Ciao Baylham
L'ignorante è più manipolabile da una persona che padroneggia una conoscenza maggiore, questo è il punto a cui volevo arrivare. Tanto più l'ignorante, e ho specificato in termini "civici", rimane nella sua "beata ignoranza" e tanto più l'astuto, il furbetto, utilizza la sua conoscenza per raggirarlo. Ci sono un sacco di dottor Azzeccagarbugli nel nostro tempo.
Veniamo al punto importante sulla maieutica relazionato a come oggi si intende Stato moderno.
Il mainstream culturale e secolare moderno nega volutamente che lo Stato debba essere morale, spacciandola per libertà. Ritengono che lo Stato morale sia dittatoriale , per cui esaltandone la libertà hanno sdoganato la morale
La maieutica non è assolutamente nozionismo, intanto perché usa il dialogo, utilizza la dialettica, quindi chi insegna non si impone all' allievo, ma lascia che l'allievo sollevi domande e punti di vista diversi, ma soprattutto è permeata da principi morali, quegli stessi che lo Stato moderno nega volutamente. L'antidemocrazia è l'abuso di chi è più libero rispetto a chi non lo è o lo è meno, nonostante nei tribunali sia scritto "la legge è uguale per tutti" e questo abuso che si pratica nella manipolazione del popolo "che ignora troppo soprattutto di civica" ha come suo fondamento l'IMMORALITA'. Socrate /Platone, infatti se la prende con i "governanti " non certo con il popolo, perché sa che il "buon governo" o il fine della polis felice aristotelica, passa per un governante morale che forma il popolo con lo scopo di una felicità comune, della comunità, della comunanza. Senza morale la polis e la stessa politica, diventa il piatto freddo del cinismo personale ai danni della comunità.
Quindi non è tanto colpevole il popolo che nasce nell'ignoranza,, ma lo sono coloro che nella piramide sociale sono ai piani alti e abusano ai fini personali di quell'ignoranza immoralmente.
Senza un ruolo maieutico dello Stato non è possibile emancipare il popolo e alzare il livello della democrazia, e così decade nel nichilismo. Perchè la libertà diventa invidia del povero verso il ricco , e per il ricco la sopraffazione del povero.
Così come non è vero che il ruolo morale di uno Stato, che dovrebbe anche con il "buon esempio" dei comportamenti etici (che dipendono dai principi morali), sia l'abiurare la libertà: questo è un falso ideologico e pure un'apologia ideologica. Il "buon padre di famiglia", così è denominato nel nostro Codice Civile (contraddicendo l'ideologia dello Stato moderno) deve essere "sano" moralmente e impartire la morale, ma questo non significa togliere libertà ai figli, così come nello Stato la morale non deve essere affatto contrapposta alla libertà . Il risultato è che i valori coniugati nelle costituzioni degli Stati: libertà, uguaglianza fratellanza, sono vuoti principi retorici .La libertà senza morale sconfina nel populismo , nella caciara, nell'urlare, nella ragionare di "pancia", e l'immoralità diventa impunità tanto più si colloca nei piani alti della piramide sociale. Oggi ci hanno abituato alla corruzione, alla concussione, alla malversazione, così tanto da essere appunto .....abitudine e quindi normalità, ordinarietà .
La classe dirigente, e non solo politica, dovrebbe essere formata su principi morali, perché assumendosi responsabilità sul governo dell'economia, della politica, della società , se non lo trasmettono al popolo.....non esiste nessuna fiducia, termine chiave nel rapporto del buon governo.
L'essere ignoranti ,che non utilizzo in termini dispregiativi ma semplicemente come una condizione di stato, non significa essere immorali. Il popolano ha ben più morali oggi di coloro che governano ,
non fosse appunto per il fatto che loro non manipolano nessuno, soprattutto se con genitori morigerati che ci tengono all'unione della famiglia ,che vi sia una buona fratellanza fra figli .Senza questa, decade anche la famiglia e poi decade la società e poi decade la politica.....come una fila di carte in piedi appoggiate fra loro.
Insomma l'ignorante è vittima del cinico ,che lo manipola, lo truffa, lo "incanta".
Ciao Iano
non posso che essere d'accordo. Quanto meno nell'antichità i rapporti erano chiari e trasparenti fra vincitore e sconfitto, ma il vincitore pur depradando lo sconfitto, sapeva anche prendere dallo sconfitto le sue virtù migliori, solo così possiamo capire come i barbari acquisirono l'amministrazione dello Stato proprio dai romani ,fino a poi diventare Imperi europei.
Oggi siamo in una società dove valgono solo le età produttive; per cui il bambino e l'anziano sono problemi, sono "pacchi". Nell'antichità i giovani erano formati alla polis , anche attraverso il "ginnasio", l'arte della guerra insieme all'arte del sapere , i "vecchi" erano i saggi, i depositari della tradizione e dell'esperienza della vita ........tutto è cambiato.
Oggi si allevano le nuove generazioni come "polli di allevamento", affinché arrivino all'età produttiva del lavoro, chi non lavora essendo "improduttivo" è un "costo sociale". Come può sentirsi un "vecchio" oggi in un mondo che gli fa capire "che non serve a niente" e si sente di peso ai famigliari e alla società? Eppure ogni età umana ha delle sue facoltà che andrebbero valorizzate.
L'ignorante è più manipolabile da una persona che padroneggia una conoscenza maggiore, questo è il punto a cui volevo arrivare. Tanto più l'ignorante, e ho specificato in termini "civici", rimane nella sua "beata ignoranza" e tanto più l'astuto, il furbetto, utilizza la sua conoscenza per raggirarlo. Ci sono un sacco di dottor Azzeccagarbugli nel nostro tempo.
Veniamo al punto importante sulla maieutica relazionato a come oggi si intende Stato moderno.
Il mainstream culturale e secolare moderno nega volutamente che lo Stato debba essere morale, spacciandola per libertà. Ritengono che lo Stato morale sia dittatoriale , per cui esaltandone la libertà hanno sdoganato la morale
La maieutica non è assolutamente nozionismo, intanto perché usa il dialogo, utilizza la dialettica, quindi chi insegna non si impone all' allievo, ma lascia che l'allievo sollevi domande e punti di vista diversi, ma soprattutto è permeata da principi morali, quegli stessi che lo Stato moderno nega volutamente. L'antidemocrazia è l'abuso di chi è più libero rispetto a chi non lo è o lo è meno, nonostante nei tribunali sia scritto "la legge è uguale per tutti" e questo abuso che si pratica nella manipolazione del popolo "che ignora troppo soprattutto di civica" ha come suo fondamento l'IMMORALITA'. Socrate /Platone, infatti se la prende con i "governanti " non certo con il popolo, perché sa che il "buon governo" o il fine della polis felice aristotelica, passa per un governante morale che forma il popolo con lo scopo di una felicità comune, della comunità, della comunanza. Senza morale la polis e la stessa politica, diventa il piatto freddo del cinismo personale ai danni della comunità.
Quindi non è tanto colpevole il popolo che nasce nell'ignoranza,, ma lo sono coloro che nella piramide sociale sono ai piani alti e abusano ai fini personali di quell'ignoranza immoralmente.
Senza un ruolo maieutico dello Stato non è possibile emancipare il popolo e alzare il livello della democrazia, e così decade nel nichilismo. Perchè la libertà diventa invidia del povero verso il ricco , e per il ricco la sopraffazione del povero.
Così come non è vero che il ruolo morale di uno Stato, che dovrebbe anche con il "buon esempio" dei comportamenti etici (che dipendono dai principi morali), sia l'abiurare la libertà: questo è un falso ideologico e pure un'apologia ideologica. Il "buon padre di famiglia", così è denominato nel nostro Codice Civile (contraddicendo l'ideologia dello Stato moderno) deve essere "sano" moralmente e impartire la morale, ma questo non significa togliere libertà ai figli, così come nello Stato la morale non deve essere affatto contrapposta alla libertà . Il risultato è che i valori coniugati nelle costituzioni degli Stati: libertà, uguaglianza fratellanza, sono vuoti principi retorici .La libertà senza morale sconfina nel populismo , nella caciara, nell'urlare, nella ragionare di "pancia", e l'immoralità diventa impunità tanto più si colloca nei piani alti della piramide sociale. Oggi ci hanno abituato alla corruzione, alla concussione, alla malversazione, così tanto da essere appunto .....abitudine e quindi normalità, ordinarietà .
La classe dirigente, e non solo politica, dovrebbe essere formata su principi morali, perché assumendosi responsabilità sul governo dell'economia, della politica, della società , se non lo trasmettono al popolo.....non esiste nessuna fiducia, termine chiave nel rapporto del buon governo.
L'essere ignoranti ,che non utilizzo in termini dispregiativi ma semplicemente come una condizione di stato, non significa essere immorali. Il popolano ha ben più morali oggi di coloro che governano ,
non fosse appunto per il fatto che loro non manipolano nessuno, soprattutto se con genitori morigerati che ci tengono all'unione della famiglia ,che vi sia una buona fratellanza fra figli .Senza questa, decade anche la famiglia e poi decade la società e poi decade la politica.....come una fila di carte in piedi appoggiate fra loro.
Insomma l'ignorante è vittima del cinico ,che lo manipola, lo truffa, lo "incanta".
Ciao Iano
non posso che essere d'accordo. Quanto meno nell'antichità i rapporti erano chiari e trasparenti fra vincitore e sconfitto, ma il vincitore pur depradando lo sconfitto, sapeva anche prendere dallo sconfitto le sue virtù migliori, solo così possiamo capire come i barbari acquisirono l'amministrazione dello Stato proprio dai romani ,fino a poi diventare Imperi europei.
Oggi siamo in una società dove valgono solo le età produttive; per cui il bambino e l'anziano sono problemi, sono "pacchi". Nell'antichità i giovani erano formati alla polis , anche attraverso il "ginnasio", l'arte della guerra insieme all'arte del sapere , i "vecchi" erano i saggi, i depositari della tradizione e dell'esperienza della vita ........tutto è cambiato.
Oggi si allevano le nuove generazioni come "polli di allevamento", affinché arrivino all'età produttiva del lavoro, chi non lavora essendo "improduttivo" è un "costo sociale". Come può sentirsi un "vecchio" oggi in un mondo che gli fa capire "che non serve a niente" e si sente di peso ai famigliari e alla società? Eppure ogni età umana ha delle sue facoltà che andrebbero valorizzate.