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Messaggi - PhyroSphera

#151
Rispondo al messaggio visibile, oltre che qui sopra, al seguente link:
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/dati-odierni-su-anticristiani-e-cristianofobia-stato-della-cultura-e-politica/msg95847/#msg95847

La presunzione può accecare anche chi si dedica alla filosofia ed è questo il tuo caso. Ci sono testi che confermano quello che ho scritto su Marx e Nietzsche. C'è anche la vostra e non solo vostra mistificazione; e c'è anche il tentativo di perseguitare come se niente stesse accadendo.
L'islam prevede di dare onore ai santi cristiani e l'ebraismo è in relazione non ostile al cristianesimo, i litigi tra credenti accadono in condizioni diverse da quel che voialtri presumete. E' facile capire che dentro l'Occidente si era scatenata una violenza immane contro cristianesimo e religioni ed anche che la dittatura atea e l'avversione al Cristo sono ancora attive, sia altrove che da noi. I politici democristiani lo raccontavano spesso descrivendo le loro passeggiate per strada. Non si trova alcunché di diverso oggi, anzi un inasprimento degli odi ingiustificati e dei distrattissimi errori di valutazione. Esistono anche le pseudoreligiosità, questo lo ho scritto chiaramente e lo ribadisco, ma non con tutto le riuscite possibili. Allora bisogna concentrarsi su queste invece di negare l'ingiusta e ignobile violenza contro la religione ed in particolare contro la cristianità... senza fare brutti scherzi coi testi filosofici degli oppressori.

MAURO PASTORE
#152
Avevo inviato un testo che era solo una bozza malridotta, che poi ho emendato e riempito con opportune espressioni.

Avendo ricevuto tentativi di analisi sul mio conto a causa dei messaggi qui su questo forum, specifico per questo caso che se uno volesse farne di seri di tentativi, sarebbe portato a misurare gli effetti della sporcizia assai irritante che avevo rimosso da un luogo prima di iniziare a scrivere il mio messaggio per la discussione qui. Non si troverebbe a comporre un ritrattino di persona e relativi guai. Oltretutto in presenza di possibili o reali invadenze non si ha voglia di sbagliare secondo il proprio stile... A volte i colpevoli devono ritrovare sé stessi nei ritratti che vorrebbero fare dei presunti nemici - ciò vale anche di più per altri casi.

I lettori di buona volontà capitati prima del rifacimento del testo, abbiano pazienza se interessati, rileggano attentamente.

Nel titolo, prima di 'Stato' ci doveva essere un punto (ora è scaduto il tempo concesso dal sito per le modifiche).


MAURO PASTORE
#153
E' apparso un articolo davvero notevole su Settimana News, periodico religioso, circa l'avversione alla fede e religione cristiana:

https://www.settimananews.it/chiesa/persecuzioni-versus-cristianofobia/

La conclusione dell'articolo è del tutto necessaria.
L'elenco comprende fatti di varia e diversa natura. Divieti di possedere la Bibbia, di convertirsi, di riunirsi; reazioni politiche ad azioni politiche; semplici statistiche di soggetti che ricevono torto essendo di religione cristiana, senza specificare se sia proprio questa la motivazione del torto. Il caso della Corea del Nord col divieto di credere è il più estremo: benché sia presente nella Costituzione l'affermazione della libertà di credo, risulta strenuamente difeso l'ateismo e il socialismo di Stato. Il caso dell'Occidente è descritto assai vagamente.
La conclusione dell'articolo è necessaria perché l'elencazione non dà conto delle questioni e contese in campo e della eventuale condotta inaccettabile dei cristiani, dei quali manca una definizione sufficiente: sedicenti cristiani, riconosciuti tali, ritenuti tali? Cristiani, quando? Anche mentre ricevevano torto? I torti davvero a motivazione della fede, o di una convinzione sbagliata sulla propria fede in Cristo? o nell'illusione di averla, questa fede?
Non è impossibile capirci qualcosa, se si considera che la religione non si basa su un 'fai da te' ma è un vissuto psicologico, sociale, un bisogno dell'umanità... ma esistono inganni restanti circa le identità religiose.

La cultura in Occidente ha vissuto degli eventi indicativi. Lo stigma dato da Marx, riassumibile nella celebre frase 'la religione è l'oppio dei popoli' e la maledizione data da Nietzsche, che attribuiva al cristianesimo di essere direttamente mortifero se non assurdamente moribondo, hanno avuto delle continuazioni storiche. La distrazione dalla materia accusata dai marxisti non è una invenzione ma sarebbe da accostare alla negazione dello spirito imputata da altri filosofi, soprattutto sarebbe da riferire ai reali colpevoli. La religione è di per sé rivolta al mondo, non potrebbe essere veramente oblio della materia. La sentenza di Nietzsche è contraddicibile notando che egli non aveva colto funzioni e valori allegorici delle rappresentazioni del negativo presenti nella cristianità. Il crocifisso è segno di altro, così pure le raffigurazioni tradizionali del demonio.
Finché si attribuisce a Marx il merito di aver destato l'attenzione per le condizioni materiali e a Nietzsche quello di essersi appellato alla vita, tutto bene a patto di trovare i giusti destinatari dei loro messaggi definendone limiti e caratteristiche; ma certi riferimenti attuati dai due, obiettivi centrali della loro polemica, erano sbagliati.
Il primo portava avanti uno schema che attribuiva le ristrettezze materiali del mondo a una classe sociale, la borghesia. In realtà si trattò di uno specchio che ritraeva la rabbia e follia di quelli che lo usavano volontariamente. Per chi indagasse sulle ragioni di mancanze e travagli tutto diventa chiaro. L'industria occidentale nasceva in situazioni difficili, difficile era stata ed era la vicenda europea. Anche a supporli malvagi, va ammesso che i nobili non erano nella situazione di togliere i beni di necessità ai contadini, perché avevano conoscenze ed erano in pochi; e i borghesi non avevano il controllo di alcunché di decisivo. Si viene da una situazione grave, non da un dominio borghese. Ma la dialettica hegeliana rovesciata da Marx creava illusioni in chi non capiva i limiti della ridotta considerazione presente in essa e della ambiguità dello stesso rovesciamento attuato. Inoltre il modo usato da Marx ed Engels per chiamare in causa proletari e borghesi era sbagliato: si creava un cliché e delle etichette in gran parte fasulle.
Riguardo al vitalismo di Nietzsche, a essere formidabile smentita delle sue attribuzioni anticristiane sono scienza e storia. Lo psicoanalista C. G. Jung (Jung era anche questo) notava che l'autore de "L'Anticristo" alle prese con la religione cristiana era un positivista: valutava i fatti come se si potesse fare deduzioni immediate sempre. La vicenda cristiana è un po' occulta. La "connotazione omosessuale", studiata a proposito della cristianità dalla psicologia che valuta i problemi connessi con la volontà di potenza (tale volontà è realmente un'istanza psichica, accertata scientificamente), è attribuibile e attribuita a una condizione esterna non interna al cristianesimo, oltretutto essendo riferibile a gruppi di individui, non alla intera collettività; la repressione sessuale è da riferirsi a tendenze sociali dissipatorie, a mancati veri obiettivi - il vero motto cattolico e cristiano è "tutto è puro per i puri".
Inutile enumerare le guerre cristiane senza descrivere i fatti degli altri. Deprecare le Crociate? Ma cosa accadeva nell'islam, nel frattempo?
In poco, si può dire tutto con la scienza psicologica della religione e un semplice racconto storico. Il simbolo di Cristo è un simbolo di vita, attraverso segno opposto, dunque non si può applicare ai cristiani il dubbio che fa leva sul dilemma tra Eros e Tanatos. La storia cristiana iniziò entro un immenso vuoto di effettivi poteri e facoltà, lo scenario biblico è eloquente ma c'è anche la storiografia con le sue fonti dirette: il potere romano era in una crisi gravissima, quello ellenista al tramonto e l'umanità non aveva più risorse in sé.
Si può affermare che Marx si era reso un estraneo mentre contrastava lo stato della religione e Nietzsche un alieno mentre malediva il cristianesimo. Queste loro posizioni non trovano posto nel vero quadro culturale occidentale.

Certo, esistono gli inganni; tuttavia la dimensione religiosa ha delle prerogative, modera la violenza dei colpevoli, rende i litigi minimamente sinceri, anche tra credenti, pone la politica a fronte di evidenze ed impellenze.
L'articolo che ho citato accludendo il link distingue assai validamente ciò che è solo fobia da ciò che è proprio 'anti'. Azioni anticristiane sono diffuse in politiche dittatoriali, la cristianofobia è diffusa nelle democrazie. Distinguere conduce a difendere le democrazie, ad accorgersi se stia accadendo qualcos'altro. C'è pure la menzione dell'anarchia intesa quale vuoto e assenza di potere politico, non quale forma politica di mediazione e non direttività. Essa è fattore di rischio e occasione per l'avversione contro i cristiani.


MAURO PASTORE
#154
Citazione di: Visechi il 04 Dicembre 2024, 21:53:03 PMVersaci il tuo miele perché ci riconforti!

anche questa è una traduzione, tutto va bene per messieur.


Questa sarebbe una versione, non una traduzione, perché volendo tentare di replicare l'arte dell'Autore si dovrebbe usare sarcasmo. Se ci scrivi "miele" ci devi mettere il sarcasmo o altrimenti non puoi sperare di restare nel messaggio originale.

/ Mi ero alterato nel mio messaggio di risposta a 'Visechi' per dei motivi seri, perché in alcuni ambienti profittano dei discorsi sulla poesia per contrabbandare sciocchezze.
Quindi la dissezione 'psicoanalitica' fatta da Visechi (non solo in questa discussione) è del tutto sbagliata. Non bisogna presumere di sapere i fatti solo per un calcolo psicologico, peraltro soggettivo, su delle associazioni, quindi non bisogna credere di intendere i fatti sulla base di questo calcolo (errore doppio!), infine non bisogna istituire un nefasto gioco di rimandi, un ping pong con la pallina avvelenata per così dire, tra astrazione isolata dall'evento reale e simulazione sbagliata dell'evento stesso.
C'è chi è morto per questa presuntuosa saccenteria, essa alberga nelle Sanità del mondo dove sono impiegate morfina (per analgesico, teoricamente) e veleni (con funzione anticancro, teoricamente) e in mezzo a tanta falsa psicologia e inganni antipsicologici. Lo stesso poeta Charles Baudelaire era stato maltrattato, trattato da morto quando era ancora vivo e non si fu certi che non avessero inventato qualcosa circa la sua dipartita dal mondo. La sua raccolta di poesie è demonologica, cioè va valutata con prudenza nei confronti delle insidie del mondo anche se l'Autore era spregiudicato e ardito. Dispiace che la cultura come pure le sanità sono ipnotizzate dalla dimensione neurologica degli scritti di Freud e ignari che essi non offrono da sé stessi niente di buono alla vera comprensione psicologica. Nella Francia di Ch. Baudelaire impazzavano le teoresi, non vere teorie e neanche scientifiche, degli eredi della fantasia illuministica (non proprio: illuminista) dell'homme-machine e Freud in Austria era soltanto uno di quelli che si era spuntata l'ingiusta arma. Certo era un ricercatore interdisciplinare geniale, un vero uomo di scienza, ma spesso e fino in ultimo ribelle al proprio còmpito, assegnatogli dalla psichiatria. Le sue intellezioni senza un'altra, esterna inquadratura, sono mefistofeliche e per nulla sane. Tale pessimo spirito - certo Goethe non lo aveva accolto, altrimenti non sarebbe stato l'Autore del Faust - non cessa di dimorare e diffondersi nei discorsi sull'arte e in verità un po' dovunque: da Sofocle, passando anche per Baudelaire.


MAURO PASTORE
#155
Ultimamente su Rai Uno da Gigi Marzullo psichiatria e psicologia, rispettivamente con suicidologia e profili personali.

Un medico psichiatra che si confessava assieme a tanti suoi colleghi, ammettendo di essersi intromesso fin dentro le case per diagnosi e cure e specificando che còmpito del medico non è occuparsi di suicidi ma di quanto dietro ad essi, senza però aggiungere con sufficiente chiarezza che dietro vi potrebbe essere tutt'altro che un oggetto di interesse medico.

Una psicologa che affermava di non esserci sempre possibilità di ricorrere alla psicoterapia al posto degli psicofarmaci, dipendendo la cosa dal "profilo" della persona... senza spiegare a tutti cosa precisamente intendesse e soprattutto senza specificare (forse ignorandolo) che si può agire su profilazione personale e Sé sociale.

Sullo sfondo, emarginati: filosofi ed assistenti sociali.
Definire una impossibilità e ricorrere alla farmacologia ignorando l'opportunità dell'approccio sociologico, dando di fatto l'idea criminale che alcune persone siano adatte ai drogaggi ed altre a benefici percorsi psicoterapeutici; manifestare ambigui interessamenti al destino altrui, come se il medico potesse fare da consulente in merito a scelte ragionate e decisioni impulsive, tutto questo è una aberrazione che si spiega così:
- non si vuole ammettere, del tutto o in parte, che neppure le discipline logico-scientifiche, anche quelle non rigorose perché scarsamente connotabili come la "suicidologia" (di nuova formazione, proprio in Italia), sono in sé stesse mediche, bensì possono essere utilizzate dal medico ma rispettando i propri limiti e quelli delle discipline stesse;
- non si vuol comprendere, completamente o parzialmente, che la psicologia non va utilizzata in competizione e ad esclusione delle altre rigorose discipline scientifico-logiche, quali la sociologia, giacché una tale apertura consente anche di continuare coi metodi e le prassi psicologiche, senza alcuna necessità di abbandonare il prossimo a rimedi insufficienti e limitanti.

Si tratta di pensare la dimensione della tecnica in distinzione da quella scientifica; la medicina è tutta interna alla prima, la psicologia invece è interna alla seconda ma la psicoterapia appartiene anch'essa alla prima. Quindi si tratta di non assolutizzare le logiche scientifiche - senza sopravvalutare e fraintendere multidisciplinarità e interdisciplinarità e utilizzandole per evitare il corto circuito tra una applicazione tecnica e la scienza da cui essa deriva.
In pratica: collaborazioni scientifiche senza confusioni scientiste, limitazioni all'intervento medico e rimedi medici appropriati, in corrispondenza coi problemi da risolvere.

N. B.
Non c'è dubbio che se correttamente intese suicidologia e profili personali sono riferimenti utili, che possono distruggere i pregiudizi e le prevenzioni anziché favorirne.


MAURO PASTORE
#156
Citazione di: daniele22 il 28 Gennaio 2025, 10:05:58 AM
La mia non è una regola, era una semplice constatazione su quello che hanno prodotto le identità nazionali o di popoli che siano. Tanto per capirci, metto le tradizioni popolari sul banco di eventuali accuse.
Penso inoltre che da motti del tipo "America first" o "prima gli italiani" e via dicendo nulla di buono ci sia da aspettarsi. Naturalmente bisogna sempre vedere cosa uno si auguri.
Nel merito dell'articolo giornalistico quindi non mi sembra che la sacerdotessa abbia detto chissà quali bestemmie. Tra l'altro non sono nemmeno uno che crede in Dio.
Infine, se la tua preoccupazione nei riguardi della politica di Trump è quella rivolta agli animali che restano tagliati fuori da un muro, dico semplicemente che da uno che si propone di deportare messicani o palestinesi come fossero cani e gatti non ci si possa certo aspettare che si preoccupi più di tanto delle sorti di animali non umani. Il problema, per come la vedo io, è la demenza che porta a erigere muri

Le nazioni sono necessarie e vanno distinte dal nazionalismo fanatico che è una cosa aggiunta. La difesa delle nazioni non è assimilabile a un crimine o immoralità; è un atto dovuto attualmente, che la politica di sinistra rimasta senza comprensione del disastro in URSS non vuol accettare, nel miraggio di una unica società e di salvezze economiche inesistenti.
Accanto al degenerare nel nazismo c'è anche un comunismo parimenti degenerato che vuole legami sociali controproducenti.
Io non ho difeso la politica di Trump sulla Palestina, noto però che le sue dichiarazioni sono spesso fraintese. A volte i suoi semplici propositi sono scambiati per decisioni. Credo che la sua presenza ha favorito il rilascio degli ostaggi ed anche un briciolo di dialogo tra i contendenti.
Riguardo agli animali, io noto che una parte dell'umanità è invadente e che sarebbe l'ennesimo torto coinvolgere nei litigi umani altri esseri viventi che hanno bisogno di loro spazi in più.
I muri non vanno sempre rifiutati, voialtri ricavate delle equazioni sbagliate, che ritenete universali. Non entro nel merito della questione USA-Messico.

MAURO PASTORE
#157
Citazione di: anthonyi il 31 Gennaio 2025, 13:41:21 PMMi sento di condividere la richiesta dei sindacati medici. In Italia la situazione é molto particolare e vi é un eccesso di tendenza da parte degli assistiti a rivolgersi al giudice per presunti danni subiti a seguito di interventi medici.
Sappiamo bene che la medicina non può servire un risultato certo, nella gran parte dei casi i medici fanno quello che possono ma hanno i loro limiti umani.
Se poi si aggiunge il fatto che risulta essere aumentata anche l'aggressività nei confronti dei medici abbiamo la cornice di una categoria alla quale vengono richiesti sacrifici oltre il limite spingendo tanti di loro ad andarsene dall'italia e/o dal SSN.
E' da notare che questo atteggiamento aggressivo (in senso giudiziario e non) ha l'effetto di peggiorare la qualità del servizio sanitario perché costringe il medico a pensare ad altro per tutelare se stesso invece che pensare prioritariamente a curare.
Citazione di: anthonyi il 31 Gennaio 2025, 19:31:56 PMIl sistema delle assicurazioni é generalizzato negli USA, e comporta costi molto più alti del servizio sanitario perché i sanitari li devi pagare molto di più, senza apportare oltretutto alcun miglioramento del servizio sanitario.
La medicina non é matematica, dove gli errori di calcolo sono chiari, e per valutarlo devi usare altri medici, che invece potrebbero occuparsi di curare invece di smaltire pratiche giudiziarie.
Bisogna capire che il paziente "poco paziente", che aggredisce sia verbalmente che giudiziariamente il medico non migliora, anzi peggiora la qualità della sanità sia per lui, che per gli altri, e aumenta la probabilità di errori.
Personalmente credo che la cosa più utile sarebbe un sistema di valutazione interna dell'efficacia delle cure, con la verifica certamente di quelli che possono essere errori abbastanza gravi che, se sussistono, possono comportare anche la sospensione dall'attività del medico, un po come funziona per i poliziotti.
Il rigore puntuale del diritto penale dovrebbe valere solo per gli atti dolosi o per colpa grave, ma mai per colpa semplice. Naturalmente in quest'ultimo caso possono essere previsti indennizzi che sono a carico dell'istituzione, non certo del medico.


Quella di "anthohyi" è una posizione disastrosa.
Invece di mettere in gioco semplicemente la matematica — come solito, purtroppo — si dovrebbe specificare che la medicina non è in sé stessa una scienza e notare che i medici che hanno avuto un potere con lo Stato hanno presunto che le diagnosi scientifiche siano tali non per semplice base scientifica ma in sé stesse, spingendo così ad analoghe pretese dei pazienti, cioè di certezze in realtà sempre inesistenti, con ingenti numeri di cause contro professionisti anche competenti e onesti. Adesso invece che fare i conti con quello che hanno combinato vogliono mettersi al di sopra della légge. In aggiunta dovrebbero questi "medici" autodenunciarsi per tutte le volte che hanno tentato e tentano di stabilire le condizioni dei pazienti o presunti tali sopravanzandoli e sostituendosi a loro dichiarazioni e manifestazioni. Con questa prepotenza fanno valere l'equazione sbagliata medicina=scienza, avvalendosi di sorta di tavole di corrispondenze che non attestano proprio niente anche quando sono reali e corrette.

Invocare statuto da o finanche di autorità esecutive oppure giudiziarie da parte sanitaria e medica rivela un guaio grosso: quelli che li sostengono in tale richiesta sono superstiziosi o ignoranti e idoleggiano l'atto medico e idolatrano la figura del medico. Si tratta di un gioco che è incompatibile con la responsabilità del cittadino. I medici e sanitari che continuano tale richiesta rivelano anche ostilità a ogni vero Stato e légge.
In questi ultimi decenni ci sono state le condanne contro i medici nazisti — ruolo pubblico a parte si tratta di soggetti nazistoidi con grande capacità di sfuggire alle indagini — e ci sono state le denunce contro i crimini stalinisti commessi abusando di sanità e medicina... Allora le richieste di immunità devono essere accolte confacentemente, da quanto ancora resta del vero Stato e da chiunque altro realmente può e deve provvedere... senza riferirsi a legislazioni straniere e ignorare le eventuali basi diverse: può accadere che certe norme sembrino permissive invece valgono diversamente perché tutta la condizione legislativa e giudiziaria è diversa o proprio differente. In tal senso, anche quella italiana non è come negli incubi o sogni della malasanità, ma esistono intrusioni e contraffazioni.

Quando si usano sofismi in tali frangenti c'è antifilosofia non filosofia.


MAURO PASTORE
#158
Citazione di: iano il 31 Gennaio 2025, 11:10:56 AMIl rischio è che la ''forza'' di ciò che esprimi venga diminuita da un infelice similitudine basata su concetti di fisica superati.
L'espressione ''forza di inerzia'', ancora in uso, ma solo per una ''inerzia'' linguistica, potrebbe averti tratto in inganno.
Non ho basato la mia similitudine sulla fisica, la fisica non è tutto e la scienza fisica ancor meno anche se non è un niente.
Se dissezioni i testi non li intendi.


MAURO PASTORE
#159
Su Rai News 24 hanno annunciato scioperi e proteste della sanità. Si rivendica depenalizzazione dell'atto medico e specifica educazione sanitaria nelle scuole anche elementari.

Passo a fare dei ritratti criminologici:

Presunti professionisti che confondono medicina e guarigione, scambiano la risposta vitale dei pazienti per l'intervento medico e ignorano le incognite nella natura e del destino, infine arrogandosi un intervento, anche ai danni dei sani, scambiando i giusti rifiuti per patologie e malattie...
Questi soggetti tanto funestamente assurdi sono davvero fuori da questo annuncio di sciopero o ne sono i protagonisti?

L'idea di un universo-macchina, sottoposto a possibili malfunzionamenti cui rimediare con lo stesso funzionamento-macchina, secondo il principio robotico-cibernetico di autoriparazione, il concetto di una medicina che costituisce un ingranaggio mancante, fornendo il quale non c'è altro che il beneficio... Questa idiozia è davvero estranea a quelli che chiedono di non essere mai sottoposti a indagini e processi riguardanti il loro operato di medici? Sono soggetti che si rifanno a dei veri testi scientifici, che li sanno interpretare?

La superstizione atea che considera il medico un sacerdote, il paziente un fedele, la diagnosi una bolla di un infallibile papa? Bisognerebbe accettarla, istituzionalizzarla? Evidentemente no.

Se non si fosse in questi errori, perché mai portare avanti quelle rivendicazioni?

L'atto medico non è assoluto, la riuscita tecnica dipende da fattori anche extratecnologici e certe volte il successo tecnicamente ci sarebbe ma non può accadere per altri motivi estranei anche alla scienza, la tecnica stessa può diventare violenta - e la scienza inopportuna o importuna; chi pretende immunità giudiziaria o è un ignorante e un fraintenditore o ha direttamente un piano criminale; non si può o non si deve aggiungere alle imposizioni sanitarie che ancora opprimono gli studenti delle scuole la tragica idiozia e violenza che ho descritto.

Nota Bene
La medicina è una disciplina di àmbito tecnico, non scienza in sé stessa.


MAURO PASTORE
#160
Citazione di: iano il 29 Gennaio 2025, 17:08:41 PMIo mi riferivo a questa tua frase: ''Altra similitudine: una luce che si allontana sempre di più per forza propria. In tal caso la scienza considera solo dei confini.''
Non è facile decifrare il tuo infelice modo di esprimersi, ma quando ci riesco, non manco di criticarlo.

Non è corretto forzare i testi. Io appunto dicevo: similitudine. Inutile azzeccare garbugli.

MAURO PASTORE
#161
Citazione di: Visechi il 29 Gennaio 2025, 14:50:26 PMSbagli! L'Amor più grande parrebbe abbia un perché, ma io lo riterrei insoddisfacente, soprattutto se si pesano vantaggi e sacrifici. Non si mette in piedi tutto quel popò di architettura teologica, filosofica etc... solo per garantire maggior sicurezza e conforto.

Ma riesci, una volta che sia una a confrontarti col prossimo (che non è il vicino, ma proprio l'alterità assoluta) senza mostrare il lato grifagno della tua personalità? Possibile che stia sempre in trincea?
Insomma tu dici che sbaglio ma cominci a correggerti...

Io qui, tra l'altro, ho sostenuto una visione pragmatica di religione e fede, ho valutato positivamente il pessimismo filosofico, inteso come saggezza del disinganno o della disillusione, tu non ti riferisci veramente al mio pensiero.

Fai psicologismi sbagliando sulla persona dell'interlocutore mentre ne ignori le dichiarazioni, come se l'inconscio del tuo prossimo fosse il tuo. Tenti di evitare una vera discussione filosofica lasciando degli indizi, che indicano anche un tentativo di relegare chi la fa liberamente nella medicalizzazione forzata.
Non lamentarti della dietrologia, sei tu che costringi con le illazioni e invadenze.


MAURO PASTORE
#162
Citazione di: baylham il 29 Gennaio 2025, 15:30:27 PML'invito di Liliana Segre ad accogliere l'altro è rivolto a tutti, l'accoglienza è quindi una relazione di reciprocità.

Il prossimo del comandamento cristiano è proprio lo straniero, il nemico: l'esempio del samaritano che aiuta il giudeo è chiaro in questo senso. Nei Vangeli Gesù afferma che a voler bene agli amici son capaci tutti, voler bene al nemico è molto più difficile.


Non si devono fare sillogismi sul Messaggio cristiano pensando di estrapolare delle essenze di pronto uso. Il prossimo è innanzitutto quel che il linguaggio umano schiude ma soprattutto quel che si intende con ciò nel Messaggio cristiano.

MAURO PASTORE.
#163
Citazione di: InVerno il 29 Gennaio 2025, 14:14:17 PMIo sono d'acccordo con la Segre che bisogna aumentare le ore di storia, senza aumentare il monte totale di ore che sono già più che sufficienti, i tuoi scritti potrebbero dare l'impressione che siano le ore di filosofia quelle a dover far spazio a quelle di storia, se la filosofia serve a biforcare la lingua di turlupinatori che parlano di "diverse capacità razziali" e dargli dignità tra un Barth e un Derrida, è meglio che questi concetti vengano espressi nella loro crudità senza nascondersi tra ampollose sciocchezze che potrebbero inavveritamente nobilitarli.

Lo stato italiano è laico e non è in alcun modo legato alle prerogative dell'etica cristiana, che meglio farebbe a fare mille meaculpa di fronte alle fanfaluche del deicidio che hanno costituito la base etica per tutte le persecuzioni degli ebrei, ben prima che i teutonici meccanizzasero i processi di persecuzione. Esiste certamente una non integrabilità dei monoteismi, ma il problema dell'integrare zucconi con complessi di superiorità può essere tuttavia risolto ignorando le loro pretese suprematiste e sostituendole con un educazione moderna e liberale.
Tu provi con la retorica dell'uguaglianza e suscitando un po' di emotività con qualche offesa davvero immeritata per me. E' innegabile che alle differenze etniche, anche quelle di tipo razziale, corrispondono capacità diverse e che queste vanno rispettate e messe in conto nel portare avanti uno Stato politico. Tra i selvaggi e primitivi contano assai le razze, ma anche la società civile non può ignorarle. L'Europa, quanto a civiltà viene quasi dal nulla, dai primordi coi greci o dalla barbarie dei germani o degli altri; gli europei non hanno tanta necessità di arginare la natura come invece gli africani, non hanno tanta raffinatezza e distanza come gli asiatici e nuovo e nuovissimo mondo ripetono più o meno diversamente. Insomma in Europa ragioniamo un po' come i selvaggi. Ribadire che bisogna considerare e rispettare anche le differenze razziali non significa sostenere la violenza del razzismo ma togliere ad essa un presupposto fondamentale.
Se si insiste sulla uguaglianza a prescindere, lo Stato procede per astrazioni, si ritira, lascia la società nel caos o diventa stupido e violento. Dare còmpiti uguali a tutti crea insolazioni a certuni e reumatismi a cert'altri. Io non sto a dire che scienziati e tecnici devono decidere ma che bisogna accogliere le manifestazioni direttamente dai cittadini.
Allora se in una società occidentale si accolgono elementi civili orientali cercando di creare una unica comunità lavorativa, sociale e civile, non si fa giustizia ma si creano guai.

Il mio discorso sulla assurdità e sconvenienza di accogliere genericamente tutti non riguarda solo il particolare delle razze, si vada a rileggere quello che ho scritto.

Il resto della risposta di tal "InVerno" è peggio ancora. I criminali nazisti non erano tèutoni né teutonici ma disadattati impauriti e in ogni caso fossero stati tèutoni o teutonici non era in quanto tali che facevano i criminali. Le identità etniche non sono occasione di crimini, lo sono il volersene dimenticare e il negarle.
E' poi davvero luttuoso che si insinui il pensiero dell'apartheid ai danni dei religiosi monoteisti profittando della affermazione, in realtà atea, del deicidio. Non esiste alcuna "non integrabilità dei monoteismi" se non nelle dittature atee, che ci sono state in interi Stati e si annidano ancor oggi in tanti settori degli Stati. Menzionare infine complessi di superiorità significa invocare lo spettro della malasanità, senza riconoscere che invece le religioni sono sistemi terapeutici, come afferma la psicologia analitica a proposito dell'inconscio collettivo.


MAURO PASTORE
#164
Citazione di: sapa il 29 Gennaio 2025, 11:27:40 AMSe ho capito bene, la Segre si riferiva al respingimento della sua famiglia subìto dalle autorità svizzere  e che le costò molto caro.
Non mi risulta che intendesse questo, pur includendone. Risulta il suo un comizio politico fuori posto per tutti.

L'altro che la cristianità vuole accogliere è nella prossimità ed io non ho detto e non sto dicendo che quella famiglia che tu dici non era il prossimo nella sua volontà di vivere, di non perire a causa di assassini. Non ho detto e non sto dicendo che la Segre non ha vissuto una tragedia.


MAURO PASTORE
#165
Citazione di: Visechi il 29 Gennaio 2025, 11:54:13 AM La coscienza, una volta che è illuminata dalla conoscenza, ancorché parziale e non ultima, per quel tratto di strada, quel segmento che è stato anche momentaneamente illuminato, non si spegne, come pensi tu. L'illuminazione permane silente, sottotraccia, conservata, deve solo essere riattivata, e lo è alla bisogna. La conoscenza è un processo, un work in progress che si avvale, volta per volta, della strada percorsa in precedenza: ne rinnova e rinfresca l'asfalto, prolungandone ed arricchendone il tracciato. È uno stratificarsi e sovrapporsi di successive illuminazioni che s-velano e ri-velano. L'area della trascendenza, quella del mistero si è vieppiù assottigliata, ha contratto il proprio confine. Non si prega più il cielo perché piova, abbiamo smesso di idolatrare il tuono e di sacrificare al Dio del fulmine. L'area del sacro si è contratta. Pur tuttavia, nonostante le continue violazioni che l'occhio indagatore compie, ancor oggi permangono spazi non profanati dalla conoscenza.
I come hanno smesso di destar sacro stupore, sopravvivono i perché.
L'area grigia che la conoscenza scientifica e tecnica non son riusciti ancora a violare (e mi auguro non riescano mai) è quella dei perché delle cose, degli eventi, degli stati. È l'area del senso: uno spazio immenso ed anche il più ricco di vero nutrimento. Le scienze raccontano meglio di ogni religione o spiritualità il come delle cose: come si attiva l'attenzione, quali siano i recettori eccitati, quale chimica esploda nella mente; come si accende l'amore, quali stimoli sono suscitati, quali neuroni entrano in gioco e come ciò accade. Sono i perché a sottrarsi alla sua indagine, l'area del senso non è appannaggio delle scienze, che devono occuparsi di spiegare il susseguirsi degli eventi senza curarsi del perché gli eventi. Abbiamo smesso di invocare il Dio della pioggia o quello dei fulmini, e se ciò ancora oggi accade è solo per stupida superstizione, ma non abbiamo smesso di chiederci il perché ci innamoriamo; perché accade che si sia disposti a mettere a rischio la propria vita – il bene più prezioso – per aiutare un terzo sconosciuto; perché piango o rido: gli stati d'ansia, perché avverto il dolore di un ago acuminato che scava dentro l'anima al cospetto dell'atroce, o, viceversa, perché godo e avverto un senso di pienezza e sazietà nel procurar dolore. La psicologia ti racconta la successione degli eventi, ed inquadra l'uomo, il suo essere nel mondo, nel suo status patologico, ma tace di fronte al perché degli eventi umani. Difficilmente la scienza potrà fornire una soddisfacente risposta al perché si è spesso disposti a mettere in gioco la propria esistenza per aiutare o salvare un estraneo: quali sono i meccanismi dello spirito che sono eccitati? Qual è il fine del sacrificio?
Oltre il gene egoista c'è tanto altro che la scienza, non deputata a farlo, non potrà spiegare.
Hai mutato la mia similitudine luce-coscienza in luce-conoscenza, te ne sei scordato e hai replicato a sproposito. 

In ogni caso l'amore più grande non ha un perché, la scienza non impedisce l'idolatria, anzi ne può essere oggetto, il dio del fulmine è di per sé espressione per il mistero della divinità dietro un fenomeno naturale, non indica un idolo, solo intuizione parziale e non va confusa con una teoria. Questo lo fai tu, che pensi entro la prospettiva dell'idolo, avendo nichilisticamente evitato concentrazioni su di esso, ma non rifiutandolo.


MAURO PASTORE