Condivido la posizione di Davintro, secondo cui:
...la ragione è la facoltà tramite cui possiamo valutare la diversa efficacia dei vari mezzi possibili rispetto a un certo fine, ma non può giudicare in termini oggettivi l'effettivo valore del fine in sé, che resta espressione di una sensibilità morale del tutto soggettiva. Quindi non ha senso dire che l'istinto di sopravvivenza come necessario fine da perseguire sia razionale (così come non avrebbe senso intenderlo come irrazionale), ma che razionale può essere una strategia funzionale al fine che questo istinto indica, ma non il fine in se stesso. E anzi, proprio la ragione, intesa come facoltà di mediare, analizzare, collegare percezioni esprime quella facoltà di astrazione per la quale la vita umana non è mai riducibile alla mera continuazione biologica, ma comprende un livello spirituale/morale indicante un ideale personale di "vita degna di essere vissuta"...
Proprio gli individui superiori (come gli umani, non schiavi di sè stessi come gli animali), con la loro razionalità, sono capaci di superare gli istinti (compreso quello di sopravvivenza) e raggiungere un livello sul quale gestiscono e decidono i loro fini e principi.
La vita degna di essere vissuta è senz'altro un buon argomento, un buon fine (molto migliore dell'essere vittima dei propri istinti), ma al limite non è neanche quello: lo spazio delle finalità è ampio, così come le ragioni della scelta di esse.
La scelta del fine si traduce poi in decisione sulla propria vita, che senz'altro può includere la propria morte, o l'accettazione o la negazione della continuazione biologica della famiglia o della specie.
Purtroppo la massa degli individui, in gran parte incapace di questa visione umana superiore e magari schiava degli istinti, determina oggi (e soprattutto ieri) grossi ostacoli alla possibilità di esprimere le diverse finalità che ho citato.
Ma fortunatamente stiamo viaggiando, anche se molto lentamente, verso la loro ammissione, e eutanasia e suicidio assistito (dal mio punto di vista non c'è gran differenza-sono entrambi da ammettere al 100%) sono in qualche modo fattibili, lo saranno sempre più probabilmente.
...la ragione è la facoltà tramite cui possiamo valutare la diversa efficacia dei vari mezzi possibili rispetto a un certo fine, ma non può giudicare in termini oggettivi l'effettivo valore del fine in sé, che resta espressione di una sensibilità morale del tutto soggettiva. Quindi non ha senso dire che l'istinto di sopravvivenza come necessario fine da perseguire sia razionale (così come non avrebbe senso intenderlo come irrazionale), ma che razionale può essere una strategia funzionale al fine che questo istinto indica, ma non il fine in se stesso. E anzi, proprio la ragione, intesa come facoltà di mediare, analizzare, collegare percezioni esprime quella facoltà di astrazione per la quale la vita umana non è mai riducibile alla mera continuazione biologica, ma comprende un livello spirituale/morale indicante un ideale personale di "vita degna di essere vissuta"...
Proprio gli individui superiori (come gli umani, non schiavi di sè stessi come gli animali), con la loro razionalità, sono capaci di superare gli istinti (compreso quello di sopravvivenza) e raggiungere un livello sul quale gestiscono e decidono i loro fini e principi.
La vita degna di essere vissuta è senz'altro un buon argomento, un buon fine (molto migliore dell'essere vittima dei propri istinti), ma al limite non è neanche quello: lo spazio delle finalità è ampio, così come le ragioni della scelta di esse.
La scelta del fine si traduce poi in decisione sulla propria vita, che senz'altro può includere la propria morte, o l'accettazione o la negazione della continuazione biologica della famiglia o della specie.
Purtroppo la massa degli individui, in gran parte incapace di questa visione umana superiore e magari schiava degli istinti, determina oggi (e soprattutto ieri) grossi ostacoli alla possibilità di esprimere le diverse finalità che ho citato.
Ma fortunatamente stiamo viaggiando, anche se molto lentamente, verso la loro ammissione, e eutanasia e suicidio assistito (dal mio punto di vista non c'è gran differenza-sono entrambi da ammettere al 100%) sono in qualche modo fattibili, lo saranno sempre più probabilmente.