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Messaggi - green demetr

#1471
Praticamente i ricercatori hanno scoperto :)) che chi mangia le banane è felice.

Brava gente i sociologi.
#1472
Tematiche Filosofiche / Re: La realtà.
12 Giugno 2022, 15:47:00 PM
Il corpo caduto nel burrone cade, l'uomo si aggrappa allo sperone di qualche roccia.

Il corpo si riduce molto bene alla descrizione, l'uomo la combatte.

Siamo molto d'accordo.
#1473
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste il male assoluto?
12 Giugno 2022, 15:38:54 PM
Purtroppo il male assoluto esiste, in quanto ente come ogni buon ebreo sa.

Ma in un contesto filosofico come si colora questa sapienza?

Nella resistenza, che si fa comunità.

Quando l'uomo diventa macchina, come può convocare gli angeli?

E sopratutto quando l'uomo diventa macchina come può convocare la catena? invisa anche agli angeli!

L'uomo vive DENTRO il male assoluto, si conosce come MALE ASSOLUTO.

Così in DOSTOEVSKJI chiamato tra noi da morto fra i vivi, da VIVO tra i morti.

Non è una questione dell'ethos chiamata in causa da Ipazia nè della PHYSIS chiamata in causa da, per esempio, Alberto.

Per la filosofia il bene ed il male non esistono, se non come bene relativo o male relativo a qualcuno, qualcosa.

Qui non è un questione della storia e della psicologia come spesso richiamato da me.

E' qualcosa di immensamente più elevato.

E' l'afflato, è la forza, è l'amore.

Siamo ancora in gradi di evocarli? esiste ancora qualcosa che soffia dentro di noi?

E' questa l'etica definitiva ebraica: sei in grado di ascoltare DIO, o il male ti ha mangiato l'anima?

Finchè sei vivo, c'è speranza, quando muori, la speranza svanisce, ed entriamo nel mondo cosmologico della religioni. Che però in questa discussione non c'entrano più.
#1474
Citazione di: Alberto Knox il 11 Maggio 2022, 21:18:26 PMMa l'esistenza dello spirito è indispensabile o facoltativa ?

è questo l'ingenuo quesito? forse sì lo è inegenuo, ma solo perchè è ovvio che sia facoltativo , possiamo nutriere il corpo, nutrire i desideri del corpo e appagare anche quelli della mente. mente sana in corpo sano. Sottolineare i valori dello spirito non significa affatto sminuire i valori del corpo, certo che è importante nutrirsi , fare attività fisica , uno stile di vita salutare. E credo che si possa condurre così tutta la vita senza alcuna necessità di nutrire, o pensare al propio spirito, gli atei sono così, vivono lostesso e vivono anche bene dopo tutto no? allora perchè dovrebbe essere indispensabile coltivare, o meglio , nutrire , l'anima. A questo proposito però vorrei chiarire una cosa un volta per tutte, quando si dice spirito non si intende un altra spece di entità separata dall anima , o che risiede nell anima .quando si dice Spirito, si intende un salto di consapevolezza , è quando tu capisci che c'è una parte di te stesso che non coincide esattamente con il tuo io interiore. Ma una parte del tuo essere che è nascosto agli occhi dell io di superfice, quell io egocentrico che dice "io sono" "io voglio", io ,io... io ...è quella parte del tuo essere...che dice...natura. è quando tu scendi nella natura più profonda del tuo essere e capisci che la natura non è solo estensione, corpi celesti, mondi , cose, foreste di cui tu fai parte ...ma che è anche pensiero che precede le parole, è l'essere nascosto nel cuore, è la luce interiore dell uomo  dove quando tu giungi a quell'essere hai un esperienza spirituale e la tua stessa anima fa un salto di consapevolezza e diventa anima spirituale. Da li poi si procede col nutrimento per lo Spirito, per mantenere quella consapevolezza, perchè ti diventa cara, ci tieni , e se non lo fai senti l'arsura senti che ne hai bisogno , perchè è una parte di te che è importante almeno quanto la salute del corpo. Questo è lo spirito, significa trovare il divino che è dentro di noi che non è quel Dio seduto sul trono contornato dai sette cherubini, da un coro angelico e una schiera di altri ammiratori. Noi siamo figli della materia, non possiamo prescidere da questa dimensione materiale, non siamo fisica, natura fisica ma c'è un ulteriore aspetto della natura fisica che si chiama anima  che è infine una quantità di energia libera  che è la libertà  che ti può mettere in relazione al mondo ma anche in indipendenza e autonomia rispetto al mondo. Per cui non è indispensabile avere una spiritualità. Pur sapendo che nell ultimo giorno della tua vita quella libertà che ti permetteva di  relazionarti al mondo e in indipendeza autonoma rispetto al mondo cesserà, la logica che ti ha portato a esistere  nel mondo ti richiamerà a se stessa.
Quello che non capisco di queste posizioni ibride, ossia che in noi vi sia un anima, ma che di fatto siamo solo materia, è la relazione che intercorre tra questi due poli.
Molto spesso noto che l'anima sia solo un orpello decorativo e quello che conta sia solo il mondo materiale.

Ma è invece il contrario: noi moriamo, e con noi la nostra materia.

E dunque quell'afflato divino che i nostri tempi continuano a chiamare biologia, a cosa serve?
A ingannarci qualcuno dice, ma al fine di che? tanto noi moriamo.

E dunque quale è il fine di dirsi mortali?
Perchè il dire è sempre un fine, un mezzo.

Perchè non rimanere zitti e morire?

E' ovvio che non è così! non è mai stato così.

Come scrive Heidegger all'uscio della sua baita nella foresta: all'inizio è la folgore!

il resto è fuffa.
#1475
Citazione di: viator il 10 Maggio 2022, 11:33:43 AMSalve Green Demetr. Citandoti : "Qua ti risponde un vecchio: ma vedi se metti una domanda nel 3d, e poi invece fai capire che il concetto di spirito è, tue parole, "sfiancante" e, non si capisce bene perchè, "sfiancato", a me pare più che altro una affermazione che non voglia uscire dallo stato di ingnoranza profonda a cui tu stesso dici essere relegato.
Magari la prossima volta fai una domanda sincera, non trovi?".


Sfiancante e sfiancato trovo il modo in cui molti intervengono senza produrre neppure un briciolo di autonomia, creatività, indipendenza intellettuale.........barricandosi nell'analisi della eredità dei Maestri i quali - ovviamente - attraverso la stessa "storia della filosofia" hanno nel tempo sostenuto tutto ed il contrario di tutto.

Per quanto riguarda le mie domande, è perfettamente inutile farne la dietrologia. Basta rispondervi o non rispondervi. Pur essendo un ignorante, figurati se non immagino quale potrebbe essere la reazione di un Mastro Biblista ai miei ingenui quesiti. Saluti.



Ma io ti ho risposto amico mio!  ;)

Ovviamente per me lo spirito è fondamentale, e per intenderlo servono i maestri che ci sfiancano nella palestra del pensiero.

Posso capire il volersi svincolare da loro, ma credo che lo facciamo già, ogni qualvolta non andiamo in palestra.

La spiritualità è vita, alcuni maestri ci accompagnano, altri ci rallentano, altri ci dissuadono.
Siamo liberi di vivere la nostra spiritualità come vogliamo.
Detesto l'ubbidienza accademica.
Ma bisogna anche saper ascoltare, forse quelle verità che da soli senza bisogno di aiuti troviamo nel nostro mondo spirituale, possono anche arricchirsi, trovare nuove sfumature e nuove intrecci.
Quindi il mio consiglio è di ascoltare quel biblista (a me piace ascoltare i biblisti cristiani, anche se non sono d'accordo con loro, mi danno tanti spunti, e arricchiscono la mia spiritualità).
Ciao!





#1476
Citazione di: Alberto Knox il 10 Maggio 2022, 15:46:02 PMBhè per comprendere dall inizio bisogna ritornare al fondamento di Spinoza , dall esatto principio intellettuale/spirituale che lo ha portato a scrivere quello che ha scritto. E perchè le cose siano chiare fin da subito vorrei capire se pensate a Spinoza come eretico oppure ateo  oppure come ebbro di Dio, ubriaco di Dio come lo definirono 150 anni dopo. Cosa porta a pensare che considerare tutto come natura equivalga ad essere atei?
Se Dio veramente esiste che altro è se non a sua volta natura? tutto ovviamente sta a cosa si intende , con natura. Se essere atei significa negare il Dio antropomorfo di cui parla la Bibbia, un Dio che dicono non sia natura ma "sovra"natura.  Anche se nessuno di loro sa spiegare poi che cosa sia questa misteriosa sovranatura. Bhè se negare questo significa essere atei allora Spinoza era Ateo. Ma se essere atei significa ricondurre tutto a materia e ad assenza di pensiero, considerando il  pensiero come un mero epifenomeno della materia destinato a estinguersi  quando la materia si decompone e considerando quindi la vita senza senso allora Spinoza non era ateo. Infatti Spinoza sostiene queste due importanti verità: primo, la natura, ovvero la sostanza infinita che io chiamo sostanza e che chiamo anche Dio, oltre ad essere res extensa è anche res cogitans, oltre ad essere estensione...è anche pensiero. Secondo, la mente, la sede del nostro pensiero, la mente di ciascuno di noi in quanto partecipa di Dio che è eterno e che è pensiero, è eterna, e alla morte del corpo, non viene distrutta. Ho scritto , nella quinta parte della mia etica: "la mente umana non può essere assolutamente distrutta assieme al corpo, ma di essa, rimane qualcosa che è eterno". (Etica 5, 23).  é forse ateo perchè dice questo? è eretico?...a voi la risposta

Ammettiamo che quanto scritto sia stato scritto veramente da Spinoza-


La res cogitans che coincide di fatto con l'extensa partecipa dell'eterno, DUNQUE non è l'eterno.


Invece prima Spinoza (facendo finta che fosse lui) ha detto che la res cogitans è DIO.

Ma DIO non è invece forse l'eterno?

E DUNQUE il pensiero di Spinoza è contradditorio.


Il conatus è però forse meglio lo sforzo umano di stare dentro la res cogitans che coincide in parte, nella parte del qui e ora, con l'eterno.

Dunque noi ci sforziamo di essere eterni MA non lo siamo mai, è in questo che risiede la nostra libertà umana: nella resistenza.

Questa visione a me pare molto più atea che spirituale, e infatti si risolve in un discutere geometrico, matematico, come se noi fossimo oggetti!!

E se Spinoza davvero pensa che la res cogitans sia come la res estensa, allora che differenza c'è tra ateismo e spiritualismo?

Non mi sorpende affatto che la sua visione sia assolutamente atea.
Infatti per Spinoza noi siamo oggetti al massimo numeri.

L'esatto opposto all'insegnamento biblico (DIO NON ESISTE), e molto vicino a quello cristiano (DIO é UN OGGETTO DI NOME GESU), forse è per questo che Spinoza è così famoso.

Rimane il problema del vitalismo della mia prof, forse l'aspetto più interessante. Magari proseguendo, quando farà meno caldo.  :D
#1477
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
12 Giugno 2022, 14:15:42 PM
Citazione di: PhyroSphera il 12 Maggio 2022, 19:34:16 PMIo utilizzo il sistema filosofico di Schopenhauer a prescindere dalla persona dell'Autore, per le possibilità ulteriori che esso ha. Inutile dire che Schopenhauer non la pensava come me. In ogni caso la volontà di vita per Schopenhauer non è solamente ciò che crea il desiderio in più ma anche la radice dell'essere. Quanto a Dio, tu parti da presupposti panteistici che non sono pure i miei. Concordo con te però che la tematica sia simile a un rompicapo zen. Comunque esiste nel cristianesimo il concetto per così dire dell'autosvuotamento di Dio ovvero kenosys, non è una nozione settaria.

MAURO PASTORE
Non conosco la kenosys, comunque mi pare che l'idea di un Dio nascosto sia molto più fruttuosa di un Dio che si nega, o che si auto-esclude.
#1478
Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 13:01:38 PMMa come si fa a solidarizzare con la sinagoga -ottusa e mondana- che lo ha scomunicato e non con Spinoza stesso, basta confrontare il testo della scomunica con uno qualsiasi dei testi di Spinoza: parole di odio (la sinagoga), contro parole di amore (Spinoza).

Parole di odio, e scomunica, per un ebreo che non riconosceva il valore sapienziale, ma solo morale, della Bibbia, e per altro giungeva alle stesse o quasi conclusioni di molta teologia ebraica (soprattutto Maimmonidea), passando per vie di pensiero e premesse sue originali, e non pedissequamente bibliche.




Esatto Maimonide è l'unico a non capire che il Dio non è un ente, ma sappiamo tutti che lui era un aristotelico.

Senza il sapienziale, non vedo come vi possa essere amore.

A meno che stiamo parlando dell'amore dell'oggetto del feticcio, dell'ideologia, tutte cose che la sinagoga sa benissimo essere parte dell'idolatria.
Spinoza era un idolatra? Non saprei, ma il suo assunto di base è chiaramente anti-ebraico.
(questo non vuol dire che era anti-ebraico, ma almeno il sospetto mentre lo si legge si dovrebbe avere).
#1479
Per quanto riguarda Sini, noto ancora una volta che pur parlando come mangia, Daniel22 avuto una incredibile intuizione, riguardo al fatto che Sini, pur sembrando uno degli amici della metafisica hegeliana, è invece un nemico.
Il suo fermarsi politico, che egli si illude da attribuire al linguaggio, è invece proprio legato al sui fermarsi psicologico, pur continuando a sostenere che sia il nostro massimo filosofo (per via dei suoi contributi alle premesse della semiotica, che per me rimangono semiotica), ho notato con grande sofferenza che la sua prosa è piena di paura, di mancamenti di passaggi a vuoto, di inciampi.
Cosa che in un periodo oscuro come il nostro lo ha decisamente relegato in una posizione del tutto marginale.
Oggi Sini vale solo come un antico tempio di pensiero in attesa di essere arso con tutto il resto.

No! direi che il filosofico che sa di non poter che esser politico oggi trae la sua essenza dal politico.
Pensatori come Hegel e Heidegger, rimangono gli unici in grado di fornire un decisa contrapposizione all'ordine vigente della menzogna.

Devo ancora leggere gli ultimi due libri di Agamben (soprattutto) e di Esposito, che insieme all'ultima lectio magistralis di Cacciari alla Accademia Filosofica di Napoli, forniscono nella ontologia politica, il nuovo nucleo centrale di questa riflessione politica (che attinge dal filosofico), non a caso i massimi pensatori convergono sulle tematiche calde del nostro tempo. 
Sinceramente a naso, mi pare una resa delle armi rispetto appunto a quello che stiamo dicendo di Hegel.
Se infatti il politico si illude di essere un ontologico, allora i ministeri della verità si espanderanno in tutto l'occidente, portando nel baratro l'ultimo avamposto del pensiero critico (che è appunto la germania e l'italia e per certi versi la stessa america che sembra nel suo dissenso interno la più battagliera, sono ancora scettico sui contributi francesi, le altre nazioni non sono sufficientemente sponsorizzate dall'industria culturale, che sia chiaro è però il problema dentro il problema).
Naturalmente non avendoli letti i libri, e dovendo finire di ascoltare la lectio di Cacciari, forse si tratta di una preoccupazione senza fondamento vedremo (di certo Sini non conta più, lo dico con rammarico).

Come dire che la lettura di Hegel, per quanto possa sembrare remota, è invece attualissima, perchè ci dà l'humus da cui poi partire col pensiero dissenziente ossia semplicemente critico (anche se giammai dissidente, per quello servono grandi cambiamenti sociali, e quelli in atto sono nella direzione opposta, capisco dunque che nessuno vuole raggiungere certi punti di vista opposti e forse pericolosamente opposti, capisco ma non approvo, anzi mi incazzo proprio ;) ).
#1480
Citazione di: daniele22 il 10 Maggio 2022, 09:22:54 AM
Ciao Green, partiamo dai fondamentali, dato che i linguaggi tecnici hanno generato molta confusione. Io parlo come mangio, linguaggio del popolo. La nascita di un bambino è un evento e la sensazione è un evento. Hai in un certo senso ragione ... la sensazione non la vede nessuno se non chi la prova. Perché dunque io la considero un evento? Essenzialmente perché la considero qualcosa (fenomeno? evento? fatto? manifestazione interiore? non sento la necessità di ingabbiare) che incide sul divenire del mondo. A mio giudizio sarebbe addirittura fondante rispetto al mondo in divenire, ma questa cosa non viene evidentemente accettata, detenendo a tutt'oggi la ragione tale primato. Resta pertanto la mia nulla più che una doxa che si oppone ad una certa visione.
I dati sensibili. Se fosse vero che il tempo tuo personale è determinato dagli ordini di attenzione che tu tieni a mente fin che ti muovi nel tuo quotidiano vivere, è altrettanto vero che tali ordini di attenzione non sono tutti permanenti ... esempio: "Non uccidere" è un ordine di attenzione permanente stabilito da una determinata norma giuridica ... a te è dato di assecondarla oppure no. "Lavarsi i denti" può costituire un altro ordine di attenzione ... permanente o effimero? Pure a questo ti è dato di seguirlo oppure no. Un discorso sarebbe pure lui un ordine di attenzione ... effimero o permanente?, e pure in relazione a questo ti è data la possibilità di assecondarlo oppure no. Ma il discorso rientra senz'altro nei campi di ciò che è percepibile dai sensi e non vedo come si possa mettere in dubbio questa cosa.
Non vedo pertanto alcun motivo legittimo per cui si debba escludere l'esternazione linguistica dai campi della ricerca filosofica escludendola dal fenomeno ... se vuoi pure dall'evento ...  "momento in cui si manifesta pubblicamente". Scrivendo questo post sto compiendo di fatto tale "momento" ponendoti un ordine di attenzione ... e nel frattempo ti chiedo: si tratta di dialettica o di fuffa?
Ho visto che citi Sini. Per quel che mi riguarda Sini è un ottimo pensatore, ma si è fermato ad un certo punto. E lo dice pure. E mette in evidenza questo fatto ... Nelle sue lezioni reperibili su you tube, ora non ricordo se fosse quella su Derrida oppure quella sulla Lebenswelt egli dice che la filosofia ha in un certo senso risolto la sua domanda, ma al tempo stesso mette in evidenza che una domanda sia rimasta comunque in sospeso, sottolineando pure che sarebbe la più importante. A tal proposito si scusa dicendo ... "Cos'è che ci è sfuggito?". La domanda riguarda naturalmente il linguaggio e Sini offre pure un'ipotetica via per risolvere tale domanda ... che sarebbe secondo lui da ricercarsi nei meandri della psicologia. Non posso altro che confermare che la sua "sensazione" fosse corretta, ma attendo ora una risposta da te ... non preoccuparti che rivarem a baita. L'hai letto "l'amante dell'orsa maggiore"? Quella di arrivare a baita era una delle preoccupazioni particolari di uno tra i personaggi delle avventure di una banda di contrabbandieri


"Nei meandri della psicologia"...è vero piuttosto il contrario, chi non ragiona sulla psicologia cade nei meandri del linguaggio.

Ma un passo per volta, in Hegel il dato sensibile non è "relativo", una mela è sempre una mela, non diventa una pera, ma lo è rispetto ad un soggetto.

Tu menzioni l'attenzione, ma questa attenzione avviene detro un tempo, e il tempo da husserl in poi è psicologia dell'oggetto.

Ovvero un ulteriore approfondimento rispetto ad Hegel che invece lascia cadere questo assunto.

Ma sul fatto che sia il tempo a determinare le visioni del tempo non vi è dubbio (non è su questo che dissentiamo).

Dunque la polemica (mia ed hegeliana come ci siamo trovati a rimanere bloccati rispetto alla introduzione hegeliana) è piuttosto sulla correlazione.

La mela è sempre dentro una relazione con te che la vedi e la riconosci come tale.
Dunque nel concetto di mela ci DEVE essere anche il concetto dell'osservatore e del conoscitore.
Lasciare andare uno dei due capi, significa avere una visione del mondo diversa da Hegel.
Ma come dicevo a Niko, una visione che conteggi solo la mela, non conteggia il fatto che il linguaggio della mela è di tipo universale, atemporale, e dunque facilmente catturabile dalla menzogna della politica.
Ragionare sul tempo catturato dalla menzogna della politica, diventa un esercizio, a mio avviso sterile, non mi è mai interessato a livello filosofico, ma solo politico (ovviamente in polemica con esso) ma appunto questo discussione è filosofica.

Questa è la risposta personale. 8)

Apro qui sotto una considerazione generale che stia sul pezzo coi tempi, non necessariamente riferita a te


#1481


Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 02:51:15 AMIo non mi oppongo, alla visione relativa del mondo, anche se preferisco una visione prospettica, piuttosto che relativa, del mondo.

Io faccio una metafora di appartenenza e composizione semplice, apposta, provocatoriamente, per indicare una appartenenza e una composizione non semplice, tale per cui ci possono essere varie opinioni in merito, e per indicare come mi schiero io in riguardo alla questione:

secondo me, il soggetto sta nel mondo, come una mela sta, su un tavolo.

Puoi capire perché la visione che ne risulta è prospettica, piuttosto che relativa.

La parte di mondo che noi conosciamo, è la parte di mondo che siamo, con cui ci sovrapponiamo, come una cornice che, cadendo su un quadro molto più grande di essa, ne va ad evidenziare una parte.

Il soggetto è dunque un essere, non un avere, ma un essere figurale: il soggetto è parte e frammento di mondo, non ultramondano, per me.

Quindi piuttosto che un grande mondo sconosciuto, mi immagino un grande mondo di cui si conosce minima ed infima parte.

Ma parte importante per noi. Che quella parte siamo, e non solo conosciamo.


Il problema in Hegel è il soggetto, evidentemente dunque non tu non sei all'altezza del suo pensiero.
Non si tratta di essere superiori o meno.

Infatti tu dai per scontato che il soggetto sia nel mondo come una mela sta nel mondo.

A latere di questa tua visione la politica non è un problema psicologico, e non  vi è una una riflessione sulle menzogne della politica, infatti come insiste la propaganda di questi tempi (ministero della verità in america), esistono solo fatti e nessuna interpretazione (casomai bandita).

Una mela non può mai essere una pera giusto? In quel mai vi sono tutti i problemi dell'universalità, che pretende una mela laddove vi è proprio una pera, solo che non è davanti ai tuoi occhi.

Il prospettivismo che adotti è così facilmente catturato dalla menzogna.

Invece una dimensione psicologica, del perchè tu pensi che una mela sia una mela, è la questione della filosofia del '900 da Husserl in poi.

Non è questione di superiorità, è una questione di visioni del mondo (che io chiamo all'altezza di un tale filosofo, o di un altro).

Le nostre divergono, ma non si può dire che la tua sia minimamente avvicinabile a quella di Hegel.

Dunque devi fare uno sforzo tu e chiunque altro entri nel mondo della filosofia, di prendere il punto di vista che non sia il proprio.

Senza questo esercizio non si va da nessuna parte.

Infatti puoi polemizzare ma in maniera educata, e provando a dire quale sia il problema di partire da una visione relativa piuttosto che prospettica.


#1482
Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 02:09:25 AMIl capolavoro della spocchia, ma ti leggi, prima di inviare?

O sei diventato cieco pure in questo senso?

E io che perdo pure tempo a parlarci, con uno che si sente superiore a tutti, e a ripetere qualche concetto al solo scopo di essere capito...

per tua norma e regola, io di solito, quando parlo intendo quello che intendo, non ho chissà quali sottintesi o allusioni, quindi se scrivo:


"Non vedo minimamente l'utilità concettuale di un tutto non indagabile, non supererebbe il rasoio di Occam; ok ci potrebbe anche ben essere un tutto non indagabile, eliminiamo l'ipotesi, e... non cambia niente! Sempre all'interno di un tutto di cui almeno una parte è indagabile, ci ritroviamo"



puoi considerare altamente probabile, se non quasi certo, che sto rispondendo a te, non ad Hegel attraverso l'abisso dei secoli, che io non faccio le sedute spiritiche, quindi sei tu, semmai, che devi argomentare a favore dell'utilità della postulazione di un tutto inconoscibile, argomentare per la tua tesi, o, cosa altrettanto perfettamente legittima, soprassedere e ignorare, ma avere reazioni scomposte e non argomentate da complesso di superiorità con l'interlocutore ti rende solo ridicolo...

e se scrivo:



"Quando parlavo di corrispondenza tra interpersonale ed intrapsichico, intendevo che faccio mia la tendenza, che già fu  platonica, a politicizzare l'anima, e, per opposto complementare, a psicologizzare la città.

Le componenti animiche di un dialogo o di un conflitto intrapsichico sono anche politiche, sono anche componenti politiche, e le componenti sociali di una città sono anche animiche."

Al posto della città, potrei intendere anche la natura, che dall'uomo è tendenzialmente vissuta come una "prima", primaria e primeva città da abitare, e non come un assolutamente altro"



Magari voglio solo riprendere brevemente un mio concetto già detto prima al solo scopo di farmi comprendere e non essere oscuro.

Su cosa, di grazia, trasecoli?

E' chiaro che io non mi interesso dell'assolutamente altro (la natura secondo me è plurima ma composta da enti tutti relazionabili tra di loro, nessuno "assolutamente altro" e non c'è niente, al di fuori della natura) del concetto di un pensiero che non derivi dalla natura (da dove altro mai dovrebbe derivare ?!), della questione del soggetto come disappartenenza al mondo come totalità. Il soggetto secondo me sta nel mondo, per provocare i metafisici della domenica potrei dire che ci "sta", nel mondo, come una mela sta su un tavolo.

In tutto questo ho diritto alle mie opinioni e non voglio sulla mia strada maestrini del grado adulto della filosofia che insinuano che io sarei il bambino, né tantomeno rivoluzionari pseudointellettuali da poltrona che credono che il loro punticino di visita metafisico ed hegeliano li renda chissà come politicamente coscienti, e socialmente liberi, in confronto al sottoscritto.

Tranquillo, nessuno di assennato ti vuole raggiungere, perché tra gli assennati non sei e non sei stato di esempio per nessuno, quanto meno come tracotanza e immodestia.

Ma guarda un po'.





Ma non voleva essere un attacco personale, il mio intervento idealmente sarebbe dovuto essere diviso in 2, la prima parte quella a cui ti rispondevo, e la seconda quella in cui opino che, non la tua, ma in generale, quelle opinioni secondo cui, similarmente alla tua, si oppongono alla visione relativa del mondo.
Che succede non si possono più avere opinioni generali senza scaldare gli animi?

Ti ripeto se tu dici che qualcosa del tutto si conosce come qualcosa, cosa c'entra il tutto? e infatti tu dici che la mela è sul tavolo....e allora?  8)
La tua non è un argomentazione è una semplice frase... non dà adito ad ulteriori risposte, è sconnessa.
Per questo faccio seguire una seconda parte, che non è indirizzata a te, ma ad un modo simile di procedere, ossia dicendo frasi senza contesto.
Inoltre cosa c'entra la politica dell'anima (?) con la mela che sta sul tavolo...faccio veramente fatica. ???
Quindi non capisco se sto facendo un errore come nella discussione su Dio, in cui non ti ho dato una risposta soddisfacente, oppure questa volta sei tu che non mi riesci a far capire bene cosa intendi.
#1483
Per leggere in maniera comprensiva l'etica bisogna partire dall'inizio e non dal capitolo 2.

Spinoza non è un mio autore, ma certamente la sua filosofia viene utilizzata proficuamente per andare contro il nichilismo.

Come al solito ne lessi solo i primi capitoli, caso vuole proprio in concomitanza con i miei studi sul giudaismo (quelli preparatori).

In effetti la filosofia spinoziana non è una risposta al nichilismo è invece il risultato di un capriccio contro la propria comunità, che lo ha giustamente buttato fuori dalla sinagoga (Spinoza è ebreo).

Leggere Spinoza senza capire il suo complesso edipico (grosso come una casa e ovviamente da nessuno indagato, per via del fatto che siamo dentro l'incubo cristiano) è un  grosso problema.

Anzitutto Spinoza va letto, sia chiaro, perchè la sua visione è una visione moderna.
Naturalmente in lui non vi è il problema del soggetto (kant e cartesio è lì dal venire).
La sua modernità è del livello di heidegger, quindi un livello molto alto.
Infatti non il soggetto ma il pensiero in sè è il vero oggetto dell'indagine more geometrico fatta da Spinoza.

Cosa mi interessa: esattamente come per Sini, a me interessa il concetto di conatus.
Cosa non mi interessa: la sua presunta ontologia (ma come già detto prima l'ontologia è solo lo sfondo su cui avviene il dramma della filosofia Spinoziana. come ben ha capito, ovviamente Sini, che per inciso non c'entra niente con il marxismo, essendo la sua indagine sulla semiologia, ossia sulla costruzione dei discorsi, e non sulle analisi economico-storiche effettuate da Marx, i 2 non c'azzeccano niente).

La costruzione del discorso è mi par di ricordare proprio l'ouverture di sconfinata complicazione Spinoziana, dell'inizio dell'etica, che qui abbiamo allegramente saltato).

Come dice Sini, poco ci importa di quali e quanti siano gli attributi della forma spinoziana.
Sappiamo solo che per Spinoza la forma è la forma ontologia di Dio in nuce.
Ma l'avevano già detto Aristotele e Tommaso d'Aquino.
La natura naturans è la potenza e la natura naturata è l'atto di aquiniana memoria.
La differenza con tommaso, è naturalmente legata, che il Dio aquinate è metafisico, quindi inintelligibile (come forma), mentre per Spinoza è conoscibile in quanto natura.

Ma la vicinanza tra il metafisico e l'ontologico ritorna a posteriori, laddove entrambi pensano che (Dio) sia intellegibile a livello intellettuale.

Su questo sfondo di difficile comprensione per noi contemporanei che confondiamo la forma con la sostanza (oggettuale scientifica) Sini arriva a mostrarci la dimensione positiva del conatus, in cui appunto l'uomo è costretto a essere libero, contributo anti-nichilistico per eccellenza, e da molti usato (a sproposito ovviamente) per incensare Spinoza.

Per uno studio comprensivo io consiglio di ripartire dall'inizio dove la differenza tra forma e oggi diremmo forma dell'oggetti è chiarificata, e per cui probabilmente perderemo tante persone per strada.
Purtroppo Spinoza non rientra nella mia biblioteca standard, preferisco Bruno, a cui (non so in base a che) la mia prof di filosofia associa Spinoza.
La mia prof. sosteneva esservi un filone vitalista che congiungeva le 3 figure fondamentalo di Cusano-Bruno-Spinoza, lei li leggeva assieme.
Naturalmente non so se lei ci vedeva una risposta al nichilismo contemporaneo, in fin dei conti eravamo semplici e sciocchi liceali.
#1484
Tematiche Spirituali / Re: OLTRE SCHOPENHAUER
10 Maggio 2022, 01:31:59 AM
Citazione di: PhyroSphera il 01 Maggio 2022, 19:22:02 PMA vostro avviso l'ateismo di Schopenhauer era tale per esclusione o per negazione? In altri termini: Dio è escluso dal suo personale sistema o ne è negato?

Dopo tanto riflettere, io penso che Dio sia un riferimento occulto anzi occultato della schopenhaueriana 'Volontà di vita'. Penso cioè che Schopenhauer si fosse trovato ad aver a che fare con "Dio" però che non lo avesse identificato per tale ma solo individuato, proprio nella Volontà di vita.
È palese l'occultamento nel considerare tutto sotto la specie di atto di volontà anche il regno minerale ma di non considerare un altro volente distinto dal mondo: per quanto si adotti una concezione panpsichista della realtà resta infatti impensabile un volere in relazione all'esistere di un sasso senza pensare a una volontà creatrice divina.

Dato che la strategia evitativa di Schopenhauer è piuttosto evidente, si può convertire il suo sistema in religioso e in verità egli stesso ne avallò infine. Resta valida la critica di Schopenhauer se rivolta a quelle concezioni ingenuamente ottimiste di Dio e del mondo ma resta che le sue osservazioni a riguardo mancano delle dovute specificazioni. Troppo coinvolgente e indistintamente il suo terribile acume... Io penso che ciò accadesse perché elaborava il suo sistema in un periodo di crisi della religione in Europa ed in particolare in Germania.
Si tratta di capire che la cultura dei suoi tempi e luoghi gli forniva una idea falsa di Dio e una concezione insostenibile del mondo, le quali egli, anziché sostituire da sùbito, si impegnava prima a combattere solo poi a superare e senza riguardo per i credenti già fuori dall'illusione ch'egli additava. Ne fece le spese anche la Critica della ragion pratica di Kant, che per quanto estraniata fosse nelle espressioni era ciononostante valida quanto la precedente alla ragion pura.


MAURO PASTORE


Intendi dire che la volontà di vita (voluntas) è un dettame divino?

Può essere una tua interpretazione, ma perchè collegarla con Schopenauer che parla di altro.

La volontà di vita per Schopenauer è una falsa volontà, infatti il mondo che immagina è preso a prestito dalle upanishad vediche dell'India.

Se tutto il mondo è illusione (ossia rappresentazione) il voler qualcosa è volere qualcosa dell'illusione, è quindi contrario al volere assoluto (che secondo Schopenauer determina l'io, non Dio, per essere sinceri, quindi la tua supposizione è errata, ma possiamo più tardi riprenderla).
La risposta Schopenaueriana è dunque la rinuncia attiva (noluntas), ripresa poi da Nietzche nella cupio dissolvi.

Interessante la tua visione comunque di un Dio che si autoesclude da se stesso, essendo Dio il Tutto.
E dunque la volontà di vita, essendo la volontà di Dio dentro l'uomo.
Penso che questa tematica sia molto simile ad un rompicapo zen.
E sebbene sia adottata dalla gnosi, la considero addirittura pericolosa, perchè l'atto dell'esclusione non è mai divino bensì umano.
(e chi decide dell'esclusione se non le solite sette? (su un supposto ordine divino, che guarda caso riguarda sempre gli uomini! uno strano Dio invero! si dimette da se stesso per pensare agli uomini?????)
Schopenauer vede molto più chiaramente, in questa tematica spirituale.

#1485
Citazione di: viator il 01 Maggio 2022, 22:40:21 PMSalve, Oltre ad essere profondamente ignorante, io risulterei (voi direte : incredidibile ma vero !) anche abbastanza timido, nel senso che - ben conscio della mia ignorante profanità circa simili argomenti, nutro del rispetto, della riverenza intellettuale circa le prospettive spirituali esaminate in chiave filosofica.


E' per questa ragione che mi risolvo a chiedere a qualcuno dei nuovi amici che recentemente han preso d'assalto i misteri della metafisica (I vecchi amici del Forum non si offendano, ma fino a circa l'inizio dell'anno corrente il forum pareva un luogo per merenda scolastiche, mentre adesso sì che la genialità filosofica creativa sta facendosi largo a spallate !)...........mi risolvo a chiedere di veder affrontato in modo risolutivo un simile dilemma.


Ma insomma........un mondo privo di spirito, privo di interminabili discussioni circa la imprescindibilitità di esso, privo di tantissimi filosofi nullafacenti e troppoparlanti, privo sia di bene che di male................ricco solo di sentimenti personali silenziosi, di pale e picconi, di collaborazione materiale........sarebbe secondo voi un mondo più o meno fertile di un mondo fondato su di ormai ultramillenari "giri delfumo" consistenti nel citare continuamente concetti altrui ormai completamente sfiancati e sfiancanti ?. saluti.

Ma a quali nuovi utenti ti riferisci? ah ah

Qua ti risponde un vecchio: ma vedi se metti una domanda nel 3d, e poi invece fai capire che il concetto di spirito è, tue parole, "sfiancante" e, non si capisce bene perchè, "sfiancato", a me pare più che altro una affermazione che non voglia uscire dallo stato di ingnoranza profonda a cui tu stesso dici essere relegato.
Magari la prossima volta fai una domanda sincera, non trovi?