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Messaggi - HollyFabius

#16
Citazione di: Apeiron il 23 Maggio 2017, 09:17:04 AM
Sono d'accordo con te che è giusto fare una gerarchia dell'arte. Se era questo che intendevi perdonami l'equivoco. Avevo capito che tu "dividessi" l'arte da ciò che non è arte, ossia vedessi le cose in bianco e i nero. Fatta questa premessa in linea generale sono d'accordo con te. Sulla motivazione: sì se di nuovo la pensi in campo etico non basta "voler fare il bravo" se non ci metti nemmeno l'impegno e non basta l'impegno per essere "bravo" ;)

Beh la divisione tra Arte e non arte è in fondo una conseguenza della gerarchia. Dire che non tutte le manifestazioni, che nelle intenzioni sono artistiche, sono arte, implica proprio la creazione di un confine intellettuale, tra ciò che ha senso identificare come arte, e ciò che non è degno di ambire a questo.
Poi ovviamente questo confine è mobile, è soggetto a confronto, soggetto a differenze nelle culture, nelle varie epoche, ecc. ecc.
Certamente si può condividere che l'Arte parte dall'uomo, che l'arte è espressione dello spirito individuale. Si può discernere se l'Arte sia ancora ricerca del bello (estetica) o abbia sfondato (e perché) questo confine e si sia avventurato nella ricerca del messaggio. Però alla fine se esiste una storia dell'Arte e se in questa vanno collocate le espressioni artistiche, ve ne saranno di iconiche, di esemplificative di un'epoca e di un sentimento e con questo di arricchenti per la storia complessiva e ve ne saranno di inutili (in genere perché già viste). Queste ultime vanno escluse intellettualmente da ciò che è arte, pena la banalizzazione della storia dell'arte nel suo complesso.
Per fare un esempio veramente terra terra, si può giocare a calcio all'oratorio, si può giocare a calcio nel cortile, puoi giocare in una squadra organizzata in infima categoria, puoi farlo tra i professionisti, puoi farlo in nazionale, puoi farlo nei circuiti internazionali. Sempre ti puoi sentire un calciatore, certo se rimarrà qualcosa nella memoria collettiva non saranno i gol fatti nel portone della zia.
#17
Citazione di: Phil il 22 Maggio 2017, 22:31:24 PMConcordo con l'ultima frase, tuttavia mentre in campo tecnologico è proprio il criterio dell'utile che consente di soppesare il valore della novità, in campo artistico invece (essendo "fuorigioco" l'utilità ed essendo la bellezza soggettiva per definizione) valutare la portata artistica dell'originalità è sempre un giudizio insidioso...
Certo e a questo occorre aggiungere che l'Arte si è 'liberata' del vincolo forte di ricerca del bello.
Citazione di: Phil il 22 Maggio 2017, 22:31:24 PM
Ad esempio, il già citato "sterco di autore" mi ha fatto tornare in mente l'"aria di Napoli", molto simile per dissacrante e sarcastico senso allusivo... l'"aria partenopea" è stata ideata ben prima (stando alle fonti, circa 1946 da Gennaro Ciaravolo) dell'opera di Manzoni (1961), ma forse non è stata ritenuta arte perché le confezioni non sono a "tiratura limitata", oppure perché non è stato ideato un evento pubblico di presentazione ufficiale, che consentisse ai critici di confrontarsi sull'opera? Ai posteri l'ardua sentenza  ;)

Oppure l'altra opera d'arte (considerata tale, se non erro) "the great wall of vaginas" (Jamie McCartney, 2008) che mi ha fatto tornare in mente una scena del film (si, all'epoca guardavo ancora la tv  ;D ) "il conte Max" (1991), in cui, se non sbaglio, la stessa idea era declinata al maschile, ma si era ben lontani dal parlare di opera d'arte...

Sembra quindi che talvolta conti davvero più la firma che l'originalità dell'idea, più il contesto "settoriale" in cui viene proposta una sedicente opera artistica piuttosto che il senso a cui essa allude... non voglio dire che oggi l'arte la fa soprattutto l'approvazione dei critici (con i contesti e requisiti dovuti), ma forse c'è un certo sbilanciamento, un certo "complesso dell'originalità" che sta demolendo i confini dell'arte, semmai ne abbia avuti di definiti(vi), che la rende ancora più indefinibile e arbitraria (vedi ad esempio Milo Moire e la sua "Plop egg"... e avviso che quel "vedi" potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno/a  :o ).
Inoltre, con il tempo, secondo me, ci si anestetizza all'originalità fine a stessa, al netto di tutti i significati reconditi che le si possano affibbiare (per questo parlo di "Rorschach")... e allora che ne è dell'arte? Sta tutta nell'esaltazione del simbolico, dell'interpretazione e dell'eclatante? Intendiamoci, se così fosse, niente di male  :)
Tutto ciò è verissimo. L'Arte contemporanea è connessa a doppio filo con il tema del 'riconoscimento', ovvero con una relazione spesso perversa con l'ambiente che governa (in fondo) il mercato dell'Arte. Occorre però considerare che i veri valori artistici emergono dopo almeno un secolo, quando si guarda al passato e si cerca di comprendere in una lettura storica ciò che è stato significativo da ciò che è stato semplicemente insignificante.
E' difficile oggi orientarsi in questo mondo senza farsi influenzare dai meccanismi ambientali.
Le idee poi sono facilmente condivise e nascono in posti e luoghi anche lontani per ragioni diverse, spostandosi l'arte verso una valorizzazione delle idee, rispetto ad una semplice ricerca estetica precedente, sono possibili fenomeni di 'emersione' non del primo autore rappresentativo di un'idea bensì di quello meglio 'equipaggiato' e sostenuto dall'ambiente.
#18
Citazione di: Apeiron il 22 Maggio 2017, 09:27:06 AM
Accolgo la tua obiezione. Forse il mio problema è che la mia concezione di "arte" non è più "arte". Forse il vero problema è che non si può davvero definire arte, nel senso che di norma diamo nome a molte cose come "arte" a cose che hanno solo qualcosa in comune. Forse è come dare lo stesso nome a persone appartenenti alla stessa famiglia "dimenticandosi" della differenza individuale. In ogni caso quello che volevo dire io è che anche la manutenzione della motocicletta (immagine presa da "Lo Zen e l'Arte della Manutenzione della Motocicletta"), la costruzione di una casa, il disegno di un software possono essere considerate arte. Forse il problema è che ormai la parola "arte" è stata "ab-usata" e ora non riusciamo più a definirla.

Certo non esiste una definizione chiara e condivisa di arte. Però le pratiche artigianali non sono, nella cultura occidentale, Arte in senso elevato. Se vuoi possiamo parlare di arti minori. Nel '900 è avvenuto lo spostamento del focus dell'Arte dall'estetica (dalla ricerca del bello in senso stretto) al linguaggio (alla ricerca del bello nel messaggio). Questo spostamento è coinciso con un diverso atteggiamento dell'uomo occidentale con la realtà spirituale. E' certo un discorso lungo e complesso. Però il punto sul quale voglio insistere è che se non diamo importanza alla identità nell'arte (alla singolarità espressiva) nella sostanza togliamo ogni valore alla storia dell'arte. Parlando di cubismo noi pensiamo a Braque e Picasso e parlando di Braque e Picasso pensiamo al cubismo. Poi ci concentriamo sul senso e le intenzione del cubismo e lo collochiamo all'interno della storia dell'arte per questo e quel motivo (non è qui importante). Certo analizzeremo il Picasso (o il Braque) pre-cubista per comprendere la sua strada, il suo percorso, ecc. ecc..
La cosa importante da comprendere è che 'prima' del cubismo le idee del cubismo non erano pienamente esplicite e dopo il cubismo sono diventate realtà e patrimonio comune.
Questo significa identità e originalità, arricchimento della storia dell'arte. Che oggi un artista si metta a fare dipinti cubisti è possibile ma non ha un valore per la storia dell'arte, può essere un esercizio accademico, tecnico, o se vogliamo una produzione di taglio artigianale.
Tutto oggi è più complicato e le ragioni sono molte, potremmo parlarne per mesi.

Citazione di: Apeiron il 22 Maggio 2017, 09:27:06 AM
Per spiegare quanto dicevo prima, pensa all'etica. Io posso ad esempio "non rubare" perch lo dice la legge ma posso "non rubare" perchè sento che è sbagliato. Allo stesso modo io posso fare un bellissimo quadro prenendo spunto da uno di Michelangelo ma senza voler dare un senso all'opera e controvoglia (e magari mi riesce bene perchè ho talento e lo faccio perchè mi hanno costretto), viceversa posso fare un quadro mediocre ricco di significati che magari esistono solo nella mia mente e lo faccio con passione. Ritengo il primo caso una sorta di "lavoro mercenario" mentre il secondo mi sembra più "artistico". Chiaro che magari non piacerà a nessuno, non farà successo, verrà deriso da tutti e nessuno lo considera "arte". E magari il primo i critici vedranno più significati di quelli che ci sono.
Le intenzioni e motivazioni dell'artista sono effettivamente importanti e sono un altro aspetto dell'arte da considerare, anche in questo caso se ne potrebbe parlare per mesi. Certo è che esistono aspetti obiettivamente analizzabili dall'esterno e altri (soggettivi) di più difficile lettura e comprensione. Non bastano però le motivazioni personali per realizzare opere di valore e senso generale.
#19
Citazione di: Apeiron il 22 Maggio 2017, 00:16:29 AMOk però il "non andare lontano" vuol dire "non avere successo"? Se è sì allora l'arte diventa relativa. E si banalizza. D'altro canto se è soggettiva si banalizza ancora. A mio giudizio lo "studio dell'arte" non esiste e non ha senso perchè non si può imporre che qualcosa non sia "arte". Altrimenti l'arte diventa soggetta ad una "legge". Allo stesso modo se io sono benevolo perchè seguo la legge non sono affatto benevolo (se ad esempio non rubo solo perchè se lo faccio rischio la galera...). Viceversa se mi trasformo interiormente non mi verrà proprio l'istinto di rubare. Idem per l'arte: non è un fenomeno esteriore ma interiore. Studiare le opere d'arte deve cambiare me nel profono! Così come praticare ad esempio il buddismo deve cambiarmi nel profondo. La mia "strana" posizione sull'arte deriva dal fatto che a mio giudizio l'arte è un aspetto della vita interiore, come la spiritualità. Non è esteriore come il lavoro ecc.


Tu parti dal pregiudizio che non si possa imporre che qualcosa non sia "arte". Da questo pregiudizio però deriva che qualunque cosa può essere arte. Peraltro questo stesso pregiudizio nel tuo discorso sembra una "legge". E' evidente che così non si arriva da nessuna parte.
#20
Citazione di: Phil il 20 Maggio 2017, 23:38:31 PM
Citazione di: HollyFabius il 20 Maggio 2017, 19:03:11 PM
In ogni caso però, sia nell'era precedente che in quella contemporanea l'arricchimento globale delle forme d'arte implica l'importanza dell'originalità
Questa "(s)mania dell'originalità" quanto ha inciso sullo statuto dell'arte? Non si sta forse assistendo ad una fase in cui l'importanza dell'originalità e il suo abuso (il voler essere originali spinge sempre più verso una sperimentazione che spesso aliena il fine dal mezzo) vanno a discapito della fruibilità dell'arte, che non è più appannaggio di pochi competenti con solida formazione (che possono mediarne il senso e il valore alla massa di appassionati), ma diventa quasi un oracolo dagli esiti sibillini, la cui sacralità richiede più fede (nell'autorità "competente") che senso estetico?
Citazione di: cvc il 21 Maggio 2017, 09:45:31 AM
Concordo con Phil, l'esasperazione dell'originalità porta all'assenza di qualsiasi canone all'infuori di quello rappresentato dall'uscita egli schemi fine a se stessa, senza un motivo che la giustifichi. E a me ciò pare piuttosto stupido.

Non fatevi trarre in inganno. L'originalità che deve essere presente nell'opera d'arte è quella caratteristica che arricchisce la storia complessiva dell'arte ma non può essere l'unico tratto distintivo dell'opera. Se in un manufatto esiste solo originalità vengono a mancare i presupposti per porta all'interno di una qualsivoglia "storia". Per fare un paragone comprensibile pensate al progresso scientifico. E' chiaro che ogni "cosa", o "tecnologia" nuova inventata possiede qualche elemento di originalità, altrimenti non sarebbe una "evoluzione" rispetto al passato ma una semplice riproposizione di qualcosa di già esistente. Però non tutto ciò che viene inventato sarà utile e degno di far parte del progresso tecnologico. Se invento la macchina per far sbadigliare i gatti probabilmente non avrà un grande futuro. Similmente in Arte esiste una originalità degenere che viene spesso sbandierata ma che non porta ad un reale accrescimento della Storia dell'Arte complessiva ed esiste una originalità 'sana' che comporta una aggiunta di contenuti.
#21
Citazione di: Jean il 20 Maggio 2017, 11:18:32 AM
"Tung-kuo-Tzu interrogò Chaung-tzu dicendo: "Quel che viene detto Tao dove sta?"..."Sta negli escrementi" Tung-kuo-Tzu non disse altro" (Chaung-Tzu/Zhaungzi capitolo 22).


Merda d'artista – Piero Manzoni (wiki)

La citazione della merda di Manzoni è il caso più eclatante di interrogazione sulla validità dell'arte contemporanea.
E' difficile comprendere come si possa produrre arte contemporanea di una qualche validità quando ci si confronta con la merda.
Prima dell'era contemporanea l'arte implicava l'estetica, non vi era possibilità di condividere arte senza veicolare elementi estetici.
Nell'era contemporanea l'arte implica solo il messaggio, con o senza estetica: ecco perché sono possibili forme di rappresentazione quali quella di Manzoni il cui messaggio è chiarissimo. In ogni caso però, sia nell'era precedente che in quella contemporanea l'arricchimento globale delle forme d'arte implica l'importanza dell'originalità e necessita della natura umana nella produzione, prima del manufatto estetico oggi del messaggio artistico.
#22
Citazione di: Apeiron il 20 Maggio 2017, 09:51:39 AMUna cosa è vivere l'arte un'altra cosa è definire l'arte secondo criteri diversi dal "vissuto". Se io faccio una cosa senza metterci passione, la faccio in modo apatico, senza voglia, senza dare significato a ciò che sto facendo ecc allora sì non sto facendo un'opera d'arte perchè quello che sto facendo non ha senso e nemmeno vuole fare in modo che un altro lo percepisca. Viceversa se io faccio una cosa con passione, cerco di dare un senso a quello che faccio ecc allora sto facendo un'opera d'arte che potrà non essere riconosciuta. Inoltre poi c'è anche la percezione dell'arte: io posso chiudermi gli occhi, tapparmi le orecchie ecc e non voler vedere il "senso" di quello che sto vedendo. E allo stesso tempo posso invece cercare di vedere il senso ecc. Se tu mi fai un altro taglio su tela e lo fai intenzionalmente prima di dare un giudizio voglio capire perchè lo hai fatto, cosa volevi rappresentare ecc. Come vedi è molto soggettivo.
Vivere l'arte non significa che ogni cosa che vivi sia arte. Puoi metterci anche una grande passione a fare qualcosa ma se manca il talento non vai lontano. E anche se hai talento ma non hai conoscenza dell'arte del passato non vai lontano. O banalizziamo l'arte e le togliamo qualunque validità e importanza o la collochiamo in una qualche posizione dove possa fornire forme iconiche o  messaggio significante. E lì non basta la predisposizione d'animo, occorre anche qualcosa che arricchisca la comunità culturale.
#23
Citazione di: acquario69 il 17 Maggio 2017, 07:32:56 AM
secondo me se una persona che sente forte il bisogno di cimentarsi in qualche opera artistica per cui ne e' irresistibilmente attratto,e spende il suo tempo e il suo "lavoro" con gioia e dedizione non gli passa nemmeno per la testa di avere un qualsiasi interesse o riconoscimento e non sta li a chiedersi se quello che ne viene fuori sia fatto bene o male o che verra giudicato tale dagli altri.
Potra piacere o non potrà piacere non credo che questo sia il punto...l'artista vuole solo immergersi totalmente in quello che fa,la sua creazione e' il risultato della sua contemplazione, della sua visione del mondo che gli viene di trasferirla all'esterno tramite la sua opera,di tutto il resto non gliene può fregare niente..a mio avviso l'autentico artista e' uno spirito libero e non gli tocca minimamente alcun tipo di convenzione.

Chi si adopera al contrario e' un mercenario
mmm, quindi Leonardo era un mercenario, Picasso era un mercenario, Fontana era un mercenario, ecc. ecc.
Persino Ligabue era un mercenario, visto che contrariamente a quanto si pensa non è morto povero.

L'Arte assume valore quando entra a far parte del patrimonio comune, se rimane confinata all'interno dello spirito individuale perde la sua forza di messaggio, di linguaggio. Non confondiamo l'Arte con il mercato che è funzionale alla prima ma che è indispensabile per la sua sopravvivenza. Un artista sconosciuto non è un artista è uno sconosciuto. Ma qui il discorso era un altro, era se bisogna considerare arte qualunque cosa che venga proposta o se bisogna riflettere e filtrare qualcosa e dare giudizi di valore o meno, e questo senza considerare gli elementi marcato, successo, danaro.
#24
Citazione di: Sariputra il 17 Maggio 2017, 00:19:06 AM
E comunque mi sono solamente sentito di difendere un ragazzo che si è presentato dicendo che 'sta imparando' e che si è meritato un giudizio che ho trovato inutilmente sprezzante...

Il mio commento non era sprezzante, per imparare una persona deve confrontarsi con il meglio, non con il peggio. E' meglio essere sinceri e condividere le proprie serie impressioni che avere un atteggiamento ipocrita e spendersi in complimenti senza motivo.
#25
Citazione di: Sariputra il 17 Maggio 2017, 00:19:06 AM
Non sembravano molto delle sciocchezze , a mio padre, scultore ormai novantennee che ha esposto ancora l'anno scorso in estate, quando , cercando commissioni in qualche fondazione, o in qualche banca, gli veniva fatto chiaramente capire ("io vorrei, ma sa...ho pressioni dall'alto per...) che non era affatto una questione di talento, ma solamente di raccomandazione, politica , lobbystica, ecc.
Conosco quel mondo dall'interno, così bene purtroppo, che ormai son più di dieci anni che non vado nemmeno a visitare una mostra "importante", talmente mi ha disgustato...

Anche mio padre era un artista lontano dal mondo che conta, morto sconosciuto e dimenticato.
Bene, oggi a 3 anni dalla sua scomparsa ci sono state numerose relazioni su di lui in convegni e conferenze internazionali (Cesmar Politecnico di Milano, Gruppo Colore Politecnico di Torino, Stato dell'Arte Accademia di Belle Arti de l'Aquila, Risonanze Luminose Accademia di Brera, CaRE! Conservation and REstoration Conference Varsavia) .
Un evento a lui dedicato è attualmente presente in Regione Lombardia e un evento in accademia di Brera ha, la scorsa settimana aperto un velo su di lui, con due interventi di docenti universitari che riguardavano il suo lavoro.
Conosco quindi anch'io lo stesso mondo e ne conosco le perversioni, nondimeno le operazioni chi io porto avanti di divulgazione della sua opera interessano gli ambienti accademici.
Questo perché ho delle idee abbastanza chiare su cosa sia Arte e cosa non lo sia.
#26
Citazione di: Sariputra il 16 Maggio 2017, 18:51:24 PM
Ma tu, Hollyfabuis, stai parlando del "riconoscimento" da parte della casta dei critici d'arte, che dispensa a suo insindacabile giudizio la 'patente' di artista. Gente che non sa nemmeno tenere in mano un pennello e per questo si è votata alla critica.
Io sto parlando del soggetto che opera con creatività personale e al quale servono poche cose per esprimerla e che non mi sembra si sia definito pomposamente "un artista". Tutt'altro, si è proposto con grande umiltà. Il confine tra arte e artigianato è così labile e indefinibile che verrebbe giusto da chiedersi perchè esiste questa separazione netta ( ah, già...sempre per insindacabile giudizio della casta dei critici, ovviamente...). ;D  Lo sappiamo bene che artisti lo si diventa solo per lecchinaggio alla critica o al movimento politico/  sociale di turno...

Tante sciocchezze non meritano neppure un commento.
#27
Citazione di: Apeiron il 13 Maggio 2017, 18:38:35 PM
Concordo con Sariputra, se ho capito cosa intende  ;)

L'Arte per me è una disposizione dell'animo (o "anima" o "spirito" come volete chiamarlo). Per questo motivo tutto ciò che può suscitare il senso del bello o del sublime è "Arte". Cercare di definirla mi sembra voler limitare anche la propria libertà di sperimentare e apprezzare il bello e il sublime. Se decido "a priori" ad esempio che l'Impressionismo non è arte non apprezzerò nulla delle corrente artistica. Magari se non decido "a priori" cosa è Arte, finisco per apprezzare meglio le cose.

Decidere cosa è arte mi pare una volontà di "dominio" dell'io, che si ritorce alla lunga contro l'io stesso.

Questo mi pare un discorso interessante.
Però occorre anche sapere che l'estetica (il senso del bello) non è necessariamente il confine dell'Arte e quindi la tua "disposizione" in realtà lascia fuori dall'Arte molta parte dell'Arte Contemporanea, ovvero tutta quella che ha voluto (o tentato) di allontanarsi dalla pura estetica.
La definizione di Arte cambia nel tempo, cambia nei luoghi, cambia, per ironia della sorte, per definizione.
Esistono però dei semplici criteri per orientarsi nel giudizio (non per includere o escludere qualcosa).
Se io mi metto a fare dei tagli su una tela non divento un mito dell'Arte Contemporanea al pari di Fontana, se mi metto a bruciare delle tele non divento importante come un Burri. Se realizzo qualcosa di già esistente, di già pensato e sviluppato da altri non entro a far parte dell'Arte che ha senso ricordare. Mi pare semplice e lontano da qualsiasi pregiudizio, se ha senso avere una 'Storia' dell'Arte questa si fonda sulla originalità, sulla riconoscibilità, sulla iconicità degli autori che questa storia costruiscono. Il resto va dimenticato. Mi manca ora il tempo di approfondire ma forse alcune cose si chiariscono con qualche semplice riflessione su questi spunti.
#28
Citazione di: Sariputra il 13 Maggio 2017, 16:50:50 PM
Citazione di: HollyFabius il 13 Maggio 2017, 16:35:21 PMSimpatico esercizio tecnico, ma queste cose non sono Arte.

Tipica presunzione concettuale di definire cos'è effettivamente l'Arte. Ci sono dei colori, dei pennelli, un uomo e un supporto cos'altro serve?
Non è affatto presunzione e nessuno si senta offeso. Però esistono dei limiti a ciò che si deve chiamare Arte, altrimenti siamo tutti Artisti. Basta forse scrivere alcune righe per definirsi poeti? Basta recitare un paio di volte nel teatrino dell'oratorio per definirsi attori?
Il primo confine forte è tra Arte e Artigianato, vi siete mai chiesti quali siano le differenze tra i due termini e perché ha senso che ne esistano due?
Qualunque definizione sensata si voglia dare al concetto di Arte, questa si deve nutrire almeno di una qualche forma di originalità, di una qualche forma di pensiero caratteristico dell'autore o della corrente che lo distingua dalle altre persone. E non parlo dell'Arte che rappresenta un tempo storico e che rimane come memoria per i posteri, parlo dell'Arte che semplicemente vuole rappresentare una identità, una ricerca di un qualche tipo e che arricchisca un minimo l'Arte nel suo complesso.
Non si parla di Arte e Artista neppure di chi, uscito dall'accademia, sappia realizzare delle opere di notevole qualità. Però non voglio fare lunghe disquisizioni ma faccio notare che se qualunque forma espressiva banale viene riconosciuta come Arte stiamo togliendo di importanza all'Arte stessa, stiamo banalizzando l'Arte.
#29
Simpatico esercizio tecnico, ma queste cose non sono Arte.
#30
Citazione di: paul11 il 05 Aprile 2017, 11:12:10 AM

Ma cos'è la bellezza oggi?
può essere anche una bella formulazione scientifica  teorica, un'equazione matematica?
Un arte concettuale può ancora ritenersi "bello?.

Penso che le forme siano fondamentalmente  simili  fra arte e scienza.
In fondo la musica è sequenza temporale, suddivisa in frazioni di durata di una nota o di più note.C'è anche matematica.
La poesia è comunque sintassi e semantica, ha una sua ritmica
Certo, l'arte si espande oltre la forma, non si fa imprigionare.

Il problema è che sia arte che scienza oggi non sono più "canonici"

Ma a questo punto quale è il confine fra scienza e pseudo scienza e fra arte e se mi è consentito, pseudo arte?


Hai centrato la questione.
Nell'Arte contemporanea non vi è più una definizione di bello coerente con la tradizione. Il punto di arrivo è probabilmente evidente nell'arte concettuale, dove è espressamente stata eliminata la ricerca estetica. In questa espressione artistica la ricerca si concentra nel momento di creazione del messaggio, e questa ricerca viene realizzata senza le caratteristiche tipiche dell'estetica di un'opera d'arte.
Viene eliminata la materialità dell'oggetto, la specificità del mezzo usato nella realizzazione, persino la visualità dell'opera viene ritenuta non indispensabile, infine il messaggio artistico viene reso autonomo dall'artista stesso che lo crea.
In realtà io credo che si sia semplicemente spostato la questione del fondamento della ricerca estetica, del bello da una evidenza fenomenica immediata ai sensi (visivo, sonoro, emotivo) ad una evidenza mediata dall'intelletto.
Come hai osservato sopra il punto di contatto è dato dal ritenere che il linguaggio sia in sè  per sè sia episteme, verità.
Oggi mi auguro che si possa puntare ad un chiarimento definitivo delle posizioni post concettuali rimaste in modo pervasivo in molta arte contemporanea. Questo chiarimento dovrà permettere una separazione tra le Arti più preciso di quello attuale, in condizione di ridare forza propulsiva all'idea stessa di fare arte visiva.

La differenza tra l'Arte e la Scienza va ricercata nelle motivazioni che guidano il diverso atteggiamento dell'essere Artista dall'essere Scienziato.
Lo scienziato persegue una comprensione della realtà tramite modelli allo scopo di descrivere il comportamento della stessa, solo così potrà operare per operare una previsione degli accadimenti fenomenici; questa previsione ha lo scopo ultimo del controllo della realtà fattiva (del suo dominio).
Il processo è: osservo la realtà, ne descrivo il comportamento, generalizzo questa descrizione e poi la uso per prevedere cosa succederà nel futuro, migliorando via via la capacità di controllo sugli accadementi.
L'artista approccia direttamente alla realtà, non la descrive tramite modelli.
Il processo è: creo nuova realtà (segnica, di linguaggio), la condivido con altre persone, amplio il corpus generale del linguaggio di nuove potenzialità espressive.
Se vogliamo, nell'artista, vi è una componente di superbia, l'atto creativo diretto con una volontà di appropriazione diretta della realtà (creo la realtà non comprendo la realtà e poi la domino).
Torno al bello.
Lo scienziato persegue il bello come rappresentazione del vero (episteme), l'artista propone la sua realtà come bello (cerca di imporre la sua idea di bellezza).