Non è che abbia molto da dire dopo quel che avete detto tutti voi, tuttavia vorrei replicare ad una affermazione di Bobmax che forse è "voce dal sen fuggita":
la democrazia, oltre ai tanti meriti, ha pure la debolezza di essere esposta, più che altri regimi, al vuoto intellettuale e valoriale
E' un'affermazione grave, oppure equivoca.
Premessa: parlo della democrazia come sistema politico astratto, quindi non dei sistemi politici storicamente realizzati, quindi imperfetti, incompleti, confusi, ecc. in una parola: umani. In un sistema democratico perfetto i cittadini - l'ho già detto - sono partecipi, informati, razionali e - ora aggiungo - dialoganti. Elemento fondamentale della democrazia è il kantiano "uso pubblico della ragione"; si deve discutere, devono confrontarsi idee e progetti, per poi infine deliberare; ovviamente il confronto implica tolleranza e condivisione di principi quali la libertà di pensiero e di espressione e conseguentemente il rifiuto della prepotenza e della manipolazione delle idee. Se è così la democrazia è proprio il contrario del nichilismo, non c'è un vuoto intellettuale e valoriale bensì un pieno, poiché quelle dei cittadini (uso un'espressione di Montaigne) hanno "teste ben fatte", sono una comunità intenta a darsi fini e decidere azioni. Ma proprie perché si tratta di una comunità dialogante il comportamento morale, intellettuale e politico che le si addice è quello relativistico, non fideistico e non assertivo. Quello assolutistico, fideistico e assertivo è invece tipico dei dispotismi e dei totalitarismi; è in questi sistemi politici che c'è una Verità in cui avere fede, questi sì hanno sudditi (non cittadini) costretti a vivere in vuoto valoriale e intellettuale.
Ovviamente, lo ribadisco, sto argomentando in astratto, la realtà è ben diversa, tant'è che ho detto che piuttosto dovremmo parlare di sistemi demagogici invece che democratici, in cui mi pare ci sia un dispotismo sotterraneo, che si realizza non con la prevaricazione e l'indottrinamento ma con le subdole armi della propaganda, della persuasione, della disinformazione, dell'educazione, a cui purtroppo ora deve aggiungersi il nefasto fenomeno del narcisismo indotto dai social media, che inondano il mondo di bischerate e asserzioni ideologiche fantasiose.
Ora: il concetto di nichilismo è talmente vago e usurato che mi è perfino difficile trattarne; direi che c'è una versione forte del nichilismo, quel "tutto è vano" dell'Ecclesiaste biblico, che si risolve appunto nel fideismo: poiché nulla è vero dobbiamo solo avere fede in Dio; e una versione debole che trova nella cosiddetta mancanza di Verità l'alibi per detestare la vita, coltivare l'ansia di catastrofi, giustificare ribellioni metafisiche (per quel che valgono); questo nichilismo debole, ma retoricamente forte, ha partorito nella storia ideologie violente. La democrazia invece partorisce pensieri deboli, perché discutibili, flessibili, revocabili di fronte a nuovi fatti e nuove argomentazioni. Direi che nel pensiero dialogante e tollerante del sistema democratico conviene togliere l'iniziale maiuscola alla parola Verità: Qui mi fermo perché dovremmo entrare in una discussione ontologica e gnoseologica che non mi attrae per nulla; però ho un suggerimento; si potrebbe sgombrare il campo dall'ingombrante nichilismo e usare piuttosto la prospettiva dello scetticismo (non quello assertivo di Pirrone, che ci rinchiuderebbe nel solito noioso paradosso della Verità che la Verità non esiste, bensì quello più semplice di Carneade e Arcesilao, nonché del mio stimato Bertrand Russell). Quindi concludo affermando che la democrazia induce allo scetticismo, non al nichilismo.
Ecco la risposta che dovevo a Bobmax.
P.s. grazie per il benvenuto, ma io non sono un nuovo ospite, perché in questo forum ci sono stato in passato e ora vi sono ritornato. Perché? Perché sono incoerente: essendo, oltre che un vecchio frequentatore del forum, un vecchio ( pure in senso anagrafico) filosofo, della filosofia - dopo tanto studio e tanta riflessione - mi sono stufato, riconoscendone l'inutilità; mi ero allontanato dunque dalla filosofia e da questo forum; però - incoerentemente - non riesco a sottrarmi al suo fascino. Quindi (ma forse c'entra anche il fatto che ora sono in pensione e quindi devo passare il tempo) rieccomi.
la democrazia, oltre ai tanti meriti, ha pure la debolezza di essere esposta, più che altri regimi, al vuoto intellettuale e valoriale
E' un'affermazione grave, oppure equivoca.
Premessa: parlo della democrazia come sistema politico astratto, quindi non dei sistemi politici storicamente realizzati, quindi imperfetti, incompleti, confusi, ecc. in una parola: umani. In un sistema democratico perfetto i cittadini - l'ho già detto - sono partecipi, informati, razionali e - ora aggiungo - dialoganti. Elemento fondamentale della democrazia è il kantiano "uso pubblico della ragione"; si deve discutere, devono confrontarsi idee e progetti, per poi infine deliberare; ovviamente il confronto implica tolleranza e condivisione di principi quali la libertà di pensiero e di espressione e conseguentemente il rifiuto della prepotenza e della manipolazione delle idee. Se è così la democrazia è proprio il contrario del nichilismo, non c'è un vuoto intellettuale e valoriale bensì un pieno, poiché quelle dei cittadini (uso un'espressione di Montaigne) hanno "teste ben fatte", sono una comunità intenta a darsi fini e decidere azioni. Ma proprie perché si tratta di una comunità dialogante il comportamento morale, intellettuale e politico che le si addice è quello relativistico, non fideistico e non assertivo. Quello assolutistico, fideistico e assertivo è invece tipico dei dispotismi e dei totalitarismi; è in questi sistemi politici che c'è una Verità in cui avere fede, questi sì hanno sudditi (non cittadini) costretti a vivere in vuoto valoriale e intellettuale.
Ovviamente, lo ribadisco, sto argomentando in astratto, la realtà è ben diversa, tant'è che ho detto che piuttosto dovremmo parlare di sistemi demagogici invece che democratici, in cui mi pare ci sia un dispotismo sotterraneo, che si realizza non con la prevaricazione e l'indottrinamento ma con le subdole armi della propaganda, della persuasione, della disinformazione, dell'educazione, a cui purtroppo ora deve aggiungersi il nefasto fenomeno del narcisismo indotto dai social media, che inondano il mondo di bischerate e asserzioni ideologiche fantasiose.
Ora: il concetto di nichilismo è talmente vago e usurato che mi è perfino difficile trattarne; direi che c'è una versione forte del nichilismo, quel "tutto è vano" dell'Ecclesiaste biblico, che si risolve appunto nel fideismo: poiché nulla è vero dobbiamo solo avere fede in Dio; e una versione debole che trova nella cosiddetta mancanza di Verità l'alibi per detestare la vita, coltivare l'ansia di catastrofi, giustificare ribellioni metafisiche (per quel che valgono); questo nichilismo debole, ma retoricamente forte, ha partorito nella storia ideologie violente. La democrazia invece partorisce pensieri deboli, perché discutibili, flessibili, revocabili di fronte a nuovi fatti e nuove argomentazioni. Direi che nel pensiero dialogante e tollerante del sistema democratico conviene togliere l'iniziale maiuscola alla parola Verità: Qui mi fermo perché dovremmo entrare in una discussione ontologica e gnoseologica che non mi attrae per nulla; però ho un suggerimento; si potrebbe sgombrare il campo dall'ingombrante nichilismo e usare piuttosto la prospettiva dello scetticismo (non quello assertivo di Pirrone, che ci rinchiuderebbe nel solito noioso paradosso della Verità che la Verità non esiste, bensì quello più semplice di Carneade e Arcesilao, nonché del mio stimato Bertrand Russell). Quindi concludo affermando che la democrazia induce allo scetticismo, non al nichilismo.
Ecco la risposta che dovevo a Bobmax.
P.s. grazie per il benvenuto, ma io non sono un nuovo ospite, perché in questo forum ci sono stato in passato e ora vi sono ritornato. Perché? Perché sono incoerente: essendo, oltre che un vecchio frequentatore del forum, un vecchio ( pure in senso anagrafico) filosofo, della filosofia - dopo tanto studio e tanta riflessione - mi sono stufato, riconoscendone l'inutilità; mi ero allontanato dunque dalla filosofia e da questo forum; però - incoerentemente - non riesco a sottrarmi al suo fascino. Quindi (ma forse c'entra anche il fatto che ora sono in pensione e quindi devo passare il tempo) rieccomi.