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Messaggi - green demetr

#1456
Citazione di: jeangene il 04 Ottobre 2022, 12:59:27 PMMi chiedo: com'è possibile lavorare, investire gran parte del proprio tempo e delle proprie energie in un'attività, se non è chiaro il contesto in cui questa attività si inserisce? Com'è possibile impegnarsi con convinzione in qualcosa se non è chiaro il fine ultimo che questo impegno contribuisce a realizzare?
Da sempre auspico che il mio lavoro contribuisca in qualche modo al benessere di tutti. A cosa dovrebbe servire altrimenti? A soddisfare l'avidità? Ad appagare la brama di potere o di successo?

Quindi, mi chiedo: il mio contributo è utile al bene comune? In quali attività sarebbe meglio investire le mie energie in modo da trarne il maggior beneficio possibile per tutti?
Non credo sia possibile trovare una risposta soddisfacente per queste domande, non nel nostro contesto perlomeno: ad oggi la forza lavoro non è guidata da un unico sapiente ragionare che abbia come fine il benessere, la felicità dell'uomo. Oggi la forza lavoro risponde a più autorità: stato e mercato, ad esempio. Quest'ultimo in particolare è ben lungi dall'essere un sapiente ragionare: spesso le richieste del mercato sono piuttosto il risultato di forze cieche che da ultimo si rifanno ai desideri (volubili ed influenzabili) degli individui e alla avidità dei produttori, più che a reali necessità. Non penso quindi sia possibile trovare una risposta ai miei interrogativi in un simile contesto.
Serve un nuovo contesto. Serve un contesto dove la forza lavoro venga guidata da un'unica visione d'insieme, da un unico pensiero razionale che - ripeto - abbia come fine il bene dell'uomo. Un pensiero che però non deve essere chiuso, dogmatico, immutabile; ma aperto, rettificabile, adeguabile (come rettificabile e adeguabile è l'insieme di norme dello stato democratico). Occorre un pensiero che si adegui al sempre mutevole significato di "bene dell'uomo".

Penso che oltre a dare un nuovo e profondo significato al lavoro, una forza lavoro sotto la guida di un'unica visione d'insieme sarebbe efficace ed efficiente e garantirebbe a tutti più tempo libero, ingrediente fondamentale per uno stato di vero benessere.

In conclusione, la domanda è: perchè non dovrebbe essere possibile una società dove il benessere, la felicità, la realizzazione di tutti gli individui siano lo scopo primario, e dove tutti i singoli lavorano per realizzarlo?

Grazie per l'attenzione.
Ciao Jeangene, non mi pongo tanto il quesito di cosa posso fare io per la società, ma se esiste una teoria economica in grado di sostenere la fratellanza.
L'individuo deve essere libero di pensare e fare quello che vuole, la cultura deve cioè essere libera.
E' l'economia che deve essere pensata in termini di fratellanza, non gli individui!



#1457
Citazione di: niko il 08 Ottobre 2022, 20:13:19 PMChe ben vengano i disordini, se i contendenti "disordinati" cioe' partecipanti ai disordini, non sono uguali.

E se c'e' un meglio, e c'e' un peggio.

Sinistra e' sacrificare l'ordine sociale in nome della giustizia sociale. L'eternita' in nome del divenire. Questa e' l'unica cultura del sacrificio che mi appartiene.

Io se fossi vissuto durante la guerra civile americana, idealmente, (se avessi avuto la giusta possibilita' e la giusta lucidita' di scelta intendo)  sarei stato con i nordisti per sparare in faccia ai suddisiti, perche' , sebbene quella guerra non fu dichiarata veramente per abolire la schiavitu' ma per ben altri e ben piu' sporchi interessi economici e di dominio, ebbe di fatto come effetto quello di abolire la schiavitu', e si poteva ragionevolmente immaginare a guerra iniziata che il contentino  (contentino ai fini di questo discorso = diritto civile nell'impossibilita' di una imminente rivoluzione sociale) dell'abolizione della schiavitu' in caso di vittoria della parte nordista sarebbe stato comunque dato (sia pure con la "naturale" continuazione della schiavitu' in forma di lavoro salariato, paradossalmente per bianchi e per neri).

E non sarebbe stato dato, nemmeno il "contentino" dell'abolizione, in caso di vittoria della parte suddista. Contentino negato e dilazionato sulla pelle di milioni di schiavi neri.

Ugualmente nel caso di una guerra civile tra lgbt e "patriarchi" di certa destra radicale e identitaria soprattutto americana saprei benissimo con chi stare, e a chi sparare in faccia.

Indietro a prima del sessantotto nell'occidente industrializzato non si torna, almeno finche' saro' vivo e avro' mani per imbracciare un fucile.

Anche se lo saprei benissimo, che quella (eventuale) guerra non sarebbe stata dichiarata REALMENTE per i diritti degli lgbt.

Ma per luridi interessi economici da due élite di contendenti effettivamente decisori della guerra una identica all'altra e una sporca e immorale come l'altra.

Insomma combatterei la sporca guerra dei padroni, se avessi il sentore che dalla sporca guerra dei padroni potesse scaturire la difesa o il progresso di un diritto civile in caso di vittoria di una parte e non dell'altra.

Le componenti sociali e politiche di una societa' non sono tutte uguali.

Si spera, e spero, di non arrivare mai ad una guerra civile, ma se ci si arriva puo' esistere un buon motivo intrinseco per schierarsi.

Il "sono tutti uguali' in politica non mi e' mai piaciuto.

Questo volevo dire, per questo mi sono permesso un linguaggio un po' violento in chiave naturalmente ironica: non voglio certo inneggiare al terrorismo o augurare la morte a nessuno.

Ironia che faccio anche e soprattutto perche' non prendo neanche affatto sul serio la premessa, cioe' mi sembra altamente improbabile che ci sia, davvero, nel tempo che mi resta da vivere, una seconda guerra civile americana.

Era solo per dire che tu vuoi fare il marxista, ma per fare il marxista dovresti prima capire che la realta' esiste, ed esistendo si porta appresso la necessita' della preferenza relativa per il meno peggio nell'impossibilita' del meglio.

Non solo le rivoluzioni, ma anche alcune guerre, e alcune guerre civili, sono da combattere.

Poi continui a confondere oppressione con attacco alla persona: la violenza verbale in un dibattito politico e' ben diversa dall'oppressione.

Tra politicanti volano insulti e qualcuno, di destra o di sinistra che sia, ogni tanto si prende gli insulti.

Se amiamo una politica pacata e raffinata questo dato di fatto potrebbe non piacerci , ma e' cosi' e penso che sia piu' o meno cosi' da sempre.

Questo non cambia la verita' che ho esposto prima, e cioe' che donne, gay e non bianchi sono categorie di persone in certo luoghi e in certe situazioni oppresse, e intendo oppresse specificamente per il loro essere donne gay o non bianchi.

Viceversa I maschioni bianchi etero e aderenti alle varie confessioni cristiane, non sono, oppressi o discriminati in societa' e sul lavoro per il loro essere, se non forse in certe rare situazioni in misura minima e non paragonabile alle categorie esposte prima.

La violenza verbale politica non c'entra niente con questa realta.

E' chiaro che un fan della Meloni puo' insultare Letta con una parolaccia o una diffamazione, e un fan di Letta puo' insultare la Meloni con una parolaccia o una diffamazione.

Tanto piu' al bar i fan dei due schieramenti tra un bicchiere e l'altro si insulteranno tra di loro.

Questo non toglie che le categorie prese di mira dall'ideologia della Meloni, come immigrati e lgbt, sono categorie oggettivamente a rischio di persecuzione o di razzismo, di riduzione arbitraria dei loro diritti presenti e futuri, mentre i complotti contro la famiglia naturale, la religione o la patria, con cui i fascisti vorrebbero giustificare il loro odio, non esistono, sono pure farneticazioni per giustificare l'odio contro chi realmente e ingiustamente di fatto da loro viene odiato.

Quindi, Mentre posso accettare l'affermazione che l'odio politico in qualche modo e' speculare e simmetrico, io insulto te e tu insulti me, l'odio sociale no, non e' simmetrico, perche' la societa' stessa non e' simmetrica, e' segnata da profonde ingiustizie e sperequazioni, e il diritto a l'odio va in senso opposto alla dissimmetria e alla scala delle ingiustizie, con l'oppresso che ha il "diritto" ad odiare l'oppressore e l'oppressorie che viceversa non ha il "diritto" ad odiare l'oppresso, e si rende ancora piu' odioso se consapevolmente lo odia (che poi e' la natura specifica dell'ideologia e della prassi fascista, l'odio di classe che diventa esplicito dall'alto verso il basso in un dualismo di classe, mascherandosi all'occorrenza da odio razziale o moralistico).

Questo vale tanto per l'odio di classe in se', quanto per  l'odio di e verso, eventuali categorie "interclassiste" (razze, generi, religioni) ingiustamente discriminate, laddove effettivamente in certi momenti o luogji esistano, categorie interclassiste ingiustamente discriminate.



Ma è proprio questo che ti critico, che la partigianeria personale viene fagocitata da quella sociale.
Comunque ho capito la tua posizione: prendo un pò di bene, insieme a tantissimo male.
Ognuno fa le sue scelte politiche, io combatto il male, nel personale in tutte le sue forme, perciò mi dispiace ma non mi prendo un pò di bene se poi la mia scelta porta il male, nel sociale come dici tu non ho alcuna scelta.

Non a caso la partigianeria di sinistra sta cominciando a capire questa cosa, ma da quello che vedo sono ancora in altissimo mare.
Io non faccio il marxista, io faccio l'analista delle proposte socialiste.
La mia base di pensiero è l'esatto opposto del marxismo, per me tutto dipende dal personale, e non esiste ricetta dall'alto, dipende sempre da un tu e un me.
Se dentro una partigianeria di sinistra trovo dentro gente come te, io me ne vado è semplice!
Altra cosa grazie al cielo, la libera cultura e il libero confronto che avviene su questa piattaforma, che ritengo tutt'ora nonostante l'epoca dei blog roll prima e dei cinguettii oggi, l'unica piattaforma possibile, quella del forum.

Quindi volentieri alla prossima "guerra" ideologica fatta nella nostra comune casa ideologica. ;)
#1458
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
08 Ottobre 2022, 19:24:05 PM
Inverno secondo te la guerra finisce prima dell'inverno?

Facendo ipotesi che Putin intenda veramente finirla prima dell'inverno e guardano recentemente l'avanzata ucraina sia a Kerson (con massacro di civili) che nella zona limitrofa ai confini russi (con massacro di civili).
E visto che stanno tornando le V (al momento ci sono le U) insieme ai riservisti (300 mila uomini mi sembra) per ora in fase di addestramento.
Dunque la Russia dovrà vincere sul campo O  ??? attuare INEVITABILMENTE la minaccia ATOMICA. :-X
Sinceramente non trovo analista che riesca a vedere DOPO lo sgancio della bomba. :'(
Siamo alla follia totale. :'(
E sinceramente visto i proclami fascisti della UE e dell'ITALIA annessa, non vedo PROPRIO COME possa esserci questa fantomatica sotto-traccia diplomatica.
Direi che siamo AMPIAMENTE fuori tempo massimo.
E infatti anche se vincessero i russi (ripresa di kerson, ma a livello militare dovrebbero trovare un modo di spegnere i satelliti nato) se non vi è diplomazia, i falchi (secondo la stojanova gli ottuagenari sono un partito ibrido falco-colombe, mentre i falchi cinesi sono falchi-falchi e sono giovani) a destra di Putin, spingeranno COMUNQUE per l'uso della BOMBA atomica, affinchè KIEV (perchè è KIEV che sta insistendo nell'escalation, e visto chi c'è dietro, vengono da fare NERISSIMI PENSIERI) desista immediatamente dal volor rioccupare i territori.

Sinceramente mi pare che sia proprio Kerson il problema, se l'UCRAINA riesce a riprendersela, la CRIMEA è di nuovo tagliata fuori dai contatti terrestri.

E la CRIMEA è un obiettivo strategico turistico per il futuro RUSSO-CINESE.

IO NON VORREI che si continuasse l'escalation anche dopo lo sgancio della bomba (che temo ??? ormai inevitabile), perchè forse il vero obiettivo era fin dall'inzio, l'inizio della terza guerra mondiale (ovvero la guerra contro la cina).
Ma qui sto andando veramente con la fantasia, non ho letto niente al riguardo :P .
Forse perchè veramente tutti gli analisti sono nella fase bottiglia di vetro che sta cadendo dal palazzo (la HAINE).

LA VEDO NERISSIMA.

IL CHE è SENZA SENSO (e quindi in perfetta sintonia con i tempi).
:D non ci resta che piangere. (la faccina sembra ridere ma in realtà è deformata tra il panico e il grottesco).
#1459
In Singulairty as sublimity (canale YouTube) si cerca di parlare di Lacan, in una sorta di lavoro in progress sui seminari di Lacan (senza alcuna finalità di chiusura del discorso su Lacan).
La differenza tra psicologia e psicanalisi risiede nella diversa meta, che le 2 scienze cercano di raggiungere, nel primo caso si tratta di un rafforzamento dell'io, nel secondo di una riappropriazione del significato storico che il soggetto fallacemente riconosce come io monolitico.
L'analisi scientifica è sempre un analisi del particolare, che possa cioè venir testato dall'analisi stessa.
Il particolare nel nostro caso è la singolarità, che l'individuo fallacemente riconosce come io.
La fallacia consiste nel riconoscersi una personalità, ossia una operazione di  riconoscimento, che ci distacchi dagli altri, quello che nella moderna società (ci impone) è chiamato "rebranding" del sè: ossia una singolarità vista come unicità. Modello trovato sopratutto nei social media.
Invece la singolarità è quella del soggetto storico, che Lacan ritrova negli studi sull'isteria di Freud, e che consiste in una concatenazione storica di pensieri patogeni, che nutrono la patologia fisica stessa.
Lacan rimprovera a Freud il non aver postulato l'esistenza di questi "pensieri materiali", che consistono nell'incapsulazione di sentimenti all'interno di oggetti. Il nucleo della patogenità risiede principalmente nella resistenza(all'analisi). Questa resistenza è prodotta proprio dall'io.
Lacan parla dunque dell'io come sintomo per eccellenza del nucleo delle patogenicità. (ndr Ricordiamo che Lacan successivamente abbandonerà lo stesso concetto di patogenità, in fin dei conti si tratta semplicemente di rappresentazioni senza analisi, ossia di un soggetto che si senta astorico, monolitico per l'appunto).
Il metodo freudiano consiste nell'attivare una serie di ricordi connettivi, che sprigionino il nucleo silenziato dall'io, e perciò diventato sintomatico (piuttosto che patogeno).
La contro-analisi è d'altronde quell'insieme di pregiudizi che lo stesso analista condivide nella forma dell'io (dell'analista).
Seminario 1, pag18-29
riassunto
1.La psicanalisi è la scienza del particolare e la sua verità risiede nella singolarità del soggetto.
2.I sintomi si irradiano a partire da un nucleo patogenico, che è formato da un nodo di contenuti della psiche, che Lacan interpreta come la materialità del discorso.
3.Il nucleo patogeno è l'io stesso, ossia la resistenza al discorso.
4.Questo nucleo è comune sia all'analizzando che all'analista.

(nota del redattore):
La psicanalisi lacaniana ricava le sue idee dalla lettura hegeliana di Kojeve.
Vedi anche il 3d su HEGEL (sempre aperto da me) riguardo la falsità dell'io monolitico.
#1460
Bentrovati,

Apriamo un 3d che avevo in mente da tanto tempo, e che visti i tempi oscuri in cui siamo non può più essere rimandato.

Visto la vastita del territorio tenderei ad abusare della pazienza dei fruitori, tentando un post al giorno. (mod permettendo)

Non so se sia la sezione più corretta non è una scienza dura e pura, e non è nemmeno una filosofia dura e pura, mi sono detto che fa però parte della cultura, e di quella più importante.
#1461
Gregory B. Sadler ci aiuta a continuare nella lettura di Hegel.
(le lezioni non sono ancora finite e sono già passati 7 anni...con calma guys!)
Saltiamo la prefazione e l'introduzione (per ora).
E ripartiamo con l'inizio vero e proprio della fenomenologia dello spirito.
I paragrafi che vanno dal 90 al 110 (abbiamo già detto che questi paragrafi sono stati messi per mera esigenza didattica) riguardano il primo capitolo del libro che si concentra sulla certezza sensibile.
90.
Per Hegel è importante porre un inizio che sia il più basico possibile.
Abbiamo imparato che dobbiamo imparare ad usare la fenomenologia come un analisi di come le cose ci si presentano (Prefazione e Introduzione).
E le cose si presentano dunque come un oggetto, di cui la nostra analisi sarebbe il senso, ovvero gli oggetti di senso (percettivo).
La nostra analisi essendo la coscienza del sapere della relazione fra la nostra coscienza e l'oggetto.
Dunque il sapere della relazione tra coscienza e oggetto.
Le cose si presentano nella loro IMMEDIATEZZA e in questa modalità la coscienza le riceve, e le riceve come senso percettivo, ossia tramite un medium. Ma senza medium esse sono quello che sono, ossia mero essere qualcosa, mero oggetto ontologico.
Questa distinzione fra in-medium (in mediatezza) e ontologia, è anche la distinzione con cui la coscienza sà, tramite l'apprendimento e la comprensione rispettivamente, termini chiave nel lessico del nostro tedesco, ossia AUFFASEN e BEGREIFEN.
91.
La certezza della sensorialità è la più ricca e la più vera.
La più ricca perchè essa dermina nel tempo e nello spazio il più gran numero di oggetti che affluiscono alla nostra coscienza.
L'oggetto contiene in sè inoltre la possibilità di incontrare ulteriori oggetti dentro di sè, e la possibilità di utilizzi sempre diversi.
Ma in quanto pura astrazione è anche la più vera perchè contiene in sè spogliato di ogni medium, nient'altro che se stesso, pura essenza.
L'oggetto è tale dunque solo in quanto medium di qualità e quantità, ma in realtà è pura essenza a livello fenomenologico.
Vi sono infinite essenze. A livello fenomenologico dunque ogni ESSENZA è qualcosa, è oggetto.
D'altro canto la coscienza a livello fenomenologico (ossia comprensivo) è soltanto un "puro io", un mero contenitore vuoto, e dunqe spogliato della sua qualità (ossia nel medium quella di ricevere) più correttamente un mero qualcosa, un mero oggetto, di nuovo mera ESSENZA.
Sintetizzando la coscienza sensibile è la forma di conoscenza più basica in quanto la più astratta e vuota di concetti.
92.
La certezza pura è però contraddistinta non tanto dal carattere relazionale di due essenze ma dalla determinazione di un io e un non io (essenza oggetto-io ed essenza oggetto-qualcosa).Questo continua determinazione è ciò che chiamiamo IMMEDIATEZZA.
La certezza sensibile è dunque l'immediatezza della MEDIAZIONE delle essenze.

(nota del redattore):
Potremmo dire che l'auffasen è la certezza sensibile, mentre la begriefen è la mediazione di qualcos'altro, rispetto al qualcosa esperito.
93.
Rispettando quello che abbiamo detto dovremmo capire che dunque l'io si determina da qualcosa che involve qualcos'altro, e di cui noi siamo COINVOLTI.
L'io è perciò inessenziale e si rivela in quanto sapere di qualcosa da parte di qualcuno (in realtà di qualcosa, se abbiamo capito, che poi noi chiamiamo io).
Questo sapere, questa conoscenza è inessenziale esso stesso, al puro e semplice esistere (delle cose, che in realtà sono essenze appunto).
La fenomenologia cioè attesta dell'ESSERE in quanto ESSERE.

(nota del redattore):
La comprensione (begriefen) originaria è quella dell'ESSERE.
L'apprendimento (auffasen) è quello dell'immediatezza, ossia che qualcos'altro che ci coinvolge, ci viene sottratto: è dunque una falsa rappresentazione (o semplicemente una rappresentazione) e dunque PER NULLA ORIGINARIA.
L'io monolitico è una invenzione del pensiero che NON PENSA.
#1462
Bentornati,

dopo un paio di settimane per riabituarmi ai miasmi della città milanese, sono tornato al lavoro, più deciso che mai (inutile dire che sento una forte spinta di contranalisi...si stava bene in montagna  ;), se non fosse andato tutto storto..ma questioni personali  ;))

Riprendiamo la lettura aiutati dal dottor Gregory B. Sadler.

Ho deciso di saltare per l'ennesima volta sia prefazione che introduzione, e andare dritti al sodo.

Rimangono i contributi passati, che naturalmente riprenderemo, in altre forme.

Sono una trecentina di contributi ancora in progress...faccio un pò di pressione sulla netiquette, tenderei a fare un post al giorno (se possibile), dimodo che tra un anno e qualcosa possiamo dirci contenti del lavoro fatto.
Purtroppo è un periodo di crisi nerissimo e servono risposte il più veloci possibili, essendo Hegel la pietra d'angolo per ogni futuro contributo che sia psicanalitico (vedi 3d che apro oggi stesso) o che sia marxiano (ancora in attesa di essere aperto).
#1463
Citazione di: daniele22 il 29 Giugno 2022, 12:25:31 PM
Ciao Green e buon relax, mi riposerò pure io almeno fintanto che non si torni ad un clima accettabile. Speriamo pure che gli eventi bellici giungano a soluzione adesso che Draghi pensa di essere il presidente degli Usa. Purtroppo non conosco il pensiero hegeliano se non per brandelli di ricordi scolastici, pur tuttavia mi son tuffato nel mucchio ben sapendo che alla fine si arriva sempre al nodo irrisolto di chi noi si sia, che è il punto cruciale del mio pensiero. E' per me palese che questo nodo, semmai potesse essere sciolto, giungerà infine ad esprimere una teoria linguistica ecumenica ... perché di fatto tale teoria non c'è. Tralasciando ... Siccome a me interessa l'etica reputerei ozioso parlare del nulla, ma forse tu stai seguendo un percorso di cui non conosco il fine.
Forse io reputo interessante il nodo irrisolto perché a mio giudizio l'avrei risolto, ma purtroppo, e sarebbe bello poterlo ricordare, non ricordo come io pensassi prima di risolverlo. Certo so che ero vicinissimo allo scetticismo, ma non ricordo il nascere di un mio pensiero dell'epoca nel momento in cui esprimevo un'opinione. E questa dimenticanza l'addebito tutta al fatto che uno stato interiore non lo riproduci se non a parole, ma sarebbe proprio quel momento, all'interno di una interiorità più o meno sedimentata, a far emergere il bisogno di esprimere un'opinione ... e sarebbe questo a muovere il mondo. Comunque il vero problema che a me interessava riguardava l'etica e mi ricordo che ero pure giunto alla conclusione che l'unica etica sana doveva non ricorrere al solito ritornello "bisognerebbe agire in questo o quell'altro modo", e giù poi con leggi che fissano paletti. Voglio quindi dire che la soluzione del nodo irrisolto doveva risolvere pure la questione dell'etica, altrimenti il nodo irrisolto avrei potuto gettarlo tranquillamente alle ortiche. E penso ora, col senno di poi, che una teoria del linguaggio ecumenica sia necessaria allo svolgimento di un'etica corretta che dovrebbe autoimporsi a fronte di una nuova consapevolezza generata dalle evidenze di cui già abbiamo notizia in modo un poco distorto.
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Per quel che riguarda il tuo intervento riprendo queste due righe:
"Nel senso che la correlazione è anzitutto istantanea, l'oggetto conosce te, solo quanto tu conosci l'oggetto.
E' proprio per via della impossibilità temporale di conoscere quel quid che permette la correlazione che porta Hegel in direzione spirituale."
Non so cosa tu intenda, o cosa Hegel intenda con: "l'oggetto conosce te solo quanto tu conosci l'oggetto". L'oggetto può senz'altro modificarmi, ma per me è difficile pensare che l'oggetto conosca me, essendo per me più spontaneo pensare invece che l'oggetto mi chieda di essere conosciuto. L'atto di conoscenza lo faccio io, mica l'oggetto. Nel senso che tu accetti l'esistere dell'oggetto nel tuo mondo perché hai accettato la sua richiesta. E sono propenso a pensare che il fatto che l'oggetto ti ponga tale richiesta non sia del tutto irrisolvibile, anzi sarebbe vero il contrario
Ciao


Ma alla fine stai capendo più tu che io il buon Hegel! ;)

Il mio fine è quello di capire fino in fondo la questione del soggetto, ossia in che maniera esso viene a determinarsi rispetto a quello che io chiamo originario e Hegel dovrebbe chiamare Dio. E' pura finzione o possiamo trovare una verità in esso?

Mi piace la tua idea di ecumenismo linguistico, mi pare un progetto che richiede grande serietà.
Non ho però idea di quale sia l'etica di Hegel (fino ad oggi ho sentito solo critiche su di essa  :D), io lo leggo sopratutto per la parte iniziale.
Forse andano avanti troverai degli spunti a te utili.

#1464
Citazione di: niko il 07 Ottobre 2022, 01:58:15 AM*Non c'e' motivo di dare importanza al PD ai fini di questo dibattito 

* all'identita' patriarcale e' normale per ogni persona intellettualmente normodotata e non razzista e bigotta preferire l'identita' nera o lgbt, almeno a livello di empatia e simpatia, perche' tali categorie di persone, i neri e i gay, sono state in un passato recente, e tuttora sono, in parte, ancora perseguitate, i "patriarchi" invece, direi proprio che no, non sono stati perseguitati in un passato recente; e NO, la BIBBIA con le sue storie IMMAGINARIE di.patriarchi perseguitati ai fini di questo discorso non vale, come passato recente (o la realpolitik del preferire il meno peggio anche se per le anime belle non si centra il punto della questione sociale preferendo il meno peggio vale solo quando fa comodo? Se si e' di sinistra in generale si sta con gli oppressi, e ti sara' difficile sostenere seriamente  che i PATRIARCHI simbolicamente costitutivi del patriarcato, qualunque categoria di persone reali essi oggi rappresentino, siano, e siano stati, oppressi quanto le donne, i neri e i gay!) .

* Non c'e' bisogno di teorizzare un complotto o una volonta' pilitica a nessun livello per spiegare perche' in una societa' capitalista i diritti civili avanzino e progrediscano -mediamente- meglio e prima dei diritti sociali, basterebbe capire la natura di una societa' capitalistica.

Se poi alcuni diritti civili usufruiti da categorie ristrette di persone hanno natura di "contentino" rispetto ad altre possibili riforme sociali che andrebvero a toccare veri e piu' ampi interessi dei potenti, il problema e' tutto di chi si ferma al contentino o se ne accontenta pienamente, non di chi il contentino lo vuole "nel modo giusto", ovvero nella liberta' etica e politica di volere pure altro.

Tu cerchi di portare nella oggettivita', quello che e' un problema della soggettivita': se le persone si fermano al contentino elargito furbamente dai potenti per non elargire le riforme vere, il problema e' tutto nel cervello della gente, che, se non tende a subire tutto passivamente, quanto meno tende ad accontentarsi si quello che ritiene "possibile" senza sognare l'impossibile della rivoluzione sociale, non nella natura disturbante o problematica del contentino.

Anche un aumento salariale, rispetto a una rivoluzione e' un contentino, eppure la sinistra nella sua storia ha sempre ritenuto nobile, perseguire gli aumenti salariali in attesa o in assenza della rivoluzione.

Ma non si deve rinunciare ai diritti civili per avere i diritti sociali come non si deve rinunciare al minimo per avere il massimo, come anche non si deve rinunciare agli aumenti salariali per avere la rivoluzione.

* a me non interessa ne' l'identita' , ne' la socialita' ne' il pensiero, interessa il divenire, e guardo con simpatia alle identita' emergenti, piuttosto che a quelle patriarcali.

Anche solo perche' il tempo non si puo' fermare.

Sono i conservatori o i reazionari,  che vogliono fermare il tempo.

Insomma io mi interesso di divenire e di rivoluzione, non di quello che fa o non fa il PD.

Sulla croce rossa non sparo, e i vari sofismi o costrutti verbali in cui la sinistra parlamentare attuale viene presa come sinistra vera non mi interessano.


Si ma è proprio del divenire che io ti parlo: tu parli come se non avessi il pensiero di poter predirre quello che succederà, e succederà perchè è già successo in america.
La pseudo-sinistra arcobaleno (come le pseudo-sinistre rossobruniane hanno ormai fatto entrare nel lessico della resistenza) americana sta ATTACCANDO i presunti patriarcalisti di destra (bè a dire il vero lo sono  ;) ), ma non lo fanno con progetti educativi (di consapevolezza storica), ma con meri attacchi alla PERSONA.
(quindi su questo ti stai sbagliano visto che neghi gli attacchi).
Il punto è che nella realtà accellerata la politica ha perso ogni valore educativo.
E' diventata una lotta con al centro NON i diritti, ma le persone stesse, e con risultato l'abbattimento dei diritti, e non la loro implementazione.
(e ce ne accorgeremo in questo decennio fascista, sotto dominio nazista, la storia si ripete tale e quale).
Questo ad un attento analista anche semplicemente politico, ma tanto più se filosofo, porta a vedere una polarizzazione della società che può portare solo a disordini crescenti, se non che a guerre civili (forse che non sai che la sinistra arcobaleno ossia NY e LA, hanno proposto la secessione dall'america patriarcale degli stati interni? CAVE CANEM amico mio! ;) )

Il divenire è questo, ma la rivoluzione non è quella che indichi tu. :-[





#1465
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
08 Ottobre 2022, 17:55:03 PM
Citazione di: niko il 07 Ottobre 2022, 13:02:00 PMIn che senso "volonta' rappresentativa" ?

In Schopenahuer la rappresentazione non e' l'oggetto della volonta'; non e' il "voluto" della volonta'.

La volota' e' l'essenza del mondo, e' l'abisso incolmabile; e' molto di piu' di una "grande spettatrice" pseudo divina seduta sul trono del mondo che possa in qualche modo soddisfarsi con la rappresentazione o con la realta' della rappresentazione, battere le mani a spettacolo finito.

La volonta' e' senza oggetto, vuole se stessa: se la rappresentazione fosse il voluto della volonta' , la volonta' da un certo punto del tempo in poi non esisterebbe piu', perche' avrebbe ottenuto il suo voluto, si sarebbe realizzata nella rappresentazione, il che per Schopenahuer e' assurdo; la volonta' e' eterna, prova ne e' che esiste nel presente: essa ha attraversato l'abisso del tempo (passato) e dunque ancora lo attraverserà (in futuro).

Il rapporto tra volonta' e rappresentazione va dunque  pensato in modo piu' sottile di un rapporto tra volonta' e voluto: la rappresentazione e' un epifenomeno della volonta' , ha in se' meno realta' della volonta' e dunque non puo' neanche potenzialmente o virtualmente soddisfarla (la questione del velo di maya: il reale non si soddisfa mai con l'irreale; l'illusione non puo' sussistere fino all suo punto estremo quantomeno come illusione rispetto ad un giudizio di gradimento, che poi e' l'unica cosa che conta; insomma l'illusione non paga l'illuso).


In realta' il rapporto tra volonta' e rappresentazione e' un rapporto tra fenomeno e noumeno, tra la realta' come essa appare e la realta' come essa e'.

Data pero' l'assoluta inimmaginabilita' e indicibilita' di un rapporto tra fenomeno e noumeno, perche' il dire e l'immaginare sono e restano nel fenomeno, (noi parliamo e pensiamo nella realta' come essa appare) la migliore approssimazione, la miglior metafora, di questo indicibile rapporto tra fenomeno e noumeno, e' un molto piu' modesto e semplice  rapporto tra fenomeno ed epifenomeno, una dicibile e immaginata  gerarchia tra i fenomeni.

L'asceta, quando squarcia il velo di maya "vede", ovvero conosce, la volonta', cioe' vede una volonta' fenomenizzata, che prima -prima di essere o "diventare" un asceta intendo- non vedeva. E non la vedeva perche' ci era dentro, perche' egli stesso voleva.

L'unico modo di vedere la verita' della volonta' e' separarsene, lasciarla da sola a volere.

Vedere e conoscere,  con quello che e' il massimo sforzo di volota' possibile, lo sforzo di volota' appunto proprio dell'asceta, il grande Tu vuoi che sta "dietro" all' Io voglio. Ad ogni io voglio.

Il Tu vuoi, e non l'Io voglio, sostituisce qui quello che era l'io penso cartesiano, lo scheletro, quello che resta una volta scremati tutti i dubbi.

Ma la volonta' e' sempre sola: e' sola nel monsimo e nell'unicita' finche' non viene smascherata,  e al limite, ma proprio al limite, e' sola in una sorta di dualismo contemplativo quando l'asceta la smaschera.

Manca comunque l'elemento terzo, la mediazione. Nessuno spettacolo appaga la volonta', al massimo l'unica scintilla di speranza e' che la volonta' stessa possa farsi spettacolo per il suo -attualmente impossibile- altro.



Ciao Niko approfitto della tua tenuta sul filosofo:

Capisco a tratti cosa intenda Schopenauer, ma la volontà di potenza, è dunque la volontà stessa, che qui come la descrivi pare un principio metafisico?
#1466
Citazione di: Ipazia il 08 Ottobre 2022, 17:33:01 PMAbbiamo appena acclarato che un valore di scambio razionale va ricondotto al valore-lavoro (tempo di lavoro) contenuto nel prodotto. E già questo valore non è mera astrazione.

Ma ancor meno lo è il valore d'uso di un oggetto, che corrisponde all'incirca alla sua descrizione nel dizionario o enciclopedia: il valore d'uso del martello è piantare chiodi. Non vedo cosa ci sia di astratto in ciò.

Il valore d'uso di un'ostia consacrata è trasferire la divinità in un fedele che crede in ciò. L'atto eucaristico è concreto, palpabile e riproducibile. Che si trasferiscano impulsi su un chiodo o simboli religiosi in un credente non modifica la natura concreta dell'atto rendendolo astratto.



No è evidente che non hai letto il capitale. O che non ti sei domandata del perchè insista così tanto tra valore d'uso e valore di lavoro (in realtà mi pare fosse un altro termine, discutiamone a parte su 3d dedicato.).

A me pare ovvio che il valore d'uso è una astrazione, perchè il tempo per fare un vestito è superiore al tempo di fare una tela.
Ma ricordiamoci che il valore temporale non è il solo in ballo.
E comunque sia, vedi quello che sta succedendo oggi coi prezzi, il prezzo è totalmente slegato da fattori materiali. (devo ancora arrivare a come Marx unisca il valore d'uso a quello dei prezzi, anche se mi pare ovvio che siamo su un territorio astratto).
Marx non è uno sprovveduto è per questo che insiste in una terminologia precisa, per costruire poi una solida teoria.
Il valore d'uso è una astrazione, questo è il primo punto sostanziale, un mettersi d'accordo, un trattare che abbia nella sua teoria politica un valore sociale fraterno, ossia socialista, nella visione d'insieme (si spera).

Bisogna ricordare che questo progetto è fallito, e quindi è importantissimo la serietà degli assunti di base, altrimenti dimentichiamo ogni cosa, e del perchè Marx si studia in Filosofia come l'inventore di termini come alienazione e feticismo, che sono evidenti allusioni al soggetto hegeliano, e con cui nella trattazione del valore astratto sociale (valore d'uso), è necessario tener conto.

Questo non vuol dire che non bisogna tener conto del lato materiale, anzi!!!
E' evidente che per Marx il valore d'uso DEVE essere legato ad un pensiero (fraterno) sui lavori reali!!!

Ripeto questo 3d si chiede invece di tutte quelle astrazioni che la pseudo-sinistra moderna effettua proprio per oscurare la vera teoria socialista marxiana (leninista-trotskiana).

Per ora sono già emersi Keynes ed una economia ingenua.
#1467
Citazione di: anthonyi il 07 Ottobre 2022, 17:00:06 PMChe cosa mi tocca sentire, é chiaro che Keynes é un paradigma economico a se stante, abbastanza differente sia da quello liberale, sia da quello ricardiano sraffiano (cioè Marx in economia).
Per molti punti tematici, però - sfiducia in un equilibrio naturale di mercato, valorizzazione del ruolo dello stato in economia, pianificazione economica, redistribuzione del reddito - Keynes e Marx stanno sostanzialmente dalla stessa parte.
Prendo atto della tua opinione, vedremo nella sostanza quando aprirò 3d su Marx.
Così a occhio mi sembra una grande sciocchezza.
Keynes era a favore del distruggi e ricostruisci, Marx stando a Trotsky direi poprio no! (altrimenti perchè costruire una teoria sulla pseudo-sinistra?).
Ma non ti è mai venuto in mente di stare dentro ad apparati di omologazione di massa, in cui magari anche la politica, dismessi i panni di un etica sociale, diventa parte della stessa omologazione.
Omologazione mimetica, ossia continuamente tesa a negare quello che fa.

#1468
Citazione di: InVerno il 07 Ottobre 2022, 15:44:51 PMMi travisi. Io ho detto che i comunisti concependo l'economia come un gioco di dominazione sono più inclini a falsificarne i termini. Stampare soldi è un trucco vecchio come il mondo per le società in declino per nascondere la loro reale situazione, poi arriva l'inflazione, poi la gente incazzata, poi si ricomincia. Puoi trovare ottimi spunti a riguardo nelle opere di Peter Turchin sulla cliodinamica, i suoi modelli seppur abbiano problemi di riferimento temporale, sono stati in grado di riprodurre le crisi dell'impero romano e varie rivoluzioni tra cui quella francese con discreta accuratezza, interpolando una decina di parametri. I suoi modelli tralaltro indicano  il 2020 come l'inizio della crisi americana,  ed essendo che sono effettivamente sull'orlo della guerra civile, i suoi modelli non sono così campati per aria.
Certo è il modello imperialista insegnato da Trotsky, ossia distruggi e ricostruisci.

Il flusso di denaro è solo la pompa idraulica per far funzionare la macchina della guerra (che sia privata, sociale o territoriale poco importa).

Ma questo era anche il modello keynesiano, con ideologia annesa, che le varie pseudo-sinistre hanno accolto nei loro modelli economici.(economia del debito, chicago boys etc..)
#1469
Citazione di: Ipazia il 07 Ottobre 2022, 09:50:12 AMDovremo mica mantenere la comunità scientifica solo per lustrare gli stivali agli oligarchi ai filantropi ?

Lo si sapeva fin dai tempi di Marx che vi sono lavori semplici e lavori complessi (oggettivamente quantificabili dai tempi di formazione), ma non erano contemplati i royal parassiti e le sottospecie di palazzo: cortigiani, buffoni, nani e ballerine.

In ogni caso nulla giustifica, se non una irrazionale violenza istituzionale, l'attuale metro meritocratico: "truffa, truffa, falsità", se non la funzionalità ad un potere altrettanto irrazionale e violento. In cui, non a caso, prospera cosi impunemente ogni forma di crimine organizzato. Illegale e legale.
Questo perchè scopo del liberismo è l'annullamento della morale socialista.

Ma a noi di quella morale va ascritto il dovere di una formulazione e di una educazione scientifico-sentimentale.
#1470
Citazione di: anthonyi il 07 Ottobre 2022, 09:18:26 AMUn equivalente che funziona però solo facendo valere il falso postulato o semplificazione accademica dell'omogeneita del lavoro. Omogeneità che non é vera perché tutti gli individui sono differenti.
Non solo, il "valore" di ogni lavoro dipende dal processo produttivo nel quale é inserito.
 Le banche del tempo funzionano solo per attività lavorative semplici, come i lavori domestici e i servizi non professionali alla persona.

Sono d'accordo, ma come già detto a Ipazia, se vale per il valore dell'oggetto, così vale per il valore del lavoro, non esiste alcun postulato, poichè il valore d'uso è mera astrazione.

Sta al socialismo, ai valori della fraternità decidere di volta in volta quale sia il valore condiviso o condivisibile, l'importante è la prospettiva.
Nascondersi dietro dogmatismi non ha alcun senso.