Qoelet è un testo molto pessimista che non a caso era il testo della Bibbia preferito dal poeta Giacomo Leopardi (sostenitore dell'idea che la felicità è pura illusione umana che genera desidero, bisogno e quindi dolore......), infatti il testo esordisce testualmente: "Vanità delle vanità, tutto è vanità! Quale guadagno ricava l'uomo dalla sua fatica sotto il sole? Una generazione segue l'altra, ma io dico che tutto è vanità, un inseguire il vento.......". Ora, se per i credenti tutta la Bibbia è ispirata da Dio non dovrebbero esserlo anche questi versi che sostengono che in pratica tutto (il lavoro, l'impegno umano, anche gli affetti, ecc.) sono solo illusioni che non possono portare a possedere quella felicità a cui noi tutti in fondo aspiriamo? Solo che si tratta di versi decisamente scomodi, e quindi si preferisce non evidenziarli, perché altrimenti salterebbe in aria tutta la costruzione ottimistica (che vede ogni esistenza come dono di Dio, quindi valore positivo assoluto) su cui il Cristianesimo si è fondato nei secoli.