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Messaggi - Franco

#16
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
30 Ottobre 2019, 23:02:03 PM
Ipazia:

É certo che i preti preservano se stessi anche fisiologicamente, in una condizione di potere parassitaria che li esonera dal "sudore della fronte", e non solo psicologicamente col loro passe-partout per la vita eterna.

Franco ( = F) :

Sì, come si sta iniziando a rilevare proprio sul fondamento del carattere "fisiologico" dell'ideale ascetico quale è esplorato da Nietzche. Badando però a non perdere di vista il nucleo esplicativo di Genealogia della morale, vale a dire l'essere l'ideale ascetico tutt'altro che il risultato di una scelta. Il sacerdote pensa conformemente ad una ben determinata costituzione fisiologica.

F:

L'analisi svolta da Nietzsche nel passo da me citato ha proprio la funzione di chiarire la sfera fisiologica sulla quale il prete lavora.

Ipazia:

No, sulla quale il prete è, come tipo umano con una specifica strategia di autosussistenza.


F:

Non "comprendo" la negazione. Non vedo cioè come possa la costituzione ontologica ( l'è) richiamata da Ipazia contraddire la tesi secondo la quale il prete lavora in quanto teo - logo sul fondamento della sua costituzione fisiologica. Nella tesi infondatamente contraddetta da Ipazia la mia attenzione è rivolta al piano nel quale il prete sfrutta l'ideale ascetico in senso teologico, ovvero nel senso di quella che potrebbe essere intesa come la sua grande, millenaria sublimazione. Sublimazione che in termini dottrinali è il suo grande lavoro metafisico. Il prete lavora sul'ideale ascetico nel senso che l'idealizzazione ascetica è il lavoro ( = l'energia sublimata) della teologia ( genitivo soggettivo e oggettivo).

Ipazia:

Illazioni. FN è ferocemente autocritico, ma il suo autosuperamento della tipologia ascetica e la critica della stessa sono radicali.


F:

a) Non vedo in che senso quanto da me iniziato a sottolineare abbia carattere di illazione.

b) sì, Nietzsche è autocritico, giacché, come si è iniziato a dire, quanto mostrato in Genealogia della morale con l'analisi dell'ideale ascetico, costituisce una fondamentale auto - definizione.

c) secondo Ipazia in Nietzsche sarebbe un autosuperamento e una critica radicali relativamente all'ideale ascetico. Tesi questa appena enunciata ed enunciabile, giacché - e per andare al sodo -  il rapporto non ideale ( = carnale) di Friedrich Nietzsche con il femminile si è limitato - almeno stando alle fonti - alla madre, alla sorella e ad un numero imprecisato di prostitute. Dunque assolutamente no. La tesi del superamento è tutta da dimostrare.

Relativamente al fenomeno della morale ascetica, nell'opera di Nietzsche è potente la pars destruens ma pressoché mancante la pars construens. Analogamente a quanto avviene in sede di scienza anti - teologica, dove, appunto, la pars construens si perde nelle brume della poesia.

Ipazia:

Che le ideologie costruiscano "scienze" pro domo loro non esenta dalla critica di tali ideologie che ovviamente non può prendere sul serio la "scienza" suddetta ma cerca di decostruirla nelle g motivazioni reali evidenziandone le aporeticità. Le quali, altrimenti il gioco non funzionerebbe, sono invisibili ai loro seguaci così come noi, in assenza di uno specchio, non possiamo vedere il nostro viso. La "morte di Dio" è semplicemente la presa d'atto dell'esaurimento della funzione e del senso antropologici della "scienza" religiosa. Che le varie parrocchie filosofiche ci costruiscano sopra le loro carriere accademiche ci sta. Ma non è il caso di FN che va dritto al sodo e non aveva una grande opinione di quel genere di dotti per cui evitò accuratamente di stare al loro gioco. Così come fa Ipazia  

F:

Considerazioni interessanti. Ma che hanno poco a che fare con le mie. Le quali intendono richiamare l'attenzione su ben altro, ovvero sulla realtà attuale - lo ripeto in corsivo - della fede nel carattere non - mitologico delle entità richiamate da Ipazia. Onde qui non è e non può essere primariamente in questione qualcosa come il carattere ideologico della scienza del carattere mitologico dei contenuti della fede cristiana, giacché dellla determinazione ideologica della scienza del carattere mitologico di quei contenuti, l'attuale massa sterminata di fedeli in senso cristiano non ha punto notizia.
#17
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
28 Ottobre 2019, 19:28:54 PM
Citazione di: green demetr il 27 Ottobre 2019, 20:15:24 PMCosi green demetr ( =green):

cit franco
"Il passo è di eccezionale importanza. Il quale, visti i rilievi che sono stati mossi al mio discorso sulla decisività della fisiologia di Nietzsche ( = della sua costituzione fisiologica), mi fa pensare che i miei interlocutori abbiano letto Nietzsche senza meditarlo a fondo
. "

Ma infatti quella è la posizione dell'asceta.
E comunque sia, non si tratta della fisiologia di Nietzche, ma un discorso sulla fisiologia generale.
Tema ripreso da Canguilhem per esempio. Che a sua volta interessa tutti gli autori fondamentali del 900.
Da Derrida a Focault, passando per Lacan.

a) Non capisco l'avversativa della prima proposizione, Certo, si tratta proprio della posizione dell'asceta. La quale come ho iniziato a sottolineare è da Nietzsche configurata fisio -logicamente. Per comprendere la morale ascetica, secondo Nietzsche, è necessario guardare alla costituzione corporea (carnale) di chi la propone.

b) Non vedo perché non possa trattarsi della fisiologia dello stesso Nietzsche. Anzi, sarebbe molto interessante indagare tutte le ragioni per le quali il discorso di Nietzsche possa essere auto -(bio) grafico.

green:

Non si tratta di caratterizzare in maniera "lombrosiona" il comportamento di una persona (come se il comportamento fosse poi la sua psicologia), cosa che mi pare, ma posso sbagliarmi, caratterizzare il tuo discorso.

F:

Per affrontare questa tua posizione, è necessario affrontare in modo più pertinente quelle precedenti.

green:

cit franco
Morte metaforica? metafora del risveglio umano? Se così fosse, si tratterebbe di un risveglio non certo coinvolgente tutti coloro (moltitudine sterminata) che hanno continuato a dormire e continuano a dormire. Il che come, già osservato, contraddice - e qui incontestabilmente - la constatazione storica della morte di Dio come constatazione del tramonto della fede cristiana.

Nietzche non testimonia della morte della fede, semplicemente constata la morte dell'oggetto di culto di quella fede.
Le persone si muovono e agiscono in una direzione opposta a quella presunta dal DIO come SOMMUM BONUM.
In particolare si studia per esempio il risentimento.
Oppure l'odio dilagante a cui grazie a DIO (anche se per motivi differenti) si sta ponendo fine con l'oscuramento dei trombettieri della restaurazione nazionale OGGI ( a testimoniare di quello che sono le cose, non servono astrazioni, a meno che chi legge sia uno di quelli che porta in piazza la propria rabbia, invece che la discussione, e tantomeno l'amore per il prossimo)

F:

Ad un certo punto inizio anche a divertirmi. Mi chiedo cosa possa essere una fede senza oggetto. Mi sembra che, per contraddirmi, si sia disposti a proferire assurdità clamorose. Uno dei motivi fondanti del discorso filosofico è quello dell'intenzionalità quale costituzione essenziale della coscienza. Sì che togliere alla fede il suo oggetto significa togliere la fede, dunque togliere la stessa coscienza.





#18
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
28 Ottobre 2019, 19:06:28 PM
Citazione di: Ipazia il 27 Ottobre 2019, 16:59:30 PM



Scriva Ipazia,

É certo che i preti preservano se stessi anche fisiologicamente, in una condizione di potere parassitaria che li esonera dal "sudore della fronte", e non solo psicologicamente col loro passe-partout per la vita eterna.


Franco ( = F) :

L'analisi svolta da Nietzsche nel passo da me citato ha proprio la funzione di chiarire la sfera fisiologica sulla quale il prete lavora.

Ma come ho iniziato ad osservare, il testo nietzschiano mostra le condizioni della tesi per la quale quell'analisi fisiologica è auto - analisi. Come a dire che la straordinaria fisio- logia presentata da Nietzsche è tale in quanto poggia su una ben matura auto - percezione.

Che Genealogia della morale veda la luce nel 1887 ha il senso di un compimento e di un suggello.

Ipazia:

Riguardo alla mitologia, l'unico ordine altro dalla mitologia medesima é oggetto di studio, e di manipolazione, della psicologia di massa.

F:

Temo che non mi si legga con la dovuta attenzione.
Il mio discorso sulla mitologia cristiana intende richiamare l'attenzione sulla realtà della fede nelle entità alle quali anche Ipazia attribuisce una valenza mitologica. Aver fede in quelle entità - ho iniziato a sottolineare - significa - tra l'altro - non sapere del loro carattere mitologico. Onde altro è la realtà di quella fede, altro è l'attualità o la possibilità di una scienza di quella stessa fede. Che la fede nelle entità costituenti il contenuto dell'esperienza cristiana possano essere o siano attualmente oggetto di una psicologia delle masse, non implica che questa sia fondamento necessario della realtà di quella. In soldoni e per fare solo un esempio concreto: dell'attuale - dico attuale - situazione della fede cristiana fa parte -  e in modo essenziale - la mancanza della sia pur minima notizia dell'esistenza di una psicologia di massa della fede nel carattere mitologico delle entità richiamate da Ipazia.


Cosa ha a che fare tutto ciò con Nietzsche? Molto. E questo nella misura in cui pensatori della levatura di Heidegger e Severino hanno letto assai diversamente la sentenza della "morte di Dio". Il primo assumendola come richiamo ad un recupero della dimensione sacrale in senso classico, il secondo - all'opposto - come affermazione definitiva della fine della metafisica quale configurazione fondamentale del tratto epistemico del nichilismo.





#19
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
27 Ottobre 2019, 16:32:31 PM
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2019, 22:17:45 PM
Così Ipazia,

Ha già risposto green: Nietzsche non deve dimostrare nulla. Dio è morto é metafora di un risveglio umano, non del decesso di una divinità inesistente. La morte metaforica di Dio inizia con l'illuminismo. O meglio, da allora se ne può parlare, perché prima era come vivere sotto Daesh. Essendo più facile seppellire umani deceduti che idee, FN si prende la briga di accelerare il processo e lo fa con argomenti "psichiatrici" perché di metafisica in questa faccenda non c'è veramente nulla.

Franco ( =F):

a  )Mi si fraintende. Non ho punto affermato che Nietzsche dovesse ( = fosse tenuto a -) dimostrare qualcosa come l'inesistenza effettiva di ciò che nella tradizione cristiana va sotto il nome di "Dio". Ciò che ho iniziato a dire è ben altro, vale a dire - tra l'altro - che il livello di rigore speculativo di Nietzsche è ciò che ha consentito e consente tutte le letture teologico -apologetiche della sentenza della "morte di Dio".

b) Morte metaforica? metafora del risveglio umano? Se così fosse, si tratterebbe di un risveglio non certo coinvolgente tutti coloro (moltitudine sterminata) che hanno continuato a dormire e continuano a dormire. Il che come, già osservato, contraddice - e qui incontestabilmente - la constatazione storica della morte di Dio come constatazione del tramonto della fede cristiana.

c ) L'importanza della questione è tale da indurmi all'invito alla lettura di quello che, a mio avviso, è il passo centrale di Genealogia della morale (1887), grande opera della maturità di Nietzsche, opera che Ipazia pur cita:

"Una siffatta autocontraddizione, come sembra rappresentarsi nell'asceta, 'vita contro vita', risulta -e questo è innanzitutto un fatto palmare -a un esame fisiologico e non più psicologico, semplicemente un non senso. (...) l'ideale ascetico scaturisce dall'istinto di protezione e di salute di una vita degenerata, che cerca con tutti i mezzi di conservarsi e lotta per la sua esistenza; esso indica una parzialeinibizione ed estenuazione fisiologica , contro la quale combattono incessantemente, con nuovi mezzi e invenzioni, ii più profondi istinti vitali rimasti intatti".

Il passo è di eccezionale importanza. Il quale, visti i rilievi che sono stati mossi al mio discorso sulla decisività della fisiologia di Nietzsche ( = della sua costituzione fisiologica), mi fa pensare che i miei interlocutori abbiano letto Nietzsche senza meditarlo a fondo.

Ipazia:

Solo mitologia, a partire dalla Creazione, Eden, dei barbuti rigorosamente maschi e figli incarnati, madri vergini, ecc. Tutte cose smontate una ad una da chi è venuto prima di FN, il quale si dedica invece all'indagine psicopatologica della fenomenologia religiosa; indagine che proseguirà con le psicoscienze e l'antropologia.

Che milioni di persone credano a questa mitologia vale argomentativamente come i milioni di persone che credevano nella terra al centro dell'universo. Come se questo fatto mutasse di uno iota la realtà naturale ! Alla fine anche Maometto dovette andare alla montagna, visto che la montagna non se lo curava per nulla. FN ti prende per mano e ti porta alla montagna.

F:

Anche qui le questioni vengono tagliate con l'accetta. Sono molto più complesse. Mi limito, per il momento, ad osservare come Ipazia non riesca a distinguere la classe di tutti coloro che nulla sanno del carattere mitologico di ciò in cui credono. Onde che una sterminata moltitudine nulla sappia ( che una sterminata moltitudine non abbia punto notizia) del carattere mitologico che Ipazia ascrive agli enti richiamati, è ciò che rende l'oggetto di fede un ordine di realtà non - mitologico. Ed è su questo che il teologo cristiano, per limitarsi alla sfera d'esperienza cristiana, lavora ed è su questo che egli edifica la sua episteme.

#20
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
26 Ottobre 2019, 11:54:20 AM
Citazione di: Ipazia il 25 Ottobre 2019, 20:54:34 PM
Citazione di: Franco il 25 Ottobre 2019, 14:31:21 PM
Colgo l'occasione per esplicitare ulteriormente ciò che intendo. L'ironia ha forse costituito un certo ostacolo. In termini non interrogativi e non ironici: Nietzsche ha posto qualcosa come un tipo umano da superare ed uno di là da venire, e così ponendo ha "identificato" il primo come il tipo non fedele alla terra e ai valori della terra. Se ciò è vero - ed è vero pena l'impossibilità di una sia pur minima comprensione del pensiero di Nietzsche - allora non si può non riconoscere la necessità di porsi la domanda circa la provenienza di quel tipo umano, vale a dire se si tratti di un tipo terrestre - originato nel seno di madre Terra.  Chiderselo non è ininfluente, giacché significa puntare il dito sul carattere moralistico - ideologico della posizione di Nietzsche.

Ipazia:

FN si inserisce in un processo in corso fin dalla riflessione illuministica, ovvero la fine dell'egemonia culturale teologica.

Franco ( = F) :

a) Non si comprende affatto perché l'inserimento debba essere relativo all'Illuminismo.

b) La fine della "egemonia culturale teologica"? Si danno forse egemonie teologiche non - culturali?

c) Ipazia scrive come se il corso storico nel quale Nietzsche si in - scriverebbe fosse finito, ovvero come se la fine della teologia ( episteme teologica) fosse un dato storico, dunque un che di oggettivamente rilevabile. Cosa questa che non è succettibile di constatazione fenomenologica.

Ipazia:

Egli prende atto di ciò in maniera fattuale, non ideologica, e dà il suo contributo affinchè il processo giunga a compimento.

F:

No. Per le ragioni che ho iniziato a sottolineare. Sì che Nietzsche non prende atto e non constata fattualmente. Nella lettura di Ipazia si suppone quanto è da dimostrare. Ed è da dimostrare che:

a) che Nietzsche abbia affermato la morte di Dio nel senso di una dimostrazione metafisica.

b) che quella di Nietzsche sia una "constatazione storica". Come ho iniziato a richiamare, la formulazione in lingua tedesca - dunque la formulazione originaria - della sentenza della morte di Dio, svantaggia le letture teologico - apologetiche, ovvero le letture che vogliono intendere il contenuto della sentenza come contenuto contro - dimostrativo in ordine all'esistenza effettiva di ciò che nella tradizione cristiana va sotto il nome di Dio.

Ipazia:

Dio è un'illusione che ha fatto il suo tempo.

F:

Dio sarà un 'illusione per tutti coloro che lo ritengono tale. Dunque non per tutti coloro - e sono una moltitudine sterminata - che non hanno la minima notizia del contenuto della sentenza nietzcheana.  Né lo sarà per la classe dei tuttora vivi e vegeti teo - logi cristiani, i quali data la debolezza speculativa del pensiero di Nietzsche non possono che avere buon gioco della sua metaforica.

Ipazia:

Rimane solo come fede, non come episteme.

F:

Se rimane come fede, allora quella che lo stesso Nietzsche addita come constatazione storica della fine della fede cristiana è constatazione ideologica. Osservo - di passaggio - che una delle più grandi letture dell'opera nietzcheana, quella di Emanuele Severino, si caratterizza - tra l'altro - per il giudizio assai negativo rivolto alla nietzcheana prova storica della "morte di Dio".

Ipazia:

Semmai c'è da capire come questa illusione abbia attecchito così a fondo e per così tanto tempo.

F:

Il carattere moralistico - ideologico dell'opera di Nietzsche è protetto e garantito dal linguaggio della metafora. In che senso intendere la fede cristiana come "attechita illusione" ?

Ipazia:

Di ciò FN dà la sua chiave di lettura. La sua ricetta è di tipo "medico", piuttosto che "etico", perchè l'etica ha gia sentenziato e lo spirito - o l'evoluzione - dei tempi, Dio l'ha seppellito per davvero.

F:

Di tipo medico? Se la chiave di lettura di Nietzsche fosse di tipo "medico", ci sarebbe da chiedere sul fondamento di quale fisiologia. Quale sarebbe la fisiologia sperimentata da Nietzsche? La domanda è ironico - retorica.  In termini affermativi: è piuttosto nella fisiologia - nella costituzione fisiologica - dello stesso Nietzsche che - a mio avviso - bisogna guardare per fronteggiare le intime contraddizioni del suo pensiero.

Concludo facendo notare come Ipazia abbia trascurato il mio ultimo rilievo a lei rivolto. Al di là della poesia il valore speculativo ( concettual - argomentativo) in Nietzsche è modesto. E questo ha fatto la sua fortuna.



#21
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 15:21:17 PM
Citazione di: Lou il 24 Ottobre 2019, 18:31:31 PM
@Franco
",la fortuna di Nietzsche si deve alla sue tremende contraddizion, le quali tradiscono una modesta capacità speculativa"

Il punto che Nietzsche mette in discussione ( o su cui invita a riflettere, come ho inteso io ),  sul p.d.n.c., rivendicando la sua intenzionale contraddizione certo ( ci sono aforismi su ciò, dove è esplitifa questa postura "speculativa" ) ,  ritengo sia essenzialmente quello di mettere in discussione come la coerenza logica non sia sinonimo di verità. Il punto in discussione, trovo, sia come il p.d.n.c.  possa valere in ambito fenomelogico. Questa è la sfida che lancia, a parer mio.

Franco:

Vorrei comprendere meglio, giacché se come Lou dice il punto messo in discussione da
Nietzsche fosse quello del principio d'identità - non contraddizione, si spiegherebbero le tremende contraddizioni in cui egli finisce fatalmente per cadere.
. Giacché ogni critica rivolta a quel principio è destinata al fallimento.
#22
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 14:31:21 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2019, 14:57:36 PM
Citazione di: Franco il 24 Ottobre 2019, 13:59:56 PM
Quale sarebbe l'origine del tipo umano - quello della tradizione giudaico - cristiana - rispetto al quale Nietzsche pensa il super - uomo? La domanda ha un carattere sostanzialmente ironico. È forse una creatura infernale quella dell'uomo che non vive secondo i valori della terra e cerca "mondi dietro il mondo"?

Così ipazia:

L'ideale ascetico, e la sua peculiare e geniale affermazione di una volontà di potenza attraverso l'impotenza, sono descritti in "Genealogia della morale". L'inferno - per nulla ironico - che ne deriva è tutta paranoia del nostro sacco e i demoni non c'entrano.

Così Franco:

Colgo l'occasione per esplicitare ulteriormente ciò che intendo. L'ironia ha forse costituito un certo ostacolo. In termini non interrogativi e non ironici: Nietzsche ha posto qualcosa come un tipo umano da superare ed uno di là da venire, e così ponendo ha "identificato" il primo come il tipo non fedele alla terra e ai valori della terra. Se ciò è vero - ed è vero pena l'impossibilità di una sia pur minima comprensione del pensiero di Nietzsche - allora non si può non riconoscere la necessità di porsi la domanda circa la provenienza di quel tipo umano, vale a dire se si tratti di un tipo terrestre - originato nel seno di madre Terra.  Chiderselo non è ininfluente, giacché significa puntare il dito sul carattere moralistico - ideologico della posizione di Nietzsche.


#23
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
25 Ottobre 2019, 13:31:27 PM
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2019, 16:00:11 PM
Citazione di: Franco il 24 Ottobre 2019, 13:18:49 PM

Data l'enorme - epocale - valenza della sentenza della "morte di Dio", chiederei ad anthonyi il senso che attribuisce alla "intuizione filosofica".

Ciao Franco, non sono molto ferrato degli approfondimenti filosofici, in se l'intuizione si potrebbe definire un'affermazione poco costruita dal punto di vista formale. Quello che mi sconcerta è il fatto che si parli di "valenza epocale". Che significa "Dio è morto ?" Ci si riferisce al Dio culturale, e quindi si afferma una crisi fella fede, oppure al Dio ontologico, e quindi ... ?
Oppure si afferma un desiderio ? E qui viene l'altro enigma su FN, uno scrutatore della realtà oppure un abile manipolatore che ha costruito concetti ambigui che dovevano manipolare il pensiero in chiave meramente distruttiva ...
Un saluto

Ciao anthony,

- Provo a comprendere meglio la tua definizione. Magari riuscirai a precisarla. Così come vorrei comprendere meglio il tuo sconcerto dinanzi alla epocalita' della sentenza. Cosa ti sconcerta? Che essa sia davvero epocale o che essa sia ritenuta tale?

- iIn ogni caso formuli degli interrogativi imprescindibili. Ai quali non si può non rispondere se non affrontando la formulazione stessa della sentenza della "morte di Dio".

Ti interroghi in modo assai pertinente: cosa è pensato da Nietzsche con l'affermazione "Dio è morto"? Trattasi di una contro - affermazione di fede o non piuttosto di una tesi ontologicamente fondata? Che cosa aveva in mente Nietzsche con il contenuto di quella sentenza? Intendeva riferirsi a qualcosa come una constatazione storica di tramonto della fede cristiana, oppure ad una realtà metafisicamente dimostrata come non più effettivamente esistente? La risposta a questi interrogativi - da te peraltro formulati - non può, se intende porsi, non fare i conti con la formulazione linguistica  tedesca della sentenza. La quale suona "Gott ist tot". Orbene, si tratta forse di una forma linguistica capace di fornire una traccia fondamentale al fine della possibilità di una comprensione della sentenza e dunque dell'intera opera nietzcheana?


#24
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
24 Ottobre 2019, 15:06:19 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2019, 11:12:42 AM
paul11 scrive:

Della religione, come giustamente scrive Franco altrove, intesa come costruzione razionale non dice assolutamente nulla.

Ipazia risponde:

Perchè non c'è nulla di razionale in senso filosofico classico nella religione, ma una ratio archetipicamente e assolutamente nichilista simboleggiata dalla tarantola, cresciuta a dismisura avvelenando la vita umana fino ai giorni nostri impestati dai tecnologici tagliagole di Dio e dalla loro infelice scienza.

Franco:

Vorrei comprendere meglio la replica di ipazia, la quale ritiene che nulla ci sia di razionale in senso filosofico - classico nella religione. Un' assenzache spiegherebbe la mancanza in Nietzsche di una rigorosa critica della ( = genitivo oggettivo) della teologia cristiana. Ma, faccio notare, l'esperienza cristiana è tale in quanto è co - stituita da una ben determinata configurazione teo - logica, onde fede e logos si sostanziano a vicenda. In Nietzsche a fronte di un'accanita critica della morale cristiana non è presente una corrispondente critica esplicita del sistema dottrinale ( = teologico) che quella morale suppone e giustifica.












#25
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
24 Ottobre 2019, 13:59:56 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2019, 11:12:42 AMCosì ipazia a paul11:

Innegabile che il magistero di Darwin abbia influenzato molto la seconda metà dell'800, ma i deboli e malriusciti del filosofo Nietzsche non sono quelli del naturalista Darwin.

Franco ( = F) :

Vale a dire? Qui la differenza è appena enunciata.

Paul11:

istinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.

Ipazia:

Scrutando la ragione della morale religiosa, in particolare cristiana, e cercando ragione e morale meno peregrine a partire dalla natura piuttosto che dai fantasmi.

F:

Come a sottrarre natura e naturalità alla morale cristiana quale configurazione dell'esperienza religiosa. Sottrazione impossibile, giacché se la sottrazione avesse senso, i cristiani sarebbero dei senza natura.
Ipazia sembra iniziare a fare il verso al parossismo nietzcheano nella misura in cui Nietzche sembra rivendicare l'esclusiva della comprensione dell'essenza del tipo umano fedele alla terra. Al di là della poesia, terrestre è tanto il tipo agognato da Nietzsche quanto quello da "superare". Quale sarebbe l'origine del tipo umano - quello della tradizione giudaico - cristiana - rispetto al quale Nietzsche pensa il super - uomo? La domanda ha un carattere sostanzialmente ironico. È forse una creatura infernale quella dell'uomo che non vive secondo i valori della terra e cerca "mondi dietro il mondo"?
#26
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
24 Ottobre 2019, 13:18:49 PM
Citazione di: anthonyi il 23 Ottobre 2019, 19:19:35 PManthonyi ( = an) scrive:

Ho notato da parte dei partecipanti al forum una certa propensione alla citazione di Nietzsche in contesti nei quali viene visto con autorevolezza.
La cosa mi ha incuriosito per cui mi sono fatto un'infarinatura del soggetto.

Franco ( = F) :

Le citazioni autorevoli sono - tra l'altro - il frutto del modo filosofico di intendere Nietzsche. Nietzsche è autorevole anche perche "si" sa della sua autorevolezza, la quale deriva dal modo in cui anche nella cultura "filosofica" italiana si è piegato il contenuto degli scritti di Nietzsche a ben determinare esigenze ideologiche.

Come ho iniziato a sottolineare nella discussione sulla imprescindibilita' della riflessione metafisica, la fortuna di Nietzsche si deve alla sue tremende contraddizioni, le quali tradiscono una modesta capacità speculativa. Come sono solito dire, Nietzsche è stato un grande moralista, nel senso di essere stato necessitato a dare voce all'etica cristiana. A favore di tale tesi è assai opportuno richiamare il contesto familiare nel quale Nietzsche si formò.

an:

Sembra che la sua "geniale" intuizione filosofica sia il fatto che: "Dio è morto", unita comunque ad un approccio critico nei confronti del Cristianesimo (Sembra più direzionato nei confronti di quello protestante).

F:

Data l'enorme - epocale - valenza della sentenza della "morte di Dio", chiederei ad anthonyi il senso che attribuisce alla "intuizione filosofica".

an:

In particolare ho trovato la frase: «I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.» e mi sembra di intravvedere in questa la premessa di quello che sarebbe stato il delirio nazista.

F:

Tesi che può essere sostenuta solo a condizione della illuminazione di una coerenza speculativa che non è dato trovare nell'opera di Nietzsche.

Come accade che alcune delle più autorevoli - se non le più autorevoli - letture filosofiche, segnatamente quelle di Jaspers, Heidegger e Severino, si contraddicano a vicenda?

E si badi, si contraddicono proprio in merito alla epocale sentenza della "morte di Dio" .



#27
Citazione di: green demetr il 21 Ottobre 2019, 18:22:23 PMCosì green demetr ( = gr) :

x Framco

Ascolta decidere quale è la differenza tra metafisica che comporta una politica dell'unità (sì sono d'accordo, almeno nel pensiero platonico-aristotelico) e filosofia che usa la politica come impedimento a che questa unità avvenga, significherebbe andare a fondo della questione.
Cosa che non vedo in nessun libro, in nessuna conferenza, figuriamoci in questo forum che è solo per amatori (come me).

Franco ( = F) :

Poni questioni difficilmente comprensibili. Quale sarebbe la filosofia che usa la politica allo scopo dell'impedimento di quell'unita'?

gr:

A mio parere è la capacità di capire il proprio vissuto.La domanda che chiede che la metafisica sia ancora utile è autoevidente per esperienza. Il fatto che tu non la veda come domanda, e che ti rifugi in un formalismo probabilmente vuoto di significato e di senso, mi fa dubitare assai della possibilità anche solo di porre la questione in maniera seria.

F:

Non riesco a comprendere in base a cosa tu deduca che per me la metafisica non sia domanda. Così come non riesco a comprendere la tua attribuzione di formalismo. Vorrei comprendere meglio il tuo giudizio.

gr:

Nel momento stesso in cui ti arrocchi nella metafisica, è evidente che non capisci il pensiero di Heidegger che pur citi, leggendo da Davintro.

F:

- Anche qui sono perplesso. In che senso quanto da me esposto fin qui costituirebbe un arroccarsi?
- Legheresti poi i il mio "arroccarmi" alla mia "incomprensione" del pensiero di Heidegger. In base a quali argomenti lo affermi?

gr:

La metafisica è finita dice Heidegger, e poi ancora, il pensiero della femonomenologia è impossibile in quanto un pericolo molto più grande (del fallimento della metafisica) è alle porte, ossia la Tecnica.

F:

a)
La tesi heideggeriana della fine della metafisica è una delle più fraintese.
Giacché con la "fine della metafisica" Heidegger ha inteso la fine di una sua configurazione storica. Per Heidegger la metafisica finisce nel senso del compimento di quell'estasi dell'Essere per la quale l'essere è inteso sul modello dell'ente. A finire dunque non è è non puo essere la metafisica come tale, bensì quella epoca della storia dell'essere (Seinsgeschichte) la cui essenza è la comprensione dell'essere come oggettita'.

b) non comprendo il nesso che poni tra fenomenologia e affermazione della Tecnica.

gr :

L'intera storia della metafisica è stata una menzogna. Spaccata in due da Kant.

F:

Con Kant, come ho già sottolineato, le cose sono molto più complesse. Che egli abbia spaccato in due la storia della metafisica, è una tesi che andrebbe assai attentamente vagliata.

gr:

Ma questa è una tua ridicola opinione, a confermare che sei un solo un vuoto formalista, che probabilmente Nietzche non l'ha mai letto. L'intera opera di Nietzche è uno smontamento delle cavolate teologiche cristiane.

F:

Come già più volte sottolineato, non sono punto d'accordo. Per smontare un sistema teologico bisogna farlo sul terreno dei suoi stessi strumenti. Il che non è mai stato fatto da Nietzsche.




#28
Citazione di: bobmax il 21 Ottobre 2019, 14:20:51 PMCosì bobmax ( = bx) :

Nietzsche è stato un grande filosofo. Anche e soprattutto per il suo essere sostanzialmente un mistico.

Franco ( = F) :

Nietzsche, a mio avviso, è stato un grande moralista in quanto ha colto e sviluppato alcuni nervi scoperti della morale "cristiana".  Dunque fine e rigoroso avversario di una morale che era, alla fine dei conti, quella di suo padre. Ma la finezza e il rigore di una comprensione di ordine morale, non è, come tale, garanzia di grandezza speculativa in ordine alle questioni metafisiche fondamentali. Onde la fortuna di Nietzsche si deve, appunto, alla possibilità del suo fraintendimento, un fraintendimento garantito dall'infondatezza delle sue tesi metafisiche. La sentenza "Dio è morto" ha I caratteri di un'enunciazione, ma non quelli di una dimostrazione. Tesi questa suffragata dalla circostanza per la quale lo stesso cantore dell'eterno ritorno mette nello stesso calderone tanto il piano meta - fisico di Platone quanto quello di Tommaso d'Aquino.

Bx:

Viceversa Heidegger è senz'altro il più grande bluff della storia della filosofia.

F:

Giudizio tanto ingeneroso quanto in - giustificato ( mancante di giustificazione srgomentativa).

bx:

Scopiazzando malamente da Jaspers si è appropriato della sua Filosofia dell'esistenza senza nulla davvero comprenderne.

Con freddo raziocinio ha abusato dei temi e dei termini esistenziali. Senza avvertirne la profondità metafisica.

F:

Qui, tra l'altro, si annida - temo - il grande pregiudizio ( = giudizio infondato) che vede l'opera di Heidegger appartenente alla grande classe dei filosofi esistenzialisti.

bx:

La sua fama, altrimenti ingiustificata, dimostra quanto vasta sia ormai la dimenticanza dell'Essere.

F:

È pensare che la posizione  problematica fondamentale di Heidegger è stata ed è proprio la ri - fondazione della questione dell'ontologia ( = genitivo soggettivo) al fine dinun rinnovato rimemoramento dell'essere. La distruzione della storia dell'ontologia prefigurata nelle prime pagine di Essere e tempo svolge proprio la funzione di riaprire la dimensione del superamento del nichilismo quale dimenticanza del senso dell'essere.
#29
Citazione di: bobmax il 21 Ottobre 2019, 14:56:18 PMCosì bobmax:

Non c'entra nulla il primo!
È l'essenza che viene stravolta.
Completamente!
Leggendo Essere e Tempo viene il voltastomaco.
E se non viene...
È il segno dei tempi.

Franco:

Vorrei capire meglio.
Cosa ci "sarebbe" di così cattivo in Essere e tempo? Forse una complessità che mal si adatta al pre  - giudizio anti - metafisico della contemporaneità?
#30
Citazione di: Ipazia il 21 Ottobre 2019, 13:20:50 PMScrive ipazia:

La questione è semplice.

Franco ( = F) :

La questione è molto complessa.

Ipazia:

Mentra Spinoza poteva ancora cercare di costruire una metafisica razionale a partire dal concetto di Dio, [...]

F:

Molto complessa la questione della metafisica di Spinoza, nella misura in cui non mostra il fondamento di quella cartesiana. Il che è tanto più rilevante quanto più si consideri la derivazione pienamente cartesiana della gnoseologia di Spinoza.

Ipazia:

già Kant si trovò costretto a separare il trascendente dal trascendentale, assegnando il primo alla teologia e il secondo alle scienze umane.

F:

Non sono punto d'accordo. A partire dalla separazione del piano trascendente da quello trascendentale. Piuttosto parlerei di distinzione dei due piani, una distinzione essenziale alla stessa questione della possibilità di una indagine metafisica.
Assolutamente non - separati, i due piani sono stretti da un vincolo dialettico, che è proprio il vincolo per il quale si apre lo spazio della intelligibilita della realtà. Onde e proprio la ri - fondazione del piano della trascendentalita' ( = piano aperto dalla intima struttura trascendentale del soggetto = io puro) ad aprire la possibilità di una critica della ragion pura al fine di una fondazione della possibilità di una scienza metafisica.

Ipazia:

Da allora la discussione metafisica si è spostata sempre più da Dio all'Essere, ultimo frammento ontologico in carico al pensiero metafisico. Peraltro corretto da Heidegger con quel ci che ne relativizza ulteriormente l'ontologia.

F:

Non ho ben compreso. Vorrei comprendere meglio in che modo il ci di Heidegger abbia corretto il pensiero metafisico. Che cos'è il ci ( = il da) che Heidegger lega al Sein (:= all'essere)?
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