Altre tappe del sensazionalismo sull'AI: oltre a scrivere poesie e dipingere quadri, l'AI produce collezioni di moda e termina sinfonie incompiute.
Sono tutte operazioni basate sulla acquisizione e rielaborazione di migliaia di casi ed esempi pertinenti, i cui elementi costitutivi vengono isolati e poi ricombinati (talvolta sotto la vigile supervisione di un umano). Quanto c'è di "intelligente" in queste operazioni? Per quanto sia palese che anche il nostro apprendimento funzioni così (osservare/ricevere, identificare, rielaborare/ricombinare) e anche la creatività non crei ex nihilo, mi sembra che più di intelligenza artificiale si possa parlare di (ri)calcolo artificiale (e già sappiamo quanto le macchine siano più veloci di noi a farlo).
Dal suo "punto di vista", il processore elabora dati secondo schemi logici e produce risultati secondo procedure, che noi umani interpretiamo come dipinti, poesie, etc. ma la loro "essenza" sono solo calcoli matematici e algoritmi (senza consapevolezza del "senso" del suo agire, diremmo noi umani, come parlando di una scimmia addestrata). Quando diamo la Gioconda da scansionare ed acquisire ad un sistema operativo, esso non ha percezione del suo valore artistico (tanto meno ne formula giudizi estetici), bensì "vede" solo una rete di pixel (o simili), in un determinato ordine, con determinate sequenze, etc.
Anche in questo caso, il segno prodotto (da uomo o macchina) non è il significato (solo per l'uomo); che le macchine inizino a produrre anche (di)segni in ambito "artistico", può farci comunque riflettere sulle nostre modalità di attribuzione di significato, fra il sublime del romanticismo e la neuroestetica dei laboratori.
P.s.
Dimenticavo, c'è anche la possibilità di associare una propria foto ad una poesia dedicata scritta da un AI, usando questa applicazione (premetto che non l'ho testata); l'idea di fondo mi pare liberamente ispirata da questa iniziativa.
Sono tutte operazioni basate sulla acquisizione e rielaborazione di migliaia di casi ed esempi pertinenti, i cui elementi costitutivi vengono isolati e poi ricombinati (talvolta sotto la vigile supervisione di un umano). Quanto c'è di "intelligente" in queste operazioni? Per quanto sia palese che anche il nostro apprendimento funzioni così (osservare/ricevere, identificare, rielaborare/ricombinare) e anche la creatività non crei ex nihilo, mi sembra che più di intelligenza artificiale si possa parlare di (ri)calcolo artificiale (e già sappiamo quanto le macchine siano più veloci di noi a farlo).
Dal suo "punto di vista", il processore elabora dati secondo schemi logici e produce risultati secondo procedure, che noi umani interpretiamo come dipinti, poesie, etc. ma la loro "essenza" sono solo calcoli matematici e algoritmi (senza consapevolezza del "senso" del suo agire, diremmo noi umani, come parlando di una scimmia addestrata). Quando diamo la Gioconda da scansionare ed acquisire ad un sistema operativo, esso non ha percezione del suo valore artistico (tanto meno ne formula giudizi estetici), bensì "vede" solo una rete di pixel (o simili), in un determinato ordine, con determinate sequenze, etc.
Anche in questo caso, il segno prodotto (da uomo o macchina) non è il significato (solo per l'uomo); che le macchine inizino a produrre anche (di)segni in ambito "artistico", può farci comunque riflettere sulle nostre modalità di attribuzione di significato, fra il sublime del romanticismo e la neuroestetica dei laboratori.
P.s.
Dimenticavo, c'è anche la possibilità di associare una propria foto ad una poesia dedicata scritta da un AI, usando questa applicazione (premetto che non l'ho testata); l'idea di fondo mi pare liberamente ispirata da questa iniziativa.
