Tutto molto bello, manca solo l'olio di ricino.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 20:24:24 PM
Salve. Ho presentato nella sezione Filosofia il mio concetto di Psicofilosofia; ora mi sono trasferito in questa sezione, ma se volete, andate a contribuire anche a quel dibattito.
In breve la Psicofilosofia vuole essere una nuovo spazio di argomentazione comprendente tra l'altro Religioni, Morale e Psicologia, che si occupa del tentativo dell'uomo di raggiungere il livello più elevato del proprio pensiero, l'Anima.
Il tentativo deve essere valutato come razionale, ma il modo di esprimerla non deve essere il linguaggio usato da ciò che oggi si definisce Filosofia, che ha l'atteggiamento di trattare la spiritualità analogamente e con lo stesso linguaggio che usa con la materialità.
Dato che si occupa di finalità e principi, di capire la direzione da prendere, le teorie psicofilosofiche sono normative, esortative, non descrittive.
Dicono cioè quello che DEVE essere, non quello che E'. Sono delle ideologie, insomma.
Io ho maturato una mia teoria e la vorrei esprimere: l'ho chiamata Teoria dell'Errore.
Il principio fondamentale è la ricerca della Perfezione. L'idea è che la Perfezione esista, è possibile, in antagonismo con altre teorie psicofilosofiche (ad esempio il Cristianesimo), per le quali è irraggiungibile, non esiste.
Per raggiungerla, la strada è semplice: si parte dal nulla. Nel nulla non c'è notoriamente nulla, quindi non c'è l'errore, quindi è perfetto (così ho anche dimostrato anche che la perfezione esiste!).
Poi che si fa? Si procede, stando attenti a non sbagliare, che per la mente significa non far sorgere in noi schemi di pensiero complessi o paure immotivate. Lo strumento al nostro fianco è la semplicità, essa è il nostro principio-guida.
Seguendo questa strada, ci imbatteremo con molti nemici: tra i più importanti, l'accoppiata Bene-Male, ai lati della strada. In quell'occasione, mangiate pure la mela un po' ammaccata lì per terra un po' sofferente e proseguite senza farvi distrarre, anche se si impegnano infinitamente.
E così fate se vedete altre coppie dualistiche ingannatrici: la strada è giusta, lo era all'inizio, semplicemente continua ad esserlo. Questo è il Monismo, perchè la strada giusta è una.
La TdE propone la Spiritualità, consistente nell'elevazione della propria coscienza fino al livello massimo, dell'Anima. Per raggiungerla serve la socialità (1 non va bene), ma bisogna rifuggire dalla dispersione, dal pluralismo (n non va bene). La conseguenza è che il numero perfetto è 2, consistente nella coppia eterosessuale (l'altro dev'essere dell'altro sesso per questioni di completezza).
Quanto dico è facilmente spiegabile con semplici ragionamenti psicofilosofici basati sulla valutazione della natura umana, che rappresenta un dato di fatto, e l'atteggiamento perfetto è limitarsi ad ammetterlo.
Un posto importante è quindi dato dalla Famiglia, a cui corrisponde la simbologia 0123: si parte come sempre dal nulla (0), poi si matura (1), poi si cerca un compagno/a, ci si sposa (2) e eventualmente si estende la famiglia (3+).
Non ci sono eccezioni.
A differenza di molte altre psicofilosofie, la TdE non condanna o reprime la passionalità, non vedendola in antagonismo con la ragione. La seconda è ovvio elemento di perfezione, ma anche la prima lo è: perchè è parte della natura umana, dà significato e motiva l'umano, lo completa. E la completezza è anch'essa perfezione.
Riguardo la condizione della donna, la TdE propone l'elemento di dominazione (limitata) del maschio sulla femmina, a seguito della natura fisiologica della specie umana, ma al tempo stesso la eleva al massimo livello di importanza nel suo ruolo di cocostruttrice dell'Anima e della Fede nell'ambito dell'unione della coppia, matrimoniale.
Posizione rispetto ad alcune altre psicofilosofie che conosco (limitatamente):
Cristianesimo - E' imperfetta in ogni suo elemento, ha l'imperfezione come fondamento. Fa eccezione per l'eresia di un Uomo-Dio, condanna la completezza dell'umano e la sua passionalità, esalta un dualismo (il Bene (l'amore) e il Male (la sofferenza)), fa eccezioni evidenti sul percorso di vita familiare che per me è unico per tutti.
Islam - La lodo in quanto, con una sua visione ampia, tralasciando i dettagli, la vedo finalizzata (basandomi sull'evidenza storica di quando si è formata) a contrastare il Cristianesimo, soprattutto la sua eresia di un Uomo-Dio e vedo il suo rivolgersi all'unico Dio come elemento di Assoluto, perfezione. La critico un po' per l'eccessiva politicizzazione, e qualche elemento nazionalistico e razzistico, tutte cose poco spirituali.
Buddismo Zen - La lodo in quanto ripercorre molto la strada che ho descritto prima. La critico un po' perchè mi sembra troppo focalizzata sull'evitare il problema del disequilibrio psichico, e per questo tende a rifiutare lo sforzo di comprensione filosofica e spirituale, mentre per me il caos psichico si può superare affrontandolo.
Spero vi affascini!
Citazione di: giona2068 il 25 Giugno 2017, 17:47:03 PM
Maestro di spiritualità?
L'albero si riconosce dai frutti!
Se Cannata fosse un maestro di spiritualità - luce del mondo e sale della terra - non scriverebbe tanti sermoni ai quali non crede neanche lui. Il maestro di spiritualità, donna o uomo che sia, è ricercato ed anche calunniato perché è la luce che infastidisce le tenebre,
parla di ciò che vive e vive di ciò che parla e il suo vivere in Pace è il segno che è veritiero
In maestro di spiritualità non cerca di convincere altri della sua "professione" e non la scrive sul profilo.
Il maestro di spiritualità è il Santo Vangelo Vivente e non cerca visibilità perché le sue opere parlano, non ha bisogno di visibilità.
Il maestro di spiritualità non parla delle sue idee, il Signore Dio parla nella sua bocca e per questo è sapiente intelligente ed ha sempre la giusta risposta. Non è sapiente perché lui lo e ma perché il suo Spirito è Spirito di Sapienza.
Chi si da da solo il titolo di guida spirituale nel contempo dichiara di essere sapiente , ma non lo è, è un lupo vestito di agnello che inganna innanzitutto se stesso perché gli ingannatori fanno una brutta fine.
La guida spirituale non può dichiarare di essere ateo perché il Signore è in lui non rinnega se stesso.