Citazione di: green demetr il 11 Gennaio 2024, 21:45:22 PMNel tuo ragionamento che ho seguito con qualche difficoltà, dai per certo la conoscenza del tempo.
Inoltre fai il solito errore dei materialisti scientisti di pensare a un punto di vista assoluto, quando la stessa scienza ammette che non esiste alcun punto assoluto.
Mi accontento di smantellare filosoficamente l'assunto temporale, a cui rimando ad altre discussioni su Nietzche e su Heidegger che da 15 anni porto avanti a strappi e brusche frenate.
Rimando sopratutto alla mia discussione sulla fenomenologia dello spirito, a mio modo di vedere ancora oggi l'unica base vera di partenza per poter pensare alla salvezza dello spirito, ossia dell'anima, ossia dell'io, ossia del nostro punto di vista decentrato dal soggetto che SEMPRE SIAMO.
Il problema della scienza contemporanea è che essa ritiene di poter far a meno del pensiero individuale, e FORZATAMENTE, con la FORZA BRUTA non fa che annichilire il mondo, come abbiamo già visto con la PANDEMENZA, i virus di laboratorio secretati dalle forze americane, per non parlare dei progetti senza alcun controllo che la CINA fa sui proprio sottoprolet, 1miliardo di topi da laboratorio da torturare a piacimento.
E' questo il punto della scienza delle isole felici che non implodono e che per questo fatto (DELIRIO TUTTO TUO) SPIEGANO IL MALE NEL MONDO. (dando a cina e usa la possibilità delle torture infinite).
No grazie io torno a nice, alle sue palle fumanti, alla sua capacità di guardare l'abisso del tempo, e di sputarci contro, in una fiammata di pazia EPICA AMOROSA E DESTINALE
salvo poi venire sbranato dalle sue stesse paure...e che paure deve aver destato.
No niko, le soluzioni "semplici" del mathema e della scienza non mi convinceranno MAI.
Io ho parlato di isola di abitabilita', non di isole felici.
Non esistono punti di vista assoluti, solo possibilita' assolute (materialmente e strutturalmente determinate) della formazione di un punto di vista relativo, in quanto la vita fa parte della natura.
Ovviamente, non puoi comprendere bene Nietzsche se non comprendi la verita' anche cosmologica e naturalistica, oltreche' antropologica, dell'eterno ritorno.
L'eterno ritorno soddisfa la volonta' di potenza; cioe' esso e' sia un destino granitico inevitabile che una possibilita' fantasmatica effimera sorgente tra altre, che necessita (ad ogni ciclo) del contributo vitale e sofferto della volonta' (di ogni volonta') per realizzarsi.
Ci sono almeno due possibilita': il mondo con la vita, e il mondo senza vita. La pianura e il deserto. Il destino meccanico inteso come assolutamente meccanico (Laplace) e una liberta' magari solo illusoria, ma vissuta dagli esseri coscienti come fosse reale.
Poiche' e' il mondo con la vita, la pianura, a ritornare, il ritorno, e dunque il destino, non si compie meccanicamente, o matematicamente o asetticamente. C'e' bisogno di un assenso, e di un contributo, inconscio di tutti i viventi alla possibilita' del ritorno.
C'e' bisogno del "si'!" alla vita pronunciato dalla vita, da ogni vita, come condizione del ritorno eonico del cosmo, e questo e' vero anche se la vita, ogni vita, contiene in se' il male, e ogni si' alla vita, e' anche un si' al male.
Tu, come parte del sistema ritornante, vivrai sempre il piu' asettico, e duro, e gelido dei destini (il ritorno del cosmo), come una (calda) scelta. Perche' e', una scelta. L'unica scelta possibile. Tutto e' ritornante, perche' tutto e' voluto, anche nel senso, tragico, di "non piu' voluto", voluto nel passato. Dalla limitatezza delle possibita', e dalla negativizzazione dei voluti attuali, sorge, necessario, il ritorno, dei voluti precedenti. La volonta', manda avanti il tempo, e non si placa, neanche quando il tempo, inteso come grande libbro, e ridda di contenuti innumerevoli ma non infiniti, lo ha fatto scorrere, e visualizzato, nella sua interezza, anzi: li', la signora Volonta', inizia per davvero.
Il punto della salvezza, e' che la salvezza e' certa, ma non e' desiderabile in assoluto, come ho gia' detto.
Il vero concetto di essere salvi, e' il concetto di essere salvi anche nel male, nell'assurdo e nel dolore: il si' alla vita al costo del male. E gli uomini sono deboli, proprio perche' non vogliono, essere, salvi anche nel male, cioe' salvi in modo vero e completo, come natura li crea e li ripropone. Vogliono il bene, ma non anche il "male", il quale male pero', e' nient'altro che il prezzo e la remota catena causale del bene, che loro credono di volere. E quindi non lo ottengono, il bene, perche' una cosa, una cosa correttamente intesa e compresa, e' anche il suo prezzo e le sue cause, non e' separabile, dal suo prezzo e dalle sue cause. La versione della cosa separata dal suo prezzo e dalle sue, storiche e filogenetiche, e non ideali, cause, e' la versione metafisicamente adulterata, platonizzata, della cosa.
L'amore per l'amato, l'amore vissuto e carnale, porta all'amore per il tutto, non a quello per il nulla. Perche' l'amato, per essere davvero quello che e' e non altro, si porta dietro il mondo, (e' stato creato, cosi' com'e' dal mondo) e si porta dietro te (l'amato e', anche istantaneamente, creato cosi' com'e' da te, soprattutto, ma non solo, nel momento in cui siete insieme). Non ha un se' separato, come non ce lo hai tu. Quindi pacchetto unico: se ti prendi l'amato, ti prendi anche te stesso e il mondo. Se rifiuti l'amato, rifiuti anche te stesso e il mondo.
E cosi' pure, "pacchetto unico", vale anche per la vita: se la ami, devi accettare pure il male, che ne fa parte.
E la struttura ciclica e insensata del tempo, che ne fa parte.
Devi voler essere salvo anche nel male, non in una vita metafisica purgata e purificata dal male. La vita, senza male, e' solo una mezza vita. E noi siamo programmati, naturalisticamente e biologicamente, per volerla tutta, la vita. Siamo davanti a una salvezza problematica, da adattare e gestire, non davanti a una salvezza teleologica da ottenere in quanto obbiettivo.
La salvezza, e' sicuro che la otterremo, ma non e' (affatto) sicuro che, una volta che l'avremo ottenuta, ci piacera'.
Anzi, gia' non piace, quasi a nessuno, e la realizzazione, che gia' non piaccia, codesta fantomatica salvezza, quasi a nessuno, e' il dato bruto sotto i nostri occhi. La civilta' e' il fallimento, dell'uomo. Funziona, come sistema di salvezza, ma non funziona, come sistema di felicita'.
E' questo il motivo per prendere sul serio la vita. Per non aver paura di quello di cui non c'e' da aver paura, e per aver paura di quello di cui c'e' da aver paura. Non come l'uomo attuale, che scappa dalle tigri di carta, e non scappa, dalle tigri vere.





