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Messaggi - Jacopus

#16
Attualità / Re: Negazionismo climatico
06 Luglio 2025, 21:15:20 PM
Citazione di: anthonyi il 06 Luglio 2025, 20:45:55 PMI tuoi argomenti, jacopus, sono una buona rappresentazione di quel clima apocalittico del quale ho parlato. Oggi non é più tempo di esodi biblici, se la siccità inaridisce dei territori La soluzione più semplice é quella di portare il cibo in quei territori, ed é così che si fa.
La migrazione non la fa certo chi non ha da mangiare, ma solo chi ha i soldi sufficienti per pagarsi il viaggio.
Comunque il prezzo del caffè, robusta é addirittura triplicato, è la causa é connessa con il mutamento climatico, o meglio con eccezionali condizioni climatiche, ma questo é ordinaria amministrazione per i sistemi di mercato, non é certo la fine del mondo.
Poi tu al tuo solito la butti sempre in ideologia, sono sempre i kapitalisti, brutti, sporchi e cattivi, la causa di tutto. Ma non ti sembra che questa visione semplicistica entri in conflitto con l'idea che il mondo climatico vada visto nella sua complessità?
In realtà la mia critica al capitalismo è in buona compagnia insieme a tutte le ideologie della moltiplicazione senza fine a favore di un mondo antropocentrico, quindi comprensiva di comunismo e di alcune religioni (soprattutto le monoteistiche). Il capitalismo ha la sua massima nel massimizzare il profitto, il comunismo nel rendere possibile un mondo giusto attraverso "l'elettrificazione" ( vedi i disastri ambientali epici causati dall'Unione Sovietica), il monoteismo pensa che la terra sia stata messa a disposizione dell'umanità, principini delegati da una divinità celeste a poterla sfruttare.
Il meccanismo capitalistico di questi tre è però quello più efficiente, perché ha reso obsolete le resistenze a favore di meccanismi comunitari, che sono invece presenti nelle altre due tradizioni culturali. Beninteso, il Capitalismo non è da confondere con i "capitalisti brutti, sporchi e cattivi". Il capitalismo è una ideologia talmente forte che condiziona anche chi la critica, come me. È diventato un "pensiero unico", sufficientemente tollerante ed in grado di far fruttare anche le critiche (ad esempio con collane editoriali ad hoc). Paradigmatico l'approccio al cambiamento climatico, al cd green deal, considerato un nuovo modo per spremere soldi. La macchina elettrica o le centrali nucleari come toccasana ad esempio. Bè, ritengo che un auto diesel del 2000 abbia una "carbon footprint" molto più bassa di una tesla. La vera ricetta sarebbe "non consumare più in beni non di prima necessità", abbandonare Sharm, indossare massimo le stesse 3-4 magliette, un giubbotto per l'inverno e così via. Prova a dire ai miliardi di persone che si affacciano ora al consumismo una preghiera del genere. Ti riderebbero in faccia, visto che noi, finora ce la siamo spassata alla grande. Ed allora l'unico rimedio ulteriore sarebbe quello di, oltre che non consumare,  offrire a titolo gratuito tra la metà e i due terzi del patrimonio di ognuno di noi ad un ente pubblico super onesto che impieghi quei soldi in modo da ridurre prima possibile l'immissione di CO2 ed altri iinquinanti nell'atmosfera. Direi che siamo in un campo dove servirebbero decisioni radicali e condivise da tutte le nazioni, poiché il riscaldamento globale è come la morte, non fa distinzioni ed è come le merci nell'era della globalizzazione. Ed invece facciamo mezzo passo in avanti, poi un passo indietro e così via, finché il mondo come lo conosciamo ora, non ci sarà più. Certo puoi considerarmi un catastrofista, o meglio "un apocalittico", posizione che preferisco a quella dell'integrato (citazione da Umberto Eco). E bada bene, vorrei tanto sbagliarmi. Ho figli, tengo famiglia.
#17
Attualità / Re: Negazionismo climatico
06 Luglio 2025, 19:11:20 PM
Per Anthony. Gli effetti a breve termine sono già iniziati. Il prezzo del caffè e della
cioccolata sono raddoppiati nel giro di un paio di anni. Non sono così esperto da dire se a causa delle tensioni geopolitiche o per il riscaldamento globale o per entrambi. Se comunque il riscaldamento continuerà ci sarà da affrontare una questione terribile. Ovvero milioni di persone che saranno costrette ad emigrare per problemi climatici. Gli attuali livelli di emigrazione saranno risibili. Con tutti gli effetti sulla gestione dell'ordine pubblico che ciò comporta. La crudeltà di Israele contro la striscia di Gaza è connessa con il riscaldamento globale, perché è sempre più chiaro che non ci sono più dividendi da distribuire ed anzi i padroni della nave sono diventati ancora più esosi. Aspettiamoci un'aumento della vulnerabilità sociale, un imbarbarimento delle condizioni generali. Non sarà un apocalisse stile meteorite ma un lento decadimento che potrebbe anche durare un secolo. Il problema consiste nel fatto che come ci sono voluti secoli per raggiungere questo riscaldamento ce ne vorranno altrettanti per ritornare alle temperature di un secolo o due secoli fa. Considera che già a 45 gradi molte piante che utilizziamo per rifocillarci soffrono enormemente e riducono la loro produttività. Siamo ad un passo da quelle temperature.
#18
Attualità / Re: Negazionismo climatico
05 Luglio 2025, 17:48:17 PM
Effettivamente la mia curiosità nasce dal fatto che un evento così facilmente dimostrabile e verificabile suscita una resistenza feroce, non solo da parte dell'hard-core dei complottisti, ma da tutta una serie variegata di strati sociali. Le ragioni dette da molti di voi mi trovano d'accordo (uso strumentale da parte delle Big Oil, uso strumentale di politici in cerca di elettori, possibilità di dire la propria da parte di categorie di analfabeti funzionali che in passato facevano danno solo al bar, delusione per la scienza). Ma il negazionismo climatico cozza con un altro problema, a mio parere, antecedente. Ovvero al fatto che di fronte al cambiamento climatico siamo tutti uguali, più o meno. Certo i megaricchi se la potranno cavare ma tutti gli altri 7 miliardi e 800 milioni di persone, sono letteralmente sulla stessa barca e questa cosa, per l'ideologia che si è diffusa in Occidente da Reagan-Tatcher in poi, è intollerabile. Affrontare il cambiamento climatico realmente significherebbe abbattere i confini, redistribuire la ricchezza, proprio per la diacronia che citava Baylham fra innovazione del green deal e inevitabile mantenimento di processi altamente inquinanti e georiscaldanti. I megaricchi ovviamente hanno tutto l'interesse a trasmettere questo messaggio negazionista e il resto della popolazione, sperando di diventare un giorno "mega ricco", si fa infinocchiare. Insomma non è altro che la riproposizione del meccanismo dell'alienazione culturale, per cui finiamo per amare i nostri oppressori. Servirebbero strumenti culturali sofisticati, un cambio di mentalità profondo che superi contemporaneamente il "crescete e moltiplicatevi", il "soviet più elettrificazione" e l'idolatria verso il capitale. Siccome non credo che accadrà tutto questo, buona Apocalisse a tutti (e si spera semplicemente che ritardi abbastanza per permetterci di andare nei Campi Elisi prima.
#19
Attualità / Negazionismo climatico
05 Luglio 2025, 08:22:45 AM
Mi domando, da qualche tempo, quale sia la causa profonda del negazionismo climatico, il quale, a scorrere i social, è estremamente diffuso. C'è ne sono di diverse tipologie, quello radicale: non c'è alcun riscaldamento globale, quello soft: il riscaldamento c'è ma non dipende dall'azione antropica. Lo proclamano anche politici come Rizzo, il che è ancora più grave. Qual'è il vostro parere?
#20
Attualità / Re: "Effetto san Matteo"
01 Luglio 2025, 22:35:30 PM
Mi sembra che la Bibbia cada in contraddizione innumerevoli volte, il che non è un male in sé, poiché la vita è essa stessa contraddittoria e confusa. Ciò che rende la Bibbia problematica e criticabile è la sua assicurazione di essere indiscutibile, vera, assoluta, potente e negatoria quindi delle stesse contraddizioni che esprime. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Un Dio debole e non onnisciente potrebbe piacere a qualche scrittore russo come Bulgakov ma no di certo alla massa dei fedeli. In merito ai due esempi che riporti direi che c'è una differenza da considerare. L'effetto San Matteo (tra l'altro grazie per avermi reso partecipe di questa teoria del grande Merton) è un effetto che si realizza in molteplici ambiti della vita biologica e sociale. Un bell'uomo non farà fatica a trovare donne disponibili e la sua esperienza, la sicurezza di sè proveniente dalle prime conquiste non farà altro che aumentare le donne disponibili. C'è anche il detto ligure "verissimo": ai soldi piace stare insieme". Ma anche in altri campi, l'accumulo produce circoli virtuosi e viziosi, così come la penuria. Meno cultura hai a disposizione e meno ricchezza avrai (ad eccezione degli idraulici). Insomma a vederla bene, in chiave temporale (cioè non teologica), l'effetto di San Matteo è un ottimo metodo per interpretare molte situazioni umane. E magari anche per chiedersi che servirebbero dei meccanismi di contrasto affinché questa regola non diventi troppo ingombrante e negativa. La parabola della cruna dell'ago è invece un messaggio etico, tipico del Vangelo, per cui gli ultimi saranno i primi e così via, ma non è configurabile come un messaggio per comprendere il mondo terreno, come invece è l'effetto di San Matteo (e Merton si accorse di ciò).
#21
Attualità / Re: "Effetto san Matteo"
01 Luglio 2025, 18:24:49 PM
Serge Latouche ha tre servi al primo consegna 1 talento al secondo 2 e al terzo 4. Dice loro di usarli come meglio possono. Al rientro di Serge Latouche dalla sua agro-villeggiatura come bovaro parmense, il primo servo gli dice "ecco il tuo talento". L'ho lasciato dov'era. Bravo, servo fedele e felice nella decrescita, lo elogia Serge Latouche. Il secondo servo gli dice " i tuoi due talenti li ho gettati nel fuoco. Bravissimo, rincara Serge. Il terzo dice, "li ho fatti fruttare attraverso i cat bond, che investono sulle probabilità di disastri naturali e i tuoi 4 talenti sono diventati 400.000. Al che Serge Latouche lo
allontana da sé: "vattene servo infedele, tu e i tuoi 400.000 talenti. Che il cambiamento climatico ti porti dove c'è pianto e stridor di denti. E voi invece servi fedeli accompagnatemi nella mia prossima vacanza da contadino: raccoglieremo pomodori maturi.
#22
Attualità / Re: "Effetto san Matteo"
01 Luglio 2025, 08:41:21 AM
Una parabola interessante, che si presta a molte interpretazioni, come tutte le storie interessanti (Antigone, il nome della rosa). Da un punto di vista neuro scientifico, i primi due servi hanno attivato quello che Panksepp chiama "sistema della ricerca", un sistema emotivo di base, che ad esempio ci ha spinto a colonizzare luoghi sperduti e malsani (a differenza di tutti gli altri animali che se ne stanno dove vivono bene). I due servi meritevoli, spinti dal sistema della ricerca, si sono ingegnati per creare ricchezza. Se la divinità avesse dato loro una ruota avrebbero fatto del loro meglio per utilizzarla. Da ciò si sviluppa l'ingombrante sistema culturale dell'uomo: dal sistema emotivo di base della ricerca. Ciò che punisce Dio, nel servo pigro è la mancata attivazione di questo sistema. Punizione coerente con la appartenenza della divinità al sistema culturale dell'uomo, in un'ottica immanente e di storia umana (Nb: si tratta di una interpretazione fatta in un caldo mattino di luglio).
#23
Citazione di: InVerno il 27 Giugno 2025, 09:02:17 AML'ideologia migliore è quella che non si vede, se chiedi pochi sanno di farne parte, è il risultato di eventi e trasformazioni sociali non di qualche libro di successo, è cresciuta mediata dalle istanze sociali non imposta dal governo o da una setta, la maggior parte la ritengono vera e motivante le proprie azioni, non produce frizione con la societa su cui insiste, i partecipanti giurano e spergiurano di non essere ideologici, gli è già entrata nell'ossatura mentale..
Una ideologia che parte dal basso insomma, se non ho capito male, piuttosto che dall'alto (libri, governo, setta). Una sorta di "tavola valoriale delle proprie credenze estratte dagli eventi". Premesso che gli eventi avvengono e sono condizionati da chi ha potere (ad esempio di chi scrive libri, di chi governa e di chi appartiene a sette - di un certo tipo, ovviamente -) e quindi le istanze sociali non sono mai così neutre e naturali, direi che anche laddove c'è questa sorta di sviluppo naturale delle proprie credenze, nell'ossatura mentale, non è detto che questa ossatura sia sana. Altrimenti dovremmo dire che il fascismo ma anche il comunismo e il nazionalsocialismo non erano ideologie ma erano accettate e considerate positive dalla grande maggioranza delle popolazioni coinvolte. L'adesione al fascismo e al nazionalsocialismo erano altissime, in Germania quasi plebescitarie.
Anche oggi vi è una adesione sempre più grande a valori individualistici che sottolineano una sostanziale frammentazione sociale. Un cambiamento che non nasce da una ideologia (apparentemente) ma che ha conseguenze molto gravi, perchè è contrario ad una società armonica.
#24
Per Mario Pastore. Sicuramente è importante, oltre a valutare gli aspetti materiali anche quelli relazionali, affettivi e culturali di un soggetto. La famosa soap opera "Anche i ricchi piangono" non dice una sciocchezza (perlomeno nel titolo). Si può essere poveri e integrati mentalmente, perfino felici e sereni, ma in questa società un risultato del genere è difficile da ottenere. Infatti il materialismo non è monopolio del marxismo, ma lo è molto di più del capitalismo, specialmente in questa sua versione del XXI secolo.
Se invece ti riferisci a Nussbaum come marxista, ti devo contraddire poiché Nussbaum è una pensatrice liberale, definita anche neostoica, che riprende alcune tradizioni del pensiero classico americano, il quale pur difendendo la proprietà privata è consapevole delle storture che il capitalismo può produrre. Insomma criticare il capitalismo non fa del critico un marxista, come spesso si induce a far credere.
#25
Risposta a Lou:
La tua obiezione è la stessa fatta da molti giuristi a quei meccanismi che personalizzano la pena o la aggiustano, in base alla personalità, al disagio retrostante  delle persone che commettono reato. Personalizzazione massima nel diritto minorile e nel diritto penale dell'esecuzione penale. A mio parere è una obiezione congrua, perché rischia di creare arbitrarietà rispetto a situazioni che la bilancia della giustizia non è in grado di pesare. Allo stesso tempo pensare ai giudici come mere "bouches de lois" come aspirava Montequieu, presenta altrettanti problemi.
Occorre fare un excursus storico. Montesquieu, all'alba della società dei lumi, era indignato dall'uso personalistico delle leggi, ben poco generali, ben poco astratte,  ma applicate spesso secondo il genio del giudice, secondo la tradizione, secondo il peso del potere delle corporazioni. Il bersaglio principale erano primo e secondo Stato, sostanzialmente esonerati dal rispetto della legge (ricordate la famosa scena del marchese del Grillo: " perché io só io e voi...). La legge uguale per tutti nasceva come principio dello Stato borghese al fine di estirpare questi soprusi. Un secolo più tardi, sull'onda dei primi studi sociologi, il pensiero si è capovolto. Il diritto per essere davvero uguale deve considerare che le posizioni di partenza delle persone sottoposte all'imperio della legge non sono tutte uguali. Il fatto penalmente rilevante non può più essere estratto dalla vita dell'autore come si estrae una fiala di sangue. Nussbaum vuole indicare proprio questo con la metafora degli ascensori. Ovvero che il principio "la legge è uguale per tutti è una finzione, se non viene integrata da uno sguardo sulle condizioni materiali, ma anche sui traumi e le possibilità dei soggetti. Tutto ciò ovviamente scatena tutti coloro che vedono in ciò un evidente giustificazionismo ed anche questo è vero. Infatti i soggetti che delinquono sanno bene che esiste questa personalizzazione della pena e la strumentalizzano, la manipolano, ben lungi da pensarla come una risorsa di aiuto. Sono i cosiddetti vantaggi secondari di ogni patologizzazione ( e qui bisognerebbe aprire un altro capitolo ma sfiderei la tua attenzione).
Insomma come per tutte le cose umane del XXI secolo tutto è molto complesso e sfaccettato. La visione della Nussbaum è però molto stimolante per ripensare il diritto penale, visto che il " penitenziario" come istituzione, non è in grado di abbassare la recidiva ( letteratura vastissima sull'argomento), ed è anzi spesso iatrogeno. Il penitenziario ormai nell'immaginario collettivo è visto da una parte della società come discarica di controllo e da un'altra parte come onorevole medaglia al merito. Nussbaum si limita a dire che il diritto penale viene violato non da malvagi e delinquenti, ma da soggetti che vivono reali situazioni culturali socio-economiche, al punto che anche i colletti bianchi diventano o possono diventare criminali se inseriti in un contesto criminogeno (vedi l'interessante American Psycho, ad esempio).
#26
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
22 Giugno 2025, 21:59:00 PM
CitazioneE certo, e millenni di storia culturale e religiosa, la storia più importante della storia umana, quella che ha fondato la nostra civiltà occidentale, la buttiamo nel cestino.
Penso che lo stesso principio debba essere usato per i palestinesi che hanno abitato quei territori per quasi duemila anni, indisturbati, o forse anche qui vale la "doppia morale dell'Occidente"? Cosa deve pensare un maghrebino che cerca di integrarsi con le nostre "giustissime leggi", se per 1300 morti israeliani sono serviti "finora" 53.000 arabi? Non pensi che stiamo servendo su un piatto d'argento migliaia di terroristi pronti a fare la jhad qui in Europa? È come se per combattere la mafia lo Stato italiano cominciasse a bombardare indiscriminatamente tutta la Sicilia. Il bello è che ci sono tanti israeliani (secondo un sondaggio ascoltato in radio, il 60 per cento) che sono d'accordo con questa politica di sterminio perché pensano che tutti i gazarini sono terroristi o amici dei terroristi. Questa è disumanizzazione, è polarizzare il nemico in uno scontro che non terminerà qui e che rischia di trascinarci tutti nella violenza. 
#27
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
22 Giugno 2025, 18:24:26 PM
Chi semina vento raccoglie tempesta. Israele non aveva nessun diritto nel fare quello che ha fatto. Ripeto ciò che ho detto altre volte. Lo stato di Israele doveva essere fondato in un pezzetto di Germania. Invece motivi geopolitici di dominio l'hanno voluto in Palestina. Le ripercussioni di quanto accaduto dureranno generazioni. Chi scampa ad un trauma del genere sarà una persona fragile per sempre, soprattutto se lo ha subito da bambino. Possono diventare persone estremamente impulsive, rabbiose, violente, agire come se fossero in trance ed educare, al loro volta, i loro figli con modalità traumatiche che tramanderanno questi comportamenti per molte generazioni. Pertanto no, non ci ha resi più sicuri. Per renderci più sicuri a questo punto avrebbero dovuto sterminarli tutti, poiché i sopravvissuti, o almeno parte di loro, arriveranno in Europa e non staranno bene.
#28
Se è per questo, neppure il concetto di "ombra" può essere definito come l'ombra che il sole stampa sul terreno. L'ombra è una metafora delle forze oscure, egoiste e negative che ognuno di noi si porta addosso (vedi Jung, anche se in Jung l'ombra ha un significato piuttosto complesso che richiederebbe una discussione a parte). La luce potrebbe essere la metafora di un mondo pacificato, ma nella psicoanalisi (Freud) e nella psicologia analitica (Jung) non c'è mai un un mondo pacificato ma sempre uno sforzo continuo verso di esso ma mai raggiungibile, poiché il suo raggiungimento significherebbe paradossalmente il dominio dell'ombra.
#29
Buongiorno Aspirante. Ti rispondo per punti, premettendo che le risposte risentono tutte di quell'atmosfera da readers digest (cioè un po' antologica e un po' generica e piaciona) dell'AI.

1) sono parzialmente d'accordo. Ma le responsabilità non sono allo stesso livello. Chi ha più potere sarà più responsabile, se ha usato male quel potere verso la violenza e la guerra. Così come occorre individuare anche specifiche classi sociali che possono ricorrere alla guerra per difendere i propri privilegi. La guerra come dato antropologico umano non è corretto, visto che sono state trovate società umane che non conoscevano la guerra e società umane, anche primitive che la esercitavano con violenza. Siamo plastici e ci condizioniamo a vicenda sia nel bene che nel male.

2) D'accordo fino a "È come cercare di uccidere la propria ombra con la spada". I passi successivi sono insensati. Cosa significa:
"La luce è l'unica vera "arma". Quando integriamo la nostra ombra, quando comprendiamo che la paura e la materia sono parte del divino, allora il "demone" si dissolve o si trasforma in un maestro."?
Questa è una supercazzola a sfondo mistico. Starebbe bene ad un convegno di scientology. Più correttamente abbiamo il male con noi e dobbiamo essere consapevoli che spesso per non vederlo lo proiettiamo sugli altri. Un modo più appropriato per superare il male è l'Ubuntu della cultura Zulu.

3) Al di là del linguaggio orfico e vaticinatore, sono d'accordo. Ognuno di noi è responsabile di sé stesso e deve agire eticamente anche se fosse circondato da una massa di lupi.

4) Come sopra.
5) Idem. Ciò che mi sembra buffo è questo stile, molto professionale, che racchiude delle opinioni condivisibili ma attraverso sentenze brevi e sintetiche. Su temi che avrebbero bisogno di libri su libri per essere minimamente comprese. Insomma, brevi cenni sull'Universo.
#30
Estratti di Poesie d'Autore / Se dovessi morire
20 Giugno 2025, 23:44:37 PM
Se dovessi morire
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere tutte le mie cose
per comperare un pezzo di stoffa
e un po' di filo,
e farne un aquilone
(magari bianco, con una lunga coda)
in modo che un bambino,
da qualche parte, a Gaza
con gli occhi fissi in cielo
nell'attesa che suo padre,
morto all'improvviso, senza dire addio
a nessuno
né al suo corpo
né a sé stesso,
veda l'aquilone, il mio
aquilone, fatto dalle tue mani
volare là in alto
e pensi per un attimo
che ci sia un angelo lì
a riportare amore
Se dovessi morire
che la mia morte porti la speranza
che la mia fine sia l'inizio di un racconto!
Refaat Alareer
(Trad. M.F.)
Refaat Alareer (1979 - 2023) era un poeta, scrittore e professore universitario di Gaza. Ucciso il 6 dicembre 2023 dall'esercito israeliano.

Questa è la sua ultima poesia prima di morire a seguito di un attacco aereo. Si era rifiutato di andarsene dal nord di Gaza dove abitava da sempre. Non era un terrorista, era un professore.