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Messaggi - Jacopus

#1501
Propongo la mia versione dei fatti, che parte da una logica immanente. La credenza di inferno e paradiso è stata probabilmente una credenza funzionale ad una società che proveniva da un livello di violenza difficilmente immaginabile al giorno d'oggi. Le società primitive normalmente passano alle vie di fatto quando trovano sulla loro strada degli estranei. Al giorno d'oggi è strabiliante il livello di sopportazione e tolleranza che sperimentiamo fra sconosciuti. Una credenza che ha contribuito a creare il mondo simbolico inaugurato qualche tempo prima nelle grotte di Lascaux. Che sia un simbolismo potente lo dimostra che sia ancora vivo dopo millenni da quando è stato inventato.
Ma alla luce delle conoscenze attuali è inevitabilmente una credenza che semplifica la complessità degli esseri umani. Personalmente non ho mai conosciuto nessuno che fosse solo malvagio e nessuno che fosse solo santo. Siamo una sinfonia di comportamenti, stati mentali e azioni più o meno virtuose la cui origine è, a sua volta condizionata da fattori extra ed intrapsichici estremamente plastici e talvolta anche casuali. Voler attribuire l'etichetta di malvagio e dannato a dei soggetti ha in realtà un valore proiettivo, per sradicare da noi quell'ombra malvagia che ognuno di noi coltiva nel suo giardinetto con le proprie specifiche attitudini, chi con l'ipocrisia, chi con la rabbia, chi con il narcisismo. Potrei dire che il bene è un percorso educativo che va coltivato nella società, nelle famiglie, dalla politica, dalle strutture lavorative dove vive l'uomo. Bisognerebbe avere una visione olistica e responsabile del bene e solo in questo modo potrebbe finire questa polarizzazione fra buoni e cattivi, che dopo Apocalypse now non è valida neppure per Hollywood.
Questi argomenti del resto non sono neppure sconosciuti alla religione cristiana, che ha il merito di rimettere in discussione la polarizzazione traumatica e netta fra bene e male (chi è senza peccato scagli la prima pietra...).
#1502
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
25 Novembre 2021, 07:00:41 AM
Ipazia. I dati parlano chiaro e ancora di più oggi, dopo miliardi di dosi di vaccino somministrate. Si può disquisire sulla necessità di una adesione e di una condivisione e di come l'obbligatorietà sanitaria non sia proprio la strada ideale, ma che i vaccini a Rna non siano efficaci è semplicemente falsificabile dai dati delle presenze in terapie intensive ed ospedali, dove in questa quarta ondata stazionano esclusivamente non vaccinati e vaccinati "fragili".
#1503
Viator. Mi sembra una visione molto teologica del senso della vita, secondo la quale deve esserci comunque un qualsiasi "ente" superiore a definire il senso della vita, poichè l'uomo o è meschino (A) o è superbo (B). Francamente sono molto lontano da questa "Visione del mondo" (te lo dico in italiano, anche se in tedesco è  molto più figo: Weltanschaung). Non mi sento nè meschino, nè superbo. In me sento scorrere la storia culturale dell'uomo ed anche quella biologica. Non so perchè è nato questo flusso vitale e non so quando e come terminerà, nè il mio, nè quello della mia specie, nè quello di tutte le specie viventi. Ma questo non mi impedisce di cercare un senso, in ogni giorno e in ogni fase della mia vita. Il senso è semplicemente quello di scoprire qualcosa che non si conosceva, di rivivere una emozione, di restare ammirati di fronte ad una musica o di un film, di scoprire verità nascoste fra le parole e gli sguardi delle persone, nell'indagare la nostra storia e i nostri segreti più innominabili. Ed anche quando mi dico "ma tutto questo non ha senso", anche allora cerco un senso in quello che sto dicendo. Ma lo faccio sempre memore e riconoscente della lezione di Kant in "Was ist Aufklarung".
#1504
CitazioneDio non esiste. In tal caso il senso UMANO della VITA UMANA non può collocarsi all'interno della sfera UMANA, ma dovrà collocarsi fuori di essa.   


Su che base fai questa affermazione?
#1505
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
22 Novembre 2021, 16:12:09 PM
La tecnica a mrna è conosciuta dagli organismi viventi da milioni di anni. La scienza non fa altro che velocizzare i processi, come gli innesti e gli incroci velocizzano l'acqusizione di specie vegetali migliori e specie animali migliori.
#1506
Tematiche Filosofiche / Sentire e capire
16 Novembre 2021, 21:40:15 PM
In che senso rarissima? In realtà è la norma. C'è chi privilegia una parte rispetto all'altra, ma la sfera emotiva non può essere disgiunta dalla parte cognitiva. Si apprende solo se c'è passione, e si usa la logica e il raziocinio solo se sono state integrate le parti emotive che ci rendono umani. Privilegiare una parte rispetto ad un'altra è un discorso teologico, quando si pensava che l'anima fosse superiore al corpo, traslata poi in epoche più recenti nella superiorità del cervello sul corpo, e della razionalità (maschile) sulla emotività (femminile). Basta studiare un po' la struttura del cervello per comprendere che le due sfere sono profondamente interconnesse. La saggezza è accettare il corpo umano nel suo insieme, in grado di trasmettere emozioni e pensieri razionali contemporaneamente o in momenti separati, ma comunque entrambi portatori di una propria saggezza, l'una necessaria e interdipendente rispetto all'altra.
#1507
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
14 Novembre 2021, 23:54:22 PM
La serietà della Pekoranera.  ;D .  Praticamente l'Università della Strada. L'intervista a Menichella risale a luglio del 2021. Perchè non è stato specificato? Ma davvero ci vuoi vendere come autorevoli i dati di una testata che intitola un suo servizio: "Terza dose, Ilaria Capua "l'ho fatto e sono contenta. Si sente" Avrà avuto un orgasmo?". Che fenomeni.
Prova a leggere altri articoli della David Hume foundation (nell'articolo della Pekoranera non hanno messo neppure il link) e ci troverai dati interessanti, favorevoli alla vaccinazione di massa, pur con distinguo e considerazioni sulla complessità della situazione. Ma lascia stare la Pekoranera. Bitte!
#1508
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
14 Novembre 2021, 21:37:27 PM

Breve riepilogo. Il dna dei virus che nel passato hanno infettato la nostra specie e le specie dalle quali discendiamo (primati antropomorfi), sono stati assorbiti dallo stesso codice genetico dell'uomo, in una percentuale di 8-10 per cento, circa. E' stato una scoperta essenziale per definire meglio la teoria evoluzionistica che non passa solo attraverso le generazioni della stessa specie, ma anche attraverso il passaggio di materiale genetico fra specie diverse (in questo caso primati e virus).

https://www.focus.it/scienza/scienze/dna-virus-e-immunita


Di conseguenza i recenti antivirus a "rna" non fanno altro che replicare un meccanismo che è conosciuto dalla natura da milioni di anni. L'uomo è stato oggi in grado di replicarlo, senza dover aspettare il passaggio di generazioni e generazioni di ominini e ominidi, che gradualmente assorbivano quel materiale e lo riutilizzavano in senso positivo. La stessa cosa che accade quando i contadini a furia di selezioni provano a coltivare fagioli più resistenti o più buoni o più numerosi. La scienza ha solo accelerato questo processo.


Da questo punto di vista, parlare di scienza dei padroni è una cosa senza senso, così come di big-pharma e altra corbellerie sulla stessa lunghezza d'onda. Che le cose siano state fatte in fretta è stato determinato dalla situazione d'emergenza, ma non è neppure vero che non c'era alcuna esperienza. Gli antivirus a "rna" hanno iniziato a fare capolino contro il virus Ebola e la prima epidemia di Co-Sars 1, emersa già nel 2003.


Ciò dal punto di vista scientifico, credo che sia e debba essere dato per assodato. Il problema successivo, messo in evidenza anche da illustri filosofi italiani, è quello di usare politicamente questa pandemia in termini costrittivi e anti-libertari. E su questo aspetto sono sostanzialmente d'accordo. E' molto più efficace persuadere piuttosto che obbligare e bisogna forse anche essere in grado di tollerare chi fa del male a sè stesso e agli altri non vaccinandosi. Occorre saper bilanciare il valore della libertà personale con il valore di una società in salute. E' evidente che le reazioni assurde nei confronti del vaccino sono lo specchio di una società molto diversa da quella degli anni '60-'70, quando si ringraziava il medico che arrivava a scuola per iniettare l'antipolio a tutti i bambini.
E la rottura è evidentemente dovuta a questa idea del "profitto" che capillarmente si è insediata ovunque. Il popolo dei no-vax in fondo sta dicendo: "ce lo avete messo in quel posto, e io per dispetto non credo più a quello che mi prescrivete di fare. Se mi avete insegnato che ciò che conta è solo la ricchezza perchè dovrei pensare che ora ci sono motivi diversi?". A queste domande effettivamente è difficile dare una risposta univoca.







#1509
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
14 Novembre 2021, 17:42:45 PM
Scrive Ipazia: "Ne riparliamo quando a saturare le TI saranno i polinoculati di queste ciofeche vaccinali."
Risponde Jacopus: "Che è un pò come dire: "ne riparliamo quando il sangue di Sant'Antonio si sarà liquefatto". Con tutto il rispetto per Sant'Antonio, ma quando ce vò, ce vò.
#1510
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
14 Novembre 2021, 17:10:16 PM


Quoto Ipazia a mano, visto che non mi formatta bene: Mi sentirei truffata dal regime covidemico per l'ennesima volta, visti i dati sui posti occupati in infettivi e ti per la Liguria reperibili da altre fonti .

Risposta di Jacopus: E meno male. Quindi la scienza e la logistica dei padroni ogni tanto funzionano. Il mio commento era comunque relativo all'assenza di posti letto in rianimazione presso l'ospedale Galliera. Ovviamente ci sono altri ospedali. Alisa si occupa del sistema sanitario a livello regionale e nel tuo post si riferisce all'area metropolitana, che corrisponde alla vecchia provincia di Genova. Quindi è possibile che il l'infartuato di Genova, causa assenza di posti a Genova venga ricoverato a Sestri Levante o ad Arenzano, che fanno parte dell'area metropolitana di Genova (ASL 3 Liguria). Così, il parente dell'infartuato oltre ad essere preoccupato si farà quei 40-50 chilometri da casa sua a Genova, fino a Sestri o ad Arenzano.


#1511
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
14 Novembre 2021, 15:13:57 PM
Ritornando al primo intervento di questa discussione direi che il vero elemento metafisico è il seguente: " come è stato possibile non fidarsi della scienza applicata alla sanità? Da cosa dipende questo allontanamento? Dico questo alla luce della notizia di oggi, sulla presenza nella rianimazione dell'ospedale Galliera di Genova del 100 per cento di no-vax. Come mi sentirei se fossi il parente di un paziente colpito da ictus, che dovrà essere trasferito in un ospedale più lontano solo a causa di questa reticenza ingiustificata a vaccinarsi? La replica possibile dell'aumento dei posti letto in rianimazione non la considero più valida. Se posso farmi l'abbonamento dell'autobus, non vedo perché dovrei pretendere il tassista che mi viene a prendere tutte le mattina a casa.
#1512
Viator. Invece tu pensi che le decisioni si prendano senza prima pensare, senza avere modelli teorici, ad esperienze memorizzate, a circuiti comportamentali. Fare e riflettere, teoria e prassi sono inscindibilmente collegati.
Rispetto alla considerazione di Daniele. Anch'io spesso ho avuto la sua stessa impressione, come se qui, come in molti altri luoghi social e virtuali occorra dimostrare chi ce l'ha più lungo e di fronte alle discussioni si rischia spesso di finire in caciara, senza alcun arricchimento reciproco. Ma occorre anche distinguere. Non tutti sono uguali. Tu ad esempio difficilmente dici " hai ragione", oppure " grazie per la spiegazione", oppure dire: "si su questo punto hai ragione ma cerca di vederla anche dal mio punto di vista". Altri utenti hanno un approccio molto diverso e quindi il dialogo può diventare una danza dalla quale ciascuno può trarre un insegnamento o lo stimolo per approfondire un argomento.
Penso che nel confronto diretto, fra amici, mentre si discute in osteria, o in casa o in qualunque altro posto, la discussione non diventa mai così polarizzata, perché si riconosce l'amico, che non è solo l'avversario dell'attuale polemica ma anche una persona, unica e con cui si sono condivise esperienze e sogni e pranzi e partite di calcetto. Nelle stanze virtuali gli "altri" sono molto simili "all'inferno" sartriano di quanto non siano nella realtà. Se ci pensassimo come amici, questo desiderio di aver sempre e comunque ragione forse non sarebbe così impellente, da parte di tutti noi.
#1513
La differenza Viator consiste nel fatto che tu stesso affermi: " che la specie umana non si autolimita. " Ovvero poni uno sguardo riflessivo sul fenomeno. Nessun altra specie vivente del presente e del passato sembra mai essere riuscita in questo passaggio. L'altra differenza risiede nel fatto che per la prima volta è l'azione di una specie nell'ambiente a provocarne la possibile estinzione. Le precedenti estinzioni di massa erano dovute a fattori ambientali del tutto indipendenti dall'azione delle specie estinte.
Che poi queste differenze siano sufficienti per invertire la rotta è tutto da verificare ma credo che anche se fosse possibile, ormai abbiamo superato il punto di non ritorno. L'estinzione di massa ci sarà. Ovviamente non nei termini di quella di 65 milioni di anni fa, ovvero attraverso un evento unico ed apocalittico, ma attraverso un deterioramento complessivo degli habitat che potrebbe protarsi anche per qualche secolo. A noi oggi spetta la responsabilità di incidere su quella futura e prossima estinzione di massa, se restringerla o allargarla. In ogni caso fra 50.000 anni la vita si sarà ripresa, partendo ancora una volta dalle creature marine o nel peggiore dei casi da batteri e virus.
#1514
Iano. Interessante e ben descritta la tua definizione di coscienza. Ma la distinzione individuo/specie è relativa, poiché è il corredo filogenetico della specie ad aver permesso l'organizzazione di un cervello fornito di coscienza (quella che Ryle con sarcasmo, definiva "ghost in the machine"). In ogni caso sono molto esatte le considerazioni sull'aumentato livello di libertà della specie homo sapiens ("pensare altrimenti" o spinozianamente "omnis determinatio est negatio"), sull'accelerazione degli eventi e sull'intervento del caso. Caso, ambiente, adattamento genetico e azione libera del singolo e delle società sono i quattro cavalieri del processo storico/biologico dell'uomo. La differenza con tutti gli altri esseri viventi è tutta nella presenza del quarto cavaliere e sulla sua incidenza.
#1515
Iano. Vado a memoria. Sono a letto con mal di testa. Coscienza normalmente ha almeno 3-4 significati diversi. Nel linguaggio comune è coscienzioso chi fa le cose in modo ponderato, con prudenza e valutando attentamente la situazione e la propria responsabilità. Lo stato cosciente è anche lo stato di veglia per cui incosciente è sia l'irresponsabile che chi dorme o è in coma, oppure è incapace di intendere e volere.
La coscienza però è anche la consapevolezza del proprio essere nel mondo. La coscienza è il " conosci te stesso" che ha fondato la filosofia occidentale. Ma non è solo un fatto culturale che rende questo tipo di concetto ma è un fatto culturale + un fatto cerebrale. È il nostro cervello, oltre ad altre  particolari morfologie del corpo umano (bipedismo, pollice opponibile, visione diretta) a rendere possibile l'emersione della coscienza in questo senso e quindi anche questa coscienza è strettamente collegata con il processo evoluzionista. Se non avessimo questo tipo di cervello non avremmo neppure questo particolare concetto di coscienza. Sulla quale si sbizzarriscono da secoli filosofi, teologi, biologi, poeti e neuroscienziati. Personalmente penso che sia un tratto distintivo della specie umana e quindi associato alla filogenesi (cioè non individuale). Ma il suo affinamento dipende molto anche dall'apprendimento culturale, essendo il nostro cervello una macchina per apprendere, emulare, trovare soluzioni. Non a caso l'eroe principale dell'Occidente è Ulisse.
Un altro aspetto ancora riguarda la possibile presenza di una coscienza collettiva. A questo proposito Jung parla di archetipi fondanti e condivisi. Non conosco Jung bene come Freud ma penso che comunque ci sia qualcosa di interessante in questa teoria degli archetipi. In fondo fino a che punto la mia coscienza è davvero unicamente mia e non il frutto dell'interazione continua nel tempo fra l'Io-Jacopus, il me-Jacopus e la cultura che mi circonda?
Il tema è, come puoi capire, molto difficile da sintetizzare. Tanto per mettere altra carne al fuoco, che rapporto c'è fra inconscio e coscienza e fra memoria e coscienza e fra tempo e coscienza? Come facciamo ad essere sempre noi con la nostra coscienza, ricondurci ad un unico Io? In realtà siamo una folla. Siamo il bambino che siamo stati, il ragazzo, l'uomo e il vecchio e tutti gli stati pensati e immaginati nel corso della vita. " ci sono più cose in un uomo, che nella tua filosofia, Orazio".
È per questa nostra capacità di " pensare altrimenti" che penso anche che possiamo anche limitarci e che non esiste per nessuna specie e tanto meno per homo sapiens questa coazione al " limitless".