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Messaggi - bobmax

#16
Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2024, 19:32:39 PMDevo sempre fare una fatica terribile perchè il tuo nulla equivale al mio concetto di Essere.
Il punto è che questo nulla in termini fenomenologici è sempre qualcosa.
Io non ho paura del ESSERE/NULLA, ho paura del post-modernismo di Heidegger, che non parla MAI di cose effettive, reali.
Così non sorprenda troppo la sua iniziale adesione al nazismo, e il suo anti-ebraismo metafisico, a cui mai ha chiesto scusa.
Quindi quando guardo gli altri esseri umani, vedo le pulsoni e le scelte che li guidano.
Altrimenti non esisterebbe critica alcuna, se non a modelli vuoti metafisici.

Heidegger è un corruttore.
Ha sfruttato Jaspers per realizzare trappole per allocchi.

Davvero bravo nell'inganno.
Per avere successo ha scopiazzato malamente da Jaspers, perché ne percepiva evidentemente la grandezza. Ma al solo scopo di irretire, con frasi seducenti, i tanti che in definitiva non  volevano che essere sedotti.
Sfrutta il pensiero razionale per illudere i poco accorti di aver compreso!
Ma in realtà sono stati soltanto abbagliati da pensieri ormai senza spirito.
H. è senza anima.

Se vorrai avvicinarti a Jaspers, noterai una qual assonanza, ma il messaggio è completamente diverso.
In Jaspers vive l'amore per la Verità, in H. vi è solo bieco raziocinio.

Lettura magari non facile, quella di Jaspers, ma solo perché parla del semplice.
E il semplice è sempre difficile.
Ma, da come ritengo tu sia, ne potresti trarre grande giovamento.
#17
Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2024, 18:40:33 PMMa se fosse così come puoi dire le parole "io", "tu" etc....
E' evidente che la percezione è una propriocezione ossia un pensare.

Ma certo che dico "io", "tu"...
Che altro potrei dire?

Ma diventando sempre più consapevole, attraverso l'amore, che dietro di essi vi è sempre e solo l'Uno.
#18
Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2024, 18:38:30 PMMa perchè dovresti dubitare dell'amore? A partire dal fatto che se non esistesse quello primario della madre che ti sfama, non ti porresti nemmeno l'idea che qualcuno sia mero corpo incapace di pensiero, figuriamoci d'amore.

Ma è proprio il mio credere nell'amore che mi fa guardare ciò che "veramente" c'è.
Davvero non lo vedi?

Ti terrorizza così tanto il nulla?
Non è forse la fiducia nell'amore l'unico modo per affrontarlo?
#19
Citazione di: Phil il 01 Ottobre 2024, 17:57:12 PMIn realtà non è nemmeno una questione di concetti come «io», «pensare», etc; nel momento in cui, anche nel vuoto silenzio mentale, percepisco sensorialmente qualcosa, ad esempio toccando o guardando, o ho la minima propriocezione, anche se potrebbe essere tutta un'illusione, posso concludere che per avere quella percezione (illusoria o meno) devo comunque esistere. Percipio ergo sum.
È il corpo che percepisce, non tu.
Tu sei soltanto una creazione del corpo, funzionale alla gestione delle percezioni.
Nulla di più.

Tanto è vero, che nulla puoi.
È sempre il corpo ad esprimere ogni volontà.
#20
Citazione di: Eutidemo il 01 Ottobre 2024, 17:42:00 PM
Ciao Bobmax. :)
Tu hai portato il discorso ad un "livello metafisico", sul quale io concordo in pieno con te; tuttavia Cartesio si riferiva al nostro "io individuale", e non al nostro "sè universale", di cui l"io individuale" è solo un mero "epifenomeno" (almeno secondo la mia e la tua Weltanschauung).
Sotto questo aspetto, come tu giustamente scrivi, l'"io individuale" non ha alcuna una sua propria "realtà", ma è solo l'"apparenza" e l'ingannevole  "manifestazione plurale" dell'UNO; ma la questione del "Cogito ergo sum" è diversa, perchè riguarda solo l'"io individuale", per cui, forse, sei andato un po' OT.
***
Un cordiale saluto! :)
***

Non penso proprio, non è un discorso metafisico. Non c'entra l'Essere, è una semplice costatazione relativa all'esistere.

Se guardi con attenzione, cercando l'effettiva presenza attorno a te di "io" individuali, potrai incominciare a sospettare che in realtà non ve ne sia nessuno.
Vi sono corpi che vivono, ma che non sono guidati da un io individuale.

Una volta colto che in realtà non c'è nessuno... allora può sorgere la domanda su Dio.
#21
L'ipotesi più probabile, per non dire pressoché certa, non è tanto che non si sia nessuno sotto anestesia, bensì che non si sia proprio nessuno, sempre.
Cioè che l'io non abbia alcuna sua propria realtà. Essendo soltanto una creazione del corpo, che ne abbisogna per gestire la propria esistenza.

Vi è un corpo, che è questo in cui mi ritrovo e che considero mio. Mentre in realtà io sono soltanto un suo epifenomeno. Non ho alcuna consistenza mia propria.
Infatti io compaio quando serve, o almeno quando potrei servire, cioè solitamente da sveglio, ma quando sono meno necessario o per nulla necessario, vengo spento, non ci sono più.

Vi sono innumerevoli prove della mia nullità, in quanto io.
È sufficiente prestare attenzione.

Certo, una volta appurato di non esistere, se non come espressione contingente di ciò che ogni volta mi genera, occorrerebbe allora vedere chi si accorge che io non ho alcuna realtà mia propria...
#22
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
30 Settembre 2024, 20:39:01 PM
Citazione di: Scepsis il 30 Settembre 2024, 20:15:28 PMCi sono due diverse distribuzioni, quella probabilistica e quella statistica (ed io ho parlato di entrambe). Tutte e due possono essere rappresentate da gaussiane. La distribuzione probabilistica e' determinata ex ante ed e' una ed una sola, con media, Moda e mediana pari a 50% Rosso (o 50% Nero). Poi si tratta di vedere la distribuzione statistica e come questa si avvicini a quella probabilistica (quest'ultima unica e predeterminata). Al crescere delle osservazioni la distribuzione statistica si avvicina sempre piu' alla distribuzione probabilistica, e questo puo' essere misurato vedendo come la media della distribuzione statistica si avvicini alla predeterminata media probabilistica (50% Rosso).
In genere la Gaussiana viene utilizzata per le rilevazioni campionarie: per misurare un oggetto con assoluta precisione effettuo varie misurazioni i cui valori sono sempre, inevitabilmente, leggermente diverse tra loro, distribuendosi lungo una Gaussiana, e questa sara' la distribuzione statistica. Io non conosco l'esatta grandezza dell'oggetto da misurare ma so che all'aumentare delle misurazioni (e quindi del campione) la media della distribuzione statistica si avvicinera' sempre piu' a tale esatta grandezza e posso probabilisticamente affermare che quest'ultima (che non conosco) rientrera' in un certo intorno della media statistica con una certa probabilita' (es. +/- 3% della media statistica con una probabilita' del 90%). Al crescere del campione l'intorno si ridurra' e la probabilita' aumentera'. Continuo a non conoscere esattamente la dimensione dell'oggetto ma so probabilisticamente entro quale intervallo e' presente tale valore e con quale probabilita'.
Nel caso della Roulette abbiamo il caso opposto: gia' conosco ex ante la distribuzione probabilistica e quindi la media probabilistica (50% Rosso) e voglio sapere quanto (con che intervallo e con quale probabilita') una certa distribuzione campionaria, e quindi la relativa media statistica, si avvicinera' alla predeterminata e nota media probabilistica. Nel primo caso non conosco un dato (in questo caso una misurazione) e cerco di approssimarmi ad esso con osservazioni campionarie, nel secondo caso gia' conosco ex ante il dato (in questo caso la distribuzione probabilistica e la relativa media) e voglio vedere come un certo campione si approssima ad esso (in termini di raffronto di media probabilistica e statistica).
Considerando che una distribuzione statistica e' data, ad esempio, dall'osservazione di 400 blocchi costituiti ciascuno da 6 esiti consecutivi, quando dici "Nel caso in un cui ci ritrovassimo con l'avverarsi di un campione con bassa probabilità, questo sarebbe rappresentato lontano dal valore medio", il campione con bassa probabilita' di cui parli e' costituito da uno dei 400 blocchi osservati (es. NNNNNN) o e' dato dall'intera distribuzione statistica (cioe' da tutti i 400 blocchi) ? E quando parli di valore medio ti riferisci a quello statistico o a quello probabilistico ? Ci sono 3 possibili interpretazioni:
Se si parla di un solo blocco (es. NNNNNN) e ci si riferisce alla media statistica e' evidente che quel singolo blocco, "a bassa probabilita'" sara' lontano dalla media statistica e nella parte estrema della Gaussiana.
Se si parla di un solo blocco (NNNNNN) e ci si riferisce alla media probabilistica, questo non ha senso, perche' la media probabilistica (predeterminata ex ante) va eventualmente raffrontata alla media statistica (e la distribuzione di un tipo raffrontata all'altra). Perche' dovremmo raffrontare un solo singolo blocco (NNNNNN) con la media probabilistica ?
Se si parla dell'intera distribuzione statistica (cioe' di tutti i 400 blocchi) non ci si puo' poi che riferire al valore medio probabilistico. E' possibile (anche se improbabile) che nonostante l'osservazione di 400 blocchi la relativa distribuzione statistica sia molto lontana da quella probabilistica, e quindi la media statistica lontana da quella probabilistica (che e' unica e determinata ex ante).
Non capisco pertanto cosa si intende quando si dice "Ma se a questo punto ci chiedessimo, quale distribuzione di probabilità vi sarebbe una volta uscito quel campione raro, ebbene vi sarebbe ancora l'identica distribuzione normale". La distribuzione di probabilita' e' predeterminata ex ante, e' e rimane quella, non puo' essere influenzata da nessun campione estratto (sia esso singolo blocco o intera distribuzione statistica). Eventualmente il singolo blocco puo' influenzare (in misura maggiore o minore a seconda del numero dei blocchi considerati) la distribuzione statistica, ma mai quella probabilistica.


La distribuzione statistica mostra l'eventuale scostamento dalla distribuzione attesa.
Cioè se vi è un errore nella generazione dei campioni.
Può essere perciò utilizzata pure per verificare se la roulette è truccata.

Ma la distribuzione statistica non dice nulla sugli eventi futuri.
Si può cioè constatare una distribuzione con una media molto lontana dalla media attesa. Ma ciò non influisce minimamente su ciò che avverrà: infatti la distribuzione della probabilità resta la medesima.

Perciò possono anche uscire 100 neri consecutivi, ma nella previsione futura è comunque sempre come se fossimo al primo lancio.
E non come viceversa tu in altri tuoi interventi lasci intendere.
#23
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
30 Settembre 2024, 07:51:59 AM
Acquisire una conoscenza non è mai banale. Anche chi è un genio, dopo aver intuito qualcosa di davvero difficile, deve poi lavorare a lungo per consolidare, chiarire la sua idea iniziale.
Senza questa fatica nessuna conoscenza può dirsi tale. Restano solo impressioni, sensazioni, che finiscono inevitabilmente per sfilaccicarsi.

Il calcolo delle probabilità è il risultato di un lungo lavorìo con cui l'uomo ha affrontato la casualità, attraverso la induzione, per cercare di razionalizzarla il più possibile.
Sforzo ammirevole della mente umana.

Che non si deve mai banalizzare. Perché così facendo mostriamo soltanto di non conoscere l'argomento.

La distribuzione normale della probabilità mostra graficamente, attraverso una curva a campana, la probabilità dell'avverarsi di campioni casuali.
Nel caso in un cui ci ritrovassimo con l'avverarsi di un campione con bassa probabilità, questo sarebbe rappresentato lontano dal valore medio.
Ma se a questo punto ci chiedessimo, quale distribuzione di probabilità vi sarebbe una volta uscito quel campione raro, ebbene vi sarebbe ancora l'identica distribuzione normale.

Supporre il contrario mostra soltanto di non conoscere ancora la materia.
#24
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
29 Settembre 2024, 07:48:05 AM
Se avessi chiesto a mio suocero (seconda elementare) se esiste la verità, mi avrebbe guardato storto, lo stesso sarebbe capitato con mio padre (quinta elementare). Erano tra quelli che hanno costruito il mondo di cui ora godiamo il benessere. Non loro lo hanno goduto, ma noi.

Giganti, sulle cui spalle fatico a salire.
Cosa direbbero ora, con questo vuoto mentale dilagante?
Non possedevano neppure loro la Verità, ovviamente, ma si sono dati da fare, con sacrificio e generosità!

In nome di che cosa?

Della Verità!

E ora questi giganti che risultati vedrebbero delle loro fatiche?
A questo porta la istruzione di cui loro non hanno potuto usufruire?

Sonno della ragione. I mostri già si intravedono.
La Verità è inflessibile verso chi la dimentica.
#25
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 20:46:12 PM
Basterebbe rivolgere questa domanda "Esiste la verità?" a qualcuno che sia fattivo, concreto, generoso nelle sue scelte, e vederne l'immancabile stupore per questa assurdità.

Perché chiedersi se esiste la verità, esprime, forse nel modo più evidente, la dimenticanza dell'Essere.
Una dimenticanza che, come sempre accade, è accompagnata dalla non consapevolezza di cosa sia la logica e pure da fraintendimenti semantici.

Se si fosse infatti consapevoli che ogni nostro pensare determinato necessita il rispetto della logica, per avere un qualsivoglia significato, e che la logica si fonda sulla verità, certamente non vi sarebbe alcun dubbio sulla sua esistenza.
Cioè la domanda sulla sua eventuale esistenza dovrebbe morire nel momento in cui si cercasse di formularla.

Questo nell'ambito della esistenza, dove la verità è l'accordo tra ciò che c'è.

Ma se, come probabile, si confonde l'esistere con l'Essere, allora la domanda chiede addirittura se la Verità è!
E qui siamo in pieno sonno della ragione.
Perché l'Essere è Esser Vero.
Verità = Essere
Basterebbe rifletterci un attimo.

Per cui chiedersi se la Verità è, equivale a domandarsi se l'Essere è...

Verità: Negazione della negazione
#26
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
24 Settembre 2024, 15:32:02 PM
Eutidemo, non vi è nessuna probabile improbabilità.
Vi è soltanto la probabilità.

E la probabilità di un evento futuro prescinde dalla eventuale improbabilità dell'attuale presente.

Per esempio, la constatazione di essere qui, proprio qui, e adesso, proprio adesso, stupisce per la sua altissima improbabilità, che invece si avvera!
Ma questa improbabilità, pressoché impossibile da accadere e tuttavia attuale, nulla incide sulla probabilità di eventi futuri.
#27
Tematiche Filosofiche / Re: La "probabile improbabilità"
24 Settembre 2024, 10:57:28 AM
La logica deve essere rispettata, sempre.
Anche se magari è faticoso, difficile, perché la realtà sembra debba essere diversa da ciò che la logica impone.

Se ammetto che due fatti sono indipendenti l'uno dall'altro, non posso poi supporre che vi sia comunque una qual dipendenza tra di loro. Non faccio che contraddirmi.
#28
Citazione di: Lou il 23 Settembre 2024, 21:24:35 PMCertamente il divenire per Eraclito è ció che permane, altrimenti... non potrebbe "essere-divenire, alla stregua del Parmenide per cui l'essere è l'unico permanere di ogni divenire. Sono affini nella differenza.
Ora, ho una domanda: serve un permanere, un fondamento all'etica? Io son convinta che loro cercassero questo. Ma se in fondo non ci fosse? Torniamo all'essere=nulla, come hai anticipato?

La tua domanda risveglia in me una questione ancora aperta con me stesso.
Direi che è "la" questione.
Risolta la quale è la pace, ne sono certo.

Perché per gran parte della mia vita l'etica del bene è stata accettata, quando lo è stata, sostanzialmente passivamente.
Più  come conseguenza che come profondo convincimento.
I miei comportamenti etici, quando sono avvenuti, erano dovuti più che altro alla influenza dei consigli di chi mi voleva bene e pure a un mio sentire naturale, che mi faceva star male se mi comportavo diversamente.
Ma non vi era un profondo convincimento del valore assoluto dell'etica! Un valore che prescinde da ogni calcolo.

Solo dopo che ho cominciato ad andare all'inferno, l'etica si è manifestata sempre più come ciò che vale sopra ogni cosa.

E ciò che non abbisogna di nient'altro che non se stessa, non ha fondamento...

D'altronde l'Essere ha fondamento?

Perciò sì, Essere = Nulla

Però attenzione! È Nulla proprio per chi è esistenza. Cioè esserci, quindi separazione.
E la separazione è negazione, negazione di essere anche l'altro.
E la negazione cos'altro è se non: non essere?

Mentre l'Essere è Nulla solo in quanto negazione della negazione.

L'etica lo annuncia.
Proprio con il suo non aver fondamento.
#29
Occorre a mio avviso prestare attenzione alla sostanziale differenza tra predizione e previsione.

Infatti la predizione ha a che fare con il soprannaturale. Prescinde cioè da qualsiasi considerazione deduttiva o induttiva basate su ciò che si conosce.

Mentre la previsione si fonda su fatti conosciuti e segue un approccio scientifico deduttivo/induttivo.

Di modo che concetti come la probabilità di applicano alla previsione, ma non alla predizione.
La quale non ha nulla a che vedere con il calcolo delle probabilità dell'avverarsi di un evento.
Predizione autentica però, che non sia invece in realtà una semplice previsione.

L'autentica predizione può solo avere una origine soprannaturale.
Cioè essere annuncio di una manifestazione in terra del Caos.
Caos che agisce slegato da qualsiasi legge e qualsiasi logica.

Sono mai avvenute davvero delle autentiche predizioni?
È possibile il manifestarsi del Caos?

Puoi rispondere solo tu. Cogliendo da te stesso la risposta.
#30
Il caso è correlato con l'infinito. Nel senso che è una porta spalancata su infinite possibilità.
E l'infinito è sempre potenziale, mai attuale.

Poiché potenziale, qualsiasi sua divisione non ne riduce per nulla l'infinità. Lo si può dividere quanto si vuole, si avrà sempre come risultato l'infinito.

Di modo che, nel momento in cui ci si ritrovasse con 17 rossi consecutivi alla roulette, avremmo selezionato di tutte le possibili combinazioni di uscita quella che inizia con 17 rossi.
Potrebbe sembrare che tale sottoinsieme abbia un numero inferiore di possibili combinazioni. Ma non è così!

Perché, e qui è il paradosso dell'infinito, il sottoinsieme delle combinazioni che inizia con 17 rossi consecutivi è infinito tanto quanto quello che lo include.
Nessun infinito è mai minore o maggiore di qualsiasi altro infinito.

Con buona pace di Cantor.