuscita a ribaltare tutto questo è incredibile.

io non so se tu parli di creazione o se è la scimmia sulla tua spalla a suggerirti le cose.
ripeto leggi minima moralia non domani ma subito, ora adesso!!!



Non c'e' contraddizione tra eterno ritorno e creazione, perche' la volonta' non e' libera, non e' una liberta' del volere.

Cosi' come non c'e' contraddizione tra dimensione antropologica e dimensione naturalistica dell'eterno ritorno.

L'atto di ricreare in serie identica il mondo, il ciclo temporale, e' semplicemente il farsi esplicito di una volonta' implicita che sta (risiede) in tutti i viventi e che vuole vivere nonostante l'immensita' del (loro) dolore: questa volonta', istintuale deve farsi esplicita nel superuomo.

In questo senso, il ciclo temporale e' sia una possibilita' che una necessita'.

Vediamo meglio:

Una possibilita' >

Perche' esso, il ciclo temporale, certo non si compie da solo se non lo compi tu (a costo anche di mille sforzi e mille sofferenze).

Non e' e non rappresenta una sostituzione, o una prostituzione, dell'uomo o del soggetto (e della sua "dignita' ") ad opera del fato o di chissa' quali forze esterne.

Non esiste SOLO il tempo ciclico: esiste ANCHE il tempo lineare, che la volonta' deve, ogni volta contraddire. Il tempo ciclico e' un tempo "emergente come vincitire", ma non e' un tempo unico, non e' l'unica forma del tempo: la linearita', sconfitta, dalla volonta', idealmente, dovrebbe sopravvivere solo nel fatto, fantasmatico e gettato sulla sfondo, ma non percio' meno reale, che i cicli temporali, contemplati in serie sono, e restano, ineffabilmente diversi. L'uno non e' l'altro. E la loro diversita' e' una trascendenza che valorizza l'ultimo come eskaton, come teleologia; e' ognuno dei cicli e', o e' stato ultimo. 
Non si tratta di costruire la ripetibilita' dell'attimo presente al termine del ciclo presente, o "lungo" esso (la ripercorribilita' dell'attimo sul ciclo data la limitatezza del ciclo stesso), ma la proiezione "orizzontale" dell'attimo presente sulla serie dei cicli come attimo nuovo, costato gioie e dolori nuovi, ai viventi che di fatto sempre vivono a stento, a fatica. Insomma il trascendimento del ciclo nella serie dei cicli, eterno ritorno del differente, il che di fatto espande, ad ogni ciclo, la serie (che va pensata come una molla/spirale, con uno spessore, esistenziale, tridimensionale, e non come una serie di cicli invisibili perche' sovrapposti e coincidenti, apparenti esclusivamente nell'uno) soddisfando una volonta' "espansiva" e non una "intrappolata", nel singolo ciclo inteso come unica realta', perche' conserva la forma minima della differenza, sia pure intesa come differenza solo temporale tra identici.)

Una necessita'> 

Perche' comunque il ciclo si compie, in quanto la volonta' non e' liberta' del volere, e' volonta' di potenza.
Vivere nonostante il dolore e' quello che la vita ha voluto finora (dato di fatto), che vuole adesso (altro dato di fatto), e, con ogni probabilita', quello che vorra' in futuro (facilissima induzione).

Se la vita vuole vivere nonostante il dolore, riprodurra' il dolore pur di ritornare in quanto vita.

Del resto, che cosa mai potrebbe impedirglielo? 

Il nichilismo e' l'eclissi delle cause e dei fini, ma laddove non si e' causati ne' finalizzati, si e' desiderati retrospettivamente a partire dal futuro; non c'e' un passaggio alla liberta' e al regno della liberta', ma una transvalutazione di tutti i valori: il superuomo fonda come desiderio quello che nella modernita' nichilistica non puo' piu' essere fondato come causa o come fine: lui, il superuomo, si auto desidera, e quindi implicitamente desidera (anche) noi, che siamo (figuriamo) tra le sue cause. Noi che, in quanto "temporalmente" esauriti, non possiamo piu' desiderarci se non come sue cause, che in qualche modo dobbiamo rispindere, e corrispindere, a una chiamata evolutiva.

Il desiderio come desiderio umano e dell'uomo:  uomo e superuomo si desiderano attraverso il tempo.

Dunque, tirando le somme:

La creazione in Nietzsche ha senso perche' si iscrive come un negativo, e come una sovversione, in un'epoca di eteronomia e anticreativita', e perche' la implica, una tale epoca. Sia in particolare, come momento storico presente e decadente da superare; sia in generale, come sogno, tentativo, vicenda e impossibilita' di una creazione umana che sia definitiva e (dunque) distruttrice e trattenitrice di tutte le altre possibili creazioni, insomma come vissuto attivo del platonismo e del cristianesimo in quanto manifestazioni della volonta' di potenza.
Il che e' archetipico e di monito anche per tutte le grandi creazioni umane precedenti e successive, probabili e possibili; perche' si riferisce in generale alla convenzionalita' e alla pericolosita' e all'oblio filogenetico della fondazione di tutti i valori.

In un tempo eternamente ritornante e insensato, tu puoi "creare", istituire il "nuovo" nel ciclo eterno del tempo, solo nella misura in cui il ritmo stesso di questo tempo, che in definitiva in quanto ritmo non e' in tuo potere, si riferisce specificamente all'oblio e alla presenza (enantiodromica, e alternata) della creativita' e del suo opposto: l'eteronomia e la non creativita'; e solo nella misura in cui tu, di questo, di questa alternanza fondamentale, oltreche' della creazione stessa, ne sei consapevole.



#1466
Tematiche Filosofiche / Re: Logica e Verità
18 Gennaio 2024, 23:51:12 PM
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2024, 23:37:36 PMEssendo la logica  parte dell'uomo, ed ancora,  essendo l'uomo parte della realtà, allora per la proprietà transitiva, la logica è parte della realtà, sempre che la proprietà transitiva valga, perchè in effetti la sua validità sembra ovvia.
Tutte le regole logiche, almeno nella logica elementare, sembrano ovvie.
Però la prima regola della mia logica personale è che non c'è nulla di ovvio.
Queste proprietà che a noi sembrano ovvie, non sò quanto dicano della realtà, ma dicono certamente molto di noi, che di quella realtà siamo parte.
O ancora meglio, dicono molto del nostro mondo, il quale si interfaccia fra noi e la realtà.
Quindi sarebbe un grosso errore secondo me ( e non mi sto rivolgendo a te in particolare) svalutare la logica perchè disillusi dalle aspettative che riponevamo su essa, come portatrice di verità.
A questo punto Niko, non so se sei d'accordo come me, mi pare che ci dividiamo in due partiti.
Il partito di quelli che sono felici di essere usciti da questa impropria illusione, e che perciò possono liberalmente riflettere sul vero valore della logica, e il partito di quelli che vogliono tutti i costi salvare l'illusione, spostandola un pò più in là.




Io ho detto solo che non c'e' la verita': ci sono solo le convenzioni che sanno di essere tali, e le convenzioni che non sanno di essere tali.

Auspico un ritorno il piu' radicale possibile alle convenzioni che sappiano di essere tali, cioe' alla capacita' del desiderio di istituire.

Sicuramente, sono del primo partito.

#1467
Citazione di: green demetr il 18 Gennaio 2024, 20:01:17 PMPer quello che ho letto, Nietzche è assolutamente antimetafisico, quindi rigetto le accuse che mi ha portato Ipazia.
Nemmeno mi soffermerei così tanto sui cicli cosmici, il meccanicismo di Nietzche è dovuto come già detto da Ipazia dal fatto che è un autore dell'800.
E di fatto la sua filosofia non sa che farsene di quei principi fisici, in quanto è una filosofia della volontà.
Una volontà liberatrice della storia anzitutto come almeno Jacopus concorda con me.
Penso che egli cercasse di inventare una nuova etica, completamente umana, e che e non lasciasse alcuno spazio a qualsiasi metafora, allegoria, anagogia.
Il discorso di Nice non è il mio, ma un potentissimo propellente anzitutto agli errori dellla metafisica, ma sopratutto alla creazione di un nuovo dio, come egli si chiamerà firmandosi Cristo.
Infatti questo trasformazione richiama a fondo kierkegaard, di cui gadamer ci aveva dato un video bellissimo in quel della rai e che ho postato nel 3d aperto da koba.
Come a dire che l'antimetafisica di Nietzche apre necessariamente a Kierkegaard.
(e quindi di nuovo san agostino, boezio e platone).




I cicli cosmici sono, invece, fondamentali.

Non c'e' antinomia alcuna, in Nietzsche, tra eterno ritorno come principio deterministico naturale, da una parte, e come destino antropologico, dall'altra.

Per quanto alcuni interpreti "umanistici", di Nietzsche, come ad esepio Lewith, abbiano voluto vedere tale antinomia.

La volonta' vive ogni volta (diciamo pure: ad ogni ciclo) lo "sforzo" di far ritornare il mondo e il tempo identicamente, realmente.
NON c'e' un determinismo meccanico o destinale che si sostituisca alla volonta' nel riplasmare il mondo, c'e' semmai una volonta' che deve ripetere un compito apparentemente assurdo infinite volte, insomma un determinismo della volonta', che pero', e' assurdo solo per chi non lo ama e non lo comprende.

Ogni volta, il mondo potrebbe virtualmente non riplasmarsi identico, e, ogni volta, ad opera della volonta' e dell'eterogenesi dei fini intrinseca alle azioni di tutti i viventi, esso si riplasma identico; ogni volta c'e' la fatica, e ogni volta, c'e' il senso psicosomatico del se' e illusione dell'unico, l'incombere della morte, su ogni attore individuale, di tale innumerabile riplasmazione.
Ogni volta, non e' la stessa volta della volta precedente; "ritornano" solo le forze attive, quelle che non hanno mai valorizzato l'effimero nella pretesa di verita' di una qualche metafisica sia pure atea, quelle che hanno gia' dimostrato, di meritare il loro ritorno desiderandolo.
Ma il problema, non e' quello della morte, e' quello del lutto: che non muoia l'altro, che ti puo' desiderare retrospettivamente, a partire dal futuro, nei momenti in cui tu, non sai (ancora) desiderarti.

Il sistema e' dionisiacamente, e anche teoreticamente, cioe' apollineamente, doppio, espansivo nella direzione e nella dimensione del doppio; cioe', SE davvero nella tua vita c'e' un attimo di gioia immenso per cui tu personalmente rivivresti la tua vita infinitamente infinite volte nonostante il dolore (motivazione alla riplasmazione attiva, del mondo), allora, ANCHE l'attimo in cui tu comprendi teoreticamente, e impersonalmente, la realta' e la necessita' dell'eterno ritorno, e' un secondo attimo di gioia altrettanto immenso (contemplazione della riplasmazione passiva).
Non rivivresti la tua vita per un (solo) attimo, passato, ma per (almeno) due attimi, di cui uno passato e uno presente: attimo presente per cui puoi essere pago, anche esperienzialmente, della sensazione che ti darebbe rivivere la tua vita sapendo di riviverla.

E questi due attimi, che entrambi possono "stare" nell'interiorita' e nell'autocomprensione di un singolo uomo, stanno tra di loro (anche), figurativamente, come uomo e superuomo.

L'uomo, che e' l'attimo immenso del demone inteso nel suo senso intimistico, di ricordo felice singolarmente redimente il mondo ma insussistente nella sua fraintesa e illusiva singolarita', e', risiede, nel (tuo) passato; il superuomo, che e' una autocomprensione positiva del se' e del mondo sempre disponibile anche nel momento di massima disperazione, autocomprensione che, appunto, recupera tutto il tuo passato memore e noto, e non solo il tuo ricordo felice, alla disponibilita' della tua volonta' pur senza apparentemente cambiarlo, e' nel (tuo) presente.
E il (tuo) futuro dovrebbe cambiare, grazie a questa rivelazione, perche' dovrebbero cambiare le tue priorita'.


#1468
Se Dio e' morto, il passato non puo' e non deve diventare, per l'uomo, il nuovo feticcio a cui inchinarsi, il nuovo Dio.

Dio deve restare morto.

Ma Dio, in Nietzsche significa l'inattingibile alla volonta' umana, l'essere sottratto al divenire. Quindi, dire che:

"il passato non deve essere pensato come tradizionalmente viene pensato Dio, con le sue stesse divine caratteristiche, prendendone il posto",

significa dire che il passato deve essere pensato come diveniente, e disponibile alla volonta' umana, e in un qualche senso modificabile. Se Dio e' l'indiveniente e l'immodificabile, il giusto modo di pensare il passato e' pensarlo come un non Dio, come un qualcosa di diverso da Dio.

Ma l'unico modo di rendere il passato modificabile, cangiante e festoso, e oggetto leggittimo di una volonta' cangiante e festosa, e' pensare che esso ritorni. E non che ritorni secondo micro cicli in linea di principio conoscibili, ma secondo mega cicli anche singolarmente piu' grandi di ogni estensione abbaracciabile dalla coscienza e dalla conoscenza umana: il ritorno del passato si compie anche grazie all'oblio intrinseco proprio del trapassato, del passato non piu' noto perche' non piu' memorico; insomma non potrebbe proprio compiersi come processo interamente cosciente.

Se il passato ritorna, e questo e' il punto fondamentale, allora ritorna disponibile alla umana volonta', ritorna sotto le nostre mani, perche' noi a questo punto, accettando e accattato che ritorni, questo benedetto passato, lo possiamo prendere "per le corna" a partire dal presente e dal futuro, nell'attimo stesso in cui ci esso ritorna e ci ritorna in faccia. E non sempre e solo "per la coda", inseguendolo vanamente, accettando sempre e solo la sua (presunta, e ormai insostenibile) natura teoretica, indistruttibile, lineare e divina, che fu creduta natura propria di Dio, e ora, in tempi meno teologici, ma altrettanto decadenti, e' creduta natura propria del passato.

Ma perche' ritorni disponibile alla umana volonta', il passato deve tornare disponibile alla umana non-conoscenza, alla dimensione della tenebra, dell'inoggettuale e dell'istintuale, a cui pure, deve essere recuperato; insomma il passato ci torna "sotto le mani", solo se in una certa misura ci sfugge "da sotto gli occhi", solo se e' qualcosa di molto di piu' del passato inteso come passato memorico e teoretico: per questo poi, nella metafora, il ciclo cosmico e' qualcosa di molto di piu', di molto piu' lungo anche come durata, del ciclo rammemorabile dall'uomo.

Il futuro viene quando, in senso doppio, e forte, il passato e' passato; il futuro e' il passare del passato nel senso del suo tornare (continuamente) disponibile alla volonta', insomma in questa concezione non c'e' il tempo, e' la volonta' stessa, che manda avanti, e che come una talpa che scava si getta indietro, il tempo.

Dire che passato e futuro sono uguali, che sono due cicli che si corrispondono, vuol dire anche dire che passato e futuro sono sommamente inadatti a contenere il bene e il male, che, invece, sono, e restano, diversi. Ogni sia pur grande pensiero umano che abbia mai pensato l'eskaton, cioe' il futuro migliore del passato, o che abbia mai pensato la decadenza, cioe' il passato migliore del futuro, e' un pensiero superato, da abbandonare.

L'uomo deve farsene qualcosa di diverso, e di nuovo, di bene e male, piuttosto che collocarli alternativamente nel passato o nel futuro, piuttosto, insomma, che continuare a giocare al solito vecchio gioco del mondo teoretico (esemplarmente greco/gnostico) e del mondo fideistico (esemplarmente cristiano).

Se passato e futuro sono uguali, allora e' il nichilismo (sono morte sia la decadenza, che l'eskaton) ma e' anche la possibilita' della inconecepibile, immensa liberta'; se passato e futuro sono uguali, discreti, e formano due cicli sostanzialmente autosufficienti e autocausati, il passato e' liberato, dal gravoso compito, di essere (solo) la causa del futuro, e il futuro e' liberato dalla gravosa minorita', di essere (solo) l'effetto del passato. La sfida, e' immagginare il passato come qualcosa di diverso, dalla mera causa del futuro, e il futuro come qualcosa di diverso, dal mero effetto del passato.

Il passato ha in se' tutte le cause e tutti gli effetti (e' causa sui) e il futuro, doppiamente, pure.

E adesso, che non li possiamo piu' pensare "uniti" in un rapporto causale, e nemmeno, per quanto detto prima, in un rapporto etico-morale, in che (nuovo) rapporto li pensiamo?

In un rapporto libero, di desiderio, come fossero due amanti che si amano, ma che all'occorrenza camminano anche sulle loro gambe, non hanno bisogno, l'uno dell'altro per esistere, e non sono l'uno, il modello di perfezione irraggiungibile dell'altro.

La volonta' vuole, fare in modo che il futuro stia in piedi da solo, e vuole, fare in modo che altrettanto il passato, stia in piedi da solo, per collocarsi nel punto di contatto, nell'attimo, tra i due cicli ed essere cosi' libera di essere, libera di iniziare.
La volonta' non e' sconfitta quando un generico determinismo si impone, come concezione, su un generico libero arbitrio: la volonta' e' sconfitta quando il passato e' la causa del futuro. E finche' non saranno, due cicli uguali e completi, il passato sara' sempre, quello che ai fini della volonta' esso non deve essere, ovvero la causa del futuro, il suo precompletamento.

Il doppio mondo, dionisiaco, e' l'unica alternativa, al mondo dietro il mondo, apollineo. Se non vuoi, chimere metafisiche, e non puoi, volere il nulla, allora, per esclusione, vuoi cio' che c'e', vuoi riplasmare il cosmo in un suo ciclo successivo. Non vuoi che oltre il velo del non ancora rivelato ci sia il diverso, ma che ci sia l'uguale, desiderato sotto il segno del desiderio.
Si tratta di affermare che il desiderio, il vero desiderio nel cuore di un uomo, non puo' essere tolto da un oggetto, o da una filosofia della rassegnazione, ma solo, infinitamente, da un'altro uomo, altro uomo che agira' in corrispondenza e in servizio al nostro, presente, desiderio, solo se lui ha liberamente in se', lo stesso identico desiderio. Per questo, il superuomo vorrebbe vivere infinitamente e infinite volte la propria vita, nonostante tutto il dolore che questo comporterebbe. Non si tratta, di trovare una risposta alla precarieta' dell'essere, alla morte propria, che e' il falso problema dei falsi problemi, l'assurdita' stessa della metafisica. Ma una risposta alla precarieta' del divenire, alla morte dell'altro (e quindi al lutto come unica esperienza reale possibile della morte).

Se il passato non diviene, non tutto diviene. Se non tutto diviene, non c'e' salvezza per l'uomo.

Che e' salvezza dalla salvezza, salvezza nonostante l'inevitabilita' e la certezza della salvezza; salvezza nonostante il fatto che la vita, reale e corporea, in noi, scegliera', e sceglierebbe, sempre e comunque di vivere e di vivere ancora, nonostante tutta l'immensita' del dolore.

E anche chi si suicida, si suicida sempre contro la vita, e non mai contro la volonta' di vivere.

#1469
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Gennaio 2024, 16:21:25 PM
Citazione di: anthonyi il 16 Gennaio 2024, 15:23:57 PMPersonalmente non condivido, in realtà le bombe effettivamente in carica per un primo strike sono abbastanza poche, mi sembra che gli usa ne dichiarino un migliaio e la russia 1500, ma sull'effettività di quest'ultima avrei forti dubbi. Un secondo strike è impossibile perchè i primi obiettivi sono appunto le installazioni militari con preferenza per quelle dotate di atomiche.
La complessità del lancio di atomiche, inoltre, fa pensare che anche il primo strike non sarà proprio contemporaneo per cui avremo parte delle atomiche distrutte prima di partire.
Delle altre bisognerà vedere quante saranno intercettate, per cui quelle che esploderanno sugli obiettivi potrebbero essere molto poche, e naturalmente tutte concentrate in Europa, dove ci sono gli obiettivi piu facilmente raggiungibili. Io sono dell'idea che in una situazione del genere pochissime, forse nessuna bomba lanciata dalla Russia riuscirebbe ad esplodere nel territorio USA.


Un secondo strike e' piu' che possibile, perche' il primo non puo' distruggere l'aviazione gia' in aria e i sottomarini, e non puo' nemmeno essere perfetto, contro obbiettivi terrestri in gran parte sotterranei e fortificati e altri mobili, che vanno colpiti bene.

Ci vuole molta piu' precisione e potenza per distruggere una cosa fatta apposta per non essere distrutta (sotterranea, mobile, relativamente piccola, ficcata nell'oceano e fatta apposta per emergere solo al bisogno) che non una citta', per questo chi e' disperato o e' stato colto di sorpresa attacca le citta', e viene sempre lasciata qualcosa di riserva per attaccare le citta', unita' apposta e con ordini appositi per gli attacchi di ritorzione, che non partecipano agli attacchi contro obbiettivi militari iniziali di un eventuale frist strike, sia nel caso lo "strike" contro obbiettivi militari non funzioni al cento per cento, cosa piu' che altamente probabile, certa, sia perche' anche se funzionasse lo sanno tutti che non sarebbe sufficiente.

Il principio e' che se il nemico non e' in ginocchio ripara e sostituisce le sue strutture, ti riattacca se non subito, nel giro di settimane o mesi; per questo in caso di guerra, e' (ovviamente) proprio previsto di attaccare le citta', di fare intenzionalmente morti tra i civili, per annullare comunicazioni, logistica e capacita' industriale del nemico, e consenso politico dei leader nemici, gestibilita' degli stati a livello di servizi e sicurezza.

Chi e' con vinto che si possa "vincere" e' un pazzo, e mi tocchera' sentire parlare un sacco di questi pazzi anche in tv e sui media, quando ci sara' la guerra per riunificare Taiwan... ma poi non faranno niente, perche' la verita' in merito all'argomento terza (e ultima) guerra mondiale quelli che veramente comandano la sanno, per fortuna.


#1470
Tematiche Filosofiche / Re: Logica e Verità
16 Gennaio 2024, 15:41:12 PM
La logica e' una convenzione umana.

La realta' non e' logica, e' l'umano funzionamento, ad essere tale in grande misura.

Sostanzialmente, esistono due tipi di nichilismo: il nichilismo intrinseco nelle convenzioni umane per il solo fatto di essere tali, convenzioni umane, e il nichilismo "al quadrato" delle convenzioni che oltre ad essere tali e pur rimanendo tali, non sono piu' riconosciute e amate come tali da chi "fisicamente" le crede e le agisce, e sono assurte a verita' oggettiva o assoluta: il nichilismo metafisico.

C'e' una sottile differenza, tra sognare e basta, e sognare mentre si sa di sognare. Tra sapere di indossare le maschere, e non saperlo.

Presso l'uomo sognare e basta si e' rivelato infinitamente piu' tossico, rispetto al fare dei sogni "lucidi" e l'uomo, almeno una delle due cose tra il sognare lucidamente e il sognare non lucidamente la deve fare per sua natura, non e' mai "sveglio", non e' mai fuori sia dal sogno che dalla consapevolezza del sogno.

Se dal nichilismo non ci libereremo mai, perche' il nichilismo e' la veritativita' della condizione umana, almeno speriamo di liberarci dalla metafisica, che e' un nichilismo al quadrato, un sogno che non sa di essrre sogno.

Credere che la la logica sia vera, e' semplicemente dimenticare la genesi umana e umanamente funzionale della logica, la sua funzione, la sua antropo/logia.

E non che la a-logicita' o la pre-logicita' sia vera, se qui ho detto che la logica (nel suo voler-essere metafisica, scienza della logica) e' "falsa"; essa, la alogicita', e' semplicemente un diverso adattamento umano, rispetto all'adattamento umano che e' (anche) la logica.

Niente e' vero se non per convenzione: la misura della verita', proprio per non essere un puro nulla, proprio per non cadere nella trappola di una fondazione metafisica impissibile, deve essere basata sull'utilita', sul raggiungimento, sulla gloria, sull'emozione, sull'istinto, sul superamento; tutto presso l'uomo e' illusione, ma non tutte le illusioni presso l'uomo sono uguali.

O meglio, Sono uguali, certo, nel loro essere illusioni, ma non sono uguali nei loro effetti. Non sono uguali nella loro produzione, nella loro opportunita' geografoca e storica, nel loro manifestarsi.

C'e' il meglio e il peggio tra le illusioni, e noi abbiamo l'esperienza, e la memoria, e soprattutto il corpo, per orientarci eticamente ed eudaimonisticamente tra le illusioni.

La differenza, tra le illusioni, e' dovuta alla realta', che naturalmente esiste, ma non puo' manifestarsi nella condizione e nell'interpretazione umana, non puo' manifestarsi se non mediata dalle illusioni. E dalle convenzioni, dalle parole, dalla comunicazione e pre-comunicazione, dall'educazione condizionante eccetera. Quando dicevo che tutto e' illusione, intendevo che tutto e' illusione presso l'uomo. Che sperimenta la gerarchia di potenza e di adattamento delle, e tralle, sue stesse illusioni, senza mai poter sperimentare la realta'.