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Messaggi - Adalberto

#16
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 12:45:52 PM

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Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Marzo 2025, 11:38:15 AM
Infatti! Nel periodo delle medie superiori (allora si chiamavano così) un mio compagno di classe espresse l'intenzione di "rubare la merenda" di un altro comune compagno di classe. Accortosi che io lo avevo visto e udito, mi chiese se avessi voluto fare la spia. Io gli risposi semplicemente di agire come volesse e io avrei agito come secondo la mia volontà. Non trovando soddisfazione dalla mia risposta, il mio compagno di classe, iniziò a picchiare un libro sulla mia testa (che, essendo dura, era come se ricevesse carezze :D :D :D ). Tuttavia io non cambiai né risposta, né atteggiamento. Secondo te, in questo caso, cosa è forza cosa violenza?

In questo caso tu sei forte :) e lui violento.
Prima mi ero espresso telegraficamente, scusami. Intendevo dire che le competizioni economiche si esprimono prevalentemente con la forza (come nell'esempio della banca, che risulta essere in ambito legalitario, modulato da principi +/- democratici).
La violenza tutto sommato è antieconomica per chi vuol fare business. Ma anche per chi vuol far crimine (v. le vare mafie).
Per violenza intendo quella fisica ed esterna alle istituzioni preposte all'uso sociale della forza/violenza. In questo senso lo stesso Tex rientra in questa seconda categoria essendo un ranger.
 
Poi, qualora la forza non bastasse a far  prevalere il potere economico/politico c'è sempre il piano B, nessuno si illude di vivere in mondo perfetto.
Questa nostra democratica  differenza fra forza e violenza crea uno spazio discretamente ampio di convivenza civile, certamente ancora scomodo e perfettibile,   ma sicuramente migliore rispetto  alle autocrazie, teocrazie ecc. che nella pratica riunificano i due termini di forza e violenza, avendo annullato l'indipendenza dei poteri esecutivi, legislativi e giudiziari.
#17
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 10:55:37 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Marzo 2025, 10:33:50 AMNon è detto che la competizione di tipo economico sia sempre anche non violenta. Esistono varie forme di violenza, compresa a volte quella economica. Per esempio: la banca che presta i soldi ad un tasso esagerato per chi li dovrà restituire, o che, al momento della restituzione del prestito, in caso di difficoltà da parte del richiedente, fa valere le proprie ragioni economiche su quelle umane del debitore, commette violenza. Lecita fin che si vuole, ma pur sempre violenza.
La forza e la violenza sono due cose diverse.
#18
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 10:53:16 AM
Augh, Doxa
Gli indiani erano cacciatori e raccoglitori e in quell'ambito sociale la sopravvivenza rendeva necessario la simbiosi  fra individuo e collettività. Non a caso la schizofrenia, che nella nostra società è considerata patologia escludente, in quel diverso consorzio sociale e produttivo trovava una sua sacralità nella figura dello sciamano.

Non mi piace parlare di  -ismi perché si va finire alle solite catalogazioni che contrappongono il bene al male separandoli eticamente.
Preferisco parlare di individuo e collettività il cui attrito creativo (e talvolta feroce)  è alla radice del nostro mondo occidentale. I due concetti sono cresciuti insieme  e insieme si sono estremizzati a partire da quelle due piccole ma feconde aree del mediterraneo dove gli eroi dell'Iliade e i profeti della Bibbia smisero di sentire le voci degli dei e cominciarono un lento processo di separazione dalla tradizione che cementava il vivere collettivo.

Tex è una delle facce di questo nostro mito moderno, che si è espresso prima con Gary Cooper e poi con Clint Eastwood in tutte le sue stagioni, che trovano una delle sue radici in quell'epopea del west che ha fatto sognare noi ragazzini che poi ne hanno scoperto l'inganno della costruzione immaginifica.  Ma così sono i miti: double face.
L'uomo senza macchia né paura di questo mito moderno convive con i suoi lati oscuri, non solo nelle radici ctonie di Prometeo, ma anche nell'incontro con il potere politico ed economico, anch'essi separati dalla modernità.
E in quella linea rossa che taoisticamente separa ed unisce in maniera feconda e distruttiva l'individuo dalla collettività non posso dimenticare la figura di Max Stirner, il cui Unico libro dovetti cercare in biblioteca  perché allora era assente dalle libreria. Uno che fonda la sua filosofia sul nulla ebbe un notevole impatto nel tardo adolescente che ero. O forse solo adolescente tardo, vallo a sapere.
#19
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Citazione di: iano il 28 Febbraio 2025, 00:36:59 AMNoi traduciamo le immagini in parole che a loro volta suscitano immagini, con l'imperfezione e/o ricchezza aggiuntiva che comporta ogni traduzione, non potendo comunicare direttamente per immagini.
Ciao Iano, conoscevo l'internet delle cose, ma non OT , tecnologia operativa: mi sembrano imparentate,  ma approfondirò meglio poi, che oggi è giornata intensa e confusa.
Desideravo però soffermarmi un attimo sulle immagini, che implicano un processo mentale simbolico, basato sulla  somiglianza  di una caratteristica che viene interpetata (confusamente o lucidamente secondo i soggetti) come una identità d'essenza.
In pratica è il processo onirico, ovvero quello che mi sembrava il "sistema operativo" di base che ipotizzavo fosse emerso per primo nella nostra mente o agli albori della nostra coscienza. Noi come umanità e anche noi nelle prime fasi della nostra esistenza più o meno attraversiamo questa fase iniziale.
Il processo mentale innescato dalla parola sonora e poi da quella scritta, mi sembra invece che giochi sull'ambiguità di un doppio binario. Da una parte subisce la medesima logica simbolica delle immagini (dopotutto la parola è suono immaginifico di una cosa) mentre dall'altra sviluppa  un percorso più stretto in cui una parola non può essere anche l'altra solo per una qualche simpatia magica. E' un percorso che porta ad una logica razionale più vicina ai concetti della geometria o della matematica di cui so poco o nulla e quindi mi fermo qui.

Aggiungo però una cosa sostenuta da  Temple Grandin, che non ho mai approfondito più di tanto anche se molto mi incuriosisce perchè mi spettina le idee e la cosa in genere mi piace.
Lei è una  docente di una università americana ed è autistica .
Al pensare per parole e per immagini aggiunge una terza via: il pensiero cinestetico, ovvero il pensiero sviluppato durante l'azione. Si riferisce a  quelle persone che sanno quello che pensano solo quando iniziano a fare, ad agire. 
Mi chiedo se questo tipo di pensiero non preceda addirittura il pensiero per immagini.
In breve Temple Grandin sostiene che lei e il 10-15% della popolazione pensano cineticamente, il 60/65% per immagini, mentre il pensiero verbale si attesta sul 20-30%.
#20
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Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 26 Febbraio 2025, 13:05:51 PM
Attendo tue informazioni più precise

Storicamente le divinità parlano per immagini, sono poi gli uomini che le decifrano e traducono in parole.
Tu dici di non capire la lingua divina.. per forza, più si osserva lo stato nascente del rapporto con il numinoso più ci si accorge che esso non viene articolato in parole, ma in immagini, segni da sentire e interpretare. Come dire: prima sentire, poi ragionare e non viceversa.
Non te lo dico per convincerti ( figurati non sono credente), ma perchè mi sembra che quella potrebbe essere la tua strata,  quella che mi sembra tu stia già percorrendo. Non a caso nella tua lettera  esordisci parlando di impressioni. Non si tratta di consigli non richiesti, li aborrisco, ma di una mia stupida impressione: forse non hai bisogno di parole e ragionamenti, ma di sentire un senso diverso per il tuo mondo.
Scusa l'intromissione, dovrei farmi i fatti miei, ma mi sentivo di dirtelo. 
#21
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
27 Febbraio 2025, 18:50:30 PM
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Citazione di: Pio il 26 Febbraio 2025, 14:40:30 PMvalutare l'autonomia di senso che sappiamo dare alla nostra vita.
Mi piace questo sistema di valutazione. Poi non so se tu ritieni  più importante definire il senso da dare alla vita, al mondo, alla morte ecc. piuttosto che intuire  il  senso che ha la vita, il mondo ecc. (dal mio punto di vista la vita è, il mondo è, che altro dire se non se non vogliamo cavillare troppo?) 

Dare un senso significa porsi in relazione a qualcosa.
Si tratta di una "relazione a due":  è essenziale riconoscerla come tale per sviluppare una propria  autonomia di giudizio, per sottrarsi alle ingerenze di terze parti.
Per quanto possa anche risultare fallace, questa voglia di autonomia  può tendenzialmente farsi libera dai produttori istituzionali del senso e dai loro distributori (molti necessari, altri veri e propri pusher).


E' ambivalente i rapporto che abbiamo con questi  produttori istituzionali di senso. 
Da un lato  ci propongono idee e concetti preconfezionati di uso e consumo immediato, tali e quali  le merendine piene di zuccheri e grassi che ci placano con il loro piacere subitaneo e ci inducono a reiterare l'acquisto presso il medesimo brand. Dall'altro ci permettono l'accesso a strumenti di analisi critica necessari per costruirci una qualche autonomia, ma parlo delle aree del  pianeta in cui ciò sembra ancora possibile.

Allontanarsi dal circuito di questo sistema di produzione e distribuzione del senso  è un po' come parlare del distacco dai genitori: buoni o meno siano stati si tratta sempre di gestire una relazione ambivalente. Magari dopo il distacco capita anche di rielaborare in autonomia delle visioni di senso simili a quelle ricevute inizialmente e poi respinte.
Comunque non c'è da illudersi troppo sull'autonomia da conquistare: risulta  incompleta se penso ai condizionamenti e preconcetti che continuano a intrufolarsi furtivamente  nelle nostre menti, nei nostri sentimenti, cioè  nel nostro sentire.
Senso e sentire sono anche apparentati dall'etimo.


#22
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
26 Febbraio 2025, 06:59:18 AM

Ritengo elitaria  l'idea che solo la profondità del pensiero possa dare un senso alla vita (degli altri).
 Non posso trasferire sulle altre persone il sistema di valori attraverso il quale io peso il senso della vita (mia).

#23
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
24 Febbraio 2025, 20:24:10 PM
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Citazione di: Phil il 24 Febbraio 2025, 11:18:55 AMun'analisi fattuale: non è dispregiativo notare che a qualcuno non interessano questioni esistenziali "profonde", che qualcuno si affida a "orizzonti di senso" preconfezionati e risolutivi (v. religioni), che "i contadini muoiono sazi di vita" come tu stesso hai citato, etc.
Il senso non lo trovo  racchiuso in qualche strofa di Totò,  ma nel narrato che illustra una metafora, da cui derivano opinabili impressioni.
Io ci vedo il suggerimento di dar meno peso alle differenze che ci attribuiamo anche nella vita.
Capisco pure  quello che intendi, è legittimo e l'ho praticato anch'io.
Però con il passare degli anni mi imbarazza accostarmi ai sentimenti e alle emozioni altrui con l'idea di un confrontare le rispettive profondità. Si tratta di realtà incomparabili, perché difficili da valutare come fatti e conseguentementre da catalogare.
Visto che parliamo di contadini: come potevo esprimere un giudizio sulla vita intima del pastore mio confinante che viveva oltre il dorso della collina quando da ex cittadino mi ero trasferito lì vicino per far l'agricoltore? Lo vedevo ogni tanto, mangiavamo insieme il suo formaggio mentre le sue pecore si cibavano dell'erba intorno alla mia piantagione. Certo che eravamo diversi, ma queste nostre differenze esistenziali avevavo un peso qualitativo diverso?  Esiste forse  una bilancia su cui fare tale  misurazione? Nemmeno nel catalogo Berkel l'ho trovata.
Chi era più autentico: lui che sarà ancora lì oppure il sottoscritto che dopo 7 anni si è trasferito altrove per seguire un'altra sua fantasia?
Posso dibattere sugli atteggiamenti espresi e sulle le azioni altrui, al limite posso anche diferndermi duramente se qualcuno volesse imporrre a me o ad altri ciò che non spetta a lui decidere, per delega o consenso.
Ma giudicare l'interiorità  altrui porta solo al pareggio della livella, anche da vivi.
#24
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 19 Dicembre 2024, 14:14:58 PMConsiderato che la Bibbia narra che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, il fatto che il nostro Creatore non sappia leggere o udire parole, mi parrebbe preoccupante.

Non frequento molto questa sezione e ti ho letto solo ieri.
Nelle tue parole trovo qualche attinenza con la storia di Giobbe e varrebbe la pena approfondirla, ma non praticando  la Bibbia preferisco evitare di dire sciocchezze.
 
Nell'esordio del post fai la seguente domanda.
"Che senso ha, infatti, che tu parli una lingua che non conosco, a dispetto della mia volontà di conoscerla?"
 Potrebbe esserti di chiarimento  il punto di vista espresso da  Rudolf Otto nel suo libro "il sacro" che riflette pure sul rapporto fra Giobbe ed Elohim.
Il sottotitolo del libro è indicativo: l'irrazionale nell'idea del divino e la relazione con il razionale.
Puoi facilmente trovare  sul web una vecchia versione, anche se poi a leggerla ti viene qualche dubbio sulla qualità della traduzione, ma pazienza è gratis.

Rudolf Otto fa parte di quel filone di pensiero che suppongo accomuni parecchia gente, come Mircea Eliade, l'omonimo Walter Otto ed altri:  tutti più o meno accomunati dal ritenere il sacro una epifania del meraviglioso e del sorprendente. 
In particolare  Rudolf Otto -che mi sembra il più fine dei tre-  caratterizza questa esperienza prioritariamente come "mysterium trendendum et fascinans". Per tradurlo in senso moderno e profano pensa alla sindrome di Stendhal: ho l'impressione si tratti del medesimo vissuto osservato con mentalità diverse.
Si tratta di emozioni primordiali (e forse anche attuali) che con la loro traduzione in parole hanno costruito sistemi di pensiero simbolico con una loro razionalità. Non la condivido, ma trovo che questo processo abbia avuto un forte peso nell'evoluzione della mente umana.
PS
Da  quando avevo quindici anni non vivo alcuna credenza religiosa, ma mi incuriosiscono le persone che sono in esperienze diverse dalla mia.

 
#25
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
24 Febbraio 2025, 10:11:38 AM
Citazione di: Phil il 23 Febbraio 2025, 21:51:04 PML'arte di preparasi alla morte, non è forse antica come quella di dare un senso alla vita? Non sono forse entrambe percorribili ancora oggi, da alcuni ma non da tutti (oggi proprio come ieri), per nulla intaccate dalle conoscenze acquisite?
Perchè questa concezione elitaria?
Mi piace ricordare quel filosofo discendente degli imperatori di Bisanzio che scrisse il più fine trattato sulla morte che abbia mai letto.
Era riuscito a descrivere brevemente in poesia il senso ultimo dell'essere parte di una elite aristocratica per il cui riconoscimento legale aveva  peraltro combattuto a lungo nella sua vita.

Citazione'A livella
"Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza
 per i defunti andare al Cimitero.
 Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
 ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,
 di questa triste e mesta ricorrenza,
 anch'io ci vado,e con dei fiori adorno
 il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.
St'anno m'é capitato 'navventura...
 dopo di aver compiuto il triste omaggio.
 Madonna! si ce penzo,e che paura! ,
 ma po' facette un'anema e curaggio.
'O fatto è chisto,statemi a sentire:
 s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
 io,tomo tomo,stavo per uscire
 buttando un occhio a qualche sepoltura.
"Qui dorme in pace il nobile marchese
 signore di Rovigo e di Belluno
 ardimentoso eroe di mille imprese
 morto l'11 maggio del'31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
 ...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
 tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
 cannele,cannelotte e sei lumine.
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
 nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
 abbandunata,senza manco un fiore;
 pe' segno,sulamente 'na crucella.
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
 "Esposito Gennaro – netturbino":
 guardannola,che ppena me faceva
 stu muorto senza manco nu lumino!
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
 chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
 Stu povero maronna s'aspettava
 ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero,
 s'era ggià fatta quase mezanotte,
 e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
 muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.
Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
 Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
 Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...
 Stongo scetato...dormo,o è fantasia?
Ate che fantasia;era 'o Marchese:
 c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
 chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
 tutto fetente e cu 'nascopa mmano.
E chillo certamente è don Gennaro...
 'omuorto puveriello...'o scupatore.
 'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
 so' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
 quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
 s'avota e tomo tomo. . calmo calmo,
 dicette a don Gennaro:"Giovanotto!
Da Voi vorrei saper,vile carogna,
 con quale ardire e come avete osato
 di farvi seppellir,per mia vergogna,
 accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va,si,rispettata,
 ma Voi perdeste il senso e la misura;
 la Vostra salma andava,si,inumata;
 ma seppellita nella spazzatura!
Ancora oltre sopportar non posso
 la Vostra vicinanza puzzolente,
 fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso
 tra i vostri pari,tra la vostra gente"
"Signor Marchese,nun è colpa mia,
 i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
 mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
 i' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento,
 pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
 e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento
 mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".
"E cosa aspetti,oh turpe malcreato,
 che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
 Se io non fossi stato un titolato
 avrei già dato piglio alla violenza! "
"Famme vedé. . -piglia sta violenza...
 'A verità,Marché,mme so' scucciato
 'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
 mme scordo ca so' muorto e so mazzate! ...
Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
 Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale? ...
 ...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
 ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".
"Lurido porco! ...Come ti permetti
 paragonarti a me ch'ebbi natali
 illustri,nobilissimi e perfetti,
 da fare invidia a Principi Reali? ".
"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania! ! !
 T"o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
 che staje malato ancora e' fantasia? ...
 'A morte 'o ssaje ched"e? ...è una livella.
'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
 trasenno stu canciello ha fatt'o punto
 c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
 tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti...nun fa"o restivo,
 suppuorteme vicino-che te 'mporta?

 Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
 nuje simmo serie...appartenimmo à morte! "
L'uguaglianza di fronte alla morte: Totò era nobile perchè era il Principe dei filosofi.  :)

#26
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
24 Febbraio 2025, 09:36:41 AM

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Citazione di: Pio il 23 Febbraio 2025, 16:32:13 PMNon si può desiderare ciò che non si conosce.
Be', dai... così uccidi la natura stessa del desiderio. 
Se non si può desiderare ciò che non si conosce, di conseguenza  non dovremmo parlare di ciò che non conosciamo.
In tal caso però ti darei ragione: vivremmo in un mondo più silenzioso.
#27
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
23 Febbraio 2025, 10:43:23 AM
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Citazione di: Koba il 22 Febbraio 2025, 14:37:14 PM
Per me il problema non è tanto la mortalità, ma il fatto che il tempo, nella nostra epoca, sia vissuto sempre di più come qualcosa di irreale.
Come se fossimo bloccati in un presente eterno, ma con la certezza paradossale che intanto gli anni scorrono inesorabili e ci si avvicina alla morte.
Il motivo potrebbe essere il fatto che ciò che è comune si è dissolto.
Non so quanto possa essere pertinente, però mi hai fatto tornare in mente una riflessione  che avevo letto e che è meglio copiare e incollare che arrampicarmi sugli specchi per renderne solo una vaga idea.
Nel frattempo me la rileggo pure io.

La lettura di Tolstoj da parte di Max Weber offre una possibile sintesi, riportando in modo illuminante il tema della morte a quello della vita:
".... il suo [Lev Tolstoj] problema centrale si rivolgeva in misura crescente alla questione se la morte fosse un fenomeno dotato di senso oppure no.
E la sua risposta è che per l'uomo civilizzato non lo è.
E non lo è perché la vita individuale dell'uomo civilizzato, inserita nel «progresso», nell'infinito, non potrebbe avere, per il suo senso immanente, alcun termine. Infatti c'è sempre ancora un progresso ulteriore da compiere dinanzi a chi c'è dentro; nessuno, morendo, è arrivato al culmine, che è posto all'infinito.
Abramo o un qualsiasi contadino dei tempi antichi moriva «vecchio e sazio della vita» poiché si trovava nel ciclo organico della vita, poiché la sua vita, anche per quanto riguarda il suo senso, gli aveva portato alla sera del suo giorno ciò che poteva offrirgli, poiché per lui non rimanevano enigmi che desiderasse risolvere ed egli poteva perciò averne «abbastanza».

Ma un uomo civilizzato, il quale è inserito nel processo di progressivo arricchimento della civiltà in fatto di idee, di sapere, di problemi, può diventare sì «stanco della vita», ma non sazio della vita. Di ciò che la vita dello spirito continuamente produce egli coglie soltanto la minima parte, e sempre soltanto qualcosa di provvisorio, mai di definitivo: perciò la  morte è per lui un accadimento privo di senso.
E poiché la morte è priva di senso, lo è anche la vita della cultura in quanto tale, che proprio in virtù della sua «progressività» priva di senso imprime alla morte un carattere di assurdità."(20).20. Weber M. La Scienza come professione. La politica come professione. Milano: Mondadori 2006: 20-22.

Ho cercato l'articolo intero, eccolo: https://www.painnursing.it/cera-una-volta-la-morte/
#28
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
23 Febbraio 2025, 10:17:20 AM
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Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2025, 19:23:11 PMC'era un tempo che su sto forum si faceva uso e abuso di maiuscole a distinguere..
Nel titolo ho usato le maiuscole per esprimere  rispetto verso visioni altrui,  che non sono solo opinioni ma anche realtà molto diverse dalla mia. Il mio desiderio è convivere non convivincere.
Con le maiuscole desideravano controbilanciare quel tono un po' scanzonato di questo mio primo post, che spero non sia stato vissuto come irriverente. Ero e sono anche un po' imbarazzato, visto che che il sottotesto evoca la morte.
Più che delineare il significato astratto di concetti estremi (vita eterna, infinito, verità) mi interessa cercare di intuire meglio come essi emergano alla coscienza della vita attuale e magari ottenere qualche spunto di interpretazione simbolica per quel vissuto arcaico in cui affondano le nostre radici culturali. Per questo mi riferisco al desiderio.
#29
Percorsi ed Esperienze / Re: Desiderate la Vita Eterna?
21 Febbraio 2025, 22:02:14 PM
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 La paura della morte è un concetto innato o culturale?
 E' comuqnue utile splittare il concetto di paura: paura della morte degli altri (verso cui si ha un legame importante, non necessariamnte sentimentale o familiare) e paura della propria morte.  
 Nell'Iliade o comunque nella Grecia arcaica non mi sembra che emerga la paura della propria morte. Magari c'era la paura e la disperazione per la morte altrui.
 Per quanto anche Neanderthal  sembrano aver lasciato omaggi nelle sepolture a loro attribuite, non è detto che questo corrisponda ad una paura della propria morte.
 Così pure per i nostri progenitori che non avendo lasciato nulla di scritto non ci lasciano intendere i loro sentimenti a riguardo.
 Non ho conoscenze così vaste da poter documentare con vigore la  causa culturale verso la qual epropendeo.
  Chiedo lumi.
#30
Attualità / Re: Trump's Alzheimer
21 Febbraio 2025, 16:55:00 PM
 Translator
 
 
Bella vignetta, si potrebbe riferire anche al sottoscritto chiarendogli finalmente  perché non porta cravatte da più di 10 anni...

In realtà la visione di  Trump sull'Ucraina  mi fa tornare in mente quel René Girard che sviluppò riflessioni sul meccanismo del "capro espiatorio" e sulla capacità di "ripristinare la pace" attraverso l'istituzione del sacrificio della vittima.
Per Girard si tratta di un processo mimetico, attraverso il quale la vittima della violenza da parte della folla si trasforma (nelle menti dei colpevoli) in  causa prima della violenza che -proprio gli aggressori-  hanno esercitata su di essa.
Nascono così i miti, non solo quelli antichi ma anche quelli più vicini a noi perché il meccanismo è facile da imitare.
Ovviamente i miti narrano il punto di vista dei carnefici che hanno commesso il primo delitto, ma che poi sentono il bisogno di placare la loro violenza invocando la pace, intesa come loro pacificazione.
Gli antichi sapevano bene che la pace era transitoria e quindi inventarono il sacrificio rituale con lo scopo di ottenere "paci future" reiterando l'uccisione della vittima grazie alla disponibilità di altri capri espiatori da eliminare.
Al primo capro espiatorio ne seguono sempre altri.
Alcuni vengono allevati per questo scopo con gioia e piacere delle vittime designate, come il tacchino americato che si sente vezzeggiato e ben nutrito fino al giorno del ringraziamento. Grazie, ma no grazie, dice Willy Peyote.

Ma ora sto divagando e non trovo più il nesso fra il pensiero di Girard , Trump e magari anche quel povero Zelensky che qualcuno suggerisce di esiliare in Francia.
Ma grazie alla tua vignetta ho capito il mancato collegamento... sono io che  ho  l'alzheimer!