Non per impelagarmi a tutti costi nel (peraltro per me gradevole) mare magnum dei massimi sistemi, nel quale peraltro non é detto tutte le discussioni siano destinate ad essere affossate (dipende -per lo meno anche- dalla correttezza dei partecipanti, come per molte altre discussioni) ma l' etica é sapere teorico-pratico antropologico necessariamente autonomo (senza virgolette) dalle coercizioni estrinseche ai soggetti agenti; ma secondo me non dal determinismo naturale (intrinseco ad ogni agente non estrinsecamente coartato), senza il quale non hanno senso i concetti di "bontà" o "malvagità" etica di qualsiasi scelta (ma casomai quelli di "buona sorte" o di "cattiva sorte").
L' etica occupa lo spazio, grande o piccolo che sia, di libertà concessaci (sperabilmente) dai nostri rapporti personali e sociali e non da quella che l' evoluzione naturale non ci concede; di questo spazio intendo parlare. E di essa mi interessa in particolare, come fu per Marx, la sua natura di filosofia della prassi capace di cambiare il mondo sub specie umana (senza contravvenire il determinismo naturale del quale fa parte a pieno titolo l' agire umano).
L' etica occupa lo spazio, grande o piccolo che sia, di libertà concessaci (sperabilmente) dai nostri rapporti personali e sociali e non da quella che l' evoluzione naturale non ci concede; di questo spazio intendo parlare. E di essa mi interessa in particolare, come fu per Marx, la sua natura di filosofia della prassi capace di cambiare il mondo sub specie umana (senza contravvenire il determinismo naturale del quale fa parte a pieno titolo l' agire umano).