Sì, la verità è irraggiungibile. Come può una cosa limitata come l'essere umano conoscere ciò che è illimitato? Una bottiglia non può contenere un oceano. Cosa è questa superbia? Non è forse stupidità?
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Mostra messaggi MenuCitazione di: anthonyi il 21 Marzo 2025, 09:15:48 AMIl racconto di aurea sul MIG 21 é parzialmenteCredo si possa fare ancora, di volare su un mig. Costa 12.500 euro. La compaia che lo organizza non so se è russa. Se si digita "volare su miig russo" escono i siti specializzati.
realistico, inverno. Il MIG 21, infatti é un vecchio arnese poco utile agli sviluppi successivi, ma estremamente simbolico ed utile per quelle rappresentazioni da circo bellico che tanto piacciono ai russi.
Noi occidentali abbiamo Disneyland, il luna Park, i russi invece organizzano parchi giochi che uniscono il divertimento alla propaganda della loro grande potenza bellica.
Certo una cosa é salire su un MIG 21, un'altra é volarci, per questo ci vuole un aeroporto, l'autorizzazione di volo e il MIG in perfetta manutenzione.
Per cui secondo me le ipotesi sono due, o la nostra amica ha semplicemente un po' esagerato, giusto per darsi un tono, oppure la nostra amica é stata, in quel tempo, una che conta, magari con certi ruoli istituzionali per i quali viaggiava tra USA e URSS per ragioni di lavoro.
Sinceramente io preferirei fosse vera la prima, perché nel caso fosse vera la seconda mi troverei di fronte all'evidenza di qualcuno che ha rivestito un certo potere istituzionale nell'occidente e che al contempo é molto sensibile rispetto ai messaggi emotivi propagandistici russi al punto da non avere coscienza della drammaticità della situazione politica che c'é dietro, e questo vale sia per L'URSS di allora, sia per la Russia di oggi.
Citazione di: anthonyi il 18 Marzo 2025, 13:31:32 PMDi che anno sono, e da dove vengono, i dati che riporti? L'economia Russa é stata stremata dalla guerra e dalle sanzioni, negli ultimi mesi poi gli attacchi alle raffinerie e ai siti energetici in generale hanno dato il colpo di grazia. Dati non ce ne sono, e quelli forniti da Putin sono certamente falsi, ma é certo che il popolo russo, oggi, é messo molto male.Esquire.com. 11 ottobre 2024.
Citazione di: Phil il 17 Marzo 2025, 23:52:49 PMRaccolgo questo spunto, a mio avviso interessante: dal mio interlocutore umano ideale (che in quanto tale non esiste) mi aspetterei che risponda "meglio" di ChatGPT, non solo diversamente. Ovvero: se ChatGPT è rigoroso nell'uso dei termini, attento alla filologia, razionale e non polemico nell'esporre, etc. un interlocutore per me ideale (v. sopra) dovrebbe aggiungere a ciò un plusvalore esegetico, ermeneutico, etc. che ChatGPT non è solitamente in grado di dare.Proprio perché non siamo una chatbot dovremmo anche capire che non è molto simpatico rimarcare troppo gli eventuali errori dell' interlocutore. È uno dei sistemi più sicuri per attirarsi delle antipatie. Si rischia di fare la figura del primo della classe; notoriamente amato da tutti.🤭 . Poco giova infiocchettare il tutto con un approccio che vorrebbe sembrare umile. Con questo non voglio dire che non si debba controbattere una tesi che si ritiene in errore, o con qualche errore interno. È preferibile però un approccio poco puntiglioso, sufficiente per instillare qualche dubbio all'interlocutore. Spetterà a questi poi andare a verificare. E, se è persona intelligente i, non mancherà certo di farlo. Le chatbot non hanno amor proprio, noi umani sì. È cosa da considerare.
Se invece un utente mi facesse notare delle gaffe che persino ChatGPT segnalerebbe, mi chiederei che tipo di interlocutore sono io, umanamente, per gli altri interlocutori; quanta "cura dell'altro" metto nella mia comunicazione? Quale "etica del discorso" pratico? Forse sono domande filosofiche di autocomprensione a cui anche ChatGPT saprebbe rispondere; il punto è che ChatGPT non risponderebbe parlando di se stessa.
Se la cifra distintiva di un interlocutore umano è che, a differenza di ChatGPT, non riesce a scrivere "Mi scuso per il fraintendimento precedente", "Hai ragione, la mia risposta precedente è errata" (credo chiunque usi i chatbot troverà familiari queste espressioni) o che l'umano può anche non essere preciso e avveduto nei giudizi che esprime (perché "in fondo, le informazioni precise le dice già ChatGPT, noi facciamo altro"), mi viene da chiedere quanto siano davvero "filosofiche" tali conversazioni umane, che fanno del rigore e dell'attenzione ai contesti una pedanteria da chatbot (d'altronde il progetto neopositivista è fallito da un pezzo, no?), se non qualcosa proprio da evitare "perché altrimenti è meglio parlare con ChatGPT" (non mi riferisco strettamente a quanto detto da Koba, l'ho usato solo come spunto).
In fondo è la solita vecchia storia dell'ideologia (in questo Koba ha secondo me ragione), travestita da riflessione filosofica per farsi prendere più sul serio, ma essenzialmente allergica a critiche, correzioni e fact-checking che non depongano a proprio favore. Quindi rivendichiamo la nostra capacità ermeneutica rispetto ai chatbot, ma che non ci si faccia notare che anche l'ermeneutica ha un minimo di epistemologia al suo interno, di "cura per le fonti" e metodo.
Riconosceremo dunque l'interlocutore umano perché è (anche qui non parlo di Koba) ideologizzato, non ammette i propri passi falsi, usa bias di conferma, etc.? Secondo me, sì, e come a suo tempo osservò niko (che ChatGPT mi corregga pure se sbaglio) questo è un buon "test di Turing inverso" (espressione mia che sintetizza il possibile spunto di niko); ossia: per riconoscere se dietro le sembianze di un chatbot c'è un umano, basta controllare se può essere provocato emotivamente su alcuni temi (ad esempio può diventare permaloso se si parla male della resilienza), può contraddirsi sul piano metodologico, può lamentarsi delle correzioni nozionistiche, si inalbera se si parla di politica o calcio e si scredita la sua fazione, etc.
Cosa c'entra questo con le crisi interiori? Direi che una delle crisi interiori dell'uomo contemporaneo è proprio quella del rapporto con l'intelligenza artificiale; ne sono sintomi i vari timori apocalittici (ricorrenti ogni volta che la tecnologia ha fatto un guizzo importante), la suddetta esigenza di distinguersi dai chatbot a qualunque costo (anche a costo di fare un passo indietro sul piano di "epistemologia del discorso", l'importante è non essere "come loro"), la compromissione della dimensione estetica (si pensi all'IA generativa), il sentirsi personalmente inadeguati o minacciati dal suo utilizzo, etc. Ma forse siamo comunque border-topic; che i moderatori facciano pure il loro dovere, prima che un'IA pedante e ottusa li sostituisca.
Citazione di: anthonyi il 18 Marzo 2025, 03:40:33 AMNon so se le patate ci fossero, ma di sicuro non c'era il burro, le autorità comuniste per procurarsene un po' lo compravano dagli amassi stoccati dell'Unione europea sottratti al mercato e destinati ad uso zoologico.La società russa è piena di disuguaglianze economiche. Prima del 2022 le località turistiche venete, friulane e romagnole si riempivano d' estate di turisti russi. Arrivavano a frotte e possedevano capacità di spesa ben superiori alla grande maggioranza di noi italiani. I negozi di alta moda li aspettavano come quelli che gli avrebbero salvato la stagione. E non erano quattro oligarchi. Erano decine, se non centinaia di migliaia. Non li trovavi negli hotel 2 stelle dove andavo io, pieni soltanto di italiani , ma nei 4 stelle. Non gli mancava certo un panetto di burro, a loro.
I russi facevano la fila ai loro magazzini per comprare un po' di questo burro rancido che gli occidentali avevano destinato agli animali.
Anche adesso il burro in Russia é merce rara, solo che non c'é nessun capo "traditore" disposto a prenderne atto come allora.
Citazione di: Jean Jacques il 17 Marzo 2025, 13:10:40 PMCiao AdalbertoLa vita eterna non è un tempo senza fine da vivere. È vivere senza tempo. Se esistesse sarebbe condividere la vita di un dio. Dio non esiste nel divenire del tempo ma la sua è una esistenza senza tempo. Lo spirito Aleggia sopra le acque senza riposo del tempo. Nessuno sa da dove viene, né dove va.
Appena ho letto il titolo della discussione, mi è venuto in mente un ragionamento che feci da giovane.
Immaginai di essere eterno. Supposi di essere uno spirito eterno identico a come sono fisicamente.
Immaginai guerre, periodi di pace, il passare di centinaia di anni, e io sempre vivo, a camminare per le città.
Poi immaginai la distruzione della Terra, e io sempre vivo.
Vedi tutto, comprendi tutto, ma non finisce mai nulla. Come un... film infinito.
Arrivai a provare un senso di paura che superava e distruggeva (e distrusse) la paura della morte.
La fine della vita, la fine di qualcosa è, per l'uomo, una naturale e necessaria liberazione.
Un saluto.