Citazione di: daniele22 il 06 Marzo 2022, 13:50:45 PMCon tutto il rispetto vecchio bob, dal mio punto di vista (l'eretico che nega tutte le antitesi) compi un errore che probabilmente compiono tutti, e ciò mette un po' a disagio eutidemo che sostiene la sua tesi.
Il tuo errore consiste in quel "lo si esamina".. Il fatto è che non siamo noi a esaminare l'ente, l'entità, la categoria, infine il sostantivo, per realizzarlo. Sarebbe invece il contrario: è l'ente, o anche il sostantivo a esaminare noi. E lo fa tramite la sensazione. Che effetto ti fa scorgere in un testo una parola sconosciuta?
Le parole di per se stesse non hanno alcun significato. Tutta la loro "verità" è nella realtà che eventualmente evocano.
È la realtà, e solo la realtà, ad avere senso.
Le parole permettono una "sistemazione" dei significati della realtà. Una sistemazione utile, ma che nulla aggiunge al senso di ciò che c'è.
Anzi, questa utilità ha un prezzo: la inevitabile perdita di profondità.
Perché la parola inevitabilmente opera una distinzione.
Evoca un significato, ma ne esclude altri.
Mentre la realtà non è mai determinabile del tutto.
Di modo che quando ci ritroviamo con un sostantivo sconosciuto, esso di per se stesso non significa proprio nulla.
Proprio perché di per se stessa qualsiasi parola non ha alcun significato. E quindi non può influire in alcun modo su di noi.
Se viceversa influisce, la fa solo indirettamente, attraverso la realtà evocata.
E questa evocazione può avvenire attraverso mille richiami. I quali alla fin fine sempre alla realtà si riferiscono.