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Messaggi - viator

#1486
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.
#1487
Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 08:22:58 AM
Ciao Viator (stavolta sono sicuro di riferirmi al nome giusto), se è come penso, è una descrizione molto, molto interessante, ma riassumo per chiedere se ho compreso bene:
ciò che vediamo, tutte le forme, sono modelli mentali elaborati da noi, in realtà lo sfondo, su cui immaginativamente crediamo di vedere tali forme, è un flusso di materia ed energia.
È possibile ulteriormente riassumere dicendo che c'è solo una dualità di base, e che la molteplicità di forme con le loro relative qualità è solo una immagine che ci facciano di tale base duale a causa della "bassa risoluzione" con cui riusciamo a comprenderla?
Sì, Aum, stavolta secondo me ci siamo. La "troppo bassa risoluzione" dei nostri sensi ci impedisce di cogliere il fondamentale, universale, esclusivo dualismo materia-energia..............ma usando gli strumenti di ingrandimento (sia ottico che mentale, cioè anche attraverso lo sviluppo culturale) possiamo realmente renderci conto di tale dualismo.

Oltre (dal due all'Uno, dalla dualità alla monade, dal quanto al Tutto) non potremo mai andare per via del fatto che sia noi che i nostri strumenti sono "altro" rispetto all'"Unico" che vorremmo poter contemplare. Saluti.
#1488
Salve Aumkaara. Citandoti . "........................Se è così, se ho compreso bene, in questo punto di vista è sufficiente che la forma muti affinché appaia o scompaia una proprietà.
Il punto sta nello stabilire cosa significa apparire e scomparire: queste qualità, uniche per ogni particolare forma, se ne stanno (e ritornano) in un empireo, in un mondo delle Idee, quando la forma a cui appartengono non c'è più o non c'è ancora?".
No, non è così. Intendo dire che ogni diversità qualitativa è dovuta solo alla "insufficiente finezza" con la quale i nostri sensi possono funzionare. Qualsiasi cosa, materiale od immateriale una volta che le si possa esaminare, è composta da due soli ingredienti fondamentali : la materia (appunto) e l'energia. Ogni e qualsiasi qualità delle cose una volta che si usi un ingranditore sufficiente, si rivela consistere in variabili aggregazioni di particelle elementari (la materia) e di variabili livelli e flussi di energia radiante tra di essi.


La forma, poi, è ente immateriale, cioè puramente concettuale, cioè l'elaborazione - a livello cerebrale-neurologico e quindi poi mentale, delle immagini e delle percezioni sensoriali. La forma viene percepita dai sensi, quindi poi trasformata in concetto (pensiero) il quale sarà poi eventualmente ulterioremente codificabile, elaborabile, comunicabile, descrivibile, narrabile etc. attraverso le altre nostre FUNZIONI cerebrali.


Essendo il pensiero una FUNZIONE basata sul fluire di corrente elettrica all'interno dei circuiti neurali (così ipotizza la scienza sulla base di certe evidenze strumentali - e così credendo io che possa essere) è chiaro che la forma e qualsiasi altra contenuto cerebrale nè sorgono dal nulla nè svaniscono nel nulla, trattandosi di energia elettrica che si genera, si diffonde, migra in altre località corporali o cerebrali. A questo punto posso quindi affermare (anzi, più equilibratamente, ipotizzare) che la forma di ciò che troviamo fuori di noi altro non è - a livello percettivo - che il risultato della forma in cui è congegnato il nostro cervello. Saluti.
#1489
Salve Dante. Meraviglioso. Sei sempre una conferma, una certezza ! Citandoti : "Quindi non si può proprio paragonare ad una percezione come la vista.Se si muove un piedi la coscienza sente immediatamente che è "suo".
Io mi chiedo........ma come fai ad arrivare così lontano ? Infatti la vista dialoga con il cervello, mentre la coscienza ragiona con i piedi. Infatti se un tizio di 190 kg schiaccia inavvertitamente un piede altrui, la coscienza dell'obeso sente immediatamente come un gradino, un rigonfiamento sotto la propria scarpa, accorgendosi che la scarpa di sopra è la propria !. La vista invece vede immediatamente che l'immagine che è appena entrata nel cervello attraverso il nervo ottico e che proviene da uno specchio che io ho davanti.......e capisce al volo che l'immagine "è mia" (cioè sua di lui me che sarei io), cioè che è l'immagine di un pirla |"
#1490
Tematiche Spirituali / Re:Quanto importa?
25 Ottobre 2020, 17:54:34 PM
Salve Dante. Citandoti : "Sarebbe difficile dire ad un bambino:Sì,nonno è morto,adesso le larve e i vermi che sono già dentro il suo corpo e anche nel tuo che sei vivo,cominceranno a divorargli tutta la carne...................".

Quanto sei candido ! Se ne avessi il tempo e la voglia mi metterei a spiegarti il perchè - infatti - certe cose non vanno dette ai bambini.Ci sono delle categorie di persone con le quali occorre evitare certi argomenti, per la semplice ragione che - non essendo in grado di capirle (grazie anche alla indispensabile ipocrisia di famiglie e società che raccontano invece loro l'esatto opposto), ne soffrirebbero o combinerebbero dei disastri.

Fornisco solo un brevissimo elenco di categorie di persone e relativi argomenti, comportamenti o tabù :

       
  • ai bambini non bisogna parlare della realtà della morte biologica e neppure della realtà della vita fisiologica (sesso).
  • a coloro che - secondo la Legge - non sono in grado di intendere e di volere compiutamente, non bisogna parlare di sesso (quindi, oltre ai bambini, anche ai minorati psichici).
  • ai mussulmani non bisogna mostrare effusioni amorose in pubblico, poichè (giustamente) per la loro cultura e mentalità ciò potrebbe suonare offesa a chi sceglie od è costretto a vivere senza relazioni sessuali (ricordarsi che i mussulmani ricchi possono permettersi più mogli, ma quelli poveri, magari costretti a fare i pastori nel deserto, non possiedono denari o cammelli per pagarsi una moglie). Perla stessa ragione, le donne dovrebbero evitare assolutamente abbigliamenti, comportamenti, richiami sessualmente espliciti se non sono interessate a farsi "coprire" dai mussulmani con cui vengono a contatto.
  • tutto quanto sopra (e molto altro ancora) si chiama "convenienze socioculturali".
Saluti.
#1491
Tematiche Spirituali / Re:Quanto importa?
25 Ottobre 2020, 17:12:37 PM
Citazione di: Aumkaara il 25 Ottobre 2020, 16:56:48 PM
Questi due frammenti provengono dagli ultimi due post:
Citazione di: Viatornon si può razionalizzare l'annichilimento
................................................................... (omissis) ............................................................

Non si può razionalizzare il nichilismo, come dice Viator, ma non per una nostra difficoltà, ma perché non riscontriamo mai (in nessun contesto, a ben vedere) un annichilimento totale ed assoluto, ma solo cambiamenti formali, superficiali, anche se a volte importanti e critici se considerati dal nostro punto di vista abitudinario e ristretto (e non c'è niente che sia totalizzante e assolutizzabile, altra lezione importante da dare al bambino affinché non diventi un dogmatico né se seguirà una religione né se seguirà una qualunque altra ideologia o contesto).

Salve Aum. Non ricordo di aver prodotto l'espressione alla quale stai replicando. Potresti aiutarmi a rintracciarla ? Saluti.
#1492
Salve Aumkaara. Fuor da ogni metafora, quella che io chiamo "specificità elettiva" altro non sarebbe che la caratteristica, l'attributo che rende la famosa "cosa in sè" (in questo caso appunto la sfera) ciò che è.

L'essere "il più" in realtà non rappresenta aspetto quantitativo poichè tale qualificazione risulta del tutto indipendente dalla propria quantificazione. Infatti variando a piacere la quantità sottesa al "più", "il più'" (scusate il quasi pasticcio lessicale) resta appunto una qualificazione invariante posseduta - nel caso che stiamo trattando - solo da quella specifica categoria di "cose in sè" costituita dalle sfere.

Tutto ciò trascurando il fatto che ogni e qualsiasi quantità, una volta risolta fino ai suoi ingredienti essenziali , si rivelerà solamente consistere nella qualità (qualificazione - quindi appunto specificazione quali "cose in sè") di essi ingredienti. Saluti.
#1493
Salve Aumkaara. Guarda che io ho affermato che la specificità elettiva della forma sferica consiste nel contenere il massimo volume a parità di superficie interna rispetto a qualsiasi altra conformazione geometrica. Saluti.
#1494
Salve Paul11. Citandoti : "Se riteniamo la vita una questione  meramente biologica o termodinamica, vale a dire che appare con la nascita e scompare con la morte fisica, pensiamo superficialmente che noi siamo solo trasformazione  di energia, metabolismo che comprende azioni anaboliche o di costruzione e cataboliche di distruzione,[/size]Ma prima dell'apparizione della vita con la nascita e dopo la sparizione con la morte? Il nulla detta l'attuale cultura nichilista".
Scusa ma a me sembra che il nichilista sia tu. Fai confusione tra la vita come fenomeno cosmico (nella sua veste collettiva biologica) e la vita come condizione esistenziale del singolo. L'apparire alla nascita e lo scomparire alla morte (cioè la ipotesi nichilistica - nulla prima e nulla dopo) è espressione di una egoistica (per quanto naturale e comprensibile) preoccupazione per il proprio personale COSCENZIALE destino valutato in chiave solipsistica.L'apparizione e la scomparsa di ciascuno di noi individualmente (in corporalità e/o spiritualità-coscenzialità) non ha alcun effetto sulla via biologica nel suo complesso. Certo la cosa è grave per chi pensa che il senso del mondo consista nell'esistenza di qualcuno a noi vicino o di noi stessi.Certo, si può chiamare la nostra scomparsa "morte della vita", così come alcuni la chiamano "vita oltre la morte"......................., ma sarebbe un giochino troppo facile per delle persone veramente ragionevoli. Saluti.
#1495
Salve Aumkaara. Citandoti : "Qui sta il primo punto: tutto il conosciuto implica uno spazio conoscente. E lo spazio, interno o esterno, non puoi annichilirlo. Persino quando scientificamente si dice che lo spazio esterno è "einsteinianamente" deformabile e forse quantisticamente composito, granulare e forse un giorno annichilibile, la stessa scienza pone implicitamente (e a quanto pare inconsapevolmente) uno spazio ulteriore in cui tali deformazioni, composizione granulare e annichilazione sono possibili". Purtroppo è una questione di dialettica filosofica sulla quale ritengo inutile insistere. Tu lo spazio lo consideri una realtà fisica, io una dimensione unicamente psichica (la dimensione psicopercettiva attraverso la quale noi "apprezziamo" (percepiamo, appunto) gli effetti dell'esistenza della materia).Che poi la percezione degli effetti dell'esistenza della materia, trasferita a livello mentale, diventi un concetto esprimibile, convenzionabile, manipolabile matematicamente etc. et. la trovo una conseguenza assai in sè ovvia e comoda la quale permette - appunto - la costruzione di certe strutture scientifiche aventi la funzione di.....(quel che ci piacerà credere).Quindi secondo me lo spazio non è annichilibile fisicamente per la semplice ragione che non esiste fisicamente.

Poi ancora : "Viator: dici che la produzione di Strutture, cioè di NUOVE FORME, a loro volta generano le FUNZIONI. Sei d'accordo nel definire "sfera" la struttura, cioè la nuova forma della creta, e sei d'accordo nel definire "rotolare" una delle funzioni della sfera?".Son d'accordo nel definirla una sfera (in alternativa a qualsiasi altra conformazione geometrica ci piaccia attribuirgli) ma la funzione di qualcosa - a mio parere - non è uno qualsiasi degli utilizzi cui può venir destinato (per intenzione oppur per "caso") quel qualcosa (per la sfera, l'eventuale rotolamento), bensì LA FUNZIONE ELETTIVA la cui necessità od utilità ha generato :

       
  • l'intenzione di produrre quel qualcosa, oppure, nel caso manchi l'intenzionalità .....
  • il perfezionamento evolutivo che ha portato quella "cosa" a risultare adatta a svolgere una certa sua specifica funzione che "cose" diverse da quella non riescono a svolgere.
Nel caso della sfera trovo che la funzione elettiva della forma sferica non consista nella possibilità di rotolare, bensì nella sua proprietà (veramente unica, direi) di riuscire a contenere, all'interno della propria superficie, il maggiore tra tutti i volumi contenibili da una forma geometrica.


Noto comunque una profondissima diversità di modi di esprimersi tra noi due : Io, ad esempio, privilegio la sintesi annoiandomi terribilmente nello scrivere o nel leggere trattazioni analitiche. Le quali, per inciso, trovo pure che tendano più a confondere che a chiarire (d'altra parte nelle sintesi si annida il grandissimo rischio della cripticità).Ciò è dovuto al fatto che, utilizzando le analisi un troppo grande numero di parole, esse sono esposte costantemente alla critica della loro significanza.Impossibile chiarire, definire troppi termin il cui significato si tende - errando - a dare come noto od incontrovertibile. Saluti.


#1496
Salve Aumkaara. Citandoti : "Indicami quale funzione si genererebbe ("funzione" e "generare" sono parole tue) dal semplice modellare la creta in forme diverse, ad esempio passando da una struttura cubica ad una sferica".


Veramente trovi necessario che io indichi ? (Guarda che io non uso dizionari o wukipedie - mi diverto ad escogitare definizioni che ricerco in tempo reale mentre replico)


Funzione : "trasformazione che serve ad uno scopo oppure conseguenza necessaria (effetto) di una causa".


Fungere : "generare una trasformazione che serve ad uno scopo oppure conseguenza necessaria (effetto) di una causa".


Generare : "Produrre - da parte di qualcuno o di qualcosa - una o più nuove forme".


Onde evitare ulteriori sterili pedanterie, provvedo a precisare che il mio precedente inciso : ".......produce le STRUTTURE, le quali ovviamente a loro volta generano le FUNZIONI" andrebbe letto come :

".............produce le STRUTTURE, cioè le NUOVE FORME le quali ovviamente a loro volta generano le FUNZIONI".


A me pare che il blocco di creta, modificato (modellato) da forze esterne, modifichi la propria forma, la quale intrinsecamente implica una struttura (più o meno adatta a far sì che l'oggetto una volta solidificato, resista agli urti, ad esempio).........il tutto al servizio di una qualche utilizzazione (funzione) cui l'oggetto - così prodotto (generato) - venga destinato. Saluti.
#1497
Salve Aumkaara. Citandoti : "Non si è trasformato niente, se non appunto la forma" ( e concetti tuoi successivi).


Hai detto niente ! Infatti la sostanza (materia) tende a permanere, la forma di essa (la variabile disposizione delle relazioni intrinseche - cioè energetiche - tra gli ingredienti della sostanza (non importa a quale remoto e fondamentale livello di essenzialità).... diviene continuamente (guarda caso, si trasFORMA).


Infatti la sostanzialità della materia consiste solamente nel suo continuo trasformarsi, diversamente essa materia si limiterebbe a "stare" (essere immobilmente-invariabilmente) senza dar luogo ad alcun divenire.


E' la FORMA la chiave di volta dell'universo poichè è essa che - attraverso la diversificazione - produce le STRUTTURE, le quali ovviamente a loro volta generano le FUNZIONI-


Il problema è che molti vivono abbagliati da un concetto (bellissimo, profondissimo, veramente essenziale) che però è appunto solo un concetto astratto : il monismo.

E vorrebbero che tale concetto apparisse ai nostri sensi ed alla nostra ragione i quali, poverini, sono solo il tramite tra la dualità insormontabile di un mondo a noi esterno e di quello a noi interiore. Saluti.
#1498
Attualità / Re:Il valore della libertà
23 Ottobre 2020, 23:57:21 PM
Salve anthonyi. Citandoti : "Borghesia, proletariato, capitalismo, li avete inventati voi, a vostro uso e consumo. Una interpretazione semplificata della società, nella quale era definito con chiarezza il nemico da distruggere per costruire un mondo felice".


Hai detto molto bene. La diagnosi marxista dei "malanni" della società è stata assai corretta ma del tutto facile : è bastato inventare appunto due nuovi termini (la borghesia esisteva già da qualche millennio) che rimpiazzassero - vestendoli di nuovi panni - la nobiltà e la plebe: a tal punto il morbo della disuguaglianza, da sempre circolante in natura, risultava scientificamente classificato.


Purtroppo il medicamento poi sperimentato in alcuni Paesi ha mostrato insopportabili effetti collaterali. Saluti.
#1499
Salve niko. Citandoti : "Un individuo egoista e distruttivo, ben presto tende ad entrare in conflitto con altri individui egoisti e distruttivi. Le capre brucano insieme qualsiasi cosa succeda".


Scusa ma, quando affermi di non vedere alcun benessere intorno a te (guarda che io mi stavo occupando delle cosiddette "società del benessere" o del "primo mondo", cioè di collettività di molte centinaia di milioni di persone...........non della tua, mia o specificatamente altrui condizione o definizione di "benessere").......affermando di non trovarti nel benessere mostri solamente una valutazione soggettiva ed egoistica.




Inoltre quando fai appello ad ipotesi di reazioni rivoluzionarie violente......ti mostri nuovamente sia egoista che propenso alla violenza (magari solo altrui, visto che la rivoluzione è meglio farla fare agli altri........).


Infatti tra violenti ed egoisti potrà anche svilupparsi un movimento rivoluzionario, ma il problema è che - dopo l'eventuale successo della loro rivoluzione - essi resteranno quelli che erano, cioè soggetti pericolosamente inclini alla violenza ed agli egoismi nei confronti di chi la pensa diversamente da loro. Saluti.
#1500
Estratti di Poesie d'Autore / Re:A New York
23 Ottobre 2020, 20:40:39 PM
Salve Dante. Anzitutto non capisco se "il grassettato" consiste in parole da te AGGIUNTE al componimento, oppure rappresenti dei concetti, delle espressioni originali di Senghor che hai ritenuto di voler evidenziare.


A parte ciò, mi piacerebbe sapere se il componimento che hai presentato risulta definibile "poesia" o "poema" all'interno della tradizione culturale ufficiale........oppure se sia tu che liberamente la consideri appartenere al genere letterario "componimenti poetici".


Scusa la pedanteria, ma secondo me per poetare non è sufficiente accatastare un certo numero di parole - per quanto suggestive, illuminanti, evocative od esotiche........ma occorrerebbe anche dar loro una forma complessiva attraverso - ad esempio - un minimo di armonia metrica.


Attraverso il componimento da te riportato - e sempre secondo me - l'ottimo Senghor ha fatto della comunicazione e della cultura (mettendo in rapporto il suo mondo esperienziale con la, per lui sconvolgente, rivelazione di un altro modo di esistere)........ma non certo della poesia. Salutoni.