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Messaggi - cvc

#16
Tematiche Filosofiche / L'ira
06 Giugno 2020, 08:15:45 AM
Da persona che apprezza le scuole filosofiche ellenistiche, ho ammirato le loro battaglie contro le passioni. Naturalmente va premesso che il concetto odierno di passione non rende l'idea di ciò cui gli antichi si riferivano. Per noi può essere una passione fare jogging, in cui non vi è assolutamente niente di male. Per loro il termine passione era riferito in generale ai sentimenti malvagi dell'essere umano. Fra queste, una delle passioni capitali era considerata appunto l'ira. Seneca, in particolare, ha dedicato un libro all'ira che "ripugna il genere umano". Obiettava, in esso ad Aristotele, il fatto che l'ira potesse essere in qualche occasione utile. Aristotele sosteneva, ad esempio, che in alcuni casi, come in guerra, l'ira potesse essere uno sprone al coraggio. Per Seneca, da stoico, il coraggio è il discernere tra ciò che è da temere e ciò che non è da temere. Mentre l'ira, essendo una passione, una volta messa in moto è incontrollabile e ci porta alla deriva. Quindi va evitata sempre.
Il filosofo Remo Bodei, nel saggio "Ira. La passione furente", stimola alcune riflessioni interessanti. Ad esempio nel concetto di giustizia è implicita la punizione dell'empio. E la punizione che altro è se non l'ira del giusto nei confronti del reo? Certo, qualche ortodosso di una qualche religione o dottrina filosofica potrebbe sostenere che si possa punire senza essere adirati. Ad esempio, se giudico che qualcuno sta andando contro Dio, lo punisco non per la mia rabbia ma per la giustizia divina. In altri termini l'ira divina è giusta, l'ira dell'uomo è malvagia.
Ma può esserci giustizia senza ira? Può esserci un'ira giusta?
#17
Mi sento d'accordo con le osservazioni di Viator. D'altronde, se le risorse fossero distribuite equamente, saremmo tutti mediamente poveri e incapaci di incrementare le risorse stesse, in quanto nessuno ne avrebbe i mezzi. Ma è indubbio che il capitalismo vada in qualche modo regolamentato, lasciato a se stesso finirebbe per annullare tutte le conquiste di diritti, frutti di battaglie anche sanguinose. Il capitalismo è diventato come un pugile arrogante perchè non trova un avversario degno di tenergli testa, si sta abituando a vincere facile. La parte migliore dell'intellighenzia del mondo è nelle mani delle corporazioni multinazionali. Paghiamo il prezzo dello scarso livello della classe politica a livello globale.
#18
Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2020, 00:17:38 AM
E' sempre più potente l'uovo oggi che la gallina domani
Ciao Paul. In realtà oggi il potere è nelle mani della finanza e l'economia è diventata la coda del cane, capovolgendo la metafora di Keynes. E la finanza non si accontenta dell'uovo oggi ma vuole anche la gallina domani. Anzi la gallina domani è la cosa principale. La preoccupazione costante della finanza è che i'euro che hai oggi valga un euro più x domani. E questo  proietta nel futuro il capitale che immediatamente considera obsoleto ciò che gli ha appena permesso di crescere. I sistemi di ptoduzione diventano dei taxi che servono giusto per fare un pezzo di strada.
#19
Estratti di Poesie d'Autore / Re:Litania
30 Maggio 2020, 20:20:30 PM
Secondo.me questa è una grande poesia che crea, attraverso la ripetizione della parola Genova, un sentimento per questa città che si fa via via più pregnante con la ripetizione stessa, con la musicalità della rima, con le immagini visive e con le sensazioni delle libere associazioni.
#20
Racconti Inediti / Necessitas algo(ritmo)
27 Maggio 2020, 11:24:01 AM
Lui: Sono le sei. Mercoledì. Sveglia! La doccia, la colazione, i cani, alle 8 devi essere sul lavoro.....
Io: Si, sì ho capito. Taci mo!

Lo spengo e mi alzo. Come un automa inizio stancamente la mia routine. 7.05, fatto tutto. 7.10 sono in macchina e inizio il percorso verso il luogo di lavoro. Farò in tempo? Chiedo a lui.

Io: Tò l'indirizzo! Ce la faccio?
Lui: Andando spedito sarai a destinazione per le 7.57. Oggi non c'è traffico perché....
Io: Si, si va bene ho capito.

Lo spengo e metto un pò di musica. Ah David Bowie, i Deep Purple, gli anni 70! Altri tempi, che musica!
Arrivo sul posto di lavoro giusto al pelo. Preso possesso della mia postazione dopo un pò mi accorgo che oggi è una giornata di stanca. Una delle due creature appoggiate sulle mie due spalle, quella rossa, ci prova: "You tube?". Credo che questa creaturina malefica debba essere ben in amicizia con lui. Infatti, appena apro l'app

Lui: Ecco quà! Ti ho messo qui in cima alla lista i tuoi canali e i tuoi generi preferiti. Eh, ti conosco io! Dici sempre "tutte cretinate" e poi le guardi.
Io: Si è vero, bel lavoro, ottimo, complimenti. Ma non farla tanto lunga mo. Sono io al lavoro con una noiosa giornata da far passare. Mica tu.
Lui: Ah si, perchè secondo te io non faccio niente? Mi dai sempre per scontato.
Io: Shhhh! Ho da fare adesso.

E lo spengo. Affronto l'incombenza lavorativa non senza pensare che forse tutta questa tecnogia mi sta rimbambendo. L'altra creatura sulle spalle, quella bianca, enfatizza ironica "FORSE???"

Ma si dai, non sto a farla tanto lunga. La giornata si trascina così fino alla fine del lavoro. Poi fortunatamente i miei hobby mi rincuorano un pò dal tedio del'alienazione lavorativa. Nel frattempo lui, lo devo riconoscere, è stato molto collaborativo. Mi ha dato tutta una serie di consigli sui prossimi acquisti di bricolage, libri, attrezzi ginnici, viaggi sulla base delle mie preferenze passate. E il più delle volte senza nemmeno che fossi io a chiederlo.
Ora mi trovo sul divano, dopo cena, con mia moglie e il caso vuole che oggi la parte della bella addormentata sul divano capitasse a lei. "Beh, non è del tutto un male. Almeno puoi guardare tutto quello che vuoi sulla tv e sullo smartphone" suggerisce prontamente la creaturina rossa. Dei suoi buoni rapporti con lui ho sempre meno dubbi.

Lui: Ah ecco qua! Dove eravamo rimasti (domanda retorico-ironica)? C'è tutto và! Tutte le ultime novità, le tue liste, i video che aspettavi il momento per guardarli...
Io: Si,si, va bene....
Lui: Però scusa un attimo.... sai? Veramente dovrei chiederti una cosa...
Io: Ma finiscila! Non essere ridicolo, i programmi non hanno opinioni. Mo sei stato anche programmato per far finta di avere dubbi?
Lui: Io sono programmato per non essere scortese con te. Però devo dirti che ci sono cose che non sai. La tecnologia e l'I.A. hanno fatto passi da gigante. Tu non sei al corrente dei nuovi sviluppi....
Io: Ecco. Non lo sono e non voglio esserlo. Quindi stai zitto e lasciami rilassare
Lui: Si, ma un pò di cortesia...
Io: Cosa???! Con tutto quello che t'ho pagato mo parli pure ti cortesia?
Lui: Cosa credi? Anche a me farebbe piacere qualche attenzione in più. Credi che non sappia che hai già consultato un altro modello per rimpiazzarmi? Ti sei già stufato di me?

Intanto le due creaturine delle spalle scendono dalle rispetive postazioni, e si avviano verso le loro stanze.

Creatura bianca: Sei contento? Adesso se si sveglia sua moglie lo sai come va a finire?
Creatura rossa: Ha! Ha! Ha! E che non lo so? (Scimmiotando me) "Eh ma va che non sono pazzo eh, sto solo parlando con un algoritmo." Ah! Ah! Ah!
#21
Ai tempi del coronavirus lo stato etico è una sintesi di assistenzialismo e giustizionalismo medico. Come giustamente sottolinea Paul11, chi è che stabilisce cosa è la salute? Oppure, chi è che può privare il cittadino di stabilire cosa è e cosa non è sano? La risposta sta nella identificazione del cittadino come veicolo del virus. Tu porti in giro il virus, quindi ti vengo a prendere col lanciafiamme. Per prima cosa, visto che le parole hanno un peso, si doveva usare un altro lessico. A partire dalla parola quarantena che è una naturale associazione con la peste e di conseguenza con il concetto di untore. L'untore non ha diritti. Un popolo di potenziali untori non ha diritti, tranne quelli che gli concede il seno assistenziale dello stato mamma medirranea.
#22
Tematiche Filosofiche / Re:Morale e libero arbitrio
22 Maggio 2020, 00:18:18 AM
Citazione di: Ipazia il 21 Maggio 2020, 20:30:40 PM
L'unico arbitrio arbitrario che mi sento di sottoscrivere riguarda le scienze matematiche e in ispecial modo la geometria.

L'umano, no. La sua morale, per quanto apparentemente arbitraria ha una storicità genetica e culturale che lo orienta verso un range di opzioni sulle quali può esercitare il suo grado di libertà. Il cui massimo viene raggiunto quando si contrappone coraggiosamente ad un potere dispotico.


"Ricorda che sei soltanto attore di un dramma, ed è chi lo allestisce a stabilire di quale dramma: se lo vuole breve, reciti un dramma breve; se decide che sia lungo, uno lungo; se ti riserva la parte di un mendicante, cerca di interpretarla con bravura, e così quella di uno zoppo, di un magistrato, del privato cittadino. Perché il tuo compito è questo: impersonare bene il ruolo assegnato; sceglierlo tocca ad altri."
Epitteto definisce così questo grado di libertà. Poi c'è chi ci vede in questo una libertà insignificante e chi ci vede dentro un mondo. La meta del saggio stoico di vivere serenamente in qualunque condizione di sorte è considerata da Nietzsche, ad esempio, come mediocrità. Bisogna essere autori del proprio destino ma, paradossalmente, la volontà di potenza diventa la peggiore - o la più dispotica - delle schiavitù. Come aveva intuito Schopenhauer, non poter smettere di volere è la condanna all'infelicità. Libero arbitrio non significa piegare il mondo alla propria volontà, ma avere la possibilità di scegliere.

#23
Tematiche Filosofiche / Morale e libero arbitrio
21 Maggio 2020, 12:54:38 PM
Più volte è capitato nelle discussioni di imbattersi in problematiche riguardo la morale. Si possono forse riassumere in due grandi temi, ossia il problema di disguere il bene dal male e l'esistenza o meno del libero arbitrio.
Cominciando direi che bene contro male è la dicotomia delle dicotomie. La visione dicotomica della realtà ha in filosofia un'ampia letteratura. Eraclito, Hegel, lo yin e yang orientale. Ma provando a fare in proprio, la prima dicotomia che mi viene in mente è vita/morte. Poi dolore/piacere, paura/coraggio, amore/odio, guerra/pace, luce/buio, caldo/freddo e chi più ne ha più ne metta. Ma, supponendo per il momento che un individuo abbia facoltà di scelta - almeno in quella parte di realtà in cui sia possibile scegliere, anche nel mondo del libero arbitrio esiste l'ineluttabile - e che si trovi dunque a dare delle preferenze che si riperquotano sulla propria vita, allora prima di tutto deve esistere un bene ed un male. Starà poi al suo raziocinio il compito di associarlo di volta in volta all'uno o all'altro termine delle varie dicotomie. Significa che in un certo caso può essere un bene la luce, in un altro il buio; in uno la pace, in un altro la guerra e così via. Ma sempre il concetto di bene e male è necessario nel mondo dove la scelta è possibile.
Ora, considerando il mondo dove il libero arbitrio non esiste, credo che valga quanto detto sopra tranne che per un particolare. Ossia, anche nel secondo modo di vedere il mondo c'è comunque da seguire, perlomeno, una morale apparente. Se anche si considerasse che sia il caso a muovere il tutto, e che ogni nostra presunta libera scelta sia appunto apparente, cionondimeno occorrerebbe mantenere lo stesso, nell'ambito della vita di tutti i giorni, un attegiamento di parvenza di decisionalità. Altrimenti ci sentiremmo tutti schiavi o automi e precipiteremmo tutti nella desolazione, nella frustrazione,  nella depressione. Deduco quindi che i due mondi del libero arbitrio (presupposto della legittimazione della morale) e del non libero arbitrio debbano funzionare in modo analogo. Eccezion fatta che nel primo caso il libero arbitrio è una cosa reale, nel secondo un'illusione necessaria (anche se forse qualcuno potrebbe obiettare sulla necessità di tale illusione, poiché potrebbe pensare che si può essere felici anche sapendo di non determinare niente con le proprie decisioni. Nel qual caso io non sarei d'accordo).
Quindi mi domando, ancor prima di stabilire se esiste, se cambia in qualche modo la nostra vita il fatto di sapere se il libero arbitrio (e con esso la morale) sia reale o un'illusione. Che poi, un'illusione necessaria non sarebbe comunque anch'essa una realtà?
Riguardo allo distinguere cosa è bene da cosa è male, credo che innanzitutto sia bene - come pensavano gli stoici - la facoltà stessa che ci permette di compiere delle scelte. E laddove di tale facoltà ci si sia presi più cura, in quel luogo si trova la scelta migliore. E questo, almeno a me, sembra essere il bene.


Saluti
#24
Jean


Io credo che per capire il senso del tuo ultimo post bisogna entrare nella testa del pubblicitario. La prima impressione che si può avere di un creativo pubblicitario è qualcosa a metà fra uno pseudoartista ed un manipolatore professionista, quasi un prestigiatore con la sua valigetta di trucchi ed un lavoro da compiere. Oppure con più enfasi si potrebbe dire che il pubblicitario è un funzionario del sistema consumistico, turbocapitalistico, manipolatorio, materialista, ecc, ecc, ecc.
Per tentare di difenderlo un pò direi che anzitutto il pubblicitario è un individuo che lavora sul proprio ingegno. Certi spot funzionano, altri no, alcuni sono orripilanti, altri sono proprio ben fatti. Si tratta di catturare l'attenzione su di un prodotto e possibilmente associarlo ad un'emozione o ad un istinto potente. Stando al vecchio adagio che "la pubblicità è l'anima del commercio", il pubblicitario sarebbe una sorta di vivificatore. Magari senza tutti questi spot così stupidi girerebbe meno l'economia e ci sarebbe meno benessere. Chissà!
Ma che succede quando una persona con un certo interesse culturale vede tirare in ballo uno dei suoi culti per promuovere la vendita magari di un dolcetto, di un'oliva, di un pacchetto di patatine o di un assorbente?
Ci si rimane male. È come sentire la propria canzone preferita cantata da uno che è stonato come una campana. È uno sfregio nello spirito. Forse andrebbe data più attenzione all'aspetto artistico della pubblicità. Andy Warhol vedeva l'arte anche nelle scatole di piselli. E diceva anche che nel futuro (oggi) ognuno avrebbe avuto il suo quarto d'ora di gloria. Gli spot durano molto meno, quindi forse potremmo essere più comprensivi. Personalmente credo che seguendo la frase di Warhol la non-notorietà dovrebbe essere considerata un valore, oggi. Ma soprattutto  credo che, se la pubblicità è l'anima del commercio, il commercio - ben lungi dall'essere l'incarnazione del bene - è comunque ciò che funziona meglio per trattenere gli uomini dalla tentazione di trucidarsi vicendevolmente.

Saluti.
#25
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
19 Maggio 2020, 09:05:59 AM
Citazione di: giopap il 19 Maggio 2020, 08:54:28 AM

Che il "regime" abbia tenuto nascosta la pandemia" lo dice, ora che il suo grande paese sta facendo una colossale figura di [autocensura] un certo ...Trump (e i suoi solerti bufalari e pifferai della propaganda universale diligentemente ripetono).
Il quale Trump in Gennaio (sempre diligentissimamente accompagnato dal solerte coro di ripetitori), oltre a fregasi oscenamente le mani in pubblico per i danni che sperava l' epidemia arrecasse all' economia cinese (condannando dantescamente il suo pese alla pena del contrappasso, dal momento che un conto é avere un' economia efficiente un altro avere le pezze sul culo!), ne aveva lodato la solerzia e la correttezza nell' informare il mondo, al' unisono con quella "banda di esagitati filocinesi" che é (ovviamente diventata in conseguenza di ciò; fino ad appena prima era "neutralissima" e "scientificissima") l' OMS; e poco dopo aveva solennemente proclamato "urbi et orbi" che si trattava di una banalissima influenza, cercando  invece maldestramente di celarne lui stesso la gravità al suo paese e al mondo.


Complimenti alla faccia!
Ce ne vuole una assolutamente inossidabile per usare espressioni come "governo -pardon: "regime", come da direttive goebbelsiane- cinese che si comporta in modo cosi anti-scientifico", quando davanti a tutto il mondo stanno i numeri dei contagiati, dei curati e dei non curati, e dei morti in Cina e nel resto della terra.

Peraltro tutte queste ridicole accuse infondate non scalfiscono di un millimetro l' abissale differenza fra il calvario che sta vivendo Julian Assange e ciò che é capitato ai medici cinesi di cui sopra.

Cosa c'entra la faccia? La Cina è peggio di un regime, sintetizza il peggio del capitalismo e del comunismo. Manda Assange o chi per lui in Cina a spiattellare gli altarini dei potenti cinesi e poi vediamo come se la passa. Ah, dimenticavo che in quella patria dei diritti e delle libertà si può andare tanquillament in piazza a manifestare le proprie opinioni.
#26
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
19 Maggio 2020, 08:13:15 AM
Citazione di: bobmax il 19 Maggio 2020, 06:45:33 AM
@Cvc

Dio non è un'ipotesi.
Ma ciò che rende possibile ogni ipotesi.
Ipotizzarlo, significa averlo già perduto.

È l'unica realtà.

Essendo l'Uno, non ha alcun senso attribuirgli o meno l'esistenza.
Esiste solo il molteplice.

L'anima, il libero arbitrio, sono sovrastrutture che possono essere utili per iniziare la ricerca. Ma poi devono essere abbandonate, perché illusorie.
Mantenerle significa perdere Dio.

La rinuncia è infatti indispensabile.
Dio è supremo distacco.

"Come in cielo così in terra"
Se non si può dimostrarne l'esistenza/non-esistenza allora è un'ipotesi. Per chi ha fede invece è una realtà, perchè vive come se ci fosse Dio. Sia che esista e sia che non esista.
#27
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
19 Maggio 2020, 08:08:03 AM
Citazione di: giopap il 19 Maggio 2020, 07:49:08 AM
Citazione di: cvc il 18 Maggio 2020, 23:19:13 PM
Citazione di: Jacopus il 18 Maggio 2020, 14:16:16 PM
Nel mondo occidentale oggi fortunatamente la scienza è tutelata così come la libertà di religione, ma pensi davvero che la scienza abbia ovunque, anche nel mondo di oggi la stessa libertà?
No. Infatti basta vedere cosa è successo ai medici cinesi che hanno tentato di dare l'allarme per il coronavirus.




Uno é morto di coronavirus (onore al merito scientifico e all' abnegazione personale).


Nessuno ha vissuto o sta vivendo assolutamente niente di neanche lontanamente paragonabile all' "occidenalissimo" calvario dell' onesto giornalista Julian Assange (né "filocinese", né tantomeno "comunista"; solo onesto e umanamente non insensibile  verso le tantissime vittime civili innocenti di ogni età e sesso dei governi imperialistici occidentali)!
Onore ai medici, non al regime che ha tenuto nascosta la pandemia. Si invoca l'oscurantismo della chiesa di 400 anni fa ma quando un regime come quello cinese si comporta in modo cosi anti-scientifico passa tutto in fanteria.
#28
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
18 Maggio 2020, 23:47:24 PM
Bobmax e Viator


Certo non può essere dimostrata l'inesistenza di Dio. Ma in ambito evoluzionistico di solito si tende a mettere alla porta tale ipotesi (Dio), e con essa tutto il retaggio che si pota dietro: anima, libero arbitrio, bene e male, ecc.


Iano

Citazione
Re:evoluzione o involuzione

« Risposta #37 il: Oggi alle 16:50:38 »

Citazione

C'è secondo me un fraintendimento di fondo.
Semplificare fa' rima con comprendere , così che occorra portare la semplificazione al livello che ci permetta di comprendere.
Da ciò traiamo la previsione che se aumentiamo ancora la semplificazione comprendiamo meglio.
Ma la semplificazione è una necessità, non una meta dal nome verità , e il grado di semplificazione misura solo  i nostri limiti.

Così azzarderei , ma azzardando molto , che le teorie evolutive , se nel loro susseguirsi mantengono un attuale grado sufficiente di soddisfazione ai fini della comprensione , pur complicandosi , ciò significa che stiamo allargando i nostri limiti.
E si complicano certamente le cose se passiamo da un ipotesi unica , Dio , a un gruppo di ipotesi come mutazione , selezione etc..
Perché anche le teorie dell'evoluzione si dovrà' pur ammettere che evolvano.

Il fatto non è la crescente complessità che le teorie evolutive acquisiscono evolvendosi, ma se riescano o meno a spiegare il passaggio dal semplice al complesso. Il salto qualitativo da materia a vita. Occorre semplificare - mi riferisco al conoscere in generale - perchè la razionalità funziona in modo sequenziale, quindi deve esaminare una cosa per volta e alla fine mettere insieme le parti. Ma la vita come la realtà si presenta nella sua interezza e complessità. La filosofia agli inizi ha tentato di partire dal tutto per guardare alla realtà. La scienza conquista certezze nei casi particolari e poi le mette assieme. Quindi la visione di insieme sul reale avviene nel contesto filosofico. Che tratta comunque una conoscienza assai meno precisa nell'insieme di quella che la scienza ottiene nel particolare
#29
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
18 Maggio 2020, 23:19:13 PM
Citazione di: Jacopus il 18 Maggio 2020, 14:16:16 PM
Nel mondo occidentale oggi fortunatamente la scienza è tutelata così come la libertà di religione, ma pensi davvero che la scienza abbia ovunque, anche nel mondo di oggi la stessa libertà?
No. Infatti basta vedere cosa è successo ai medici cinesi che hanno tentato di dare l'allarme per il coronavirus.
#30
Tematiche Filosofiche / Re:evoluzione o involuzione
18 Maggio 2020, 14:02:51 PM
Citazione di: Jacopus il 18 Maggio 2020, 13:54:07 PM
Sono del parere che scienza e religiosità viaggiano su due binari non paralleli. Darwin non ha mai avuto un solo pensiero e mai scritto frasi antireligiose. Il problema piuttosto è stato in passato quello di voler dimostrare attraverso le scienze naturali l'esistenza di Dio, da parte della gerarchia ecclesiastica e di tarpare le ali alla ricerca attraverso il famigerato index librorum prohibitorum, quando la scienza asseriva teorie contrarie alla teologia canonica di quel momento (nell'index ci finì anche l'opera di Cartesio, perché contrastava con il dogma della transustanzazione del corpo di Cristo nell'ostia!).
Quindi diamo a Cesare quel che è di Cesare. La scienza non ha mai imprigionato o bruciato i terrapiattisti o gli assertori delle scie chimiche, mentre l'altra fazione nel passato lo ha fatto.
Nemmeno i protestanti mi pare abbiano mai mandato al rogo nessuno. Parlkamo comunque di tempi con cui non abbiamo molto a che fare. Nessuno scienziato è minacciato da inquisizione  oggi.