Sono Dante il Pedante
L'equanimità rispetto alle rappresentazioni è sempre difficile per me.Se guardo un paesaggio,per averne una vista generale e non particolare (di prospettiva individuale o collettiva)dovrei pormi su un piano superiore di visione,esterno al paesaggio stesso,come se lo guardassi,con una metafora, dal cielo.Non esserne dentro/parte insomma.Dato che non è umanamente possibile, posso percorrere la stada dell'"indifferenza" per cercare di raggiungere lo stesso obbiettivo,così che ogni visione particolare non mi rappresenti,ma è un pendio scivoloso,per me, perché quasi sempre si arriva al cinismo e allo scetticismo.In più è una posizione intellettuale, ma poco concreta,nels enso che poi dovendo compiere inevitabilmente delle scelte "dentro il paesaggio" il concetto di indifferenza o "sovravisione" è inapplicabile.Anche dire "faccio scelte relative" è un'illusione,cioè un'escamotage intellettuale e basta,perchéogni scelta comporta effetti che non possono essere annullati,e perciò assoluti in se stessi.

L'equanimità rispetto alle rappresentazioni è sempre difficile per me.Se guardo un paesaggio,per averne una vista generale e non particolare (di prospettiva individuale o collettiva)dovrei pormi su un piano superiore di visione,esterno al paesaggio stesso,come se lo guardassi,con una metafora, dal cielo.Non esserne dentro/parte insomma.Dato che non è umanamente possibile, posso percorrere la stada dell'"indifferenza" per cercare di raggiungere lo stesso obbiettivo,così che ogni visione particolare non mi rappresenti,ma è un pendio scivoloso,per me, perché quasi sempre si arriva al cinismo e allo scetticismo.In più è una posizione intellettuale, ma poco concreta,nels enso che poi dovendo compiere inevitabilmente delle scelte "dentro il paesaggio" il concetto di indifferenza o "sovravisione" è inapplicabile.Anche dire "faccio scelte relative" è un'illusione,cioè un'escamotage intellettuale e basta,perchéogni scelta comporta effetti che non possono essere annullati,e perciò assoluti in se stessi.