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Messaggi - niko

#16
Citazione di: Phil il 19 Luglio 2025, 16:55:08 PMSe così fosse dovremmo vivere in un'illusione, come in un sogno, ma resta lecita la domanda: chi sogna? dov'è chi sogna? Esiste solo chi sogna, in un vuoto cosmico? L'"ontologia del desiderio" a volte rischia di sottovalutare la semplice potenza (ed evidenza) del cogito cartesiano e delle sue conseguenze, che ancorano qualunque metafisica ad un minimo di realismo difficilmente alienabile, fosse anche solo come residuo fenomenologico dell'esistenza. 


L'ontologia del desiderio, significa solo che il nostro cervello, e tutti I nostri organi di senso, si sono evoluti in modo funzionale alla nostra sopravvivenza, genica e genetica, e quindi, tutto quello che ci mostrano, e tutto quello che pensano, concettualizzano, tramandano e imparano non sara' mai una "realta' oggettiva", ma sempre e solo una "illusione utile alla vita". 

Ciascuno, quasi sempre, soggettivamente e prospetticamente vuole vivere e non morire, quindi, quello che tu un po' impropriamente chiami "il residuo fenomenologico dell'esistenza", l'apparire stesso del mondo e della nostra coscienza di esso in esso, e' gia', immediatamente, un oggetto continuo della volonta' e del desiderio, e un processo altamente condizionato, impegnativo e finalizzato. Lo e' per il corpo, quale nuda e spesso impegativa vita, e lo e' per tutti gli stati, piu' o meno evoluti e culturalmente mediati, di ogni possibile mente. Basti pensare a quanti sforzi dobbiamo fare attivamente e coscientemente per vivere, giorno per giorno, e poi a come, di contro percepiamo il fatto stesso e la prospettiva del morire come l'archetipo assoluto di cio' che avviene spontaneamente, e a prescindare da ogni pensabilita', proggettualita' e volonta' propria individuale, soprattutto se non siamo dei suicidi. Insomma, una volta dato l'apparire del mondo e della nostra coscienza nel mondo quale "residuo fenomenologico", quale assoluto innegabile, la sua mancanza, il suo contrario, per noi puo' significare solo che siamo addormentati senza sogni o morti: la dualita' metafisica essere = conoscenza e bene/ e nulla = ingnoranza e male non potrebbe essere piu' radicata nella biologia e nell'istinto di sopravvivenza anche nelle sue forme culturalmente riflesse. 

Perfino il suicidio e la tutta umana possibilita' del suicidio, pur negando magari per un attimo la nuda vita (e la sua kantiana appercezione) quale scontato ed innegabile, e quindi primario, "oggetto del desiderio" c'è la fa apparire trasfigurata quale pura e continuamente rinnovabile possibilita', volonta' di vivere, patto possibile del singolo con la vita, e non certo, e non ancora, oggetto di conoscenza e neutra o realta' oggettiva.

Ed ecco che insomma il mondo e il suo apparire, ben lungi dall'essere consegnato all'assoluto di un dio, e' pero' consegnato all'assoluto di una, non ulteriormente fondata e fondabile volonta' di vivere, secondo la lezione di Schopenahuer, ripresa da Nietzsche eccetera.

Che viviamo in una illusione utile alla vita non e' un solipsismo, sarebbe un solipsismo il suo contrario. Con buona pace di Cartesio.

Quello che cade, con il paradigma metafisico, e' proprio la concezione cartesiana dell'intelletto come virtualmente e virtuosamente infallibile, e della volonta' come sede possibile dell'errore, qualora essa, all'intelletto non si accordi.

In realta', e' vero il contrario: la volonta', di vivere, e' infallibile, e lo e' se non in assoluto, data l'attualita', questa si' davvero innegabile, della vita nel momento presente, che della volonta', testimonia il relativo, quantomeno alla nostra attuale posizione e a posteriori, "successo"; se non avesse avuto successo, allora la volonta' non avrebbe attraversato l'infinito per consegnarci al presente, se non avesse avuto successo, allora sarebbe morta; e l'intelletto, e' la sede possibile dell'errore, soprattutto qualora non si accordi, alla volonta'.


#17
Citazione di: Phil il 18 Luglio 2025, 16:14:16 PMPer epistemico intendo epistemico, quindi il desiderio di illudersi, ancorato o meno al reale, è quanto di meno epistemico si possa concepire; e proprio per questo ricordavo che la filosofia è anche epistemo-logia (e intendo davvero epistemologia: quella che dialoga che le scienze, le evidenze, l'agognata oggettività o quantomeno si barcamena con onestà intellettuale, etc. non l'ermeneutica esistenziale). Bisognerebbe poi distinguere fra desiderio di illudersi (cattiva fede) e desiderio di non avere risposte irrisolte che porta ad illudersi (in buona fede).Come dicevo: è difficile fare filosofia metafisica, dopo di loro. Le altre filosofie, dall'ermeneutica all'epistemologia alle altre, sono possibili (e altrettanto "serie" direi), e infatti vengono attualmente e concretamente "fatte". Il "gioco della filosofia" non è all'infinito, ma dura quantomeno la presenza di una comunità di uomini che fanno filosofia e non vedo perché questo ti spinga a definirlo come "al massacro" (di nuovo: magari è stata massacrata la metafisica e se la identifichiamo come l'essenza della filosofia allora siamo a lutto; ma in realtà così non è, come dimostra tutta l'altra filosofia).Questo è esattamente quello con intendevo quando osservavo come la filosofia può essere sintonizzata sul mondo che la circonda, occuparsene "in diretta", essere attuale, etc. Come vedi, anche dopo la religione, la filosofia può avere un'agenda molto piena, fatta di ciò che fa (v. sopra) e ciò che potrebbe fare in più.


Il desiderio di illudersi e' epistemico perche' al suo fondo non c'e' nulla di altro: il movimento con cui, in modo apparentemente "isolato",  l'oggetto di conoscenza specifico della metafisica si rivela un oggetto di desiderio ( > Dio non esiste ma e' solo un'illusione e rassicurante) e', anche, lo stesso identico movimento con cui tutti gli oggetti di conoscenza, possibili, si rivelano, in fondo, "solo" oggetti di volonta' e di desiderio ( > tutto il pensabile e il conoscibile e' un'illusione utile alla vita, e per giunta un'illusione eventualmente ripetibile data la finitezza di uno spazio, in cui tale illusione potrebbe comporsi e situarsi, e l'infinitudine di un tempo: insieme a Dio, muore la verita', e, insieme alla verita', muore anche il passato in quanto forma preferenziale dell'inamovibile/immodificabile).

La fuga continua del tempo nel passato, e' (anche) la fuga continua di tutti gli oggetti presenti e viaggianti nel tempo alla presa e alla "manipolazione" della volonta', il che e' possibile, e anche auspicabile, in un paradigma metafisico, ma impossibile, e anche eticamente non auspicabile, in un paradigma post-metafisico.

Insomma nel paradigma metafisico, l'oggetto di conoscenza domina, l'oggetto di desiderio, e si suppone che in fine la volontasi umana si acquieti e si paghi nella conoscenza, cioe' proprio nella visione memoriale e passatificata di mondo, e di un paesaggio, che non (piu'!) la implica (contemplazione); nel paradigma post metafisico e' vero il contrario, il desiderio genera conoscenza e quindi gerarchicamente e prioritariamente la domina, e la conoscenza, o meglio, la domanda esistenziale di essa e su di essa, al limite, si acquieta e si paga nel riscoprire se stessa forma e manifestazione del desiderio, perche' al suo "fondo", al suo fondamento, non c'e' altro.

L'episteme, ad oggi, non puo' fare a meno dell'episteme, della morte, della metafisica.

Infatti, caro Phil, con un minimo di realismo, non si puo' non riconoscere che la caduta, della filosofia tutta e non solo della metafisica, in Occidente, quantomeno nell'ultimo precedente secolo, (ma con prodromi iniziati nell'ultimo millennio), che l'ha portata dall'essere un elemento culturalmente egemone e intrinsecamente motivante, da sola, o al limite anche insieme alla teologia, all'essere, invece, solo una pregiudiziale di metodo [epistemologia] o una nota a margine [ermeneutica] sul lavoro altrui, sia una caduta. Il valore irripetibile della filosofia, consisteva nel suo essere uno stile di vita, e questo, ne imponeva almeno in un certo grado, l'autonomia e l'originalita'. Il filosofo, vale per quello che fa', non per quello che pensa. 

L'ermeneutica poi, nel suo concetto che un testo prolifichi e dia frutto in un altro testo, e non nel dialogo diretto e scambievole per quanto possibile tra lettore e autore, e' la negazione stessa della filosofia. L'interpretazione, per riferirsi alla realta' e non al testo stesso, deve essere finita. Come la metafisica. Che e' bella proprio perche' e' stata pensata, fin dal principio, per essere finita. Lo dobbiamo ai suoi migliori autori, se oggi, la possiamo vedere da fuori.


#18
Citazione di: Phil il 17 Luglio 2025, 11:17:58 AMIl mio ricordare l'istanza epistemica della filosofia non voleva essere un recintarla alla sola episteme, ma voleva essere un promemoria di come la filosofia, da sempre, sia anche rivolta a discorsi che cercano un saldo ancoraggio al reale e non solo a "viaggi iperuranici". Come dire: volevo ricordare che Aristotele si era occupato anche degli animali, Cartesio anche delle calcolatrici, Derrida anche dei computer, etc. perché ai loro tempi anche quella era filo-sofia, per quanto ovviamente la riflessione aristotelica più di successo storico e più spendibile contenutisticamente oggi non è certo quella zoologica. Ovviamente la filosofia è anche estetica, ermeneutica, etica, etc. tutte discipline, come dicevo, non "scientificabili", ma comunque squisitamente filosofiche.Ciò che dichiari impossibile è tale solo se intendi un "tornare alla filosofia metafisica" (mi ero portato avanti parlandone già sopra); altrimenti il proseguire della filosofia mi pare ciò che di fatto sta accadendo, non senza inciampi ovviamente, in occidente (e qui torna in gioco l'epistemologia): se la filosofia è «indagine mossa dallo stupore verso il mondo e dal desiderio di conoscerlo e comprenderlo», il fatto che ci sia stato un acquazzone religioso durante il viaggio, non significa che non si possa continuare a camminare ora che si inizia ad essere più all'asciutto. Chiaramente la strada può non essere la stessa di prima (tranne che per quelle filosofie che girano in tondo, nel circuito chiuso dei loro assoluti o delle loro utopie), perché è cambiato lo scenario tecnologico, politico, sociologico, etc., ma l'attitudine e, entro certi limiti, i possibili metodi filosofici, non sono poi molto differenti da quelli del passato filosofico.



Il problema, e' che a un certo punto, della storia del pensiero; l'ancoraggio possibile/necessario alla realta' del desiderio di illudersi, diviene (anche) l'aspetto fondamentale (ovverosia: quello piu' "epistemico" nel senso che intendi tu) della realta'.

Gli uomini, vedono il mondo con la lente della volonta' di potenza, della pulsione, della sopravvivenza genica come elemento meramente funzionale. Anche prescindendo un attimo da Marx, da Hegel, e dagli assoluti "politici", e' assai difficile fare (o meglio: continuare a fare), seriamente, filosofia dopo Freud, Darwin e Nietzsche, per dire i tre piu' ovvi.

E' un corto circuito logico che costringe a considerare l'acquazzone, teologico medioevale, e ultra religioso, premoderno, non come un acquazzone, ma come un irreversibile nella storia della coscienza singolare e lineare umana, che, in quanto tale, non "dimentica" e non puo' in assoluto dimenticare, quello da cui, meramente, si "disillude": Il paradiso artificiale e' falso, il desiderio umano che ha portato a rinchiudersi nel paradiso artificiale (invece) e' vero. Non c'e' altra realta', di quella che scaturisce, dalle dinamiche della volonta'. Il nulla ontologico, e gnoseologico, in cui vive l'uomo, non e' pero', anche, un nulla funzionale. Nel (doppio) senso, che le funzioni e le funzionalita' ci sono, e che, anche se non ci fossero, sono comunque desiderabili. E, finche' non si affronta e non si risolve questo, di "punto", della situazione, non sorgera' niente, di piu' "epistemico", ne tantomeno di piu' "interessante" di questo.
Neanche tra centomila anni. Neanche nell'imminenza di una guerra in grado di annientare fisicamente, l'intera umanita'. Lo stupor mundi di un mondo che sopravvive alla morte di dio ci deve bastare, altrimenti, il gioco stesso della filosofia sarebbe all'infinito, e quindi al massacro. Non si tratta, di integrare nel discorso filosofico "attuale" le ragioni di quelli che hanno ammazzato Cristo, ma quelle, di quelli, che hanno ammazzato, o comunque messo a morte, Socrate. Piu' facile. O magari, piu' difficile. Ma insomma c'e' sempre un evento, scabroso, che traumatizza i successori, di una certa riconoscibile tradizione, da non ripetere. E' il metodo, per non ripeterlo ad essere discutibile.

E infatti, finita ogni pretesa sistemica, nel mondo dominato dalla scienza e dalla tecnica, ci dicono che alla filosofia, rimanga, solo, ad oggi,  "il metodo". E il discorso sul metodo. La revisione, a posteriori, della (altrui) verita'. Da ancella della fede, a ancella della scienza, ma sempre ancella deve essere. Il timbro finale sulla carta virtualmente gia' scritta, il controllo qualita'.

Se questo ci sta stretto, oltre al metodo, la filosofia dovrebbe recuperare il discorso, sulla formazione, dell'opinione. Attaccare, e infiltrare, il regno della propaganda, della sondaggistica, della pubblicita', dell'intrattenimento, dei rimasugli dell' "arte", tutta quella roba li', che ad oggi forse conta ancora di piu', della scienza e della tecnica, e, languente in assoluta solitudine, non ha, valide e di compagnia, "ancelle". In fondo, tutti i migliori maestri, della piu' elevata e insospettabile filosofia, ci hanno comandato di conoscere l'opinione e il metodo dell'opinione, oltreche' la verita' e il metodo per la verita', che tanto, ad oggi langue, e, a quanto pare, languira' sempre.





#19

Mi sembra superfluo e un po' fuori tema ricordare qui tutte le caratteristiche di unicità della filosofia greco classica occidentale, sappi comunque che non credo che "tutto sia filosofia", credo nella specificità della filosofia come metodo.

Credo anche che l'afflato etico, eudaimonistico, politico e tecnico della filosofia sovrasti di gran lunga il suo afflato "epistemico" e sia, in essa e per essa, molto più fondamentale. Per quanto il filosofo possa essere "tuttologo", la filosofia non è ricerca di conoscenza qualunque o fine a se stessa, è e resta ricerca di conoscenza utile alla vita, individuale e collettiva. 

Vedere la filosofia come "epistemica" è una gran proiezione del moderno sull'antico, nel senso preciso che è (solo!) il capitalismo, l'unica società a poter valorizzare la conoscenza fine a se stessa, e quindi in cui la ricerca della conoscenza fine a se stessa è (perfettamente!) razionale. Il capitalismo, fa i soldi pure dai parchi giochi, diseneyani e scientifici e quindi ri-razionalizza a posteriori l'infinità dei possibili atti conoscitivi afinalistici, e finanche voyeuristici umani, i quali sono follia e squarcio quantomeno problematico sulla follia per pressoché tutte le altre umane forme di società, dai Maori alla Grecia antica. Le quali, necessariamente fanno una cernita, tra conoscenze utili e inutili. A loro, per quanto pure loro abbiano delle elites sociali o intellettuali e si sforzino di entrarci, nessuno li paga, per gigioneggiare all'infinito e verso l'infinito in un parco giochi. Se guardano intorno, vedono che neanche il Faraone o l'Arconte, lo fa. Ecco: la filosofia è molto di piu' l'arte di questa continua inevitabile cernita, piuttosto che essere tecnicamente o specificamente epistemica. Conoscenza del bene, del bello, dell'utile eccetera.

E quindi, la filosofia nasce come antireligiosa, ma, inevitabilmente, tradendo se stessa, finisce per nutrire le forme e rilanciare le forme più ipertrofiche e tarde, della religione, come una sorta di metafisica di ritorno. Quando sei in grado di sostenere e argomentare tutto, è inevitabile sostenere e argomentare paradisi artificiali e mondi a misura d'uomo. Il canto del cigno eccetera. 

Il teatro, la democrazia assembleare diretta, lo schiavismo come contro-etica del lavoro (la ricchezza compra l'agio di non fare un cavolo tutto il giorno non altra ricchezza), il maschilismo come sublimazione e subordinazione della donna, la società pre-scritturale e dell'oralità, la pederastia come amore non familistico e frammentazione sociale dell'autorità paterna, la logica come anti sofistica in un agone politico reale e non come automazione del linguaggio e del pensiero sono i principali presupposti, della forma di vita specifica della filosofia. Più ci si allontana, da tali presupposti, più la filosofia si avvicina al suo destino negativo/inevitabile, di diventare nutrimento paradossale per una religiosità consolatoria e nichilistica di ritorno. Infatti, il trauma della messa a morte del giusto, da ciò che non deve essere in assoluto ripetuto (Socrate, lo stato normale, e formalmente iniziale, della filosofia) diventa ciò di cui è interiormente e esteriormente auspicabile la ripetizione infinita (Cristo, il suo stato, invece, tardivo e delirante, che ne testimonia una diretta inversione, negli scopi e negli auspici generali, non gia' nel metodo, che per assurdo, anche stante l'inversione, degli scopi, resta invariato).

Non è possibile tornare alla realtà, e all'innocenza di una vita solo vigilante e vigile, dopo il sogno, così come non è possibile tornare alla filosofia, dopo la sua fase di asservimento totale alla religione. Forse, non è neanche auspicabile, ma non è questo il punto. Quello che di buono e di salvabile ci insegna la modernità, soprattutto scientifica, socialista e cristiana, è la redenzione del futuro accettando di lasciare marcio e sofferente il passato, quindi, direi che tutto cio' fa segno ad una saggezza di fondo nell'accettazione dell'irreversibile che rimane valida, e affascinante, come traccia vuota, anche quando tutte le bugie della modernità siano state disilluse, dissolte e sbugiardate. Saggezza nell'accettazione dell'irreversibile, di cui non c'è traccia nello stato classico, ed iniziale della filosofia, e che quindi, ne indica, appunto, l'irrecuperabilità.






#20
La filosofia determina il successo e la pervasivita' "totalitaria" della religione, e alcuni eventi specifici della storia dell'occidente andrebbero visti come una generica debolezza umana o come un destino.

Certo si osserva, ed e' facile da osservare, che la religione in se' come fenomeno umano, e' piu' antica della filosofia. 

Il difficile, e' osservare, che tutti i grandi sistemi umani religione centrici e in cui comunemente e diffusamente la religione diviene il centro e il senso della vita, come la societa' medioevale occidentale, la societa' islamica eccetera, sono post filosofici e debitori della filosofia greco classica, che non hanno di fatto mai "sconfitto", ma sussunto. 

Gli antichi in quanto uomini prefilosofici, conoscono e praticano la religione, ma non ne sono, ossessionati. Gli orientali e i popoli non toccati dall'influenza della filosofia occidentale pure, conoscono e praticano la religione, ma non ne sono ossessionati; quantomeno non quanto è non nel senso in cui ne' e' ossessionato un cristiano medioevale tipico, o un islamico radicale anche moderno.
Ci vuole la religione, ovvio, per fare la filosofia, ma poi di contro, ci vuole la filosofia, per fare una grande religione monoteista e scritturato in grado di "sussumere" in qualche modo il mondo, e diventarne il centro.


La legge di sviluppo con cui potrei sintetizzare il concetto e' la seguente: 

Dato un formidabile e raffinato sistema di retorica pubblica e logica, finalizzato a far funzionare una democrazia diretta reale > e quindi filosofia, nel senso occidentale del termine

+

E' solo una questione di tempo, prima che qualcuno lo usi, e lo snaturi, per sostenere l'irrazionale e il consolatorio > religione, nel senso occidentale del termine. 

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Da questo impasse, se ne esce solo comprendendo e accettando il desiderio insoddisfatto reale che ha portato a un certo punto della strada ad illudersi, in altre parole, comprendendo l'irreversibilita' del fatto stesso esperienziale dell'illusione anche qualora disvelata.
Come dire che un sogno, non sparisce dalla coscienza e non si dimentica per il fatto stesso che si comprende che e' un sogno, anzi in quanto sogno, la sua durabilita' e accessibilita'  alla coscienza risiede tutta e solo, nella sua necessitata rammemorazione: attraversata completamente  l'illusione, non si puo' reinstaurare, tantomeno "con atto politico" la realta'; si comprende, invece, che essa, e' morta insieme all'illuminazione stessa. Ugualmente, attraversata completamente la religione, non si puo' reinstaurare la filosofia, se non forse quel ramo, minoritario e inesplorato nella filosofia stessa in quanto fenomeno originale, che concerne la formazione non veritativa o para veritativa dell'opinione (l'ancillarita' della doxa, in quanto annullare alla verita') >>> nichilismo, come cifra della modernita'.

Certo questa e' un po' la storia dell'occidente, ma secondo me e' anche una caratteristica intrinseca dell'uomo: dato un grande sistema della parola, della persuasione, della dimensione pubblica della vita e della verita', che originariamente deriva e non puo' che derivare da uno stretto e profondo rapporto dell'individuo (sociale) col mondo, e' naturale, usarlo, prima o poi, per raccontarsi delle "verita' " molto poco probabili, ma molto consolatorie, quindi, per "rompere" e tradire, lo stretto rapporto con la natura e col mondo, da cui il grande sistema della persuasione è della parola, di fatto deriva.

Crearsi una bolla di mondo poco probabile ma a misura d'uomo.

La rottura di questa bolla e' a sua volta traumatica, perche' dopo, non si puo' tornare "ingenuamente", e come se niente fosse e fosse stato, nel mondo: l'illusione umana che genera se non "la religione" in generale, quantomeno il dominio (post filosofico) del religioso, nasce, e origina, da un desiderio insoddisfatto reale. Che, anche dopo la fase del dominio antropico del religioso, necessariamente forte e per un certo dato tempo epocale (appunto) perche' filosoficamente fondato (la teologia...), richiede vie di soddisfazione ulteriori.

#21
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Luglio 2025, 21:08:56 PM
Citazione di: anthonyi il 16 Luglio 2025, 16:58:09 PMNella prima guerra mondiale la guerra si faceva con gli uomini, poi non é Piú stato così.
Oltretutto gli uomini sono qualcosa di molto generico, conta la loro competenza e la loro motivazione, per cui l'orgoglio conta, eccome se conta. Slava ucraini é un motto con il quale gli ucraini si danno continuamente forza, sono partiti 10 anni fa quando facevano collette per pagare le divise dei militari, 


Se e' per questo, l'inno russo ha ancora la musichetta sovietica e quindi, alle prime tre note, io vedo gia' tutta Eurasia e' in piedi 😍🥰🤩

(a parte, naturalmente, quelli della colletta).

#22
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Luglio 2025, 16:26:24 PM
Citazione di: InVerno il 16 Luglio 2025, 15:21:41 PMTrump sarà macchiavellico in altre cose, in Ucraina è stato un libro aperto, forse anche per questo non ha combinato niente, dopo  ogni telefonata "che avvicinava la pace" Putin faceva un bombardamento record su civili, così per ricordare a DiBattista il lato del fronte, 

Pensi che questo sia italiano?

Quale lato del fronte?

Di Battista e Fusaro secondo te sono rossi senza saperlo e senza mai dire di esserlo, per cui dovrebbe essere un problema, mio o di qualcun altro, se a un certo punto "si abronzano"?

Forse sei tu, che dai il cartellino "rosso" a chiunque, o comunque, a chiunque non voglia il suprematismo occidentalista e la guerra :D

Poi, per forza sei ossessionato dai "fronti", che vedi e capisci solo tu!



#23
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Luglio 2025, 11:57:12 AM
Citazione di: anthonyi il 16 Luglio 2025, 07:46:34 AMTrump ha offerto a Putin l'opportunità di rientrare dall'operazione speciale con un risultato sicuramente superiore a quello che può attendersi oggi. Pur di ottenere una pace qualsiasi avrebbe forzato l'orgoglio ucraino oltre ogni limite concepibile.
Ma per fortuna non é andata cosí, ora Trump é uscito dal loop per il quale la guerra può finire se si indebolisce l'Ucraina, perché si é reso conto di quanto i Russi siano istintivamente crudeli. L'altro giorno un operatore dronic o russo ha ucciso un bambino di 12 mesi a kherson, la cosa ha fatto un certo scalpore negli USA. Poi ci si é messa Melania che ha fatto notare a Trump che ogni volta che lui parla con l' "amico" Putin un attacco aereo va a colpire civili ucraini, con una certa preferenza per i reparti pediatrici e maternità Degli ospedali.


Menomale che la guerra, specie una guerra di terra su vasta scala come questa non si fa' con l'orgoglio, e nemmeno con i droni, ma con i soldati... dura tanto, ma ha una direzione ben definita, che non è quella che piace a te, e non è influenzabile a distanza con i pacchi regalo e con i porcellini salvadanaio per quanto ben forniti essi siano senza mandare truppe sul terreno e quindi senza iniziare la terza guerra mondiale... i pacchi regalo incidono sul tempo, complessivo del fenomeno, cioè su quanto ci metterà la Russia a vincere, non sull'esito finale, cioè che la Russia vincerà... anche la politica dell'alternanza bipolare occidentale tra finta destra e finta sinistra e le chiacchiere, sull'andamento complessivo del fenomeno, contano e incidono poco, come ben da ora si è visto...

Un bel bagno di realismo, se non di umiltà, farà bene a molti, e, forse, sarà monito per il futuro... il prossimo Adamo "facilmente suggestionabile" a cui i soliti serpentoni biblici proveranno a mettere in testa il saggio concetto che con l'orgoglio nazionale e con i droni si sconfigge una potenza nucleare vastamente popolata starà a Taiwan...

peccato, però, per il bagno di sangue...




#24
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
15 Luglio 2025, 21:33:10 PM
Citazione di: InVerno il 15 Luglio 2025, 20:05:38 PMNon è mai capitato nella storia un presidente americano tanto interessato di accontentare i russi e non si sa quando accadrà ancora bisogna controllare gli astri, il famoso ingresso della NATO dell'Ucraina ha ormai meno probabilità di un miracolo a Lourdes, il Donbass con i russofoni è stato offerto a Putin insieme ad anguria fresca tagliata a
fette, Zelensky è stato (almeno nella testa di alcuni) detronizzato e umiliato come fosse un burattino, che cosa si può mai volere di più da una strategia dell'appeasement? Pacifisti, che cosa dareste ancora, il culo? E invece arrivano i patriot. Non ti mettere a difendere chi, diversamente da te, non ha avuto l'onestà intellettuale di parteggiare apertamente per la resa e l'ha chiamata "pace", tu almeno sei sempre stato chiaro.

Trump non vuole ne' la pace ne' la resa, vuole la guerra, ma senza pagarla e vuole che la paghiamo noi.

Ha una posizione complessa e macchiavellica, da persona complessa e macchiavellica quale egli e'.

Ha fatto la scena di volere la pace per un po' di mesi suscitando l'isteria di alcuni, e, sinceramente, la speranza di molti. E lo scetticismo di pochi, tra cui me.

Ma ora che le cose sono chiare, ora che si sono chiarite, penso che puoi stare tranquillo, mi pare:

volevi la guerra E volevi pagare, un po' masochisticamente di tasca tua per la guerra.

Ora, un vecchio volpone politico, migliore di Biden, ti ha accontentato su tutta la linea. Prima, la vecchia mummia, ti accontentava solo per meta'.

So che non leggeremo mai in questa sede la tua, ne' di qualcun altro gratitudine, ma credetemi, dal vostro bellicistico furore, essa e', come dire, implicita.

#25
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
15 Luglio 2025, 18:50:10 PM
Citazione di: anthonyi il 15 Luglio 2025, 18:17:27 PMIl cielo é blu, e il grano é giallo, mi piace l'esempio che hai fatto, è quel grano l'Ucraina é tornata ad esportarlo a grandi livelli, come faceva prima della guerra, quando invece la potente Russia soffre una profonda crisi produttiva, che si somma alla difficoltà di trovare acquirenti. E oltre al grano c'é il petrolio, il gas, le uova, le patate, tutti settori in forte crisi per la Russia che vive la più grande penuria di risorse della sua storia, altro che vincere, tra poco si ammazzeranno tra loro per un pezzo di pane.




Oh, ma che pacifico e meraviglioso: quasi come la Siria quaedista, nostro nuovo amichetto...

Viva gli angioletti cristiani  O:-) O:-) O:-)




#26
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
15 Luglio 2025, 17:10:39 PM
Citazione di: InVerno il 15 Luglio 2025, 14:54:06 PMOra che Trump ha applicato per mesi la strategia Orsini-Santoro come sta andando la pace? Quanta pace che vedo, chiamate Vauro, la pace è arrivata, dov'è Ovadia, fatelo recitare: "ecco la pace è arrivata". Verrebbe voglia di accendere la tv italiana, ma sapendo che è più probabile incontri AlBano che Santoro mi astengo. Sapete già cosa ne pensa AlBano? Spoiler, spoiler.. "io penso sia colpa dell'occidete, perchè Gorbaciov e Azov".. niko dilllo tu, è stata la banda Azov a voler la guerra..

A volere la guerra, e' stata la banda Maidan, mi pare che il massimo rosicamento, da parte tua, consista nel dover ammettere che Trump sia uno statista migliore di Biden, e lui almeno, gli interessi dei suoi elettori li fa'...

Quale sarebbe, la strategia Orsini-Santoro?

Ma ti leggi quando scrivi, ti rendi conto del tuo grado di livore?

Trump ha riempito di armi l'Ucraina, armi di ogni tipo, proprio co.e Biden, solo, che, a differenza del primo, ha trovato il modo di non far pagare il suo stato, ma far pagare gli stati degli altri.

Della serie: i politici gangster, sono comunque migliori, dei politici con la demenza senile.

Quantomeno a livello di politica interna spicciola.

E in tutto cio' l'Ucraina, perde, e perde di brutto, perche' in una guerra del genere, a lungo termine, con o senza fornitura continua di armi da parte degli "amichetti" e' destinata (ma va'? Chi l'avrebbe mai detto?) a perdere. Non e' colpa di nessuno, fa parte dello stesso ordine di cose e di motivi per cui il vento soffia e il cielo e' blu: vanno cosi' le cose in un mondo materiale.

Forse tu avresti voluto nascere in un mondo spirituale, ma la cosa ci porterebbe lontano.

Ma continua a dire che e' colpa di Santoro e Orsini. Se la guerra va come va.
Oppure, alternativamente, e un po' inconciliabilmente, continua a dire che essa sta andando nel migliore dei modi possibili, dato che l'obbiettivo iniziale di Putin era conquistare il mondo intero, e dobbiamo tutti essere grati all'eroismo dell'alleto ucraino e allo spirito resiliente occidentale in generale, se il cattivone e' avanzato di soli cento chilometri.

Io, da parte mia continuerò a dire che il suprematismo occidentale e' ad oggi oggettivamente un bel problema. Data la concomitante oggettiva decadenza economica e soprattutto culturale e di leadership e "ispirazione" occidentale, e quindi, anche, lo scollamento totale, del punto di vista suprematista dalla realta'.

Tanto piu', che se uno, un soggetto politico qualsiasi ha il pieno consenso democratico, popolare cosmico hegeliano universale per entrare liscio come l'olio in Europa due anni dopo, tramite regolari, e facilissimamente vincibili elezioni, mediamente, non fa, e non scatena, una guerra civile, con edifici governativi incendiati e oppositori massacrati, per entrare in Europa con due anni di anticipo.

O no?

Io lo dico sempre, e' inevitabile, che l'essere umano in un modo o nell'altro sparga sangue, ma, quando ognuno di noi bussera' alle "porte del paradiso", sara' giudicato, secondo la causa, e la proporsione, per cui egli ha (inevitabilmente), sparso sangue.

Due anni di anticipo sull'entrata, o meno, di un paese X qualsiasi in questa cloaca di Europa, valgono la vita di un ragazzo ventenne?

Ma, il re e' nudo, neanche quella di un ratto.

Squit squit. Fa il ratto.




#27
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
15 Luglio 2025, 14:09:38 PM
Si', viva viva il patriottismo ucraino, tanto più che la nuova linea di zio Trump è che lui continua mettere a disposizione materialmente le armi prodotte negli usa, ma da adesso in poi, piccola differenza, paghiamo noi...

e bravo zio Trump: un buon affare!

Com'era quella storia che il riarmo europeo avrebbe almeno dovuto quantomeno rilanciare l'industria europea delle armi?
Creando posti di lavoro, welfare, indotto, riqualificazione, sviluppo?

Per ora, tutto acquisto passivo di armi prodotte altrove  :)) :)) :))

Sempre nella logica della eterna emergenza  ::)

Non sia mai, che da un giorno all'altro crolli il fronte ucraino e le truppe ortodosse cosacche si abbeverino fino alle fontanelle di Lisbona...

Ma niente, evidentemente, anche quando si tratta di fare e pianificare la guerra, i selvaggi trogloditi europei amano acquistare, dalla loro neo-madrepatria americana tanti pesci, e non tanti ami...

Il divenire hegeliano e socialdemocratico dell'utopia Europea in tre tappe:

Welfare- warfare- whorefare...

ma continuate a mettere la bandierina dell'ucraina nei profili social, mi raccomando...


#28
La religione "salva" il mondo pur senza migliorarlo o trasfigurarlo di una virgola. 

Lo salva, questo mondo, e lo traghetta, attraverso il tempo, conferendogli una conservazione e una durata, per come esso e'. E non certo per come dovrebbe, o tanto meno, potrebbe, essere.

Facendo epoca, nel migliore dei casi, non solo per se stessa, in quanto epoca della "salvezza" come desiderio e desiderabile assoluto, ma anche come prodromo di una eventuale epoca successiva, in cui la salvezza umana stessa, il desiderio di sopravvivere sostanzialmente immutati per sempre, e per come attualmente  si e', potrebbe iniziare, a fare problema. 

In altre parole, bisogna ammattere che il mondo, questo mondo, ha in se' abbastanza negativita' (guerra, entropia, vecchiaia, sofferenza e chi piu' ne ha piu' ne metta) da non poter esistere senza una qualsivoglia metafisica/religione come fenomeno umano e della caparbia e irrazionale speranza umama, ma non e' neanche detto che cio' di per se' sia un bene, cioe' non e' detto che l'esistenza stessa di questo mondo, obbiettivamente nella sua essenza "salvato" (ma non in alcun senso redento) dalla religione sia un bene.

Insomma il valore etico della religione e' strettamente legato al valore etico del mondo e della mondanita', e piu' la religione come un bambino isterico e capriccioso scalpita per emanciparsi dal mondo e dal mondano, piu' lo dimostra.

Proprio perche' quanto viene salvato e redento dalla religione, e dai contenuti letterali, letterari e spirituali della religione stessa almeno da quando essa e' religione del libro, cio' che in ultima analisi si salva dal diluvio e scende "dall'arca", e' proprio questo mondo cosi' com'e' con tutti i suoi disastri e guai compresa la contina illusione e disillusione umana, e non gia' mai questo (un altro) mondo per come esso idealmente, o a misura media di uomo, dovrebbe essere. 

La "salvezza", di fatto avviene, la la "trasfigurazione, no. Ed ecco che la religione, con la sua molto pratica e paziente opera, salva la quiddita' e l'eterno ritorno identico, non certo la bonta' o la razionalita', di questo mondo.
Se vogliamo, da', quantomeno a chi in essa crede, la forza di andare avanti e sopportare, tutti o quasi i mali del mondo, senza alcuna visitazione divina o alcuna certezza.  E questo, in un certo senso, ad onta, e ad evidente fallimento, quanto meno delle piu' letterali, affermazioni e verita' della religione stessa. Son duemila anni, che quaggiu'  aspettiamo il ritorno in gloria del Cristo, le cose ultime, il giudizio finale eccetera eccetera.

E dunque il tipo umano in grado di volere il mondo, e' anche il tipo umano in grado di volere la metafisica e la religione, cioe' la umanissima, e facilissimamente rendicontabile e spiegabile speranza, che, pur falsa, o quantomeno inverificabile, fa andare avanti, e nonostante tutto, il mondo. Oggi, sublimata magari non in Dio, ma nel capitale e nella teconoscienza ma insomma per prossimita' siamo sempre li', non ci siamo evoluti molto dal medioevo ad oggi, c'e' sempre una ideologia paradisiaca, che giustifica un mondo obbiettivamente nullo ed invivivibile.

Il paradiso nessuno lo vede, ma il leopardiano sabato del villaggio e' sempre piu' bello, pare, ai nostri occhi,  della domenica. E dunque, sublimazione di genitori onnipotenti, ventate di ottimismo, razionalismo, astute strategie politiche per far dapprima sopravvivere, e infine irrazionalmente e contro ogni pronostico prosperare, i perdenti e i decadenti in un mondo sostanzialmente spietato e pericoloso, eccetera eccetera. Non importa che sia vero, importa che funzioni, per tutti quegli artifici antropologici e psicologici che non sono, superfluo puntello della fede, ma scopo ultimo della sua esistenza. Cioe' farci andare avanti e sopravvivere, in quanto animali umani, in un mondo quantomeno difficile, per non dire di melma. Reso ancora piu' difficile dai nostri, umani, civili e civilizzati "adattamenti", magari funzionali, ma certo molto onerosi, in termini di tempo ed energie da dedicarvi. Lo stato psicologico, del sabato, del villaggio,  e' piu' necessario, finanche dello stato psicologico della domenica.

L'uomo in grado di volere il mondano, il terrigno, il materiale e il mondo, e' anche l'uomo in grado di volere, per cosi' dire, "la religione", cioe' l'innegabile ultilita' sociale e psicologica, laicamente valutata e valutabile, della religione stessa. La religione come grande adattamento umano all'ambiente, interno ed esterno. Per come essa, si e' storicamente manifestata, e per il tempo e l' "epoca" che essa ha fatto. Stante che io, da ateo, non ci posso vedere ne' intendere niente di male, a ridurre integralmente la religione, alla sua utilita' sociale e psicologica. A non vederci "dentro", dentro la religione intendo, niente e nulla, di altro. Sarei ipocrita, se non, lo facessi.

#29
Attualità / Re: Negazionismo climatico
05 Luglio 2025, 12:22:39 PM
La gente, se e' un minimo sana di mente ma allo stesso tempo dotata di un senso critico o morale poco sviluppato, sostanzialmente crede che quello che gli conviene credere, quindi, ne consegue che esistono (solo) due tipi di negazionisti climatici:

> I FURBI: cioe' tutti quelli abbastanza ricchi da pagarsi serenamente un condizionatore in casa e in macchina, non dover necessariamente lavorare all'aperto sotto il sole, e pagare le rispettive bollette.

> I CRETINI/PAZZI FURIOSI: cioe' tutti gli altri.

RAPIDO QUIZ DI VERIFICA DELLA COMPRENSIONE:

Indovinare a quale categoria di negazionisti climatici appartenga il signor Trump.

#30
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
01 Luglio 2025, 10:37:25 AM
Citazione di: anthonyi il 01 Luglio 2025, 09:53:55 AMFuori all'occidente si scende in piazza, quando si può, per diritti fondamentali, diritti fondamentali che spesso sono riconosciuti solo in occidente.
E poi di quali rimasugli di socialismo parli? Umanità russa, magari. Dove c'è n'é traccia io sono d'accordo con te nel sostenerla, ma purtroppo quella che va per la maggiore é la disumanità. Come i soldati russi in stampelle che vengono mandati a morte certa solo per permettere di rilevare i punti di fuoco del nemico, o i due soldati che vengono costretti a lottare fra di loro all'ultimo sangue, o quel soldato che ha cannibalizzato il corpo del compagno morto in trincea.


Eh infatti, contro la disumanita', che e' un gran bel problema da quando sono nato, Inverno al post 2222 (la dualita' e' sempre una limpida alleanza) proponeva la guerra umanitaria di Clinton, Tony Blair e d'Alema: fatti illuminare da lui, che io, ormai, ho poco da dire. 

Sempre se quelli non so' troppo "de sinistra" per te, naturalmente!