Citazione di: Koba-san il 18 Ottobre 2025, 16:36:02 PMSì, credo di capire cosa intendi quando scrivi che al relativista "resta da capire che non c'è più niente da capire": cioè che deve liberarsi definitivamente dell'idea di conoscenza come rispecchiamento dell'oggetto.Si, purtroppo è quello che intendo.
Però detta così la frase – e tenendo presente anche ciò che dici alla fine del post sulla IA – sembra che tu ritenga che, una volta abbandonata la vecchia idea di "capire", la conoscenza si riduca ad una specie di elaborazione quasi automatica di segni, un gioco senza soggetto, privo di intenzionalità.
È così?
La comprensione è quella elaborazione incosciente di segni che produce evidenza. Evidenza che manca quando interviene la coscienza.
E' come se ''l'evidenza'' si spostasse dal risultato al processo che lo produce.
L'evidenza è un dare del tu alla realtà, ma con la scienza possiamo dare del tu solo alle equazioni della fisica, che ammetto non essere una prospettiva desiderabile, anche se si dice esse abbiano ancora una loro bellezza, a saperla ''vedere''.
Volendo cercare un fattor comune fra i due procedimenti di conoscenza, la comprensione potrebbe aversi quando si prende talmente l'abitudine a qualcosa, da ''apparirci'' ovvia.
Cioè la comprensione potrebbe esser il prodotto di un processo di normalizzazione, un fare proprie le cose attraverso l'abitudine ad esse.
La ripetitività in un caso, e la ripetibilità nell'altro.
Voglio dire, trattandosi di processi di conoscenza, mi pare ragionevole pensare che rispondano a meccanismi simili, evidenti nel caso in cui il risultato manca di evidenza, e diversamente non evidenti.
In altri termini, si tratta dello stesso processo, al di la delle apparenze.
Fortuna vuole, che anche quando lo smascheriamo, il processo continua a funzionare, e nessuno potrà toglierci il piacere di goderci un bel tramonto su una spiaggia dorata.
Però, alla fine, questo incremento nell'uso di coscienza qualcosa dovrà cambiare, o no?
Mi pare che non se ne tenga abbastanza conto, dichiarandosi esseri coscienti solo per esaltarsi.