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Messaggi - Ipazia

#16
Grande confusione sul materialismo marxista. La concezione materialistica della storia non è apologia del dominio fondato sulla roba e la proprietà (inclusa quella di lavoro umano altrui o esseri umani in toto), ma la critica di questo modello sociale e la presa d'atto che tale situazione ha generato la storia, o meglio la preistoria dell'umanità.  Basta leggere gli scritti filosofici del giovane Marx (già ateo e totalmente degiudaizzato), per cogliere la spiritualità umanistica che alimenta il suo pensiero e lo motiva al superamento della preistoria classista verso valori a misura d'uomo piuttosto che di padrone ( lo "stato di cose presenti") , verso l'inizio della storia e la fine della preistoria ferina.
#17
Citazione di: fabriba il 31 Agosto 2025, 10:58:23 AMNon vantaggi per chi ha il potere: chi ha il potere ha il potere, e non cerca il caos.
Chi ha il potere usa deliberatamente il caos per conservarlo: strategia della tensione. In particolare quando il potere è pressato da spinte rivoluzionarie. Storia recente che dettaglia la questione assai bene per via politica,più concretamente dei voli metafisici.
#18
Citazione di: Kob il 31 Agosto 2025, 08:03:15 AMMa si può pensare ad una spiritualità senza religione? Forse sì, a patto però di non essere bloccati da altre concezioni forti, come il materialismo. Cioè il cambiamento deve avere come meta un sogno, una speranza. Deve esprimere lo spirito utopistico, deve dar voce alla ricchezza interiore dell'uomo, al di là dei bisogni dell'animale. In questo ci deve essere la capacità di concedere tutta la libertà necessaria all'immaginazione.
Come tutte le visioni del mondo anche il materialismo si presta ad implementazioni feticistiche, ma al suo interno possiede anticorpi idonei a contrastare tale tendenza perché nasce come critica delle sovrastrutture ideologiche e dei loro feticci socialmente e storicamente determinati (Dio, Famiglia, Proprietà Privata, Stato, Capitale, Merce,...).

La spiritualità marxista ha punti di convergenza con la fede nella terra raccomandata da Nietzsche. È la presa d'atto affermativa del nostro destino evolutivo, con la presa in carico di un'etica coerente. Utopica, ma non meramente illusionale, utopistica.
#19
L'indicibile  con la religione si adulteria in dicibili idolatrici l'un contro gli altri armato. Tale è l'esperienza storica e pure il peggio dell'attualità. Processo inevitabile quando si feticizza la realtà è si generano caste addette al feticcio; trascendente o immanente (la $cienza,....).
#20
Citazione di: Mel Fed il 30 Agosto 2025, 16:42:25 PME la Spiritualità dov'è? Su 30 risposte soltanto in Kob c'era qualche elemento che la ricordasse. Non si chiama così la sezione?

La spiritualità è nel coscienzioso rifiuto di scorciatoie sgamate di tipo ideologico-religioso. Abbisogna certamente una rivoluzione etica, ma se la risposta è "religione", la risposta è sbajata.
#21
@green 

Consiglierei alla feccia anticomunista di documentarsi più a fondo sull'uso "liberalista" dello sfruttamento infantile prima di postare corbellerie. Eros senza agape incluso.
#22
Il taroccamento della scienza in $cienza è un dato reale, al netto degli alieni, che nel libro "il fuoriuscito" dell'oncologo Renzo Tomatis è ampiamente documentato decenni prima della covidemia che conclamò il deterioramento. Spetta alla comunità scientifica bonificare il marciume a libro paga che alligna al suo interno e nei dintorni affaristici e politicanti, ma è, come spiega Tomatis, una impresa ardua contro i signori del profitto per cui la ricerca è niente più che un'oca dalle uova d'oro, per le quali ogni crimine è ammesso. Tomatis se ne andò schifato dallo IARC (OMS), ma la corruzione da allora si è consolidata intorno al business del millennio: il corpo umano.

Sapere ciò rende diffidenti, ma come tante altre battaglie, anche questa si può combattere, avendo ben chiara la strategia mercatista del nemico.
#23
Ode al materialismo

Tutto molto bello finchè la realtà non assume la forma concretissima e beffarda del paracarro contro cui l'osservatore incauto va a sbattere senza poterla rimodellare a suo piacimento.
#24
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 18:01:30 PMLa domanda iniziale per come la interpreto io non era se dovrebbero nascere nuove religioni, ma se possono.
Cambia poco: sono forme obsolete di socializzazione che hanno già dato e detto tutto quello che potevano e dovevano. Possono tornare come rigurgiti identitari integralisti a supporto di progetti politici criminali, col corredo violento di sharie e jihad nelle varie salse storicamente determinate che in Siria, Afghanistan e Gaza vediamo all'opera, non escludendo complicità e iniziative analoghe in salsa crociata. Inventarne di nuove è parimenti anacronistico, venendo meno l'autorevolezza del modello sovrannaturale che dovrebbe animarle. Tanto vale, e così funziona, riesumare le esistenti. Poco auspicabile ma possibile. 
Riguardo all'istruzione, l'inefficienza di quella di regime non è poi così deleteria. Meglio nessuna che l'indottrinamento. Ci si formerà altrove e si metterà mano a tutto il decrepito ambaradan con nuove spinte rivoluzionarie generate dallo stato di cose presenti. Nel frattempo godiamoci la barbarie per cui abbiamo votato. E non è detto che avremo altre chances visto il tunnel atomico in cui ci stiamo infilando.
#25
Meno caritatevolmente:
Del multiculturalismo olandese hanno un bel ricordo i nativi sudafricani. Così bello che si sono buttati a capofitto sui BRICS, insieme ai discendenti dei russi del secolo scorso. Scartando accuratamente l'unione canaglia UE, intasata di olandesi e rigurgiti neocolonialisti vari.
#26
Trascendiamo pure, ma con moderazione. Avendo sempre presente la differenza tra realtà e immaginazione. A tutti farebbe comodo un nume salvifico che si occupi proprio di noi, della nostra personale salvezza, ma non funziona così. Ormai dovremmo saperlo e tale consapevolezza è l'argomento definitivo contro la nascita di nuove religioni. Persino la Scienza (Dio) ha mostrato in più occasioni il suo alter ego satanico ($cienza) e quindi, parafrasando Heidegger, solo noi ci possiamo salvare, coi nostri poveri mezzi cognitivi evolutivi. Lezione di Darwin, Marx e Nietzsche, passando dalla natura al trascendentale.
#27
Citazione di: fabriba il 29 Agosto 2025, 12:47:03 PMIl bisogno di una religione si perde nella notte dei tempi, io darei addirittura per scontato che è parte dell'animale umano, e non vedo una discontinuità tale nel nostro tempo da suggerire che sia ora venuto meno.
Vedo una discontinuità culturale piuttosto che potrebbe aver reso le vecchie religioni obsolete. Io direi che questo potrebbe addirittura essere un periodo particolarmente fertile per la creazione di nuove religioni

L'obsolescenza mi pare abbia colpito il significato della religione in toto e ciò spiega pure la discontinuità culturale. E' il valore stesso della trascendenza che è venuto meno insieme alla illusorietà di un mondo dietro (e sopra) il mondo dopo le lezioni di Marx e Nietzsche. Le caste religiose riesumate si confondono sempre più con le società per azioni della società capitalistica dominante e, prive di una propria vitalità, dipendono dagli stati (capitalistici o teocratici) che le sponsorizzano.

CitazionePerò se pensiamo al cristianesimo ci sono voluti secoli dalla fondazione alla popolarizzazione, quindi magari delle religioni che vengono fondate oggi, le pochissime che dureranno millenni sono ancora una nicchia e non le abbiamo mai sentite nominare.

Se pensiamo al cristianesimo c'è voluto un impero che lo riconoscesse come sua ideologia funzionale perchè si affermasse (in hoc signo vinces), e regni e imperi a sua immagine perchè durasse. Finchè la rivoluzione borghese illuminista non ha decretato che l'ipotesi Dio non è necessaria per spiegare l'universo e senza quella ipotesi è cambiato ben poco nelle relazioni umane, anche perchè le teocrazie furono e sono tutt'altro che specchi di virtù. Al feticismo residuale hanno provveduto i miti liberal-liberisti e purtroppo anche le degenarazioni del pensiero socialcomunista.
Quindi meglio restare coi piedi per terra come raccomandano Marx e Nietzsche, e praticare il NO GOD NO MASTER del comunismo verace.
#28
Citazione di: InVerno il 28 Agosto 2025, 21:50:26 PMIl capitalismo non è una religione per il semplice fatto che è oggetto di un altra religione, il marxismo, nessuno ma proprio nessuno usa questo termine fuori da una cornice marxista per il semplice fatto che senza quella cornice non ha alcun senso, non si sa neanche cosa sia; è un pò come il satanismo, ha senso solo se ci accetta la cornice cristiana che prevede Satana sia da qualche parte.

Il liberalismo nasce fondamentalmente dal fatto che dopo la riforma protestante i vari re europei sono stati costretti a trovare un tetto comune per protestanti e cattolici e perciò a gradualmente permettere la libertà di culto, fin qui non è una religione ma la sua decostruzione, però nei secoli ha accumulato abbastanza materiale da camminare con le sue gambe, a differenza del satanismo, è diventato una religione\ideologia a sua volta.
Il capitalismo ha carattere religioso per il semplice fatto che ha posto il capitale come valore supremo,  il profitto come "grazia" e il capitalista come celebrante del sacro rito economico. Il liberalismo è nient'altro che la versione capitalistica della schiavitù sdoganata nella forma dello sfuttamento di lavoro servile per grazia del sommo nume Capitale. La feticizzazione del Capitale lo eleva dalla mera dimensione economica strombazzata dal riduzionismo apologetico liberal-liberista e lo rende un soggetto religioso a tutti gli effetti.
Soggetto religioso che non ha nessuna voglia di abdicare, dopo aver sottomesso tutti gli altri numi e cosche religiose.
Basta questo per comprendere la difficoltà di affiancargli nuove religioni che in ogni caso entrerebbero ben presto nel ciclo liturgico del profitto perdendo ogni loro identità, come accaduto alle forme più o meno imborghesite di socialismo,sempre pronte a svendere i diritti sociali dei popoli di fronte alle emergenze imposte dal Capitale e dal suo ecumenico Stato multinazionale. Senza ritegno fino alle mostruosità belliche imperialistiche.

Il feticcio capitalistico ha preso il posto dei feticci storici nella vita reale e nell'immaginario ideologico del pianeta e dopo il fallimento del progetto comunista ci vorrà ben altro che operazioni meramente ideologiche per scalzarlo. 
#29
Attualità / Re: Il giorno della memoria
28 Agosto 2025, 16:17:03 PM
Tornando al tema, " i giorni della memoria " si stanno moltiplicando mostruosamente e il genocidio etnico di Gaza ne sta scrivendo uno che si sposa perfettamente con la maledizione che chiude la poesia di Primo Levi, incipit di "Se questo è un uomo".

Il regime sionista ha ereditato il peggio della prassi politica nazifascista, chimera naturalissima, visto il collante capitalistico dei rispettivi deliri suprematisti. Collante virale anche oggi, in marcia verso una nuova guerra mondiale con Europa o Israele in versione Saraievo.
#30
Il sincretismo tra cristianesimo e capitalismo, mitologie incluse, risale alla riforma protestante. Quello tra cristianesimo e potere vige fin dai primordi: "dà a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", consolidato da secoli di imperi e regni cristiani.

Di retorica ne vedo poca, si chiama storia, peraltro ben documentata. Bergoglio che sposa la $cienza e non sente la puzza di zolfo percepibile anche dagli atei è storia di oggi e riconferma la relazione tra dominante e dominato.

Col che si entra nella relazione classica tra struttura e sovrastruttura. Sovrastruttura abbondantemente coperta da marchingegni tecnoideologici e orde di influencer che rendono decisamente anacronistica la forma religiosa; argomento "last but not least" per ritenere improbabile il sorgere di nuove religioni.  Anche il basso impero bizantino e l'assolutismo regio dovettero servirsi di quella esistente: un cristianesimo quattrostagioni adattabile pure alle campagne napoleoniche, coloniali e $anitarie. Perfino la Russia postsovietica ha riciclato l'ortodossia e la Cina  paracomunista non disdegna più la sua antica tradizione filosofico/religiosa.

Urge semmai una nuova etica, possibile solo con nuove relazioni sociali ed economiche.