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Messaggi - acquario69

#151
Con tutto il rispetto Eutidemo ma questi "esperti" e tutta questa "scienza" (tipicamente moderna) per arrivare a scoprire l'acqua calda 😀

Persino la saggezza popolare ci era arrivata prima a queste conclusioni ed anzi diciamo che le conservava da sempre,in maniera innata...per via intuitiva e percio diretta.

e quanto viene spiegato "scentificamente" da questa rivista era stata gia tradotta in questo modo:
"esamina cio che vien detto,non quello che parla"

#152
Citazione di: Eutidemo il 10 Agosto 2018, 12:41:31 PM
Citazione di: acquario69 il 05 Agosto 2018, 08:29:45 AM
..allora ti consiglio di vedere anche questo video

Ciao

https://m.youtube.com/watch?v=E_HajWFSv9E

Incredibile.
Praticamente è identico alla vignetta del "manipolatore" che tempo fa ho postato su TWITTER:



Caro Eutidemo..  :)
Ce' un modo infallibile per rendersene conto e lo esprime un proverbio arabo che recita:

Onesto e' colui che accorda il proprio pensiero alla Verità.
Disonesto e' colui che accorda la Verità al proprio pensiero
#153
Tematiche Spirituali / Re:Che cos'è la Fede^
06 Agosto 2018, 15:36:45 PM
Citazione di: bobmax il 06 Agosto 2018, 15:20:28 PM
Citazione di: acquario69 il 06 Agosto 2018, 15:03:12 PM

Quando dici;

Credo tu fai riferimento a una "certezza" che pero non e' più Certezza,perche fai riferimento alle cose relative del mondo (che comprende il tempo come lo spazio) e in questa sfera sarebbe si superstizione o dogma

Ma quell E' non può a mio avviso non essere assoluto...perché non riguarda il tempo e quindi una sua durata misurabile, sia pure un solo istante di tempo...infatti come mi pare dici anche tu; non ce' (nel tempo come nello spazio) ma... E'

Sì, quel È è assoluto.

Tuttavia coincide con il Nulla.

Necessita di uno slancio da parte mia, affinché questo Essere/Nulla sia il Bene.

Nello slancio, la Certezza è assoluta.

si ma quel "nulla" non e' il nulla come abitualmente (ed erroneamente) viene inteso...quel nulla e' il principio di Tutto :)...hai presente il "vuoto" nelle concezioni taoiste?...
 
mi fermo qui
#154
Tematiche Spirituali / Re:Che cos'è la Fede^
06 Agosto 2018, 15:03:12 PM
Citazione di: bobmax il 06 Agosto 2018, 13:54:53 PM
Sì, certezza. Tuttavia che dura solo un istante.

Se durasse di più, la certezza non diventerebbe, questa sì, inevitabilmente superstizione?
Perché subito diverrebbe impellente rispondere alla domanda: "Certezza di cosa?".
E la necessità di poggiare i piedi per terra ci costringerebbe, senza neppure avvedercene, di fissare dei paletti, di provare a stabilire cosa è la Verità.

Penso anch'io che la Fede sia destinata ad estinguersi non appena raggiunto il suo scopo.
Ma il suo scopo non è forse quello di andare oltre al contingente, di superare il mondo della dissimilitudine?
E questo non implicherebbe pure la rinuncia a noi stessi? Al nostro ego?

Un distacco che, a mio parere, è senza fine in questa vita. Se si completasse, sarebbe ancora possibile vivere?

Quando dici;

CitazioneSì, certezza. Tuttavia che dura solo un istante.
Se durasse di più, la certezza non diventerebbe, questa sì, inevitabilmente superstizione?

Credo tu fai riferimento a una "certezza" che pero non e' più Certezza,perche fai riferimento alle cose relative del mondo (che comprende il tempo come lo spazio) e in questa sfera sarebbe si superstizione o dogma

Ma quell E' non può a mio avviso non essere assoluto...perché non riguarda il tempo e quindi una sua durata misurabile, sia pure un solo istante di tempo...infatti come mi pare dici anche tu; non ce' (nel tempo come nello spazio) ma... E'
#155
Tematiche Spirituali / Re:Che cos'è la Fede^
06 Agosto 2018, 13:12:15 PM
Citazione di: bobmax il 06 Agosto 2018, 12:39:05 PM
Mentre la Fede, l'unica autentica Fede, può essere solo verso ciò che non c'è. Fede in ciò che non potrà mai esserci, proprio perché è.

A quel punto quell' E' non sarebbe certezza? (e secondo me lo e')  
potrei sbagliarmi ma la fede mi sembra qualcosa che sta un gradino sotto ..qualcosa che assomiglia più a una "speranza"o appunto ad essere proprio quella una superstizione,qualcosa che rimane ancora vincolato alle contingenze, alle cose umane, con tutte le derive e le distinzioni che ne possono direi inevitabilmente conseguire (vedi religioni o peggio alla deriva di una certa psicologia)

mentre la certezza, essendo assoluta, la trascende definitivamente
#156
..allora ti consiglio di vedere anche questo video

Ciao

https://m.youtube.com/watch?v=E_HajWFSv9E
#157
(Un grazie a Enrica Perucchietti, che ha scoperto questo):
"E' così che si distrugge la reputazione di un giornalista scomodo: il 28 luglio alle 16:37 (cioè soltanto ieri, "casualmente" nel pieno della discussione per la sua nomina alla presidenza RAI!) è stata modificata la pagina wikipedia di Marcello Foa

https://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Foa

aggiungendo la sezione "Controversie" (prima inesistente, basta controllare la cronologia che riporto qui sotto) in cui viene denigrato come un "complottista" per aver sostenuto l'esistenza di false flag e per aver parlato della teoria gender (che viene liquidata come una "teoria del complotto nata nell'ambito ecclesiastico negli anni '90").Ergo gli "studi di genere" per coloro che hanno modificato il profilo wikipedia di Foa NON solo non esistono ma sono becero cospirazionismo. Ditelo al National Geographic che ci ha dedicato una copertina, ditelo a tutti quei docenti che sono stati insigniti di una cattedra sul tema, ditelo ai produttori di trasmissioni, reality, serie TV e film che ne parlano!
Un grande nome viene in queste ore infangato perché ha osato esprimere posizioni al di fuori del pensiero unico dominante. Ma non dovrebbe essere anche questo il ruolo di un grande giornalista, ossia quello di "scavare" e portare al grande pubblico tematiche che i potenti vogliono tenere nascoste?
Il pensiero critico e l'informazione alternativa ai media mainstream oggi vengono perseguitati per silenziare il dissenso.
Non sono questi i metodi dei sistemi totalitari che si ammantano di slogan politicamente corretti e perseguitano con violenza chi non si piega ai loro diktat?

State attenti a chi non vuole che esprimiate la vostra coscienza critica ma che vi vuole passivi alla loro volontà; ne vale del vostro e del nostro futuro."
(Enrica Perucchietti)

Winstons Smith al lavoro: cambiare le informazioni per il Ministero della Verità (oggi RAI)

Con questo, il PD ricalca  Orwell nella forma più pura: anche in 1984, il protagonista Winston Smith lavora al Ministero della Verità. E il suo lavoro "consisteva nel correggere articoli o notizie pubblicate anche anni prima che non collimavano più con la linea politica attuale dettata dal Grande Fratello. Una volta apportate le rettifiche, il numero del giornale,della rivista o del libro veniva ristampato e la vecchia copia assieme ad ogni traccia dell'avvenuta correzione era gettata in feritoie ubicate in ogni parte dell'edificio ministeriale e soprannominate buchi della memoria dove le fiamme la distruggevano. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato...La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva"  (Cesare Allara)

Fonte
https://www.maurizioblondet.it/una-manina-ha-operato-un-inserto-su-wikipedia-per-denigrare-marcello-foa/
#158
Ops...Una trentina di anni..e non venti
#159
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
31 Luglio 2018, 08:54:26 AM
il non-luogo... o della surmodernità 

I non-luoghi sono definiti, in contrapposizione ai luoghi, come spazi che hanno come caratteristica quella di non essere identitari, relazionali, storici. Nel senso che non generano identità tra i loro frequentatori, sono fruiti in solitudine, non hanno collegamento con il passato inteso come vincolo storico di un paese o di una comunità. 
Esempi di non-luoghi ce ne sono moltissimi ma i centri commerciali sono i più evidenti e paradigmatici. 
I centri commerciali sono degli spazi in cui singoli individui si incontrano senza creare una particolare affinità, senza entrare in relazione, senza che ci siano dei collegamenti con il passato, ma anche con l'esterno. 
Sono il frutto di quell'individualismo solitario di massa, basato sul frammentario, sul provvisorio, sul passeggero. Rappresentano secondo Augè quella società che lui definisce della surmodernità. 
Sono dei mondi fruibili in un presente immobile, atemporale, privo di modificazioni reali che ci distrarrebbero dallo scopo per cui sono stati pensati: consumare compulsivamente. 
Non solo di nascita di non-luoghi bisogna parlare ma di come molti luoghi si stanno trasformando in non-luoghi. 
Questa trasformazione di luoghi in non-luoghi è ben più carica di conseguenze negative della nascita di nuovi non-luoghi. 
Un luogo può ben essere rappresentato da una città (o da un suo quartiere) come noi la conosciamo. Un'entità circoscritta geograficamente ma connessa con luoghi limitrofi collegati tra loro, carica di relazioni di tipo diverso: economiche, commerciali, sociali. 

- Un luogo può lentamente essere trasformato in un non-luogo. 

Basta svuotarlo progressivamente dei suoi significati molteplici e stratificati e puntare solo su uno di questi. Così un quartiere del Centro può diventare solo un contenitore di uffici. I bar, i ristoranti, i negozi si adeguano rimanendo aperti solo in certi orari, in certi giorni, si specializzano vendendo solo certe merci e i cittadini, ivi residenti, migrano verso le periferie residenziali spopolandoli. Così un luogo, un quartiere del centro, vitale proprio perché pieno di molteplici significati si trasforma in un non-luogo: un quartiere direzionale in cui l'unico significato è l'ambito lavorativo. Anche i cittadini, che prima erano presenti, vengono sostituiti da non-cittadini, gli impiegati del neonato Centro Direzionale che non vivono il luogo, ma semplicemente lo calpestano trovandocisi. 
Ma quali caratteristiche ha un luogo trasformato in non-luogo? E quali conseguenze porta tale trasformazione?
Un non-luogo viene non-vissuto da non-cittadini Un non-luogo, come dicevo, ha un solo significato, quello affaristico per il Centro Direzionale che ho utilizzato per l'esempio di poco sopra, oppure quello economico per un Centro Commerciale o quello estetico per un Centro Fitness. Per questo un non-luogo non viene vissuto da cittadini ma usato o fruito da consumatori. Da questo punto di vista anche un quartiere residenziale periferico ha le stesse caratteristiche degli altri non-luoghi descritti: il non-cittadino lo raggiunge solo per dormirci. Lo usa come un consumatore, usufruisce di un servizio acquisendo un diritto di asilo permanente (se acquista una casa) o temporaneo (se è in affitto), come quando in un'altra città affitta una stanza in un albergo.
 
- Un non-luogo viene non-frequentato da non-visitatori 

Un non-luogo è dunque non-frequentato da non-visitatori, distratti fruitori disinteressati, che se ne fregano di creare un legame (non-frequentano appunto) con il non-luogo se non attraverso la dialettica temporanea, frammentaria, solitaria, provvisoria del "io compro tu vendi". 

- I non-visitatori spendono non-denaro nelle molte non-attività commerciali
 
Questi distratti fruitori acquistano con del non-denaro (privo di valore perché non genera ricchezza) merci tutte uguali stipate in negozi che costituiscono delle non-attività commerciali. I negozianti trasformati in semplici gestori di loghi trasformano i loro negozi in non-negozi, dove la merce venduta si trasforma in non-merce e ciò che si acquista è la griffe. 

- Il non-denaro genera non-ricchezza 

Il non-denaro genera non-ricchezza perché il non-visitatore è responsabile di un costo superiore rispetto a quello che ha comprato. La ricchezza generata dall'acquisto di un gelato, ad esempio, è azzerata e resa negativa dalle cartacce e dal cono spiaccicato che l'acquirente ha lasciato per la strada (e che vanno rimossi), dalla quantità di monossido di carbonio che ha riversato nell'atmosfera per giungere al non-luogo e trovare parcheggio e così via.
 
- La non-ricchezza procura non-benessere e non-qualità della non-vita 

La presunta ricchezza del quartiere o della città trasformati in non-luogo generata dalle attività commerciali non produce benessere per la collettività residuale che invece ne sopporta i costi e il degrado. 

- Un non-luogo viene amministrato da un non-governo cui si contrappone una non-opposizione
 
Per amministrare un non-luogo è necessario un non-governo perché ciò che deve essere assicurato non è tanto lo sviluppo ed il benessere della cittadinanza (quella rimasta e che si assottiglia sempre di più, ha sempre meno potere decisionale) quanto la configurazione del non-luogo in modo che possa attirare i non-visitatori. Complementare al non-governo è la non-opposizione che serve per dimostrare unicamente l'esistenza di una dialettica di tipo democratico che non c'è più. La non-opposizione spalleggia nel processo di trasformazione il non-governo, proponendo modelli identici al massimo raggiungibili con modalità diverse. 

- Un non-governo non-sceglie 

Un non-governo fa scelte che vanno nella direzione della trasformazione (dunque non-sceglie), delibera di compiere opere di pura superficialità che hanno come scopo la creazione di un packaging invitante per i non-visitatori, riscuotendo tasse sempre più esose, trasformate in non- tasse perché sempre meno utili per i cittadini (residui), visto che sono utilizzate al solo scopo di trasformare il luogo in non-luogo. 
A questo punto ci troviamo in questa situazione: 
siamo diventati (ammesso che abitiamo ancora nel quartiere trasformato in non-luogo) non-cittadini che non-vivono un non- luogo preso d'assalto da non-visitatori che con il loro non- denaro acquistano in non-negozi delle non-merci. Queste attività producono non-ricchezza che genera non-benessere. Tutto questo non- processo è guidato da un non-governo che non-sceglie coadiuvato da una non-opposizione che si non-oppone. 

- Siamo costretti alla fine a vivere una non-vita. 

Questo è il vero problema della continua trasformazione di luoghi carichi di significato e di relazioni molteplici in non-luoghi: contribuire ad allargare le zone plastificate, nullificate, annientate, prive di senso (se non quello mercantile). Le estreme pessimistiche conseguenze di questa estensione di non-senso sono le stesse che producono l'idea globalizzata della necessità di un governo mondiale che legiferi su tutto il Globo. Un unico enorme Stato mondiale....popolata da non-persone (corsivo sottolineato mio) 

Vivendo nei non-luoghi 

La definizione di non-luogo fu coniata quindici anni fa, dall'antropologo Marc Augè, che in un suo libro parlava di questa nuova categoria della realtà. Ma cosa sono i non-luoghi? 
Un non-luogo è, ad esempio, un ipermercato. Di ipermercati, tutti grandi ed immensi, sono piene le nostre città. Sorgono come funghi ed al loro interno possiamo trovare negozi di ogni tipo: ristoranti, cinema, bowling. Ecco... un ipermercato, è un non-luogo che contiene tanti non-luoghi. E perché sono non-luoghi? Augè li definisce tali poiché, ad occhio distratto, non possiamo certo capire se ci troviamo ad esempio in un ipermercato romano oppure in uno francese. Un non-luogo non ha tratti distintivi, un non-luogo assomiglia "terribilmente"a tutti gli altri non-luoghi presenti sul pianeta. Un non-luogo è la perdita della nostra identità, per sostituirla con un'altra: inesistente, fredda, non-viva. 
Siamo immersi nel non-luogo e nel non-vita. 
Oggi decido di recarmi nel grande ipermercato che hanno appena aperto e, come tutti gli immensi ipermercati che nascono, dicono che sia il più grande di Europa. Prendo la mia macchina, non-luogo per eccellenza, che per essere sempre più morta e impedirmi di comunicare con l'esterno è accessoriata con l'aria condizionata ed i vetri oscurati.  
Mi infilo nell'autostrada, non-strada per eccellenza  e mi trovo in mezzo ad un traffico allucinante, situazione non-di merda ma di più, dove oltre ad esaurirmi e rovinarmi la giornata, dimentico di avere le gambe per camminare, dei polmoni per respirare e l'inutile parco vicino casa mia, che presto sarà distrutto per costruire l'ipermercato più grande del mitteleuropeo. 
Arrivato finalmente a destinazione, sono pronto a camminare per ore in questo posto chiuso, condizionato, con la musica a palla, vedendo quei vestiti tutti in serie, quelle facce tutte uguali. Dopo essermi stremato dalla fatica, tornerò a casa, mi rimetterò nel mio non-mezzo, mi ributterò in quella non-merda ma super-merda di traffico, e la sera sarò pronto per consumare i miei non-cibi acquistati nel non-mercato di quel non-luogo. 
Questa è la simpatica situazione che milioni di persone scelgono (!) di vivere tutti i fine settimana della loro vita. Ma gli esempi dei non-luoghi sono veramente numerosi: perché non parlare di coloro che scelgono di andare su un'isola del Pacifico soggiornando, però, in un villaggio turistico italiano, dove tutti parlano italiano, e (naturalmente!!) mangiano anche italiano. Questo è un bell'esempio di non-vacanza! 
Insomma, per farla breve, ricominciamo a frequentare i luoghi. Che siano i mercati rionali, che siano gli stadi, che siano i parchi, che siano i bar di quartiere, che siano gli autobus puzzolenti di Roma. Cribbio!!! Facciamo qualcosa...... Proviamo a disegnare, cucinare, cantare, spazzare senza l'odioso folletto made in china di mia madre. Impariamo di nuovo i nostri dialetti. .... 

Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=20357 
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=13772 
#160
CitazioneSi possono percorrere milioni di Km senza scalfire la superficialità dei luoghi. Il vero senso del viaggio sta nell'ascoltare storie.


quante' vero!  :)

...era la vigilia di un capodanno (98-99)io,una ventina di anni scarsi  .. mi ero già da tempo organizzato con i miei amici, non sapevo nemmeno bene io dove, ma tanto mi bastava, ripensando a come avevamo trascorso bene insieme il capodanno passato.
Il giorno prima pero un altro mio carissimo amico, parecchio più grande di me, passa a salutarmi dove lavoravo e mi disse di venirmi a trovare il giorno della vigilia per un brindisi di buon augurio.
Naturalmente ci andai, poche ore prima di mezzanotte e lo trovai in compagnia di un suo vicino di casa,che non avevo ancora mai visto, un signore avanti con gli anni, che stavano preparando insieme un tipico primo piatto siciliano "pasta co l'anciovi e muddica"  :) (il signore era appunto siciliano)
Naturalmente mi invitarono a rimanere...dissi di no,che avevo già preso impegni eccetera...poi pero mi dissero almeno di assaggiare....e cosi finii per rimanere con loro, certo pure del fatto che con i miei amici non avrei avuto nessun problema per questo cambio di programma.

Questo signore comincio a raccontarci la sua vita,le sue esperienze nel suo lungo mestiere di marinaio, da quando era molto giovane,di tutte le sue avventure, quelle più strane e particolari che quel tipo di lavoro sicuramente gli aveva concesso, dei posti che frequento' in tutto il mondo..(quando ancora era possibile notare le differenze da un luogo a un altro, di genti e culture diverse..quando insomma cerano i luoghi, poi sempre più rimpiazzati dai nullificanti non-luoghi)


Me lo ricordo ancora come il più bel capodanno della mia vita...era davvero come se avessi viaggiato per migliaia di km, senza muovermi..."un viaggio" che fini' per arricchirmi come non mai.
#161
Citazione di: Lou il 30 Luglio 2018, 01:24:34 AM
Il problema, forse, è che "me stesso" è il remoto, l'alterità, banalmente, ma non troppo, sono io, declinato al - "tu sei sei sempre stato un altro" - al tu si innichilisce l'io.

Non mi e' chiaro quello che hai voluto dire (come del resto e' molto probabile che non dev'essere altrettanto chiaro quello che ho scritto io e magari anche quello che sto per scrivere ora :) )

Comunque visto che mi pare lo accenni in qualche modo,faccio una mia libera riflessione personale sull'identità e/o plurale sulle identità' 

credo che l'identita sia possibile attraverso la relazione...cioe si manifesta attraverso l'altro (altro da me) inscindibilmente.
quindi a sua volta una relazione per potersi realizzare necessita di identità.
Pensare di,come si e' visto succedere sempre più spesso,che le identità debbano essere annulate e/o omologate, che e' più o meno simile...della serie; .."siamo tutti uguali/non ci devono essere più differenze" ..non può semplicemente esistere e gioco forza non si potrà mai avere relazione alcuna ma evidentemente solo annichilamento (tenendo presente che annichilire e' pero cosa completamente diversa da estinzione, di cui ho fatto cenno nell'altro post)...e inoltre vi si cela dietro un autentico dispotismo mascherato per giunta da "buone intenzioni")

allo stesso modo dell'ama il prossimo tuo..senza pero considerare le identità..ossia il come te stesso.
#162
secondo me e dal mio punto di vista Il "succo" e gli "incastri" del discorso sarebbe questo:

"Ma se io (per prima) non amo me stesso, come posso mai riuscire davvero (poi) ad amare il prossimo?"...e' del tutto impossibile! 
e' evidente allora che dire soltanto "ama il prossimo" equivale a niente ...ed anzi molto più facile, direi piuttosto inevitabile che si trasforma in qualcosa di distorto ..."ma io intuisco il vostro altruismo" dice a ragione Nietzsche.

E tornando all'amore di se stessi, questo, per essere tale,dovrebbe..e ancora prima delle due fasi successive descritte sopra.. appunto coincidere con l'amore di Dio (quando Nietzsche dice: "l'amore di se e' quello più remoto e lontano")... che in altri termini sarebbe l'estinzione dell'io
#163
E quali sarebbero gli insulsi pregiudizi che avresti notato nell'articolo di Marcello Veneziani ?

E tu jacopus cosa ne sai veramente di Dottrina cattolica o Tradizioni Spirituali da ateo quale dici di essere?

E chi ti dice che le persone che abitano nei paesini di montagna debbano a tuo insindacabile (pre)giudizio risultare gretti e di mentalità ristretta?
#164
Citazione di: Phil il 27 Luglio 2018, 12:27:11 PM
Secondo me, si potrebbe anche pensare alla democrazia senza considerare inscindibili la libertà d'opinione/espressione e la partecipazione attiva alla vita politica, ovvero il voto: per quanto suoni impopolare, una scelta basata sulla quantità, non è sempre sinonimo di qualità; se riteniamo giusto tener buona la maggioranza popolare, facendola sentire importante e decisiva, allora non ha senso restare poi sconsolati se il suo atteggiamento manca di lungimiranza, capacità d'analisi e saggezza decisionale. Il dazio da pagare per il quieto vivere nazionale, è accettare che la maggioranza decida chi ne possa meglio rappresentare ambizioni, ansie e speranze (e la classe politica lo ha capito da tempo...).

Il rapporto fra guerre e democrazia, mi ha fatto venire in mente l'Europa, e il perché l'identità europea risulti talvolta forzata, quasi artificiosa o percepita solo formalmente: manca una narrativa classica unificante (la storia recente europea è antiunitaria, e ripensare ai tempi del medioevo non giova abbastanza); la comunità europea non è nata da uno sforzo umano di sangue (conflitti, vittime, etc,), ma da un accordo economico a tavolino. Per questo l'Europa viene percepita da alcuni dei suoi abitanti, più che come una identità storico-culturale, come l'organizzazione economica dei fondi comunitari da spartire, del libero mercato, dei viaggi low cost senza passaporto... è come stare in un campus universitario: convivono differenti culture, differenti nazionalità, differenti orientamenti, magari ci si trova bene e ci sono dei vantaggi, ma non tutti ci si sentono "a casa".

..e le nuove generazioni dei millenians non lo avvertono manco più...a loro ci pensa l'europa "democratica"
http://www.ilnodogordiano.it/?p=16118
#165
Citazione di: Jacopus il 27 Luglio 2018, 00:27:01 AM
Personalmente non credo alle democrazie dirette. Almeno allo stato attuale delle cose. Viviamo in una società estremamente complessa.

Hai ragione, infatti allo stato attuale delle cose e' praticamente impossibile...il punto secondo me non e' tanto quello di provare a modificare un modello già esistente,foss'anche nell'ipotesi pressoché vana di migliorarlo o di illudersi che possano esistere per questo strumenti idonei di adeguamento.

(come se la correzione di un errore possa cambiare la sua intrinseca natura..l'errore rimane errore ed e' al quanto dannoso oltreché inutile rimanerci al suo interno, oppure, che e' piu o meno la stessa cosa, come se dovessimo assurdamente adeguarci all'errore stesso,anziche eliminarlo di sana pianta)

Il punto dicevo sarebbe proprio quello della sua completa eliminazione e per questo vi sarebbe innanzitutto la necessita di una "nuova" visione del mondo e che perciò riguarda in primo luogo le nostre stesse coscienze...era forse...l'oltre uomo cui faceva riferimento Nietsche?..

Citazione
Sfido chiunque a informarsi in modo continuativo e completo su tutti gli argomenti del vivere civile nelle società attuali.
Chi vi dice questo mente spudoratamente, probabilmente cercando di ottenere l'appoggio delle masse per i soliti giochini demagogici.


non so a cosa - o a chi - fai riferimento (Casaleggio e i 5stelle?)
In effetti qui si cela a mio avviso il pericolo più grande...la versione di una democrazia (pseudo) diretta in chiave iper-tecnologica e post-umana (!)...qui si tira in ballo il controllo piu totale e totalizzante che possa mai esistere...(probabilmente il punto più basso di quella discesa che dicevo nel post precedente)
..e In questo caso sarebbe invece l'ultimo uomo