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Messaggi - Federico Mey2

#16
Condivido la posizione di Davintro, secondo cui:
...la ragione è la facoltà tramite cui possiamo valutare la diversa efficacia dei vari mezzi possibili rispetto a un certo fine, ma non può giudicare in termini oggettivi l'effettivo valore del fine in sé, che resta espressione di una sensibilità morale del tutto soggettiva. Quindi non ha senso dire che l'istinto di sopravvivenza come necessario fine da perseguire sia razionale (così come non avrebbe senso intenderlo come irrazionale), ma che razionale può essere una strategia funzionale al fine che questo istinto indica, ma non il fine in se stesso. E anzi, proprio la ragione, intesa come facoltà di mediare, analizzare, collegare percezioni esprime quella facoltà di astrazione per la quale la vita umana non è mai riducibile alla mera continuazione biologica, ma comprende un livello spirituale/morale indicante un ideale personale di "vita degna di essere vissuta"...


Proprio gli individui superiori (come gli umani, non schiavi di sè stessi come gli animali), con la loro razionalità, sono capaci di superare gli istinti (compreso quello di sopravvivenza) e raggiungere un livello sul quale gestiscono e decidono i loro fini e principi.
La vita degna di essere vissuta è senz'altro un buon argomento, un buon fine (molto migliore dell'essere vittima dei propri istinti), ma al limite non è neanche quello: lo spazio delle finalità è ampio, così come le ragioni della scelta di esse.
La scelta del fine si traduce poi in decisione sulla propria vita, che senz'altro può includere la propria morte, o l'accettazione o la negazione della continuazione biologica della famiglia o della specie.
Purtroppo la massa degli individui, in gran parte incapace di questa visione umana superiore e magari schiava degli istinti, determina oggi (e soprattutto ieri) grossi ostacoli alla possibilità di esprimere le diverse finalità che ho citato.
Ma fortunatamente stiamo viaggiando, anche se molto lentamente, verso la loro ammissione, e eutanasia e suicidio assistito (dal mio punto di vista non c'è gran differenza-sono entrambi da ammettere al 100%) sono in qualche modo fattibili, lo saranno sempre più probabilmente.
#17
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
12 Maggio 2020, 05:41:27 AM
Citazione di: iano il 11 Maggio 2020, 17:11:14 PM
Ma allora rinnovo a te la stessa domanda fatta a Federico.
Cosa intendi per ordine?
Mi pare che la fate più complicata di quanto necessario. Ci sono due possibilità antagoniste di originare i fenomeni: il Caso e l'Ordine; l'una è definita come il contrario dell'altra.
Essi sono entrambi presenti negli eventi del mondo, a volte prevale l'uno, a volte l'altro: questo è vero apparentemente, ma non è certo!
L'ordine significa che c'è una legge che spinge a che si verifichi un evento piuttosto che l'altro. Nel caso della mela che cade prevale l'ordine, nel caso della moneta prevale il caso (apparentemente).
Ci possono essere anche ordini (leggi) naturali che non abbiamo ancora capito (cosa molto importante nella storia dell'umanità): possiamo infatti sospettare (e in effetti essere proprio così) che Dio esista e preferisce, nel lancio della moneta, che prevalga croce, alla fine, o una distribuzione del risultato a lui più gradita (il "gradimento" di Dio è un ordine)! Per questo ho detto "apparentemente", prima.
Ma potrebbe non essere così: Dio non esiste o si fa i fatti suoi e il lancio della moneta è proprio casuale, cioè privo di ordine, privo di una legge, del tipo di quella della mela.
E così l'elemento Caso convive con l'elemento Ordine: comunque non abbiamo alcuna certezza che il primo non esista.
Non viaggiate troppo con la fantasia per complicare inutilmente la questione.
#18
Tematiche Filosofiche / Re:La potenza del caso.
11 Maggio 2020, 13:58:29 PM
Citazione di: iano il 14 Aprile 2020, 13:28:38 PM
Ogni distribuzione finita ,attuale, non è mai potenzialmente casuale , anche se può apparire tale finché non si trova un ordine, e un ordine si trova sempre .
L'ordine può essere più o meno complesso , ma nella sostanza è sempre un ordine.
Fin qui siamo alla banalità.
Non mi pare proprio sia banale l'affermazione che "un ordine si trova sempre". Ma oltre a non essere banale a me sembra decisamente falsa.
Chi te lo dice che un ordine si trova SEMPRE?
Non hai evidentemente la certezza matematica del "sempre", quindi è un'affermazione falsa.
#19
Citazione da Paul11:
Nietzsche distingue il pensiero genuinamente filosofico, dal pensiero calcolante...

Questa distinzione la trasformerei in quella tra pensiero intuitivo e pensiero razionalizzante (quello definito "calcolante").
La maggiore particolarità di Nice in confronto a praticamente tutta la storia della filosofia occidentale è secondo me il suo stile, che non è quasi mai razionalizzante.
Ma l'intuitivo, tra cui segnalo personalità quali il Buddha, non è necessariamente irrazionale.
Per razionalizzante intendo un modo di ragionare che fissa, all'interno dello spazio della filosofia (e quindi del pensiero più elevato), un sottoinsieme organizzato secondo regole precise, ma che esclude il mettere veramente in gioco i fini e principi dell'individuo, il suo spirito cioè.
Per capire veramente l'umano bisogna cioè uscire dai binari della razionalizzazione della filosofia occidentale (escluso Nice) e dare spazio all'intuizione, ma senza essere irrazionali.
Buono quindi il tentativo di Nice di uscire dalla gabbia della razionalizzazione, anche se purtroppo lui poi sfocia nell'irrazionalità.
#20
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Citazione di: viator il 08 Maggio 2020, 15:33:57 PM[/size]
Salve Federico. A dire il (quasi) vero (!!) avevo chiesto se tu ritenessi di conoscere delle verità assolute (in effetti l'assoluto è sempre singolare, quindi semma LA verità assoluta).........non se tu ti trovi ad avere delle certezze.
Infatti la logica è solamente un insieme di procedure mentali intuitive più o meno comuni a quanti possiedano un cervello, mentre la matematica è un insieme di procedure logiche convenzionali.
Dal punto di vista esistenziale fai benissimo a "fidarti" di logica e matematica, ma da qui arrivare a considerarle "la verità" filosofica o fideistica.............................!! Saluti.
La tua osservazione su Logica e Verità mi ha stimolato a scrivere un nuovo argomento, nella sezione filosofica...
#21

Salve. Come spesso faccio negli argomenti che introduco, premetto che mi riferisco alla materia che ho chiamato in un argomento precedente Psicofilosofia, che si interessa del pensiero e dei comportamenti degli individui e non assolutamente di ontologia.
Della Logica prenderò principalmente una delle sue basi: il principio di non contraddizione.
Cosa è che può risultare Falso? Una affermazione o un comportamento: con quest'ultimo intendo una intera personalità, o quello che lui fa in una determinata fase di vita (quando si dice che una persona è "falsa", cioè).
Partendo dal caso più semplice, l'affermazione, per esempio potremmo sentire dire: A me piace soltanto il mare, ma a volte mi piace la montagna.
Posto come vera la prima parte (e che non possono coincidere i due luoghi), ecco che la seconda è falsa, è una contraddizione logica.
Un passaggio importante è però, come ho anticipato, quello di valutare la Verità o la Falsità di un comportamento, di una persona, o di una sua fase di vita.
Quali sono i nemici della Verità? Ho individuato questi: 1-Apparenza, 2-Rappresentazione, 3-Squilibrio.
Faccio alcuni esempi di Apparenza, cioè di situazioni in cui si realizza una discrepanza tra Realtà (che di solito è ciò che l'individuo pensa) e Apparenza (ciò che fa o dice).
1a-Formalità. Esempio: quando si chiede: Come stai? e si risponde: Bene, grazie!
C'è ovvia contraddizione tra quello che si dice e come effettivamente si sta, magari malissimo.
1b-Finzione. Esempio: una coppia finge con gli altri affiatamento e sintonia, ma in privato si odiano.
1c-Retorica. Esempio, un politico che dipinge l'operato del suo governo come ottimale, indicando soltanto i successi e evitando di citare gli insuccessi, realizza una contraddizione tra la sua descrizione e la realtà (di cui però (di solito) è cosciente). Fa leva sull'emotività, sull'estetica, sul risparmio di sforzi degli ascoltatori che valutano un discorso "bello e buono", allontanandosi dal "vero".
Passo alla Rappresentazione(2)
2a-Teatro. Qui la falsità di chi si finge un altro è evidente e non causa molti problemi.
2b-Simbologia. Esempio di simbologia nelle affermazioni: un professore spiega i meccanismi di accoppiamento degli insetti a una sua allieva, dicendo che l'ape gira intorno alla farfalla e infine si poggia su di lei...Lo dice per farle capire che vuole fare sesso con lei, ma in questo modo realizza una contraddizione tra la vera spiegazione (in cui evidentemente api e farfalle non si uniscono) e la sua.
Esempio di simbologia nei comportamenti: dei terroristi abbattono due torri per minacciare gli abitanti del paese straniero di volerli castrare tutti: c'è una contraddizione tra l'obiettivo di castrare gli stranieri (ciò che è veramente desiderato) e l'abbattimento delle torri (obiettivo realizzato).
Simbologia è quando si creano dei doppi sensi, quando si è in presenza di un linguaggio parallelo, di modo che esprimendo qualcosa essa assume valori diversi e ovviamente spesso contraddittori nei due linguaggi.
Altra cosa è lo 3-Squilibrio, casi in cui l'incoerenza del comportamento non è dovuta ai casi tipici citati.
Questo mio testo è frutto di una riflessione di stamattina, ma potrei aver dimenticato qualcosa.
#22
Citazione di: bobmax il 08 Maggio 2020, 06:33:50 AM
Secondo me, l'Essere, che poi è lo stesso Nulla, non sottostà ad alcuna logica.
L'Essere, è un essere in tempesta!
È Amore.
Con Nulla non intendo qualcosa di fisico, intendo a livello di pensieri, di costruzioni mentali: si può avere un'idea del nulla semplificando al massimo i propri pensieri e al limite annullandoli.
Nella mia proposta filosofica logica (e razionalità) resta elemento fondante e irrinunciabile: ma la passionalità deve anch'essa esser vissuta nel modo più pieno, rispettando il primo. Io propongo la massimizzazione di entrambe le cose.
Citazione di: sapa il 08 Maggio 2020, 10:19:20 AM
Non direi che il livello di questa discussione sia il "segno di tempi" particolarmente degradati. Se si parla di spiritualità ci si ritrova inevitabilmente a discutere con i razionalisti,  con chi, cioè, affronta il mondo con la ragione, senza per questo dover essere per forza un materialista tout court.
Io propongo la spiritualità razionale.
Citazione di: sapa il 08 Maggio 2020, 10:19:20 AM
... per un vegano sentirsi controbattere sempre con l'argomento del rispetto della vita vegetale è frustrante e lo si può capire, ma d'altra parte io credo che se si vuole veramente guardare "in alto", la questione vada affrontata e risolta. Nutrirsi significa inevitabilmente distruggere altre forme di vita e catabolizzarle, fino a produre l'energia necessaria alla sopravvivenza e prodotti vari di scarto. Pensare che "sacrificare "una forma di vita vegetale per la propria sopravvivenza sia moralmente giusto, mentre uccidere un animale per cibarsene sia sbagliato...
Ho avuto occasione di dire che secondo me la limitazione della sofferenza provocata agli altri in corrispondenza del proprio godere dell'alimento o altro è un criterio di ascesi spirituale. Come si valuti questa sofferenza è un giudizio dell'individuo, che deve ovviamente rifuggere dalla falsità e dall'opportunismo altrimenti abbandoneresti ugualmente l'obiettivo spirituale. Se tu dovessi veramente e sinceramente pensare che raggiungi meglio l'obiettivo di limitare la sofferenza non danneggiando una pianta piuttosto che ingabbiando per tutta la vita e torturando un mammifero, potresti essere sulla strada della spiritualità. Ma ho dei dubbi.
D'altra parte ho anche detto nel mio argomento iniziale che in caso di bisogno e limitando la sofferenza dell'animale anch'io sarei disposto a ucciderlo. Il veganesimo nasce nell'attuale sistema economico-industriale, dove mancano sia il bisogno, sia la limitazione della sofferenza.
Citazione di: viator il 08 Maggio 2020, 11:50:37 AM
Vedi, secondo me l'errore è nel manico, come si usa dire. Il discutere cercando di avvicinarsi a concetti INAVVICINABILI perchè ASSOLUTAMENTE METAFISICI è pretesa illogica, assurda, velleitaria.
E per fare un esempio, i religiosi cosa fanno, o meglio cosa facevano nei secoli passati? E spesso usavano il digiuno o l'astinenza quale mezzo che li aiutava. Io mi riferisco a quel tipo di cose.
Citazione di: viator il 08 Maggio 2020, 11:50:37 AM
Con il linguaggio, il quale è strumento rigorosamente AUTOREFERENZIALE, si può solo GIRARE IN TONDO rispetto ai grandi concetti. E il girare un tondo è quello che stiamo facendo, che si è sempre fatto in questo Forum da parte di TUTTI, che sempre ed ovunque è stato fatto nella storia del genere umano.
Comunque, fortunatamente, solo pochissimi sanno che le discussioni non porteranno mai a progressi incontrovertibili.............altrimenti la dialettica umana cesserebbe e non potremmo più "divertirci". [/size]

Non mi interesso della discussione come girotondo, e della retorica ho già detto cosa penso: sono cose da buttare.
Citazione di: viator il 08 Maggio 2020, 11:50:37 AM
Tu per caso conosci qualche verità assoluta ? Io si, una sola (giustamente, poichè l'assoluto è sempre singolare).........sta in calce (cioè qui sotto) ad ogni mio intervento.

Sì, la logica e la matematica.
#23
Incredibile quanto sia scarso il livello della discussione! Tanto che non so neanche da dove cominciare un commento...
Allora, data l'area tematica, e come risulta dal mio argomento, l'interesse dovrebbe essere la Spiritualità.
Con essa mi sembra logico che dovrebbe consistere in uno slancio verso l'alto, un tentativo di raggiungere un livello superiore, sulla strada di una maggiore vicinanza all'Assoluto, a Dio, al Nirvana, alla Verità, o concetti simili.
Questo obiettivo da attuare con uno sforzo, sia di comprensione che morale (cioè comportamentale).
Ciò implicherebbe la direzione opposta di ciò che la nostra società materialista ci propone, cioè il dio Consumismo, la dea Comodità, la dea Retorica (cioè usare il linguaggio finalizzato a sè stesso, per "vincere" una discussione e non per cercare la Verità - come si fa in politica), la dea Superficialità.
Che questo sforzo comprenda le attività umane essenziali, come mangiare, mi sembra abbastanza ovvio: per questo, volendo incamminarmi su questa strada, ho citato questo argomento alimentare e morale.
Ma mi pare evidente di capire che, nonostante questo sia un forum dedicato, i partecipanti sono invece come tutti gli altri membri di questa società, seguaci degli dèi citati.
#24
Citazione di: InVerno il 22 Aprile 2020, 21:13:14 PM
... spero invece di averti fatto un pò soffrire, filosoficamente!
Infatti, la mia è proprio una sofferenza intellettuale, per il valutare che c'è così poca gente in grado di ragionare...
#25

La definizione del concetto "Morale" è abbastanza fuori tema in questo argomento. Avevo già provato a trattarne in passato in un altro argomento specifico. Comunque rifacciamolo.

Allora, spiego cosa intendo come schema di comportamento, che io sostengo sia l'oggetto dell'interesse della materia "Morale".
Il sig. X ha fin da bambino questo progetto:
Ogni anno valuto il mio bisogno sessuale. Se c'è ed è di una donna, cerco una donna. Se è di un uomo, cerco un uomo. Se non c'è, torno a rivalutare l'anno prossimo.
Se sto cercando una donna, se la trovo, le chiedo se mi ama. Se è così, la sposo. Se non la trovo, o la trovo e non mi ama, torno a cercarla.
Se mi sposo, se lei mi tradisce la uccido / oppure: faccio finta di niente / oppure: divorzio, quindi torno a cercare una donna 
Se la uccido, mi aspetto che la polizia mi cerchi, quindi scappo / oppure: mi lascio prendere / oppure: mi suicido
Se non mi tradisce lei io continuo ad essere fedele / oppure: la tradisco io, quindi torno a cercare una donna
ecc.
Ecco, la Morale in senso ampio consiste nel valutare i comportamenti, tra cui ci sono schemi di questo tipo, infinitamente più complessi evidentemente (ma si può anche uscire dagli schemi).
La Morale in senso di Bene e Male consiste nel giudicare i vari punti di questi schemi: ad esempio, porsi la domanda se è giusto o ingiusto che il sig. X uccida la moglie che l'ha tradito.
Il questione che poneva Jacopus del problema dell'indeterminatezza di ciò che è Bene e ciò che è Male non è importante, perchè quella è la risposta alla domanda. Interessarsi di Morale in senso di Bene e Male significa soltanto interessarsi dei giudizi, porsi le domande. Delle risposte se ne discuterà, ma comunque saremo all'interno di quella materia.
#26
Purtroppo su questo argomento c'è il rischio di affrontare posizioni prevenute, ed è il caso delle prime 3 risposte ricevute ieri. E' una situazione tipica al Bar dello Sport, in cui la presenza di persone che usano il ragionamento soltanto in modo retorico con l'obiettivo predefinito di difendere con le unghie il proprio ... piatto.
Quindi non rispondo, anche se sarebbe facile farlo, ma lo farei soltanto al bar, mentre da un forum di filosofia mi aspetto più profondità, acutezza e soprattutto ricerca della Verità.
Risponderò soltanto a chi, pur non praticando il vegetarianesimo, stimi la proposta di limitare la sofferenza.
#27
Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
Tuttavia trovo disdicevole l' uso del termine moralmente spregiativo "materialismo" nel senso da te precisato per indicare grettezza e meschinità o aridità mentale,
Non è da me stato usato il termine Materialismo esattamente come offesa, anche se c'è un elogio di quello che considero il suo opposto, la Spiritualità. La mia idea negativa sta nel fatto che quello che chiamo materialista (secondo la mia definizione) agisce senza porsi i problemi di capire i fini e i principi del proprio agire, egli non guarda in alto ma si preoccupa soltanto del livello terreno. Anche per questo, dato che la materia, nella vita corrente, sta al livello della terra mentre lo spirito sta il cielo, ho chiamato così le due categorie.

Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
Mi é difficile capire che cosa possa essere una "Morale in senso ampio inteso non in senso di Bene e Male", "Direi forse di Morale in termini informatici: come e perchè un individuo (così come un computer) pensa e agisce".
Per quanto riguarda il termine "Morale", dò qua due significati possibili: il primo è Morale in senso di Bene e Male, come quando diciamo immorale qualcosa che è Male e viceversa. L'altro significato è, come detto, in senso ampio, deriva dall'origine della parola che significa "costumi", "abitudini", e quindi l'interessarsi dell'agire degli individui ma senza dare giudizi, di immoralità o buona moralità.
Ad esempio si può valutare se i comportamenti sono di tipo meccanico, tipo azione-reazione, se stanno all'interno di uno schema, come un grande gioco di società oppure se invece si staccano dagli schemi e sono innovazione, ricerca, ad esempio di Dio (non assolutamente rituale). I comportamenti del primo tipo, o del secondo che ho appena descritto non sono Bene o Male, sono soltanto diversi.
Così un computer può avere un software, che consiste nel suo comportamento, che non è nè Bene nè Male, è soltanto un comportamento, che ad esempio può essere molto semplice o molto complesso, o infine può essere dotato della capacità di autoprogrammazione.

Citazione di: giopap il 21 Aprile 2020, 15:30:24 PM
ho la netta impressione soggettiva (potrebbe anche essere oggettivamente poco o punto fondata) che tu tenda ad attribuire alle parole significati alquanto diversi da quelli più comunemente ad esse collegati, complicando un po' il confronto delle idee e convinzioni.
Per quello che riguarda i significati, è vero che tendo a personalizzare le definizioni, ma ritengo che in questa area di pensiero ciò sia un elemento necessario se si è propensi all'innovazione, cioè se si hanno idee e teorie nuove da proporre. Io ritengo che ognuno dovrebbe avere la propria idea innovativa, e io ho la mia. Stare all'interno di binari predefiniti (così sono anche le definizioni) non porta in nessun posto che valga la pena. Ovviamente se si hanno definizioni innovative bisogna avere le idee chiare, per poi esprimerle agli altri, altrimenti non si va comunque da nessuna parte.
#28
A mio parere il peccato originale è la struttura di pensiero con cui i popoli e i loro autori che l'hanno proposta esprimono la loro incapacità di restare in equilibrio nei confronti della vita.
Il "creato", ma a questa parola sostituisco volentieri "la Natura", visto che è da discutere che qualcuno l'abbia costruita, era perfetta?
Al di là degli argomenti di tipo fisico, che non mi interessano, guardiamo dentro noi stessi: noi siamo perfetti nel nostro punto di origine?
Io dico questo: se riusciamo a depurarci di tutti gli elementi inquinanti, tutte le strutture e schemi di pensiero complessi e predefiniti, possiamo tutti giungere alla nostra Natura intima, che è perfetta, perchè semplice e non distorta appunto da tali strutture.
Al limite della semplicità troviamo il Nulla, e il Nulla è perfetto perchè in esso non c'è l'Errore (non essendoci nulla!)
Da questa perfezione, spostandoci verso la complessità, nel confronto col mondo e la vita, possiamo sentirci in grado di restare perfetti oppure no, avere paura di non essere in grado di restare in equilibrio, talmente deboli e paurosi di inadeguatezza da far cedere nello sforzo di restare in equilibrio e perfetti.
Ecco che qualcuno, qualche popolo, si inventa questo peccato originale: consiste in una macchia nel percorso della perfezione, l'emblema della rassegnazione all'Errore a causa della debolezza spirituale.
Ma qualcun altro può non sentirsi debole e non rassegnarsi, restando sulla strada giusta e rifiutando tali idee religiose.
Per cui la mia risposta alla domanda (modificata in senso intimo individuale, non fisico) se la Natura sia perfetta prima del peccato originale, è:
Sì, può esserlo, basta essere forti e crederci: e cancellare conseguentemente l'idea del peccato originale dal nostro spirito, dove in realtà potrebbe non essere mai veramente entrato!
#29
Forse non avete letto il mio preambolo:
Citazione di: Federico Mey2 il 21 Aprile 2020, 08:58:20 AM

Nell'ambito di quella che in un precedente post ho chiamato Psicofilosofia, cioè l'area che ha come oggetto d'interesse l'agire e il pensare dell'individuo (si disinteressa dell'essenza del mondo), volevo proporre una mia definizione del termine Materialismo, in opposizione al termine Spiritualità.

In questa area di pensiero, la Psicofilosofia, mi disinteresso totalmente di sensi o di materia con cuoi è costituito il mondo o il cervello; mi interesso esclusivamente dell'agire e del pensare umano.
Tradotto in termini forse a voi più affini diciamo che mi interesso esclusivamente di Morale in senso ampio (non voglio dire di Morale in senso di Bene e Male).
Direi forse di Morale in termini informatici: come e perchè un individuo (così come un computer) pensa e agisce.
E comunque ho scelto le Tematiche Spirituali, e non quelle Filosofiche, proprio per evitare risposte di tipo filosofico-ontologiche o cose di quel tipo.
#30
All'interno della mia proposta di una nuova psicofilosofia (ovvero nuova ideologia) che indica come fine ultimo dell'agire individuale la Perfezione, ovvero la negazione dell'Errore, sta un elemento che, nel mondo attuale (salvo il continente indiano) è rivoluzionario, nel suo aspetto pratico: il Veganesimo.
Qual'è la ragione di esso, dal punto di vista psicofilosofico? E' lo sforzo di negare la sofferenza degli animali in quanto esseri senzienti e con attitudine al movimento, che nell'attuale sistema socio-economico mondiale è inevitabilmente causata dall'allevamento per il loro sfruttamento.
Che cos'è la sofferenza? La sofferenza è Male, e la mia idea di Perfezione condanna il Male.

Il non-Male distinto dal Bene
Tuttavia, c'è un ragionamento più sottile per chi facilmente tende a inglobare l'idea di condannare il Male all'interno del dualismo Bene-Male.
Quest'ultimo è il tipo di ragionamento in cui si è immersi, per lo meno in occidente, date anche l'influsso di cristianesimo e nazismo, ideologie entrambe immerse di dualismo Bene-Male, che si nutrono di esso.
Cosa significa proporre il non-Male e non il Bene come suo contrario?
Ad esempio, che io non voglio il maiale felice (Bene), ma disprezzo il fatto che soffra (non-Male).
Ad esempio che personalmente io non possegga neanche un cane, proprio perchè mi sentirei in colpa del Bene che potrei concedergli simultaneamente alla coscienza che il Male degli allevamenti degli altri animali, suoi simili, non è estinto.

Vita e morte
Facendo il parallelo con la vita e la morte, includo nel ragionamento sia animali che uomini. Qual'è la soluzione estrema per la sofferenza? E' la non-vita, data da non-nascita ma anche morte (ovviamente minimizzando la sofferenza).
Nell'ambito animali il non-Male consiste nel negare la nascita, imperfetta in quanto segnata da futura sofferenza, quindi dal negare l'allevamento. Nell'ambito umano consiste nel promuovere aborto (tra l'altro nel caso in cui la nascita non sia relativa ad una famiglia regolare e naturale), eutanasia e suicidio assistito (come possibilità concesse).

Sconfiggibilità del Bene assoluto
Inoltre, se si restasse inglobati nel dualismo Bene-Male, non si riuscirebbe a cavarsela: evidentemente il Male è un istinto presente in parte dell'umanità, si formano due schieramenti e il Bene non potrà mai riuscire a vincere, perchè ha un'obiettivo troppo ambizioso e troppo distante da quell'altra parte di umanità.

Teologia-Filosofia negativa
La mia idea del non-Male descritta è coerente con in'idea più ampia della mia ideologia della Perfezione (infatti chiamata "Teoria dell'Errore"), che tende a negare ciò che non è, piuttosto che affermare ciò che è. Questo atteggiamento discende dall'idea che la Perfezione è originaria, perchè in origine c'è il Nulla ed esso, essendo caratterizzato dall'assenza di Errore (come di ogni altra cosa), è Perfetto. Quindi bisogna negare l'imperfezione più che promuovere la Perfezione.
Il Male e la sofferenza vengono avversati in quanto Errore, più che in quanto Male in senso morale.

Assolutizzazione del corrente atteggiamento Vegano
E' però anche necessario, per me, ampliare l'ideologia Vegana di non-sofferenza animale ad altri sistemi economico-sociali, date le facili critiche possibili a che sostiene oggi questa ideologia, di non essere disposto a seguirla in ogni caso. Basta pensare a 2 cose: il fatto che questa ideologia sia soltanto della corrente società, e che sia assente nel passato, e l'altra cosa che, nel bisogno, l'umano sia costretto ad abbandonarla.
La mia idea è che l'atteggiamento Vegano (che a questo punto può non consistere di essere vegani in pratica) può essere visto come assoluto sulla base di: coscienza umana della sofferenza animale e minimizzazione della sofferenza animale nel caso in cui nel bisogno si sia costretti a sfruttare animali. Questa idea ovviamente nega in ogni caso l'attuale allevamento, perchè mancano sia il bisogno, sia la minimizzazione della sofferenza.