Citazione di: Omissis il 13 Agosto 2016, 10:25:27 AMQuindi, se ho ben capito, il problema della scelta sta nel suo inizio: Se l'individuo è condizionato da una morale come il Cristianesimo, i suoi istinti si infiacchiscono ed esso sceglie ciò che lo danneggia, ovvero sceglie volontariamente di disprezzare il proprio corpo e di credere in determinate illusioni metafisiche. Ne consegue che il presupposto della scelta sta nella "salute", ossia la buona fisiologia. Questa dunque sarebbe quella che Nietzsche considera la "psicologia del prete" (in Ecce Homo)? Tutto sembra essere chiaro. . .
Il problema della "decadenza" odierna però rimane: è vero che io posso considerare, dalla mia prospettiva, come importante e necessaria la cultura (in generale) e disprezzare, dentro di me e per me, quelli che la considerano inutile (esempio banale, ma per capire). Ma nel momento in cui io andassi in pubblica piazza a dire che la cultura è bene e che l'ignoranza è male, cadrei in errore, perchè la cultura non può essere "buona in sè"; Hegel, ad esempio, considerava la Musica come un'Arte inutile e priva di significato, e quindi non la considerava come "Buona"...! Oppure anche qui bisogna partire da un presupposto "fisiologico"? Affermando che la "Musica è priva di utilità e significato" non voglio, inconsciamente, la maledizione del mio corpo...
Grazie per le risposte
In realtà la questione sulla "psicologia del prete" è più complessa,se vuoi approfondire ti consiglio di leggere l'Anticristo e soprattutto Genealogia della morale (di cui è presente in questo forum un topic a commento dell'opera). Per ora ti basti sapere che il cristianesimo domina e signoreggia sui malati e i deboli di volontà,e dove non trova malattia,la genera.
Per Nietzsche il problema del valore intrinseco della cultura non si pone: essa è sempre l'espressione,la sintomatologia di una determinata fisiologia,si tratti di etnie o singole comunità. Cosi come la morale il dato culturale è ricondotto a connotati fisici,materiali,umani. Hegel infatti non era un prospettivista,la "verità" hegeliana è l'intero,l'Assoluto,l'insieme delle prospettive parziali e limitate. Immagino che per Hegel la musica rappresentasse quasi un'obiezione alla sua filosofia,nella sua irriducibilità e mancanza di senso. Domina anche in questa repulsione un presupposto "fisiologico"? Nella misura in cui la musica disinibisce e afferma le gioie dei sensi,"l'ebbrezza dell'anima",certo
