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Messaggi - Kobayashi

#16
Tematiche Filosofiche / Re: De dignitate homini
13 Giugno 2023, 13:09:46 PM
Citazione di: Jacopus il 11 Giugno 2023, 23:27:33 PMQuesto passo fu scritto da Pico della Mirandola 500 anni fa e brilla per la sua attualità. Dio rivolgendosi ad Adamo, specifica la sua qualità principale, la sua capacità di plasmarsi secondo la sua libera scelta. Senza badare al significato religioso sottostante, il messaggio di Pico è in realtà il prototipo di ogni dichiarazione moderna relativa alla plasticità del cervello umano, in grado di cercare il bene o il male, o meglio diverse percezioni del bene e del male. Come si arrivi a queste percezioni è complesso, fonte di dispute e teorie diverse, ma quello che Pico pronuncia è una dichiarazione di guerra sia contro l'homo homini lupus, sia contro l'ideale del buon selvaggio. Siamo noi a forgiare il nostro destino ed è in ciò la grande differenza che ci pone in un "mondo" differente da quello biologico, pur continuando, paradossalmente ad abitare anche quel mondo. Quello che dice Pico pertanto è un grande elogio all'umanità ma nello stesso tempo è un richiamo alla responsabilità dell'uomo e anche la constatazione che la divinità ha abbandonato il suo ruolo di legge eteronoma. L'uomo, in virtù della sua libertà, diventa autonomo.


Beh, la tua interpretazione di Pico è un bel po' sbilanciata...
Pico era un umanista cristiano, non può aver mai pensato che Dio abbia dato all'uomo il potere di plasmare valori, di decidere il bene e il male, altrimenti si potrebbe parlare di lui come di un precursore di Nietzsche.
Al riguardo ti rimando alla monografia di Henri de Lubac "Pico della Mirandola. L'alba incompiuta del Rinascimento", in cui l'interpretazione laica moderna (da Cassirer a Garin) viene minuziosamente contestata.

Il tema della natura paradossale dell'uomo, non animale, non angelica, libera, e quindi in continua costruzione, pericolosamente sperimentale, è un tema caro alla tradizione cristiana.

Il punto secondo me è: come intuire il cammino giusto? Cioè, nell'ottica di Pico, il cammino che conduce a "rigenerarsi nelle cose superiori che sono divine", da cui solo è possibile farsi carico della responsabilità dell'avvenire della Terra e costruire la pace?

Alcuni si affretteranno a rispondere: Grazia, Sacre Scritture, Chiesa!
Lasciamoli giocare nel loro sogno, prima o poi si sveglieranno.
#17
Tematiche Spirituali / Re: Il cuore saggio
11 Giugno 2023, 07:50:42 AM
Chiaramente non stavo parlando dei riti religiosi e della loro apparente o meno sterilità, ma dell'accompagnamento spirituale che viene esercitato nei luoghi in cui il cristianesimo viene preso sul serio, ovvero monasteri, conventi, case di preghiere. Luoghi in cui viene praticata sul serio un'idea di santità, che comporta una lotta per la liberazione dalle passioni, le quali si radicano in noi inizialmente attraverso le immagini involontarie, le suggestioni, i pensieri.
È un'idea di santità "impossibile" da due punti di vista:
- da quello psicologico, nel senso che la restaurazione della propria immagine divina riflette uno schema semplicistico dell'interiorità e di fatto il soggetto tende ad alternarsi tra l'illusione di una purificazione effettivamente conseguita in parte a seguito di esercizi e l'ammissione frustrante di essere sempre lo stesso peccatore;
- da quello conoscitivo, nel senso che tale cammino, per esempio nell'ambito degli esercizi spirituali organizzati nelle case religiose, continua ad oscillare tra realismo e simbolismo.
Per essere chiari: le immagini religiose non hanno un contenuto di verità, non hanno un contenuto costituito da rappresentazioni adeguate o meno della realtà, ma sono simboli che rimandano a qualcosa di inconoscibile, che l'uomo riesce solo a sentire, intuire, qualcosa che ci trascende. Per questo motivo è importante che questi simboli della trascendenza siano protetti dalle storpiature delle interpretazioni letterali, che riducono i simboli in immagini sterili. L'ateismo è, dal punto di vista religioso, la fase positiva e necessaria di questa purificazione.
#18
Tematiche Spirituali / Re: Il cuore saggio
10 Giugno 2023, 17:42:09 PM
Citazione di: Freedom il 09 Giugno 2023, 19:17:49 PMLo sforzo è indubbiamente, come affermi, laborioso. E il completamente definitivo è certamente complesso e difficile. E' vero. Ma la fatica non toglie soddisfazione al risultato.  E poi una fine c'è: la santità. Credo che sia il successo completo e definitivo.

L'antropologia su cui si basa la concezione cristiana di santità, con l'idea secondo cui c'è un'immagine divina presente in ciascuno di noi che va riattivata e ripulita, è così lontana dall'esperienza reale che solitamente una persona fa di se stessa, sempre che sia disposta a rimanere aperta a ciò che di inaspettato e diverso giunge dal mondo o dalla propria interiorità, magari tramite il sogno (per riagganciarci a un altro topic troppo frettolosamente accantonato...), è così lontana, dicevo, che il cammino per tale santità finisce per essere solo cultura, cultura religiosa, più che spiritualità concreta. Una messa in scena. La messa in scena dei ritiri spirituali, delle settimane degli esercizi ignaziani, delle riflessioni su parole lontane e irraggiungibili: la volontà dell'Onnipotente, i doni dello Spirito, la misericordia di Maria, e via dicendo. Immagini destinate a  rimanere sterili. Turismo religioso e religione motivazionale.
Occorre un nuovo modello di santità.
#19
Tematiche Spirituali / Re: Il cuore saggio
10 Giugno 2023, 17:11:41 PM
Citazione di: Duc in altum! il 09 Giugno 2023, 22:43:35 PM- Amare è una scelta, già la semplice decisione richiede un lavoro.
- A confermare che l'amare è una scelta c'è la realtà ove non c'è nessun obbligo a dover amare.

Si può scegliere di essere gentile, di essere collaborativo, di essere attento alle condizioni che permettono all'altro di manifestarsi per quello che è, ma non di amare... perché si ama solo il singolo, e dunque, che si tratti di un amore romantico o di amicizia, deve verificarsi un'affinità non programmabile e non generalizzabile.

E non confondiamo la compassione con l'amore. La compassione che provava Gesù per i poveracci che incontrava ogni giorno, una pietà che può anche nascondere del disgusto (il senso del bacio di Francesco al lebbroso, superare miracolosamente il disgusto, che quindi c'è), e l'amore per i suoi veri amici, Lazzaro, Marta e Maria, per esempio.
#20
Tematiche Spirituali / Re: Il cuore saggio
09 Giugno 2023, 10:35:34 AM
Rimane però da decidere quale sia l'origine dei pensieri che si vogliono combattere.
Vengono dall'Avversario? Dal Mondo (nell'accezione negativa data dal monachesimo)? Dalla propria parte oscura? Dall'interazione nevrotica con gli altri e con i propri modelli interiorizzati?

E qual'è con precisione la finalità di questo combattimento?
La purificazione, la santità? O piuttosto, uno stato di benessere, la serenità?

Combattere con essi per poter essere veramente capaci di amare? Ma sarebbe amore qualcosa che nasce da uno sforzo così laborioso, e mai terminato? E in fondo, perché dovrei amare? Non sarebbe ugualmente nobile stabilire una distanza di sicurezza con l'altro in modo da non finire per ferirlo?
#21
Citazione di: Jacopus il 08 Giugno 2023, 10:35:38 AMKoba. Sono ateo ed ho una figlia credente ed un figlio non credente, ormai grandi. Entrambi hanno fatto tutti i passi necessari per diventare cattolici, perchè mia moglie è cattolica. Uno ha scelto per un verso e l'altra per l'altro, ma non mi sono mai opposto a che facessero tutte le scelte che volessero, sia in campo politico che in campo religioso. Magari mi avranno sentito talvolta in taluni discorsi "eretici", ma questo lo posso fare in un forum e non potrei farlo a casa?  O:-)

Non ho parlato dell'opporsi o meno alla scelta spirituale dei figli, ma della capacità o meno di rispecchiare la ricchezza e le potenzialità di una scelta del genere, perché se in fondo si pensa che la religione sia solo una favola, di fatto non si può fingere di sentire che quel cammino possa essere straordinario.

Dovremmo forse prendere sul serio alcune teorie psicoanalitiche sulla molteplicità del sé, teorie che sostengono che l'unità del sé sia solo un'illusione necessaria, e che in realtà ci sia una continua interazione tra i sè. E accogliere quei sé banditi dalla propria parte più pragmatica, bisognosi di devozione, di pace, di abbandono in Dio o nel sogno o in qualcosa di simile.

Allora anche questa discussione infinita su fideismo-ateismo, che attraversa il 70% dei topic, che dura dal giorno della fondazione del forum, potrebbe avere sviluppi interessanti...
#22
Secondo me il ruolo educativo del genitore è trasmettere al figlio in fase di ripensamento di se stesso (tipicamente nell'adolescenza e nella prima giovinezza), l'idea che qualsiasi scelta farà, che sia quella della religione vissuta intensamente (fino magari a riflettere sull'ingresso in un ordine religioso), o quella del rifiuto di ogni religione per abbracciare una visione filosofica neoilluminista o materialista, potrà essere comunque ricca di senso, indipendentemente dai convincimenti del genitore stesso.

Ma questa capacità di seguire il cammino del figlio e di dare una risonanza positiva, di senso, di ricchezza, ai suoi esperimenti esistenziali seppure in territori poco conosciuti dal genitore, è una capacità drammaticamente carente specialmente in coloro che vedono la religione solo come ideologia.
Perché i genitori che invece hanno una fede, essendo il mondo platealmente contrario a tutto ciò in cui credono, sono maggiormente esercitati al dubbio sui propri convincimenti e il percorso scettico intrapreso dal figlio per loro non può essere privo di valore, magari sbagliato sì, ma non insensato o stupido o frutto di problemi psicologici, come invece appare il cammino della fede a molti genitori atei.
#23
Questa discussione, insieme a quella sulla libertà di espressione in altra sezione, mi ha fatto sorgere alcune domande.
In estrema sintesi: il pluralismo dell'Occidente è un vuoto? Un vuoto di tradizioni? L'esito della critica ad ogni valore tradizionale?
O è piuttosto, esso stesso, un valore, qualcosa che ha in se' una positività, un contenuto, qualcosa che comporta adesione, rispetto, una specie di liturgia?

Perché nel primo caso la reazione può essere quella della denuncia delle vertigini e dell'auspicato ritorno alla solidità della tradizione di famiglia.
Nel secondo caso alla sensazione del vuoto segue invece un percorso di introspezione e di ascolto della propria voce (la quale potrà pure alla fine coincidere con la tradizione di famiglia, senza che da ciò se ne possa concludere una morale generale sulla fondatezza di tale tradizione).

Stesso paesaggio, stesso precipizio, ma là dove qualcuno vede solo il pericolo del vuoto, l'alpinista inizia a studiare la parete verticale alla ricerca di passaggi nascosti verso altri paesaggi, verso luoghi sorprendenti.
#24
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 31 Maggio 2023, 09:21:13 AMPerché non siamo biologicamente destinati a nessuna super unità?
Perché l'unità dovrebbe assomigliare ad una regressione? La goccia è parte dell'oceano e il granello di sabbia è parte del deserto. Goccia o granello di sabbia, preso a sé non avrebbe alcun valore, ma l'oceano (formato da gocce d'acqua) o il deserto (formato da granelli di sabbia) ha un valore immenso e ciò valorizza goccia o granello, come parte del tutto.
Il minestrone, per esempio, contiene diverse verdure, ognuna delle quali è facilmente distinguibile e contribuisce a dare al minestrone il gusto di nostro gradimento. Diverso è il frullato, dove gli ingredienti non sono più facilmente distinguibili.
Il valore di una cosa la stabilisci tu. Di per se' un sasso vale quanto una montagna.
Il deserto è il risultato della semplice giustapposizione di granelli di sabbia.
Ma, diresti tu, ci sono casi in cui la giustapposizione determina un salto di qualità.
Come l'interazione tra gli umani, che ha generato le civiltà, la cultura, la tecnica.
Se però tale interazione fosse biologicamente orientata verso una piena collaborazione le nostre città sarebbero già simili ad alveari.
Pensare che il percorso delle civiltà sia una "lotta culturale" finalizzata quasi inconsciamente a superare ciò che c'è di conflittuale nell'interazione umana, per giungere in un futuro prossimo alla pace perpetua, all'armonia, alla piena accettazione del singolo etc., è, secondo me, un modo ingenuo, sentimentale, di guardare a ciò che veramente siamo.
#25
Citazione di: bobmax il 30 Maggio 2023, 16:53:25 PMNon dovremmo invece chiederci cosa significhi superare l'oscillazione?
Cosa vuol dire "essere" per davvero?
Potrei ancora esserci, cioè esistere, una volta che davvero sono?
Non è forse lo stesso esistere a doversi rivelare un non essere?
Non è proprio la separazione, il due, l'origine di ogni male?
E non è proprio a causa del male che sono sospinto a essere?
Infatti è proprio l'inferno il luogo dove Dio è certo.
L'amore muove ogni cosa.
Anche il coraggio spartano non è forse nient'altro che una manifestazione d'amore?
Ogni azione, ogni desiderio, ogni volontà sono manifestazione dell'amore che smuove ogni cosa.
Alla ricerca di che?
Dell'Uno.
L'amore muove alcune cose. Poche cose, a dire la verità.
Quotidianamente vedo azioni mosse dalla necessità, dall'egoismo, dall'interesse.
Mi accontenterei che ogni cosa fosse mossa dall'intelligenza... Ma non è così.
Tutto è soggetto all'interesse del singolo e alla sua emotività più o meno disturbata.
Certo, se non fossimo così separati l'uno dall'altro... Ma non siamo formiche. Non siamo biologicamente destinati a nessuna super-unità.

La separazione prevede l'interazione, e certo l'interazione è la condizione che rende possibile il male. Ma anche il bene. O sbaglio?
L'unità invece non assomiglia ad una regressione? Quasi volessimo sparire in una condizione simile a quella dei minerali?

Un'ipotesi, una dottrina metafisica, può essere solo l'espressione della nostalgia per un'altra vita, per un altro mondo?
Voglio dire: è giusto consentire che dei bisogni impossibili abbiano la meglio sull'intelligenza che si aspetta, diciamo così, che vengano rispettati dei requisiti minimi di credibilità?
#26

Ti faccio notare che stai dicendo che c'è una Verità, unica e universale, ma non ti stai riferendo alle caratteristiche formali della nozione di verità, ma ad un suo contenuto, e dichiari di essere certo di ciò, anche se non sai quale sia questo contenuto...
Dovresti spiegare come fai a essere così sicuro di questa Verità, dell'esistenza di questa Verità singola, e quindi del suo contenuto dottrinario, diciamo così, se non hai idea di quale esso sia.
#27
@Duc

Io non mi contraddico. Sei tu che fai confusione.
La verità, essendo corrispondenza tra rappresentazione e realtà, non può che essere universale.
Ma se manca la realtà, con cosa dovremmo stabilire la corrispondenza? Rimaniamo con le sole immagini mentali che quindi svolgono altre funzioni, diverse da quella di rappresentare correttamente la realtà (rappresentazione che sola permette eventuali manipolazioni).
Queste funzioni, che sono quasi altrettanto vitali della verità che da il potere sulla materia, servono probabilmente ad alimentare, a salvare, la nostra interiorità.

L'argomentazione della scelta, che sembra essere il tuo chiodo fisso, o meglio, con la quale pensi di inchiodare il tuo interlocutore a chissà quale dramma esistenziale, e che è una specie di variazione imbastardita di quella di Pascal, semplicemente non funziona... per l'ovvio motivo che non ci sono due alternative come piace pensare a te.
Non c'è da una parte l'opzione cristiana o religiosa o comunque attinente Dio e dall'altra l'agnosticismo o l'ateismo. Come se la vita girasse intorno a interrogativi metafisici...
Ci sono indefinite possibilità. E indefiniti passaggi, scelte, ritorni, contraddizioni.
#28
Citazione di: bobmax il 30 Maggio 2023, 14:48:36 PM[...]
Per cui non è che funzioni...
Oscillo infatti tra essere e non essere.
E perlopiù non sono. Cioè esisto, ma non sono.

Posso solo chiedere di diventare amore, amore Vero, sperando di essere altrettanto Vero.
Se questa oscillazione non è mai definitivamente superabile, ne da te ne da santi, profeti, missionari, che cosa significa?
Che il suo superamento è innaturale. Che non siamo amore. Che l'amore è solo una delle componenti.
E poiché siamo organismi condizionati culturalmente, da una certa specifica cultura, vediamo nella santità qualcosa di più vero, anche se poi diventa impossibile dimostrarlo.
Se fossimo cresciuti nella Sparta antica avremmo altri ideali, altri riferimenti, non l'amore, non il santo, ma il guerriero, l'antenato che ha versato il proprio sangue in battaglia per la gloria e la libertà della città.
Perché dire allora che si oscilla tra essere e non essere, tra questo splendore esoterico dell'essere e l'esistere.
Si è, si esiste, si è in vita, tutto qua, è la stessa cosa.
#29
Citazione di: bobmax il 30 Maggio 2023, 13:10:36 PMPassando da "verità" in "verità" non è inevitabile che infine ogni possibilità contraria mostrerà la propria inconsistenza?
Certo, è quello che sperimentiamo in continuazione. Questo non garantisce che alla fine si arrivi alla Verità, o a Dio.
La logica non garantisce nulla. O meglio... questa tua logica che garantisce l'approdo al nulla, alla negazione di ogni posizione singola, è a sua volta, forse, molto più modestamente, un'altra posizione, solo una delle tante, quella di un vuoto che, se per te funziona, è saggezza, per altri solo povertà, privazione. 
#30
Citazione di: Duc in altum! il 30 Maggio 2023, 12:15:55 PMCerto, ma quella visione/interpretazione, ti piaccia o non ti piaccia, è l'espressione nei fatti (quindi non più teorica) di ciò che ritieni essere il vero senso dell'esistenza universale ...altrimenti attueresti differentemente!
No, niente affatto. Piuttosto è ciò che ritengo importante, utile, per la mia esistenza.
Non c'è nessuna universalità.
Per esempio la mia affinità con l'idea monastica di separazione dal mondo riguarda un mio bisogno personale, che viene dal mio temperamento, da come sono cresciuto etc., e che certo è sentita anche da altre persone simili a me, ma niente di più.

Vale la pena riflettere sul fatto che la teologia contemporanea tende sempre di più a sostituire la nozione di "verità" con quella di "senso".