Citazione di: paul11 il 09 Ottobre 2018, 14:26:28 PM
ciao Sgiombo,
Io vedo senso e significato in un granello di sabbia quanto nella formazione di una galassia.
Se tu hai argomentato è perchè ti sei fatto un'idea di come funziona il "mondo", il mondo là fuori lo hai letto con la tua intelligenza e ti sei creato un modello rappresentativo che ora hai argomentato. E tu dici che tutto questo non ha senso?
Io dico invece che solo per il fatto che hai culturalmente razionalizzato un mondo fisco e naturale hai dato un senso, anche se riteni che non ha senso. E per me è già dialettica della coscienza(inteso come agente conoscitivo)
Hai razionalizzato utilizzando fisica e metafisica.CitazioneMa che la realtà si possa cercare razionalmente di capirla (cioé ci conoscere come di fatto "funziona"), per quanto possibile, non significa necessariamente che abbia un fondamento metafisico che le conferisca un senso.
E ancor meno che vi si possa trovare empiricamente o dimostrare razionalmente ciò che é bene e ciò che é male (tutto questo si può solo avvertirlo dentro di séi in conseguenza di come l' evoluzione biologica (la storia naturale) ci ha "abbozzati" e di come l' evoluzione culturale (la storia umana) ci ha "rifiniti".
La dimostrabilità di un agente intenzionale, che io definisco principio originario o archè, è dimostrabile razionalmente.
E' come chiedere la dimostrazione dell'esistenza di Dio, ma vale anche che è impossibile dimostrare il contrario ,che Dio non esista.CitazioneCredo vi sia qualche errore di stampa o lapsus: la dimostrabilità é indimostrabile? L' indimostrabilità é dimostrabile (ma mi sembrerebbe di averlo dimostrato)? L' indimostrabilità é indimostrabile?
Perché se letteralmente intendevi scrivere che la dimostrabilità di un agente intenzionale é dimostrabile, molto più interessante di questa affermazione sarebbe l' esposizione di una effettiva dimostrazione dell' agente intenzionale stesso.
Che non esista un Dio onnipotente e immensamente buono (e una Provvidenza Divina) é dimostrabile e dimostrato di fatto, data l' innegabile presenza reale del male.
Ma dell' ipotesi indimostrabile-inconfutabile di un Dio come quello del deismo, indifferente ai destini umani, al bene e al male (un po' come gli "dei negli intermondi" creduti o più probabilmente asseriti, millantati essere creduti per un veniale e giustificato opportunismo dagli Epicurei), non vedo che cosa potremmo farcene; un po' come dire che non sono dimostrabili esistere o non esistere da qualche parte Pippo, Pluto e Paperino, Biancaneve e i sette nani, la teiera interplanetaria di Russell, ecc.: cose la cui eventuale improbabile -indimostrabile-inconfutabile- esistenza non avrebbe per noi alcuna importanza: perchè mai dovremmo crederci?).
Persino le teorie delle scienze moderne sulla cosmologia, seguono logiche simili alle antiche cosmogonie.CitazioneQuesto é uno dei motivi per i quali non ci credo, come accennavo discutendo con Apeiron nell' argomento "Perché il materialismo basta".La differenza è che le spirtualità e i miti inserivano personaggi mitologici , metafore umane. la scienza utilizza forze di interazione.
Poco importa se vi sia stato un punto zero e tempo zero in cui è nato l'universo o vi sia una regressione all'infinito, da qualche parte c'è sempre un inizio e arrivo anche a dirti che pau11 sgiombo erano già previsti al punto zero del tempo zero.CitazioneBeh se l' universo é infinito nel tempo e nello spazio non ha un inizio in nessun momento e in nessun luogo.
Ma da chi eravamo previsti (ammesso e non concesso da parte mia il "punto zero")?
Perchè tutto era già all'inizio soprattutto per chi crede che tutto funzioni in termini deterministici, noi eravamo già tutti nella causa originaria .Trovo paradossale chi pensa che ciascuna vita venga dal nulla e sparisca nel nulla, tanto più che non conosciamo la teoria della vita, l'abiogenesi.CitazioneNon c'é bisogno di avere una conoscenza (scientifica) dettagliata dell' abiogenesi originaria per ammettere (in sede filosofica) che non può essere avvenuta che in conseguenza del divenire naturale secondo le leggi della fisica-chimica a partire dalla condizione prebiotica della terra, senza alcun ingrediente sopra- o preter-naturale.
Ma dal determinismo fisico non consegue affatto necessariamente che l' universo (ma casomai l' "universo tranne il suo realizzatore la cui esistenza é priva di scopo", e dunque non l' universo in toto) sia intenzionalmente realizzato per qualche scopo.
Così come uno scienziato osserva la traiettoria vettoriale di un evento e un fenomeno e lo codifica in una legge (metafisica), tu pensi che l''uomo sia esentato da una lettura? L'uomo è all'interno delle regole unìversali quanto il granello di sabbia e non può rispondere a se medesimo ,bensì a quelle leggi generali che lo sovraintendono,dove ogni vita è significazione all'interno di uno spazio tempo enorme, che noi chiamo storia personale di ciascuno di noi dentro la storia umana, dentro la storia del pianeta Terra,dentro la storia dell'Universo.
L'errore è separare e obnulare, dimenticare.CitazioneNon mi sembra di obnubilare o dimenticare qualcosa: dal determinismo non consegue affatto alcuna significazione.
E lo scienziato spiega (attraverso leggi fisiche, e non metafisiche!) particolari fenomeni, ma non "il tutto" con le sue leggi fisiche, dal momento che per definizione oltre al tutto non può esiste alcunché d' altro, e dunque a maggior ragione alcunché che lo possa spiegare.
Daccapo, perchè mai ha questo ordine e non un altro ordine questo universo? Io dico che sarebbe possibile altri universi costruiti in altri modi e quindi con altri ordini. basta anche solo mutare il raggio d'azione delle quatto forze di interazioneCitazioneQui bisogna analizzare il concetto di "possibile".
E giungere a mio parere alla conclusione che significa puramente e semplicemente "pensabile" (sensatamente, non assurdamente, non autocontraddittoriamente; precisazioni pleonastiche) mentre il "reale" coincide col "necessario" (é questo una "superdeterminismo"? Almeno in un certo senso credo di sì).
Per il principio di non contraddizione (absit Severinum verbis! Per le definizioni di essere, non essere, realtà, negazione, ecc.) ciò che é/accade non può (anche, nelle medesime circostanze) non essere/non accadere (ovvero: in ogni e ciascuna circostanza in cui é/accade é/ accade necessariamente, é necessario nella sua realtà) e ciò che non é/non accade non può (anche, nelle medesime circostanze) essere/accadere (ovvero: in ogni e ciascuna circostanza in cui non é/non accade non é/non accade necessariamente, é necessario nella sua irrealtà).
"Possibile" significa semplicemente "pensabile" correttamente, logicamente, non autocontraddittoriamente, non insensatamente: é pensabile correttamente che dei due giocatori di una partita a scacchi vinca il primo, che vinca il secondo (in alternativa), che la partita finisca pari, che sia sospesa o annullata (in ulteriori alternative); ma nella realtà o realmente vince il primo giocatore e allora non é possibile che realmente vinca il secondo o che finisca pari o sia annullata (che il primo giocatore perda comunque), oppure il primo non vince (per vittoria del secondo oppure per pareggio o per sospensione o annullamento della partita) e allora non é possibile che egli realmente vinca.
Di conseguenza non ha senso porsi domande "leibniziane" sul "perché", il "senso" o la "ragione" di ciò che esiste/accade: che ciò che esiste/accade non esista/non accada ma invece esista accada qualcos' altro (compreso il nulla) é bensì pensabile (correttamente, logicamente, non autocontraddittoriamente, sensatamente), ma non é affatto realmente possibile, ed é semplicemente per questo motivo che esiste/accade ciò che esiste/accade e non altro, senza (sensato bisogno di) alcun altra spiegazione o ragione che i significati (stabiliti convenzionalmente per definizione) di "essere", "accadere", negazione".
E' solo nell' ambito del pensiero (del "pensabile", degli "oggetti di pensiero"; e non del reale, non nella realtà, non degli enti ed eventi reali) che ci si può porre la questione del "perché", dalla "ragione", del "motivo" di ciò che é/accade (= é pensato-pensabile correttamente essere/accadere, e non: realmente é/accade) e di ciò che non é/non accade (= é pensato-pensabile correttamente non essere/non accadere, e non: realmente non é/non accade).
Cioé ci si può sensatamente chiedere "perché é pensato (e perché é pensato che sia possibile che accada realmente o meno) qualcosa anzìché qualcos' altro, ma non perché é/accade realmente qualcosa anziché qualocos' altro, dal momento che l' essere/accadere stesso di tale qualcosa é un motivo più che sufficiente perché non sia/accada (anche) qualcos' altro, é ciò che (di per sé, senza bisogno di alcun altro motivo) rende impossibile l' essere/accadere (anche) di alcunché d' altro.
E' tutto da dimostrare che l'uomo venga dalla scimmia, chissà perchè non sono usciti altri ominidi dalle scimmie, i virus sono ancora lì, come i protozoi e amebe. Nessuno ha avuto spinte evolutive, tutti si sono adattati, conformati all'ambiente per sopravvivere.
Non ci sarebbe a questo punto nessun essere inferiore, tutti spinti evolutivamente ad avere una mente intelligente, e intanto ci uccide un essere stupido come un virus, piuttosto che un leone.CitazioneQui proprio non capisco.
L' evoluzione biologica non é, come pretenderebbero le deformazioni ideologiche reazionarie, antiscientifiche (e spesso razzistiche) del darwinismo, "un' egoistica lotta all' ultimo sangue di tutti contro tutti per la sopravvivenza"; la selezione naturale agisce "in negativo" eliminando solo "i troppo inadatti, oltre un certo limite" e non "in positivo", non consentendo la sopravvivenza solo dei "superadatti" e di nessun altro (adattamento che non é mai assoluto, ma sempre realtivo ad ad un ambiente, il quale muta continuamente, cosicché un eccessivo adattamento oggi tende inesorabilmente a diventare un non-adattamento domani).
daccapo tu pensi che il solo fatto che hai un modello rappresentativo del mondo quanto lo io, anche se diversi, non includa un'etica?
Tu pensi davvero che quando scriviamo argomentazioni come queste non influisca il nostro "mondo interiore"?
quando parliamo con le persone, quando interagiamo socialmente, ma anche quando autoriflettiamo"?CitazioneMa come puoi pensare cose simili?
Mi sembra di aver chiaramente sostenuto esattamente il contrario!
Ribadisco,uno dei grandissimi errori delle scienze moderne è avere diviso, settato le conoscenze ,lobotomizzato la nostra mente in quanto tale. Noi parliamo con il corpo ,oltre che con la voce, ci esprimiamo con tutto di noi anche quando discutiamo di cose banali o semplici.CitazioneAnch' io detesto cordialmente, valuto molto negativamente l' iperspecialismo dominante nella scienza odierna (e non solo).
Ma non é tanto un' errore propriamente "scientifico", quanto "metodologico", epistemologico, o forse piuttosto euristico, comunque più filosofico che scientifico.
La nostra parte animale segue regole di comportamento che possono essere egoistiche e sociali, la stessa cosa accade nella caratteristica solo umana,quella del ragionamento che può assecondare o meno l'istinto che gli viene dalla parte animale
Ma essendo l'uomo intelligente e quindi razionale, l'istinto lo formalizza in una cultura: ed ecco la morale.
ma la morale è dentro il ragionamento, il modello rappresentativo che una cultura si è data , lo ha formalizzato nel senso e significati, non solo comportamentali, ma addirittura nelle essenze tanto da poter diventare "ragion di vita".CitazioneSecondo me la morale si avverte (in conseguenza della selezione naturale e della storia umana, della natura e della cultura; universalmente e immutabilmente di fatto nella misura in cui é effetto del primo genere, naturale, di cause, variabilmente e anche contraddittoriamente nel tempo e nello spazio nella misura in cui é effetto del secondo genere, culturale) e non si dimostra razionalmente.
La morale irrazionalmente, "sentimentalmente" indica i fini dell' azione, la ragione indica i mezzi (oltre a soppesare fini che spesso sono reciprocamente contraddittori: non possiamo aspirare al bene assoluto ma solo a beni relativi, che sempre, inevitabilmente difettano cdi qualcosa che li renderebbe potenzialmente migliori, che sempre, inevitabilmente sono "contaminati da qualcosa di male": bisogna sporcarsi le mani per agire eticamente! Chi si limita a predicare da un pulpito é un immorale, per sublimi e inappuntabili che siano le sue prediche!).
Il materialismo storico è una chiave importantissima per la lettura della strutturazione delle organizzazioni umane.
ma a mio parere non basta, nel senso che rimarrà sempre valida, ma ci sono anche altri dispositivi culturali da disinnescare.CitazioneCerto, non basta neanche a me.
ti ringrazio del dialogo e rispetto il tuo pensieroCitazioneRicambio di cuore!