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Messaggi - Sariputra

#1456
Tematiche Spirituali / Re:Senz'anima?
30 Dicembre 2016, 11:38:09 AM
Citazione di: Apeiron il 30 Dicembre 2016, 10:17:22 AM
Citazione di: Duc in altum! il 29 Dicembre 2016, 20:18:20 PM** scritto da Apeiron:
CitazioneDetto questo non ho nessun problema con Duc, che rispetto molto (vedi il mio lungo thread sui Dubbi...). Tuttavia se devo convincere uno dell'esistenza dell'anima non posso dire: "l'anima esiste perchè c'è scritto nella Bibbia". Se dico così non si convince nessuno (anche perchè come ho fatto notare ci sono incongruenze che non possono passare inosservate - anche se sono di poco conto...).
Infatti io non ho detto: "...io non solo percepisco la bellezza e la dignità della mia anima, ma ogni giorno sento il bisogno di renderla visibile agli altri attraverso la mia corteccia umana..."
CitazioneMotivo per cui se ci si libera del vincolo del fanatismo anche le parole di un ateo possono "servire il popolo di Dio" e viceversa le parole di un credente possono essere utili all'ateo. Di certo rinchiudersi nei propri dogmi (parlo almeno quelli di secondaria importanza) e vedere chi non li condivide come il "nemico" non mi pare per nulla un atteggiamento cristiano.
Il nemico per un cristiano esiste (eccome se esiste!), ma non è il peccatore, bensì la fonte del peccato. Detto questo, non solo le parole di un ateo possono "servire al popolo di Dio", ma anche e soprattutto le sue opere: "...così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?..." (Gc 2,17-20) - come fa e dice Gino Strada, l'eccezione che conferma la regola.
Caro Duc il mio intervento non era contro nessuno (in particolare non era di certo contro di te! e non prendere questa risposta solo come una risposta verso di te...). Il mio intervento era rivolto a quelli che etichettano fin da subito "l'altro" come il male. E anche qui si potrebbe fare una riflessione interessante. Se davvero dobbiamo credere senza pensare e senza porci domande allora perchè mai esporre qualcun altro al rischio di entrare nella perdizione, cioè non si potrebbe nemmeno fare figli. Infatti sicuramente se avrò un figlio e se lo manderò a scuola si porrà dei dubbi su quello che gli ho detto io e udite udite potrebbe anche convincermi ad abbandonare le mie opinioni. A questo punto c'è la scelta da fare: o torniamo all'isolamento e rigettiamo tutto il "multiculturalismo" in modo da non porci mai alcuna domanda, dire sempre "sì" ad ogni cosa.... Oppure accettiamo il "multi-culturalismo" che riconosco essere difettoso per molti versi (uno dei miei "nemici" è appunto il qualunquismo moderno...) ma a questo punto dobbiamo essere pronti a rivedere la nostra comprensione delle cose. Tutto qua. Metti che io abbia un'interpretazione diversa da quella di un altro sull'anima. Facciamo una discussione e ognuno dei due rimane nella stessa opinione. Cos'ho imparato? Beh almeno ho visto un'altra cultura, un altro pensiero e un altro modo di essere. Ognuno deve essere capito nel suo contesto, ognuno crede a modo suo visto che il rapporto con la spiritualità è personale (per quanto ci piaccia o no siamo unici - e la consapevolezza di essere unici è estremamente "pesante"...). Chiaramente nella discussione possiamo bollare l'altro come eretico e metterlo al rogo, però ecco non mi sembra un gran messaggio d'amore bruciare una persona solo perchè si rapporta alla spiritualità in modo diverso da me (sarei dopotutto simile a un demone...). Motivo per cui quando ho visto dare del diavolo uno all'altro in questa discussione, scrivere che la società italiana di oggi è peggio del Terzo Reich (!) e che un religioso qua c'è solo per fare proseliti sinceramente mi era venuto fastidio. Particolarmente l'affermazione del Terzo Reich: davvero si crede che la società odierna se accoglie un migrante in quel modo (su cui nemmeno io sono d'accordo) è peggio del nazismo che metteva nella camera a gas l'oppositore politico? Davvero? Ma ci avete vissuto in quei tempi prima di giudicare il nostro? Su che base giudicate? Davvero pensate che allora l'uomo era "migliore"? Se proprio mi sembra che stiamo diventando una società di gente un po' codarda ma anche qui il fatto di essere codardi e timidi ci fa evitare di fare violenza e guerra... A proposito la sutta dell'elefante e dei ciechi la trovate qui: http://www.canonepali.net/ud/ud6-4.htm

Mi riallaccio a queste considerazioni per sottolineare, se ce ne fosse bisogno ( e da come si sviluppa la discussione mi sembra che ce ne sia...) che ogni spiritualità si fonda su un'esperienza , su un vissuto personale in larga misura incomunicabile. La pretesa umana che esiste una spiritualità universale e la cui fruizione sia alla portata di tutti è fallace. Oltre ai motivi di contesto storico e sociale in cui la determinata persona si trova a vivere ( il cui peso è tutt'altro che indifferente e anzi condiziona la comprensione profonda di forme spirituali non aderenti al contesto sociale ed educativo  in cui è si è vissuto) esistono differenze fondamentali di esperienze. Una storiella illustra in maniera chiara questo problema complesso:
Una carovana avanza lentamente sotto un sole accecante, attraverso un arido deserto. Tra i viaggiatori c'è un americano che, spinto dalla terribile sete, esclama:"Oh, cosa non darei per un bel bicchiere di 'ice-cream soda'!". Un tibetano, che gli è accanto, sente questa osservazione e chiede all'americano:" Che cos'è questo 'ice-cream soda' che tanto desideri?".
"L'ice-cream soda è una bevanda fredda deliziosa!".
"Ha lo stesso gusto del nostro tè al burro quando è freddo?".
"No, assolutamente".
"Ha il sapore del latte freddo?".
"No, non esattamente; un 'ice-cream soda' ha un sapore assai diverso dal semplice latte freddo; può avere una grande varietà di gusti. E poi fa la schiuma".
"Allora, se fa schiuma, ha il sapore della nostra birra d'orzo?".
"No, assolutamente!".
"Con che cosa è fatto?".
"E' fatto con latte, crema, uova, zucchero, aromi, ghiaccio e acqua di soda...".
Il tibetano, sconcertato, non è in grado tuttavia di capire in che modo una così grottesca mistura possa essere una buona bevanda.
In questo modo, la comunicazione diventa estremamente difficile, senza una base comune di esperienza condivisa. Il mondo di Einstein, per es., è molto diverso da quello dell'uomo comune. Se le distanze che separano i "mondi" delle persone sono troppo ampie diventa arduo metterli assieme. Quando Siddhartha, altro esempio, cercò di descrivere la sua Esperienza  al Suo uditorio, Egli presentì questa difficoltà. In molti dei Suoi discorsi, come testimoniano i sutra,  spesso accompagnava le Sue espressioni con un'aria di rassegnazione, a significare che la Sua eseperienza vissuta, la Buddhità, non è qualcosa che si può spiegare con le parole o apprendere, come una formula, con il pensiero. La difficoltà basilare è che noi non siamo partecipi delle esperienza spirituali vissute da Siddhattha , da Yeoshwa o da Mohammed e nello stesso tempo e motivo non partecipiamo delle esperienze spirituali delle altre persone ( per es. degli altri frequentatori di un forum di spiritualità o filosofia... :)).
L'Indescrivibile-Indescrivibile
Spirale permea ciò che non può essere descritto...
#1457
Tematiche Spirituali / Re:Senz'anima?
29 Dicembre 2016, 15:09:42 PM
Altamarea ( come mi piace questo nick che mi riempie la mente di ricordi...) scrive:

Finora in questo forum vedo solo topic dedicati alla religione non alla spiritualità.

Ma...ma...ma..ma Altamarea...come puoi dire una cosa simile?  Ti cito giusto dei titoli di topic prettamente spirituali:

Sono un essere inadeguato ( aperto da Sariputra  ;D )
Il tuo Dio è un assassino di bambini? (aperto da Sariputra  ;D  ;D )
Una strada stretta ( e non per tutti). (aperto da Sariputra  ;D  ;D  ;D )
Lo specchio della verità ( aperto da Jean ...un amico di Sariputra ;D ;D ;D ;D)

Come vedi ci sono  stanze puramente spirituali, basta cercarle...scherzo ovviamente!!
Forse, a questo punto, è meglio che tu stesso/stessa (?) definisci cosa intendi per "spiritualità"...

P:S: Tralascio di menzionare "Il mistero del monaco ( e un pò d'invidia per i suoi capelli...)" sempre aperto da Sariputra , che non ha incontrato i favori del forum, composto notoriamente da capelloni. Però se disponi di qualche ricetta spirituale per farli ricrescere ( i capelli s'intende...) il tuo contributo sarà bene accetto... :-[
#1458
Tematiche Spirituali / Re:Senz'anima?
29 Dicembre 2016, 11:07:18 AM
Credo che la domanda iniziale posta da Acquario non sia stata evasa del tutto. Se non interpreto male, la domanda nasce dal constatare che , nella società che ci circonda, moltissime persone sembrano vivere "prive" di quella somma di emozioni e sentimenti che convenzionalmente vengono definiti come "anima". Quindi non è tanto un incipit ad approfondire la visione sostanziale o meno dell'anima ( termine che presenta molte definizioni diverse), che rimane sullo sfondo, ma piuttosto un'indagare se è possibile vivere privati di quella somma che ci fa autentici esseri umani. E' chiaro che la definizione stessa di "autentico essere umano" è molto controversa. Cosa fa di un essere umano una creatura autenticamente umana? Vediamo che , proprio quel complesso di sentimenti, emozioni e volontà che chiamiamo "anima", è in perenne mutamento e porta sempre con sé come un'ombra che lo segue. Mentre proviamo amore un'ombra di malvagità ci sovrasta; nel mentre compiamo un'azione dannosa per noi o per gli altri, una spina di luce ci trafigge il cuore. Questa ambiguità, questo tendere ora verso la luce e ora verso le tenebre , mi sembra proprio la caratteristica esistenziale tipicamente umana. Così come non si può vivere una vita di sola luce, non penso sia possibile vivere tutta una vita solo di vuote tenebre. Diventa allora fondamentale scoprire se c'è modo di far sì che la propria vita sia protesa più verso l'aspetto salutare, per sé e per gli altri, che non l'opposto. Intendo "salutare" nel senso di perseguire un'ideale di vita che cagioni la minor misura possibile di sofferenza a sé stessi e agli altri, con consapevolezza che, per il solo fatto di esistere, diventiamo motivo di sofferenza per noi stessi e per gli altri ( pensiamo solo alla necessità di sfamarci continuamente e quanto questo sia sofferenza per altri esseri senzienti. La riflessione sulla vita come incessante processo di nutrizione, mentale e corporale, è molto  importante e di aiuto a sviluppare una maggiore consapevolezza e rispetto). Probabilmente anche quello che a noi appare come il peggior essere umano possibile, quello che viene definto come "senz'anima", nella sua vita avrà sentito almeno una volta il calore riscaldante della luce, che l'ha colpito nel gelo dell'ombra in cui viveva. Perché alcuni si aggrappano a quel raggio di luce mentre altri lo lasciano andare e si nascondono ancora nelle tenebre? Innumerevoli fattori costituenti l'essere umano entrano in gioco: in primis, a mio modesto parere, la carenza d'amore patita  e la violenza precoce subita nella propria vita da altri esseri vuoti d'amore e poi  la debolissima  "consapevolezza" del carattere provvisorio, impermanente dell'esistenza e quindi l'attaccamento all'idea di un Io sostanziale che deve soddisfarsi continuamente ( mancanza della consapevolezza del carattere insaziabile del desiderio umano). L'essere umano è paragonabile, a mio avviso, ad un universo intero in costante movimento. Così possiamo trovare Imperatori cinesi che scrivono meravigliose poesie piene di nobili sentimenti nel mentre mandano l'esercito a conquistare una nuova regione e compiere orribili massacri...
Se spostiamo però la prospettiva e non parliamo più di una cosa come un'"anima" che possiede determinate qualità, positive e negative, ma invece osserviamo che sono le qualità a possedere l'"anima" dell'uomo e a formarlo, possiamo pure vedere che esiste in noi uno spettatore silenzioso e consapevole che ha la possibilità di non identificarsi con queste pulsioni di cui non può liberarsi e che, questo testimone del fluire dell'"anima", può diminuire la carica di dolore che questo fluire incessante comporta proprio non identificandosi e quindi non assecondando le "ombre" che lo inseguono.
#1459
Varie / E' finita!
27 Dicembre 2016, 19:07:36 PM
NATALE FINITO

AVVISO A TUTTA LA POPOLAZIONE

LA SIMULAZIONE DI PACE E AMORE

*** E' FINITA ***

POTETE RIPRENDERE A COMPORTARVI
COME AL SOLITO  

;D  ;D
#1460
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
25 Dicembre 2016, 00:27:32 AM
https://www.youtube.com/watch?v=CHpA6qotiwg

-E' già Natale?-
-Da qualche minuto Sari.-
-Ahhh!...-
-Ti fa male in questo punto?-
-Mi fa male un pò dappertutto. Sei brava Sabi. Questo massaggio shiatsu natalizio è un bel regalo che mi fai...-
-Un altro Natale  eh...vecchietto?-
-Sì...un altro Natale...-

Sono disteso sul ventre e mi osservo nello specchio. Noto i capelli un pò grigi...il volto mi pare ingrassato. Sabi è in ginocchio accanto a me e mi sta massaggiando energicamente la schiena. Pressioni e rilasci...un pò doloroso e un pò piacevole. Come la vita...
Mi sembra di sentire ancora il canto della stella dei bimbi. Hanno suonato al cancello della Villa. Erano i bimbi della scuola materna, accompagnati dai genitori. V. è corsa fuori ridendo. "Mettiti qualcosa, è gelido!" Le ho urlato dietro...troppo tardi.
-Papi! Avevano anche un carretto tirato da un asino. Al poveretto avevano messo sulla testa un paio di corna da renna, tutte illuminate...-
-Immagino come si starà divertendo...-le ho risposto. Ci abbiamo riso sopra...
Sono disteso sopra un grande tappeto variopinto. Sembra quasi un arazzo...si potrebbe forse pure appendere da qualche parte, se non fosse così comodo da usare...
Adesso V. è a letto.
Sabi mi sta torcendo delicatamente, ma non troppo, i piedi...

-E' piatta...-
-La vita?-
-Che scemo! Sei il solito buffone. Intendo la pianta del piede. E' piatta...-
-Beh!...Non è che anche l'altra sia messa molto meglio...-
-Shhh!...Stai buono. rilassati!- sussurra-E' Natale. Bisogna essere buoni.-
-Che dolce questa musica...-
-E' di Deva Premal...-

Mi sto sciogliendo sotto le sue abili mani, come la neve del Monte toccata dal sole. Vorrei dormire ma...ho lo sguardo assente di mia madre, con il cibo che esce dalla bocca semiaperta davanti...
Ancora ricordi di bambino mi assalgono. Un Natale ormai lontano...io che torno dalla messa, ormai mezzogiorno passato. Mio padre non c'è. Pranziamo senza di lui...non ci ha aspettato per stare insieme. Nemmeno il giorno di Natale. Tristezza infinita di bimbo...giorni e giorni senza più parlare. Mia mamma capisce...mi lascia stare, mi passa solo la sua mano, svelta, tra i capelli...-E' fatto così, è un artista- ci dice-ma vi vuole tanto bene!- E' una buona scusa essere un'artista. Bisogna perdonare gli artisti. Sono esseri strani...

Osservo Sabi nello specchio . Non è più giovanissima , ma è una bella donna...anche in tuta ginnica.
-Ho quasi finito. tra poco ti lascio in pace...-
-No!...Massaggiami in eterno. Voglio morire mentre mi massaggi...-
-Devo andare a casa, lo sai...-
-Resta...E' natale. Con che cuore puoi lasciare un povero vecchietto solo? E' pura malvagità...-
-Così puoi scrivere. Chissà cosa ti inventi stavolta...-
-Scriverò di quanto è dolce farsi massaggiare da te.-
-Grazie...ma non è vero. Ho fatto solo poche lezioni del corso shiatsu, lo sai...-
-Sei un'abile apprendista, allora.-
...
-Sari, lo specchio è sporco...non vedi? Se posso, dopodomani vengo a fare la polvere...Puoi anche cominciare a far fare qualcosa alla V., lasciamelo dire.-
-E' la polvere degli anni. La polvere dei natali passati che si deposita sullo specchio, per rendere tutto più sfumato...come un desiderio d'oblìo.-
-Sì...molto poetico , per dire che non hai voglia di pulire... come anche sbattere questa specie di arazzo indiano. Fortuna che non sei allergico alla polvere...-
-Se lo sbatto sicuramente perderà la sua morbidezza.-
-Ma vaaa!!...-
-Ci sono ancora dei punti dolenti.-
-Ciaooo!...Buon Natale. Forse passo anche domani. Non sono sicura perché ho i miei con l'influenza.-
-Tu hai molta influenza sul mio corpo.-
-Che scemo!...Ma non sei mai serio?-
-Solo a Natale.-
-Gesù è nato anche per te .-
-Tu ci credi?-
-A che cosa?...-
-Che sia nato per te. Yeoshwa, intendo...-
-Chi?...-
-Yeoshwa...lo specchio-
-Buon Natale vecchietto!-
-Buon Natale. Attenta ai lupi che scendono dal bosco!-
-Va in Cina Sari!-
#1461
Tematiche Filosofiche / Re:Die Mutter sind es!
24 Dicembre 2016, 16:23:34 PM
Citazione di: Apeiron il 24 Dicembre 2016, 15:41:09 PM
Citazione di: Sariputra il 23 Dicembre 2016, 09:40:09 AMSe la spinta profonda di tutti gli esseri è cercare il piacere e fuggire il dolore, e le emozioni più profonde sono la rabbia e la paura, si può arrivare a sostenere che l'etica e la morale umana nascano come desiderio di piacere e sicurezza, da contrapporre alla paura generatrice di rabbia dolorosa? Sappiamo però che la morale è anche una forma di frustrazione del desiderio di provare piacere infliggendo sofferenza agli altri ( sadismo). Chi di noi non ha mai provato quella spinta rabbiosa dell'animo a "spaccar la testa" a qualcuno ? Quanto piacere interiore ne abbiamo provato? Di fronte alla frustrazione di non ottenere ciò che desidera, l'essere umano genera in sé la rabbia e l'odio, che deve farsi azione per trovare soddisfazione e piacere. Questo piacere di infliggere sofferenza agli altri, per placare la rabbia e la paura, si scontra però con il suo opposto ( forza contrapposta) ossia con il desiderio del piacere dato dalla sicurezza. Immagino la solita grotta primordiale con un bel fuoco al centro e tanto fumo. Arriva il maschio umano, pieno di rabbia e frustrazione per non esser riuscito a cacciare che qualche sorcio. Le femmine lo guardano intimorite e piene di paura. Ormai sanno che sfogherà su di loro la sua rabbia e proverà così piacere infliggendo a loro dolore. La cosa che più atterrisce le femmine è però un'altra...hanno visto che il maschio preferisce sfogarsi sui loro cuccioli. Sembra che il suo desiderio di crudeltà trovi nei piccoli maggior soddisfazione. Ecco però che, a questo punto, i due desideri di piacere contrapposti vengono in collisione ( il desiderio del maschio di godere crudelmente e quello della femmina di godere del suo piccolo che sente come "suo"). Allora, un bella sera, quando il maschio ritorna alla grotta, le femmine lo aspettano...e lo uccidono! (Provano piacere ad ucciderlo). Ecco sorta la prima morale ( non si toccano i piccoli delle madri) . Mettiamo che arrivi, a questo punto, il secondo maschio e che veda il corpo massacrato del primo. Subito proverà una rabbia terribile e, probabilmente, si accanirà anche lui sulle femmine e sui piccoli, per provare piacere. La seconda sera però, le femmine rimaste...aspettano pure lui. Il terzo maschio, forse l'ultimo del gruppo, non desiderando ( provando terrore) di morire per mano delle femmine si adatterà a sfogare la sua rabbia contro tutto ciò che è esterno al gruppo ( e nascerà così la guerra). A cascata da questo primo punto fermo di moralità imposto dalla femmina sul maschio seguono tutti gli altri... "Dèe dominano altere in solitudine. Non luogo intorno ad esse e meno ancora tempo. Parlarne è arduo. Sono le Madri ! (Die Mutter sind es!) Siedono alcune, altre stanno e si muovono come il caso comporta. Formarsi, trasformarsi, eterno giuoco dell'eterno senno." (J.W.Goethe, Faust) Che luogo sarebbe il mondo degli uomini senza "le Madri"?
Concordo con te che l'uomo per sua natura non è "buono". Tuttavia a differenza degli animali (?) l'uomo è l'animale che può essere crudele in quanto consapevole della sofferenza. Infatti la moralità nasce dall'esigenza di portare l'armonia in un mondo nel quale regna il conflitto. E chi va contro la più basica moralità è crudele. Ma anche qui bisogna fare una distinzione: la morale si può fondare sia sulla paura e sul controllo, sia sull'amore. Mentre la seconda è la "vera morale", la prima è una morale "legalista" necessaria perchè appunto la tendenza al conflitto è così connaturata in noi che il controllo è necessario. Lo scenario particolare che suggerisci tu non solo è un esempio di "morale di controllo" ma è anche un esempio di ciò che può essere successo nel passato. La madre per sua natura si prende cura dei figli e quindi cerca di difenderli in ogni modo (qui in realtà un principio di morale "d'amore" si vede anche negli animali, proprio nelle cure parentali...). Tuttavia la difesa dei figli a volte può essere anche violenta e quindi è necessatio il controllo. Come sarebbe il mondo degli uomini senza le madri amorevoli (e aggiungo io i padri amoverevoli)? Un mondo senza regole, dove "tutto è permesso", dominato dall'arroganza, dalla sopraffazione, dal dominio dei forti contro i deboli, dall'alleanza con il solo scopo di dominio, dalla violenza, dall'imposizione...

Sì...proprio di "morale di controllo" tentavo di delineare la nascita ( con una banale storiella inventata...) di quella che potrebbe esser stata una prima forma che si è stabilita nei gruppi umani.
Come giustamente osservi , spesso noi attribuiamo la qualità della crudeltà anche alle azioni degli animali, ma la violenza esercitata da questi esseri è "inconsapevole della sofferenza" che cagiona. Viceversa l'uomo gode proprio nella consapevolezza di far soffrire l'altro. E questo , a mio parere, è veramente orribile; è proprio il marchio della Bestia. Questo è il vero demonio che spesso ci costituisce e che forma le nostre azioni più spregevoli. Allora dove può nascere, se non nella consapevolezza delle Madri, che non sono mai uno, che non sentono per uno solo, ma che sentono in due , in tre, in molte loro creature, uscite dal grembo, carne della loro carne, come si suol dire, quella morale che tu definisci  ( e io sono d'accordo...) come "vera" ? Ossia quella morale che com-patisce e che non vede distinzione tra la propria e l'altrui sofferenza?
#1462
Tematiche Filosofiche / Re:Die Mutter sind es!
23 Dicembre 2016, 22:23:00 PM
Penso che non sia mai esistita un'epoca in cui l'uomo era, per così dire, "buono". Forse , in quanto a violenza , l'epoca attuale non è nemmeno la peggiore. Non bisogna nascondersi dietro all'illusione che noi, se non fosse per la società, se non fosse per la famiglia, se non fosse per l'ambiente naturale, se non fosse per i demoni che ci tentano, se non fosse perchè abbiamo peccato , se se e ancora se....saremmo degli angeli! L'essere umano è probabilmente una delle specie più aggressive sviluppatasi sul pianeta. Il suo carattere sociale e il suo istinto di cacciare in gruppo animali più grossi e pericolosi ( come fanno le iene , a cui molto somigliamo...) l'ha portato precocemente a comprendere l'importanza di trovare un accordo di mutua tolleranza con gli altri componenti del clan. Questa mutua tollerenza non poteva che prendere la forma utilitaristica di una morale necessaria. Non siamo ancora ad un'etica del bene, stiamo parlando di un concetto relativo di bene e male in funzione dello sviluppo delle prime società umane.
L'aggressività umana la vediamo ancor oggi in ogni dove: per le strade, nelle famiglie, nelle scuole. basta un nonnulla e fiumi di persone perdono immediatamente il lume della ragione ( e la ragione è proprio un lume il cui "sonno genera mostri"...) e riaffiora istantanea l'atavica violenza. A volte basta "addormentarsi" un secondo ad un semaforo, a volte un semplice sguardo riceva un pugno come ricompensa...Io non sono di quelli che si illudono e che cercano improbabili giustificazioni esterne a sé. Sono sempre più convinto che è la nostra cattiveria a formare una società così malata e non viceversa come fa comodo sostenere per autogiustificarsi. Se l'uomo, in un tempo lontano, avesse vissuto veramente come in un Eden , pieno di meraviglia e bontà, cosa lo avrebbe spinto a distruggerlo se non ( ancora) la sua innata violenza e aggressività? In questi giorni dedicati al trionfo dll'ipocrisia ( tale purtroppo si può ormai definire il natale ex-cristiano ) io non mi sento affatto più buono. Finchè c'è un ego che desidera, odia e si illude a  cosa serve parlare di un giorno della bontà dell'ego? 
Le Madri allora custodiscono un'intuizione primordiale, una prima presa di coscienza, una prima rivolta nel dolore contro l'ordine naturale , partendo proprio da una necessità di piacere naturale. E' la contraddizione dell'uomo che rinnega l'uomo per salire...è la nascita della spiritualità e nello stesso tempo la radice della ragione e del suo sforzo di superare, contradditoriamente s'intende, i limiti del naturale e della schiavitù che impone.
#1463
Tematiche Filosofiche / Die Mutter sind es!
23 Dicembre 2016, 09:40:09 AM
Se la spinta profonda di tutti gli esseri è cercare il piacere e fuggire il dolore, e le emozioni più profonde sono la rabbia e la paura, si può arrivare a sostenere che l'etica e la morale umana nascano come desiderio di piacere e sicurezza, da contrapporre alla paura generatrice di rabbia dolorosa? Sappiamo però che la morale è anche una forma di frustrazione del desiderio di provare piacere infliggendo sofferenza agli altri ( sadismo). Chi di noi non ha mai provato quella spinta rabbiosa dell'animo a "spaccar la testa" a qualcuno ? Quanto piacere interiore ne abbiamo provato? Di fronte alla frustrazione di non ottenere ciò che desidera, l'essere umano genera in sé la rabbia e l'odio, che deve farsi azione per trovare soddisfazione e piacere. Questo piacere di infliggere sofferenza agli altri, per placare la rabbia e la paura, si scontra però con il suo opposto ( forza contrapposta) ossia con il desiderio del piacere dato dalla sicurezza.
Immagino la solita grotta primordiale con un bel fuoco al centro e tanto fumo. Arriva il maschio umano, pieno di rabbia e frustrazione per non esser riuscito a cacciare che qualche sorcio. Le femmine lo guardano intimorite e piene di paura. Ormai sanno che sfogherà su di loro la sua rabbia e proverà così piacere infliggendo a loro dolore. La cosa che più atterrisce le femmine è però un'altra...hanno visto che il maschio preferisce sfogarsi sui loro cuccioli. Sembra che il suo desiderio di crudeltà trovi nei piccoli maggior soddisfazione. Ecco però che, a questo punto, i due desideri di piacere contrapposti vengono in collisione ( il desiderio del maschio di godere crudelmente e quello della femmina di godere del suo piccolo che sente come "suo"). Allora, un bella sera, quando il maschio ritorna alla grotta, le femmine lo aspettano...e lo uccidono! (Provano piacere ad ucciderlo). Ecco sorta la prima morale ( non si toccano i piccoli delle madri) .
Mettiamo che arrivi, a questo punto, il secondo maschio e che veda il corpo massacrato del primo. Subito  proverà una rabbia terribile e, probabilmente, si accanirà anche lui sulle femmine e sui piccoli, per provare piacere. La seconda sera però, le femmine rimaste...aspettano pure lui. 
Il terzo maschio, forse l'ultimo del gruppo, non desiderando ( provando terrore) di morire per mano delle femmine si adatterà a sfogare la sua rabbia contro tutto ciò che è esterno al gruppo ( e nascerà così la guerra). A cascata da questo primo punto fermo di moralità imposto dalla femmina sul maschio seguono tutti gli altri...
"Dèe dominano altere in solitudine.
Non luogo intorno ad esse e meno ancora tempo.
Parlarne è arduo.
Sono le Madri ! (Die Mutter sind es!)
Siedono alcune, altre stanno e si muovono
come il caso comporta. Formarsi, trasformarsi,
eterno giuoco dell'eterno senno."
(J.W.Goethe, Faust)
Che luogo sarebbe il mondo degli uomini senza "le Madri"?
#1464
Citazione di: InVerno il 21 Dicembre 2016, 12:05:09 PM
Citazione di: Apeiron il 20 Dicembre 2016, 22:08:00 PMIl fatto di esistere per me è "senza spiegazioni", quindi un miracolo. Mi riferivo a tipo guarigioni o cose molto più terra-terra (ad esempio la questione dei santi, degli eretici ecc). Comunque per essere definito cristiano forse uno deve essere certo che Gesù sia salvatore ecc (intendo, deve essere certo nei dogmi principali). In questo senso oggi non posso dire di essere certo. Ci sono diverse cose che mi attraggono alla fede e altre no. Una che mi attrae è ad esempio il fatto che per essere d'aiuto più di altri saggi Gesù deve essere risorto.
Per me è il contrario, ovvero che dovrei risorgere io e vivere per l'eternità in un posto dove il male non esiste (sempre dal punto di vista letterale, ma tanto se si parla a livello "utilitaristico" ...facciamoci due risate) Credo che la maggior parte delle persone non se ne renda conto e pensi che si tratti di una cosa assolutamente positiva perchè non ha ben chiaro cosa significa eternità e soprattutto una vita senza male. Se la mente rimane inalterata e resuscita con le stesse caratteristiche umane che aveva in vita, vivere per l'eternità in un posto senza male penso che porterterebbe a un livello di follia tale da desiderare il suicidio ogni secondo, unito a qualsiasi altro tipo di follia sperimentabile (in un tempo eterno, hai tutto il tempo di accumularle tutte). Se la mente resuscitata verrà trasformata in qualche forma "adamitica" che non risente dei problemi umani, si può tranquillamente dire che non sarò più io ma completamente un altro, quindi mi è completamente ininfluente, sarà un altro. Spero proprio di rimanere nella mia tomba fisso e stabile e che nessuno provi a resuscitarmi in un posto del genere, se Duc in Altum conosce qualche modo per comunicarlo al Signore con una specie di testamento, gli sarei "eternamente" grato se mi fornisse l'indirizzo a cui spedire. In oriente dicono di sapere come fermare il ciclo delle rinascite, almeno li c'è qualcosa che mi possa essere davvero utile. Manco da morti si può stare in pace che già arriva uno che ti riporta in vita.. incredibile..

L'eterno riposo dono a InVerno, o Signore,
e non splenda su di esso la luce perpetua,
ma riposi in pace.
Amen    ;D
#1465
Che sia stato indetto, nell'antichità, un referendum abrogativo per decidere se restare con il sistema "mente bicamerale"  oppure quello " mente monocamerale" ? Ovviamente ha prevalso quest'ultimo inducendo alle dimissioni re Preferiscoesserdue IX. Poi riciclatosi e tornato sul trono col nome Mivabenancheuno I ...
Scusa Apeiron ma un pò ci sta... ;D ;D ;D
#1466
https://www.youtube.com/watch?v=RLoqXe3EdYg

Insieme a mia figlia abbiamo appena terminato di addobbare l'albero natalizio. E' un abete rosso che vive in un grande vaso di terracotta i suoi giorni, in attesa del Natale. Sotto l'albero ha preso corpo un piccolo presepe fatto con statuine che noi stessi abbiamo modellato in laboratorio e poi cotto. L'entusiasmo contagioso di mia figlia , salutare in realtà per me, mi ha tratto dal rimirar la campagna avvolta nelle nebbie e dai ricordi...I ricordi sembra che scelgano proprio dei periodi come questo per affacciarsi a richiamar la nostra attenzione. Vecchie lettere ormai ingiallite da mettere in ordine, armadi con vecchi vestiti , ognuno appeso assieme al suo particolare ricordo, vecchi quadri dell'amico scomparso con quei cieli pieni di azzurro e le colline ingiallite dall'autunno. Capita così di provare una dolorosa fitta al cuore e uno struggimento per la bellezza che ci ha visitato, che ha riso e pianto sotto il pergolato generoso di Villa Sariputra e che ora è solo un ricordo, colorato e ricolorato dall'anima piena di nostalgia.
Confesso che, di tutte le cose, questo nostalgico aggrapparmi al passato e alle cose che parlano di calde giornate estive, tutti felici a giocare nell'aia, o di vecchi giorni di Natale a fantasticar di regali e slitte tra i ghiacci, è per me la più difficile da cui difendermi. Quando siedo in meditazione, la nostalgia del passato si insinua come il fumo tra le crepe dei muri. Durante queste notti dell'attesa passo il mio tempo a rimettere in ordine ogni cosa che mi ritrovo sotto mano. Quando strappo delle vecchie lettere che non voglio possano sopravvivermi o ripongo nelle scatole vecchi quaderni di scuola mi assalgono le stesse emozioni che provai sul momento. Ancora oggi provo intense emozioni ad aprire il vecchio scatolone rattoppato col nastro adesivo da mio padre e guardare lentamente, ad una ad una, le vecchie statuine di passati presepi fatte col gesso  e ormai scheggiate, scolorite , inerti tra le mani. Mi basta poco per sprofondare in un tempo e in uno spazio senza tempo e senza spazio e vengo assalito da una profonda commozione per la loro bellezza acquistata per quattro vecchie lire. Quando poi mi capita di trovare lettere scritte da amici che ho perduto nei giorni della vita che sempre separano, mi sforzo di ricordare l'anno e le circostanze. E' triste pensare che le cose personali di un uomo, indifferenti anche alla sua morte, rimangano immutate a lungo dopo la sua scomparsa. Se poi la mente torna agli anni trascorsi in intimi rapporti con una donna, e ricorda le sue parole che tanto mi commossero una volta, un sapore amaro riempie la nostalgia stessa.
La siepe intorno alla sua casa,
la donna che amavo un tempo,
è devastata e distrutta;
soltanto le viole rimangono
mescolate con le erbe primaverili.
(Fujiwara no Kinsada)
Spesso , da cose insignificanti come un vecchio pettine, degli occhiali da motociclista, alcuni ritagli della Gazzetta,  spontaneo irrompe un profondo samadhi della mente. Una dolcezza sconosciuta avvolge il sentimento, lo libera e lo lascia specchiarsi ( grazie Jean...) nel passato che è il passare stesso della vita, della nostra vita.  Così, come un tempo cantavo con i miei fratellini 'Tu scendi dalle stelle' per le vie gelide della Contea in cerca di dolcetti o di soldini, adesso mi siedo tra il caminetto , dove bruciano gli anni, e l'abete lampeggiante di innumerevoli lucette rosse e lo intono con mia figlia che ride e balla un improbabile hip-hop natalizio. In serate come queste mi sento come Yang-tzu quando vide una strada che si biforcava e si rattristò che dovesse divergere verso sud e verso nord. La sua tristezza nasceva dal constatare che ciò che in origine era stato lo stesso ora sarebbe stato differente. Così i giorni delle Feste sono i giorni in cui avverto più profondamente il senso di precarietà della vita...
#1467
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
18 Dicembre 2016, 12:15:02 PM
Quando un povero cristo dice di essere inadeguato, la maggior parte delle persone sorride benevolmente, ti rincuorano: "Siamo tutti un pò inadeguati" ti dicono per sollevarti , alcune si spingono fino ad abbracciarti...non che questa cosa mi dispiaccia , sia chiaro...ma io vorrei rispondere che c'è inadeguatezza e inadeguatezza, come c'è filosofia e filosofia , o religione e religione. Sentirsi inadeguati in ogni situazione è intollerabile, ti riempie d'ansia, ti rende insicuro dei tuoi stessi passi...Però... che miseria la nostra testa... ci provo pure un sottile perverso piacere, di cui poi mi vergogno naturalmente, ma...è come un demone che mi spinge a fare il bastian contrario in ogni dove. Io lo osservo ben bene questo diavoluccio che mi possiede. Se ne sta di solito accucciato in un angoletto della mia testa, quando giro solitario per Villa Sariputra o per il podere circostante, ormai spogliato dall'inverno. Non appena però arriva un visitatore su un calesse e si spalanca il cancello acuminato che immette sul viale lastricato, unica via che porta direttamente sotto il pergolato di vite, abbracciante  la facciata della villa, eccolo là! Balza su...lo sento proprio agitarsi...mi smuove le labbra nella tipica smorfia ironica che odio...mi sussurra:" Muoviti imbecille! Vai ad accogliere i visitatori! E' quella culona della L...dice proprio così, è sempre volgare... e suo marito che non ti ha ancora ridato i soldi che gli avevi prestato"...E' veramente venale...che poi non capisco che cosa gli interessi veramente , come se avesse il timor di restar senza soldi...La sua molestia arriva a mettere in dubbio qualsiasi cosa faccia. Sto leggendo un sutra? "Non serve a niente" continua a ripetermi, "Perdi tempo...andiamo a passeggiar nel centro di Sotto il Monte piuttosto, che ci facciamo quattro risate...". Mi sto scervellando sopra un trattato filosofico? Dovreste vedere come sghignazza...questa cosa lo diverte in modo abominevole. "Questi son quelli che ti dicono che una cosa esiste e quegli altri che la stessa cosa non esiste? Quelli dell'onanismo mentale ? ( In verità usa un'espressione oltremodo sconcia...) Ma andiamo piuttosto dalla Vania o dalla Maddi che forse è la volta buona che..."( sempre a quello mira, sembra che non gli interessi altro...).  A nulla servono le mie obiezioni...che poi mi rendo conto sono proprio ridicole, inesistenti quasi...del tipo 'Ma io sono una persona molto spirituale' o l'altra ' Sono una persona riflessiva e stimata da tutti'...a parte che mentre me le dico già rido da solo, dovreste sentire lo scompisciarsi dalle risate del diavoletto. Sembra che lui se ne intenda veramente di cose come 'spiritualità' e 'filosofia', tanto da spalancare gli occhietti e fare la bocca a U, e poi...giù a ridere come un deficiente!...Signori che avete la pazienza di leggere ancora, sappiate che sono così inadeguato da arrivar a dubitare di me stesso e di pensar che...dio mio, che orrore!... Io sia proprio questo diavolo saggio e filosofo...può essere? Che alla fine io sia solo un suo sogno o un suo passatempo? Da come si diverte parrebbe proprio così..ahimè!...Se vado ad un funerale...eccolo là che mi stampa in viso un sorriso ironico, agghiacciante per l'occasione e, mentre tutti fingono di piangere e contristarsi per la perdita, io sorrido in modo veramente strano. La cosa terribile è che...muoio di vergogna a raccontarvelo... le donne, soprattutto loro, interpretano il sorriso come una forma di partecipazione sofferta al loro dolore...e allora mi abbracciano e mi dicono che sono 'tanto caro' e ' che mi sentono vicino'. Così, mentre i quattro becchini in nero, calano la bara per l'eterno riposo, "lui" si fa vivo ."Però" sussurra "che tette sode ha la T., chi l'avrebbe mai detto...". A questo mi riduce la testa. Voi siete sicuramente superiori a questa volgarità, vero?...Se c'è da soffrire, soffrite veramente di sicuro...O forse no? Anche a voi capita delle volte?...Magari vi vergognate a confessarlo?....Ma io sono in uno stato così provato che ormai non mi vergogno di nulla e sono sincero circa i miei patimenti. Questa vita è proprio un patire; siam così scossi... come una barchetta nell'oceano in tempesta. E' la nostra testa che , mentre dovrebbe andare a sinistra...se ne va a destra, ci inganna continuamente. Forse io e il diavolo che mi tortura , in fondo, non siamo proprio così...ci facciamo compagnia alla fine; lui mi prende in giro e io provo piacere che qualcuno mi prenda in giro, anche se mi arrabbio per la mia inadeguatezza. Quando provo a ribellarmi e lo apostrofo ( questa è la mia vendetta...) con la frase che so lui odia più di ogni altra, "Ma tu non esisti veramente" o anche , visto che si definisce un saggio filosofo, con "Ma tu sei vuoto di esistenza intrinseca"...eccolo farsi serio, si accuccia nel suo angoletto e piange sommessamente...quasi mi fa pena...sembra un bimbo innocente sgridato ingiustamente dalla mamma. Poi mi guarda e sembra volermi dire:" Ma tu Sari, in fondo, mi vuoi bene vero? Sono tuo amico, il tuo più intimo amico. Noi ci conosciamo e ci capiamo, vero?...Non ho altri amici se non vivo in te".
Così porto avanti la mia pena e la mia inadeguatezza e lui si fa felice e mi grida "Sììì...andiamo a scriver qualcosa sul forum".
Nel frattempo il demonietto vi invita a cantare:
https://www.youtube.com/watch?v=7WpdSh8VYd4
#1468
Tematiche Filosofiche / Re:Come vi tenete aggiornati?
15 Dicembre 2016, 14:59:45 PM
Citazione di: Apeiron il 15 Dicembre 2016, 14:39:41 PMI consigli che posso darti sono molto "scontati" visto che sono fuori dalla filosofia accademica, perciò inevitabilmente non sono così informato. Una volta, prima del suo collasso, seguivo il forum philosophyforums con molto interesse. E lì c'era veramente di tutto e c'erano molti utenti interessanti. In ogni caso non leggo molto spesso libri di filosofi moderni però innegabilmente seguo molto http://www.iep.utm.edu/ e la https://plato.stanford.edu/, due enciclopedie on-line scritte veramente molto bene. Poi eh (e non men ne vergogno) anche Wikipedia (specie inglese) mi è stata MOLTO utile.

Però, Apeiron...per uno che mastica solo l'essenziale di english e parla fluentemente solamente il dialetto tipico della Contea che resta?... Personalmente sfrutto l' immensa biblioteca di Villa Sariputra,  ma si ferma ...al 2.500 a.C. :-[ !
( Ma c'è stato qualcosa di realmente interessante dopo?...Boh!... ::))
#1469
Nella Chiesa cattolica romana, che insegna che la risurrezione dei corpi è un dogma, una verità di fede, vi è la promessa che il corpo che si riunirà all'anima, dopo il Giudizio Universale sarà dotato, almeno per quelli che si troveranno in Paradiso (il Purgatoriocesserebbe di esistere al momento della fine del mondo) di speciali caratteristiche ("corpo glorioso"): sarà incorruttibile, non potrà più ammalarsi o perire; sarà perfetto, cioè privo degli eventuali difetti che aveva nel mondo; sarà identico, a parte i difetti, al corpo che si aveva in vita; non gli occorrerà nutrirsi, dormire, curarsi; si sposterà istantaneamente da un luogo all'altro; sarà infine la glorificazione dell'essere umano, premiato per la sua vita conforme ai dettami della legge divina. Nell'Inferno anche le anime dei dannati riavranno, alla fine, il loro proprio corpo, con il quale proveranno le pene che già provavano con l'anima, consistenti in massima parte nella privazione terribile della visione di Dio, pur anelando grandemente di ottenerla.(Wikipedia fonte)

Mi sembra che questa descrizione dello stato umano all'avvento della Parusia non sia assolutamente paragonabile alla visione karmica delle popolazioni indo-ariane ( ma più probabilmente già presente in quelle dravidiche) della reincarnazione (hindu) o della rinascita ( buddhismo). Nella visione indiana la ciclicità del tempo, il nascere e morire e poi rinascere della vita, osservato ( come giustamente spiega inVerno) nei tempi della natura e in particolare dell'agricoltura è manifestazione del divino stesso; è il suo "gioco", la sua lila, il velo dietro il quale si nasconde la realtà del brahman.La liberazione è nel divenire stesso, nel suo interno e non c'è una fine del divenire. Non esiste un concetto come la Parusia e non esiste una visione escatologica della storia ( al massimo un ripetersi di cicli del tempo, più o meno spirituali...). Il divenire non è un "male" come nella visione delle religioni abramitiche, ma proprio perché vi è un divenire continuo si può trovare la liberazione. Per il Cristianesimo, in particolare, la storia è segnata dal "male", dal primo peccato di superbia e arroganza dell'uomo che voleva farsi simile a Dio: Questo peccato fa cadere l'intera creazione di Dio nella morte ( nel divenire della vita) e Cristo, nuovo Adam sarà...

 primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte »(Corinzi 15,20-26)

Così si esprime Paolo. Qui vediamo chiaramente che la morte è il grande nemico, il supremo nemico, l'ultimo che sarà annientato. Vita e morte sono nemiche , sono una dualità non conducibile ad unità. Non c'è comprensione che vita e morte sono lo stesso processo, lo stesso fluire del divenire, come nella visione indiana che vede la morte sempre come "nuova nascita". 
A mio parere la separazione netta avviene perché le religioni abramitiche mettono l'Io e la sua sopravvivenza eterna come ultimo e pù grande anelito spirituale. Viceversa la spiritualità indiana vede l'Io come il grande nemico da abbandonare, da cui distaccarsi per poter essere un tutt'uno con il Reale. Sono visioni inconciliabile, diametralmente opposte, a mio vedere e questo spiega anche l'estrema difficoltà  del cristianesimo di far breccia in modo significativo nel continente asiatico, permeato da millenni di questa visione dell'esistenza.
#1470
Citazione di: Apeiron il 13 Dicembre 2016, 17:47:34 PMInVerno ti risponderò un'altra volta. Lasciami però dire un'altra cosa, sulla quale vorrei anche sentire Sariputra (questo post è una risposta a lui ma in realtà la riflessione che propone è ben più ampia quindi è una riflessione che propongo a tutti...). L'Io ha certamente desideri e la "vita eterna" di certo non gli dispiace. Tuttavia pensa al rapporto tra un padre e il suo bambino (non pretendo di saperne molto per mancanza di esperienza ma tant'è... ;) ). Ora il bambino vuole essere portato alle giostre, però il padre vuole che prima faccia i compiti. Il padre dice "se non fai i compiti per punizione non andrai alle giostre". Il bambino non fa i compiti e non viene portato alle giostre. A questo punto il bambino chiede "perchè devo fare i compiti?". Il padre gli risponde "sei curioso, non puoi capire totalmente il motivo. Sappi solo che è una cosa che fai per te e per gli altri mentre le giostre ti giovano solo a te!". Ora il bambino può dire "va bene" e la volta dopo dire "ok faccio prima i compiti" e quindi viene portato alle giostre. Dopo però avviene che il bambino capisce il valore del "fare i compiti" e capisce che è un suo dovere sviluppando una coscienza morale che lo porta spontaneamente a fare i compiti. Chiaramente la spiegazione del padre era incompleta e quindi il bambino doveva "accontentarsi" di non domandare troppo. Viceversa pensa al bambino che diceva invece "no spiegami bene il perchè!!". Questa era in un certo senso un "capriccio". Il bambino cioè non voleva imparare da chi ne sa più di lui. Ora: con la religione siamo forse nella stessa condizione? La curiosità oltre un certo punto è peccato? Se sì qual è il limite? Personalmente un altro discorso "strano" del paradiso cristiano è la "resurrezione dei corpi". Ma perchè proprio un'esistenza così umana? O forse è solo un "simbolo"? Ha senso davvero crucciarsi per tale destino dopo-morte? Per il discorso del "bene senza premiazione". Anche qui c'è una riflessione da fare: all'inizio tutti noi abbiamo una rudimentale nozione di "bene" e di "male" che ci fa desiderare il bene per il premio. "Se fai i compiti ti porto alle giostre"!. Ora quando si parla di bene "disinteressato" sembra che in sostanza si voglia la totale eliminazione dell'egoismo. Ma desiderare il bene per gli altri non è desiderare il bene anche per noi? Pensiamo anche al buddismo: il samvega ci fa cominciare la ricerca. Vediamo il ciclo di "nascita e distruzione" e "vogliamo uscirne" e ottenere il "senza morte" (amrita). Quindi facciamo tutto il "sentiero" e... "perdiamo l'ego" (!). Cristianesimo: desideriamo la salvezza e... "amiamo tutti" (!). Sembra quasi che per ottenere una cosa piacevole non dobbiamo desiderarla per il nostro ego. Paradosso, no? Il sommo bene per noi stessi nasce da ampliare i nostri orizzonti!

Proprio dopo essercene sbarazzati ( del corpo)...ce lo ridanno! ???  ;D Un corpo incorruttibile , adamitico, senza macchia e senza bisogni (ovviamente). Mi rivedo ragazzino chiedere a mio padre:"Quando i corpi resuscitano...che età hanno?"- "Mah...rispondeva- forse avremo l'età di Gesù quando è morto in croce" (così gli avevano insegnato). "Ma chi è morto nell'utero di sua mamma si ritroverà con un corpo trasfigurato da 36enne?"...curiosità di ragazzino che però gia mi rendevano problematica la visione, con tutte le sue ingenuità ovviamente...Pensa a tutti quei poveracci che hanno passato la vita odiando il proprio corpo e attribuendogli tutte le infelicità e i mancati sogni realizzati...se lo ripigliano per tutta l'eternità . L'eternità è un tempo lunghissimo, proprio...eterno! A meno che non ci facciano tutti somiglianti ad Adam e a Eva: perfetti nudisti che passeggiano nell'Eden senza alcuna malizia, armati di una cetra ( anche suonare ininterrottamente la cetra per tutta l'eternità è un tempo lunghissimo...  ;D ). A parte gli scherzi ( ma chi non ci ha mai pensato ?...), il padre che descrivi tu è un genitore alquanto autoritario; uno che non insegna ad amare lo studio, ma solo  a temere la reazione del          "superiore" ( il castigo della mancata visita alle giostrine). Dovrebbe perlomeno tentar di spiegare perché lo studio giova sia a te che agli altri e, soprattutto, sedersi vicino al bimbo e studiare insieme a lui , così che , con abilità, lo porti ad amare la conoscenza. Il bimbo non vuole solo le giostrine...vuole di più la presenza dell'amato papà. Ora...possiamo dire di sentire , seduto vicino a noi, mentre sbattiamo la testa per cercar di capire se siamo amati, la presenza del Padre amorevole? O ci ha detto solo:"Studia ! Se no non potrai andar a giocare con le giostrine"? Non ce l'ha nemmeno detto, a rigor di termini, si dice che ce l'abbia scritto ( una letterina natalizia, con un grande cuore rosso disegnato, che ci dà le istruzioni per amare il mittente...  :'( . Una letterina così vecchia e piena di impronte sudicie di impiegati postali che se l'hanno letta e poi, presi da sollecitudine , han pensato bene di aggiunger qualche suggerimento proprio...). Se pensi che, oltre un certo limite, si fa peccato vuol dire che hai Paura ( la grande Paura che, a mio avviso, è la base, la radice del "sacro", passata dai fuochi  dentro le caverne alle  religioni abramitiche) del Padre e che, in fondo in fondo, non lo ritieni totalmente Buono...allora devi investigare il perché di questo timore. ma ci si disorienta... Un giorno Yeoshwa perdona e l'altro insegna che verrà a dividere il grano dalla pula ( e la pula verra bruciata...che infernale simbolo il fuoco, sempre quel fuoco amato e odiato dai nostri avi primitivi, che scaldava e uccideva). Allora ti chiedi:" Ma che padre è l'Onnipotente? Buono...ma giustiziere? Oppure giustiziere buono?. Queste domande nascono perché noi non l'abbiamo mai sentito seduto vicino a noi, non c'era quando piangiavamo impauriti dalla vita...a volte abbiamo magari pensato che solo con noi non desiderava sedersi vicino, forse si sedeva con tutti gli altri, avevamo tanto desiderio che si sedesse, forse eravamo cattivi...per questo forse non veniva a sedersi con noi...
Ma chi era che soffriva...se non l'agape stesso? "Io" pensava che qualcuno doveva sedersi ma, sparito l'Io illusorio, era l'agape stesso che stava seduto in te...il dolore era nell'errata concezione di una dualità, di una separazione tra Io e l'agape. L'amore non accetta la separazione , l'amore tende sempre all'unità. Quande cresce la separazione sorge il dolore. C'è un bene morale destinato a tutti ma pure un bene più grande da scoprire, mi sembra, che necessita di ali possenti ( "non da tutti"...ma le piccole ali ben allenate possono sollevarci lo stesso ;D ).
Aggiungo un passo ( molto forte) di Maestro Eckhart,che, molto meglio del sottoscritto, spiega...
"Come ho spesso detto vi è nell'anima qualcosa di così simile a Dio da essere già una cosa sola con lui, senza bisogno di esservi unita. Essa è unica, e non ha nulla in comune con qualsiasi altra cosa. Essa non ha alcun significato, nessuno. Ogni cosa creata non è nulla, ma quel Qualcosa è al di fuori ed estraneo ad ogni creazione. Se uno fosse totalmente questo, sarebbe ad un tempo increato e diverso da ogni altra creatura. se ogni cosa corporea od ogni cosa fragile fossero incluse in quella unità, anch'esse sarebbero simili all'essenza di quella unità. Se io mi trovassi in questa essenza, anche per un solo momento, considererei la mia personalità terrena di non maggiore importanza di quella di un lombrico." (Blakney, p.205)
Da un'altra prospettiva si aggiunge Saichi:
Niente è lasciato a Saichi,
Se non un cuore gioioso, nulla gli è lasciato;
Non ha né bene né male, tutto gli è stato portato via;
Niente gli è stato lasciato!
Non aver cosa alcuna- che completa soddisfazione!
Tutto è stato portato via dal "Namu-amida-butsu".
Egli si sente completamente a posto con se stesso:
Questo è il "Namu-amida-butsu"!
(Che pazzo totale Saichi... ???!)