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Messaggi - Jacopus

#1486
Tematiche Filosofiche / La scommessa di Pascal
11 Dicembre 2021, 16:20:24 PM
A Pascal, oggigiorno i neuroscienziati avrebbero gridato: "uno di noi!". L'abitudine in effetti è un potente meccanismo comportamentale di tutte le specie viventi. Se con un abitudine, per quanto "appecorata", l'individuo di una specie riesce a sopravvivere, perché dovrebbe cambiarla? In effetti spesso mi sorprendo, leggendo (di solito de relato) i classici, di come alcune loro intuizioni siano state in seguito dimostrate come vere.
In realtà una delle distinzioni principali fra uomo e altre specie è proprio la capacità di andare oltre le abitudini. È stata la capacità di pensare altrimenti che ci ha trasportato dalle savane, dove eravamo prede delle tigri e dei leoni, alle megalopoli cibernetiche odierne. Ovvio che, i meccanismi passivi delle abitudini continuano ad essere attivi. Non siamo tutti Einstein e neppure Einstein era sempre "Einstein". Sicuramente i suoi spazi di "appecoramento" li avrà avuti anche lui.
#1487
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
10 Dicembre 2021, 20:12:06 PM
Le orde assatanate di nocovax non ne ho ancora viste, mentre di contrari al vaccino piuttosto agitati si. Ma è anche possibile che viviamo in una Matrix distopica e ci fanno vedere novaccinisti violenti creati olograficamente e gestiti da una divisione speciale della psicopolizia.
#1488
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
10 Dicembre 2021, 17:13:11 PM
Ma Ipazia, rileggi quello che scrivi? I malati in terapia intensiva sarebbero i prigionieri? Il pubblico ludribio è dovuto, visto che spesso protestavano con violenza contro quegli stessi poteri che ora li stanno curando. I prigionieri di solito vengono maltrattati.
#1489
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
10 Dicembre 2021, 14:59:50 PM
Alla metafisica del coronavirus, fa da contralto in chiave drammatico-farsesca, il fisicissimo coro dei no-vax pentiti che dalle rianimazioni, pregano di essere salvati e si prostrano dichiarando di essersi sbagliati.
#1490
Ma infatti Socrate il bene non è solo un fatto cerebrale. È cervello più processi culturali umani. Il resto del tuo discorso non lo posso condividere, poiché il cuore, secondo la medicina moderna non ha niente a che fare con la coscienza e con le funzioni superiori legate a cognizioni ed emozioni. O meglio c'è un nesso cuore cervello. Ad esempio nell'aumento del battito cardiaco in caso di forti emozioni, ma tutto parte dal cervello. Il cuore è un muscolo involontario, molto raffinato e molto importante per il mantenimento dell'omeostasi biologica ma in cui è assente ogni possibile collegamento con la coscienza. Questo ovviamente secondo la medicina moderna. Se fai riferimento ad altre teorie, libero di farlo, ma per coerenza non dovresti prendere l'aspirina o il gastroprotettore.
#1491
Freedom. La legge iscritta nel cuore è in realtà iscritta nel cervello, ovvero nella struttura affettiva di base della "cura" verso gli altri. Questa struttura è stata forse la principale carta vincente del nostro successo biologico. È radicata nella parte più arcaica del SNC e la condividiamo con tutti i mammiferi. Il "bene" è biologicamente questo. L'unica eccezione a questo bene si verifica quando mette a rischio la nostra vita individuale, ma anche questo non è sempre vero.
Con l'emersione di una civiltà umana, del simbolismo e della cultura, ai tratti affettivi di base si sono aggiunti altri discorsi, convinzioni, motivazioni, perfino emozioni nuove, che si radicano nei processi culturali. La "cura" originaria rischia di dissolversi a fronte delle complessità sociali, della possibilità e della necessità di organizzare società differenziate e specializzate. Il potere della tecnica trasforma il processo affettivo della cura originaria in mille modi, diventando persecuzione, avidità, violenza, superbia. Le società hanno allora individuato nel corso della loro storia, percorsi culturali che potessero far riemergere ad un livello tecnologico, quello stesso principio della cura che è "impresso nei nostri cuori" ( ovvero nella struttura di base del cervello umano). Fra questo strumenti vi è la religione con il suo eventuale corredo di premi e punizioni, declinato in vari modi, ma sempre utilizzato in chiave di riscoperta ad un livello culturale di quel bene arcaico che è dentro di noi e che possiamo definire "cura reciproca". In ciò è la forza delle religioni. In questo richiamo ad una legge biologica dell'uomo, che rischia di scomparire a causa del sovrapporsi di leggi biologico/culturali successive, determinate dall'impatto della cultura con il sistema neuronale plastico di cui siamo dotati. È per questo che il "bene" nel mondo è un percorso collettivo e la religione è un grande richiamo al "collettivo". La grande minaccia in questo momento verso l'umanità è l'ideologia capitalistico-liberale che educa ad una visione "individualistica" estrema, a cui ci si deve opporre con i nostri comportamenti di tutti i giorni, come giustamente fai notare Freedom. Questa visione antagonista, a sua volta diventa un processo emotivo e si radica nelle generazioni in modo strutturale. La lotta fra bene e male, la concepisco come conflitto fra strutture affettive antagoniste, ma il bene sta sempre nella condivisione della cura, un compito immane e contemporaneamente rivoluzionario. Al punto che se fosse applicato, non ci sarebbe il paradiso sulla terra, ma sicuramente un mondo più giusto e più armonioso.
#1492
Presentazione nuovi iscritti / Pace e bene
06 Dicembre 2021, 17:07:35 PM
Salute a te. E buone riflessioni.
#1493
Tematiche Filosofiche / Re:Sostanza dell'essere
05 Dicembre 2021, 21:55:49 PM
Rispondo come posso a Mariano. Se intendi con anima "principio immateriale composto al corpo", dubito che le neuroscienze potranno rispondere al tuo quesito. La scienza in generale non si occupa di trovare l'anima o dargli una definizione logica. Un tentativo famoso fu quello di Cartesio che credette di aver trovato l'anima nella ghiandola pineale, che era l'unica parte del cervello a non essere doppia. In realtà la ghiandola pineale ci racconta un'altra storia. Essendo presente in tutti i vertebrati, è una delle tante prove dell'origine comune della vita, visto che vertebrati sono gli uccelli, i pesci, i mammiferi, i rettili e gli anfibi.
La scienza non si occupa di anima perchè non è visibile e non è individuabile sperimentalmente, nè si sono mai verificati episodi in cui l'anima ha prodotto delle conseguenze nel mondo fisico. Molto interesse l'anima la suscita, oltre che nei religiosi, negli storici, compresi gli storici della filosofia, nei sociologi e negli antropologi e negli psicologi, ma il loro interesse è determinato dal voler comprendere i comportamenti sociali ed individuali che vengono attivati dalla credenza in una entità immateriale e legata al senso del sacro come l'anima. Ma il loro interesse è esterno alla credenza dell'anima. La studiano come un oggetto di interesse perchè ha prodotto delle azioni e dei pensieri importanti nel corso della storia umana, non perchè "esistente".
D'altra parte, pensare ad una scienza in grado di definire o sezionare l'anima metodologicamente, mi appare inquietante. L'anima lasciamola vagare piccola e dolce fra i versi dei poeti.
#1494
Tematiche Filosofiche / Sostanza dell'essere
05 Dicembre 2021, 18:12:53 PM
Ipazia. L'immaterialità accidentale la colloco nel processo culturale che la specie homo sapiens ha messo in atto da circa 40.000 anni, almeno a quanto risulta finora. Accanto a tale immaterialità tuttaltro che metafisica, vi è un secondo oggetto che ci permette di avere una coscienza così sofisticata, ovvero il cervello e il sistema nervoso centrale e periferico. Le due condizioni interagiscono.
In modo appropriato citi per iniziali anche Wittgenstein, per il quale il linguaggio non è la funzione per esprimere concetti e giudizi (due tipiche espressioni della coscienza) ma la causa che ci permette di esprimere concetti e giudizi, che saranno influenzati in modo rilevante proprio dal linguaggio usato. Basti pensare che il concetto di "essere" non è presente in tutte le lingue umane, mentre noi in Occidente ne abbiamo fatto un mantra da qualche millennio.
L'essere, la coscienza, l'autocoscienza hanno una storia culturale che si innestano, come se si trattasse di un programma, in un cervello che sarà operativo a partire da un sistema di funzionamento di base che è quello che ha appreso linguisticamente e culturalmente. Se i Computer, per funzionare, hanno bisogno di ambiente IOS o Windows o Android, noi attiviamo il nostro SNC tramite l'ambiente culturale di cui facciamo parte. Il concetto stesso di cervello e come il cervello si percepisce e viene percepito modifica il suo funzionamento. Per questo motivo la coscienza non può essere solo un attributo individuale.


Viator. Quello che scrivi mi trova sostanzialmente d'accordo. Ho già scritto e riscritto che il termine coscienza ha diverse possibili significati. I batteri non hanno sistema nervoso e neppure cervello, ma hanno la capacità di sopravvivere e di distinguere le situazioni confortevoli e che facilitano la loro vita da quelle che invece l'avversano. Hanno per solo questo motivo una coscienza? Non saprei rispondere, ma in omaggio al tanto di moda "postumanesimo" mi sono limitato a fornire una scala su vari livelli della coscienza, suggerendo che anche il batterio ne possa avere una molto arcaica. Nel contesto batterico "coscienza" quindi equivale a "difendere la propria vitalità" e il batterio lo sa fare benissimo. Ma già le api, nel momento in cui si relazionano fra di loro o reagiscono alle aggressioni di un calabrone, mettono in atto un comportamento più complesso e di complessità in complessità, i processi evolutivi hanno scommesso nell'ingrandimento di un organo, il cervello, a sfavore di altri organi che si sono atrofizzati o ridimensionati. Vedremo se questa scommessa avrà successo, considerando il successo nei termini di permanenza più o meno lunga della specie homo sapiens sulla terra.
#1495
Tematiche Filosofiche / Sostanza dell'essere
04 Dicembre 2021, 22:20:38 PM
Per rispondere a Iano. Non metto la mia coscienza in relazione ad un'anima in cui non credo, ma non posso neppure considerare tutte le coscienze degli esseri viventi allo stesso livello. Avere la percezione di essere è necessario a tutti gli organismi viventi. I batteri se li mettiamo in un luogo troppo caldo cercheranno di spostarsi verso un luogo meno caldo. Ma la percezione di essere e di cercare di sopravvivere è già coscienza? Nel caso dell'uomo e dei mammiferi superiori, la coscienza assume una fisionomia molto più complessa. Il cane risponde al nome Fido, sa di essere Fido, mentre il batterio potete anche chiamarlo Ringo ma dubito che lui saprà di essere Ringo. L'uomo, oltre a cercare di sopravvivere (liv. 1), oltre a sapere di essere Mario (liv. 2), si domanderà: " perché sono Mario, e non sono Giovanni? e soprattutto si domanderà " perché penso?"( liv. 3). Senza sottilizzare fra Cartesio e Damasio, il nocciolo della coscienza è questo.
La domanda successiva è chiedersi se questa coscienza di terzo livello deriva esclusivamente dal cervello umano, nella sua modulazione fra cognizioni ed emozioni, oppure dal cervello umano in relazione alla storia culturale dell'uomo, che interagiscono reciprocamente. Questa è la mia posizione, autorevolmente sostenuta dal neurofilosofo Northoff.
#1496
Attualità / Studentessi, gonne e vecchi professori
04 Dicembre 2021, 18:39:11 PM
Phil. L'episodio è minimo, ma esemplificativo della ns epoca. Non è il fatto della gonna a renderlo ridicolo ma il mondo spettacolarizzante che ci gira intorno. Il prof, passionalmente si è opposto, ma è stata una opposizione sterile, un canto del cigno. Sempre meno gli studenti affronteranno queste tematiche in modo serio, per sposare invece questi set teatrali, che paradossalmente fanno rimpiangere il patriarcato e "l'uomo che non deve chiedere mai". Il mondo dei mass/media non vuole altro. Se un gruppo di studenti avesse fatto uno studio sulla violenza di genere e l'avesse presentato, che notizia vi sarebbe? Perché non andare sotto il consolato di un paese maschilista come l'Arabia Saudita e protestare? Troppa fatica, meglio una gonna, quattro risate è una storia istagram con 100 likes. Ovvero: fine del pensiero critico.
#1497
Attualità / Studentessi, gonne e vecchi professori
03 Dicembre 2021, 22:43:48 PM
Al liceo Bottoni a Milano si è verificata una vicenda surreale. Alcuni studenti maschi si sono presentati a lezione, lo scorso 25 novembre, in gonna, per solidarizzare con le loro colleghe femmine in occasione della giornata contro la violenza di genere. Il professore di storia e filosofia, probabilmente un vecchio barbogio, misogino e beghino, li ha cacciati in malo modo. Mi sono chiesto cosa avrei fatto al posto del professore. Immagino anche i risolini, il tentativo di buttarla in caciara carnevalesca, magari per evitare qualche interrogazione e fare qualche storia su istagram il giorno dopo.
In tutto ciò il professore, oggi messo alla gogna, assume il carattere di un eroe che si oppone alla irreversibile tendenza verso la spettacolarizzazione di ogni protesta, shows continui H-24, atrezzati di giornate dedicate, leaders, gadgets, pulmini per le riunioni e sconti in catene alberghiere convenzionate.
Oggi ci sono anche le interviste agli studenti in gonna, che si sono "immedesimati" nelle vittime femminili della becera violenza del professore/filosofo, che probabilmente le violenta usando un tomo de "La Repubblica" di Platone.
Di fronte a questo spettacolo nello spettacolo (basta saperlo vedere), forse la strategia migliore sarebbe stata quella di riflettere con gli studenti maschi filogini a proposito della loro scelta. Un professore di filosofia in effetti non dovrebbe cacciare le persone, ma utilizzare anche le loro scelte scellerate per provare a riflettere sui motivi di quelle scelte, sulla sottostante società dei consumi e dello spettacolo e del denaro che scorre ovunque, anche eventualmente laddove si organizza "la giornata mondiale contro il denaro".
#1498
Tematiche Filosofiche / Sostanza dell'essere
03 Dicembre 2021, 21:27:27 PM
buonasera Viator. Ti invito a rileggere attentamente quello che avevo scritto. Ad ogni modo, dubito fortemente che i lombrichi siano in grado di domandarsi "perchè sono un bruco e non una farfalla (senza sapere che forse un domani saranno proprio una farfalla)?. Neppure credo siano in grado di domandarsi "qual'è il senso della mia vita di lombrico? Cosa sarà di me dopo la morte e cosa sarà dei miei lombrichini, da me generati?" Questa è la coscienza che è appannaggio di homo sapiens e probabilmente in misura minore dei mammiferi superiori. Il lombrico ha sicuramente un altro tipo di coscienza, quella che gli permette di sopravvivere.
#1499
Tematiche Filosofiche / Sostanza dell'essere
03 Dicembre 2021, 19:54:28 PM
A me sembra che il concetto di coscienza non sia così misterioso e inspiegabile. Come ho già scritto altrove va specificato il senso che vogliamo attribuire al termine, poiché vi sono almeno tre significati diversi di coscienza. Se ci limitiamo a quello più nobile, con esso intendiamo la capacità di riflettere su noi stessi e sul nostro essere nel mondo, che possiamo chiamare anche autocoscienza o coscienza critica. Quando da bambini iniziamo a chiedere perché, iniziamo ad esercitare quel tipo di coscienza. Ma come sanno i cultori dello yoga, la capacità di pensare sè stessi è un esercizio mentale e corporeo allo stesso tempo ed è appunto un esercizio. Ovvero la coscienza, in questa accezione, è il risultato di premesse biologiche peculiari di homo sapiens, e in primo luogo (ma non solo) di un cervello estremamente complesso. In secondo luogo, la coscienza è anche il risultato di un percorso culturale che è in divenire e che conosce differenze concettuali in relazione alla cultura di appartenenza. Inoltre la coscienza di sè è sempre anche coscienza del gruppo di appartenenza. Una coscienza di sè individuale non esiste se non nei termini di coscienza della propria entità biologica necessariamente connessa alla sopravvivenza. Ma parliamo allora di un significato di coscienza diverso da quello di cui parlavo in principio.
#1500
Tematiche Filosofiche / Sostanza dell'essere
01 Dicembre 2021, 23:31:36 PM
Non vorrei deluderti Mariano ma il Dna è semplicemente un polimero, ovvero un aggregato biochimico molecolare che permette la riproduzione cellulare. E' una sorta di grande libro che risiede all'interno di ogni singola cellula. In modo più ordinato negli organismi eucarioti come noi, in mondo più primitivo negli organismi procarioti (virus e batteri). Ogni singola cellula di ogni organismo vivente ha il suo libro-dna ed ogni organo legge di quel libro solo la parte che gli interessa per riprodurre le sue cellule. Il fegato, ad esempio, leggerà il capitolo "cellule del fegato" e riprodurrà solo quelle. La nuova cellula del fegato avrà a sua volta il suo libretto interno delle istruzioni, ovvero il DNA. Le nuove cellule vengono prodotte attraverso l'energia immessa nell'organismo provenienti dall'ambiente, generalmente acqua, sole e altri organismi viventi. La cosa straordinaria è il fatto che questo meccanismo lo condividiamo con tutti gli esseri viventi, dal virus, alla pianta di cactus, alla balena. Non esistono meccanismi diversi per la riproduzione della vita sul pianeta terra. Altra cosa straordinaria: tutto questo processo avviene nel modo più ordinato possibile e a nostra completa insaputa.
Esistono però nell'organismo vivente delle cellule che restano in vita lungo tutta la nostra esistenza e sono quelle del sistema nervoso. Ne nascono di nuove fino a circa 20 anni di età e poi sono destinate a morire progressivamente. In vecchiaia comunque ce ne restano a sufficienza per continuare ad avere coscienza di noi e della nostra storia, se siamo mediamente sani. Se proprio vogliamo cercare la sostanza dell'essere, la cercherei lì.