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Messaggi - giona2068

#151
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 11:05:12 AM
@Giona

Non intendo convincerti di nulla.
Ho dato solo degli spunti di riflessione per chi è pronto a coglierli.
Tu, evidentemente, non sei ancora pronto.
Resta tranquillo nella tua fede.

E' bene che tu sappia, però, che la tua fede non ha nulla di Reale. E' solo il risultato di un "transfert" operato dalla tua mente, che ha sostituito i tuoi genitori con l'istituzione chiesa.
Finchè non ti renderai conto di questo non potrai mai risvegliarti. E continuerai a dormire il tuo sonno profondo, pensando pure di essere sveglio.
Non so se non hai letto o non hai capito quanto da me postato, sta di fatto che ti stai specchiando e che ciò che dici vale innanzitutto per te, ma se vuoi credere di essere sveglio e capace di svegliare altri, credendo di essere la verità, ti faccio tanti auguri.
Un cortesia però torno a chiederti, non parlare di fede nel Signore Dio quando non sai cosa sia e finisci per accomunarla alla fede in se stessi o/e nelle cose del mondo. Credimi la fede nel Signore Dio è tutta un'altra cosa e non la si può comprendere se non la si è sperimentata o scoperta.
Grazie.
#152
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 09:21:32 AM
Citazione di: acquario69 il 04 Aprile 2017, 06:30:56 AM
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:38:06 PM


Il percorso di crescita spirituale non consiste nell'avere una "fede".
Ma consiste nell'aprirsi alla Realtà per ciò che essa è. E avere una "fede" - qualunque fede- è proprio il modo per evitare di guardare la Realtà per ciò che essa è, e quindi è il modo più efficace per bloccare qualunque percorso di crescita spirituale.  ;)

Anche secondo me e' cosi...e penso che Gesù stesso (cosi come tutti i grandi maestri,sia pure in luoghi e tempi diversi) ci hanno voluto indicare la stessa identica cosa..evidentemente perché e' già in noi e non "fuori" di noi



Esattamente.
E si acquisisce la tua consapevolezza solo dopo essersi "risvegliati".

Piano, piano. Non confondere il sacro con il profano.
E' vero che si acquisisce la consapevolezza dopo essersi svegliati, anche se la prima consapevolezza è accorgersi di dormire, ma per accorgersi di essere addormentati occorre l'intervento del Signore Dio - la grazia - e per svegliarsi del tutto  occorrerà la Sua protezione e il Suo aiuto, quindi la fede in Lui che fra l'altro nell'uomo puro o non del tutto impuro è spontanea.
Se pensi che ci si possa svegliare senza fede sei fuori strada e ti contraddici pure perché se pensi di poterti svegliare da solo tramite la cultura  o non di avere bisogno di confidare in qualcosa, ti sbagli.
Infatti chi ragiona così ha un grande fede in se stesso che lo accomuna a satana quando non è lui stesso satana in persona.



Il problema è che chi dorme un sonno profondo è pure convinto di essere sveglio. Non si accorge di vivere dentro una "bolla di illusione" perchè è convinto che quella "bolla di illusione" sia la Realtà. E invece è solo una proiezione costruita dalla sua mente.

Esatto, spero che ora tu ti accorga che stai parlando a te stesso, sei convinto di essere sveglio mentre dormi un sogno profondo. Vivi nella bolla dell'illusione che è esattamente una proiezione costruita dalla tua mente come da te proclamato!  

Non si accorgerà dell'inganno finchè non si "risveglia".
Questo 3d vuole essere un modesto contributo al "risveglio". Ma se uno non si vuole svegliare non c'è nulla da fare.

Aspetto di vedere se ti accorgerai del tuo stato!


Solo facendosi delle domande potrà "risvegliarsi". E chi ha "fede" (qualunque fede) non si pone domande. E, quindi, non potrà mai risvegliarsi.

Dal mio esperito farsi troppe domande senza la protezione del Signore Dio è come prendere l'autostrada che porta alla pazzia/ esaurimento nervoso.
Chi ha fede nel Signore Dio onnipotente non si pone troppe domande o se se le pone ha risposta immediata e soddisfacente/veritiera anzi ha o ha avuto  più risposte alla stessa domanda senza perdere la pace.
Quelli che non si fanno domande - direi domande utili - pur avendo una qualsiasi fede come tu dici - sono coloro che in tutto confidano meno che nel Signore Dio e faranno la fine di cui sopra.
In ogni caso ti ringrazio per questi spunti, anche se non del tutto precisi, perché sono un'opportunità per conoscere noi stessi che è il sommo bene.


PS
Prova a riflettere: E' possibile che il Signore DIO - se preferisci la natura - ci abbia dotato di occhi/retina affinché non vedessimo o vedessimo distorto?

#153
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:38:06 PM
@giona

Vediamo tutti le stesse cose perchè il tuo sistema di percezione occhio-cervello funziona esattamente come il mio.  :D

Il percorso di crescita spirituale non consiste nell'avere una "fede".
Ma consiste nell'aprirsi alla Realtà per ciò che essa è. E avere una "fede" - qualunque fede- è proprio il modo per evitare di guardare la Realtà per ciò che essa è, e quindi è il modo più efficace per bloccare qualunque percorso di crescita spirituale.  ;)


Ma non ti sembra un po' strano che un uomo del polo nord ed un altro del polo sud che non si sono mai visti ne perlato "elaborino" allo stesso modo l'immagine che si presenta davanti ai loro occhi? Quanto alla sensazione di duro o morbido, sarà pure una elaborazione della mente, ma quando batti sul duro ti fai male e non succede la stessa cosa se batti sul morbido.
In ogni caso non hai risposta alla mia domanda e cioè: A cosa servono queste elucubrazioni mentali? 
Transeat sulla fede perché parli di una  cosa che non conosci.
Questa si che è elaborazione della mente, della tua mente solo, ma è fuori dalla realtà come tutto il resto. 
#154
Citazione di: myfriend il 31 Marzo 2017, 17:00:31 PM
Perchè vediamo la Luna?
Come è fatta la Luna?
E che cosa significa "vedere"?



Il "vedere" è un processo del cervello. La luce del sole che rimbalza sulla Luna raggiunge la nostra retina. Sulla retina ci sono dei foto-ricettori sensibili alla luce; questi foto-ricettori reagiscono alla luce che li colpisce e mandano degli impulsi elettrici al cervello; gli impulsi sono tanto più forti quanto è più forte l'intensità della luce che ha colpito i foto-ricettori. Il cervello, in base a questi impulsi, costruisce l'immagine che noi chiamiamo Luna (con i vari chiaroscuri creati in base alla intensità dei vari impulsi ricevuti).
Quindi, quando guardiamo la Luna, vediamo effettivamente la Luna?
La risposta è no.
Quello che vediamo è una immagine costruita dal nostro cervello a partire dalla luce riflessa dalla Luna.

Ma se ciò che vediamo non è la Luna (ma è solo una immagine creata dal nostro cervello), la Luna che cos'è? Come è fatta realmente?
Non lo sappiamo e mai potremo saperlo. Perchè per sapere cos'è e come è fatta realmente la Luna dovremmo poterla guardare per quello che effettivamente è. Ma noi non la possiamo guardare per quello che è perchè possiamo solo guardare l'immagine creata dal nostro cervello in base alla luce riflessa.

E ora passiamo allo spazio circostante. Qualcuno dice: intorno alla Luna c'è lo spazio e lo spazio è nero.
Non è così.
Noi non sappiamo cosa c'è intorno alla Luna semplicemente perchè non lo vediamo.
Lo spazio intorno alla Luna non riflette la luce. Quindi la luce non raggiunge i foto-ricettori nella nostra retina. E quindi il cervello non costruisce nessuna immagine. E' per questo che ci "sembra" di vedere lo spazio-nero. Vediamo "nero" (esattamente come quando chiudiamo gli occhi) perchè il cervello - per quella zona del campo visivo - non costruisce nessuna immagine.
Quindi noi "non vediamo" cosa c'è effettivamente in quella zona del campo visivo. Quella zona del campo visivo che noi chiamiamo "spazio" è in realtà un "punto cieco" del nostro campo visivo.
E cosa c'è realmente, allora, nello spazio nero? Non lo sappiamo. E non lo sappiamo perchè, non riflettendo la luce, è una zona per noi cieca.

E ora passiamo a Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice. Quando guardiamo una persona vediamo la persona per quello che è?
La risposta è ancora una volta no.
Vediamo una immagine costruita dal nostro cervello sulla base della luce riflessa da Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice.
Vale lo stesso discorso fatto per la Luna.
Ma allora, Giovanni, Antonio, Maria e Beatrice che cosa sono? Come sono fatti realmente?
Non lo sappiamo, esattamente per lo stesso motivo per cui non sappiamo cos'è e come è fatta realmente la Luna.

E gli altri sensi come funzionano?
Allo stesso modo.
La sensazione al tatto di duro, morbido, caldo, freddo sono degli impulsi elettromagnetici che nascono dai nostri polpastrelli e che il cervello elabora creando per noi la sensazione di duro, morbido, caldo, freddo.
Uno dirà: che sciocchezze!!! Una roba dura è dura! E una roba calda è calda!
No! Queste sono sensazioni create per noi dal nostro cervello (sensazioni che noi chiamiamo "duro" e "calda") che altro non sono che elaborazioni di impulsi elettromagnetici che ci fanno percepire gli oggetti intorno a noi.
Cioè sono una "simulazione della Realtà" creata appositiamente dal nostro cervello per farcela percepire in un certo modo. Esattamente come avviene per la Luna.

Una conferma di questo ce l'abbiamo dal fatto che i nostri polpastrelli e i nostri occhi non sono tarati per farci percepire al tatto e farci vedere i miliardi di molecole che fluttuano nell'aria e ci avvolgono e che respiriamo ogni secondo. Esistono. Ma i nostri organi sensoriali non ce le fanno percepire. Se le percepissimo non potremmo più interagire con la realtà, perchè non potremmo più vedere gli "oggetti" intorno a noi e non potremmo più percepirne la forma.

La materia è fatta di atomi.
Ma la "materia" di un atomo è solo lo 0,01% del suo volume.
Se si rappresentasse la struttura di un atomo con un campo di calcio con il nucleo nel dischetto del centrocampo, gli elettroni si troverebbero all'esterno dello stadio stesso...più o meno nel parcheggio delle auto.



Lo spazio tra nucleo ed elettroni viene definito "vuoto". Ed è un po' come il "vuoto" che c'è tra il sole e i pianeti nel nostro sistema solare e lo "spazio nero" che percepiamo nel cielo notturno.
Quindi, siccome la "materia" di un atomo è solo lo 0,01% del suo volume, significa che il 99,99% dell'atomo è fatto di "vuoto".
Tale "vuoto" nessuno sa cos'è. Infatti non si può "vedere". Le particelle "alfa" usate per scoprire la struttura dell'atomo non rimbalzano su di esso, ma lo attraversano. Quindi nessuno può "vedere" cos'è e come è fatto (è un po' come lo "spazio nero" che percepiamo nel cielo stellato di notte).

Il 99,99% del nostro corpo è fatto di questo "vuoto".
Il 99,99% della sedia su cui sei seduto o seduta è fatto di questo "vuoto".
Il 99,99% dei muri di casa tua sono fatti di questo "vuoto".
Il 99,99% del tavolo, del tuo cellulare, delle tue mani, del tuo corpo, della strada su cui cammini, di tutto ciò che è visibile è fatto di questo "vuoto".

Se potessimo condensare tutta la materia (nuclei ed elettroni) di un grattacielo di 300 piani eliminando tutto il "vuoto", tutto il grattacielo sarebbe grande come un chicco di riso!

Inoltre le particelle sub-atomiche (protoni, neutroni ed elettroni) che costituiscono la "materia" di un atomo hanno una natura ondulatoria. Cioè sono onde elettromagnetiche. Cioè sono "luce". Non sono particelle con una massa, ma sono luce.

Ma allora la Realtà che abbiamo intorno e nella quale ci muoviamo, cos'è realmente e come è fatta realmente? Cosa sono realmente gli oggetti e come sono fatti realmente? E noi, cosa siamo realmente e come siamo fatti realmente?
Come è fatta la Realtà (con la R maiuscola) che si trova oltre al realtà (con la r minuscola) che noi percepiamo attraverso i nostri sensi?

Queste sono buone domande da cui iniziare per cominciare un percorso di crescita spirituale.

 Risposta

Una domanda per l'autore di questo Topic: Qual'è l'utilità di queste fantasie mentali?

Non ho una particolare preparazione scientifica né filosofica, ma, se tutto quello che vediamo è il frutto della nostra elaborazione mentale, come mai tutti vedono la stessa cosa, percepiscono la stessa sensazione  ed elaborano la stessa immagine?

In ogni caso non intendo aprire un dibattito su questo argomento, mi preme solo avvisare che  porsi queste domande , non solo non da luogo all'inizio di un percorso spirituale, ma addirittura fuorvia chi fosse intenzionato ad intraprendere un cammino spirituale.
#155
Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 10:18:28 AM
Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.

Alcuni concetti racchiusi in  questo post mi erano sfuggiti quando l'ho letto la prima volta, cerco di rimediare.
Dire che il Signore Dio dell'Amore sia egoista perché attende gratitudine è una bestemmia, anche perché se l'attendesse  sarebbe giusto che fosse così dal momento che i talenti non ci vengono dati per merito ma per grazia, cioè senza meritarli. 
In ogni caso chi ama aspetta che i talenti da Lui donati vengano fatti fruttare, non perché ha bisogno di buoni amministratori ma perché s'ingioisce quando chi ha ricevuto il dono ne trae vantaggio. In altre   parole s'ingioisce perché ha guadagnato un figlio. 
Quale papà nell'umano non è così?
E' vero che il "donatario" (parola che non fa parte del linguaggio spirituale) può fare del dono quello che vuole, è vero che il dono può non essere gradito ed è anche vero che può essere rifiutato, in altri termini può non esserci riconoscenza, ma secondo te il Signore Dio della Sapienza e dell'onniscienza quando da un dono, sapendo a priori quello che succederà, darò il talento a chi non lo apprezzerà?
Esempio: A te pensi di poterlo rifiutare, di poterne farne quello che vuoi e di poterlo non gradire, quale talento ti ha dato? 
Penso nessuno perché non sai apprezzarlo?
Dico queste cose perché fino a quando siamo di questo mondo vediamo in modo distorto perché l'amore è sapienza. Se non abbiamo l'amore come facciamo a comprendere il linguaggio dell'amore? 
Per questo dobbiamo cercare di non giudicare, se poi pensiamo di poter giudicare il Signore Dio, vuol dire che siamo nel profondo delle tenebre, anche se non lo crediamo!
#156
Perché ostinarsi a trattare le cose di lassù con la logica, se logica si può chiamare, di quaggiù?
Conosciamo bene la parabola dei talenti, allora atteniamoci ad essa.
Il talento, ossia la capacità di fare qualcosa, è un dono, ma in verità è uno dei modi per essere messo in prova dal Padrone dei talenti stessi. La parabola ci dice che colui il quale  aveva ricevuto tanto, fece fruttare ciò che gli era stato affidato e per questo fu considerato degno di far parte del Suo regno, mentre quel servo pavido che aveva ricevuto poco non fece fruttare quel poco e gli fu tolto tutto e oltretutto non fu considerato degno di far parte del regno.
Allora anziché elucubrare se è un dono o un prestito o un affido chiediamoci se li stiamo facendo fruttare oppure no. Tutto il resto è ciarpame.
Se invece non crediamo evitiamo di parlare di cose che non ci riguardano!
#157
Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 10:18:28 AM
Strana concezione del dono.

Un dono non va restituito, altrimenti non è un dono, è un debito. Il donatario può fare quello che vuole del dono.  Inoltre il dono può anche essere sgradito e quindi rifiutato: che il donatore attenda gratitudine dal donatario non è segno di altruismo, ma di egoismo.

Quindi se il talento è un dono allora valgono le stesse considerazioni.

Volendo restare nella tua logica, cioè in quella del mondo, chiamiamelo pure prestito ma se prestito è allora va restituito e oltretutto rispettato.
In ogni caso il dono non viene dal nostro mondo, venendo dal mondo spirituale l'errore più grande è interpretarlo secondo la logica umana che è stoltezza!
#158
La domanda che sorge spontanea è questa: Posto che una persona abbia dei talenti, metterli a frutto è una cosa spontanea oppure no?  La risposta è no , allora occorre scoprire la causa di questo freno all'operare degli umani.
A nulla serve, o quasi a nulla, dire a chi è bloccato che deve darsi da fare, se non viene rimossa la causa del blocco, il blocco stesso impedisce all'uomo di agire.
Qui cominciano i problemi perché se spingiamo qualcuno o noi stessi a fare ciò che sarebbe giusto senza però che lo sentiamo forse qualcosa si muove, ma non siamo ancora alla manifestazione del talento.
Occorre quindi rimuovere la causa la quale risiede dentro di noi e se è difficile accettare di fare qualcosa che non  sentiamo è ancora più difficile   mettere in discussione noi stessi. Chi non è disponibile a mettere in discussione se stesso non arriverà mai alla carità/amore per cui ciò che farà sarà inutile o quasi, oltretutto non arriverà alla Pace e dove non c'è Pace non può manifestarsi il talento.
In definitiva nell'uomo peccatore i talenti non possono manifestarsi fino a quando non si ravvede.
#159
Citazione di: sgiombo il 17 Marzo 2017, 22:56:32 PM
Citazione di: giona2068 il 17 Marzo 2017, 22:24:50 PM
Caro Sgiombo,
mettiamoci d'accordo sui termini e cioè: La legge degli uomini nelle varie materie che possono riguardarla è indispensabile, ma è irrilevante per i credenti che ci sia o meno la legge che consente l'eutanasia, perché loro non si suicideranno in ogni caso.
Quando parli di giungla in assenza di legge mi pare che ti riferisca alla legge che a riguarda il suicidio "assistito"

CitazioneMa quando mai ! ! !

Sei tu che hai scritto che (in generale, senza alcuna determinazione; e non circa il suicidio assistito, l' eutanasia, il testamento biologico, ecc.) "Il problema non è la legge degli uomini, questa che ci sia oppure no non cambia niente, né per i credenti né per i non credenti".
E io ho negato questa assurda affermazione generale sulla "legge degli uomini" (e non solo sulla legge sul testamento biologico, l' eutanasia o il suicidio assistito o "allestito"!


- meglio sarebbe chiamarlo allestito - perché parli di "noi laici e non teocratici", questo è inconcepibile perché fino ad oggi non siamo stati giungla nonostante la mancanza di legge sul suicidio "allestito".
Sarebbe in ogni caso opportuno una tua moderazione dei termini evitando le parole: fondamentalisti e/o intolleranti altrimenti finisci per essere tu un intollerante.
Hai ribadito che questo è un forum aperto a tutti, ma dal momento che siamo sotto il titolo di "Tematiche spirituali", dovresti quantomeno non meravigliarti che si parla secondo lo Spirito.
Non sono io eventualmente l'inappropriato, è più probabile che lo sia tu.
CitazioneMa quando mai per non essere tacciato di intolleranza ci si dovrebbe astenere dal valutare ed esprimere le proprie convinzioni?
"Intollerante" é l' atteggiamento di chi come te vuole imporre la propria volontà agli altri per legge "onde evitare che vadano all' inferno per la loro volontà" (e questo é ciò che comunemente viene detto "fondamentalismo").
No, guarda che (per chi non sia intollerante) anche un ateo (come io sono, per la cronaca) e perfino un materialista (quale io non sono, per la cronaca) ha tutto il diritto di parlare di "spiritualità" e di qualsiasi altra cosa; in generale e in particolare in questo forum, per fortuna!


Ma tu ci sei o ci fai?

Ti riporto l'affermazione che non riesci a capire:

" Il problema non è la legge degli uomini, questa che ci sia oppure no non cambia niente, né per i credenti né per i non credenti. Come ben sai a due passi dall'Italia si può andare a suicidarsi anche se noi non abbiamo una legge che lo permetta."

Sto dicendo in altri termini che chi decide di suicidarsi lo può fare con o senza la legge italiana che glielo permette. Sulla decisione non influisce la legge italiana perché si fa presto ad arrivare in  Svizzera! Volendo si può obiettare che costa, ma questo è un problema superabile perché le varie associazioni danno una mano.
Se tagli il discorso consegue che capisci ciò che non ho detto, il riferimento alla Svizzera è di per se esplicativo.

Intollerante è chi vuole imporre la propria volontà, d'accordo, ma ora devi spiegarmi quale potere di coercizione avrei io seduto dietro ad una tastiera nel dialogare con persone lontane da me e che non vedrò mai in faccia.
Per piacere risparmiati i termini dei quali non conosci il significato.
#160
Caro Sgiombo,
mettiamoci d'accordo sui termini e cioè: La legge degli uomini nelle varie materie che possono riguardarla è indispensabile, ma è irrilevante per i credenti che ci sia o meno la legge che consente l'eutanasia, perché loro non si suicideranno in ogni caso.
Quando parli di giungla in assenza di legge mi pare che ti riferisca alla legge che a riguarda il suicidio "assistito" - meglio sarebbe chiamarlo allestito - perché parli di "noi laici e non teocratici", questo è inconcepibile perché fino ad oggi non siamo stati giungla nonostante la mancanza di legge sul suicidio "allestito".
Sarebbe in ogni caso opportuno una tua moderazione dei termini evitando le parole: fondamentalisti e/o intolleranti altrimenti finisci per essere tu un intollerante.
Hai ribadito che questo è un forum aperto a tutti, ma dal momento che siamo sotto il titolo di "Tematiche spirituali", dovresti quantomeno non meravigliarti che si parla secondo lo Spirito.
Non sono io eventualmente l'inappropriato, è più probabile che lo sia tu.
#161
Citazione di: sgiombo il 17 Marzo 2017, 16:03:27 PM
Citazione di: giona2068 il 17 Marzo 2017, 10:27:52 AM
Per Sgiombo

Il problema non è la legge degli uomini, questa che ci sia oppure no non cambia niente, né per i credenti né per i non credenti. Come ben sai a due passi dall'Italia si può andare a suicidarsi anche se noi non abbiamo una legge che lo permetta.
La legge degli  uomini a questo riguardo altro non sarebbe che una giustificazione e come tutte le giustificazioni non risolve il problema. Voler o non vivere è una decisione talmente personale che nessuna legge, se non quella della vita stessa, può regolamentarla.
Anche se ci fosse  la legge che consente il suicidio potrei non avvalermene e viceversa.
Per non continuare a girarci attorno, dobbiamo rispondere a questa domanda: Gli umani hanno o no il diritto di togliersi la vita? La risposta è no perché non c'è nessuna legge, che non sia umana, che lo consente. Visto che il principio è che è consentito tutto ciò che non è vietato, in questo caso c'è il divieto previsto dal comandamento.
CitazioneChe ci sia  no una legge (in fatto di eutanasia, fine vita, ecc., e anche in generale, circa tante altre questioni) per me cambia moltissimo: é la differenza fra barbarie e civiltà!

E in particolare c' é una bella differenza fra la possibilità solo per chi può permetterselo di andare a procurarsi il suicido assistito in Svizzera ad alto prezzo e la possibilità per chiunque lo desideri (senza obbligare nessuno!) di ottenerlo poco lontano da da casa e senza spendere un patrimonio (che magari non si possiede; o se lo si possiede lasciandolo invece agli eredi).

Poi si capisce bene che tu personalmente poni i comandamenti (da te ritenuti) divini al di sopra di qualsiasi legge; ma questa é una tua scelta personale sulla quale non vedo come si possa discutere (una -improbabile- discussione dovrebbe vertere sul fatto di credere o meno alla tua fede religiosa).

Quello che interessa noi "laici" (o non teocratici; anche credenti!) é invece proprio la legge dello Stato (ovvero "dgli uomini"; senza la quale vigerebbe la "legge" della giungla) e che deve essere il più possibile condivisa e comunque valida erga omnes (credenti e non alla stessa maniera).

Ma cosa stai dicendo? Nessuno ha detto che delle leggi degli uomini se può fare a meno, ma noi non stiamo parlando di assenza o meno delle leggi umane bensì della vigenza o meno della legge sull'eutanasia, ossia di una solo legge e per giunta iniqua.
Anche se questa legge ad oggi non c'è non mi pare che siamo in una giungla.
La legge degli uomini che auspichi sia approvata e che abbia validità erga omnes è eventualmente una legge che consente il suicidio non che lo blocca (questo è già tutto dire), quindi  ai credenti non interessa perché non se ne avvarranno mai, anzi interessa solo perchè non vorrebbero vedere i propri fratelli andare all'inferno per la loro volontà.
In ogni caso attieniti pure alle leggi umane e vediamo se il giorno che sarà potranno  salvarti!
#162
Per Sgiombo

Il problema non è la legge degli uomini, questa che ci sia oppure no non cambia niente, né per i credenti né per i non credenti. Come ben sai a due passi dall'Italia si può andare a suicidarsi anche se noi non abbiamo una legge che lo permetta.
La legge degli  uomini a questo riguardo altro non sarebbe che una giustificazione e come tutte le giustificazioni non risolve il problema. Voler o non vivere è una decisione talmente personale che nessuna legge, se non quella della vita stessa, può regolamentarla.
Anche se ci fosse  la legge che consente il suicidio potrei non avvalermene e viceversa.
Per non continuare a girarci attorno, dobbiamo rispondere a questa domanda: Gli umani hanno o no il diritto di togliersi la vita? La risposta è no perché non c'è nessuna legge, che non sia umana, che lo consente. Visto che il principio è che è consentito tutto ciò che non è vietato, in questo caso c'è il divieto previsto dal comandamento.
#163
Citazione di: sgiombo il 16 Marzo 2017, 17:01:58 PM
Citazione di: giona2068 il 16 Marzo 2017, 16:00:57 PM
Citazione di: Eutidemo il 16 Marzo 2017, 12:27:50 PM

Il suicidio non è un tema ne complesso né delicato, è semplicemente vietato
CitazionePer la serie: "Credere, obbedire, combattere!"





Secondo te una persona che ama se stesso e il suo prossimo può uccidersi o può uccidere?
Certamente no, allora se ho l'obbligo di amarmi c'è nel contempo l'obbligo di non uccidermi. Questo qualora non ci bastasse il V comandamento.

CitazioneCertamente allora sì.
Infatti per esempio Francesco Baracca, a quanto pare, si uccise perché, dal momento che amava se stesso, volle evitarsi il supplizio di essere bruciato vivo.






Al riguardo, infatti, riferirò un aneddoto, vissuto personalmente da mio nonno nella prima guerra mondiale; un suo commilitone si gettò su una granata lanciata dagli Austriaci nel loro nido di mitragliatrici, facendone scudo col suo corpo, al fine di evitare che, esplodendo, essa potesse uccidere o ferire i suoi compagni.
Tecnicamente fu un "suicidio", perchè sia lui che mio nonno (che, a sua differenza, lo fece), si sarebbero comunque potuti salvare, abbassandosi sotto il rivellino retrostante l'affusto, mentre gli altri tre nella buca non avrebbero avuto alcuno scampo; ma non dubito affatto che quel generoso soldato, gettandosi suicidamente sulla bomba, sia andato dritto in Paradiso! (Eutidemo)


Se trovi una ragione cotanto nobile, alla prima occasione fallo anche tu.

CitazionePer quanto riguarda me (Sgiombo; non Eutidemo, col quale mi scuso per l' interferenza), vorrei avere la forza d' animo e l' altruismo per farlo, se capitasse l' occasione (ma ancor più vorrei che non mi capitasse).







Non dobbiamo confondere l'omicidio che è un gesto di odio verso se stessi, con l'atto di amore di chi offre se stesso come sacrificio vivo per salvare altri- anche gli apostoli hanno             offerto loro stessi ma per portare il Santo vangelo nel mondo. Questo è suicidio?
La vita è il tempo che ci viene dato per salvare la nostra anima, se la concludiamo anzitempo o la togliamo ad altri, facciamo un grosso sbaglio perché ci priviamo o priviamo altri del giusto tempo necessario per la salvezza stessa.
Partendo da questo presupposto la risposta non può che essere no. La nostra vita possiamo offrirla però per amore di altri perché se offriamo noi stessi per altri vuol dire che siamo arrivati all'amore. Chi è arrivato all'amore è salvo.

CitazioneNon ripeto le chiarissime argomentazioni che già Eutidemo ha svolto (a quanto pare inutilmente) per spiegare la differenza fra suicidio "altruistico" e altruistico non sottrarsi alla morte da altri arrecata.

Mi limito solo a notare che quelle che esponi sono le tue più che legittime, insindacabili  aspirazioni, che hai tutto il diritto di mettere in pratica.
Ma anche aspirazioni contrarie (quella di abbreviare le proprie sofferenze con l' eutanasia) sono altrettanto legittime e insindacabili e chiunque lo desideri (dunque non tu) dovrebbe (secondo giustizia) avere parimenti tutto il diritto di metterle in pratica.


Carissimo Sgiombo, ti faccio notare che Francesco Baracca - da te citato - non scelse fra la vita e la morte, bensì fra un tipo di morte ed un'altra. In ogni caso non poteva evitare la morte stessa.
Dici che quanto da me affermato è più che legittimo e che  è altrettanto  legittimo il contrario. Ora posta che legittimo vuol dire conforme alla legge, nel mio caso la legge sono le Sacre scritture, per chi afferma il contrario l'asserto a quale legge è conforme?
Potresti dire che è legittimo  secondo il codice delle leggi umane, ma il nostro discorso mira a stabilire propria la capacita di legiferare o meno in materia. Non possiamo cioè sviluppare una tesi avvalendoci della conclusione che fa comodo prima ancora di arrivare ad alla  conclusione stessa.
In ogni caso una legge umana ancora non c'è in Italia.
Speriamo che non venga approvata in futuro.
Personalmente, secondo il mio esperito, consiglio a tutti di non scherzare con il mondo spirituale che è terribile per chi non vuole o non può riconoscerlo.
#164
Citazione di: Eutidemo il 16 Marzo 2017, 12:27:50 PM
E' quasi inutile premettere che, quello del suicidio (assistito e non), è un tema molto delicato e complesso, che coinvolge molti aspetti, dei quali non tutti possono essere approfonditamente trattati in questa sede.

Il suicidio non è un tema ne complesso né delicato, è semplicemente vietato

Comunque, in estrema sintesi, secondo me la questione può -e deve- essere principalmente esaminata sotto il profilo "etico-religioso" e sotto quello "filosofico-razionale"; nonchè, in sede di corollario, anche sotto quello "giuridico" (soprattutto per quanto concerne il suicidio assistito).

Possiamo esaminarlo sotto tutti profili che vogliamo ma l'unico che conta è quello spirituale.
[***
ASPETTI ETICI E RELIGIOSI
Anche in tale ambito, il tema potrebbe essere approcciato da varie prospettive, perchè, sul nostro pianeta, di religioni e di morali ce ne sono tante: "Cuius regio, eius et religio" (intendendo il motto in un senso un po' più ampio, di quello della Pace di Augusta del 1555).
Ad ogni modo, per non disperdermi troppo, mi limiterò alla religione cristiana.
Al riguardo, in effetti, in nessun punto del Vangelo (e della Bibbia in generale, se non mi sbaglio) è espressamente proibito il "suicidio" in quanto tale, nè è considerato "peccato"; il suicidio di Giuda, infatti, viene deprecato non tanto in sè e per sè, ma perchè -suicidandosi- Giuda manifestò di non  credere che Gesù lo avrebbe perdonato per il suo tradimento (come invece fece Pietro, che anche lui lo aveva tradito).
Semmai, mediatamente, il divieto di suicidio dovrebbe intendersi implicito nel 5° Comandamento ( «Non uccidere»); e qui il discorso, secondo me, comincia a farsi interessante.
Ed infatti, citando Matteo 22,35-40: "... uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova:  «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» E Gesù rispose: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento.  Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti»."

Secondo te una persona che ama se stesso e il suo prossimo può uccidersi o può uccidere?
Certamente no, allora se ho l'obbligo di amarmi c'è nel contempo l'obbligo di non uccidermi. Questo qualora non ci bastasse il V comandamento.
Non so se qualcuno si è accorto che, in sostanza, Gesù, così dicendo, anticipa la distinzione che Emanuele Kant faceva tra "imperativi ipotetici" ed "imperativi categorici": i primi, in sostanza,   possono tradursi in "se vuoi A devi fare B" , i secondi in "è A che devi comunque perseguire, a prescindere da B".
Secondo la mia interpretazione della Bibbia, quindi:
- i dieci comandamenti debbono considerarsi soltanto "imperativi ipotetici" (prescrizionali);
- i due comandamenti di Gesù, invece, costituiscono i soli veri "imperativi categorici" alla realizzazione dei quali i primi sono meramente strumentali.
"Ama e fai ciò che vuoi" è una delle frasi più celebri di sant'Agostino, ispirata da San Paolo.
In effetti, anche la Chiesa Cattolica (sia pure non espressamente) aderisce a questa mia esegesi.
Al riguardo, ad esempio, ricordo soltanto la dottrina cattolica sul "Tirannicidio"; la quale, sotto tale aspetto, ritenne -e tutt'ora ritiene- l'"omicidio" addirittura un "punto in più" per guadagnarsi il Paradiso, nel caso in cui esso sia "strumentale" per ottenere un bene superiore.
Solo per citare  il più illustre teologo cattolico, Tommaso d'Aquino, costui, nel "commento alle Sentenze di Pietro Lombardo" non considera affatto peccato, bensì eccellente merito, quello di "...colui che libera il suo Paese uccidendo un tiranno."; non a caso Stauffenberg, che tentò invano di uccidere Hitler, era un fervente cattolico.
Se ne desume, quindi, che, il V comandamento (non uccidere), non costituisce affatto un imperativo "categorico", bensì uno meramente "ipotetico"; e lo stesso vale per il "suicidio", come il meno sta al più.
Al riguardo, infatti, riferirò un aneddoto, vissuto personalmente da mio nonno nella prima guerra mondiale; un suo commilitone si gettò su una granata lanciata dagli Austriaci nel loro nido di mitragliatrici, facendone scudo col suo corpo, al fine di evitare che, esplodendo, essa potesse uccidere o ferire i suoi compagni.
Tecnicamente fu un "suicidio", perchè sia lui che mio nonno (che, a sua differenza, lo fece), si sarebbero comunque potuti salvare, abbassandosi sotto il rivellino retrostante l'affusto, mentre gli altri tre nella buca non avrebbero avuto alcuno scampo; ma non dubito affatto che quel generoso soldato, gettandosi suicidamente sulla bomba, sia andato dritto in Paradiso!


Se trovi una ragione cotanto nobile, alla prima occasione fallo anche tu.

Ed infatti, Gesù disse pure:  " ....non esiste un amore così grande, come quello di chi dona la sua vita per salvare quella dei suoi amici"(Giovanni 15,13).
In altre parole, quello che conta non è l'atto in sè (omicidio, suicidio ecc.), bensì il contesto, le sue motivazioni, ed il modo e il fine per cui lo si compie!
Quello solo importa!
Premesso quanto sopra, ovviamente, questo non significa AFFATTO giustificare qualunque tipo di suicidio; ed infatti, a mio avviso tale atto può essere determinato anche da motivi, per così dire, non solo non meritori...ma addirittura disdicevoli.

Non dobbiamo confondere l'omicidio che è un gesto di odio verso se stessi, con l'atto di amore di chi offre se stesso come sacrificio vivo per salvare altri- anche gli apostoli hanno             offerto loro stessi ma per portare il Santo vangelo nel mondo. Questo è suicidio?
La vita è il tempo che ci viene dato per salvare la nostra anima, se la concludiamo anzitempo o la togliamo ad altri, facciamo un grosso sbaglio perché ci priviamo o priviamo altri del giusto tempo necessario per la salvezza stessa.
Partendo da questo presupposto la risposta non può che essere no. La nostra vita possiamo offrirla però per amore di altri perché se offriamo noi stessi per altri vuol dire che siamo arrivati all'amore. Chi è arrivato all'amore è salvo.


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Citazione di: graziashadow1 il 08 Marzo 2017, 14:21:19 PM
CitazioneSì, il puro eccelle per la sue virtù, ma secondo te se fosse pieno di desideri sarebbe puro ed eccellente?
E' anche vero che ciò che per me è sbagliato per un altro può essere giusto, ma io ti dico che entrambi siamo in errore perché se ognuno usa il proprio metro alla fine si crea discordia non essendo nessuno nella verità.
Occorre quindi abbandonare il metro di noi umani e attenersi alla legge del Signore Dio, che sono i comandamenti.
Bada bene non parliamo del giudizio sulla persona ma di quello sulle sue opere

Mah! l'ascetismo era in voga secoli fa.L'asceta dormiva sotto gli alberi ,camminava scalzo,si cibava con quello che trovava,o gli veniva offerto ,si vestiva di poco.
Sinceramente non saprei cosa passasse per la mente di queste persone,nè infine cosa cercassero o volessero dimostrare.Potrebbe essere un esempio di purezza?  :o
Non credo esista nel mondo terreno, persona così pura,ma così pura,da non avere desideri,da non cadere in tentazione neanche 1sola volta nella sua vita.Un esistenza priva di desideri è un esistenza nulla.L'onestà la sincerità,la generosità ,la bontà di cuore l'altruismo,sono virtù eccellenti quanto rare, ma soprattutto sono di questo mondo.La purezza è una chimera.Leggiamo la vita di alcuni Santi.
Non esiste alcuna verità se non  quella che può essere dimostrata e conprovata .
Non è che uno pensa ai 10Comandamenti a tutte le ore del giorno e della notte. Nel leggere alcune risposte ,ho notato che la coscienza ,buona o cattiva che sia , nel suo lato puramente umano ,non viene presa in considerazione,eppure è parte integrante di ciascuno di noi.
I 10Comandamenti sono obblighi  senza possibilità di confutazione alcuna ,chiaramente c'è sempre una scelta.
La vita pone dinanzi agli occhi situazioni e circostanze diverse tra di loro anni luce.Non si può scrivere una legge che vada bene per tutte.
Con tutto rispetto.

San Paolo dice che possiamo dare noi stessi come sacrificio vivo ma tutto sarebbe inutile se non ci fosse la carità/amore.  L'amore - quello vero - c'è quando  in noi c'è il Signore Dio che ci completa in tutto. A quel punto siamo puri - senza desideri - non perché  ci asteniamo da qualcosa ma perché il ns cuore null'altro desidera. Se il nostro cuore è senza il Signore Dio cerchiamo le cose del mondo senza mai riempirci e aggiungiamo impurità ad impurità. L'asceta che si astiene da tutto può non essere puro perché può desiderare senza realizzare i suoi desideri. In verità ti dico che se è senza desideri è nella santità e non può vivere senza essere luce per altri.
Tempo fa ho comperato una Fiat e mi è stato dato il libretto delle istruzioni identico e preciso a quello che era stato consegnato a mio cognato, cioè contenente le stesse regole perché il costruttore sa come ha costruito le vetture e di cosa hanno bisogno. Tutte le vetture di quella marca e di quel modello sono uguali e devono rispettare le stesse regole, non per il bene del costruttore ma per il bene della vettura. Idem per i comandamenti, a meno che non cerchiamo scuse per aggirarli a nostro svantaggio.
Altrimenti si diventa depressi senza accorgersene.