Praticamente i ricercatori hanno scoperto
che chi mangia le banane è felice.
Brava gente i sociologi.

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Mostra messaggi MenuCitazione di: Alberto Knox il 11 Maggio 2022, 21:18:26 PMMa l'esistenza dello spirito è indispensabile o facoltativa ?Quello che non capisco di queste posizioni ibride, ossia che in noi vi sia un anima, ma che di fatto siamo solo materia, è la relazione che intercorre tra questi due poli.
è questo l'ingenuo quesito? forse sì lo è inegenuo, ma solo perchè è ovvio che sia facoltativo , possiamo nutriere il corpo, nutrire i desideri del corpo e appagare anche quelli della mente. mente sana in corpo sano. Sottolineare i valori dello spirito non significa affatto sminuire i valori del corpo, certo che è importante nutrirsi , fare attività fisica , uno stile di vita salutare. E credo che si possa condurre così tutta la vita senza alcuna necessità di nutrire, o pensare al propio spirito, gli atei sono così, vivono lostesso e vivono anche bene dopo tutto no? allora perchè dovrebbe essere indispensabile coltivare, o meglio , nutrire , l'anima. A questo proposito però vorrei chiarire una cosa un volta per tutte, quando si dice spirito non si intende un altra spece di entità separata dall anima , o che risiede nell anima .quando si dice Spirito, si intende un salto di consapevolezza , è quando tu capisci che c'è una parte di te stesso che non coincide esattamente con il tuo io interiore. Ma una parte del tuo essere che è nascosto agli occhi dell io di superfice, quell io egocentrico che dice "io sono" "io voglio", io ,io... io ...è quella parte del tuo essere...che dice...natura. è quando tu scendi nella natura più profonda del tuo essere e capisci che la natura non è solo estensione, corpi celesti, mondi , cose, foreste di cui tu fai parte ...ma che è anche pensiero che precede le parole, è l'essere nascosto nel cuore, è la luce interiore dell uomo dove quando tu giungi a quell'essere hai un esperienza spirituale e la tua stessa anima fa un salto di consapevolezza e diventa anima spirituale. Da li poi si procede col nutrimento per lo Spirito, per mantenere quella consapevolezza, perchè ti diventa cara, ci tieni , e se non lo fai senti l'arsura senti che ne hai bisogno , perchè è una parte di te che è importante almeno quanto la salute del corpo. Questo è lo spirito, significa trovare il divino che è dentro di noi che non è quel Dio seduto sul trono contornato dai sette cherubini, da un coro angelico e una schiera di altri ammiratori. Noi siamo figli della materia, non possiamo prescidere da questa dimensione materiale, non siamo fisica, natura fisica ma c'è un ulteriore aspetto della natura fisica che si chiama anima che è infine una quantità di energia libera che è la libertà che ti può mettere in relazione al mondo ma anche in indipendenza e autonomia rispetto al mondo. Per cui non è indispensabile avere una spiritualità. Pur sapendo che nell ultimo giorno della tua vita quella libertà che ti permetteva di relazionarti al mondo e in indipendeza autonoma rispetto al mondo cesserà, la logica che ti ha portato a esistere nel mondo ti richiamerà a se stessa.
Citazione di: viator il 10 Maggio 2022, 11:33:43 AMSalve Green Demetr. Citandoti : "Qua ti risponde un vecchio: ma vedi se metti una domanda nel 3d, e poi invece fai capire che il concetto di spirito è, tue parole, "sfiancante" e, non si capisce bene perchè, "sfiancato", a me pare più che altro una affermazione che non voglia uscire dallo stato di ingnoranza profonda a cui tu stesso dici essere relegato.
Magari la prossima volta fai una domanda sincera, non trovi?".
Sfiancante e sfiancato trovo il modo in cui molti intervengono senza produrre neppure un briciolo di autonomia, creatività, indipendenza intellettuale.........barricandosi nell'analisi della eredità dei Maestri i quali - ovviamente - attraverso la stessa "storia della filosofia" hanno nel tempo sostenuto tutto ed il contrario di tutto.
Per quanto riguarda le mie domande, è perfettamente inutile farne la dietrologia. Basta rispondervi o non rispondervi. Pur essendo un ignorante, figurati se non immagino quale potrebbe essere la reazione di un Mastro Biblista ai miei ingenui quesiti. Saluti.
Citazione di: Alberto Knox il 10 Maggio 2022, 15:46:02 PMBhè per comprendere dall inizio bisogna ritornare al fondamento di Spinoza , dall esatto principio intellettuale/spirituale che lo ha portato a scrivere quello che ha scritto. E perchè le cose siano chiare fin da subito vorrei capire se pensate a Spinoza come eretico oppure ateo oppure come ebbro di Dio, ubriaco di Dio come lo definirono 150 anni dopo. Cosa porta a pensare che considerare tutto come natura equivalga ad essere atei?
Se Dio veramente esiste che altro è se non a sua volta natura? tutto ovviamente sta a cosa si intende , con natura. Se essere atei significa negare il Dio antropomorfo di cui parla la Bibbia, un Dio che dicono non sia natura ma "sovra"natura. Anche se nessuno di loro sa spiegare poi che cosa sia questa misteriosa sovranatura. Bhè se negare questo significa essere atei allora Spinoza era Ateo. Ma se essere atei significa ricondurre tutto a materia e ad assenza di pensiero, considerando il pensiero come un mero epifenomeno della materia destinato a estinguersi quando la materia si decompone e considerando quindi la vita senza senso allora Spinoza non era ateo. Infatti Spinoza sostiene queste due importanti verità: primo, la natura, ovvero la sostanza infinita che io chiamo sostanza e che chiamo anche Dio, oltre ad essere res extensa è anche res cogitans, oltre ad essere estensione...è anche pensiero. Secondo, la mente, la sede del nostro pensiero, la mente di ciascuno di noi in quanto partecipa di Dio che è eterno e che è pensiero, è eterna, e alla morte del corpo, non viene distrutta. Ho scritto , nella quinta parte della mia etica: "la mente umana non può essere assolutamente distrutta assieme al corpo, ma di essa, rimane qualcosa che è eterno". (Etica 5, 23). é forse ateo perchè dice questo? è eretico?...a voi la risposta
Citazione di: PhyroSphera il 12 Maggio 2022, 19:34:16 PMIo utilizzo il sistema filosofico di Schopenhauer a prescindere dalla persona dell'Autore, per le possibilità ulteriori che esso ha. Inutile dire che Schopenhauer non la pensava come me. In ogni caso la volontà di vita per Schopenhauer non è solamente ciò che crea il desiderio in più ma anche la radice dell'essere. Quanto a Dio, tu parti da presupposti panteistici che non sono pure i miei. Concordo con te però che la tematica sia simile a un rompicapo zen. Comunque esiste nel cristianesimo il concetto per così dire dell'autosvuotamento di Dio ovvero kenosys, non è una nozione settaria.Non conosco la kenosys, comunque mi pare che l'idea di un Dio nascosto sia molto più fruttuosa di un Dio che si nega, o che si auto-esclude.
MAURO PASTORE
Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 13:01:38 PMMa come si fa a solidarizzare con la sinagoga -ottusa e mondana- che lo ha scomunicato e non con Spinoza stesso, basta confrontare il testo della scomunica con uno qualsiasi dei testi di Spinoza: parole di odio (la sinagoga), contro parole di amore (Spinoza).Esatto Maimonide è l'unico a non capire che il Dio non è un ente, ma sappiamo tutti che lui era un aristotelico.
Parole di odio, e scomunica, per un ebreo che non riconosceva il valore sapienziale, ma solo morale, della Bibbia, e per altro giungeva alle stesse o quasi conclusioni di molta teologia ebraica (soprattutto Maimmonidea), passando per vie di pensiero e premesse sue originali, e non pedissequamente bibliche.
Citazione di: daniele22 il 10 Maggio 2022, 09:22:54 AMCiao Green, partiamo dai fondamentali, dato che i linguaggi tecnici hanno generato molta confusione. Io parlo come mangio, linguaggio del popolo. La nascita di un bambino è un evento e la sensazione è un evento. Hai in un certo senso ragione ... la sensazione non la vede nessuno se non chi la prova. Perché dunque io la considero un evento? Essenzialmente perché la considero qualcosa (fenomeno? evento? fatto? manifestazione interiore? non sento la necessità di ingabbiare) che incide sul divenire del mondo. A mio giudizio sarebbe addirittura fondante rispetto al mondo in divenire, ma questa cosa non viene evidentemente accettata, detenendo a tutt'oggi la ragione tale primato. Resta pertanto la mia nulla più che una doxa che si oppone ad una certa visione.I dati sensibili. Se fosse vero che il tempo tuo personale è determinato dagli ordini di attenzione che tu tieni a mente fin che ti muovi nel tuo quotidiano vivere, è altrettanto vero che tali ordini di attenzione non sono tutti permanenti ... esempio: "Non uccidere" è un ordine di attenzione permanente stabilito da una determinata norma giuridica ... a te è dato di assecondarla oppure no. "Lavarsi i denti" può costituire un altro ordine di attenzione ... permanente o effimero? Pure a questo ti è dato di seguirlo oppure no. Un discorso sarebbe pure lui un ordine di attenzione ... effimero o permanente?, e pure in relazione a questo ti è data la possibilità di assecondarlo oppure no. Ma il discorso rientra senz'altro nei campi di ciò che è percepibile dai sensi e non vedo come si possa mettere in dubbio questa cosa.Non vedo pertanto alcun motivo legittimo per cui si debba escludere l'esternazione linguistica dai campi della ricerca filosofica escludendola dal fenomeno ... se vuoi pure dall'evento ... "momento in cui si manifesta pubblicamente". Scrivendo questo post sto compiendo di fatto tale "momento" ponendoti un ordine di attenzione ... e nel frattempo ti chiedo: si tratta di dialettica o di fuffa?Ho visto che citi Sini. Per quel che mi riguarda Sini è un ottimo pensatore, ma si è fermato ad un certo punto. E lo dice pure. E mette in evidenza questo fatto ... Nelle sue lezioni reperibili su you tube, ora non ricordo se fosse quella su Derrida oppure quella sulla Lebenswelt egli dice che la filosofia ha in un certo senso risolto la sua domanda, ma al tempo stesso mette in evidenza che una domanda sia rimasta comunque in sospeso, sottolineando pure che sarebbe la più importante. A tal proposito si scusa dicendo ... "Cos'è che ci è sfuggito?". La domanda riguarda naturalmente il linguaggio e Sini offre pure un'ipotetica via per risolvere tale domanda ... che sarebbe secondo lui da ricercarsi nei meandri della psicologia. Non posso altro che confermare che la sua "sensazione" fosse corretta, ma attendo ora una risposta da te ... non preoccuparti che rivarem a baita. L'hai letto "l'amante dell'orsa maggiore"? Quella di arrivare a baita era una delle preoccupazioni particolari di uno tra i personaggi delle avventure di una banda di contrabbandieri
Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 02:51:15 AMIo non mi oppongo, alla visione relativa del mondo, anche se preferisco una visione prospettica, piuttosto che relativa, del mondo.
Io faccio una metafora di appartenenza e composizione semplice, apposta, provocatoriamente, per indicare una appartenenza e una composizione non semplice, tale per cui ci possono essere varie opinioni in merito, e per indicare come mi schiero io in riguardo alla questione:
secondo me, il soggetto sta nel mondo, come una mela sta, su un tavolo.
Puoi capire perché la visione che ne risulta è prospettica, piuttosto che relativa.
La parte di mondo che noi conosciamo, è la parte di mondo che siamo, con cui ci sovrapponiamo, come una cornice che, cadendo su un quadro molto più grande di essa, ne va ad evidenziare una parte.
Il soggetto è dunque un essere, non un avere, ma un essere figurale: il soggetto è parte e frammento di mondo, non ultramondano, per me.
Quindi piuttosto che un grande mondo sconosciuto, mi immagino un grande mondo di cui si conosce minima ed infima parte.
Ma parte importante per noi. Che quella parte siamo, e non solo conosciamo.
Citazione di: niko il 10 Maggio 2022, 02:09:25 AMIl capolavoro della spocchia, ma ti leggi, prima di inviare?
O sei diventato cieco pure in questo senso?
E io che perdo pure tempo a parlarci, con uno che si sente superiore a tutti, e a ripetere qualche concetto al solo scopo di essere capito...
per tua norma e regola, io di solito, quando parlo intendo quello che intendo, non ho chissà quali sottintesi o allusioni, quindi se scrivo:
"Non vedo minimamente l'utilità concettuale di un tutto non indagabile, non supererebbe il rasoio di Occam; ok ci potrebbe anche ben essere un tutto non indagabile, eliminiamo l'ipotesi, e... non cambia niente! Sempre all'interno di un tutto di cui almeno una parte è indagabile, ci ritroviamo"
puoi considerare altamente probabile, se non quasi certo, che sto rispondendo a te, non ad Hegel attraverso l'abisso dei secoli, che io non faccio le sedute spiritiche, quindi sei tu, semmai, che devi argomentare a favore dell'utilità della postulazione di un tutto inconoscibile, argomentare per la tua tesi, o, cosa altrettanto perfettamente legittima, soprassedere e ignorare, ma avere reazioni scomposte e non argomentate da complesso di superiorità con l'interlocutore ti rende solo ridicolo...
e se scrivo:
"Quando parlavo di corrispondenza tra interpersonale ed intrapsichico, intendevo che faccio mia la tendenza, che già fu platonica, a politicizzare l'anima, e, per opposto complementare, a psicologizzare la città.
Le componenti animiche di un dialogo o di un conflitto intrapsichico sono anche politiche, sono anche componenti politiche, e le componenti sociali di una città sono anche animiche."
Al posto della città, potrei intendere anche la natura, che dall'uomo è tendenzialmente vissuta come una "prima", primaria e primeva città da abitare, e non come un assolutamente altro"
Magari voglio solo riprendere brevemente un mio concetto già detto prima al solo scopo di farmi comprendere e non essere oscuro.
Su cosa, di grazia, trasecoli?
E' chiaro che io non mi interesso dell'assolutamente altro (la natura secondo me è plurima ma composta da enti tutti relazionabili tra di loro, nessuno "assolutamente altro" e non c'è niente, al di fuori della natura) del concetto di un pensiero che non derivi dalla natura (da dove altro mai dovrebbe derivare ?!), della questione del soggetto come disappartenenza al mondo come totalità. Il soggetto secondo me sta nel mondo, per provocare i metafisici della domenica potrei dire che ci "sta", nel mondo, come una mela sta su un tavolo.
In tutto questo ho diritto alle mie opinioni e non voglio sulla mia strada maestrini del grado adulto della filosofia che insinuano che io sarei il bambino, né tantomeno rivoluzionari pseudointellettuali da poltrona che credono che il loro punticino di visita metafisico ed hegeliano li renda chissà come politicamente coscienti, e socialmente liberi, in confronto al sottoscritto.
Tranquillo, nessuno di assennato ti vuole raggiungere, perché tra gli assennati non sei e non sei stato di esempio per nessuno, quanto meno come tracotanza e immodestia.
Ma guarda un po'.
Citazione di: PhyroSphera il 01 Maggio 2022, 19:22:02 PMA vostro avviso l'ateismo di Schopenhauer era tale per esclusione o per negazione? In altri termini: Dio è escluso dal suo personale sistema o ne è negato?
Dopo tanto riflettere, io penso che Dio sia un riferimento occulto anzi occultato della schopenhaueriana 'Volontà di vita'. Penso cioè che Schopenhauer si fosse trovato ad aver a che fare con "Dio" però che non lo avesse identificato per tale ma solo individuato, proprio nella Volontà di vita.
È palese l'occultamento nel considerare tutto sotto la specie di atto di volontà anche il regno minerale ma di non considerare un altro volente distinto dal mondo: per quanto si adotti una concezione panpsichista della realtà resta infatti impensabile un volere in relazione all'esistere di un sasso senza pensare a una volontà creatrice divina.
Dato che la strategia evitativa di Schopenhauer è piuttosto evidente, si può convertire il suo sistema in religioso e in verità egli stesso ne avallò infine. Resta valida la critica di Schopenhauer se rivolta a quelle concezioni ingenuamente ottimiste di Dio e del mondo ma resta che le sue osservazioni a riguardo mancano delle dovute specificazioni. Troppo coinvolgente e indistintamente il suo terribile acume... Io penso che ciò accadesse perché elaborava il suo sistema in un periodo di crisi della religione in Europa ed in particolare in Germania.
Si tratta di capire che la cultura dei suoi tempi e luoghi gli forniva una idea falsa di Dio e una concezione insostenibile del mondo, le quali egli, anziché sostituire da sùbito, si impegnava prima a combattere solo poi a superare e senza riguardo per i credenti già fuori dall'illusione ch'egli additava. Ne fece le spese anche la Critica della ragion pratica di Kant, che per quanto estraniata fosse nelle espressioni era ciononostante valida quanto la precedente alla ragion pura.
MAURO PASTORE
Citazione di: viator il 01 Maggio 2022, 22:40:21 PMSalve, Oltre ad essere profondamente ignorante, io risulterei (voi direte : incredidibile ma vero !) anche abbastanza timido, nel senso che - ben conscio della mia ignorante profanità circa simili argomenti, nutro del rispetto, della riverenza intellettuale circa le prospettive spirituali esaminate in chiave filosofica.
E' per questa ragione che mi risolvo a chiedere a qualcuno dei nuovi amici che recentemente han preso d'assalto i misteri della metafisica (I vecchi amici del Forum non si offendano, ma fino a circa l'inizio dell'anno corrente il forum pareva un luogo per merenda scolastiche, mentre adesso sì che la genialità filosofica creativa sta facendosi largo a spallate !)...........mi risolvo a chiedere di veder affrontato in modo risolutivo un simile dilemma.
Ma insomma........un mondo privo di spirito, privo di interminabili discussioni circa la imprescindibilitità di esso, privo di tantissimi filosofi nullafacenti e troppoparlanti, privo sia di bene che di male................ricco solo di sentimenti personali silenziosi, di pale e picconi, di collaborazione materiale........sarebbe secondo voi un mondo più o meno fertile di un mondo fondato su di ormai ultramillenari "giri delfumo" consistenti nel citare continuamente concetti altrui ormai completamente sfiancati e sfiancanti ?. saluti.