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Messaggi - Koba

#151
La religione cristiana non vuole spiegare come funziona il mondo, come funziona la realtà.
Vuole spiegare che cos'è Dio.
Non vuole dimostrare che ciò che è sovrannaturale, tutto ciò che l'uomo ingenuo pensa sia il sovrannaturale, quindi l'onnipotenza etc., appartiene a un certo Dio, quello del popolo di Israele.
Ma chiede di cancellare tutti i propri pregiudizi su ciò che sarebbe il divino, cosicché poi nella vicenda di Gesù si possa dire: ah, è questo dunque ciò che si intende per divino? Questo spirito, questo modo di vivere e di amare!
Ovviamente non è detto che ciò che viene mostrato piaccia.
Tutto qua. In fondo si potrebbe dire che la faccenda riguarda essenzialmente il dolore, il vuoto, la paura. L'ingenuo pensa che queste cose si possano superare con una teoria. Ma no, purtroppo no, non è fantasticando su un Dio onnipotente che ci si salva. È solo con un certo modo di vivere che ci si trascina piano piano fuori dalla fossa, dall'inferno.
#152
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Ignoranza
22 Dicembre 2024, 10:07:01 AM
Per quanto riguarda il fallimento della scuola, cioè il fatto che negli ultimi 40-50 anni almeno si assiste ad una diminuzione graduale delle performance degli alunni, una diminuzione che a quanto pare riguarda anche i risultati dei test di intelligenza, in tutto l'Occidente, non solo in Italia, anche nei paesi Scandinavi presi di solito come esempio, ebbene, su questo inquietante fenomeno io mi sono dato questa risposta: il sistema produttivo ha sempre meno bisogno di persone preparate all'analisi e alla soluzione di problemi complessi, cosa destinata ad aumentare ulteriormente con l'introduzione, in tutti i settori, dei sistemi di intelligenza artificiale capaci di fornire un'assistenza efficace nelle normali attività lavorative.
Un solo esempio: nell'informatica come è cambiata in un paio di decenni l'attività della programmazione, dalla scrittura riga per riga in editor minimalisti, che presupponeva una formazione seria su algoritmi e linguaggi, a composizioni super assistite in piattaforme sofisticate.
Per cui la scuola, nella sua decadenza, rispecchia i bisogni del mondo produttivo.
La scuola è sempre stata soggetta alle esigenze della politica. Ci sono stati periodi e luoghi in cui doveva essere strumento di indottrinamento. Altri in cui, all'opposto, esprimeva il fine di costruire cittadini tolleranti e liberi. Negli ultimi anni ha forse dominato l'idea che dovesse formare alle professioni.
Ora, nel pieno della crisi dell'Occidente, per poter decidere quale sia il suo fine, bisognerebbe prima avere un'idea almeno generale di quale possa essere il futuro della nostra civiltà.
È pura retorica asserire semplicemente che deve avere l'obbiettivo di formare la capacità critica dei ragazzi. Perché se le cose non cambiano, se la nostra società dovesse perseguire in questo andazzo di smobilitazione generale, allora la priorità non potrà che essere l'apprendimento di tecniche per la pura e semplice sopravvivenza (cioè essere pronti ad emigrare da un stato all'altro etc.).
#153
Citazione di: green demetr il 18 Dicembre 2024, 20:16:02 PMUn altro non sequitur. Uno dei tanti.
Non ho nè tempo nè voglia di stare lì a discutere punto per punto su qualcosa.
A che serve? Tanto vale: uno sfogo vale l'altro.
Dietro c'è tutto l'apparato politico.
Se poi sei uno dei tanti che ritiene Adorno superato.
Io non so che farci.
Non sappiamo nemmeno tenerci ai fatti.
La battaglia del mio maesro è chiara.
Tornare ai fatti.
Poi l'intellettualità una volta che si dimostri onesta intellettualmente, potrà parlare.
Ma più passa il tempo, più le cose peggiorano.
La Turchia con l'assenso/consenso dell'Europa ha messo su un terrorista al potere in Siria...c'è bisogno di dire veramente altro?
Stavo scherzando, era una battuta. La prossima volta utilizzerò delle faccine ridenti...
Comunque sì neanch'io ho voglia di star qua a discutere di uno sfogo o qualsiasi cosa fosse.
#154
Citazione di: Visechi il 18 Dicembre 2024, 21:47:40 PMConcordo pienamente! Non c'è alcuna necessità di fare una rivoluzione per assumere atteggiamenti totalmente responsabili verso sé stessi, verso gli altri e, soprattutto, verso la comunità. Non c'è neppure un'effettiva urgenza di cambiare i governi o l'organizzazione politica dell'unione europea per iniziare a creare un "nucleo di azione virtuosa", definiamolo così, che sappia proporsi come monito ed esempio fattivo e silente rispetto a chi ha l'inveterata abitudine di buttare la palla nell'altrui campo, pur di non sentirsi responsabile. Dovremo imparare a fare, non solo a dire. Imporci un'azione che prescinda dal seguito. I grandi rivoluzionari son spesso stati dei controcorrente che agivano in perfetta solitudine, spesso osteggiati dalle masse: gli esempi della storia sono straripanti e l'esempio più eclatante lo offrirebbero le narrazioni evangeliche. È già un atto rivoluzionario alzarsi in piedi a guardare avanti senza curarsi di quali e quanti siano i seguaci.  Si va avanti, si cammina e si costruisce, anche in solitudine. Rosa Park non ha atteso il sostegno del suo mondo per dar l'avvio ad una rivoluzione che ha cambiato il suo mondo; Ghandi, ai suoi esordi, non se lo filava nessuno, ed i britannici non erano minimamente preoccupati da quell'ometto. Ci vuole la forza dell'intimo convincimento circa la piena fondatezza delle proprie idea e del proprio sentimento per essere un Mandela, un Martin Luter King, anche in misura minore. La nostra epoca non esige eroi che sacrifichino la propria vita, ma solo uomini e donne che, nonostante tutto, riescano ancora oggi ad udire l'eco soffusa della propria capacità di immedesimarsi nel disgraziato di turno, ed, immedesimandosi, sappiano abbandonare la propria confort zone per intridere abiti e mani del fango in cui rotolano le esistenze degli 'scarti' di questo mondo. 
No! Davvero non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità ed il contratto sociale, cui giustamente fai cenno, esige l'impegno fattivo di ciascuno di noi, aborrendo, nel contempo, il lassismo, la sciatteria, la noncuranza ed il giustificazionismo dell'indifferenza. Il contratto sociale rigetta, ricusa ed odia l'indifferenza... tanto per fare il verso ad un mio carissimo corregionario.
Rosa Parks lottava per i diritti di una minoranza all'interno di una democrazia, che a esclusione di alcune minoranze, funzionava.
Ora, se tu pensi che il destino della civiltà occidentale sia difendere in eterno tutte le minoranze, una dopo l'altra, perché fatto questo, finalmente la democrazia e la giustizia sociale possono regnare indisturbate nella pace perpetua, mi sa che ti stai illudendo.
Infatti mentre eravamo impegnati a istituire i matrimoni fra persone dello stesso sesso, il terreno sotto i piedi ci è come scivolato via, cioè ci ritroviamo con i nostri sacrosanti diritti civili ma con delle nazioni amministrate in modo suicida da un'élite autorefenziale.
Questo accade in tutti i paesi occidentali.
Il problema quindi è serio, leggermente più serio della pulizia delle nostre strade.
#155
Citazione di: InVerno il 18 Dicembre 2024, 17:40:54 PMQuesta è la tua catastrofe intellettuale? Persino nelle dittature i cittadini sono responsabili dei loro governi perché in ultima analisi sono gli unici che possono cambiarli, votando o sparando. Il contrario è "difesa alla Norimberga" dove il cittadino "segue gli ordini"  irresponsabile delle conseguenze che producono. Non si può tirarsi fuori dal contratto sociale quando fa comodo, puoi cambiarlo con un altro, con un altro governo o spostandoti di paese, come molti migranti fanno. Se "i tromboni" insistono sul votare è si per conformismo, ma anche perché probabilmente hanno realizzato che non votare non significa lavarsi le mani di ciò che accade nel paese, ovvero che uno può non interessarsi di politica ma la politica si interesserà comunque di lui.

La tua invece piuttosto che una catastrofe intellettuale la descriverei come un crollo delle facoltà cognitive di base.
Il mio post, niente affatto originale, indicava nella crisi della democrazia, che non è solo la crisi di identità dei partiti che derivano dalla socialdemocrazia, ma qualcosa di più strutturale, la necessità di uscire dalla mentalità di seguire e premiare i bravi politici perché questa cosa sta solo prorogando la vita di un'élite che intanto, per singoli e a volte casuali interessi, sta distruggendo il futuro delle nazioni occidentali.
#156
Citazione di: green demetr il 17 Dicembre 2024, 20:00:43 PMA livello individuale è la stessa cosa.
Infatti si potrebbe benissimo fare i buonisti, e pensare che gli immigrati sono brava gente: peccato che non è così.
Questa gente viene da culture antidemocratiche e profondamente sessiste.
Come diceva Berlumponi sono rimasti al medioevo.
Quando tu li aiuti, ti sfruttano, ti dissanguano,se ne approfittano.
E quando cerchi l'aiuto dell'uomo bianco a rinsavire il buon selvaggio, trovi lo stesso mentecatto ragionamento da borghese superficiale, ridicolo e automatico.
Tant'è che è impossibile mettere i cocci insieme.
Di solito viene fuori quella melassa indigesta di bugie, tutta suffragata da ingenti investimenti di soldi ai capetti delle onlus e merda varia.
La gerarchia umana è sempre valida, dai piani alti dei colletti bianchi, alle fogne dei pezzenti.
Chi mette i cocci insieme, basta studiare un pò la storia, è il capitalismo.
Il capitalismo se ne sbatte della morale, e attua una importante de-umanizzazione del soggetto cripto-religioso bianco, e quello spudoratamente terrorista macellaio del selvaggio.
Per lui (il capitalismo) tutto serve per creare un capitale di investimento. tramite forza lavoro (possibilmente coattata, e inacerbata dalle false ideologie, o in ogni caso dalle leggi subumane del moderno, la macelleria da strada, che rimane, viene innalzata alle sue supreme e sante forme di astrazione di simbolismo, puntualmente castrante, e infatti ugualmente maciullanti, le menti stavolta...i corpi devono lavoroare, non sia mai).
L'uomo de-umanizzato, si ritrova a essere quello che è senza le sue stupide fantasie super-eroistiche da fumetto, ossia un miserabile servo che cerca di fare soldi per poter scopare qualche vacca trovata in giro.
In questo meraviglioso mondo bestiale, non rimane che fare i servi della gleba e vedrai che bel mondo arcobalenato al colore del caffè verrà fuori.
Niente più russe per il mercato...
Non mi rimane che vomitare.
Se non fosse che mi viene da ridere.
Ps.
ah dimentica quelli bravi: voi no, sia chiaro, voi no, non volevo offendere.

Post da prendere come la prova definitiva della tua catastrofe intellettuale?
#157
La crisi della democrazia non dipende dalla cessione di sovranità all'Ue.
È qualcosa di più profondo. È la trasformazione di un sistema in un gioco in cui le élites si muovono al solo fine di mantenere le proprie cariche o di rafforzare il proprio prestigio all'interno del loro ambiente, senza nessun riferimento esterno a valori comuni, a strategie comuni.
Lo stesso che accade nel "villaggio" di Washington dei responsabili della politica estera Usa così come descritto da Stephen Walt, ovviamente fatte le debite proporzioni.
Gli "esperti" e politici di cui parla Walt, nel loro gioco, finiscono per avere tutto l'interesse professionale a ingigantire le crisi internazionali, le minacce. Più la situazione viene percepita come drammatica, più saranno stanziati fondi federali, più cariche speciali saranno distribuite, maggiori quindi le possibilità di carriera.

La tua idea secondo cui dovremmo sentirci responsabili di scelte che non abbiamo fatto, ma che hanno fatto alcuni personaggi del Palazzo, è controproducente perché, data la fine del sistema democratico, il cambiamento non può avvenire attraverso il voto, con cui si dovrebbe punire o premiare i singoli partiti. Il voto è solo una specie di lasciapassare affinché poi questi soggetti continuino con il loro gioco.

Certo, i giornalisti e i commentatori, che vivono loro stessi di questo spettacolo, insistono sul dovere di votare.
Ma bisognerebbe iniziare a pensare agli effetti positivi di scossa di un'astensione quasi totale.
La certificazione di una crisi definitiva. Magari addirittura l'azzeramento di una classe dirigente.

Sul protestantesimo: certo, hai ragione sul fatto che un ambiente luterano e calvinista implica l'apprendimento di un'etica del lavoro, di un'etica della dedizione etc. Ma questo non significa affatto che il fine di questa fatica sia poi qualcosa di positivo per tutti. Perché non puoi impregnarti di questa cultura senza nello stesso tempo acquisire il convincimento fortissimo di appartenere al gruppo dei giusti, dei migliori, degli eletti. Contrapposto alle masse inferiori, da sacrificare eventualmente nelle fabbriche, nelle guerre, etc.
#158
Il tuo discorso, condivisibile quando esprimi la necessità di una certa libertà di movimento rispetto alla pura contabilità su certi temi in particolare su quello dell'integrazione, è fondato però, secondo me, su un fraintendimento importante: pensare di essere ancora in democrazia.
In democrazia i cittadini hanno il diritto e il dovere, attraverso i partiti, di scegliere cosa fare delle risorse dello stato.
Oggi, nella fase storica che stiamo attraversando, il lavoro dei politici occidentali consiste nell'ingannare i cittadini in modo che nessuno, tranne le oligarchie al potere, decidano come gestire il budget dello stato.
Per cui ogni settimana, grazie ai giornalisti che avendo smarrito il senso della propria professione si limitano a fare intrattenimento, il dibattito pubblico è invischiato in cose irrilevanti o su temi rilevanti ma approcciati in modo isterico.

Per esempio stiamo finanziando una guerra che ci condurrà ad un ruolo ancora più periferico, ma nessuno ci ha chiesto se eravamo d'accordo.
Fra non molto saremo poco più della Grecia, alla periferia estrema dell'Impero.
Il nostro sistema produttivo è sull'orlo del precipizio, insieme a quello tedesco.
Italia e Germania anziché prosperare continuando ad intrattenere rapporti commerciali e culturali con Russia e Cina si ritrovano a dover tirare avanti ubbidendo agli Usa, che evidentemente non potevano consentire di ritrovarsi emarginati da rapporti sempre più proficui tra Ue e Asia.

C'è insomma solo un'apparenza di scelta. Il tuo discorso quindi ha a che fare più con l'interiorità del soggetto che con la politica, con la formazione di un'opinione personale che per quanto importante rimane significativa solo ad un livello di identità individuale.

Sul protestantesimo invece sbagli completamente. In particolare sul tema del rapporto con lo straniero.
È un po' un classico degli atei nostrani che vedono nel cattolicesimo solo l'elemento della gerarchia ecclesiastica che tiene buona le pecore, e non vedono che a differenza dei fratelli protestanti, le pecore sono pensate come tutte uguali, quindi tutte da salvare.
Mentre per i luterani alcune sono salvabili (gli eletti), le altre no, sono sacrificabili.
Il nazismo e il razzismo degli anglosassoni si sono potuti sviluppare solo su questa base teologica: sull'ossessione della grazia e della predestinazione.
Tant'è che gli spagnoli cattolici colonizzando l'America Latina si sono subito sposati le belle indigene.
Nel Nord America ci sono voluti un paio di secoli per il primo matrimonio misto.
#159
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
09 Dicembre 2024, 11:40:53 AM
Citazione di: green demetr il 04 Dicembre 2024, 22:38:28 PMBuonasera Koba,

la risposta alla meditazione mi è venuta stamane, tu stai parlando della morte.

E' la morte quella che ci toglie la terra sotto i piedi.

Io parlo di desiderio e tu capisci "morte"?
Fossi in te sottoporrei questo tuo lapsus al Baldini...

Come scrive S. Fausti, all'inizio si riflette, si considera: "con-siderare", "stare con le stelle", si è alla ricerca della propria stella. Solo quando la si trova si de-sidera, si smette di considerare, perché ora si sa la direzione da prendere.

Io dicevo che prima di teorizzare alcunché sulla fede, affinché ci possa essere un cammino religioso bisogna prima spazzare via i frammenti di desiderio che la vita contemporanea ci riserva. Non sono nemmeno desideri, sono frammenti sparsi di promesse di godimento. Spazzare via tutto quanto, smetterla di guardare verso il basso, e con-siderare quale sia il proprio autentico desiderio.
Fatto questo, convinti che sia Dio ciò verso cui vogliamo orientare la nostra vita, un Dio espresso, per il cristiano, nelle immagini di Gesù, convinti che il proprio desiderio autentico ci spinga in quella direzione, allora inizia il processo di conversione, e fa parte di esso anche ineluttabilmente la ricerca teologica, perché ogni passo in avanti, ogni mutamento, rende nuova anche ogni domanda su Dio.

Tu invece dai l'impressione di aver ricevuto un compitino dal tuo maestro: diventare cristiano. E pensi di poterlo portare a termine con la ricerca filosofica e teologica.
Ma è un vicolo cieco. A quest'ora soffrirai già di crisi di nausea, di crisi di rigetto...
#160
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
09 Dicembre 2024, 11:04:25 AM
Citazione di: daniele22 il 08 Dicembre 2024, 10:07:37 AMIl guaio, la terra sotto i piedi che ti manca, è che siete tutti dogmatici senza saperlo. Solipsisti inconsapevoli che riescono a stare in piedi tramite fantasiose alleanze che scaricano su altrettante fantasiose alleanze i mali del mondo.


Il dogmatismo osservabile in una discussione pubblica come qui nel forum è in parte rimosso e in parte il prodotto dell'ignoranza.
Rimosso perché ognuno volendo essere nella verità e quindi volendo dire cose oggettive, solide, deve dimenticare il presupposto antropologico da cui parte e che decide tutto, ogni mossa successiva.
Si vuole cioè dimenticare l'arbitrarietà dell'inizio per convincersi che l'esito del cammino abbia un valore generale, non solo per il pubblico ristretto formato da coloro che accettano lo stesso presupposto antropologico.
Ma poi a un certo punto nel confronto ci si rende conto che le proprie stupende argomentazioni non hanno alcun significato per coloro che partono da presupposti radicalmente diversi.
Non c'è proprio dialogo. Ma solo disputa, tra sordi... poiché ognuno è sordo all'immagine di uomo dell'altro.
Si tratta di uno spettacolo piuttosto deprimente che si tenta di nobilitare con il riferimento al concetto eracliteo di polemos, cioè di contrasto capace di generare significati.
Bisognerebbe semplicemente accettare che la scelta soggettiva del presupposto antropologico da cui si parte deve avere un'oggettività non in riferimento agli altri e al mondo, ma in riferimento a se stessi, cioè al di fuori di questa spiegazione paradossale: deve avere radici reali nel proprio Sé. E più queste radici sono profonde e più sarà significativo per se stessi il cammino che quel presupposto che si è scelti consentirà di fare.

Per esempio un freudiano vedrà nei testi di Jung sulla religione qualcosa di vago e pericoloso, come il tentativo di voler recuperare delle forze irrazionali, e per questo lo accuserà di essere un reazionario o addirittura un fascista.
D'altra parte il religioso che legge gli stessi testi accuserà Jung di psicologismo in quanto le immagini religiose vengono ridotte nella psicologia analitica a simboli in cui si condensa l'energia psichica, simboli che poi sono sentiti come aventi esistenza indipendente dalla psiche dell'uomo proprio perché prodotti dell'inconscio e quindi sentiti come estranei. Ma questo non toglie che tali manifestazioni non abbiano una reale esistenza oggettiva, cioè per Jung al di fuori della psiche umana Dio non esiste.

Questo per dire che si potrebbe passare la vita intera in queste dispute in cui ciascuno dei giocatori, immemore dei propri presupposti, pensa di dover far vincere la verità.
Ma questa è cultura, non è filosofia.
#161
Citazione di: Eutidemo il 03 Dicembre 2024, 19:08:56 PM
Ricordo soltanto che ad organizzarla e dirigerla, fu Giuliano Ferrara (che allora era comunista), Paolo Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia, Marco Lombardo Radice e Oreste Scalzone; tra i poliziotti c'era invece il futuro attore Michele Placido, mentre Pasolini era a favore dei poliziotti!
E Pasolini, come sempre, aveva ragione.
I privilegiati che giocano alla rivoluzione: che pena!
Mi dispiace Eutidemo ma bisogna ammetterlo: la tua generazione è stata senz'altro la peggiore. Prima a godersi le avventure del ribelle, poi attaccati ai privilegi come dei parassiti lasciando a chi arrivava solo un paese allo sfascio.
#162
Tematiche Spirituali / Re: Le incarnazioni dell'Anima
03 Dicembre 2024, 17:13:22 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Dicembre 2024, 16:08:32 PMBuongiorno a tutti. Se non ho sbagliato a capire la nostra anima si incarna un numero imprecisato di volte per apprendere, per perfezionarsi, per migliorarsi. Mi sorgono spontanee queste domande: a cosa ambisce la nostra Anima? Cosa vuole o deve diventare alla fine delle reincarnazioni? Perché mai la nostra Anima, per perfezionarsi, avrebbe bisogno di incarnarsi in un corpo costretto a vivere in un mondo in cui tutta la natura è  una lotta per la sopravvivenza? A partire dagli esseri più piccoli alle balene, la morte di alcuni è la vita di altri. Secondo voi perché? Scusate se le mie domande vi sembrano alquanto strane. Considerato che ci sono scienziati che vogliono sapere se vi sia vita o possibilità di vita su pianeti per raggiungere i quali non è sufficiente un secolo... credo di essere in buona compagnia.
Ma come fai a cercare di capire qualcosa su cui, per la sua natura, non può esserci indagine di alcun tipo?
#163
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
03 Dicembre 2024, 11:24:52 AM
Citazione di: green demetr il 03 Dicembre 2024, 00:54:44 AMAnch'io ho questa visione che l'io, ogni io, faccia parte del sè, e il sè faccia parte del Dio.
Le tecniche dall'io al sè, sono quelle filosofiche, e quelle da sè al Dio, sono quelle letterarie.
Io non ho fiducia, io ne ho consapevolezza.
Io so.
Invece nel cristianesimo e nell'ebraismo, figuriamoci nell'islamismo, non si crede solo al prodotto letterario, ma all'autore di questo prodotto.
Questo a mio avviso è profondamente sbagliato, ed è anche il motivo per cui dall'ebraismo si sono staccati il cristianesimo e l'islamismo, che rispetto alla mamma, sono prodotti infinitesamente meno complessi.
Il cristiano tipico afferma che le cose sono così perchè stanno così, replicando quel non sense a livello familiare col bambino (e creandone tutte le nevrosi future, ma purtroppo dopo cento anni, si continua a far finta di non sapere il perchè).
Quella tautologia che informa oggi qualsiasi cosa, qualsiasi pensiero.
A me dei formalismo di Tommaso, ho appena capito che, non me ne frega niente, nè della validità giuridica delle varie fazioni.
Non vuol dire assolutamente niente.
Il punto è a mio parere è un altro, e parte proprio quando anni or sono Eutidemo disse di non sentire il bisogna di essere salvato.
Fu una frase che mi impressionò.
E con mia somma sorpesa facendo domande ad amici e gente a caso, ho scoperto che questa cosa è normalissima.
A questo punto è ovvio che se uno non ha questa spinta, dunque la vita per il cattolico, ma in genere per l'intera umanità è mera forma.
Mera desporensabilità, responsabilità naturalmente a se stessi.
Infatti perchè mai un io dovrebbere ascendere al sè, se non ne sente alcun bisogno.
Il desiderio che è implicito con la speranza dunque parte da delle basi completamente inesistenti.
E' un desiderio formale. Una cosa così per dire, l'ennesima arrogazione della legge positiva su presupposti inesistenti a livello spirituale.
Capisco molto bene questa cosa, il motivo è il nichilismo etc...
Invece la mia mancanza di fede la considero una cosa seria rispetto ai maestri del passato.
Io non ho le vostre letture, sono veramente un principiante, ma mi chiedo allora voi cosa proviate leggendo, se mai lo avete fatto, S.Agostino.
In S.Agostino si vede subito che il desiderio coincide con la fede.
Se è vero che S.Agostino legge Platone, allora è chiaro che la fede è atta alla speranza del bene comune.
Bene comune che è da cercare dentro il singolo (appunto l'io che diventà sè).
Processo che significa una crescita morale, dove l'altro, non è l'Altro di comunista memoria, o di post-verità memoria.
L'altro è veramente colui che insieme a te, come sta scritto in Esodo, custodisce l'arca della Legge (la legge del popolo che benedice).
Dove popolo è legato indissolubilmente al concetto di benedizione.
Ora il cristianesimo che vuole allontanarsi dalla mamma, ne fa una questione nemmeno più di popolo, ma di chiesa universale (con danni annessi).
Un operazione titanica, e francamente ingiusta.
La legge non è più legge del popolo (di cui Mosè è il rappresentante non il sostituto), ma la legge diventa Gesù stesso, Emanule non è semplicemente il rappresentante ma è proprio il sostituto) così facendo la mamma non è più il popolo ma qualcuno al posto suo, ossia per il cristiano il vicario di cristo, ossia il papato.
E' il papato in chiaro impeachment con l'impero, fino ai giorni nostri, dove orma persino il vicariato è una mero pro forma, il papa è oggi LGBT. E l'impero che è diventato l'impero di quattro gatti, difende semplicemente il proprio interesse, giammai la chiesa, diventata mero giocattolo di gente col cervello in pappa.
No non è questo, non me ne frega di questo, la fede è veramente altra cosa nel crisianesimo.
Infatti nel delirio cristiano, perchè per me che non ho fede, così sembra, mi si sta dicendo di credere non nel processo di salita al cielo (alla Dante) dell'io, ma nella testimonianza di un Sè, che si spaccia per Dio (in questo sono gnostico), che decide, non si sa come, di incarnarsi in un "io" di nome Gesù.
Ora saliamo di un gradino. Anche se vi ho perso parecchie righe fa, chissà un giorno servirà a qualcuno di un pò più intelligente.
Il dialogo con gli antichi.
Sono io che non ho fede, che devo capire chi la fede ce l'ha.
Ed è Agostino.
Poichè in Platone la gnosi è rispettata, dunque Agostino mi sta dicendo che è possibile quello che per me non lo è, in quanto lui lo conosce (infinitamente meglio di me, Platone, per ora...), e dunque pensa che la Gnosi possa diventare Cristianesimo.
Poichè la gnosi è il percorso (purtroppo inziatico o per fortuna) che passa dall'io al sè quello che conta.
S.Bernardo, S.Tommaso lo accettano per esempio, ma almeno per S.Tommaso NON LO ESPRIME, la sua è un'opera arida, come arido è aritotele).
S. Agostino semplicemente è il più grande scrittore della cristianità.
Colui che domanda (al di là della problematica dogmatica, dove è rifiutato).
E lui apre le confessioni delirando.
Che la grazia divina lo aiuti nello scrivere. (o muse).
Poichè la fede è unita ad essa.
Dunque la fede è unita alla grazia fin dal principio.
Il fuoco sacro arde in Agostino.
Sono bastate due righe, e sono stato espulso dalla vera comunità, quella dei giusti, che nell'ebraismo è categoria fondamentale, per cui uso quella.
Come può una mamma diventare un papà, direi che è questo a livello psicanalitico.
Io non ho la grazia e penso che nessuno ce l'abbia, se no scriveremmo tutti come mistici, o vivremmo come santi, anche laici.
E' la dimensione catartica e vaticinante della scrittura che risiede la verità per gli antichi.
Questa roba questa epoca non la può capire nemmeno da vicino.
Per questo l'ermeneutica non può che essere legata a quello del vaticinio, a quello della salvezza.
Per questo in gioventù ero più intelligente di adesso. La verità erano i libri stessi.
Ora è dura riacquistare quel cuore sacro, il cuore di Gesù, mi pare di dicesse nel medioevo.
La mia mancanza di grazie è dovuta alla mancanza di lavoro.
La fede probilmente è una conseguenza che ora come ora, non posso capire.
E perciò la mia è solo un opinione, ragionata quantomeno.
Tu non hai fede perché in te non sembra esserci, almeno a livello di consapevolezza, ciò da cui tutto deve iniziare, ovvero un desiderio che prima di essere riferito a Dio è desiderio di altro: di un'altra vita, di un altro mondo.
L'inizio è un arrendersi a questo desiderio.
Se il senso delle cose è sempre attinente alla prassi in cui si è impegnati, quel desiderio originario è invece un voler spazzare via tutto, è un voler ritrovare confusamente l'unità perduta.
Prima devi farti travolgere da quel desiderio, dalla nostalgia infinita, dalla melanconia di un Van Gogh, devi sentire letteralmente la terra gemere.
Invece tu parti dalla gnosi, ma la gnosi semmai è il repertorio di simboli attraverso cui riconoscere, comprendere e tradurre il tuo desiderio originario, la tua pazzia.
Pensavi di poter trovare un po' di fede in Dio leggendo Tommaso? Come se le sue ragionevoli argomentazioni avessero la forza di convertire il discepolo volenteroso... Al contrario, lo studio di Tommaso, per chi ha già fede, è una prova. Una prova!

Non c'è un Io che si collega a un Sé universale e via dicendo...
Lasciamo stare queste filastrocche.
Dobbiamo accettare che l'Io è solo un'illusione necessaria, e che il Sé è in realtà una molteplicità.
Siamo una pluralità di Sé.
A questo fatto si deve poi aggiungere che sogno e pensiero consapevole si intrecciano durante la veglia. Che continuiamo a sognare anche mentre siamo svegli. Che il pensiero magmatico del sogno è sempre lì, in agguato, dietro alle nostre sicurezze razionali.

Da qui bisogna partire.
Allora i simboli religiosi, la preghiera, il cammino interiore, la santità nella prassi, allora tutto questo torna ad essere vivo, al di là delle sterili dispute culturali.
#164
Tematiche Filosofiche / Re: Edipo: da Freud a Platone
02 Dicembre 2024, 11:27:25 AM
Un po' ingeneroso costruire un'analogia in cui al venerabile Parmenide corrisponde l'omicida Laio...
Platone ha fatto quello che doveva fare, cioè il parricidio di Parmenide, per poter salvare l'insegnamento del suo vero padre e maestro, Socrate, ovvero che attraverso la scienza del Bene si sarebbe potuto costruire una comunità politica in cui regnasse la Giustizia, e non si ripetesse così la tragedia paradossale della condanna a morte del migliore dei cittadini.
Solo introducendo il "non è" come diverso si poteva avere nello stesso tempo una conoscenza stabile e la pluralità delle cose. L'Essere come una struttura permanente (la cui permanenza appunto garantisse la stabilità del sapere), in cui però fosse presente anche la diversità, la relazione, così come dall'esperienza appare evidente.

Si può dire che il nichilismo abbia origine con Platone solo se si ritiene che il divenire non sia sostenibile dagli uomini. Solo se si pensa che ciò che permane, l'essere, "risucchi" tutto il positivo, lasciando che il divenire sia vissuto e immaginato come "il nulla in azione", come morte e distruzione, e non anche come potenza e prosperità.
#165
Tematiche Spirituali / Re: La fede in Dio
02 Dicembre 2024, 10:12:53 AM
@Eutidemo

Non ritieni che la fede possa fondarsi non tanto sulla fiducia nei testimoni ma sulla forza o credibilità del contenuto della testimonianza?
Per esempio, hai detto di credere in una certa concezione dell'Uno. Tale tua credenza non può essere solo un'opinione. La consideri infatti (implicitamente) una verità. Hai opinioni sull'Islam, sul paganesimo, ma sull'Uno pensi di essere nel vero, nei limiti di ciò che è concesso agli uomini.
Non potrebbe allora accadere la stessa cosa per i cattolici con il Vangelo? E con le altre testimonianze della Tradizione? Che generano fede, fiducia, perché, almeno per i credenti, esprimono una verità in cui sentono di ritrovare la propria essenza?